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Teoria e tecnica del giornalismo

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Presentazione sul tema: "Teoria e tecnica del giornalismo"— Transcript della presentazione:

1 Teoria e tecnica del giornalismo
Modulo B - Prima parte - “Teorie delle comunicazioni di massa”

2 L’evoluzione della ricerca sulle comunicazioni di massa
L’analisi dei rapporti tra: Contesto sociale, storico, economico Il tipo di teoria sociale richiamato dalle varie teorie Il modello di processo comunicativo Consente di determinare le connessioni tra le diverse teorie mediologiche.

3 Sviluppo delle teorie mediologiche
Periodo delle due guerre mondiali Diffusione su larga scala dei mass media Mass media come strumento di propaganda Interesse da parte degli studiosi dei media sugli effetti di tale fenomeno

4 Teoria Ipodermica Componente principale: Teoria della società di massa
Modello comunicativo: Teoria psicologia dell’azione

5 Isolamento e alienazione
Società di massa Secondo il pensiero politico conservatore dell’800 la società di massa è il risultato: dell’industrializzazione della diffusione di valori astratti dell’indebolimento dei legami tradizionali Isolamento e alienazione

6 Società di massa Ortega y Gasset descrive l’uomo – massa come:
Il risultato della disgregazione delle élites Antitesi della figura dell’uomo colto “La massa travolge tutto ciò che è differente individuale, singolare, qualificato e selezionato”

7 Società di massa Simmel analizza la dinamica che si istaura tra individuo – massa: La massa si fonda su ciò che accomuna l’uno a tutti gli altri La massa è dominata da una sola idea: la più semplice

8 Gli individui sono isolati, anonimi, distaccati, atomizzati
Società di massa Secondo Blumer la massa è: Composta da persone che non si conoscono, spazialmente separate Priva di tradizioni,di regole di comportamento, di leadership e struttura organizzativa Gli individui sono isolati, anonimi, distaccati, atomizzati

9 Teoria ipodermica Società di massa
Isolamento dell’individuo Disintegrazione delle culture locali “Ciascun individuo è un atomo isolato che reagisce da solo agli ordini e alle suggestioni dei mezzi di comunicazione di massa monopolizzati”

10 Teoria dell’azione Studia il comportamento umano attraverso il metodo dell’ esperimento e dell’ osservazione L’elemento cruciale nella relazione tra organismo e ambiente è rappresentato dallo stimolo

11 Teoria dell’azione Stimolo Risposta
Lo stimolo è la condizione primaria della risposta L’ampiezza e la qualità della risposta dipendono: dal contesto precedenti esperienze fatte dal soggetto

12 Secondo la teoria ipodermica c’è: connessione diretta tra:
Teoria ipodermica Teoria dell’azione Secondo la teoria ipodermica c’è: connessione diretta tra: Esposizione al messaggio (stimolo) Comportamento (risposta)

13 Teoria ipodermica “Ogni membro del pubblico è personalmente e direttamente attaccato dal messaggio” “se una persona è raggiunta dalla propaganda, può essere controllata, manipolata, indotta ad agire”

14 Eredità ed evoluzione della teoria ipodermica
Il modello di Lasswell Eredità ed evoluzione della teoria ipodermica Per descrivere un atto comunicativo bisogna rispondere alle seguenti domande: Chi? Dice cosa? Attraverso quale canale? A chi? Con quale effetto?

15 Ognuna di queste variabili definisce e organizza un determinato settore di ricerca
Chi? Analisi degli emittenti Dice cosa? Analisi del contenuto dei messaggi Attraverso quale canale? Analisi dei mezzi A chi? Analisi dell’audience Con quale effetto? Analisi degli effetti

16 I processi di comunicazione di massa sono asimmetrici
Secondo Lasswell: I processi di comunicazione di massa sono asimmetrici - Emittente attivo (che produce lo stimolo) - Massa passiva (che reagisce allo stimolo)

