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Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

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Presentazione sul tema: "Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004"— Transcript della presentazione:

1 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Antonio Rosmini: il coraggio di rischiare Terza Settimana Rosminiana 2004 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

2 L’ufficio stampa: il progetto
prima fase (entro dicembre 2003) raccolta di documentazione su Rosmini e di informazioni sulle attività della Famiglia Rosminiana durante la “settimana rosminiana 2004”; scelta delle testate e dei giornalisti da contattare: a livello nazionale (attraverso i grandi media) a livello locale (attraverso i media locali per quelle aree dove i Rosminiani sono presenti con case, attività o altro…) seconda fase (entro metà gennaio 2004) stesura del comunicato approvazione del comunicato fornitura di materiale da distribuire in allegato ai comunicati (ad esempio immagini in jpg) terza fase (da metà gennaio 2004) invio comunicato stampa invio invito per i giornalisti alle manifestazione recall telefonico quarta fase (dal 14 febbraio 2004) invio di comunicati a posteriori che riassumano i contenuti dei convegni controllo del pubblicato consegna della rassegna stampa (verso la fine del mese di marzo 2004)    Il servizio prevede la presenza durante le manifestazioni principali Roma/Milano Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

3 Modalità di lettura della rassegna stampa
Elementi con * l’asterisco Si tratta di servizi di cui è stata accertata la pubblicazione ma di cui per motivi di tempo, o di pubblicazione non è stato possibile reperire il materiale La percentuale di rassegna stampa Normalmente la redemption relativa al pubblicato è del 25/30 per cento rispetto ai contatti presi con la stampa. Anche in questo caso la statistica pare confermata. Sono state infatti contattate circa 250 testate. Ciò che è stato poi pubblicato è riscontrabile di seguito. Va considerato anche un altro aspetto: esiste anche un “buco fisiologico” nella rassegna stampa, si tratta cioè di tutti quegli articoli pubblicati da media che hanno utilizzato direttamente i lanci d’agenzia. In tal caso risulta più difficile sapere quali siano questi giornali. Il buco fisiologico normalmente si aggira attorno al 10/15 per cento del pubblicato e non è presente in questa rassegna. La versione da leggere Ovviamente questa presentazione per i tempi di transizione delle diapositive che le sono stati dati, non consente di leggere in modo approfondito i testi. In questo caso è consigliabile effettuarne una stampa. La colonna sonora A questa presentazione è stata allegata una colonna sonora: si tratta della Serenade1 di Schubert ( ), contemporaneo di Rosmini Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

4 Testate in rassegna 1 in ordine alfabetico
ADN KRONOS 2 lanci il 22 febbraio 2004 ANSA 21 febbraio 2004 Alice.it febbraio 2004 Avvenire 14 e 15 febbraio 2004 Avvenire di Calabria 7 febbraio 2004 Famiglia Cristiana 8 febbraio 2004 Giornale del Piemonte* Il Corr. della Sera ed. Trent. 21 febbraio 2004 Il Gazzettino 16 febbraio 2004 Il Piccolo di Trieste 3 febbraio 2004 Il Resegone di Lecco 13 e 20 febbraio 2004 Il Settimanale Vita 9 febbraio 2004 Il Nostro Tempo Torino 29 febbraio 2004 L’Aurora Lomellina* La Cittadella di Mantova 28 febbraio 2004 La Nuova Scintilla Chioggia 1,29 febbraio 2004 La Padania 25 febbraio 2004 La Piazza di Erba (CO) 22 febbraio 2004 La Repubblica 22 febbraio 2004 La Sicilia* Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

5 Testate in rassegna 2 in ordine alfabetico
La Stampa 14, 20,21,22, 28 febbraio 2004 La Difesa del Popolo Padova 16 febbraio 2004 Liberazione 22 febbraio 2004 L’Osservatore Romano 30 gennaio 2004 Messaggero Sant’Antonio ed. marzo/aprile 2004 Milano Sette 8 febbraio 2004 Mondo e Missione Pime* Nuovo Dialogo di Taranto 8 febbraio 2004 Ortobene* Quotidiano di Calabria* Radio Radicale 21 febbraio 2004 Radio Maria* Radio Circuito Marconi 14 febbraio 2004 Radio 1 RAI 22 febbraio 2004 Radio Vaticana 14 febbraio 2004 Stampa Diocesana Novarese 7,14, 21, 28 febbraio e 6 marzo 2004 SIR 6 e 27 febbraio 2004 Telenova 14 febbraio 2004 Teleradio Padre Pio 3 e 11 febbraio 2004 30Giorni* Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

6 L’Osservatore Romano 30 gennaio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

7 La Nuova Scintilla di Chioggia 1 febbraio 2004
La figura di Antonio Rosmini. Il coraggio di rischiare  “Antonio Rosmini: il coraggio di rischiare” è il titolo della terza “Settimana Insieme” verso la beatificazione di Antonio Rosmini(il filosofo trentino ordinato sacerdote proprio a Chioggia il 21 aprile 1821), che si celebrerà in Italia, con appuntamenti in varie città, dal 14 al 21 febbraio Parlare di coraggio e di rischio in riferimento al pensiero e all’insegnamento di Antonio Rosmini sembra ardito, ma è proprio davanti a questo banco di prova che si vaglia l’autenticità storica del suo insegnamento e il valore attuale del suo patrimonio spirituale. Attualità intesa come capacità di andare oltre il contesto storico e di saper pensare in grande avendo a cuore non le esigenze contingenti dell’uomo ma gli interrogativi propri della sua condizione umana. Abbinare coraggio con rischio significa investire tutte le energie per ideali di altissimo valore e far risorgere o rinnovare quelle realtà degne dell’esistere umano. L’Ottocento per Rosmini, come il secolo attuale e quello appena trascorso, per noi, pur nelle dovute differenze, sono ricchi di fermenti, mutamenti politici e sociali, nuove spinte culturali, che tendono a disorientare l’uomo. Chi vive immerso in tale contesto è chiamato a trovare una sintesi e a non subirle passivamente, a essere protagonista del mondo in cui vive e non limitarsi a copiare e imitare idee e suggestioni altrui, ma conferire un aspetto originale a nuove realtà politiche e sociali, dove il rinnovamento si celebra prima nella coscienza della persona e poi nelle forme politiche e sociali. Questo impegno richiede il coraggio di guardare con realismo il contesto storico in cui si vive. La validità del pensiero di un grande maestro si gioca proprio in questa sfida: saper ancora porsi in dialogo con l’uomo contemporaneo, non essere servo delle mode legate alla caducità del tempo ma cogliere il bisogno di verità che si annida nel cuore di ogni uomo e saperlo riproporre nella sua perenne validità. L’idea di rinnovamento va ben oltre al periodo storico particolare, è impegno che investe la vitalità di ogni persona e di ogni istituzione. Questa coscienza profonda di un continuo rinnovamento e di una continua conversione impedisce agli uomini di ogni tempo di adagiarsi in una pigrizia di stabilizzazione definitiva. Ogni uomo è responsabile davanti ai posteri di salvaguardare ed accrescere il patrimonio culturale e spirituale. Un compito a cui nessuno può sottrarsi e da cui dipende il benessere della società umana. Perché il rinnovamento e la nuova sfida siano validi e non tradiscano né il passato né il presente si deve tener fede alle fonti genuine con un vero ritorno alle origini, senza umiliare il vivere attuale. Radicati alle proprie radici, quindi, e attenti agli appelli del proprio tempo: è questa la sfida che richiede coraggio e dinamicità dialogica. Solo un uomo ben educato guarda al passato e al presente senza rimpianti o paure, ma con la volontà di far emergere bellezze e positività. Rosmini ha investito tutta la sua vita e la sua opera nel formare la mente e il cuore dell’uomo, perché la sua partecipazione all’impegno politico, sociale ed ecclesiale sia intelligente e amoroso. Questa è la sfida che raccogliamo dall’insegnamento di Rosmini e dal suo impegno come uomo di Chiesa, e uomo del suo tempo. Nella sua opera “Le cinque piaghe della Santa Chiesa” Rosmini analizza con lucidità ed amore i mali della Chiesa del suo tempo e ne propone i rimedi. L’opera ha il sapore di una dichiarazione di amore filiale e umile, ne emerge il desiderio che la Sposa di Cristo riacquisti il suo ruolo di madre e maestra, capace di dialogo e di confronto. Una Chiesa, quella descritta da Rosmini, che sembra attualizzarsi ora anche nell’impegno instancabile di Giovanni Paolo II. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

8 Il Piccolo di Trieste 3 febbraio 2004
Si sta definendo il programma delle celebrazioni, in tutta Italia, in concomitanza della ormai tradizionale Settimana Rosminiana, organizzata in occasione del decennale dell'inizio del processo di beatificazione del fondatore Antonio Rosmini. La Settimana è quella che va dal 14 al 21 febbraio Con qualche eccezione per alcuni eventi che andranno al di fuori di queste date. La Settimana vedrà il suo momento clou con il convegno in programma a Roma il 21: tra i relatori i senatori Andreotti, Cossiga, il cardinale Achille Silvestrini e il postulatore generale, padre Claudio Papa. Nel corso della settimana S.E.R. Monsignor Antonio Riboldi, Vescovo Emerito di Acerra, terrà dei momenti di riflessione e preghiera a Domodossola). Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

