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LA PREVENZIONE.

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Presentazione sul tema: "LA PREVENZIONE."— Transcript della presentazione:

1 LA PREVENZIONE

2 Nell’ambito della prevenzione si distinguono:
LA PREVENZIONE PRIMARIA obiettivo Impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia LA PREVENZIONE SECONDARIA obiettivo Scoperta e guarigione dei casi di malattia prima della loro manifestazione clinica LA PREVENZIONE TERZIARIA obiettivo Impedire che il malato diventi un invalido (fisico, sociale)

3 Prevenzione primaria Impedire l’insorgenza OBIETTIVO della malattia
INTERVENTI STRUMENTI -Rimuovere i fattori di rischio ambientali -Potenziare i fattori utili alla salute -Correggere le norme di vita inadeguate Educazione sanitaria Monitoraggio ambientale

4 Prevenzione delle malattie infettive
Prevenzione primaria EVITARE IL CONTAGIO O ALMENO L’INFEZIONE Evitare il contagio o almeno l’infezione Scoprire o inattivare le sorgenti d’infezione Interrompere le catene di trasmissione Aumentare le resistenze STRATEGIE

5 Scoprire e inattivare le sorgenti di infezione
INDIVIDUAZIONE DEI MALATI: visita medica esami di laboratorio, notificazione obbligatoria ISOLAMENTO: separazione del malato da tutte le altre persone CONTUMACIA: obbligo a permanere in un dato luogo SORVEGLIANZA SANITARIA: obbligo a sottoporsi a controlli periodici INDIVIDUAZIONE E INATTIVAZIONE DEI PORTATORI

6 Inattivare i serbatoi d’infezione
DISINFEZIONE: distruggere i soli microrganismi patogeni STERILIZZAZIONE: distruggere tutti i microrganismi patogeni e non DISINFESTAZIONE: distruzione degli insetti e dei roditori vettori

7 Interruzione della catena di trasmissione
BONIFICA DELL’AMBIENTE: rimozione dei diversi fattori dell’ambiente fisico e sociale che possono favorire la diffusione delle varie mal. infettive MODIFICAZIONE DEI COMPORTAMENTI: rimozione di quelli che espongono ad un maggiore rischio e/o adozione di quelli che riducono o annullano il rischio di malattia

8 Aumentare la resistenza alle infezioni
RESISTENZE ASPECIFICHE: barriere fisiologiche (cute, mucose). IMMUNOPROFILASSI: (attiva: vaccino profilassi, passiva: immunoglobuline) CHEMIOPROFILASSI PRIMARIA: in soggetti esposti al rischio prima che si sviluppi l’infezione

9 Prevenzione secondaria delle infezioni
Ha lo scopo di impedire che l’infezione evolva in malattia conclamata STRATEGIE Chemioprofilassi secondaria: i chemioterapici o gli antibiotici sono somminisrati a persone in cui è già in atto un processo infettivo

10 Obiettivi della prevenzione delle infezioni
PROTEZIONE INDIVIDUALE DELLE INFEZIONI CONTROLLO DELLE INFEZIONI: riduzione graduale dell’incidenza ELIMINAZIONE DELLE INFEZIONI: incidenza pari a zero ERADICAZIONE DELLE INFEZIONI: scomparsa del microrganismo dal territorio

11 MALATTIA # INFEZIONE TIPICA ABORTIVA MALATTIA = REAZIONE DELL’ORGANISMO CHE PROVOCA EVIDENTI MANIFESTAZIONI MORBOSE (FEBBRE, VOMITO…….) LATENTE SUBCLINICA INAPPARENTE INFEZIONE = PENETRAZIONE E SVILUPPO DI MICROORGANISMI ALL’INTERNO DI UN ORGANISMO CHE NON MANIFESTA SEGNI MORBOSI EVIDENTI (SVELABILE SOLO CON ESAMI DI LABORATORIO)

12 MALATTIA INFETTIVA PERIODO DI INCUBAZIONE = TEMPO TRASCORSO TRA LA PENETRAZIONE DEL PATOGENO E L’INIZIO DELLA MANIFESTAZIONE CLINICA RAPPORTI OSPITE/MICROORGANISMI SAPROFITI MICROORGANISMI COMMENSALI PARASSITI

13 MICROORGANISMI SAPROFITI habitat naturale è l’ambiente generalmente sono innocui COMMENSALI vivono simbionticamente con l’uomo generalmente innocui PARASSITI penetrano nell’ospite provocando un danno SAPROFITI OPPORTUNISTI PARASSITI COMMENSALI quando aggrediscono l’ospite in alcuni distretti sterili o per diminuite difese

