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Lavoro realizzato dagli alunni della classe 3° di

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Presentazione sul tema: "Lavoro realizzato dagli alunni della classe 3° di"— Transcript della presentazione:

1 Lavoro realizzato dagli alunni della classe 3° di
LA SHOAH Lavoro realizzato dagli alunni della classe 3° di Serravalle di Chienti 1

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3 Il giorno della memoria
Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche abbatterono i cancelli del lager polacco di Auschwitz, uno dei 15 campi dello sterminio di 6 milioni di Ebrei. Il 27 gennaio 2001 si e’ celebrato per la prima volta il “Giorno della memoria” in ricordo delle vittime della shoah. La legge approvata dal parlamento italiano e’ entrata in vigore il 20 luglio dell’anno 2000.

4 Parlamento Italiano: legge 20 luglio 2000 n.221
Il 27 gennaio: è il giorno della memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzuioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti.

5 Articolo 1 La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia , la morte, nonche’ coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. In occasione del “giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione di fatti e di riflessione, dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinche’ simili eventi non possano mai piu’ accadere.

6 “… io mi lasciai alle spalle non solo i ricordi ma anche la mia famiglia e tutti gli amici che non avrei rivisto mai più. Credo sia mio dovere di sopravvissuto fare in modo che il mondo sappia della shoah, perché i sei milioni che sono stati assassinati non hanno voce”. Renèe Firestone 6

7 La shoah

8 La shoah Shoah è un termine ebraico (che significa “catastrofe, sterminio ”), con il quale si indica la persecuzione lo sterminio di 6 milioni di ebrei europei da parte dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Uomini, donne e bambini, circa un terzo della popolazione, furono uccisi.

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10 Gli eventi che portarono alla shoah
Il 30 gennaio 1993 il presidente della Repubblica tedesca Hindenburgh affidò l’incarico di cancelliere ad Adolf Hitler. Hitler, Adolf ( ), uomo politico tedesco di origine austriaca e cancelliere del regime nazista, fu l’artefice di uno dei più compiuti stati totalitari che la storia del XX secolo abbia conosciuto.

11 Nel settembre del 1935 furono emanate delle leggi che privarono gli ebrei dei loro diritti civili e politici. Nel 1938 il governo nazista incoraggia la folla a scagliarsi contro gli ebrei e le sinagoghe, in quella che verrà definita la “Notte dei cristalli”. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, in tutta la Germania furono bruciate molte sinagoghe e distrutte le vetrine dei negozi appartenenti agli ebrei. L'azione, che indusse numerosi ebrei a lasciare il paese, fu decisa come rappresaglia a seguito dell'uccisione di un diplomatico tedesco per mano di un ebreo.

12 Nel 1939, l’invasione e l’occupazione della Polonia scatenarono la Seconda guerra mondiale. Già dal 1940 i tedeschi cominciarono a portare gli ebrei polacchi nei “ghetti”. Poi cominciarono ad utilizzare il lavoro forzato di ebrei e di altri prigionieri per alimentare le massicce campagne militari. Tra il 28 luglio e il 13 settembre 1942 i soldati tedeschi portavano le famiglie ebraiche nel ghetto di Varsavia. Più di ebrei di Varsavia furono deportati in campi di concentramento.

13 Soltanto nel 1944 gli Stati Uniti e le altre nazioni stabilirono programmi di salvataggio per molti di loro. Gli orrori continuarono fino al giorno della resa tedesca, l’8 maggio 1945. Deportazione di ebrei nei campi di concentramento

14 Dislocazione dei campi di sterminio tedeschi

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16 Le leggi razziali Nel 1938 in Italia, durante il fascismo vennero emanate le leggi razziali che discriminarono gli ebrei rispetto agli altri cittadini, togliendo loro tutti i diritti. Il 14 Luglio 1938 fu pubblicato Il manifesto della razza, nel quale si affermava, in 10 punti, che le razze esistevano, che ce ne erano di inferiori e di superiori, che la razza era un concetto biologico, che gli italiani erano ariani puri, che gli ebrei non appartenevano alla razza italiana. Fu vietato poi agli ebrei italiani di partecipare a qualsiasi congresso. Il 2 Settembre un decreto legge escluse docenti e studenti ebrei da tutte le scuole del Regno. Furono vietati i matrimoni misti. Successivamente altri provvedimenti legislativi tolsero agli ebrei le licenze commerciali e artigianali e vietarono le professioni libere.