9 TeleradioPadrePio/2 articolo apparso sul portale internet
I senatori Cossiga e Andreotti alla settimana rosminiana (03/02/04 16:30) 03/02/2004 Anche i senatori a vita Francesco Cossiga e Giulio Andreotti saranno tra i relatori all’appuntamento più importante della Settimana Rosminiana, che prenderà il via sabato 14 febbraio con iniziative in molte regioni italiane, nel decennale dell’apertura del processo di beatificazione del Servo di Dio Antonio Rosmini. Un personaggio di primo piano nel fecondo e travagliato Ottocento italiano: filosofo, politico, fondatore di due Congregazioni, pedagogo: tante e diverse le sfaccettature che verranno approfondite nella settimana a lui dedicata, che quest’anno ha per tema il celebre motto ”Un grande amore per la Chiesa”. L’evento conclusivo il pomeriggio di sabato 21, a Roma, nella Basilica di san Carlo al Corso: un convegno dal titolo ‘Antonio Rosmini, il coraggio di rischiare’. Tra gli interventi previsti, il cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della congregazione per le Chiese Orientali, terrà una relazione sull’attualità di Rosmini nella Chiesa contemporanea; il senatore a vita Giulio Andreotti ripercorrerà le vicende della sua missione a Roma, in pieno Risorgimento; infine le conclusioni saranno a cura del postulatore, padre Claudio Massimiliano Papa. (Maria Pia Picciafuoco) Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

10 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
SIR del 6 febbraio 2004 Il coraggio di rischiare "Il coraggio di rischiare" è il titolo del convegno che si svolgerà a Roma il prossimo 21 febbraio a chiusura della terza " SETTIMANA ROSMINIANA" (14/21 febbraio), durante la quale, come di consueto, "intellettuali e cultori del pensiero rosminiano si incontreranno per proporre un cammino da vivere insieme verso la beatificazione di Antonio Rosmini", spiegano dalla Commissione per la promozione della beatificazione del fondatore dell'Istituto della Carità e delle Suore della Provvidenza. Nel decennale dell'apertura del processo di beatificazione di Rosmini, la terza edizione della "Settimana" prevede diverse iniziative in tutta Italia, che avranno come filo conduttore "Antonio Rosmini un grande amore per la Chiesa". "Parlare di coraggio e di rischio in riferimento al pensiero e all'insegnamento di Antonio Rosmini sembra ardito – afferma il postulatore generale, padre Claudio Massimiliano Papa - ma è proprio davanti a questo banco di prova che si vaglia l'autenticità storica del suo insegnamento e il valore attuale del suo patrimonio spirituale. Attualità intesa come capacità di andare oltre il contesto storico e di saper pensare in grande". "L'Ottocento per Rosmini, come il secolo attuale e quello appena trascorso, pur nelle dovute differenze, sono ricchi di fermenti, mutamenti politici e sociali, nuove spinte culturali" e ciò, secondo Papa, "richiede il coraggio di guardare con realismo il contesto storico in cui si vive" ponendosi "in dialogo con l'uomo contemporaneo" per "cogliere il bisogno di verità che si annida nel cuore di ognuno e saperlo riproporre nella sua perenne validità". Rosmini "ha investito tutta la sua vita e la sua opera nel formare la mente e il cuore dell'uomo, perché la sua partecipazione all'impegno politico, sociale ed ecclesiale sia intelligente e amoroso. Questa è la sfida che raccogliamo dal suo insegnamento". Nella sua opera "Le cinque piaghe della Santa Chiesa" conclude il postulatore, Rosmini "analizza con lucidità e amore i mali della Chiesa del suo tempo e ne propone i rimedi": ne "emerge il desiderio che la Sposa di Cristo riacquisti il suo ruolo di madre e maestra, capace di dialogo e di confronto. Una Chiesa, quella descritta da Rosmini, che sembra attualizzarsi ora nell'impegno instancabile di Giovanni Paolo II". Al convegno, oltre a padre Papa, interverranno il card. Achille Silvestrini, il senatore a vita Giulio Andreotti, il presidente emerito della Repubblica italiana Francesco Cossiga, e il segretario generale del Censis, Giuseppe De Rita. G.P.T Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

11 Avvenire di Calabria 7 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

12 Stampa diocesana Novarese 7 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

13 Nuovo Dialogo Taranto 8 febbraio 2004
Settimana rosminiana Si svolge dal 14 al 21 febbraio la 'Settimana rosminiana' promossa dalla Commissione per la beatificazione di A. Rosmini. La settimana, con diverse iniziative in varie località italiane, è promossa dall'Istituto della Carità rosminiano - Suore della provvidenza. Nella nostra diocesi a Torricella domenica 15 febbraio è prevista la distribuizione del materiale per la promozione della Causa di beatificazione e una breve introduzione durante l'omelia sull'amore alla Chiesa del servo di Dio A. Rosmini. Venerdì 20 febbraio S. Messa solenne alle ore presso la Chiesa Parrocchiale a cui segue un'ora di adorazione per amici e ascritti rosminiani e aperta a tutta la popolazione. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

14 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Milano Sette 8 febbraio 2004 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

15 TeleradioPadrePio/1 11 febbraio 2004
Intervista telefonica a padre Claudio Papa e successiva messa in onda Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

16 Il Resegone di Lecco/1 del 13 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

17 Radio Vaticana Intervista telefonica a don Claudio Papa
del 14 febbraio 2004 e successiva messa in onda Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

18 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Il settimanale Vita Settimana rosminiana: iniziative dal 14 al 21 febbraio di Redazione 09/02/2004 Sabato 21 febbraio, Basilica San Carlo al Corso, in via del Corso 437 a Roma. Ore Nel decennale dell'apertura del processo di beatificazione, a febbraio, sono in calendario una serie di iniziative, per ricordare Antonio Rosmini. Tra queste un importante convegno, sabato 21, a Roma, dal titolo “Il coraggio di rischiare” con i senatori Francesco Cossiga e Giulio Andreotti, il cardinale Achille Silvestrini e padre Claudio Massimiliano Papa La settimana tra il 14 e il 21 febbraio, padri, suore e laici rosminiani, nella speranza di vedere il loro Fondatore riconosciuto dalla Chiesa come beato, celebreranno la terza “settimana rosminiana”. Sono previsti appuntamenti e iniziative in tutta Italia che avranno per filo conduttore il motto scelto per quest'anno: “Antonio Rosmini un grande amore per la Chiesa”. Intellettuali e cultori del pensiero rosminiano si incontreranno per proporre un cammino da vivere insieme verso la beatificazione di Antonio Rosmini uomo di Dio. Gli appuntamenti in programma ruotano tutti attorno al prestigioso incontro previsto per il 21 febbraio a Roma. Relatori d'eccezione come il senatore a vita Giulio Andreotti, il presidente emerito della Repubblica Italiana senatore Francesco Cossiga, il presidente del Censis Giuseppe De Rita, il cardinale Achille Silvestrini e il postulatore generale dei Rosminiani padre Claudio Massimiliano Papa, si confronteranno sul tema “Il coraggio di rischiare”. Antonio Rosmini può dire molto al mondo contemporaneo anche in temi di stretta attualità; su come, ad esempio, rischiare la vita e la buona fama del nome per amore alla Chiesa. Nelle sue Massime di perfezione Rosmini scriveva: “Rivolgere tutti i propri pensieri ed azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di Gesù Cristo”. La famiglia rosminiana, impegnata in tutto il mondo a rispondere alle esigenze dell'uomo, attraverso la carità spirituale, intellettuale e materiale, sarà attiva in questi giorni con una serie di iniziative nelle scuole, nelle parrocchie e in tutti gli ambiti in cui opera per diffondere la figura del suo Fondatore e far conoscere gli eredi del suo carisma. Particolari iniziative sono previste a partire da sabato 14 febbraio a Roma, Milano, Torino, Cagliari, Borgomanero (NO), Domodossola (Vb), Stresa (VB), Rovereto (TN), Cesana Brianza (LC), Torricella (TA), Valderice (TP), Trapani, Biella, Isola Capo Rizzuto (KR), Melissa (KR) Poirino (TO), Chiavari (GE), Andorno (BI), Sacra di San Michele di Susa (TO), Garlasco (PV). Nel corso della settimana Monsignor Antonio Riboldi, Vescovo emerito di Acerra, terrà dei momenti di riflessione e preghiera a Domodossola. Questo il programma dell'incontro del 21 febbraio sul tema: “Il coraggio di rischiare” ore 16 Inizio lavori - Moderatore prof. Giuseppe De RitaRelazioni La missione di Rosmini a Roma - Giulio Andreotti, senatore a vita della Repubblica italiana Attualità di Rosmini nella Chiesa contemporanea - cardinale Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali Commento alla Massima di Rosmini: amare la Chiesa - padre Claudio Massimiliano Papa I.C., postulatore generale Rosminiani Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

19 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Avvenire del 14 febbraio 2004 A Milano giornata su Antonio Rosmini milanoSi svolgerà oggi un giornata di studio a Milano per ricordare il servo di Dio Antonio Rosmini, sacerdote e filosofo ( ). Il tema dell'incontro sarà: «Un coraggio di rischiare. Amare la Chiesa di Gesù Cristo». L'appuntamento è per le 16 presso il cinema Palestrina (via Pierluigi da Palestrina 7). Partecipano all'incontro il giornalista Angelo Montonati (Attualità di Rosmini nella chiesa contemporanea), il docente della università Cattolica Fulvio De Giorgi ( I rapporti politici ed ecclesiali di Rosmini nel suo tempo), il postulatore della causa di beatificazione il rosminiano padre Claudio Papa (Commento della "Seconda massima di perfezione cristiana"). Alle presso la chiesa del Santissimo Redentore il biblista Ravasi celebrerà una Messa.   Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