14 CARATTERISTICHE DEI PARASSITI
INFETTIVITA’ capacità di penetrare e di moltiplicarsi nell’ospite mediante un’opportuna carica batterica CONTAGIOSITA’ capacità di trasmettere l’infezione da un osp. infetto ad un osp. recettivo PATOGENICITA’ capacità di suscitare nell’ospite un danno che si manifesta con uno stato di malattia. Infetti malati/Totale infetti VIRULENZA grado di patogenicità espressa da alcuni ceppi della stessa specie. Si manifesta con la gravità della malattia. Casi gravi/Totale casi

15 MANIFESTAZIONE DEI PARASSITI
INVASIVITA’ = Capacita del parassita di diffondersi nel corpo dell’ospite totalmente o parzialmente su organi e apparati. TOSSIGENICITA’ = Produzione di sostanze tossiche ESOTOSSINE ENDOTOSSINE Sost. Proteiche termolabili sost. Polisaccaridiche prodotte all’interno Potere antigenico della parete cellulare Prodotte dai corpi batterici termostabili Vanno in circolo non trasformabili in anatossine. ANATOSSINE = Esotossine detossicate Perdono il potere tossico mantengono il potere antigenico

16 Catene di Trasmissione
uomo, mammiferi, uccelli Aggrediscono una o più specie animali solo l’uomo Trasmissione OMOGENEA OMONIMA tra individui della stessa specie rosolia, morbillo, febbre tifoide OMOGENEA ETERONIMA tra vertebrati di specie diverse rabbia, brucellosi, tubercolosi bovina ETEROGENEA OMONIMA da un insetto tra individui della stessa specie malaria ETEROGENEA ETERONIMA da un insetto tra specie diverse peste: tra roditori con le pulci ratto uomo tramite la pulce xenopsilla cheopis e poi tra uomo e uomo UBIQUITARI virus influenzale, morbillo Distribuzione Geografica IN AREE LIMITATE virus, febbre gialla, vibrione colera

17 CARATTERISTICHE OSPITE
ASPECIFICHE RESISTENZE SPECIFICHE RESISTENZA ASPECIFICA ESTERNA CUTE FISICA LACRIME MUCOSE SALIVA (MECCANICA) URINA MUCO ACIDI GRASSI CUTE CHIMICA HCl GASTRICO LISOZIMA (LACRIME, SECRETO NASALE, SALIVA) BIOLOGICA ANTAGONISMO MICROBICO COMMENSALI MUCOSE MACROFAGI RESISTENZA ASPECIFICA INTERNA FAGOCITI FAGOCITOSI = INGESTIONE MICROORG. OPSONIZZAZIONE LEUCOCITI DEGRANULAZIONE LISOSOMIALE, LISI POLIMORFONUCLEATI

18 RESISTENZE SPECIFICHE
RELATIVA SE SOPRAFFATTA DA INFEZIONE MASSIVA O DA VIE DI INGRESSO PARTICOLARI RESISTENZA PARZIALE SE PREVIENE LA MALATTIA MA NON L’INFEZIONE SPECIFICA TOTALE SE PREVIENE ANCHE L’INFEZIONE VERSO UNO SPECIFICO AGENTE INFETTANTE INNATA O EREDITARIA IMMUNITA’ ACQUISITA

19 IMMUNITA’ INNATA O EREDITARIA
DI SPECIE ( PATOGENO PER UNA SPECIE E NON PER UN’ALTRA) DI RAZZA ( PATOGENO SOLO PER ALCUNE RAZZE NELLA STESSA SPECIE) INDIVIDUALE ( NELLA STESSA SPECIE E RAZZA ESPLICA PATOGENICITA’ DIVERSA NEI DIVERSI INDIVIDUI)

20 IMMUNITA’ ACQUISITA NATURALE
ATTIVA (DURATURA) infezione inapparente o malattia ARTIFICIALE vaccinazione PASSIVA (TEMPORANEA) anticorpi trasmessi con la placenta o con il latte materno inoculazione siero immune o gammaglobuline

21 Ciò perché le prime sono causate da agenti di un solo tipo antigenico.
UMORALI IMMUNITÀ ACQUISITA FATTORI CELLULARI ANTICORPI SPECIFICI. Neutralizzano l’infettività del patogeno o delle esotossine o gli enzimi extracell. dei batteri UMORALI Lisi batteriche o aumento fagocitosi per azione opsonizzante e/o agglutinante INGLOBANO DISTRUGGONO MICRORGANISMI CELLULARI MACROFAGI DEGRANULANO N.B.:Per alcune mal inf (morbillo, varicella…) si consegue un’immunità durevole e notevole, per altre (gonorrea, sifilide…) si consegue immunità scarsa e fugace. Ciò perché le prime sono causate da agenti di un solo tipo antigenico.

