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BES: Il quadro normativo Palazzo Medici-Riccardi, Firenze 18 ottobre 2013 Relatore: Maria Patrizia BETTINI e-mail: mariapatrizia.bettini@istruzione.it.

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1 BES: Il quadro normativo Palazzo Medici-Riccardi, Firenze 18 ottobre 2013
Relatore: Maria Patrizia BETTINI

2 “Io non mi lascerei mai accollare un bambino malaticcio e cachettico, dovesse pur campare ottantanni. Non ne voglio sapere di un allievo sempre inutile a se stesso e agli altri, unicamente occupato nello sforzo di sopravvivere, e il cui corpo pregiudichi l'educazione dell'anima. Che otterrei proponendogli invano le mie cure, se non raddoppiare la perdita della società e sottrarle due uomini al posto di uno? Che altri venga in vece mia a occuparsi di questo infermo: lo approvo e lodo la sua carità; ma io non posso farlo, non sono capace di insegnare a vivere a chi è costantemente assillato dalla preoccupazione di sottrarsi alla morte”. Emile di Rousseau (1762)

3 “La via italiana all’inclusione scolastica”
Perché ci troviamo qui? Seminario Nazionale “La via italiana all’inclusione scolastica” Roma, 6 dicembre 2012

4 Perché ci troviamo qui? Direttiva del 27 Dicembre 2012, firmata dal MINISTRO Profumo dal titolo: «Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica.»

5 Note successive Circolare n. 8 del 6 marzo 2013
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative Nota 1551 del 27 giugno 2013 Oggetto: Piano Annuale per l’Inclusività – Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013

6 BES Bisogni Educativi Speciali SEN Special Educational Needs

7 Sono una MACROCATEGORIA
Chi sono i BES? Sono una MACROCATEGORIA Sono alunni/studenti che, oltre ai BISOGNI EDUCATIVI NORMALI, presentano dei BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

8 Bisogni Educativi Normali
Sviluppo delle competenze; Appartenenza sociale; Identità autonoma; Valorizzazione ed autostima; Accettazione; Altri…

9 Definizione di Ianes Il concetto di Bisogno Educativo Speciale è una macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educative-apprenditive degli alunni, sia le situazioni considerate tradizionalmente come disabilità mentale, fisica, sensoriale, sia quelle di deficit in specifici apprendimenti clinicamente significative, la dislessia, il disturbo da deficit attentivo, ad esempio, e altre varie situazioni di problematicità psicologica, comportamentale, relazionale, apprenditiva, di contesto socio-culturale, ecc. Da Ianes, Macchia, «La didattica per i Bisogni Educativi Speciali», Erickson,

10 Perché tanta attenzione?
Per lavorare con i Bisogni Educativi Speciali si ha bisogno di competenze e risorse speciali, migliori, più efficaci.

11 Cosa è successo nelle scuole…

12 Come riconoscere un alunno BES?

13 Come “certificare” l’alunno è BES?

14 PDP e PAI

15 Cambiamento

16 QUALE OBIETTIVO HANNO QUESTI DOCUMENTI
SCUOLA INCLUSIVA: per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”

17 CHI SONO i BES

18 Classificazione dei BES nella Direttiva 27 dicembre 2012
I BES si dividono in 3 macrocategorie: disabilità; disturbi evolutivi specifici; svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

19 Dario Ianes – Università di Bolzano
Bisogni Educativi Speciali Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva del funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, dovuta all’interazione dei vari fattori di salute secondo il modello ICF dell’OMS, e che necessita di educazione speciale individualizzata.

20 OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
Rileva e compara i differenti sistemi scolatici del panorama internazionale; La categoria BES acquisiscono significati e valenze diverse a seconda dei Paesi (ad es. i «talentuosi» non sono sempre compresi); Per permettere un confronto è stata acquisita la definizione di BES presente nell’ISCED 97, International Standard Classification of Education – Classificazione internazionale standard dell’educazione

21 OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
definizione di BES presente nell’ISCED 97 : si parla di BES allorché si attivano risorse aggiuntive (pubbliche e/o private) destinate a sostenere le scuole nell’aiutare alcuni alunni con difficoltà ad accedere al programma educativo. Le risorse messe a disposizione non devono essere per forza finanziarie, possono essere anche materiali (supporti specifici, ausili, etc.) o di personale (docente di sostegno, educatore, etc.).