20 Avvenire del 15 febbraio 2004 1/3
IDEE Una serie di iniziative in tutt'Italia rilancia il pensiero del filosofo di Rovereto, mentre è in corso la causa di beatificazione Lo «Stato minimo» di Rosmini Il postulatore padre Papa: «Del tutto assolto dalle condanne dell’800» Lo storico De Giorgi: «Affermò il diritto alla felicità senza edonismi». Muratore: «Una grande risposta al nichilismo» Da Milano Edoardo Castagna C'è molta modernità nel pensiero di Antonio Rosmini. Sa parlare all'uomo contemporaneo, raccogliere il suo bisogno di un criterio di verità, affermare la libertà individuale e sociale. Da almeno quindici anni si parla di primavera rosminiana; nel 1998 l'enciclica Fides et ratio ha aperto esplicitamente al suo pensiero, affiancandolo alla tradizione tomista. E nel 2001, durante il procedimento di beatificazione, è giunta l'assoluzione dalla condanna pronunciata nel 1888 contro alcune sue tesi: «È emerso - spiega padre Claudio M. Papa, postulatore nella causa di beatificazione - come le proposizioni allora rigettate non fossero la vera filosofia rosminiana, ma soltanto frasi erroneamente estrapolate dal loro contesto». L'Istituto della Carità, fondato da Rosmini nel 1828, ha svolto un ruolo di primo piano all'interno della Chiesa: nell'educazione, nella pastorale, nella cultura. «I momenti chiave della storia dell'ordine - prosegue padre Papa - sono il dopoguerra, quando collegi e orfanotrofi hanno risposto alle esigenze più urgenti della società, e il periodo attuale. Le parrocchie che si ispirano a Rosmini sono una rete che si articola in tutta Italia; il Centro di studi rosminiani collabora con università e studiosi». I volumi dell'edizione critica delle sue opere sono ormai quaranta; l'attenzione dei ricercatori è costante. (continua…)  Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

21 Avvenire del 15 febbraio 2004 2/3
(…CONTINUA DA PAGINA PRECEDENTE) Ieri a Milano il cinema Palestrina ha ospitato il convegno «Il coraggio di rischiare», mentre il prossimo 21 febbraio, nella basilica di San Carlo al Corso di Roma, si terrà un incontro che prevede gli interventi del cardinale Achille Silvestrini, di Giulio Andreotti e Giuseppe De Rita. In occasione della «Settimana rosminiana» iniziative sono previste anche a Stresa, Torino, Trapani, Cagliari, Biella, Domodossola e in moltissime altre cittadine. Anche all'estero l'interesse è in ascesa: a Monaco di Baviera è in preparazione per l'anno prossimo un convegno sui rapporti tra il filosofo di Rovereto e l'area tedesca. Dalla fine dell'Ottocento, il richiamo a Rosmini è l'alternativa alla concezione unitaria della tradizione tomista: «Nel mondo post-moderno e globalizzato la riscoperta delle differenze è un valore - spiega lo storico Fulvio De Giorgi, relatore al convegno di Milano - e Rosmini è un punto di riferimento». C'è un legame tra l'ambiente roveretano della sua formazione e l'Illuminismo cristiano del Settecento, ma De Giorgi sottolinea che a fare di Rosmini un pensatore di caratura europea fu soprattutto l'arrivo a Roma e il contatto con gli zelanti raccolti intorno al cardinale Cappellini, il futuro Gregorio XVI. «Proprio in quel contesto Rosmini elaborò il Nuovo saggio sull'origine delle idee, l'opera più importante scritta all'epoca da un cattolico in tutta Europa». Davanti alle sfide del nichilismo, la voce di Rosmini suona fresca e vivace, valida nella teologia come nella filosofia politica, nella pedagogia come nel diritto. «La grande risposta al nichilismo - nota padre Umberto Muratore, rettore del Centro internazionale di studi rosminiani e autore di biografie e studi su Rosmini - è il riconoscimento di come la verità sia già nell'uomo. Cercandola all'esterno il pensiero non la trova e dichiara, nichilisticamente, che non esiste. Rosmini, al contrario, insegna come nel soggetto vi sia già la verità: non come contenuto interamente formato, ma come criterio». Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

22 Avvenire del 15 febbraio 2004 3/3
(CONTINUA DA PAGINA PRECEDENTE) Rosmini dialoga da moderno con la modernità: senza osteggiarla, ma anche senza appiattirsi su di essa. «Ad esempio - osserva De Giorgi - è molto moderna l'affermazione rosminiana del diritto alla felicità come base di tutti i diritti. Muovendo in direzione opposta all'edonismo - la massima felicità è il rapporto con Dio - riesce a porre una buona base di dialogo con la società contemporanea, che cerca la felicità ma rimane inappagata». Anche nella concezione dello Stato Rosmini vede un'unità nella diversità. Secondo padre Muratore «si può perfino parlare di uno "Stato minimo", non creatore del diritto ma amministratore delle sue modalità. I diritti sono propri dell'uomo; lo Stato deve riconoscerli e preoccuparsi della libertà dei singoli e delle associazioni». Libertà della Chiesa e libertà civile sono inscindibili: «Per Rosmini l'accordo va fondato sul concetto di libertà - conclude De Giorgi - non su una semplice somma di liberalismo e cattolicesimo. Le condizioni di libertà sono le migliori che la Chiesa può avere. La libertà - e anche la laicità dello Stato - trovano con Rosmini il loro fondamento nella religione. Lo scritto Le cinque piaghe della santa Chiesa evidenzia come i problemi della Chiesa siano originati dal feudalesimo: espandendosi attraverso il legame con il potere politico, la Chiesa ha accettato una riduzione della propria indipendenza». L'alternativa propugnata da Rosmini è la difesa della libertà della Chiesa: il che coincide con la difesa della libertà di tutti. (FINE)   Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

23 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Famiglia Cristiana Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

24 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Telenova Servizio televisivo andato in onda il 14 febbraio 2004 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

25 Domodossola 14 febbraio 2004 – Stampa diocesana novarese
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

26 La Stampa 1 14 febbraio 2004 Al Monte Calvario si celebra Rosmini
  DOMODOSSOLA.Fra una settimana, il 20 febbraio, ricorre l’anniversario di Fondazione dell’Istituto della Carità sul Sacro Monte Calvario di Domodossola, voluto da Antonio Rosmini nel 1828 e la Comunità festeggia l’evento con una serie di iniziative. Oggi alle 14,30 ci sarà un primo momento di informazione attraverso il collegamento televisivo in diretta, a cura di Vco Azzurra Tv, dall’eremo domese con lo stand della Provincia alla Bit di Milano per una «cartolina del territorio». Domani alle 9,30 monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra, presiederà una celebrazione eucaristica al Calvario e subito dopo, alle 11, in sala Bozzetti, terrà una conferenza sul «Il coraggio di rischiare, l’amore per la Chiesa». Seguirà un pranzo collettivo. Venerdì,20, ancora sul Sacro Monte, alle 15,30 è in programma una riflessione Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

27 Radio Circuito Marconi
Notizia data il 14 febbraio 2004 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

28 La Difesa del Popolo di Padova 16 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

29 GAZZETTINO 16 febbraio 2004 edizione criptata
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

30 Vita Trentina 1/2 19 febbraio 2004
LA PROSSIMA SETTIMANA UN OPUSCOLO CON LA BIOGRAFIA DI ROSMINI Le stelle che guidano il viandante di ogni tempo Somm: Le stelle luminose che guidano il cammino del cristiano sono un amore profondo alla Chiesa di Gesù Cristo, un ancoraggio sicuro all’Eucaristia e alla parola di Dio, una devozione alla Madre di Dio senza smancerie e devianze dida: Antonio Rosmini, maestro di pensiero e di vita anche a quanti oggi avvertono il “niente di verità e di valori, sul quale oggi l’uomo viene quasi costretto a spendere la vita” L’anno scorso, all’inizio del tempo quaresimale, gli abbonati del nostro settimanale hanno avuto la lieta sorpresa di trovarsi in mano un opuscolo che riproduceva l’opera di spiritualità più conosciuta di Antonio Rosmini: le Massime di perfezione cristiana. Il prossimo numero di Vita Trentina offrirà un nuovo opuscolo sul “prete roveretano”: Conoscere Rosmini – Vita e spiritualità. È una biografia ridotta all’essenziale, scritta da padre Umberto Muratore, direttore del Centro internazionale di studi rosminiani di Stresa e attuale Provinciale per l’Italia dell’Istituto della Carità. Completano la breve biografia alcune pagine sulla dottrina spirituale di Rosmini, che non fu mai messa in discussione, neppure nei momenti più tristi e dolorosi dell’annosa “questione rosminiana”. Nei giorni in cui la Famiglia rosminiana celebra la “festa della cella” - nel ricordo di quando il Fondatore iniziò al Sacro Monte Calvario di Domodossola (febbraio 1828) il suo ritiro quaresimale durante il quale scrisse le Costituzioni dell’Istituto della Carità - è bello che si ricordi Rosmini, questo grande dono fatto da Dio non solo alla sua Chiesa, ma anche al Trentino e in particolare a Rovereto, sua città natale (24 marzo 1797). Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