22 EPIDEMIOLOGIA GENERALE MALATTIE INFETTIVE
RISERVE D’INFEZIONE AGENTI PATOGENI VIE DI PENETRAZIONE NELL’OSPITE VIE D’ELIMINAZIONE MODALITÀ DI TRASMISSIONE Epidemiologia Malattie Infettive SERBATOIO: la persona, animale, pianta, terreno o materiale organico inanimato in cui un agente infettivo ha il suo habitat naturale di vita e dove si riproduce in modo tale da poter essere trasmesso ad un ospite suscettibile. SORGENTE: persona, animale, cosa da cui un agente infettivo passa ad un ospite. UOMO ANIMALE PIANTE TERRENO RISERVE D’INFEZIONE SERBATOIO ANIMALE OSPITE INTERMEDIO

23 MALATO: Dissemina agenti infettivi: cute, mucose,
sangue, feci, urine, ecc….. PORTATORE: ospita l’agente patogeno senza avere i segni clinici di malattia e costituisce riserva di malattia. UOMO INCUBAZIONE CONVALESCENZA SANO PORTATORE TEMPORANEI CRONICI

24 ANIMALI PIANTE TERRENO ANTROPOZOONOSI (ANIMALE UOMO)
ZOOANTROPONOSI (UOMO ANIMALE) ANFIXENOSI (UOMO ANIMALE) ANIMALI PIANTE TERRENO MICOSI (Cromoblastomicosi, sporotricosi….) INTOSSICAZIONI (Ergotismo, Aflatossine) SPORE (botulinica, tetanica FUNGHI (histoplasma) GRAVI PER L’UOMO

25 Sifilide, Toxoplasmosi,
PROPRIETÀ AGENTI INFETTIVI CONFORMAZIONE E STRUTTURA OSPITE VIE DI PENETRAZIONE ATTACCO DIRETTO ABRASIONI, LESIONI, MACERAZIONI, MORSICATURE, PUNTURE DI ARTROPODI CUTE MUCOSE PLACENTA VIE RESPIRATORIE (vibrisse, muco turbinati nasali, albero tracheo-bronchiale, alveoli) – INFEZIONI: LOCALIZZATE (Angina, influenza) GENERALIZZATE (morbillo) VIE DIGERENTI VIE GENITO-URINARIE VIE CONGIUNTIVALI ABORTI NATI MORTI MALFORMAZIONI CONGENITE GRAVI AFFEZIONI NEONATALI Sifilide, Toxoplasmosi, Listeriosi, Rosolia, Citomagalovirus, Varicella, ecc….

26 VIE DI ELIMINAZIONE ~ vie di penetrazione CUTE MUCOSE SANGUE
MECCANISMO PATOGENETICO TROPISMO AG. INFETTIVI VS OSPITI VIE DI ELIMINAZIONE ~ vie di penetrazione INFEZ. LOCALIZZATE (Leishmaniosi, Tigne, Carbonchio) ESSUDATI- PUSTO LE (Varicella ) CUTE MUCOSE SANGUE VIE RESPIRATORIE -LOCALIZZATE (Naso, faringe, polmone, bronchi.) GENERALIZZATE (morbillo, rosolia..) VIE DIGERENTI - LOCALIZZATE (Stomatite, Herpes) GENERALIZZATE (elminti, salmonella) VIE GENITO-URINARIE - VENEREE (Sifilide, Blenorragia) GENERALIZZATE (Salmonella, Parotite) VIE CONGIUNTIVALI LOCALIZZATE VIE ARTIFICIALE: Aghi, soluzioni di continuo in cute e mucose ARTROPODI EMATOFAGI: Malaria, Peste

27 MODALITÀ DI TRASMISSIONE
DIRETTA INDIRETTA CONTATTO INTERUMANO (Bacio…) INALAZIONE (Tosse, Goccioline fonazione..) INOCULAZIONE (Aghi infetti…) TRASMISSIONE DIRETTA TRASM. INDIRETTA VEICOLI (Oggetti infetti, stoviglie, acqua, alimenti, sangue, ecc…) VIE AEREE (Nuclei di goccioline, granuli di polvere) VETTORI MECCANICA (mosca domestica) BIOLOGICA (Moltiplicazione, ciclo vitale) Vettori obbligati

28 MANIFESTAZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE NELLA POPOLAZIONE
SPORADICITÀ: La malattia è assente da tempo nella popolazione per aasenza agente infettivo , ma si può verificare qualche caso per infezione contratta in altre aree geografiche (es. Malaria) e che non si propaga nella regione in esame.

