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Dal Cinquecento al Settecento

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Presentazione sul tema: "Dal Cinquecento al Settecento"— Transcript della presentazione:

1 Dal Cinquecento al Settecento
La musica cristiana Dal Cinquecento al Settecento entra esci

2 Indice generale Il Cristianesimo e il sospetto ( di ascendenza platonica) nei confronti della musica: la musica può essere pericolosamente sensuale e seducente. Attrae l’attenzione verso la propria bellezza, sviandola dalla contemplazione della Bellezza eterna e spirituale. L’individuo può perdere la propria solidità “virile” e sciogliersi i dolcezze “femminee” Concilio di Tours Docta sanctorum Patrum di Giovanni XXII Giovanni Calvino ( ) Dal Medioevo al Rinascimento. Il passaggio potrebbe esprimersi in estrema sintesi con la ricerca di una forma plastica anche nelle composizioni musicali ( come nell’arte figurativa): musiche organizzate, con elementi in rilievo e altri di legame, capace di ombreggiare attraverso l’uso sapiente di tensioni espressive. Polifonia più sapientemente legata e unitaria nelle sue voci, che a tratti si richiamano imitandosi. Composizioni più “rotonde “ e compiute. Sviluppate “in verticale”. Composizioni e teorie. Diffusione della Riforma. La Germania protestante e la diffusione del corale. Il Concilio di Trento ( ) e la musica nel cattolicesimo. Elaborazioni musicali avanzate ( Barocco e Settecento). esci

3 Concilio di Tours ( 813) “Tutto ciò che seduce le orecchie e gli occhi e che può corrompere il vigore dell’animo deve essere tenuto lontano dai sacerdoti di Dio; infatti, accarezzando l’orecchio e l’occhio la moltitudine dei vizi entra generalmente nell’anima.” Vai all’indice esci

4 Docta Sanctorum Patrum
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5 Umanesimo e Rinascimento
Canto gregoriano: canto piano, senza scansioni ritmiche regolari, senza tensioni dovute all’allontanarsi e al ritornare delle note verso una nota principale che non c’è. Canto sospeso, orizzontale e lineare il cui fascino sta, per noi, oggi, forse nel suo non risolversi mai, e non riposare su una struttura plastica definita. Un compositore antico: Perotinus (secc.XII-XIII). Qui c’è più movimento, più organizzazione ritmica. Il canto è polifonico ( il gregoriano è monodico) e le sue strutture architettoniche sono ardite come quelle delle cattedrali gotiche i cui veniva eseguito. In seguito verrà giudicato intellettuale ed astratto, non naturale, con melismi su ogni sillaba del testo tali da renderlo irriconoscibile. Un compositore moderno: Josquin Desprez ( ?) Ricerca di naturalezza d’accenti. Scrittura limpida e consonante. Lo studio della perfezione formale si accompagna ad una maggiore sensibilità verso la piacevolezza sensibile e la dulcedo. Effetto auditivo. Un teorico: Zarlino ( ) Istitutioni Harmoniche (1558), Dimostrationi harmoniche (1571) Razionalizzazione, semplificazione, naturalizzazione. Lo studio matematico e scientifico della musica produce effetti nelle emozioni. Torna all’indice

6 Cuius regio eius religio
Formula dovuta a Joachim Stephani, 1612, che sintetizzava il principio sancito con la pace di Augusta (3 ottobre 1555). Significa: la religione sia di colui del quale è la regione. Cioè: “in uno stato è ammessa una sola religione, quella del sovrano”. La formula originaria era Ubi unus dominus, ibi una sit religio. In Germania diventano luterani i due terzi del territorio. Sassonia, Turingia, Brandeburgo, Meclemburgo, Prussia, Vesfalia, Palatinato, ecc. In tutti questi stati si riorganizzano i culti e si perfezionano i connotati della nuova spiritualità. In campo musicale prende forma il corale protestante.