17 Secondo Lasswell: La comunicazione è intenzionale
Scopo = ottenere un effetto (comportamento) osservabile e misurabile I ruoli di comunicatore e destinatario solo isolati, indipendenti dai rapporti sociali, situazionali e culturali. Secondo Lasswell:

18 Lo schema di Lasswell ha organizzato la comunicazione attorno a due temi:
Analisi degli effetti Analisi del contenuto

19 Il superamento e il rovesciamento della teoria ipodermica è avvenuto secondo tre direttrici:
Approccio empirico di tipo psicologico – sperimentale Approccio empirico di tipo sociologico Approccio funzionale

20 Approccio empirico – sperimentale o “della persuasione”
Teoria dei media Revisione del processo comunicativo Studio degli elementi che influenzano la relazione tra: Emittente – messaggio – destinatario Effetti variabili da individuo ad individuo

21 Caratteristiche teoria dei media
Studia prevalentemente gli effetti dei media in situazione di “campagna” (elettorale, pubblicitaria, propagandistica ecc.) Scopi specifici Durata definita Intensiva e vasta copertura Promossa da istituzioni o enti con potere e autorità Argomenti sono “venduti” al pubblico

22 Processo comunicativo

23 Teoria dei media Studi sui caratteri del destinatario
(fattori relativi all’audience) Ricerche sull’organizzazione ottimale dei messaggi (fattori relativi al messaggio)

24 Fattori relativi all’audience
Interesse ad acquisire informazione Esposizione selettiva Percezione selettiva Memorizzazione selettiva

25 Interesse ad acquisire informazione
Non tutte le persone sono un uguale bersaglio per i media I non informati sono difficili da raggiungere Maggiore è l’esposizione ad un determinato argomento, maggiore sarà l’interesse verso questo argomento

26 Esposizione selettiva
Ciascun individuo si espone ai messaggi che sono più congruenti con: le proprie conoscenze I propri bisogni I propri valori

27 Interpretazione del messaggio
Percezione selettiva Interpretazione del messaggio Decodifica aberrante: accettazione superficiale del messaggio Effetti di assimilazione (campo di accettazione) - opinioni simili tra fonte e destinatario - scarso coinvolgimento - atteggiamento positivo verso la fonte Effetti di contrasto (campo di rifiuto)

28 Memorizzazione selettiva
I soggetti selezionano gli elementi più significativi a scapito di quelli culturalmente distanti Effetto Barlett: meccanismo di memorizzazione dei messaggi persuasori Effetto latente: con il passare del tempo aumenta l’efficacia persuasoria

29 Fattori legati al messaggio
La credibilità del comunicatore Ordine delle argomentazioni Completezza delle argomentazioni Esplicitazione delle conclusioni

30 La credibilità del comunicatore
A breve termine: fonte credibile = mutamento di opinioni A lungo termine: sfuma l’immagine della fonte – si attiva l’effetto latente Il messaggio viene appreso, ma l’accettazione o meno del messaggio dipende dalla fonte

31 Ordine delle argomentazioni
Effetto primacy: Maggior efficacia degli argomenti iniziali - (tema sconosciuto) Effetto recency: Risultano più influenti gli argomenti terminali - (familiarità con il tema)

32 La completezza delle argomentazioni
Presentare o meno più punti di vista di un tema controverso.

33 Persone con un basso grado di istruzione (già convinte)
Da una ricerca condotta negli Stati Uniti risulta che il messaggio è più efficace: presentando un solo aspetto di un tema: Persone già convinte Persone con un basso grado di istruzione (già convinte) presentando entrambi gli aspetti di un tema: Persone con un parere opposto persone con un elevato grado di istruzione

34 L’esplicitazione delle conclusioni
Conclusioni implicite :quando è maggiore il coinvolgimento Conclusioni esplicite: argomenti complessi e poco conosciuti dal pubblico

35 Teoria dei media secondo l’approccio psicologico - sperimentale
La comunicazione può ottenere degli effetti persuasori sul pubblico solo se la forma e l’organizzazione del messaggio sono adeguati ai fattori personali che il destinatario attiva nell’interpretazione del messaggio