29 Capacità diffusiva recettività popolazione
È presente stabilmente Circola Si manifesta numericamente con pochi casi Uniformemente distribuito ENDEMIA: A.I. nella popolazione Capacità diffusiva recettività popolazione condizionato Metereologici (temp., umidità) Biologici (ciclo riproduttivo insetti) Sociali (affollamento, scuole) Fattori Es. Mal. Respiratorie (fattori meteo, affoll.) Mal. da vettori (fattori biologici)

30 Esplosione circoscritta E nello spazio (Mappa temporale)
QUANDO PIÙ CASI DI MALATTIA SI PRESENTANO NELLA STESSA POPOLAZIONE ENTRO BREVE TEMPO SIGNIFICA CHE L’A.I. SOVRASTA LA POPOLAZIONE E SI HA: LIMITATA ESPLOSIVA EPIDEMIA I° = caso indice Altri = casi secondari Lo studio dei casi di malattia Diffusione lenta (es. mal. veneree) Diffusione rapida (mal respiratorie) Nel tempo Esplosione circoscritta E nello spazio (Mappa temporale) Epidemie da veicoli (acqua inquinata, alimenti…) (Mappa per punti)

31 Quando l’epidemia sconfina da un territorio e investe altri continenti (Es: INFLUENZA)
PANDEMIA EVENTO ENDEMO-EPIDEMICO Quando la malattia è endemica nella popolazione e si manifesta con recrudescenze epidemiche ad intervalli di tempo definiti (Es.:MORBILLO)

32 MODELLO DI RILEVAMENTO INFEZIONI
NOTIFICA (Medico) D.M. 15/12/90Inchiesta epidem. (SSN) DENUNCIA MALATI art. 253 T.U.LL.SS ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO RICOSTRUZIONE DELLA MALATTIA Frequenza Distribuzione territoriale Andamento nel tempo Classe I,II,III Malattie infettive Escreti Escreati Essudati Diretto Indiretto Per svelare l’agente eziologico nel malato Sierodiagnosi Prodotti metabolici Carica anticorpale Proprietà biologiche agenti eziologici Recettività ospite Caratteristiche popolazione

33 Periodo di incubazione Periodo di contagiosità Durata della malattia
Eventuali ricadute (n° e durata) Rapporto malati/infetti Quozienti di morbosità e letalità Portatori Immunità residua INDAGINI PER INDIVIDUAZIONE EPIDEMIOLOGICA MALATTIA INFETTIVA COSTRUZIONE MODELLI MATEMAMATICI Endemie o epidemie Evoluzione M.I. Simulare INTERVENTI PREVENTIVI

34 Profilassi Generale Malattie Infettive
Ha come obiettivo: scoperta e inattivazione sorgenti e Serbatoi Interruzione catene trasmissione Modificazione condizioni ambientali favorevoli Modificazione recettività popolazione Scoperta e inattivazione sorgenti e serbatoi D.M Denuncia Malati TOTALITARIA (casi accertati e sospetti) NOTIFICA (Medico) INDAGIN. EPIDEMIOL. (SSN) CONDIZIONATA (solo casi accertati) OBBLIGATORIA PER M.I. di Ia – IIa – IIIa classe Accertamento diagnostico SEGNI CLINICI INDAGINI DI LABORATORIO Isolamento A DOMICILIO IN OSPEDALE Quarantena dei contatti rivolta ai sog.esposti ad un caso di malattia in uso un tempo, oggi non si pratica Sorveglianza sanitaria degli esposti COMPLETA (senza libertà di movimento) MODIFICATA (libertà di movimento limitata solo ad alcune cate gorie: alimentaristi, scuole...)