31 Vita Trentina 2/2 19 febbraio 2004
(segue) Domenica scorsa, 15 febbraio, il quotidiano Avvenire dedicava a Rosmini una delle sue pagine culturali. Nell’articolo di Paolo Castagna si leggeva: “C’è molta modernità nel pensiero di Antonio Rosmini. Sa parlare all’uomo contemporaneo, raccogliere il suo bisogno di un criterio di verità, affermare la sua libertà individuale e sociale… Rosmini dialoga da moderno con la modernità: senza osteggiarla, ma anche senza appiattirsi su di essa… Davanti alle sfide del nichilismo la voce di Rosmini suona fresca e vivace, valida nella teologia come nella filosofia politica, nella pedagogia come nel diritto”. Ma anche, aggiungerei, nella spiritualità, come scrive padre Muratore nella presentazione dell’opuscolo che presentiamo ai nostri lettori: “Sul niente di verità e di valori, sul quale oggi l’uomo viene quasi costretto a spendere la vita, si fa cocente la nostalgia di maestri di pensiero e di vita, che sono diventati rarissimi”. Se le sei “massime di perfezione cristiana” sono state per molti cristiani un prezioso itinerario di vita spirituale, è giusto conoscere qualche cosa di più della sterminata produzione di questo grande pensatore cristiano, che potrebbe essere proposto come “patrono” del progetto culturale cristianamente ispirato, promosso dalla Chiesa italiana per rinnovare la presenza dei cattolici nella vita ecclesiale, sociale e culturale della nostra nazione. Le poche pagine di padre Muratore, scritte in stile semplice e convincente, possono fare compagnia nel periodo quaresimale per una lettura spirituale godibile. La biografia traccia per sommi capi l’itinerario, durato poco più di mezzo secolo, di questo genio straordinario, poco conosciuto anche da noi, suoi conterranei. Le pagine sulla spiritualità manifestano, ancora oggi, l’originalità del suo pensiero. Egli parla di una santità intelligente, basata sull’amore incondizionato per la verità, che si avvale dello “spirito di intelligenza” e si basa sul “duplice amore” a Dio e all’uomo, che sostiene il cristiano nella carità materiale, intellettuale e spirituale. Rosmini insiste soprattutto sul fine ultimo dell’uomo, “il grande affare dell’anima”, come lo chiama: essere perfetti come il Padre del cielo.Partendo da una fiducia radicale nella Provvidenza, che l’uomo percepisce coltivando lo spirito di contemplazione, Rosmini indica anche all’uomo d’oggi, così preso da mille incombenze, come santificarsi attraverso il proprio lavoro. Le stelle luminose che guidano il cammino del cristiano sono un amore profondo alla Chiesa di Gesù Cristo, un ancoraggio sicuro all’Eucaristia e alla parola che Dio ci ha consegnato nella Bibbia, una devozione alla Madre di Dio senza smancerie e strane devianze. All’orizzonte di tutto il discepolo del Signore vede la gloria della “visione beatifica”, che non si raggiunge senza un amore sincero ad uno spirito di sacrificio che tiene lo sguardo fisso sulla croce del Calvario.Quest’anno ricorrono anche 170 anni da quando divenne parroco di San Marco a Rovereto: fu un’esperienza breve, ma intensa e ricca di suggestioni per chi, anche ai nostri giorni, porta il peso dell’impegno pastorale.Rosmini ora sta progredendo spedito verso il riconoscimento della sua santità da parte della Chiesa, anche se è poco probabile che la causa di beatificazione lo porti all’onore degli altari in occasione del 150° anniversario della sua morte (1° luglio 2005). Conoscerne, anche se solo a grandi linee, la vita e la spiritualità, è quasi un dovere per ogni persona che ama la terra trentina, che gli ha dato i natali. Per saperne di più su Antonio Rosmini e per contribuire con preghiere ed anche con offerte alla causa di beatificazione si può consultare il sito internet: A.V. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

32 La Stampa 2 20 febbraio 2004 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
STRESA CELEBRA ROSMINI «Suonate tutte le campane per beatificare don Rossi»  CALASCA CASTIGLIONE. Suonerano le campane in tutta la Diocesi, da Calasca a Varallo Pombia. Un concerto a distesa per celebrare la chiusura del processo diocesano che conduce alla beatificazione di don Giuseppe Rossi, il giovane parroco di Castiglione barbaramente trucidato nel vallone di Colombetti (in Anzasca) dai fascisti il 26 febbraio «Chiedo a tutti i detentori di campane religiose di suonarle per celebrare un avvenimento importante: la chiusura del processo durato un anno e mezzo» dice don Severino Cantonetti, parroco di Castiglione da 59 anni, proprio lui infatti fu chiamato a continuare l’opera di don Rossi. La beatificazione sarà decisa a Roma: tutti in valle Anzasca sperano ciò avvenga in tempi rapidi. «Un percorso - dice don Cantonetti- che potrebbe godere di una via preferenziale in Vaticano perchè don Rossi è un martire essendo un Caduto nella Resistenza. Il suo sacrificio dà valore alla storia dell'Ossola che può avere in lui il suo santo. Ha pagato di persona, è uno che ha testimoniato con il suo sangue». L'intenso lavoro della commissione diocesana è durato meno di due anni. Sono stati ascoltati trenta testi. Tra questi lo stesso don Cantonetti che oggi intende salutare la conclusione dell'istruttoria con questo semplice ma significativo invito a suonare le campane domenica 7 marzo. Esattamente pochi giorni dopo le celebazioni per il 59° anniversario dell'uccisione del giovane prete. L'ultima sessione del processo diocesano si chiuderà a Varallo Pombia, il paese natale di don Rossi, dove il 7 marzo verranno apposti i sigilli a tutta la documentazione raccolta che verrà trasmessa in triplice copia all'Archivio Storico Diocesano di Novara e all'Archivio della Congregazione delle Cause dei Santi a Roma. Da quel momento inizierà la seconda fase che si concluderà con un iter minuzioso previsto dalla Costituzione Apostolica Divinus Perfectionis Magister. A Varallo è anche stata aperta una mostra nella chiesa di San Giovanni che raccoglie tutto quanto legato alla memoria di don Rossi. Intanto si celebra domenica alle 15 presso la Sala Pusineri del Centro Internazionale di Studi Rosminiani a Stresa il decennale dell’apertura della causa di beatificazione di Antonio Rosmini con una conferenza dedicata al fondatore dell’Istituto della Carità. Relatore sarà Padre Eduino Minestrina, rettore del Colle Rosmini. Al termine della conferenza è prevista la visita della camera del filosofo presso il Centro Studi Internazionale Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

33 Il Resegone di Lecco/2 del 20 febbraio 2004
La famiglia religiosa rosminina è in festa in questa settimana. In tutt'Italia si celebra la Settimana rosminana, una serie di manifestazioni e convegni sulla figura di Antonio Rosmini, filosofo e teologo dell'Ottocento. Anche Cesana Brianza trova spazio nel cartellone nazionale di celebrazioni ufficiali. L'unica comunità di suore rosminiane della nostra zona farà festa alla scuola materna, luogo dell'impegno più diretto della comunità, presente qui ormai da più di settant'anni. Per genitori e bambini un pomeriggio di festa, giovedì 19, a conclusione di un itinerario dedicato alla chiesa e alla propria comunità parrocchiale. Semplici pensieri dei più grandi e un gioco in stile flipper renderanno più vicina a tutti la figura di Antonio Rosmini. Un semplice depliant illustrativo sarà distribuito, in due versioni, per bambini e genitori. La stessa operazione sarà ripetuta domenica 22, quando alla s. messa delle ore 10 si pregherà anche con le parole di Rosmini, di cui è in corso il processo di beatificazione. Per la comunità parrocchiale sarà anche l'occasione per valorizzare l'opera delle tre suore rosminiane attive in parrocchia. L'Amore per la Chiesa, caratteristica del pensiero del loro fondatore, lo testimoniano quotidianamente, non solo nell'educazione dei 59 bambini della scuola materna, ma anche nell'animazione parrocchiale. Volentieri le suore collaborano con i laici di Azione cattolica, proprio l'associazione indicata dai vescovi come canale privilegiato per far crescere la Chiesa. L'Acr e l'Ac adolescenti sono una realtà particolarmente vivace e attiva nella parrocchia di Cesana. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

