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La trasmissione dei pensieri

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Presentazione sul tema: "La trasmissione dei pensieri"— Transcript della presentazione:

1 La trasmissione dei pensieri
L. Arcuri e L. Castelli

2 Psicologia delle comunicazioni di massa
Influenza dei media nella vita quotidiana dell’individuo e dei gruppi. Influenza sociale, persuasione, modificazione atteggiamenti.

3 Livelli di rappresentazione, le immagini del fruitore
Quale relazione tra media e fruitore? È possibile che i media rendano più saliente un problema sociale, incrementandone la portata? Quali processi portano a tali fenomeni? La cronaca televisiva ha una importanza maggiore che non quella di essere un veicolo di conoscenza. Il modo in cui viene trasmessa la conoscenza può diventare l’elemento più rilevante dal punto di vista dei meccanismi di costruzione della notizia. In che misura gli elementi di drammatizzazione relativi ad una notizia ne fanno più della semplice descrizione di un evento, ovvero una interpretazione? (es. giustapposizione delle immagini ottiene effetti narrativi differenti; zoom, piani e campi diversi  inferenze differenti da parte dello spettatore)

4 Il concetto di audience
Il concetto di massa, che non va visto nell’accezione negativa/pessimistica ottocentesca. Il concetto di audience Si forma per criteri linguistici, genere, generazione, gusti, ecc. Tipologie di audience diverse: televisiva (nazionale/internazionale); via internet. L’utente ha una gamma immensa di alternative tra cui scegliere, non è più vincolato da criteri di prossimità

5 Il concetto di audience: modello comunicativo allocutorio, trasmissione simultanea di
Offerta informativa realizzata centralmente; Concepita per un’attenzione immediata; Secondo uno schema temporale dettato dalla fonte. Massimo grado di dipendenza del fruitore della comunicazione dai modi e dalla scelte di chi produce il messaggio. Relazione di fruizione tra audience e messaggio: è il ricevente ad esporsi ai contenuti del messaggio, a decodificarli, interpretarli, integrarli. Sono le modalità di consumo comunicativo (e.g., stampa, tv…) a determinare il grado in cui la fruizione darà luogo a risultati permanenti o temporanei, al prevalere di aspetti valutativi o emotivi su quelli cognitivi, ecc..

6 Teorie sugli effetti delle comunicazioni di massa
Modelli comportamentisti: «teoria ipodermica»: condotta determinata da meccanismi intraindividuali tra stimolo e risposta comportamentale (dotazione biologica comportamentale di base che determinava l’emissione di certe risposte) I mezzi di comunicazione di massa sono un’arma potente per manipolare gli ascoltatori I messaggi vengono percepiti in modo univoco da tutti i riceventi e determinano risposte immediate e dirette. Assenza di evidenze empiriche: la relazione tra messaggio e comportamento non è così diretta!

7 Modello degli effetti limitati: l’influenza dei mezzi di comunicazione di massa non è diretta, è funzione dell’ambiente sociale nel quale operano. Anni ‘20: studio degli effetti dei media sul cambiamento degli atteggiamenti, abitudini di consumo. Anni ‘30: ricerche sugli atteggiamenti (Thomas e Znaniecki) e sulla persuasione: sviluppo delle scale di misurazione degli atteggiamenti.

8 Lazarsfeld («Ricerca nella comunicazione», 1944): Chi dice?; Cosa dice?; A chi lo dice? Con quale effetto? Tale schema definiva gli scopi della ricerca sulla comunicazione nel periodo post-bellico. Dalle varie ricerche emerge che le forme di comunicazione di massa (es. radio, film) non erano in grado di plasmare verso qualsiasi direzione gli atteggiamenti. È necessario esaminare le differenze individuali per comprendere i fattori che limitano gli effetti dei media Le discussioni faccia-a-faccia avevano maggior efficacia nel persuadere rispetto ai mezzi di comunicazione di massa: nelle campagne politiche, la gente era influenzata soprattutto dai leaders d’opinione, che a monte avevano ricevuto le informazioni dai media. Modello del flusso a due fasi (Lazarsfeld et al., 1948) L’informazione scorre dai media ai leaders d’opinione; Attraverso la discussione tra pari, i leaders d’opinione diffondono gli effetti della comunicazione nella comunità.

