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V. MONALDI - NAPOLI Unità Operativa Complessa di Ortopedia

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Presentazione sul tema: "V. MONALDI - NAPOLI Unità Operativa Complessa di Ortopedia"— Transcript della presentazione:

1 V. MONALDI - NAPOLI Unità Operativa Complessa di Ortopedia
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione V. MONALDI - NAPOLI Convegno Ospedale di Acerra 9 Ottobre 2004 Unità Operativa Complessa di Ortopedia Primario: Dott. Roberto Magri

2 PATOLOGIA ARTICOLARE E SPORT ACQUATICI
Congresso regionale di Medicina dello Sport – Memorial “Goffredo Acampora” - Università degli Studi di Napoli “Parthenope” – Venerdi 28 e Sabato 29 Ottobre Aula didattica Piazza Municipio 41 Napoli Roberto Magri

3 IL MARE PUO’ ESSERE GODUTO COSI’…
              …MA C’E’ CHI PREFERISCE VIVERLO IN ALTRO MODO….

4 Una corsa in motoscafo… Un’emozione sull’acqua…
Una gara di forza e abilità…              

5 …oppure sentirsi come un pesce…

6 …ed esplorare gli abissi…
              …ed esplorare gli abissi…

7 …provare l’emozione del vento e del mare…

8 GLI SPORT ACQUATICI FAVORISCONO IL BENESSERE FISICO
             

9 … e la salute è un concetto dinamico
ma ATTENZIONE ai……       TRAUMI... e soprattutto ai        MICROTRAUMI              

10 Oggi vi parlerò soprattutto delle conseguenze degenerative articolari che uno sport può causare nell’organismo umano

11 perché la traumatologia che si osserva negli sport acquatici non differisce da quella stradale o di altri sport se non per il fatto di essere più selettiva e meno polidistrettuale

12 In questa sede voglio ricordare i danni da USURA che lo sport, di qualunque tipo sia, può causare e gli sport acquatici non fanno eccezione anzi per l’umidità che comportano possono essere maggiori

13 Si può dire che tutte le articolazioni possono essere interessate perché l’impegno articolare che gli sport acquatici comportano è spesso globale

14 Le lesioni microtraumatiche spesso sono misconosciute in questi sport avvenendo in assenza di gravità ma non per questo sono meno insidiose

15 E’ soprattutto l’uso articolare prolungato e notevole ad essere dannoso per la cartilagine articolare

16 Diversi sono i fattori predisponenti: - livello di allenamento - tecnica pesante - età del soggetto - comorbilità - condizioni fisiche

17 Le lesioni osteocondrali e cartilaginee sono in assoluto quelle che più frequentemente si riscontrano negli sportivi

18 ma… passano spesso inosservate

19 L’argomento che vi sto proponendo deve necessariamente essere messo in relazione
Convegno di Medicina dello Sport Novembre Sala Congressi Comune di Roccaraso

20 alle conoscenze in campo biologico di questi ultimi anni e agli studi di biotecnologia che stanno aprendo nuove prospettive in campo ortopedico Convegno di Medicina dello Sport Novembre Sala Congressi Comune di Roccaraso

21 Queste ricerche sono effettuate in numerosi laboratori del mondo e con impegno di molti studiosi e di molti soldi

22 Il nostro modo di affrontare le malattie e molti aspetti della medicina certamente cambieranno

23 Tra i 10 interventi più frequenti in Ortopedia la meniscectomia figura al 1° posto, la toilette della cartilagine al 2°, la ricostruzione del LCA al 7°, la Protesi di ginocchio al 9°. Per tutti questi interventi però il denominatore comune è la CARTILAGINE (G. Puddu. Isokinetic, 2003)

24 Bendele e Hullman nel 1988 effettuarono importanti studi sul danno cartilagineo. Da allora molte informazioni sono state acquisite sulla costituzione della cartilagine Introduzione pag 1

