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Quintini, Zamboni 3^LT.  Il tema dell’energia è collegato all’ambiente, perché da esso prendiamo le risorse rinnovabili e non rinnovabili, da cui si.

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1 Quintini, Zamboni 3^LT

2  Il tema dell’energia è collegato all’ambiente, perché da esso prendiamo le risorse rinnovabili e non rinnovabili, da cui si ricava l’energia. Quando si usano le risorse non rinnovabili produzione di tanta CO 2 effetto serra (aumento temperatura globale) scioglimento ghiacci biodiversità desertificazione (diminuzione della vegetazione).  Uno dei maggiori consumatori di energia, e che quindi ha maggiore impatto sull’ambiente, è la donna tra i 20 e i 35 anni. Questo perché si preoccupa per i figli, si occupa della spesa, della casa e della famiglia ed è più propizia ai cambiamenti.

3  Il ruolo della popolazione è quello di ridurre i consumi per diminuire così la CO 2 e di conseguenza questo elevato impatto sull’ambiente. Per fare questo bisognerebbe usare le fonti rinnovabili.  Il nostro ruolo nella scuola invece è quello di cercare soluzioni per ridurre la produzione di CO 2 all’interno dell’ambiente scolastico. Alcune soluzioni possono essere: - ridurre i consumi di gas ed elettricità nella scuola; - fare una compensazione, cioè piantare alberi (si compensa la CO 2 con l’ossigeno prodotto dalle piante). Il consumo maggiore nella scuola è causato da: - temperatura alta; - dispersione di calore soluzioni coibentazione (isolamento edificio) chiudere porte e finestre  Per calcolare la produzione annua di CO 2 bisogna fare: consumo (gas: m 3 ed elettricità: KW/h) x 0,4332

4 -Il danno ambientale reale è molto maggiore di quello che mostra l'impronta ecologica, perché non vengono considerati molti fattori degradanti. -L'impronta ecologica fornisce utili indicazioni, ma rimane uno strumento non definitivo per le scelte dei governi: anche se si dovesse raggiungere la parità tra consumi e disponibilità questo non risolverebbe i problemi ambientali. È un indicatore, cioè un numero che considera gli impatti, utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle. Si misura in ettari e misura l’area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate dalla popolazione umana e per assorbire i rifiuti corrispondenti.

5 Il grafico mostra che abbiamo già cominciato a vivere oltre le nostre possibilità. Esso riporta nelle ordinate il numero di pianeti necessari e nelle ascisse gli anni dal 1960 al 2007. Per calcolare l'impronta ecologica si mette in relazione la quantità dei beni consumati, con una costante di rendimento espressa in kg/ha (chilogrammi per ettaro). Il risultato è una superficie espressa in ettari. Attraverso questo grafico è possibile stimare quanti "pianeta Terra" servirebbero per sostenere l'umanità, qualora tutti vivessero secondo un determinato stile di vita. Oggigiorno l’umanità utilizza l’equivalente di un pianeta e mezzo, ovvero il nostro pianeta ha bisogno di un anno e sei mesi per rigenerare tutto ciò che noi usiamo in un anno.

6 Il movimento della Transition town, o transizione, è nato in Inghilterra nel 2006. Lo scopo del progetto è quello di elevare la consapevolezza della comunità rispetto a temi di insediamento sostenibile e preparare alla flessibilità richiesta dai mutamenti in corso. Le comunità sono quindi incoraggiate a ricercare metodi per ridurre l’utilizzo di energia ed incrementare la propria autonomia a tutti i livelli. Alcuni esempi sono gli orti comuni, il riciclaggio di materie di scarto e la riparazione di oggetti non più funzionanti.

7 Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico che sia compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni per le generazioni future. La sostenibilità ruota attorno a tre componenti: - sostenibilità economica: capacità di generare reddito e lavoro; - sostenibilità sociale: capacità di garantire benessere umano; - sostenibilità ambientale: capacità di mantenere le risorse naturali. La decrescita è una corrente di pensiero favorevole alla riduzione controllata e volontaria della produzione e dei consumi. La decrescita si sviluppa su due piani: - a livello individuale: scelta di stili di vita detti di semplicità volontaria; - a livello globale: ricollocazione delle attività economiche al fine di ridurre l’impronta ecologica, l’impatto ambientale e gli sprechi.  Sviluppo sostenibile significa benessere e qualità della vita soddisfacente, e questo non può essere strettamente in relazione con la salvaguardia dell’ambiente. Per questo, negli ultimi anni, si preferisce questo slogan: “ABBASSO LO SVILUPPO SOSTENIBILE! EVVIVA LA DECRESCITA!”

8 Il problema fondamentale nei consumi durante gli eventi è la difficoltà di usare fonti d’energia rinnovabile, oltre che la necessità di situare i concerti in luoghi ben collegati dal trasporto pubblico o da navette. Una delle soluzioni, messa in atto nel tour di Ligabue, l’ha elaborata “LifeGate”. Questa compagnia cerca di arginare il problema intervenendo sulle conseguenze delle emissioni nocive. Svolge una stima dei chilogrammi di CO 2 prodotta, calcola quanti metri di foresta sono necessari per bilanciare l’anidride carbonica emessa dal concerto e dagli altri fattori e procede quindi alla riforestazione di intere aree. Finora le aree di riforestazione sono state in Madagascar, Guatemala, Costa Rica e Italia. Lo stesso procedimento può avvenire anche nelle scuole. Si fa una tabella su excel, dove si inseriscono tutti i consumi, la quantità di rifiuti giornalieri della plastica e dell’alluminio e una stima dei chilometri percorsi giornalmente da ogni alunno e professore per recarsi a scuola. In questo modo si può calcolare la quantità di CO 2 prodotta e poi procedere piantando alberi o piante per compensarla.


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