9 La scuola di Yale Gli effetti della credibilità della fonte sono di breve durata. Le caratteristiche di personalità del destinatario: intelligenza, istruzione, ecc. Sequenza delle argomentazioni (primacy vs. recency) Struttura dell’argomentazione (unilaterale vs. bilaterale; conclusioni implicite vs. esplicite) Contenuti del messaggio: appello alla paura.

10 Exp di Asch (1952): stesso messaggio, attribuito a Jefferson vs
Exp di Asch (1952): stesso messaggio, attribuito a Jefferson vs. Lenin viene valutato diversamente a seconda della valutazione positiva o negativa della fonte.

11 Teoria della dissonanza cognitiva (Festinger, 1957)
Quando si prende una decisione importante diventa automaticamente saliente anche l’alternativa rifiutata. La dissonanza cognitiva nasce dal fatto che nell’alternativa rifiutata ci sono elementi positivi, mentre la scelta è ricaduta sull’altra alternativa. Nasce la spinta motivazionale a ridurre la dissonanza. (> dissonanza  > sforzi per ridurla) Strumenti: razionalizzazione, evitamento di informazioni discordanti con la scelta, ricerca di sostegni alla posizione presa). La comunicazione persuasiva produce o riduce la dissonanza: quando riduce la dissonanza è più veloce e facile l’accettazione.

12 Modello di McGuire (1964) QUALI FATTORI PROVOCANO RESISTENZA ALLA PERSUASIONE? Teoria della vaccinazione: le persone posseggono delle «verità culturali/truismi», ovvero delle radici culturali mai messe in discussione. Un attacco a tali credenze radicate richiede come risposta un dibattito dialettico basato su controargomentazioni (argomentazioni a favore del truismo, controargomentazioni a sfavore della minaccia). Finita questa fase, l’individuo è in grado di produrre autonomamente tutte le controargomentazioni e le difese agli attacchi alle sue posizioni.

13 Modello processuale della persuasione in 6 fasi:
Presa in carico del messaggio: Esposizione; Attenzione; Comprensione; Traduzione dell’informazione nel sistema di atteggiamenti della persona: Accettazione delle conclusioni; Ritenzione del nuovo atteggiamento; Guida al comportamento: Traduzione dell’atteggiamento nel comportamento. Fattori che influenzano l’accettazione del messaggio: autostima (> fiducia nelle opinioni iniziali, < preclusioni al messaggio, < cambiamento d’opinione). Soggetti più persuadibili = media autostima e intelligenza

14 Atteggiamento  comportamento?
Fishbein e Ajzen (1975): l’intensità dell’intenzione predice il comportamento. Bandura (1977): il comportamento si modifica in relazione all’osservazione di modelli per esperienza diretta o tramite i mezzi di comunicazione di massa. processi necessari per l’acquisizione di un nuovo modello: 1) attenzione (> se modello attraente o amico/a); 2) ritenzione (memorizzazione dei comportamenti > tramite immagini concise e vivide); 3) riproduzione motoria (trasformazione delle forme simboliche in azioni appropriate); 4) processi motivazionali (e.g., il comportamento ha conseguenze positive)

15 L’osservazione ripetuta di conseguenze positive fornisce una forte motivazione ad attuare il comportamento. Il rinforzo modella il comportamento più facilmente: associare un potenziale rinforzo positivo ad un comportamento porta più probabilmente a persuasione.

16 Atteggiamento, comportamento e media
Attenzione ai meccanismi di influenzamento tramite media: Analisi contenuto programmi (es. violenza: sovra- rappresentata rispetto alla realtà) Tale sovra-rappresentazione creava una visione del mondo come dominato dalla violenza (Lowery e DeFleur, 1983). La visione di uno spettacolo violento aumenta la piacevolezza del comportamento violento.