35 TRASMISSIONE MALATTIA INFETTIVE
PROFILASSI BONIFICA RIMOZIONE DISINFEZIONE OCCASIONALE FINALE PERIODICA CONTINUA STERILIZZAZIONE Eliminazione qualsiasi forma di vita (microrg. Patogeni e non comprese le spore) BONIFICA ANTISEPSI Creare le condizioni per bloccare l’impianto e lo sviluppo microbiologico da un substrato (batteriostasi) ASEPSI Mantenere le condizioni di sterilita’ di un substrato Distruzione Dei Microrganismi Patatogeni

36 PROVVEDIMENTI controllo microbiologico in convalescenza
DISINFEZIONE STERILIZZAZIONE DISINFESTAZIONE PROVVEDIMENTI controllo microbiologico in convalescenza NEI CONFRONTI istruzione comportamentale DEI PORTATORI Asportazione chirurgica eventuali organi infetti (colecisti) PROVVEDIMENTI INDIVIDUAZIONE E Animali Infetti (Brucellosi) DISTRUZIONE NEI CONFRONTI DEI SERBATOI Evitare il contatto di animali NATURALI DI INF domestici con animali selvatici

37 RECETTIVITA’ POPOLAZIONE
BONIFICA AMBIENTE Inquinamento Fecale ELIMINAZIONE FATTORI FAVORENTI Affollamento RECETTIVITA’ POPOLAZIONE INFORMAZIONE SU CAUSE E FATTORI CHE FAVORISCONO INSORGENZA DIFFUSIONE PREVENZIONE EDUCAZIONE SANITARIA VACCINAZIONE

38 PROFILASSI IMMUNITARIA
Attiva Passiva PROFILASSI IMMUNITARIA VACCINI SIERI IMMUNI e GAMMA-GLOBULINE umane Germi vivi e attenuati Anticorpi locali e circolanti Germi uccisi Anatossine VACCINI Anticorpi circolanti Orale (vivi e attenuati) Parenterale (uccisi e anatossine) SOMMINISTRAZIONE Scarificazione Sottocutanea Intramuscolare

39 IMMUNIZZANTE PROTETTIVA EFFICACIA INNOCUITÀ RISCHI Non deve stimolare la malattia Encefalite post-vaccinale vaiolo (1/ ) Paralisi “compatibile” antipolio (1/ ) Reazioni locali (tumefazioni, gonfiori). (Rare) Di gran lunga inferiori ai VANTAGGI

40 MALATTIE ACUTE FEBBRILI
TERAPIE IMMUNOSOPPRESSIVE MAL. PROLIFERATIVE MALIGNE DEFICINZE IMMUNITARIE GRAVIDANZA CONTROINDICAZIONI VACCINAZIONI OBBLIGATORIE ANTIEPATITE B (Entro il I anno) ANTIPOLIO (II mese- V e XI mese- III anno) ANTIMORBILLO (Nel II anno di età) DIFTERITE ( III, V, XI mese, VI anno) TETANO X anno ROSOLIA ( bambine età impuberi) CONSIGLIATE ma non ancora obbligatorie in Italia

41 Il nuovo calendario delle obbligatorie e delle consigliate
DTP: vaccinazione antidifterico-tetanico-pertossica IPV: vaccino antipoliomielitico iniettabile - inattivato OPV: vaccino antipoliomielitico orale - vivente attenuato MPR: vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia Td: vaccino antidifterico-tetanico per adulti, contenente soltanto 2 Lf di anatossina difterica Hib: vaccinazione anti-Haemophilus influenzae b

42 IMMUNOPROFILASSI PASSIVA
SIERI OMOLOGHI SIERI ETEROLOGHI IMMUNOPROFILASSI PASSIVA SOMMINISTRAZIONE Individuo non immune a rischio Soggetti con documentata carenza anticorpale Infezioni da batteri pèroduttori esotossine Intossicazione botulinica Morsicature serpenti velenosi (sieri) USO EFFICACIA Scarsa- Limitata nel tempo PERMANENZA Temporanea (20-30 gg) Malattie da siero Shock anafilattico RISCHI

43 Complessi immuni da Antigene/ Anticorpo tra proteine eterologhe
a livello di vari organi MALATTIA DA SIERO: (in sogg mai trattati) Si manifesta : Orticaria, edemi, dolori articolari… Complessi immuni da Antigene/ Anticorpo tra proteine eterologhe a livello CELLULARE SHOCK ANAFILATTICO: (in sogg trattati in precedenza con lo stesso siero eterologo) Produzione di ISTAMINA: Dispnea e collasso C.C.