17 “Le categorie da sterminare”
Hitler nel suo libro ” Mein Kampf” (“La mia battaglia”) scrive che bisogna eliminare tutte le specie umane inferiori: infatti, secondo l’ ideologia nazista la razza perfetta è quella ariana e il fine è quello di far sì che essa domini la terra. Per raggiungere tale obiettivo era necessario eliminare tutti coloro che avrebbero potuto contaminare la razza ariana: ebrei, neri, slavi e altri. I campi di concentramento furono utilizzati per questo scopo. Qui furono uccisi 6 milioni di ebrei. Nei campi venivano deportati anche i criminali (assassini, ladri ecc): essi assumevano il ruolo di capi e venivano incaricati di uccidere gli ebrei che trasgredivano agli ordini. Gli ebrei erano il gradino più basso della gerarchia. 17

18 LE PAROLE DELLA STORIA

19 ANTISEMITISMO Posizione ideologica ostile su basi razziali nei confronti del popolo ebraico, tra il 1939 il 1944, sfociò nello sterminio pianificato (soluzione finale, per i tedeschi, in ebraico shoah = sterminio) degli ebrei residenti nei territori occupati dai tedeschi.

20 GENOCIDIO Parola composta da geno = stirpe e cidio = uccidere.
Genocidio indica quindi la distruzione sistematica di un gruppo etnico o religioso mediante il massacro degli individui, la disperazione delle famiglie e della comunità.

21 Tristemente noti furono quelli di AUSCHWITZ in Polonia,
LAGER Voce tedesca per indicare i campi di concentramento per prigionieri di guerra e detenuti politici. Nel 1941, in seguito alla decisione nazista di attuare la “soluzione finale” nei confronti degli ebrei, i campi di sterminio. Tristemente noti furono quelli di AUSCHWITZ in Polonia, DACHAU in Germania e MAUTHAUSEN in Austria, nei quali sistematicamente a partire da 1942, vennero eseguite uccisioni in massa di ebrei nelle camere a gas. In Italia i campi di concentramento erano situati a Fossoli Modena, San Sabba a Trieste, utilizzati soprattutto come campi di raccolta e di transito per la deportazione degli ebrei in altri lager della Germania.

22 OLOCAUSTO Sia dal latino che dal greco significa bruciato tutto intero. Nell’antico rituale ebraico, l’animale sacro offerto al dio doveva essere completamente consumato dal fuoco, e prendeva per questo il nome di olocausto; il termine è passato pertanto ad indicare il sacrificio totale della vita cui furono sottoposti gli ebrei nei campi di concentramento.

23 Il ghetto Il ghetto è stato un’area di emarginazione e di segregazione degli ebrei prevista dalla legge e caratterizzata dall’isolamento attraverso barriere fisiche in cui si aprivano soltanto ingressi controllati nelle ore diurne e bloccati nelle ore notturne, nel corso delle quali sussisteva un divieto di uscita. Nonostante le difficili condizioni di vita, il ghetto contribuì a tutelare l’identità ebraica. L’isolamento infatti consentiva la conservazione delle tradizioni, la pratica di un sistema di istruzione generalizzata, necessaria per la lettura e la comprensione delle Scritture.

24 La permanenza in un luogo comune e la chiusura divenne un obbligo nell’età della Controriforma da quando un editto promulgato dal Papa PAOLO IV ordinò a tutti gli ebrei che vivevano nei territori controllati dalla Chiesa di raccogliersi in una casa, se erano pochi, lungo una strada o in un quartiere, se erano in molti: il ghetto.

25 Il ghetto di Venezia La parola ghetto sembra sia di origine veneziana: nasce infatti da geto (getto, termine gergale veneziano per indicare la fusione dei metalli), divenendo in tutta Europa sinonimo di confinamento e discriminazione. Venezia ha il merito di avere conservato fino ad oggi, quasi intatto nei suoi caratteri urbanistici ed architettonici, il suo antico e monumentale “recinto” per gli ebrei

26 Il ghetto di Roma Nello Stato Pontificio la condizione degli ebrei risultò particolarmente dura. A Roma la comunità ebraica subì per prima le sanzioni emesse per volontà di molti papi. Sarà la Rivoluzione francese ad abolire i ghetti: si comincerà con l’Olanda per finire con la Romania. I ghetti però continueranno ad essere abitati, di solito dai più poveri fra gli ebrei.

27 Il ghetto di Firenze All’interno dei ghetti di molte città italiane il lavoro si riduceva alla compravendita di abiti e al piccolo artigianato;il prestito di denaro che era stato determinante per gli ebrei, segna ancora il loro destino. Il benessere di molti di loro, fin dal Medioevo, aveva dato fastidio alla borghesia, in quanto i banchieri cristiani vedevano gli ebrei come dei concorrenti, ma alla fine del XIX, con l’istituzione delle banche, l’attività del prestito non si concentrò più nel ghetto.

28 La sinagoga di Livorno La vita degli ebrei nei ghetti contribuì a mantenere la lingua di provenienza e le tradizioni, le loro feste sono sempre legate ad avvenimenti importanti della loro storia. La città di Livorno, che non ebbe mai un ghetto, per il volere del granduca di Toscana, ospitava una libera e ricca comunità ebraica che costruì una grande sinagoga.