17 Dieta violenta e bambini:
La violenza veicolata dai media può costituire un efficace mezzo di persuasione nel produrre cambiamenti di atteggiamento deboli. Sono tipi particolare di violenza simulata che, in contatto con certi individui, possono dar luogo a condotte aggressive. I soggetti vengono influenzati dai personaggi con cui si identificano. Eccezione: alcuni programmi favoriscono l’apprendimento di comportamenti prosociali

18 Mezzi di comunicazione di massa e atteggiamenti
I media influenzano gli individui, ma lo fanno tramite fattori di mediazione. I media rinforzano condizioni e posizioni di atteggiamenti preesistenti. Accantonati i modelli comportamentisti: attenzione al ruolo delle strutture cognitive, attribuzione di significato, selettività del ricordo, selettività dell’attenzione, differente coinvolgimento del fruitore, ecc… I meccanismi di persuasione hanno effetti dipendenti dalle caratteristiche dei singoli individui di cui l’audience è composta.

19 Mezzi di comunicazione di massa e atteggiamenti
Gli effetti delle comunicazioni di massa sono più forti quando il messaggio è coerente con le opinioni, valori, disposizioni comportamentali preesistenti. Gli interessi individuali operano una selezione nelle fasi di codifica/decodifica dei messaggi. Gli effetti delle comunicazioni di massa tendono a rafforzare le opinioni preesistenti; quando il cambiamento ha luogo è dovuto a: Mezzo di comunicazione impiegato; Contesto sociale; Interpretazione normativa del gruppo di riferimento; Influenza di opinion leaders; Credibilità della fonte; Problemi e opinioni consolidate difficilmente vengono modificate; In condizioni di monopolio informativo, maggiore è l’effetto persuasivo nella direzione voluta. 19

20 Metodologia per l’analisi delle comunicazioni di massa
La stima dell’audience: Conoscenza abitudini, composizione demografica per progettare la comunicazione; Dopo la comunicazione è importante verificare se gli obiettivi sono stati raggiunti. Differenze a seconda del mezzo di comunicazione e a seconda del momento della giornata (e.g., radio; televisione; ecc…).

21 Le modalità di stima dell’audience televisiva sono approssimazioni basate su piccole porzioni di realtà esaminate: Rating: proporzione tra n. di apparecchi sintonizzato sul programma X/ n. apparecchi disponibili in una zona. Proiezione dell’audience: media della dimensione dell’audience in un intervallo di tempo. HUT (households viewing television): proporzione tra apparecchi sintonizzati sui diversi programmi e totale apparecchi presenti in una zona. Share: proporzione tra n. apparecchi sintonizzati sul programma X e il totale degli apparecchi sintonizzati su un programma qualsiasi. I valori su una o l’altra misura possono essere incoerenti  rilevanza della valutazione della combinazione dei vari indici per stabilire gli investimenti pubblicitari. 21

22 Quanto spesso le persone sono raggiunte dal messaggio?
«reach»: capacità del messaggio di catturare spettatori (in prima serata è maggiore), espressa dall’indice «cume (cumulative rating)», ovvero il numero di persone che sono esposte allo spot. «frequenza di esposizione»: numero di volte che un messaggio viene ascoltato dalle stesse persone.

23 Chi sono i membri dell’audience?
Segmentazione dell’audience (quali gruppi sono il mio target?) al fine di mettere a punto campagne persuasive mirate. In genere si realizza sulla base di: Variabili demografiche (genere, età, istruzione, reddito, occupazione, ecc.); Provenienza geografica; Variabili comportamentali (e.g., abitudini d’uso dei media); Variabili psicografiche (e.g., valori, preferenze, motivazioni; atteggiamenti, ecc…);

24 Analisi campionaria delle caratteristiche dell’audience
Campioni probabilistici (selezione casuale: ciascun membro della popolazione ha la stessa probabilità di essere selezionato). Campionamento casuale; Campionamento sistematico (estrazione dalla lista di campionamento di una unità ogni K elementi); Campionamento stratificato (campionamento casuale entro gruppi scelti non sovrapponibili) Multi-stage cluster sampling (suddivisione della popolazione in gruppi entro i quali si procede alla successive fasi di campionamento)

25 Analisi campionaria delle caratteristiche dell’audience
Campioni non probabilistici (scelti sulla base di criteri di convenienza; e.g., campionamento telefonico, ecc…)  possibili errori predittivi Campionamento accidentale (contattare le prime persone disponibili); Partecipazione volontaria; Campionamento a valanga; Campionamento per quote (individuazione di gruppi che rispetto a certe variabili rispecchiano la distribuzione della popolazione generale).