44 CHEMIOPROFILASSI CHEMIOTERAPICI
(contemporanea contagio) ATTECCHIMENTO INFEZIONE SI SOMMINISTRANO MANIFESTAZIONE MALATTIA (durante incubazione) CHEMIOTERAPICI Protezione individuale limitata assunzione farmaco Es. Prevenzione MALARIA (Chinolonici, Pirimidinici) Il trattamento iniziato prima, continua per tutto il periodo di esposizione e permanenza in zone endemiche) Es. Nella MALATTIA REUMATICA (Penicillina) Si blocca l’insorgenza ed evoluzione di lesioni cardiache da streptococco - emolitico di gruppo A.

45 Bonifica ambientale Profilassi primaria Bonifica Rimozione
Riserva d’infezione Profilassi primaria Bonifica Rimozione

46 Trattamento di bonifica
EFFICACE EFFICIENTE Eliminare il rischio infettivo Eliminazione del rischio rapida, poco costosa, senza danni Agenti etiologici Attività antimicrobica del mezzo di bonifica da adoperare Conoscenze Sensibilità degli agenti etiologici ai mezzi bonificanti Verifica del dell’efficacia e dell’efficienza

47 CHI – PROVENIENZA- COME – DOVE- QUANDO
Agente etiologico ? CHI – PROVENIENZA- COME – DOVE- QUANDO CHI: Batterio Virus Protozoo Spora Sorgente d’infezione PROVENIENZA: Serbatoio d’infezione

48 COME: DOVE: QUANDO: Trasmissione diretta per contatto o via aerea
Trasmissione indiretta Alimenti Stoviglie Indumenti Giocattoli Aria COME: DOVE: QUANDO: Fino alla guarigione completa Inizio manifestazione clinica Nel periodo di incubazione Per tutta la vita

49 Sensibilità agenti etiologici (1)
Blocco del metabolismo cellulare per inattivazione enzimi Inattivazione proteine capside per denaturazione proteica BATTERI: VIRUS:

50 Sensibilità agenti etiologici (2)
Sensibilità al calore per denaturazione proteica Resistenza agenti chimici per parete cistica CISTI PROTOZOI: SPORE BATTERICHE: Resistenza al calore - dipicolinato di Ca stabilizza le proteine Resistenza agenti chimici per involucro Sensibili ad agenti chimici che attaccano i gruppi-SH dell’involucro

51 Attività antimicrobica del mezzo
Tempo di inattivazione del 90% della Carica Microbica Iniziale (CMI) TEMPO DI CONTATTO DECIMALE FATTORE DI INATTIVAZIONE (FI) GRADO DI STERILITÀ O PROBABILE CONTAMINAZIONE RESIDUA CMI (Carica Microbica Iniziale) CMF (Carica Microbica Finale) FI N della Carica Microbica Residua (CMR)

52 Fattori che influenzano attività del mezzo sugli agenti infettivi
Stato fisico del mezzo Potere di penetrazione Strato di sudiciume del substrato Contatto mezzo/ substrato Temperatura del mezzo Volatilità del mezzo pH

53 Mezzi Di Bonifica FISICI CHIMICI NATURALI ARTIFICIALI
Diluizione Ossigeno Hv SOLARE, T°C CONCORRENZA VITALE BATTERIOFAGIA NATURALI Mezzi Di Bonifica FISICI CHIMICI ARTIFICIALI Asportazione Meccanica del sudiciume Basse Temperature Radiazioni ß e  Raggi U.V. Alte temperature FISICI Fenoli Alcoli Aldeidi Acidi Basi Detergenti - saponi Iodofori H2O2 CHIMICI

54 Disinfezione OBIETTIVO Distruggere solo i microrganismi patogeni
STRUMENTI Agenti disinfettanti fisici e chimici

55 Caratteristiche Azione specifica su un dato substrato
Meccanismo d’azione Effetto battericida o batteriostatico Coagulaz proteica Inattivazione enzimatica Alchilazione di gr. rettivi Lisi cellulare

56 Agenti disinfettanti fisici

57 Agenti disinfettanti chimici caratteristiche
Non devono deteriorare il substrato Azione rapida ed ampio spettro d’azione Non devono essere tossici per l’uomo o animali

58 Tipi di disinfettanti chimici
ALOGENI: ossidazione su gruppi-SH (Cloro, Ipocloriti, Iodio, Ioduri) ALCOLI: denaturazione proteica (etanolo, isopropanolo) ALDEIDI: alchilazione su gruppi -COOH, NH2, -OH, H2S FENOLI: attivi sulla membrana cellulare (ac. fenico) SAPONI: abbassano la tensione superficiale, debole azione DETERGENTI SINTETICI ANIONICI E NON IONICI: scarso potere disinfettante, elevato potere schiumogeno DETERGENTI SINTETICI CATIONICI: composti quaternari dell’ammorio