36 Approccio empirico sul campo o “degli effetti limitati”
“Teoria dei media” di orientamento sociologico Cerca una relazione tra i processi di comunicazione di massa e il contesto sociale in cui questi si realizzano

37 Oggetto di studio La composizione differenziata dei pubblici e il loro consumo di comunicazioni di massa Il contesto sociale e gli effetti dei media

38 Le ricerche sul consumo dei media
Lazarsfeld nel 1940 analizzò la fruizione dei programmi radio da parte di pubblici diversi cercando di trovare una correlazione tra le caratteristiche dei destinatari con quelle dei programmi preferiti.

39 Come studiare l’attrattiva dei programmi
Attraverso l’utilizzo congiunto di tre metodi diversi: Analisi del contenuto Caratteristiche degli ascoltatori Studi sulle gratificazioni

40 Analisi del contenuto Consente di capire cosa gli ascoltatori traggono dal contenuto

41 Caratteristiche degli ascoltatori
Consente di analizzare ciò che il programma significa per gli ascoltatori attraverso un’analisi differenziale dei diversi gruppi di ascoltatori

42 Studi sulle gratificazioni
Consente di capire perché un determinato programma è seguito attraverso l’analisi di quale sia il significato che gli ascoltatori danno al programma.

43 Il contesto sociale e gli effetti dei media
Per individuare quali siano gli effetti dei media è necessario analizzare il contesto sociale in cui essi agiscono. Obiettivo delle ricerche: analizzare quali fossero le dinamiche che portavano alla formazione di opinioni all’interno di determinate comunità sociali

44 Ricerche Lazarsfeld – Berelson – Gaudet condussero una ricerca con lo scopo di individuare motivi e modalità con cui si formano le attitudini politiche: Oggetto dello studio: la campagna presidenziale del 1940 Contesto sociale: Comunità dello Stato dell’Ohio

45 Campi d’indagine Relazione tra l’orientamento di voto e lo status socioeconomico, età, religione (ed altri fattori sociologici) Correlazione tra il grado d’interesse, di motivazione, di partecipazione e il grado di esposizione alla campagna

46 Risultati della ricerca
L’effetto complessivo della campagna presidenziale procede in tre direzioni: Effetto di attivazione (Trasformazione delle tendenze latenti in effettivo comportamento di voto) Effetto di rafforzamento (preserva le decisioni prese, evitando mutamenti nelle attitudini) Effetto di conversione (ridefinizione dei problemi, approfonditi poco, che vengono messi in evidenza dalla propaganda)

47 Conclusioni della ricerca
Stabilità dei processi di formazione delle attitudini politiche Connessione tra attitudini politiche e rete di rapporti sociali significativi di ciascun individuo “Scoperta”: dei leader d’opinione del flusso di comunicazione a due livelli

48 Leader d’opinione Rappresentano quella parte di opinione pubblica che cerca di influenzare il resto dell’elettorato Sono la parte più attiva nella partecipazione politica Fungono da mediatori tra i mass media e gli individui meno interessati

49 Flusso della comunicazione a due livelli (Two – step flow of communication)
È determinato dalla mediazione che svolgono i leader tra i media e gli altri individui del gruppo

50 Opposizione tra teoria ipodermica e modello del two step flow
Individui singoli,isolati che formano il pubblico di massa MODELLO DEL TWO STEP FLOW Leader d’opinione Componenti dei gruppi sociali di cui fa parte il leader d’opinione Mass media Mass media

51 Formazione dell’opinione pubblica
Risultato complessivo della rete di interazioni che legano le persone L’influenza personale che si svolge nei rapporti intersoggettivi risulta più efficace di quella che deriva direttamente dai media (influenza impersonale)

52 Differenti tipi di leader (Merton)
“Leader d’opinione polimorfico”: vissuto all’interno della comunità ampia rete di rapporti personali influenza su diverse tematiche “Leader d’opinione cosmopolita”: vissuto all’esterno della comunità qualitativo e selettivo nella sua rete di rapporti personali influenza su particolari aree tematiche