29 La musica ebraica La musica ebraica è quella musica fatta da ebrei, per ebrei. Come in tutte le altre culture nazionali ed etniche la dimensione musicale della culturale è determinata dalle sue origini dalla storia peculiare del suo cammino. L’importante fattore storico è costituito dalla Diaspora. La distruzione del Tempio rappresenta uno spartiacque fondamentale per la concezione del ruolo della musica nel mondo ebraico. Probabilmente la storia della musica non sembra offrire alcun esempio di compositore ebreo che sia stato capace di animare un repertorio occidentale di un idioma sonoro esplicitamente ebraico. La stessa condizione di dispersione del popolo ebraico ha senz’altro influito perché non si creasse un ambito musicale dotato di uno stile ed una forma originale e specificatamente ebraica.

30 La ruota della fortuna Gli ebrei erano soliti celebrare le nozze in momenti favoriti dagli astri e augurare la buona riuscita del matrimonio attraverso la ruota della fortuna, in cui sono riportati tutti i segni zodiacali. Il calcolo del tempo è diverso dal nostro, in quanto non hanno riconosciuto la nascita di Cristo; ma la diversità più rilevante è nel concetto del giorno che inizia prima del tramonto e finisce il giorno seguente, quando compaiono le stelle. I nomi dei mesi sono basati sul movimento della luna, sono di origine babilonese e risalgono al tempo della deportazione. Le stagioni sono segnate dal movimento della terra. La Pasqua è la festa più importante perché ricorda l’uscita dall’ Egitto del popolo ebreo.

31 Il matrimonio ebraico La mescolanza tra giudei e cristiani, non costituì per tutti un problema; solo all’inizio, nel VII d.C il rapporto tra religione musulmana e quella ebraica fu problematico; in seguito l’Islam rispettò gli ebrei, considerati partecipi nella rivelazione di Dio. Nei paesi musulmani gli ebrei dovevano pagare una tassa e portare un segno distintivo, un turbante giallo. Comunque essi potevano seguire i loro riti e le loro tradizioni. Il matrimonio prevede che l’uomo infili nella mano della sposa l’anello e che vengano letti gli obblighi di entrambi, poi gli sposi bevono il vino dal calice di vetro che poi viene spezzato per dimenticare la distruzione del tempio di Gerusalemme.

32 Auschwitz spiegato a mia figlia
L’autrice Annette Wieviorka ha pubblicato numerosi libri sull’ebraismo,attualmente dirige il Centro Nazionale per la ricerca scientifica alla Sorbona di Parigi. Il libro è un dialogo tra l’autrice e la figlia Mathilde di 13 anni, sull’olocausto degli ebrei d’Europa.

33 Perché quel numero tatuato sul braccio di Berthe?
Perché Berthe fu deportata, trasportata contro la sua volontà in Polonia.

34 Perché dici che l’hanno trasportata in Polonia?
Perché il campo di Auschwitz, cui era destinata, si trovava in terra polacca.

35 Qual è esattamente la storia di Berthe
Qual è esattamente la storia di Berthe? E’ strano, la conosco da sempre e in realtà non so niente di lei. Berthe fu arrestata a Parigi il 16 luglio 1942, con altri ebrei, e vennero rinchiusi nel Velodromo d’Inverno, un grande stadio. E per questo, l’arresto di massa del 16 luglio è noto come la retata dei Vèl’d’Hiv.

36 Che cos’è una retata? E’ un arresto di massa effettuato improvvisamente dalla polizia. Berthe fu portata a Drancy.

37 Drancy era un campo di concentramento?
Sì, un campo di concentramento è un posto dove vengono concentrate le persone private di libertà. Quando arrivò Berthe era un campo di transito dove si restava per poco tempo in attesa della definitiva deportazione nei lager. Alla fine Berthe fu portata ad Oswiecim, in polacco, Auschwitz in tedesco.

38 Perché due nomi per indicare la stessa località?
Perché quando nel 1939 la Polonia fu annessa alla Germania tutto venne ribattezzato in tedesco. Dopo essere scesi dai treni vennero divisi in 2 gruppi, uomini e donne da una parte, anziani, bambini e donne incinte dall’altra, poi gli uomini e le donne vennero divisi in campi diversi.

39 Che cosa successe allora?
Le donne furono costrette a spogliarsi, poi perquisite e portate sotto le docce, rasate e vestite con vestiti pieni di sporcizia, ed infine incisero nelle loro carni un numero indelebile.

40 Che vuol dire esattamente SS?
SS è una sigla che corrisponde a < Schutz-Staffel> squadra di sicurezza. All’inizio era la guardia personale di Hitler poi diventati circa uomini furono incaricati di comandare i campi di concentramento e occuparsi della eliminazione degli ebrei.