26 Fonti di errore nel campionamento
Errori di campionamento: per definizione, il campionamento non considera la totalità popolazione; tale errore è ineliminabile. Se il campionamento è probabilistico si può stimare l’entità dell’errore: aumentando l’N, si riduce l’ampiezza dell’Errore Standard (radice quadrata della DS/ N); Errori di non risposta; Errori di risposta; Errori di elaborazione;

27 Tecniche di rilevazione della fruizione
Rilevatori elettronici (i.e., audiometer); Diari (limiti: errori di memoria, perdita di interesse, desiderabilità sociale); Interviste (limiti: salienza dei programmi in memoria, desiderabilità sociale).

28 ANALISI DEL CONTENUTO E DEL LINGUAGGIO DELLA COMUNICAZIONE
Analisi del contenuto: registrazione e misurazione dell’ammontare di unità di determinata/e parola/e in una comunicazione relativa ad un problema/categoria di persone. Scopi: scoprire l’intenzione della fonte (es. linguaggio necrologi sessista); Scoprire gli stati interni dei comunicatori (per cogliere informazioni sugli atteggiamenti, intenzioni, ecc…; Collegare contenuto alle variabili antecedenti/conseguenti (es. enfasi media sui suicidi  aumento suicidi).

29 ANALISI DEL CONTENUTO E DEL LINGUAGGIO DELLA COMUNICAZIONE
Analisi dei ruoli sociali: metodo quantitativo (es. codifica unità di contenuto, inserimento in categorie discrete, analisi frequenza). Applicazione: es. analisi stesso argomento in diversi contesti culturali, cambiamenti nel corso del tempo nel contenuto di una categoria di messaggi, ecc.). Esempio: analisi ruolo donne negli spot pubblicitari (più dipendenti, luoghi domenstici, ecc.)

30 ANALISI DEL CONTENUTO E DEL LINGUAGGIO DELLA COMUNICAZIONE
Esempio: rappresentazione delle minoranze - stereotipizzazione; - sottorappresentazione. Quando stereotipizzazione e sottorappresentazione sono presenti, si verifica la «correlazione illusoria» (Hamilton e Gifford, 1976): sovrastima combinazione dei due eventi infrequenti (es. minoranza e antisocialità).

31 VANTAGGI DELL’ANALISI DEL LINGUAGGIO
Tecnica non reattiva (analisi del materiale esistente, non si corre il rischio di creare distorsioni sperimentali); 2. La rilevanza dell’oggetto sociale è chiara; 3. È possibile il confronto longitudinale con materiali d’archivio . (es. «I like Ike», campagna con descrizioni del candidato di 5.8 parole in media)

32 LIMITI ANALISI LINGUISTICA
Tecniche di misurazione poco valide e fedeli; Scarsamente affidabili per replicabilità; A volte guidate dalle interpretazioni del ricercatore, soprattutto nel mettere in relazione i dati riscontrati [oggettivi] con costrutti esplicativi.

33 Modello psicosociale delle categorie linguistiche
Analisi stampa/media: descrizioni ingroup vs. outgroup. I meccanismi di attribuzione causale (attribuzione comportamenti positivi dell’ingroup a cause interne…). Linguistic intergroup bias.

34 BIASES ATTRIBUZIONALI E SCELTE LINGUISTICHE
Un domini applicativo: competizioni sportive Lau (1984), le vittorie dell’ingroup sono attribuite a fattori interni, le sconfitte a fattori esterni. Tale tendenza al favoritismo attribuzionale è > a inizio stagione; col passare del tempo nelle telecronache emergono le reali caratteristiche delle squadre.

35 TEORIE SOCIOLOGICHE Teoria dell’agenda setting (McCombs e Shaw, 1993):
I media veicolano notizie sulla comunità; Il modo in cui i fruitore definisce un problema urgente è determinato dall’enfasi/priorità che i media danno alla notizia. I media indicano quali sono le informazioni a cui dare attenzione e qual è la loro importanza in un dato momento. Concezione complessa del rapporto fruitore-media: I media suggeriscono a cosa la gente deve pensare.