53 Differenza tra approccio psicologico- sperimentali e sociologico – sul campo
ESPOSIZIONE AL MESSAGGIO: l’audience e’ composto solo da chi si espone volontariamente TEMA su cui si valuta l’efficacia dei media: più difficilmente influenzabile, radicato profondamente nelle persone (comportamenti elettorali, attitudini politiche) Psicologico - sperimentale ESPOSIZIONE AL MESSAGGIO: tutto il campione e’ ugualmente esposto alla comunicazione TEMA su cui si valuta l’efficacia dei media: Facilmente modificabile mediante la comunicazione

54 Le fasi della ricerca sugli effetti dei media
“Media onnipotenti”: Anni ‘20-’30 Manipolazione – periodo della depressione - effetti a breve temine. “Effetti limitati”: Anni ‘40-’60 Persuasione - Influenza – importanza del contesto sociale – caratteristiche individuali limitano gli effetti dei media. Ritorno ai “media potenti”: Anni ‘70 crisi economica, tensioni politiche - effetti a lungo termine. Il ruolo della comunicazione di massa è strettamente legato al clima sociale di un determinato contesto storico

55 manipolazione persuasione influenza funzione
Teoria funzionalista Si interroga sulle funzioni dei media e non sugli effetti della comunicazione mediale Completa il percorso seguito dalla ricerca mediologica: manipolazione persuasione influenza funzione

56 Teoria funzionalista Si concentra sulle conseguenze oggettivamente accertabili dell'azione dei media nella società. Non si riferisce più a singole campagne informative, ma al continuo tessuto di comunicazioni che circolano ogni giorno. E' una teoria sociologica basata su assunti struttural-funzionalisti che abbracciano la problematica dei media osservando la società nel suo complesso.

57 Funzionalismo Società è un sistema dinamico composto da sottosistemi
Ogni sottosistema svolge una funzione di integrazione e di mantenimento dell’equilibrio del sistema

58 Sottosistemi Ogni sottosistema è preposto alla soluzione di uno dei quattro problemi fondamentali del sistema sociale: la conservazione del modello e il controllo delle tensioni: gli individui devono interiorizzare i modelli culturali del sistema

59 Sottosistemi L'adattamento all'ambiente: il sistema sociale per sopravvivere deve adattarsi al proprio ambiente. Il perseguimento dello scopo: il sistema si pone diversi scopi e li raggiunge attraverso specifiche funzione sociali. L'integrazione: le parti che compongono il sistema devono essere interrelate, per cui vanno evitate le tendenze disgreganti.

60 Sottosistema funzionale/disfunzionale
Funzionale: quando contribuisce al soddisfacimento di uno dei bisogni fondamentali. Disfunzionale: quando ostacola la soddisfazione di uno dei bisogni fondamentali.

61 Funzioni/Disfunzioni
Funzioni dirette un sottosistema ha conseguenze dirette sul sistema sociale sottosistema sistema sociale Funzioni indirette un sottosistema ha conseguenze dirette su un altro sottosistema sottosistema sottosistema sistema sociale

62 Funzioni (disfunzioni) latenti/manifeste
Funzioni (disfunzioni) latenti: non sono riconosciute e non sono volute Funzioni (disfunzioni) manifeste: volute e riconosciute

63 Il sottosistema dei media
Wrigth analizza il sottosistema dei media, studiando le funzioni sociali che assolve.

64 Rapporti società – media (Wright)
Articolare le funzioni e le disfunzioni latenti e manifeste delle trasmissioni giornalistiche, informative, culturali e di intrattenimento rispetto: alla società ai gruppi all'individuo al sistema culturale.