34 Stampa diocesana Novarese 21 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

35 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Ansa RELIGIONE: SILVESTRINI, ROSMINI BEATO PER RIPROPORNE LO SPIRITO (ANSA) - ROMA, 21 FEB - Il coraggio di rischiare in politica, all'interno della chiesa e nell'esercizio della carita', e' ''il filo rosso'' del pensatore cristiano Antonio Rosmini, osteggiato in vita e considerato, ormai, un'anticipatore delle riforme del Concilio Vaticano II e del quale il postulatore spera sia non lontana la beatificazione. Questa l'indicazione emersa, oggi, da un convegno alla Basilica di San Carlo al Corso, promosso dal comitato per la beatificazione di Rosmini, insediato 10 anni or sono. Il sen. Giulio Andreotti ha ripercorso i successi e le sconfitte di Rosmini che era stato chiamato a Roma da Pio IX, su indicazione del regno del Piemonte. Quel papa voleva creare Rosmini cardinale e nuovo segretario di Stato, ma nel 1848, obbligato dall'avvento della Repubblica Romana a rifugiarsi a Gaeta, nel regno dei Borboni, non pote' realizzare quel suo proposito, anche perche' osteggiato dal segretario di Stato allora in carica il card. Antonelli. ''Rosmini in ogni caso - ha osservato Andreotti - rimase fedele e leale a Pio IX, che da parte sua gli voleva molto bene''. Il card. Achille Silvestrini si e' soffermato sul trattato ''Le cinque piaghe della Chiesa'' pubblicato da Rosmini nel 1848, condannato dal Sant'Uffizio nel 1849 per le sue tesi di riforma sociale ed ecclesiale e rivalutato, nel 1967 sotto Paolo VI. ''Rosmini certamente guardava con simpatia all'elezione dei vescovi fatta dal clero e con la semplice adesione dei fedeli, ma non considerava illegittimi i vescovi eletti in un'altra maniera''. Infatti ''in Rosmini - ancora Silvestrini - era centrale la preoccupazione che la Chiesa non subisse le intromissioni del potere politico, di quell'austriaco in particolare, e che restasse unita come corpo mistico''. ''La beatificazione di Rosmini - ha affermato - puo' essere un'occasione per riproporre al nostro clero e al popolo cristiano la sua profonda dimensione spirituale''. Giuseppe De Rita, direttore del Censis e molto vicino allo scomparso vescovo rosminiano mons. Clemente Riva (che si e' battuto per la riabilitazione di Rosmini) ha affermato ''un po' tutti come cattolici in politica di questi tempi ci siamo acquattati''. ''Bisogna recuperare - ha proseguito - nella sua ottica di un cattolicesimo liberale, la centralita' della persona e perfino un filosofo come Giovanni Gentile cavalco' a modo suo nel 1916 tranne a rimangiarsela 20 anni piu' tardi'', quando il regime fascista aveva il vento in poppa. ''Negli ultimi anni di vita - ha detto ancora De Rita - mons. Riva leggeva il filosofo ebreo Levinas e quello francese Derrida. Puntava infatti a saldare insieme l'attenzione della carita' con l'accoglienza all'estraneo venuto da fuori, a cercarvi il volto di Dio come sempre ha fatto Antonio Rosmini fin dai suoi tempi''. Infine, il rosminiano padre Claudio Massimiliano Papa, il postulatore che segue di fronte alla Congregazione per le cause dei santi il fascicolo della causa di Rosmini, ha parlato di una ''futura, speriamo prossima beatificazione''. (ANSA). 21-FEB-04 19:00 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

36 QUOTIDIANO DI CALABRIA 21 febbraio 2004
A Isola Capo Rizzuto settimana rosminiana ISOLA CAPO RIZZUTO - Culmineranno domani, con una messa solenne, le iniziative programmate nell'ambito della settimana rosminiana. Iniziative finalizzate all'obiettivo della beatificazione di Antonio Rosmini. In particolare, i padri, le suore e gli ascritti, nel corso della celebrazione religiosa, che si terrà alle 10,30, rinnoveranno i voti e le promesse. Seguirà un pranzo nel palazzo vescovile. E' prevista inoltre una conferenza sull'attualità di Rosmini in preparazione alla festa patronale. Per il 14, 15 e 16 maggio prossimi è in programma, infine, un incontro degli ascritti di Isola e della Sicilia a Trapani. La terza giornata verso la beatificazione di Antonio Rosmini si sta tenendo in Italia dal 14 al 22 febbraio. In una nota diffusa dalla commissione per la promozione della beatificazione del filosofo è detto: «Rosmini ha saputo cogliere il bisogno di autenticità che si annida nel cuore di ogni uomo». Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

37 La Stampa 3 21 febbraio 2004 A DOMO PER ROSMINI
Oggi Messa con il vescovo in Collegiata DOMODOSSOLA. Dopo la riflessione sulla spiritualità rosminiana e la celebrazione eucaristica di ieri pomeriggio al Sacro Monte Calvario, le manifestazioni dedicate ad Antonio Rosmini nell’anniversario di fondazione dell’Istituto della Carità proseguono oggi in città con l’intervento del vescovo. Alle 18 monsignor Renato Corti presiederà infatti la santa messa in Collegiata, che sarà animata dalle varie componenti delle realtà rosminiane presenti in Ossola. Altre iniziative sono in calendario sabato 28 febbraio e venerdì 5 marzo. p. ben. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

38 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
radioradicale Servizio registrato il 21 febbraio 2004 in occasione del convegno di Roma e successiva messa in onda Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

39 Il Corriere della Sera 1/4
edizione trentina IL CORRIERE DEL TRENTINO 21 febbraio 2004 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

40 Il Corriere della Sera 3/4 edizione trentina
(…segue) «In un periodo in cui Rovereto apparteneva alla sfera d'influenza degli Asburgo, e Vienna si aspettava dalla nobiltà locale il pieno sostegno alla politica imperiale, Rosmini, che era nobile e roveretano, parlava di Italia federale. E mentre nella Chiesa era pratica comune subire influenze secolari nella nomina dei vescovi (utilissimo strumento di controllo della popolazione), Rosmini disse che no, esse spettavano non all'ingerenza dell'autorità statale, bensì al Papa e al popolo. E questi sono solo due esempi del tipo di affermazione che Rosmini non temeva di fare». Pio IX, che lo teneva in grande stima, invitò Rosmini a «condurre gli uomini alla religione tramite la ragione»; lo portò a un soffio dal soglio cardinalizio (tanto da fargli acquistare il corredo per l'investitura), e poi lo abbandonò alle accuse dei gesuiti, suoi acerrimi nemici. Dopo la morte, nel 1888, quaranta proposizioni estrapolate dalle sueopere ne provocano la messa all'Indice e la condanna. Oggi, quell'uomo che incise il proprio credo nel testamento spirituale lasciato all'amico Manzoni («Adorare, Tacere, Godere») sta per essere beatificato: a cosa è dovuto un tale stravolgimento? «Per comprendere le vicende relative alla questione rosminiana - commenta Papa - bisogna collocarle nella giusta prospettiva storica. Rosmini era un uomo che poteva causare grossi fastidi, anche per la sua condotta integerrima: si pensi che perfino nel periodo in cui le sue opere erano al bando, nemmeno i suoi detrattori osarono mettere in dubbio la rigorosa rispondenza tra le acquisizioni intellettuali di Rosmini e le relative esplicitazioni nel quotidiano: questa virtù è ciò che lo rende meritevole della beatificazione». A monsignor Silvestrini spetterà il compito di sviscerare l'attualità del pensiero rosminiano. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

41 Il Corriere della Sera 2/4 edizione trentina
Osservandone il celebre dipinto - il sorriso mansueto, la nera veste sacerdotale, la postura composta e riservata - verrebbe da pensare a uno dei tanti prelati che per nascita o per ventura meritarono un ritratto. Invece Antonio Rosmini ( ) fu filosofo, teologo, scrittore prolifico e fine pensatore, ed ebbe vita ricca di avvenimenti, plausi e detrazioni. Condannato e riabilitato post mortem per le idee contenute nei suoi scritti, e attualmente alla soglia della beatificazione, Rosmini viene oggi celebrato con un incontro romano presso la basilica di San Carlo al Corso, nel cuore della capitale, politici e religiosi ne ricordano la figura. Giulio Andreotti e Francesco Cossiga, assieme al cardinale Achille Silvestrini e al postulatore padre Claudio Massimiliano Papa, discutono su una delle «Massime di perfezione cristiana» a lui dovute: «il coraggio di rischiare». Ma perché, a quasi due secoli dalla morte, l'illustre roveretano continua a suscitare l'attenzione generale? «Antonio Rosmini fu un personaggio singolare, di acutissimo intelletto - afferma il postulatore (che, incaricato di condurre il processo di beatificazione, è oggigiorno uno degli studiosi più aggiornati sul tema rosminiano, ndr). Si ribellò alle idee che riteneva superate, rischiando la propria fama, considerazione, posizione. Lottò, lui mite per carattere e per scelta, contro ciò che gli pareva non rendere giustizia alla società e alla Chiesa. L'incontro di oggi parla proprio di questo: della coerenza che un uomo di fede scelse di avere e di rispettare per una vita intera». Tra le ragioni che causarono la sua fortuna altalenante, prima ancora che le motivazioni religiose, vanno forse ricordate le idee politiche. In che modo Rosmini, intellettuale stimato dai grandi del suo tempo (tanto che Manzoni lo riconobbe come maestro) interferì nella politica di allora? (continua…) Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

42 Il Corriere della Sera 4/4 edizione trentina
(…segue) Il postulatore tratterà invece della dimensione prettamente spirituale delle sue opere. Quale sarà l'apporto individuale di Andreotti e Cossiga? «Giulio Andreotti è un profondo conoscitore dell'Ottocento. Non lo definirei un rosminiano; ma una sua panoramica sulla realtà storica e politica dell'epoca sarà un ottimo contributo. L'interesse di Cossiga per la nostra causa risale invece alla sua gioventù: ebbe come docente di filosofia del diritto Giuseppe Bozzetti, che apparteneva alla nostra Casa, e fu il primo presidente della Repubblica a citare Rosmini in un discorso ufficiale. Insomma, una devozione di lungadata». Elisabetta Curzel Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

43 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
La Stampa 4 22 febbraio 2004 STRESA Oggi al Centro Studi conferenza su Rosmini Dopo la santa messa presieduta ieri dal vescovo Renato Corti in Collegiata a Domodossola, si celebra oggi alle 15 nella Sala Pusineri del Centro internazionale di Studi Rosminiani a Stresa il decennale dell’apertura della causa di beatificazione con una conferenza dedicata a «Antonio Rosmini. Un grande amore per la Chiesa». Relatore sarà Padre Eduino Minestrina, rettore del Colle Rosmini. Al termine della conferenza è prevista la visita della camera dell’abate roveretano al Centro Studi Internazionale. l. g. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