59 Sterilizzazione OBIETTIVO distruggere tutti i microrganismi patogeni e non STRUMENTI agenti sterilizzanti fisici e chimici Mezzi fisici Mezzi chimici Calore Ossido di etilene: per tubi endotracheali, cateteri Raggi gamma:per materiale a perdere Raggi ultravioletti:aria e piani di lavoro Raggi infrarossi:siringhe, vetrerie Calore secco in stufa Vapore saturo sotto pressione in autoclave

60 CALORE UMIDO Vapore saturo sotto pressione
In un ambiente umido i microorganismi sono più sensibili al calore, a causa: Della minore stabilità delle proteine Della maggiore conducibilità termica e capacità di penetrazione Il vapore acqueo in condensa cede direttamente il calore sulle superfici degli oggetti 121° C per poco più di 10 min. L’acqua bolle alla pressione normale a livello del mare a 100°C Aumentare di una atmosfera la pressione perché la temperatura del vapore si innalzi fino a 121°C

61 AUTOCLAVE Caldaia a chiusura ermetica in cui il vapore fa innalzare la pressione man mano che si accumula IL CONTENUTO DI ARIA NEL VAPORE DETERMINA IL TEMPO DI UCCISIONE DEI MICROORGANISMI PER CUI L’ARIA CONTENUTA ALL’INTERNO DELL’AUTOCLAVE DEVE ESSERE CACCIATA ATTRAVERSO UNO SCARICO E SOSTITUITA CON IL VAPORE Durata del trattamento di sterilizzazione a 121 °C e 1 atmosfera 15 – 30 min In rapporto alla quantità ed alla qualità del materiale da sterilizzare

62 L’ autoclave coperchio termostato termometro manometro cestello

63 Tempi di sterilizzazione a diverse T in autoclave
Temperatura (°C) Pressione (atm) Tempo (min.) 112 +0,5 30 121 +1 15 134 +2 10

64 Verifica della sterilizzazione
CONTROLLO TEMPERATURA E PRESIONE TRAMITE APPOSITE SPIE CONTROLLO CHIMICO CON STRISCE ADESIVE CONTROLLO BIOLOGICO

65 INDICATORI BIOLOGICI (1)
Resistenza elevata rispetto patogeni Distinguibili dal prodotto Non patogeni Facilmente coltivabili MICRORGANISMI SUPPORTO Dal prodotto in esame Materiale fibroso Vetro Fogli metallici SITO DIFFICILE DA STERILIZZARE EVENTUALE CRESCITA INSUFF. STERILIZZAZIONE

66 INDICATORI BIOLOGICI (2)
CEPPO MICRORGANISMI NUMERO UNITÀ FORMANTI COLONIE (CFU) PER UNITÀ DI VOLUME SCADENZA Stearothermophilus D121= 1’,30’’ Bacillus subtilis D160= 5’ - 10’ Bacillus pumilus Bacillus cereus Bacillus sphaericus Sterilizzazione per irradiazione D= Valore di riduzione decimale: condizione di sterilizzazione che riduce i microrganismi al 10% di quelli iniziali. Si esprime in minuti con sterilizzazione a calore con dose assorbita per sterilizzazione per irradiazione

67 Disinfestazione OBIETTIVO distruggere tutti i microrganismi patogeni e non STRUMENTI agenti sterilizzanti fisici e chimici Insetticidi Rodenticidi Piretrine: naturali e di sintesi, non hanno azione residua Organo clorurate: inibiscono la succinossidasi, lunga azione residua Organo fosforati: inibiscono la colinesterasi, azione residua breve Carbammati: bassa tossicità Ad effetto acuto: ANTU, ossido arsenioso, solfato di tallio Ad azione cumul. derivati cumarinici, azione anticoagulante, Warfarrin, cumarolo

68 DISINFESTAZIONE PASSIVI: Trasporto Meccanico dei Microrganismi Infettati (es.: Mosca Domestica) ATTIVI: nel loro organismo la moltiplicazione dei microrgani smi infettanti VETTORI OBBLIGATI: sono necessari al parassita che, per arrivare a matura zione, deve svolgere in essi una parte del suo ciclo biologico (es.: zanzara anofele x malaria)

69 Attività Disinfestante dei Mezzi Bonificanti Rapporti col Parassita
EFFICACE: Eliminare il Rischio di Infezione indiret. Trattamento di Disinfestazione EFFICIENTE: Eliminazione del Rischio Rapida, poco Onerosa, senza danno all’uomo e all’ambiente RAZIONALE Vettori di Infezione e Rapporti con Agenti Eziologici CONOSCENZE Condizioni Favorenti il loro Sviluppo Attività Disinfestante dei Mezzi Bonificanti e Rapporti col Parassita