22 OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
3 macrocategorie: Alunni svantaggiati hanno un background socioeconomico problematico o semplicemente differente sotto l’aspetto linguistico e/o culturale da quello delle classi di accoglienza (ad esempio i bambini stranieri) Alunni con difficoltà presentano problemi emotivi e comportamentali o disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). I problemi principali nascono dall’interazione fra lo studente ed il contesto educativo. Alunni disabili hanno difficoltà educative causate da basi organiche

23 Cosa è cambiato? È cambiato il quadro epistemologico e metodologico di riferimento; Cambiamento della categoria di riferimento: si parla di persone e non di disabili; I BES non sono una categoria clinica, ma una lente prospettica;

24 Panorama INTERNAZIONALE
1989 Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia Art. 23 «I Bambini, ragazzi e adolescenti mentalmente o fisicamente disabili devono condurre una vita piena e decente, in condizioni che garantiscano la loro dignità, favoriscano la loro autonomia e agevolino una loro attiva partecipazione alla vita della comunità»

25 Panorama INTERNAZIONALE
1994 Standard Rules for the Equalization of Opportunities (documento adottato dall’Assemblea delle Nazioni Unite) Regola 6: pari opportunità di istruzione per i bambini, gli adolescenti e gli adulti con disabilità nell’ambito di ambienti integrati

26 Panorama INTERNAZIONALE
2000 Forum mondiale sull’Istruzione di Dakar Raccomanda di offrire e sostenere un’istruzione gratuita, obbligatoria ed universale

27 Panorama INTERNAZIONALE
2001 Dichiarazione di Salamanca sul Diritto di Istruzione La Dichiarazione di Salamanca afferma che ogni bambino ha il diritto fondamentale all’istruzione e che i bisogni di educazione speciale derivano dalle disabilità o dalle difficoltà di apprendimento; La dichiarazione suggerisce una pedagogia centrata sul bambino

28 Panorama INTERNAZIONALE
2006 Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità Preambolo: «(…) i bambini con disabilità dovrebbero poter godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in condizioni di eguaglianza rispetto agli altri bambini, richiamandosi agli obblighi assunti in tal senso dagli Stati Membri della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia (…)»

29 ICF International Classification of Functioning, disability and Health
Cos’è l’ICF? È una classificazione della disabilità redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2002 che propone un nuovo approccio concettuale che parte dallo stato di salute e funzionamento piuttosto che di disabilità e patologia.

30 ICF Perché l’ICF? Necessaria una classificazione che acquisisse i fondamenti dei diritti umani presenti nei documenti citati

31 La chiave concettuale per descrivere la condizione della persona
ICF La chiave concettuale per descrivere la condizione della persona IL FUNZIONAMENTO

32 Diverse condizioni di salute e funzionamento

33

34 L’Handicap isola l’individuo e puntualizza le mancanze

35

36 L’interazione tra persona e ambiente è caratterizzata da “reciprocità”
Disabilità sociale L’interazione tra persona e ambiente è caratterizzata da “reciprocità”

37 Il funzionamento è il risultato di un’interazione tra persona e ambiente
L’ambiente può agire come facilitatore o come barriera

38

39

40 ICF si possono individuare alcune origini e relazioni causa di BES
Condizioni fisiche (Ospedalizzazioni, lesioni, fragilità…); Contesto Ambientale (famiglia; pregiudizi ed ostilità culturali, difficoltà socio economiche, ambienti deprivati e deprivanti…); Fattori Contestuali personali (problemi emozionali; problemi comportamentali; scarsa autostima; scarsa motivazione…); Strutture corporee (mancanza di arti, mancanza o anomalie in varie parti anatomiche…); Funzioni corporee (difficoltà cognitive, difficoltà sensoriali, difficoltà motorie…); Attività personali (Apprendimento; applicazione delle conoscenze, pianificazione delle azioni, autoregolazione, comunicazione/linguaggi…) Partecipazione sociale

41 Due colonne portanti OCSE OMS
Organizzazione Mondiale per la Sanità OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico Metodo di classificazione ICF International Classification of Functioning, Disability and Health Riconoscimento dei BES Bisogni Educativi Speciali - Metodi di classificazione - Aspetto sociale della disabilità - Stato di salute (funzionalità residue) 3 macrocategorie: - Alunni svantaggiati; - Alunni con difficoltà; - Alunni disabili.

42 L’ICF nella scuola Italiana
Intorno all’alunno disabile Gruppo del PEI: equipe multidisciplinare, composta da: Genitori, Docenti, neuropsichiatri, specialisti, operatori sociali, educatori specialisti Strumenti: Attestazione di Handicap, Diagnosi funzionale, Profilo dinamico funzionale, Piano educativo individualizzato Lavorare sulle «Capacità residue» e sulle «potenzialità esprimibili» ICF quale opportunità di aggiornamento e unificazione del linguaggio ! DPR 24 febbraio 2004

43 A carattere Nazionale

44 Bisogni educativi speciali tipologie
Istituzionalizzati Handicap Stranieri DSA ADHD Non istituzionalizzati disagio Apprendimenti precoci

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46 Piramide BES La piramide è stratificata.
La normativa valida per i livelli più bassi è applicabile a tutti i livelli sovrastanti. Più alto è il livello e più specifico è il bisogno e maggiore è l’entità delle risorse impiegate in termini di fondi aggiuntivi, materiali, strumenti e personale. Non solo, all’ aumento del livello piramidale corrisponde una maggiore flessibilità e adattamento della normativa in ordine agli obblighi scolastici (frequenza, esami, verifica) e all’offerta formativa

47 Costituzione Art. 3 : “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Art. 34: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”.