44 La Repubblica 22 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

45 Liberazione 1/4 22 febbraio 2004
Intervista a padre Claudio Massimiliano Papa, postulatore della beatificazione del filosofo perseguitato a lungo dalla gerarchia. Le "Cinque piaghe della Chiesa", un testo scomodo al suo tempo. E oggi? Rosmini vede ancora lontano Prima o poi lo faranno beato ma per Rosmini il calvario è stato lunghissimo e, quanto alle idee di riforma della Chiesa, non è detto che sia concluso malgrado il Concilio Vaticano II, la citazione del suo nome nell'enciclica "Fides et ratio" di Giovanni Paolo II e infine quella Nota della Congregazione per la dottrina che, nel 2001, lo riabilitò sotto il profilo teologico, pur cercando di salvare capra e cavoli tra le condanne e le ambigue "dimissioni" pronunciate dall'Indice e dalla stesso Sant'Uffizio tra il 1849 e il Antonio Rosmini e la sua denuncia delle "Cinque piaghe della Chiesa": divisione tra clero e popolo, inadeguata formazione dei preti, privilegi dei vescovi, asservimento al potere politico, ricchezza ovvero servitù dei beni ecclesiastici; Rosmini e il suo cattolicesimo liberale coniugato alla modernità; il suo sogno politico risorgimentale negli anni di Pio IX; la sua idea di pluralismo anche in teologia: tutto questo suscitò reazioni violentissime nella curia conservatrice. Una "questione rosminiana" ha diviso la Chiesa fino al Vaticano II e al papa ad essa più sensibile, Paolo V. Claudio Massimiliano Papa, rettore a Roma della basilica Ss. Carlo e Ambrogio, fa parte dei padri rosminiani, i circa 400 religiosi che insieme alle più numerose suore, appartengono ai due istituti fondati dal sacerdote di Rovereto - ci sono inoltre i laici "ascritti" - ed è anche "postulatore" della beatificazione del filosofo (ora all'esame della Santa sede). Sogna di raggiungerla entro l'attuale pontificato e racconta che già papa Luciani, parlando con monsignor Clemente Riva, aveva condiviso il progetto, pur precisando che avrebbe dovuto realizzarsi «lentamente». Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

46 Liberazione 2/4 22 febbraio 2004
Dopo la nota della Congregazione per la dottrina considerate chiusa la questione rosminiana? La questione strettamente intesa si è conclusa felicemente. Rosmini ha ricevuto il riconoscimento che i padri rosminiani da oltre cento anni proponevano come soluzione. E' notevole il fatto che la Congregazione abbia scelto questa linea, riconoscendo che le 40 proposizioni condannate nel 1887, di fatto, non appartengono al pensiero di Rosmini perché estrapolate dal contesto. Non sa un po' di escamotage? No, è un'affermazione vera. Se invece vogliamo considerare il periodo dal 1848 al cioè fino al decreto "dimittantur" che liberò Rosmini da ogni considerazione erronea, prima della condanna "Post obitum" che fu invece un fulmine a ciel sereno -, appare evidente che Rosmini fu doppiamente scomodo, per la realtà politica e perché uomo capace di intuire l'evolversi dei tempi con un'anticipazione di un secolo sul Vaticano II. Eppure dal Concilio ci sono voluti altri 40 anni. Sì, è un limite ma anche un bene all'interno della Chiesa. Le posizioni rosminiane si ritrovarono già nella "Lumen gentium". Ma il passo della Chiesa è sempre attento. E' stata decisiva la citazione nella "Fides et ratio"? Anche. Rosmini è citato accanto ad altri pensatori. Ma è interessante che con quella enciclica la Chiesa non sposi più un solo sistema filosofico o teologico, apra invece alla cultura senza vincoli, ovviamente rispettando Scrittura, Tradizione e Magistero. Rosmini viene riconosciuto come protagonista di una tale apertura. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

47 Liberazione 3/4 22 febbraio 2004
Che cosa provocò maggiormente la persecuzione di Rosmini: la politica, la denuncia delle piaghe ecclesiastiche o i sospetti teologici? Le tre questioni sono legate. Sicuramente contò l'aspetto politico. Papa Pio IX amava Rosmini, lo volle con sé nel momento più difficile del 1848, lo accolse come plenipotenziario del Regno di Sardegna con la proposta di una federazione degli stati italiani. Ma l'Impero austriaco aveva al suo soldo il cardinale Antonelli, segretario di stato, riconosciuto in malafede dal Papa stesso. Quando fu in punto di morte, egli chiese l'estrema unzione ma Pio IX si limitò a mandargli la benedizione raccomandadogli di procurarsi un confessore. L'Antonelli si servì dei gesuiti che sono stati il braccio secolare della Chiesa, forse non con questo pontificato ma sicuramente fino ai suoi inizi, anche perché più numerosi di oggi. L'attuale generale della Compagnia di Gesù ha scritto espressamente che quei gesuiti agirono al di fuori e contro l'ubbidienza dei superiori. E il libro "Cinque piaghe"? E' un libro scomodo e il punto più scomodo è quello in cui Rosmini invita la Chiesa a liberarsi dall'equivoco nella nomina dei vescovi, sottraendola completamente dal controllo del potere politico. Propone anzi un metodo che sarebbe innovativo ancora oggi: la nomina di un vescovo in una diocesi dovrebbe avvenire contemporaneamente tra clero, popolo e autorità del pontefice. Era anche contrario a qualunque concordato. Sì, era contro ogni tutela della Chiesa che implica protezione ma anche una tassa da pagare. Era all'avanguardia su questo, così come nell'escludere una religione dello Stato. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

48 Liberazione 4/4 22 febbraio 2004
L'aspirazione di Rosmini all'incontro tra modernità e cristianesimo può dirsi risolta? Assolutamente no. Non è risolta a livello di formazione della persona su entrambi i versanti: della proposta spirituale tipica della Chiesa e dell'accettazione dei principi di verità e giustizia da parte dell'ambiente laicale. Il rapporto tra fede e ragione si inserisce in questo contesto. Qui sta la grande intuizione della "Fides et ratio". Le "Cinque piaghe" hanno cessato di essere scomode? No, ma più che altro non hanno finito di essere incomprese. Un punto importante è la formazione del clero, che oggi è più attento alle esigenze sociali che ad una reale formazione spirituale. E' vero che non si formano cristiani se non sull'uomo e sulla dignità della persona, ma nella formazione del clero si dà poca importanza alla preparazione religiosa, che non va confusa con l'indottrinamento di formulette ma è conoscenza di Dio. E i laici? Rosmini dà grande responsabilità ai laici, pur non piacendogli questo termine. Il laico non è solo "forza lavoro" ma responsabile all'interno della Chiesa mentre la funzione sacerdotale è recuperata nella sua sacramentalità. Questo distinguo e una piena partecipazione potrebbero aiutare molto la Chiesa di oggi. In che cosa può essere utile alla Chiesa la Famiglia rosminiana? Rosmini volle l'Istituto della carità a completo servizio della Chiesa. Oggi potrebbe inserirsi nel campo dell'opzione culturale di cui la Cei parla da dieci anni ma in definitiva non ho chiaro che cosa sia e come si realizzi. Nel frattempo, abbiamo visto la chiusura per varie ragioni delle scuole cattoliche. Fulvio Fania             Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

49 La Piazza di Erba (CO) del 22 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

50 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Adn Kronos/1 BEATI: CARD. SILVESTRINI, PRESTO LO SARA' ANTONIO ROSMINI = NEL CONVEGNO A ROMA PRESENTI ANCHE ANDREOTTI E COSSIGA Roma, 22 feb. - (Adnkronos) - Antonio Rosmini presto beato. E‘ l'augurio espresso dal cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali, nel corso del convegno organizzato oggi a Roma per celebrare il sacerdote e filosofo che a Domodossola fondo' l'Istituto di Carita' dei Rosminiani. ''Mi auguro - ha detto il cardinale Silvestrini – che Rosmini venga presto beatificato, cosi' da poter essere conosciuto nel mondo per la sua testimonianza di vita cristiana, vissuta nella fede, nella carita' vera e nella lealta'. Rosmini, ha proseguito ancora il cardinale, ''ci ha insegnato il perdono e l'amore, la carita' vera, quella fatta di gesti verso l'altro, senza attendere nulla in cambio. Quest'uomo di chiesa h insegnato l'accoglienza verso il fratello, il nemico. Non voleva che la Chiesa si concentrasse sulle questioni di potere, ma dedico' la sua esistenza a professare l'amore verso la spiritualita'''. Al convegno hanno preso parte anche il senatore a vita Giulio Andreotti, il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, il postulatore generale, padre Claudio Massimiliano Papa e il professore Giuseppe De Rita. 22-FEB-04 14:32 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

51 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Adn Kronos/2 NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE - LA CRONACA (2) (Adnkronos) - Roma - Antonio Rosmini presto beato. E' l'augurio espresso dal cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali, nel corso del convegno organizzato oggi a Roma per celebrare il sacerdote e filosofo che a Domodossola fondo' l'Istituto di Carita' dei Rosminiani. ''Mi auguro - ha detto il cardinale Silvestrini - che Rosmini venga presto beatificato, cosi' da poter essere conosciuto nel mondo per la sua testimonianza di vita cristiana, vissuta nella fede, nella carita' vera e nella lealta'. Rosmini, ha proseguito ancora il cardinale, ''ci ha insegnato il perdono e l'amore, la carita' vera, quella fatta di gesti verso l'altro, senza attendere nulla in cambio. Quest'uomo di chiesa ha insegnato l'accoglienza verso il fratello, il nemico. Non voleva che la Chiesa si concentrasse sulle questioni di potere''. (segue) (Sin/Pn/Adnkronos)22-FEB-0418:32 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

52 RADIO 1 RAI Notizia data nel corso della trasmissione Oggi 2000
Domenica 22 febbraio alle ore 11.30 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