25 Inserire DIA della cartilagine vetrini istologici

26 Lars Petersen nel 1995 pubblicò un lavoro nel quale dimostrava la possibilità di coltivare cellule di cartilagine umana (condrociti) Introduzione pag 1

27 Negli anni successivi dimostrò la possibilità di trapiantare su un difetto cartilagineo del ginocchio condrociti prelevati dal paziente e coltivati in vitro Introduzione pag 1

28 Tecnica di Lars Introduzione pag 1

29 Abrasione subcondrale Perforazioni subcondrali Innesti osteocondrali
In passato le lesioni cartilaginee sono state trattate con diverse tecniche: Débridement Lavaggi artroscopici Abrasione subcondrale Perforazioni subcondrali Innesti osteocondrali Forse eliminare per il tempo

30 QUESTI TRATTAMENTI HANNO SPESSO DISATTESO LE ASPETTATIVE E A VOLTE HANNO DATO RISULTATI DISASTROSI
Forse eliminare per il tempo

31 PENSIAMO PERTANTO CHE IL TRAPIANTO AUTOLOGO DI CARTILAGINE PUR ESSENDO UNA METODICA COMPLESSA POSSA APRIRE UNA NUOVA STRADA NELLA CURA DELLE MALATTIE DEGENERATIVE

32 CHE POTRA’ DARE RISULTATI MIGLIORI NON SOLO QUANDO SARANNO RISOLTI ALCUNI PROBLEMI TECNOLOGICI MA, SOPRATTUTTO, SE SI ASSOCIANO METODOLOGIE COMPLEMENTARI (farmacologiche, meccaniche, CEMP, etc.)

33 I problemi ancora oggi non sono tanto legati alla tecnica chirurgica (invasiva o non ) quanto alla possibilità di migliorare l’attecchimento e la proliferazione delle cellule trapiantate

34 Il fine è quello di poter riparare ogni articolazione del corpo umano

35 Queste riunioni hanno lo scopo di ratificare evidenze medico-chirurgiche, far conoscere le tecniche e promuovere la ricerca

36 La metodica va perfezionata ma soprattutto dovrà essere utilizzata non soltanto per il ginocchio

37 a b c d e a) Cartilagine normale b) Rammollimento c) Fissurazione d) Erosione e) Esposizione osso subcondrale

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39 Una condropatia può assumere l’aspetto di una lesione del tutto superficiale ma può portare anche alla scomparsa totale dello strato cartilagineo con esposizione completa dell’osso subcondrale (artrosi)

40 Classificazione di Outerbridge(1962) 1) Condromalacia 2) Fibrillazione 3) Erosione 4) Lesione osteocondrale

41 Classificazione ICRS Grado 0: normale Grado 1: les
Classificazione ICRS Grado 0: normale Grado 1: les. superficiale Grado 2: lesione < 50% Grado 3: lesione > 50% Grado 4: lesione osteocondrale

42 IMAGING Esame radiografico TAC Ecografia RNM

43 importante per la sua elevata risoluzione di contrasto
IMAGING La RNM riveste un ruolo importante per la sua elevata risoluzione di contrasto tessutale

44 Attendibilità della RNM
Les. 1° 30% Les. 2° 70% Les. 3° 90% Può permettere il riconoscimento di un danno cartilagineo anche prima della visione artroscopica

45 Le ragioni della notevole sensibilità della RNM è dovuta al fatto che già nelle fasi iniziali della lesione si ha una perdita di proteoglicani e degradazione del collagene con incremento idrico e alterata mobilità dei protoni dell’acqua apprezzabili nelle sequenze T2 pesate e nelle immagini di diffusione

46 L’anca e il ginocchio sono le articolazioni più colpite in assoluto
I microtrumi ripetuti e l’overuse generano zone di sovraccarico statico e dinamico