70 LO SVILUPPO DEI VETTORI
CONDIZIONI FAVORENTI LO SVILUPPO DEI VETTORI Situazioni Antigeniche per Inadeguata Tutela Ambientale (es.: Rifiuti Solidi e Liquidi) Condizioni Climatiche Favorevoli (es.: zone paludose) 3. Addensamento di Popolazione e Inadeguate Cure Igieniche (es.: Pulci, pidocchi) Condizioni Economiche Depresse

71 AGENTI FISICI (CALORE)
AGENTI CHIMICI FUMIGANTI REPELLENTI INSETTICIDI RODENTICIDI LOTTA BIOLOGICA DISINFESTAZIONE

72 Prevenzione delle malattie non infettive. Si distinguono:
PREVENZIONE PRIMARIA PREVENZIONE SECONDARIA PREVENZIONE TERZIARIA

73 .Proteggere dagli effetti
Prevenzione primaria OBIETTIVI STRATEGIE Impedire l’insorgenza della malattia . Rimuovere le cause .Eliminare i fattori di rischio .Proteggere dagli effetti i soggetti esposti

74 METODOLOGIE Eugenetica: (es. Individuazione di coppie a rischio di trasmissione di mal. Ereditarie tramite il consultorio genetico) Potenziamento delle capacità di difesa: (fluorazione delle acque contro la carie, vitamine A e C contro il cancro) Abbandono di abitudini nocive: (fumo di sigaretta, abuso di alcool, alimentazione eccessiva) e adozione di comportamenti positivi Interventi sull’ambiente di vita e di lavoro

75 Prevenzione secondaria
OBIETTIVO INTERVENTI STRUMENTI Impedire l’evoluzione conclamata di malattie allo stato preclinico Selezione dei malati in fase precoce Screening selettivo o monitoraggio

76 SCREENING Elemento essenziale della prevenzione
secondaria, viene definito come: Un interveto su una popolazione o su un gruppo di soggetti apparentemente sani che permetta di discriminare i soggetti che probabilmente sono a rischio per una patologia dai soggetti che non presentano tale rischio

77 Lo screening può essere:
DI MASSA quando è coinvolta un’intera popolazione SELETTIVO quando interessa solo alcuni individui che si trovano in un determinato momento della vita ad essere a rischio di sviluppare una malattia (familiarità, presenza di fattori di rischio, particolari ambienti di vita o di lavoro, età,sesso,ecc.)

78 Caratteristiche di uno screening
Rapidità Semplicità Economicità Non invasività Accettabilità Efficacia Efficacia delle modalità tecniche Conseguenze psicologiche

79 Efficacia SENSIBILITA’: proporzione di persone positive al test tra quelle realmente malate SPECIFICITA’: proporzione di persone negative al test tra quelle non malate VALORE PREDITTIVO DEL TEST POSITIVO: proporzione di realmente malati tra i positivi al test VALORE PREDITTIVO DEL TEST NEGATIVO: proporzione di realmente sani tra i negativi al test

80 Finalità Riduzione della mortalità causata dalla malattia oggetto dell’iniziativa e non la ricerca dei soggetti ammalati. Non è necessario che il test sia diagnostico, è sufficiente che sia in grado di discriminare fra soggetti sani e soggetti che “forse” non lo sono

81 Gli ambiti di applicazione del test di screening sono principalmente due:
MALATTIA GIA’ IN CORSO NELLA SUA FASE INIZIALE, in cui l’intervento precoce porta ad un significativo miglioramento della prognosi (tumore del colon-retto) o, addirittura, alla possibilità di guarigione (ca. della mammella in fase iniziale CONDIZIONE PREDISPONENTE o fortemente a rischio per lo sviluppo di una malattia (displasia grave del collo dell’utero, poliposi del colon, ipercolesterolemia)

82 La tecnica di screening:
prevede l’invito attivo dei soggetti “bersaglio” perché si sottopongano al test; una volta definita la cadenza con cui esaminare la popolazione, è facile calcolare il carico di lavoro ed organizzare le convocazioni

83 Prevenzione terziaria
OBIETTIVO INTERVENTI STRUMENTI Impedire che il malato diventi un invalido (fisico, sociale) Terapia della riabilitazione fisica/psichica Assistenza medica e sociale


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