53 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
La Padania 25 febbraio 2004 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

54 La Cittadella di Mantova del 28 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

55 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
L’Aurora Lomellina* Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

56 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Radio Maria* Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

57 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
SIR 1/2 del 27 febbraio 2004 ANTONIO ROSMINI Il coraggio di rischiare "Amo pensare che ad Antonio Rosmini piacesse l'immagine di Davide, colui che non volle vestire l'armatura di Saul, ma preferì combattere armato solo della sua fionda". Con quest'immagine il prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, card. ACHILLE SILVESTRINI, ha rievocato la figura del grande filosofo di Rovereto ( ), oggi servo di Dio, il cui pensiero, dopo la messa all'Indice di due opere nel 1849 e la condanna di quaranta proposizioni tramite il decreto "Post obitum" (1887), è stato definitivamente rivalutato nel 2001 con una Nota della Congregazione per la dottrina della fede. Il card. SiIvestrini è intervenuto nei giorni scorsi a Roma al convegno su "Il coraggio di rischiare" che, dedicato al fondatore dell'Istituto della Carità e delle suore della Provvidenza, ha concluso la terza edizione della "Settimana rosminiana" (14/21 febbraio) promossa, come di consueto, in tutta Italia e quest'anno caduta nel decennale dell'apertura del processo di beatificazione del sacerdote (cfr Sir 9/2003). I religiosi rosminiani nel nostro Paese sono circa 120, suddivisi in 20 case; le suore 320 in 37 case. Le due congregazioni (un migliaio di religiosi) sono presenti in tutti i continenti con compiti di educazione della gioventù nelle scuole, assistenza a disabili, poveri e anziani, cura pastorale e attività missionaria. S SPIRITUALITA' INCARNATA. "Una testimonianza di vita cristiana vissuta nella fede, nella carità vera e nella lealtà", quella di Rosmini: "la sua beatificazione, che auspico in tempi brevi – ha affermato il card. Silvestrini - può costituire un'occasione per farne conoscere la profonda spiritualità incarnata nella storia". Un uomo che "pagò a caro prezzo il coraggio di avanzare critiche e proposte che pensava potessero servire alla riforma della Chiesa", ha aggiunto il porporato riferendosi alla messa all'Indice di "Le cinque piaghe della Chiesa", trattato con il quale nel 1846 il sacerdote di Rovereto denunciava i mali dell'istituzione ecclesiastica del tempo (ravvisati dall'autore nella divisione del popolo cristiano dal clero, nell'insufficiente formazione di quest'ultimo, nella mancanza di unità fra i vescovi, nelle interferenze del potere secolare nella nomina dei vescovi e nella non povertà della Chiesa ndr.) e ne indicava i rimedi. Giacché, ha precisato il postulatore generale padre CLAUDIO MASSIMILIANO PAPA, "il rinnovamento della Chiesa si fondava per Rosmini sull'unità e la libertà della stessa. Una Chiesa in comunione sempre più profonda al suo interno, contro ogni piaga di divisione e disgregazione", e "una Chiesa libera da schiavitù e condizionamenti politici ed economici". "Gesù Cristo l'ha fatta libera e indipendente – affermava infatti il servo di Dio -. Essa non ha bisogno di protezioni dinastiche, ma di libertà". Di qui la necessità di "una Chiesa povera secondo lo spirito" che "nel pensiero di Rosmini - ha precisato Papa - non doveva essere necessariamente priva di beni, quanto piuttosto non schiava di essi". (continua) Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

58 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
SIR 2/2 del 27 febbraio 2004 (segue) IN MISSIONE DIPLOMATICA. "Negli anni della mia formazione universitaria nella Fuci non si parlava di Rosmini; la ragione, spesso un ordine di scuderia, stava nel fatto che parlando del sacerdote filosofo avremmo dovuto affrontare un argomento spinoso, una specie di difficile slalom", ha ricordato il senatore a vita GIULIO ANDREOTTI. "Rosmini è stato, però, un personaggio importante per la storia italiana nella fase conclusiva dello Stato Pontificio". Venuto a Roma nel 1848 su incarico del governo piemontese con l'intento di stabilire le basi di una Confederazione di Stati con a capo Pio IX per indurre il Papa ad allearsi in una guerra contro l'Austria, "Rosmini – ha spiegato Andreotti - urtò contro l'ambiguità di quel momento politico: il Papa 'innovatore', teoricamente sovrano assoluto, lo voleva creare cardinale e nominare segretario di Stato ma a comandare, in pratica erano in molti". Così, quando Pio IX, a seguito dell'avvento della Repubblica romana fu costretto a riparare a Gaeta nel Regno dei Borboni, il progetto del Papa non poté realizzarsi a causa delle opposizioni incontrate all'interno della curia. "La lealtà e la fedeltà di Rosmini al Pontefice - ha concluso il senatore a vita - non vennero, tuttavia, meno". IL FRUTTO DEL CORAGGIO. "Un cattolico autentico con il coraggio di rischiare sul piano religioso, ideologico e politico, convinto sostenitore di un'innovativa concezione di carità, al tempo stesso materiale, spirituale e intellettuale": questi i tratti della modernità di Rosmini evidenziati dal segretario generale del Censis, GIUSEPPE DE RITA. "Nessuno – ha detto - nella storia della Chiesa ha pagato così a lungo l'ostracismo della Chiesa stessa per averla esortata ad aprirsi, pur mantenendo la propria tradizione, al dialogo con il mondo moderno; eppure Rosmini ci ha insegnato che il coraggio di rischiare porta sempre frutto". a cura di Giovanna Pasqualin Traversa GLI ALLEGATI bll _ rtf (Allegato RTF) ACQUISIZIONE DOCUMENTO (TXT)  Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

59 La Stampa febbraio 2004 AL TEATRO DELLA CAPPUCCINA VA IN SCENA «AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA» Note classiche in onore di Rosmini Stasera concerto al Sacro Monte Calvario di Domodossola DOMODOSSOLA Doppio cartello con musica classica e teatro questa sera a Domodossola. In programma un concerto di musica classica al Sacro Monte Calvario ed una riproposizione integrale del musical di Garinei e Giovannini «Aggiungi un posto a tavola». L'appuntamento musicale prevede un concerto per pianoforte nella Sala Bozzetti al Sacro Monte Calvario, alle 21. Protagonista il maestro Gerardo Chimini che eseguirà musiche di Bach, Beethoven, Liszt, Wagner e Chopin. Chimini, che si è diplomato al conservatorio di Brescia con il maestro Conter, è tra i più affermati musicisti italiani ed europei. Ha tenuto concerti in Italia e all'estero e ha registrato concerti per le più importanti testate televisive e per Radio Australian Sydney. Ha inciso un Cd con musiche di Liszt. Attualmente insegna al conservatorio di Brescia. La serata si svolge nell'ambito della stagione concertistica promossa dalla Cappella musicale del Sacro Monte Calvario e dall'Istituto della Carità dei Padri rosminiani. L'ingresso è gratuito. La rassegna ha pure in programma venerdì prossimo, alle 21, una tavola rotonda su «Artisti e poeti del '600 e del '900 interpreti della Passione di Cristo». Alla serata interverranno Renata Lollo, Carlo Carena e Roberto Cicala. Seguirà poi l'illustrazione del messaggio teologico del Santuario guidata da Tullio Bertamini. Ci sarà, inoltre la declamazione del «Gran Grido di Clemente Rebora». La Cappella musicale eseguirà brani di musica sacra del Tempo di Passione. Sempre alle 21, al Teatro della Cappuccina in via San Francesco va in scena «Aggiungi un posto a tavola». Sul palcoscenico la «Compagnia degli imbarcati», un laboratorio teatrale fondato dagli ex alunni dell'Istituto comprensivo «Casetti» di Crevoladossola per proseguire l'esperienza di recitazione intrapresa a scuola. Lo spettacolo è organizzato da Radio Esse Effe e dal Kiwanis Club di Domodossola e si avvale del patrocinio del Comune di Domodossola. Il biglietto per l'ingresso è a 5 euro. f. r. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

60 Vita Ecclesiale 28 febbraio 2004 - Stampa diocesana Novarese
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

61 La Nuova Scintilla di Chioggia 1/3 29 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

62 La Nuova Scintilla di Chioggia 2/3
Convegno a Roma nel decennale dell’apertura del “processo” Il card. Silvestrini si augura che Antonio Rosmini sia presto Beato Il 21 febbraio si è svolto a Roma un importante convegno per celebrare Antonio Rosmini (ordinato prete, com’è noto, proprio a Chioggia) nel decennale dell’apertura del processo di beatificazione e a conclusione della terza settimana rosminiana. Il convegno sul tema “Antonio Rosmini, il coraggio di rischiare” ha, di fatto, chiuso una settimana di intensi festeggiamenti in tutta Italia. Tra i relatori, il senatore Giulio Andreotti, il cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali, il professor Giuseppe De Rita e il postulatore generale, padre Claudio Massimiliano Papa. Gli interventi hanno tracciato un profilo completo di un personaggio eccezionale che “mi auguro – ha detto, in sintesi, il Cardinale Silvestrini – venga presto beatificato, così da poter essere conosciuto nel mondo per la sua testimonianza di vita cristiana, vissuta nella fede, nella carità vera, nella lealtà. Rosmini ci ha insegnato il perdono e l’amore, la carità vera, quella fatta di gesti verso l’altro, senza attendere nulla in cambio. Quest’uomo di Chiesa ha insegnato l’accoglienza verso il fratello, il nemico. Non voleva che la Chiesa si concentrasse sulle questioni di potere, ma dedicò la sua esistenza a professare l’amore verso la spiritualità. Pagò molto il suo coraggio, il coraggio di dire le cose, di proporre critiche che pensava potessero servire alla Chiesa di allora per migliorare. Un coraggio che lo portò a pubblicare le famose “Cinque Piaghe”, un monito verso i mali della Chiesa di allora, nella prima metà del Fu un grande personaggio, a cui oggi dobbiamo molto”. (continua) Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