36 TEORIE SOCIOLOGICHE 3 tipi di agende: Agenda pubblica/dell’audience;
Agenda proposta dai mezzi di comunicazione; Agenda proposta dalla politica. Produzione programmi televisivi Contenuto (media agenda setting) Effetti (public agenda setting) Policy agenda setting

37 Studi di McCombs e Shaw (1972)
Analisi contenuto notiziari locali/nazionali in occasione di una elezione politica + opinioni liberamente riferite dai votanti: Correlazione tra frequenza citazioni temi delle trasmissioni televisive e grado di importanza attribuito alle tematiche.

38 Modalità per manipolare la rilevanza di una notizia:
- frequenza della citazione (cf. Zajonc) in continuità temporale; - spazio dedicato; - ordine rispetto alle altre notizie; - strategie retoriche di presentazione. Il modello dell’agenda setting sostiene la corrispondenza tra la sequenza ordinale delle notizie dell’agenda dei media e quella dell’audience.

39 Limiti della teoria dell’agenda setting
non considera le proprietà semantiche del messaggio e le preesistenti strutture conoscitive dell’individuo-ascoltatore. I nuovi sviluppi di ricerca cercano di riconoscere anche l’importanza del livello individuale di analisi che considera le caratteristiche demografiche, le strutture dell’atteggiamento degli individui.

40 L’agenda personale può influenzare i giudizi successivi.
Tversky e Kahneman (1973) euristica della disponibilità: certe informazioni sono più rilevanti perché il loro recupero è reso più efficace dall’esposizione ai media. Non ci sarebbe cioè la supposta relazione diretta tra esperienza con i media e giudizi personali: tale relazione è mediata da meccanismi cognitivi.

41 TEORIE SOCIOLOGICHE Usi e gratificazioni:
Analisi di ciò che spinge i soggetti a usare i media: Le persone hanno bisogni, necessità che soddisfano tramite i media. Tra le offerte disponibili l’individuo seleziona ciò che lo gratifica maggiormente (i.e., esposizione selettiva). Gli individui sono tanto più coinvolti nella fruizione del programma, tanto più sono disposti ad investire attentive o a farsi trascinare emotivamente (i.e., coinvolgimento). Esposizione selettiva e coinvolgimento dipendono dalle gratificazioni ricercate tramite media.

42 Bisogni soddisfacibili dai media:
Usi e gratificazioni: Bisogni soddisfacibili dai media: Bisogno di informazioni utili; Bisogno di ottenere argomenti con cui sostenere proprie posizioni in comunicazioni interpersonali; Possibilità di realizzare interazioni parasociali (es. rispondere al saluto dell’annunciatrice, fornire le risposte ai quiz); Desiderio di intrattenimento, svago.

43 TEORIE SOCIOLOGICHE Teoria della coltivazione (Gerbner et al., 1985):
I media sono agenti di socializzazione che influenzano gli atteggiamenti e valori di tutta l’audience. I media dicono quali cose pensare e in che modo pensare ad esse.

44 «Mainstreaming»: processo attraverso cui la visione televisiva conduce ad una omogeneizzazione nelle concezioni dell’audience. Differenza tra le concezioni degli heavy viewers vs. light viewers: idee differenti sono dovute alla differente esposizione ai media. Analisi del contenuto delle comunicazioni dei media, rilevazione dei comportamenti di visione e delle concezioni relative ai temi proposti dai media. La comunicazione televisiva riduce le differenze che contraddistinguono i membri di gruppi differenti nel caso degli heavy viewers. «Resonance»: accentuazione degli effetti dei media quando altre cause esterne spingono nella stessa direzione.

45 Limiti della teoria della coltivazione:
le evidenze a supporto sono meramente correlazionali, per di più basate su temi verso cui le persone già erano interessate. Le correlazioni riscontrate spiegano poca varianza del fenomeno vista la limitazione del campione (N). Non omogeneità dei messaggi nei differenti generi televisivi (e.g., polizieschi vs. soap operas) Non selettività dell’esposizione (scelta tra preferenze e opportunità). Non prevede gli effetti moderatori di altri fattori esterni (es. altre fonti di socializzazione)

46 GLI EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE
TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE: Bandura (1977): apprendimento per diretta e apprendimento «vicario» Exp. Bandura, Ross e Ross (1961): bambini e condotte aggressive. Relazione tra contenuti violenti del messaggio e condotte aggressive (Eron et al., 1972): - rilevazione predisposizione ad aggressività; - esposizione a condotte violente. Correlazione positiva.