65 Funzioni dell’informazione – rispetto alla società -
fornisce la possibilità di allertare i cittadini di fronte a minacce fornisce gli strumenti per realizzare attività istituzionali ed economiche

66 Funzioni dell’informazione – rispetto all’individuo -
permette l'attribuzione di status e prestigio, a chi è fatto oggetto di attenzione da parte dei media introduce il fattore discriminante dell'essere o no bene informati rafforza le norme sociali, svolgendo una funzione eticizzante

67 Disfunzioni dei media la diffusione di notizie allarmanti può generare effetti di panico l'eccesso informativo può condurre a un ripiegamento sul privato  l'esposizione a grandi dosi di informazione può causare la cosiddetta “disfunzione narcotizzante"

68 Disfunzioni dei media la logica del profitto che sostiene i media fa sì che essi contribuiscano al conformismo

69 “Usi e gratificazioni”
L'effetto della comunicazione di massa è inteso come conseguenza delle gratificazioni ai bisogni del ricevente. “che cosa fanno le persone con i media?”

70 Funzioni della stampa Studio di Berelson sulle reazioni dei lettori dei quotidiani durante lo sciopero dei giornali a New York Informare e fornire interpretazioni sugli eventi Costruire uno strumento essenziale nella vita contemporanea

71 Funzioni della stampa Essere fonte di rilassamento
Attribuire prestigio sociale Essere uno strumento di contatto sociale Costruire una parte importante dei rituali della vita quotidiana

72 Funzioni della comunicazione di massa – Lasswell -
Fornire informazioni Fornire interpretazioni Esprimere i valori culturali e simbolici Intrattenere lo spettatore (Wright)

73 Bisogni soddisfatti dai media
Katz-Gurevitch-Haas individuano cinque diverse classi: bisogni cognitivi: acquisizione e rafforzamento delle conoscenze e della comprensione

74 Bisogni soddisfatti dai media
bisogni affettivi/estetici: rafforzamento dell'esperienza estetica ed emotiva bisogni integrativi a livello della personalità: rassicurazione, stabilità emotiva, incremento di status

75 Bisogni soddisfatti dai media
bisogni integrativi a livello sociale: rafforzamento dei contatti interpersonali, con la famiglia ecc. bisogni di evasione: allentamento delle tensioni e dei conflitti

76 Il pubblico Il pubblico diventa "attivo"
cercando la risposta ad un suo bisogno seleziona un determinato media (finalizza l'uso dei media ad uno scopo).

77 Bisogni soddisfatti dai mezzi di comunicazione di massa
Libri e cinema aiutano l’individuo ad entrare in rapporto con sé stesso soddisfano i bisogni di autorealizzazione e autogratificazione Giornali, cinema e televisione rafforzano il legame dell’individuo con la società

78 Usi e gratificazioni - aspetti rilevanti-
Il destinatario della comunicazione di massa può ricavare gratificazione: Nel contenuto del messaggio Nell’esposizione ad un determinato mezzo Attività selettiva e interpretativa del destinatario costituiscono una componente stabile nel processo comunicativo

79 Scuola di Francoforte – teoria critica-
Fondata nel 1923 Direttore: Max Horkheimer Con l’avvento del nazismo l’Istituto è costretto a chiudere I principali rappresentanti (Horkheimer, Adorno, Marcuse, Habermans) sono costretti ad emigrare Nel 1950 riprende l’attività di studio e di ricerca

80 Teoria critica Si propone come teoria della società: intesa come un tutto: è quindi contro le discipline settoriali (ricerca amministrativa – communication research)

81 Teoria critica Le scienze e i vari settori culturali hanno una funzione ideologica: poiché conservano l'ordine sociale esistente. Elaborazione del concetto di “industria culturale”

82 L’ Industria Culturale
Il termine industria culturale viene usato da Horkheimer e Adorno per la prima volta nella Dialettica dell’illuminismo (pubblicato nel 1947)

83 Industria Culturale I media sono strumenti del sistema, che solo apparentemente offrono novità, ma che in realtà non fanno che riproporre i rapporti di forza dell'apparato economico e sociale. "La macchina dell' industria culturale ruota sul posto, determina essa stessa il consumo ed esclude tutto ciò che è nuovo , che è rischio inutile."