63 La Nuova Scintilla di Chioggia 3/3
(segue) Anche il senatore Andreotti ha sottolineato la grandezza del personaggio legato per un periodo della sua vita anche a Roma. “Negli anni della mia formazione universitaria, nella Fuci, di Rosmini non si parlava; la ragione, spesso un ordine di scuderia, stava nel fatto che parlando di Rosmini avremo dovuto affrontare l’argomento impegnandoci in una specie di slalom difficile. Rosmini però è un personaggio importante per la storia italiana, nel momento finale dello Stato Pontificio. La Roma del 1848 era particolare per i suoi fermenti; Pio IX era stato eletto nel 46 abbastanza facilmente anche se nelle prime due votazione del conclave c’era stato il vantaggio a favore di un altro cardinale che pagò però il fatto di essere straniero, era nato in Liguria e barnabita. Questa era la situazione del tempo: di fronte un’Italia frammentata e il potere Pontificio nel mezzo. Pio IX fu un innovatore; probabilmente aveva moltissime virtù, ma di prudenza non ne aveva in modo eccessivo; si gettò nella modernizzazione: l’amnistia, l’abbattimento delle mura del ghetto, la legge sulla stampa, e altre novità realizzate con celerità straordinaria. Rosmini venne a Roma e qui urtò contro l’ambiguità di quel momento: chi comandava teoricamente, il papa, era un sovrano assoluto, ma in pratica comandavano in molti. Rosmini, in riferimento al potere temporale, voleva trovare una formula che consentisse di avere una pluralità di stati, di modo che, liberandosi dall’Austria, il granducato di Toscana, lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie potessero convivere: Rosmini è un vero costituzionalista. Per il suo valore arrivò a essere cardinale in pectore (credo si possa usare questa espressione), ma la sua critica alla Chiesa, le Cinque Piaghe, lo resero inviso a gran parte del Clero. Penso che veramente Rosmini era un uomo politico di eccezionale intelligenza”. “Rosmini ebbe davvero il coraggio di rischiare di essere un vero cattolico, mostrò il coraggio di rischiare dentro la Chiesa – ha detto nell’introduzione al convegno il professor De Rita - ; ciò che disse Rosmini nelle Cinque Piaghe della Chiesa, è una serie di cose oggi del tutto accettata. Nessuno nella storia della Chiesa ha pagato così a lungo l’ostracismo della Chiesa ufficiale: introdusse una logica di policentrismo ideologico, un percorso faticoso, complicato, ed oggi capisco che la Chiesa si ritrova di fronte a un policentrismo teologico religioso planetario, con il confronto con le altre religioni e le altre confessioni. Fu coraggioso nel promuovere il concetto della carità e dell’amore. Una carità materiale, intellettuale e spirituale con diversi tipi di approccio. Rosmini ha rischiato sul piano politico, religioso, ideologico. Il grande insegnamento che ci ha lasciato è che il coraggio di rischiare in chi lo esercita porta frutto”. Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

64 Il Nostro Tempo Torino 1/3 del 29 febbraio 2004
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

65 Il Nostro Tempo Torino 2/3 del 29 febbraio 2004
La terza settimana rosminiana, organizzata in occasione del decennale dall’apertura del processo di beatificazione, si è chiusa con il migliore degli auspici: “Mi auguro che Antonio Rosmini – ha detto, in sintesi, il cardinale Achille Silvestrini, nel corso del convegno che si è svolto a Roma sabato scorso – venga presto beatificato, così da poter essere conosciuto nel mondo per la sua testimonianza di vita cristiana, vissutà nella fede, nella carità vera, nella lealtà. Rosmini ci ha insegnato il perdono e l’amore, la carità vera, quella fatta di gesti verso l’altro, senza attendere nulla in cambio”. La sensazione è che davvero qualcosa si stia muovendo, che il cammino di beatificazione di Rosmini, servo di Dio, sia prossimo ad un nuovo passo in avanti. La causa è giunta il 23 gennaio 2003 alla stampa e alla consegna della Positivo, 4693 pagine, alla Congregazione per le cause dei santi; il 1 luglio 2002 il relatore aveva approvato e firmato la Positivo; il 3 luglio del 2001 vi era stato il rilascio del Nihil Ostare. La sensazione viene anche dalla grande partecipazione agli appuntamenti organizzati in tutta Italia dalla Commissione per la promozione della beatificazione della causa di beatificazione del fondatore dell’Istituto della Carità. Da Susa a Torricella, in Puglia, da Milano a Roma, passando per numerose località del Veneto, della Calabria e della Sicilia. Ovunque sale gremite da persone attente, fiduciose che quel “Coraggio di rischiare – tema scelto per quest’anno per tutte le manifestazioni – in chi lo esercita porta frutto”, come ha detto il professor Giuseppe De Rita durante il convegno di Roma, nella Basilica di San Carlo al Corso. Che Rosmini sia ormai un personaggio del tutto riabilitato agli occhi dell’opinione pubblica e della Chiesa, dopo anni di vera e propria persecuzione, lo dimostrano anche i nomi dei personaggi importanti che quest’anno hanno preso parte alle manifestazioni mostrando il loro favore per la beatificazione: dal senatore Giulio Andreotti, agli ex presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro; il primo, pur impossibilitato a partecipare personalmente al simposio di Roma, ha mandato una lettera per manifestare il suo amore verso il fondatore; dal cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali, al professor Giuseppe De Rita. E poi ancora il professor Fulvio De Giorgi, lo scrittore e giornalista Angelo Montonati, relatori, nei giorni precedenti, al convegno di Milano. “Rosmini fu un autentico profeta ha detto Montonati – non capito, perseguitato, screditato; giunto a un passo dall’essere cardinale, aveva già comprato i cavalli, gli abiti e la carrozza per la cerimonia, si trovò di fronte l’ostracismo clericale di allora che lo mise all’indica proprio per il suo coraggio di rischiare, quando scrisse e,in seguito, pubblicò le Cinque piaghe della Chiesa, profonde critiche verso il sistema di allora che vennero prese come un’offesa, ma che trovarono nel Concilio Vaticano II piena accettazione, diversi anni più tardi” (continua) Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

66 Il Nostro Tempo Torino 3/3 del 29 febbraio 2004
(segue) Anche il senatore Andreotti ha sottolineato la grandezza del personaggio legato, per un certo periodo della sua vita anche alla città di Roma. “Negli anni della mia formazione universitaria nella Fuci di Rosmini non si parlava – ha raccontato Andreotti - ; la ragione, spesso un ordine di scuderia, stava nel fatto che parlando di Rosmini avremo dovuto affrontare l’argomento impegnandoci in un specie di slalom difficile. Rosmini però è un personaggio importante per la storia italiana, nel momento finale dello Stato Pontificio. Quando giunse nella capitale, Rosmini si trovò di fronte una situazione era particolare per i suoi fermenti; Rosmini venne a Roma e qui urtò contro l’ ambiguità di quel momento: chi comandava teoricamente il Papa era un sovrano assoluto, ma in pratica comandavamo in molti. Penso che veramente Rosmini è stato un uomo politico di eccezionale intelligenza”. La fermezza di Rosmini nel proclamare il primato della Chiesa è racchiusa nelle parole del postulatore generale, padre Claudio Massimiliano Papa: “Al fondo di ogni suggerimento rosminiano di rinnovamento è evidente che vi è una visione del Cristianesimo come religione e come fede. In ciò Rosmini si differenzia dal «cristianesimo politico» del Gioberti e dal «cristianesimo sociale» del Tommaseo. Questi scrittori risentono di influssi dei loro contemporanei d’oltre alpe, «i quali parlano umanamente della cristiana religione...: vogliono evitare tutto il soprannaturale, almeno tacendolo, se non negandolo: niente miracoli, niente misteri, niente grazia divina, che è propriamente la vita della fede nostra; confondono la vera rigenerazione dell’uomo che viene operata da Cristo in un attimo nel battesimo, con ciò che essi chiamano impropriamente rigenerazione, intendendo con questa parola il successivo incivilimento nazionale o sociale che si opera col decorso dei secoli”. Rosmini non amava i compromessi, per questo quello che oggi chiamiamo coraggio, allora venne definito irriverenza. Dario Bolis Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

67 Il Messaggero di Sant’Antonio 1 Edizione marzo 2004. Pag 46
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

68 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
La Sicilia* Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

69 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
L’Ortobene* Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

70 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
30Giorni* Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

71 Il Giornale del Piemonte*
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

72 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Alice.it Appuntamenti ... Sabato 14 febbraio 2004 Cinema Palestrina, via Palestrina 7 - Ore 15:45 Convegno Antonio Rosmini: il coraggio di rischiare Con Fulvio De Giorgi, Angelo k - Copia cache - Pagine simili Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

73 Domodossola 6 marzo 2004 – Stampa diocesana novarese
Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

74 Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004
Mondo e Missione Pime Già accordata intervista per il prossimo numero Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

75 Il Messaggero di Sant’Antonio/2*
Edizione di aprile (servizio in uscita sul prossimo numero) Rassegna Stampa: febbraio/marzo 2004

76 FINE la rassegna verrà aggiornata definitivamente appena possibile
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