47 è plausibile che sia l’esposizione a messaggi di violenza a produrre condotte aggressive e non viceversa (e.g., incontri di pugilato pubblicizzati nei media e aumento omicidi; cf. Phillips (1986).

48 MODELLI di spiegazione della relazione tra esposizione a condotte violente e comportamento aggressivo Teoria dell’apprendimento sociale: soprattutto se i comportamenti violenti sono ricompensati, apprendimento della condotta aggressiva. Teoria della catarsi: la visione di comportamenti violenti farebbe scaricare gli impulsi aggressivi (non confermata empiricamente). Teoria della disinibizione: l’esposizione prolungata a comportamenti violenti rende i comportamenti violenti eventi «normali»  riduzione inibizione, soprattutto se la violenza appare legittima.

49 Teoria dell’arousal: negli spettatori di comportamenti violenti si produce un’attivazione/eccitazione che porta ad aumento di attività di risposta. Se gli atti antisociali sono preminenti per lo spettatore, l’arousal renderà disponibili le risposte violente. Teoria dello stato d’animo: gli spettavoli violenti generano umore negativo, l’individuo percepirebbe gli eventi successive con tale filtro del’umore negativo.

50 Teoria della predilezione: la predilezione per spettacoli e comportamenti violenti è una caratteristica di personalità, dunque un effetto, non una causa (no evidenza empirica). Teoria del convenzionalismo: le persone che guardano la tv sono in genere placide e non violente. Guardano i programmi violenti perché amano poco il rischio (no evidenza empirica). Modello cognitivo dell’associazione: la memoria è una rete di associazioni semantiche tale per cui i concetti affini sono collegati. Se si attiva un concetto, questo fa da priming, aumentando la probabilità di comportamenti coerenti.

51 Una sintesi: Esiste un legame tra visione di contenuti violenti e condotte aggressive. Esistono dei moderatori individuali, contestuali: i modelli esistenti spiegano ancora scarsa parte della varianza del fenomeno.

52 Ruolo dei mass media nelle condotte imitative
L’effetto Werther: aumento dei suicidi a seguito della pubblicazione del romanzo di Goethe. Ricerche correlazionali a sostegno del legame tra eventi di cronaca e condotta imitativa. Processi di identificazione come mediatore nei fenomeni imitativi maggior probabilità elaborazione centrale (cf. Petty e Cacioppo, 1986).

53 Ricerca di Boca, Colombi e Ceruti (1995):
I soggetti che si identificavano poco con il suicida non mostrarono differenze nel tono dell’umore prima e dopo l’ascolto del notiziario; I soggetti ad alta identificazione ricordavano meglio notizie di suicidi, avevano prestazioni peggiori nei compiti successivi.

54 COMPORTAMENTI PROSOCIALI INDOTTI DAI MEDIA
Apprendimento sociale: quando il modello mette in atto comportamenti altruistici, viene imitato dai bambini. L’effetto si estende a comportamenti non direttamente messi in atto dal modello? Evidenze poco valide.

55 COMPORTAMENTI PROSOCIALI INDOTTI DAI MEDIA
Modificare l’atteggiamento/stereotipi verso gruppi minoritari tramite i media (e.g., scene di integrazione nel Muppet Show). Campagne di sensibilizzazione contro il fumo. Esposizione a elementi controstereotipici di una categoria (e.g., neri valutati positivamente): Nessun effetto; Aumento salienza problema discriminazione Riduzione salienza problema discriminazione

56 LE CAMPAGNE SULLE CONDOTTE SOCIALI
Effetto delle campagne informative tramite mezzi di comunicazione di massa: Esempio: Stanford Heart Disease Prevention Project Messaggi convergenti attraverso molteplici mezzi (e.g., spot televisivi, radiofonici, manifesti sugli autobus, ecc.) Comunicazione face-to-face e counseling VD: conoscenze circa il problema e atteggiamenti sui comportamenti a rischio e preventivi. Effetto positivo della campagna nella condizione face-to-face

57 Per essere efficaci tali campagne devono:
1. fornire informazioni (background di conoscenze sul tema e sulle possibili soluzioni). 2. intaccare gli atteggiamenti sensibilizzando le persone al problema. Problema della ricaduta comportamentale: servono strategie che accompagnino l’azione dei mezzi di comunicazione (es. intervento di personale specializzato e di gruppi entro la comunità).