84 Individuo e industria culturale
L’individuo non decide più autonomamente L’individualità è sostituita dalla pseudo-individualità dei soggetti iscritti in una logica di controllo (falsa libertà) I prodotti dell’industria culturale sono costruiti per un consumo distratto, non impegnativo

85 Cultura mediale La cultura mediale è caratterizzata da: ripetitività
ubiquità standardizzazione Queste caratteristiche  non sono una semplice conseguenza dell'adeguazione ai gusti del pubblico, ma il principale mezzo del potere che controlla e manipola i bisogni.

86 Struttura dei messaggi
La struttura multistratificata dei messaggi riflette la strategia di manipolazione dell’industria culturale in quanto: Messaggi latenti: sfuggono ai controlli della coscienza. Messaggi manifesti: spesso superficiali “Molti spettacoli televisivi propongono mediocrità, inerzia intellettuale, che ben si sposano con credi totalitari, anche se il loro messaggio superficiale sembra antiautoritario e innocuamente frivolo.”

87 La stereotipizzazione
È una strategia di dominio dell’industria culturale. Stereotipi: elemento indispensabile per organizzare e anticipare le esperienze della realtà impediscono il caos cognitivo e la disorganizzazione mentale.

88 I generi: stereotipizzazione nell’industria culturale
il contenuto televisivo è organizzato in generi (commedia, giallo, quiz, ecc.), cioè in forme rigide che impongono allo spettatore un modello costante, aspettative prestabilite al di là dei contenuti.

89 Teoria critica e ricerca amministrativa
Differente concezione dei media Teoria critica: strumenti della riproduzione di massa, ripropongono i rapporti di forza dell’apparato economico e sociale. Teoria amministrativa: strumenti usati per raggiungere determinati scopi (vendere merci, innalzare il livello intellettuale, ecc,)

90 Teoria cuturologica – Morin (1962)
Contro la communication research Elaborata in Francia nel 1962 da Edgar Morin La teoria culturologica mette al centro dei propri interessi il concetto di cultura, esaminando soprattutto il concetto di cultura di massa.

91 La cultura di massa La cultura di massa non è l'unica componente dell'universo culturale della società contemporanea, ma esistono anche una cultura nazionale, una religiosa, una umanistica che ad essa si intrecciano. La cultura di massa è un sistema di simboli, valori, miti ed immagini, che riguardano sia la vita pratica sia l'immaginario collettivo.

92 Struttura dell’immaginario
Permette di mediare fra i due opposti requisiti di: standardizzazione (dovuti alle esigenze produttive) innovazione (legati alla natura individualizzata e innovativa del consumo)

93 Struttura dell’immaginario
L'immaginario basa le sue strutture interne su temi mitici, forme archetipiche  e personaggi tipo, che anche quando vengono ridotti dall'industria culturale a stereotipi, lasciano un ampio margine di manovra all'invenzione.

94 Contaminazione tra reale e immaginario
Sincretismo Omogeneizzare sotto un denominatore comune la diversità dei contenuti: Informazione rilievo dei fatti di cronaca fiction si “colora” di realismo Contaminazione tra reale e immaginario

95 Nuova identità sociale
La cultura di massa aggrega gli individui attorno al consumo, producendo settori sociali che oltrepassano le classi in nome di un’identità dei valori di consumo.

96 Rapporto tra produzione e consumo
Il dialogo tra produzione e consumo è ineguale (es. tra un prolisso e un muto) La produzione: si esprime attraverso un linguaggio Il consumatore: risponde con reazioni pavloviane (es. Sì – No decretando il successo o l’insuccesso di un programma)

97 “Cultural Studies” Teoria mediologica elaborata in Inghilterra al Centre for Contemporary Cultural Studies dell’Università di Birmingham tra la metà degli anni ’50 e i primi anni ’60 Fondatore della scuola: Stuart Hall

98 Definizione di cultura
“la cultura non è una pratica, né è semplicemente la descrizione della somma delle abitudini e costumi di una società. Essa passa attraverso tutte le pratiche sociali, ed è la somma delle loro interrelazioni” (Stuart Hall, 1980).