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48 metodica diversa da quella che prevede condrociti coltivati
Dal 1999 utilizziamo una metodica diversa da quella che prevede condrociti coltivati liberi in soluzione. La Fidia Advanced Biopolimers ha messo a punto una tecnica di Ingegneria tessutale che prevede la produzione di condrociti autologhi su una membrana (scaffold) costituita da derivati dell’acido ialuronico (Hyalograft C). La membrana con i condrociti di dimensioni variabili è applicata direttamente sulla zona erosa. Hyalograft C: derivati esterificati dell’acido ialuronico. M

49 La tecnica prevede ovviamente due interventi: 1) In un primo tempo si effettua il prelievo di cartilagine che viene inviato presso il laboratorio per la moltiplicazione cellulare 2) Dopo 28 giorni è possibile eseguire l’intervento di trapianto

50 TECNICA CHIRURGICA ARTROSCOPICA 1. Attraverso una cannula si valuta
l’estensione della lesione Attraverso il mappatore si introduce il filo guida per l’allineamento 3. Con una fresa a bassa velocità si rimuovono i frammenti di cartilagine 4. Con il mappatore si ritaglia l’innesto uguale al difetto preparato 5. Si posiziona aderendo sulla lesione il trapianto Hyalograft C 6. Movimenti di flesso-estensione fanno valutare la stabilità dell’innesto

51 La produzione di cartilagine da cellule staminali prelevate dallo stesso paziente (midollo) è ormai una realtà ma purtroppo non ancora attuabile

52 Gli sviluppi delle conoscenze genetiche e la possibilità di fabbricare tessuti utili per i trapianti apre nuove frontiere alla terapia delle malattie degenerative

53 Dal 1999 abbiamo trattato oltre 30 pazienti di età compresa fra i 20 e i 60 anni, affetti da lesioni osteocondrali localizzate al ginocchio, tibio-tarsica, rotula

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55 Di cristo Antonio

56 Tecnica chirurgica mosaicoplastica Di Cristo Antonio

57 Di Cristo Antonio

58 40 gg 6 mesi 3 mesi Di Cristo Antonio 12 mesi 12 mesi

59 Pone Claudio Controllo a distanza

60 Giudice Gianluca

61 Giudice Gianluca Dopo 12 mesi

62 Rosso scuro: osso Rosa: tessuto fibroso (buchetti sono i vasi)
Rosa: cartilagine giovane con condrociti neoformati Rosa periferico: cartilagine Rosa a dx: cartilagine in necrosi Zona nera: deposito Sali di calcio A maggiore ingrandimento: aree rarefatte con zone di necrosi e deposito di Sali di calcio

63 5) A forte ingrandimento: cartilagine neoformata
6) In periferia in alto: cartilagine immatura Rosa chiaro: cartilagine Zone bianche: lamelle ossee 7) e 8) condrociti immaturi a più forte ingrandimento

64 Questi interventi sono ormai in costante aumento

65 Lesione limitata (2cmq)
+ risultati OTTIMI Età giovanile (<60 anni) Lesione limitata (2cmq) + risultati BUONI Età maggiore di 60 anni Lesione estesa (>2cmq) + risultati MEDIOCRI Età giovanile (<60 anni) Lesione estesa (>2cmq) + risultati SCADENTI Età maggiore di 60 anni

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67 Pereasole Carmine C. P. maschio > 65 a.

68 Ambrsonino Giuseppina: trap
Ambrsonino Giuseppina: trap. Cartilagine e dopo fallimento protesi Rotaglidfe Non sempre le cose son andate bene come in questo caso. A.G. donna > 65 a.

69 Ambrosino Giuseppina: trap cartilagine e protesi

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74 I risultati oggi ottenibili possono essere migliorati.
CONCLUSIONI Alla luce della nostra esperienza e di quanto descritto in letteratura possiamo affermare che si tratta di metodiche molto delicate. I risultati oggi ottenibili possono essere migliorati. L’autotrapianto di cartilagine trova indicazione nei pazienti giovani e con lesioni limitate le protesi articolari sono indicate in pazienti anziani

75 A.O.R.N. V. MONALDI - NAPOLI Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia Direttore: Dott. R. Magri Grazie


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