58 I BAMBINI E I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA
È necessario valutare le specifiche capacità sociali, emozionali e cognitive raggiunte dai bambini ad età specifiche. Non è vero che i bambini utilizzano in modo passivo i mezzi di comunicazione: dispiegano strategicamente l’attenzione quando c’è un contenuto comprensibile e la depongono quando il contenuto non è comprensibile o poco interessante. Ciò che i bambini sono in grado di comprendere varia con l’età: il ricordo è legato ad informazioni sensoriali, solo dopo a informazioni cognitive (ricostruzione di una trama)

59 I BAMBINI E I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA
La comprensione della distinzione tra realtà- fantasia: Quali sono le concezioni che i bambini hanno sui media? Fino a 2-3 pensano che accada qualcosa realmente dentro lo schermo I bambini sono in grado di capire che cartoni animati e pupazzi non sono reali? 9-10 anni

60 I BAMBINI E I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA
Effetti dei media sullo sviluppo cognitivo e l’apprendimento: Ipotesi: la fruizione televisiva ritarda lo sviluppo della lettura, scrittura e il Q.I. A beneficiare maggiormente della fruizione televisiva sarebbero i bambini che già posseggono le maggiori capacità cognitive e conoscenze superiori (knowledge-gap hypothesis). Alcuni programmi aiutano lo sviluppo cognitivo/aquisizione abilità, soprattutto se visionati insieme ad un adulto che aiuti a fruire delle risorse proposte nel programma.

61 I BAMBINI E I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA
Le ricerche mostrano che i comportamenti di fruizione non sono buoni predittori delle prestazioni cognitive dei bambini: Altri fattori, ad esempio lo status socio-economico della famiglia di provenienza, l’istruzione dei genitori, la provenienza etnica sono legati al tempo di fruizione del mezzo televisivo e al successo scolastico. Effetti dei media sulle prestazioni creative e immaginative: I media peggiorano le abilità creative e immaginative

62 MODELLI PSICOLOGICI DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA
Approccio cognitivista: Non esiste una corrispondenza esatta tra ciò che viene comunicato e ciò che viene percepito, compreso e ricordato. Quali sono le strutture che danno significato all’esperienza dell’individuo? Come possono essere modificate dalla presenza di nuove informazioni trasmesse dai media?

63 Approccio cognitivista
LE INFORMAZIONI VENGONO SELEZIONATE, MANIPOLATE E ORGANIZATE in virtù delle caratteristiche/proprietà dell’attività di processamento cognitivo tipica della mente umana. La piena disponibilità di risorse cognitive per una singola attività è un’eccezione, più frequentemente le persone devono usare strategie di economizzazione cognitiva per affrontare/processare la realtà sociale

64 Approccio cognitivista
GLI SCHEMI: strumenti interpretativi dei dati ambientali che selezionano, ordinano, completano i dati facendo riferimento alla conoscenza pregressa immagazzinata in memoria. Le informazioni in entrata attivano dei nodi negli schemi che rendono disponibili informazioni corrrelate allo schema che colmano i vuoti informativi, ma che modificano la comprensione del dato ambientale Gli schemi operano sia nella fase di codifica delle informazioni, sia in quella di recupero delle informazioni. Gli schemi facilitano l’elaborazione delle informazioni consistenti con la conoscenza schematica. L’intervento delle strutture schematiche è automatico e pervasivo. Il self è un principio organizzatore degli schemi.

65 Approccio cognitivista
LA COMPRENSIONE DEI TESTI: Il fruitore del messaggio ricostruisce il senso sulla base delle inferenze schematiche che vengono attivate.  Nella fase di codifica, le precedenti conoscenze e gli elementi contestuali presenti intervengono per definire il significato appropriato da attribuire ai termini (es. traduzioni dalle lingue antiche). La comprensione del testo viene raggiunta quando il lettore/ascoltatore è in grado di stabilire i nessi causali, di arguire le motivazioni e le conseguenze di ciò che viene detto.