48 Personalizzazione ed Individualizzazione
Nel D.P.R. 275 del 1999, si parla di interventi di educazione, formazione e istruzione adeguati alle "caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti". La Legge 10 febbraio 2000, n. 30, "Legge quadro in materia di riordino dei cicli d’istruzione" individua le finalità del sistema educativo di istruzione e di formazione nella crescita e nella valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno.

49 La Legge 30 marzo 2003, n. 53, la cosiddetta "riforma Moratti" avvia un inter che pone come elemento cardine la centralità dello studente ed il passaggio dai programmi uguali per tutti alla scuola dei percorsi personalizzati. La norma richiama la responsabilità progettuale ed educativa della scuola, dei genitori e del territorio nel definire i piani formativi che devono essere rispettosi delle caratteristiche individuali.

50 La Legge 30 marzo 2003, n. 53 disegna la scuola quale un servizio istituzionale che deve individuare ciò che è bene per ciascuno dentro i confini di ciò che è ritenuto bene per l’intera società nazionale e la cui determinazione è affidata dalla Costituzione allo Stato e alle intese che esso stabilisce con le Regioni

51 nell’allegato D –Profilo finale dello studente del Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n. 59: "Il processo educativo individuale (…) ha inizio con la vita e cessa solo con essa, in una continua dinamica di conquiste e possibili involuzioni, sicché nulla è mai guadagnato una volta per tutte e nulla è mai perduto per sempre. Tale certezza costituisce anche un potente fattore di incoraggiamento e di fiducia nelle proprie capacità, a partire da coloro che sono "diversamente abili". Non esiste, del resto, alcuna situazione di handicap che possa ridurre l’integralità della persona a qualche suo deficit. Nessuna persona è definibile per sottrazione.".

52 Costituzione Italiana
Legge 104 del 1992 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate." Direttiva 27 dicembre 2012 2007- “La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri” legge nº 170/2011 Legge 10 febbraio 2000, n. 30, “Legge quadro in materia di riordino dei cicli d’istruzione” Costituzione Italiana Art. 3, art. 34

53 Alunni stranieri - Riferimenti normativi essenziali
C.M. n. 2 dell’8 gennaio 2010 Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana Documento d’Indirizzo La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri - Ottobre 2007 C.M. n. 24 del 1 marzo 2006 Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri Patrizia Bettini - USR per la Toscana - 29/03/2017

54 Alunni DSA - Riferimenti normativi essenziali
Legge 8 ottobre 2010, nº 170 «Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico» Decreto n del 12 luglio 2011 norme attuative della L. 170/2010 «Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento» parte integrante del

55 Incontri di sintesi sui BES
Conferenza dei referenti regionali H dell’8 maggio 2013; Seminario nazionale CTS del 7/9 giugno 2013

56 Quadro normativo suddiviso in
Individuazione della "platea"; Strumenti di pianificazione didattica; Strumenti didattici

57 Individuazione della platea
Disabili; DSA; Altri BES

58 Individuazione della platea
Disabili (individuati con certificazione medica con commissione medico-legale come da legge 104/1992 e da DPCM 185/2006); DSA (individuati con diagnosi del servizio sanitario nazionale come da legge 170/2010 e Linee Guida regionali approvate con delibera n del dicembre 2012)

59 Individuazione della platea
Altri BES ( "Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso.")

60 Strumenti di pianificazione didattica
Disabili - PEI; DSA - PDP; Altri BES - PDP

61 PDP Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico- strumentale.

62 Strumenti didattici Disabili - Pei - insegnante di sostegno... Possono cambiare le competenze in uscita DSA - PDP rivedibile ma non temporaneo - personalizzazione ed individualizzazione - strumenti dispensativi e compensativi - non cambiano le competenze in uscita Altri BES - rivedibile e temporaneo - personalizzazione ed individualizzazione - strumenti dispensativi e compensativi - non cambiano le competenze in uscita

63 Strumenti didattici

64 PAI: Piano Annuale dell’Inclusività
CM n. 8 del marzo 2013 Nota prot. n del giugno 2013

65 Piano Annuale dell’inclusività
POF (DPR n. 275/99) Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia PAI (C n.8/2013 e Nota prot. n 1551/2013) un elemento di riflessione nella predisposizione del POF, di cui il P.A.I. è parte integrante

66 Piano Annuale dell’inclusività
NON è UN ULTERIORE ADEMPIMENTO BUROCRATICO È uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi


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