99 Concetto di cultura Nel significato di cultura rientrano dunque, sia i significati e i valori che si diffondono nelle classi e nei gruppi sociali, sia le pratiche effettivamente realizzate che esprimono e contengono valori e significati.

100 Sociologia delle comunicazioni di massa
Un’adeguata sociologia delle comunicazioni di massa deve porsi lo scopo di rendere conto della dialettica che si istaura tra il sistema sociale, la continuità e le trasformazioni del sistema culturale, il controllo sociale

101 Sociologia delle comunicazioni di massa
Devono essere studiate le struttura e i processi attraverso i quali le istituzioni delle comunicazioni di massa sostengono e riproducono la stabilità sociale e culturale.

102 Il pubblico e contenuto dei media
Il comportamento del pubblico è orientato da fattori: Strutturali Culturali Che influenzano il contenuto dei media Connessione tra sistema culturale dominante e le attitudini degli individui

103 “Cultural studies” I cultural studies tendono a specificarsi in due “applicazioni” diverse: Lavori sulla produzione dei media Studi sul consumo della comunicazione di massa

104 Conclusioni Per comprendere le pratiche mediologiche sono elementi essenziali: Le strutture sociali esterne ai media Le specifiche condizioni storiche

105 Le Teorie comunicative
La storia e l’evoluzione della communication research sono state influenzate dalle diverse teorie comunicative.

106 Il modello comunicativo della teoria dell’informazione
Shannon-Weaver (1949) elaborarono uno schema, di matrice matematica, della trasmissione ottimale dei messaggi. Il trasferimento dell’informazione si effettua dalla fonte al destinatario

107 Shannon – Weaver (1949) Messaggio segnale messaggio segnale ricevuto
Fonte di informazione destinatario trasmittente ricevente Fonte di rumore

108 Il processo comunicativo
La fonte (sorgente dell’informazione) emette un segnale che viaggia attraverso un canale, lungo il quale può venire disturbato da un rumore. Il segnale, viene raccolto da un ricevente che lo converte in messaggio, che, infine, viene compreso dal destinatario.

109 Il modello comunicativo della teoria dell’informazione
Questo schema analitico è applicabile a fenomeni molto eterogenei. Questo modello è valido per la comunicazione: tra due macchine, tra due esseri umani, tra una macchina ed un essere umano

110 Teoria informazionale
Comunicazione come trasferimento di informazioni

111 Il trasferimento dell’informazione
Il trasferimento dell’informazione si effettua dalla fonte al destinatario Il trasferimento dell’energia vettrice avviene dal trasmettente al ricevente

112 Il codice Questa teoria intende la comunicazione come puro trasferimento di informazioni in base ad un codice, cioè a un sistema di regole che assegna a un dato segnale un dato valore

113 Fattore di disturbo nella trasmissione
Il rumore Fattore di disturbo nella trasmissione dell’ informazione

114 Limite della teoria informazionale
E’ un sistema puramente sintattico, che non contempla il problema del significato del messaggio.

115 Il modello informazionale
E’ stato per un lungo periodo il paradigma dominante nella communication research principalmente per tre motivi: Diffusione del modello informazionale oltre l’ambito specifico in cui era sorto. (aspetti più tecnici sono scomparsi, è rimasta la forma complessiva dello schema – è divenuto uno schema comunicativo generale)

116 Il modello informazionale
Funzionalità del modello rispetto al “tema principe” della communication research, quello degli effetti Generale orientamento sociologico, interessato di più ai rapporti tra media e società più che alla problematica comunicativa

117 Il modello semiotico - informazionale
Importanza del problema della “significazione” Non più comunicazione come trasferimento di informazioni, ma comunicazione come trasformazione da un sistema all’altro Il codice garantisce la possibilità di tale trasformazione