7 Lutero e la musica La musica è come la disciplina che rende gli uomini più pazienti e più dolci, più modesti e più ragionevoli … essa è un dono di Dio e non degli uomini; essa scaccia il demonio e li rende felici … dal punto di vista teologico nessun’ arte può stare accanto alla musica … è il balsamo più efficace per calmare, per rallegrare e vivificare il cuore di chi è triste e di chi soffre. La musica è dono sublime, datoci da Dio, ed è simile alla teologia.

8 Il corale protestante (I)
Il luteranesimo faceva progredire la cultura e la rinnovava, tanto sul piano della dottrina teologica quanto su quello degli affetti spirituali. La prassi devozionale e liturgica della chiesa evangelica aveva fatto del corale intonato a più voci dalla cantoria o dalla comunità dei fedeli, il veicolo unitario dell’esperienza musicale religiosa. Lutero stesso aveva raccolto testi e melodie che costituirono un patrimonio edificante e ( come nota Alberto Basso nella recente Storia della Musica edita da Utet) intriso di dolce lirismo. Poesia dell’ineffabile Stato mistico permanente Gusto per l’introspezione psicologica Tendenza a cogliere in ogni cosa un clima sentimentale Prosegui con “ Il corale protestante”

9 Il corale protestante (II)
La diffusione di culti domestici ( raccolta della famiglia per le preghiere del mattino e della sera, per le devozioni favorite da testi e da immagini) aveva portato a la formazione di un repertorio di canti semplici che accompagnavano i pensieri semplici: meditazioni per la maggior gloria del Signore, per l’espiazione dei peccati, e per la salvezza dell’anima. Più tardi, la pubblicazione dei Pia Desideria (1675) di Phillipp Jakob Spener, promotore del Pietismo (movimento antidogmatico, di ricerca di una condizione mistica, in cui l’abbandono nelle braccia del Salvatore si accompagnava a uno stato di perenne malinconia) darà una spinta essenziale per lo sviluppo della prassi devozionale. Torna all’indice

10 Calvino e la musica Il mondo dei suoni è denso di pericoli,da condannarsi ove non sia posto al servizio della fede. Bisogna cantare salmi in chiesa alla presenza di Dio e degli angeli. Uso cauto e restrittivo della musica. Non si abusi di essa affinché non si trasformi in occasione di dar libero sfogo alla dissolutezza rendendoci effeminati con piaceri disordinati. Vai all’indice

11 Il Concilio di Trento e la musica
Tutto deve essere regolato in modo tale che … ogni cosa, chiaramente ed opportunamente pronunciata, scenda dolcemente nelle orecchie e nei cuori degli uditori … In ogni modo, tutta questa maniera di salmodiare in musica non deve essere composta per un inutile diletto delle orecchie, bensì in modo tale che le parole siano percepite da tutti, affinché i cuori degli ascoltatori siano conquistati dal desiderio delle armonie celesti e dal gaudio della contemplazione dei beati. ( Sessione XXII, settembre 1562) Giovanni Pierluigi da Palestrina ( 1524/5-1594) realizzò in forma mirabile gli intendimenti del Concilio anche se nelle sue composizioni non si può trovare il disprezzo per “l’inutile diletto delle orecchie”. Equilibrio formale delle voci polifoniche sempre sostenuto da meditazione spirituale. Attenzione per la comprensibilità del testo e per la sua resa musicale. La musica ispirata ai dettami del Concilio richiedeva un corpo specializzato di esecutori. Il popolo non cantava, ammirava da lontano senza partecipazione diretta. Necessità di una “musica degli affetti”. Torna all’indice Fine della presentazione

12 Musica degli affetti Nell’epoca medievale il fervore religioso e l’elemento corale del gregoriano sostenevano l’interesse dei fedeli che in tal modo partecipavano collettivamente alla liturgia. La nuova musica si rivolge a singoli che ascoltano, a un pubblico tendenzialmente passivo. Il compositore deve trovare i mezzi per toccarlo e commuoverlo. La musica non può quindi disperdersi in lunghi voli melismatici o in vie complicate e intellettualistiche. Deve recepirsi chiaramente e con facilità. Musica dalla struttura semplice, razionale,breve, concisa, comprensibile in tutte le sue parti. torna al “Concilio di Trento” torna all’indice


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