66 Approccio cognitivista
Vengono messi in atto processi inferenziali: le informazioni immagazzinate nella memoria a lungo termine vengono attivate e porzioni di esse vengono impiegate per definire il significato da dare a ciascun termine. « the man fished from the river bank» La ricerca mostra che nella lettura vengono prodotte inferenze anche non strettamente necessarie finalizzate a dare coerenza alla struttura del testo. I tempi di lettura aumentano quando si cerca di collegare frasi che logicamente giustapposte o contengono termini imprevisti.

67 Generi televisivi differenti e aspettative differenti circa i contenuti che influiscono sull’interpretazione di ciò che si vede. A seconda del genere (es. film vs. telenovela) le persone infondono uno sforzo differenziale nel comprendere e ricordare gli eventi narrati.

68 Approccio cognitivista
Relazioni ed inferenze causali: Tanto più le frasi sono connesse da vincoli causali, tanto più è facile la lettura. Le frasi che all’interno di una storia posseggono il maggior numero di relazioni causali sono quelle che vengono meglio ricordate. Nella costruzione del messaggio, affinché sia efficace, è necessario rendere il più agevole possibile la definizione dei nessi causali e collocare le informazioni chiave in posizioni strategiche (es. nella catena causale principale)

69 Errore fondamentale di attribuzione:
Inferenze disposizionali per il comportamento/intenzioni altrui moderatore dell’effetto = disponibilità di risorse cognitive. In situazione in carico cognitivo, sono le informazioni linguistiche o il comportamento non verbale a prendere il sopravvento? In condizione di carico cognitivo, si tende ad interpretare il comportamento non verbale come indicatore delle reali disposizione dei chi emette il messaggio. In assenza di carico, si attribuisce il linguaggio(messaggio) alle disposizioni della fonte.

70 In condizioni di scarse risorse cognitive, si è meno suscettibili alle lusinghe della componente verbale della comunicazione! Prendono il sopravvento degli indici periferici

71 Approccio cognitivo Automaticità dei processi inferenziali (on-line e off-line) e di attivazione semantica (es. attivazione di particolari categorie sociali). La percezione subliminale. Gli effetti della mera esposizione.

72 Approccio cognitivo Il trattamento differenziale delle informazioni congruenti e incongruenti.

73 COMPRENSIONE E MEMORIA
Le caratteristiche della notizia Il livello del ricordo Velocità di presentazione Meccanismi di interferenza Il canale di trasmissione e la funzione dei supporti televisivi

74 Variabili dell’audience
Livello di istruizione e modalità di coinvolgimento

75 EFFETTI DELLA FORMULAZIONE DELLA FRASE SULLA PRODUZIONE DI INFERENZE
Elaborazione in forma negativa: Notizie accreditate, altre per cui non è chiara la verità o falsità. Wegner et al. (1981): effetti di tipi differenti di notizie sull’impressione che ci facciamo degli altri se si esprime in maniera interrogativa un’ipotesi («Talbert è legato alla mafia?») gli effetti sono gli stessi dell’affermazione di colpevolezza certa («talbert è legato alla mafia»)

76 Il tentativo di limitare le perdite (Tversky e Kahneman): di fronte ad una scelta dolorosa, le persone non adottano la scelta migliore dal punto di vista probabilistico, ma quella fa credere di limitare le perdite. Effetti della diminuzione del prezzo e paura che un prodotto non sia più disponibile: CIALDINI (1984): la percezione di scarsità di un bene lo fa diventare appetibile.

77 I giudizi di competenza:
- Tendenza a considerare i presentatori competenti e colti. Tendenza ad attribuire la paternità di ciò che viene detto a chi lo dice, non ha chi ha pensato.

78 Scelta dei termini e definizione del soggetto dell’azione:
LIB (Maass et al., 1989): astrazione alta  presunzione che il comportamento sia stabile da parte di chi lo attua Pubblicità ingannevoli: lasciar spazio ad interpretazioni plausibili (favorevoli al prodotto) che danno adito a processi inferenziali che portano a valutazioni positive del prodotto.


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