41 Si parla anche di genocidio.
E’ una parola del 1944, usata per indicare lo sterminio degli ebrei. Deriva dal greco “genos” razza e dal latino “coedere” uccidere.

42 Non riesco a capire perché si siano lasciati prendere
Non riesco a capire perché si siano lasciati prendere. Perché non hanno opposto resistenza? C’è chi ha detto che gli ebrei si sono lasciati condurre al macello come pecore, ma non è così, loro non sapevano che andavano incontro alla morte e se qualcuno lo avesse saputo nessuno gli avrebbe creduto.

43 Il diario di Anne Frank Il libro: Scritto tra il 1942 e l’agosto del 1944, il testo è nello stesso tempo il diario di una adolescente che vive le contraddizioni e i problemi tipici della sua età e il resoconto drammatico di una persona nascosta, costretta a crescere nell’angoscia del futuro. Anne ha 13 anni, parla di se e della sua triste esperienza con naturalezza e con occhio critico eccezionale per la sua età. In questo periodo è costretta a stare nascosta con la sua famiglia e con gli altri amici ebrei che, come lei, non possono né uscire né fare rumore durante il giorno; vivono con il terrore di essere scoperti e mandati a morire nei campi di concentramento nazisti. Nonostante tutto, la ragazza riesce a scrivere pagine di speranza e di riflessioni profonde

44 Il diario di Anne Frank Anne Frank: ( ), nacque da una famiglia ebrea. Dopo le leggi razziali emanate da Hitler del 1933 la famiglia Frank emigrò in Olanda. Con l’invasione tedesca del 1940 Anne dovette cambiare scuola e frequentarne una soli per ragazzi ebrei. Nel 1942, in seguito alla persecuzione contro gli ebrei, il padre di Anne decise di nascondersi, con la sua famiglia e con alcuni amici, in un alloggio segreto. E’ qui che la ragazza scrive il suo diario. Scoperta, fu deportata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì. Il diario di Anne Frank fu trovato nell’alloggio segreto e, dopo la guerra fu consegnato al padre, unico superstite della famiglia; fu pubblicato ad Amsterdam nel 1947.

45 L’amico ritrovato Il romanzo parla del liceale ebreo Hans, il narratore ricorda l’ ingresso in classe di Konradin, figlio di una famiglia nobile della sua città, nella sua nuova classe, e l’ammirazione che il nuovo compagno aveva immediatamente suscitato in lui e in tutti gli allievi entrando in classe e comportandosi da intellettuale. 45

46 L’ autore Fred Uhlman Nato a Stoccarda, (1901-Londra 1985) fini all’ ascesa del nazismo nel 1933, svolse in Germania la professione di avvocato. In seguito visse in Francia, Spagna, Inghilterra e Stati Uniti. Insieme al suo romanzo più famoso “L’amico ritrovato” 1971, seguirono “Un’anima non vile” (1979) e “Niente resurrezione per favore” (1979). 46

47 Il libro L’amico ritrovato, parla di un profondo senso di amicizia tornato nella mente di Hans Schwarz, divenuto cittadino americano, quando gli arriva una richiesta di erigere un monumento per gli allievi caduti durante la seconda guerra mondiale. Il romanzo è ambientato in Germania nel è la storia di due sedicenni che diventano amici. Schwarz figlio di un medico ebreo e Konrain von Hohenfels di pura “razza ariana”. Nonostante le differenze loro sono molto amici Nel giro di un anno questa amicizia si spezza, Hans lascia la Germania e va negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi dell’antisemitismo, invece Konrain abbraccia l’ideologia nazista. Hans dopo tanti anni torna dall’America e vede con grande piacere che il suo amico è morto da eroe per aver congiurato verso Hitler. 47

48 L’ autore PRIMO LEVI (Torino 1919-1987)
Nacque in una agiata famiglia ebraica. Nel 1943 aderì alla lotta partigiana, poi fu catturato e deportato in un campo di concentramento a Modena e successivamente ad Auschwitz dove rimase fino al 1945 fino all’arrivo delle truppe sovietiche. Ritornò a Torino e riprese il lavoro. Nel 1963 scrisse La tregua . Nel 1978 pubblicò il romanzo La chiave a stella. Morì suicida nel 1987.

49 il libro Il libro è una narrazione-testimonianza di uno dei pochi ebrei sopravvissuti all’ esperienza dei lager. La vicenda ha inizio con la cattura dell’ autore e con la deportazione nel campo di Buna Monowitz, presso Auschwitz. La vita nei lager è una lotta per la sopravvivenza. L’ ebreo Schepschel che riesce a sopravvivere grazie a tanti espedienti.

50 Una poesia di Levi Voi che vivete sicuri Nelle tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un si o per un no Considerate se questa e una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e vuoto il grembo Come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricatevi alzandovi; Ripetetelo ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.

51 fine


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