118 Il modello semiotico – informazionale (Eco - Fabbri, 1965)
Canale Codice Codice Sottocodici Sottocodici Massaggio ricevuto come significato Fonte Massaggio ricevuto come significante Messaggio emesso come significante che veicola un certo significato Destinatario

119 Modello semiotico - informazionale
Codice: correlazione tra gli elementi di sistemi diversi Decodifica: processo con cui i componenti dei pubblici costruiscono un senso da ciò che ricevono della comunicazione di massa

120 Relazione comunicativa
A seconda delle diverse situazioni socio – culturali: Differenti codici (regole di competenza e di interpretazione) Il messaggio ha una forma significante che può essere riempita con diversi significati Anche se esistono codici accettati da tutti si hanno differenze nei sottocodici

121 Messaggio Tra il messaggio come significante e il messaggio come significato c’è un dislivello che dipende: dal grado di condivisione di competenze fra emittente e destinatario (non c’è solo un codice ma anche un sottocodice da condividere) dall’intermediazione delle reti sociali

122 Decodifica aberrante I destinatari attuano un’ interpretazione dei messaggi diversa dalle intenzioni dell’emittente

123 Rapporto tra emittente e ricevente
Processo negoziale ed è legato a due vincoli: L’articolazione dei codici (ad es. tra emittente e ricevente ci può essere: carenza totale di codice, disparità di codice) La specifica situazione comunicativa dei media (asimmetria dei ruoli comunicativi nella comunicazione di massa e l’insieme complesso di fattori sociali in cui essa si realizza)

124 Conclusioni Il modello semiotico – informazionale si è trovato confinato nell’ambito dell’analisi dei messaggi, dei loro codici e della struttura comunicativa Impossibilità di trovare un relazione tra comprensione e decodifica dei messaggi ed effetti sociali dei media

125 Modello semiotico - testuale
Strumento adeguato per interpretare i problemi specifici della comunicazione di massa Il modello semiotico – informazionale rappresentava un meccanismo comune sia per la comunicazione interpersonale che per la comunicazione di massa

126 Modello semiotico - testuale
I destinatari ricevono insiemi testuali e non singoli messaggi I destinatari non interpretano i messaggi in base a codici, ma attraverso insiemi di pratiche testuali I destinatari ricevono molti messaggi

127 Relazione comunicativa
Non sono più i messaggi a essere veicolati nello scambio comunicativo, ma è la relazione comunicativa che si costruisce intorno a insiemi di pratiche testuali

128 Emittente e ricevente Nella comunicazione di massa c’è:
Asimmetria tra i ruoli di ricevente e emittente Diversa qualità delle competenze comunicative tra emittente e ricevente Articolazione differenziata dei criteri di pertinenza e di significatività dei testi dei massa media

129 Cultura Cultura: meccanismo che crea un insieme di testi
Cultura grammaticalizzata: cultura colta, “che definisce le proprie regole di produzione” Cultura testualizzata: cultura delle comunicazioni di massa, sono le pratiche testuali che si impongono, si diffondono e si costituiscono come modelli

130 Competenza interpretativa
Le competenze interpretative dei destinatari, più che su codici esplicitamente appresi e riconosciuti, si basano su aggregati di testi già fruiti.

131 Il modello semiotico - testuale
Consente di individuare il modo in cui un dato strutturale degli apparati dei media si trasforma in un meccanismo comunicativo, e il modo in cui incide sui processi di interpretazione e di acquisizione di conoscenza.

132 Il ruolo del destinatario
L’emittente anticipa la comprensione del ricevente, sceglie la forma del messaggio, che sia accettabile al destinatario. La codificazione è quindi influenzata dalle condizioni della decodifica. L’emittente determina i propri messaggi, tenendo conto: delle conoscenze, delle capacità e dello stato dei suoi destinatari.

133 Limiti della communication research
Mancanza di interesse nel sapere come è realmente fatta l’audience Emittente e ricevente hanno l’uno dell’altro un’ immagine stereotipata (L’emittente con uno stereotipo del pubblico ed il destinatario ha un’ immagine stereotipata di ciò che si deve aspettare dai media)


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