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Presentazione sul tema: "per iniziare qui Clicca Significato del termine AutoriOpere."— Transcript della presentazione:

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4 Significato del termine AutoriOpere

5 Thomas Moore Tommaso Campanella Thomas Hobbes Francis Bacon

6 Utopia La città del sole Il Leviatano La Nuova Atlantide

7 La societàLa religione LeconomiaLa famigliaLe istituzioni La comunione dei beni

8 Descrizione della città I reggitori della città Comunismo di beni e di affetti La giustizia LeducazioneLa religione

9 Il sole Il peccato originale Un sacrificio incruento Limmortalità La preghiera La difesa dellisola

10 La famiglia Il fine dell ' istituzione Il sapereCriticheDioLa società

11 Il metodo Lo stato di natura Il contratto Il titolo dellopera Il punto di partenza Lo stato civile

12 Utopia è un termine greco, anche se non furono i Greci a coniarlo, ma un pensatore cristiano vissuto in età rinascimentale, Tommaso Moro che giocò sulla bivalenza del termine: esso infatti, può derivare tanto dal greco (luogo che non cè), quanto da (bene) + (luogo felice); in un certo senso, comunque, i due significati erano compresenti nellaccezione in cui Moro intendeva la sua isola fantastica, visto che essa era sì un luogo inesistente nella realtà, ma anche un luogo felice, in cui regnava la concordia e la pace tra gli uomini.

13 Al centro dell' intera società utopica Al centro dell' intera società utopica Bacone mantiene la famiglia, la cui prosperità diventa un affare di stato, quasi come a dire che questo grande progetto utopico deve essere realizzato partendo dal privato, dai piccoli amori domestici, per poi coinvolgere, estendersi e trasformarsi in universale. Bacone allontanato dalla vita politica, non può far altro che rifugiarsi in una costruzione statale che sa bene inattuabile, ma che egli desidera.

14 E' una società radicalmente diversa rispetto a quelle allora conosciute, ma tuttavia ha qualcosa in comune : le lingue che si parlano a Bensalem, ad esempio, sono il greco, l' ebraico, il latino e lo spagnolo.

15 La divinità che essi adorano é la stessa. Tutto ciò che gli abitanti di Bensalem si vedono intorno lo attribuiscono a Dio, lo vedono come vera signacula Creatoris : gli scienziati che reggono la città possono estendere il loro dominio sulla realtà, trasformarla, alterarla, imitarla, riprodurla, soltanto in quanto la conoscono secondo verità, secondo il suggello su di essa imposto da Dio.

16 Il fine dell ' istituzione é la conoscenza delle cause, movimenti e forze interne alla natura, e l' estensione dei confini del potere umano ad ogni cosa possibile ", dove si fanno preparati medicinali, si riproducono i fenomeni atmosferici, si generano artificialmente gli insetti, si depura l' acqua salata per renderla dolce, si prolunga la vita dell' uomo, si elaborano strumenti tecnici all' avanguardia, si edificano torri altissime ( addirittura mezzo miglio di altezza ), si creano pozioni e acque nutrientissime, si sperimentano sugli animali ogni sorta di veleni per meglio provvedere alla salute del corpo umano... il tutto senza l' apporto della matematica.

17 Non é una democrazia. La politica non é fatta solo di scelte tecniche come pare intenderla Bacone nella Nuova Atlantide : se si ha al governo un medico, per dire, ed egli con le sue competenze tecniche proibisce il fumo da medico avrà senz' altro agito benissimo, ma non é detto che da politico abbia agito altrettanto bene : sono due aspetti in fin dei conti piuttosto distinti la tecnica e la politica. In Bacone é fortissima la convinzione che il governo stesso debba essere in mano agli scienziati, i quali devono governare in funzione del benessere dei cittadini.

18 La scienza cui Bacone fa riferimento non é certo quella di matrice aristotelica che vedeva nel sapere in sè un valore : la scienza, per valere qualcosa, deve essere orientata all' azione, deve poter avere influssi sulla realtà stessa, apportando modifiche e innovazioni utili per l' uomo. Ma perchè questo avvenga non basta che ci siano scienziati al lavoro : essi devono proprio essere i capi dello Stato, devono avere pieno potere politico, proprio come nella città utopica di Bensalem : al potere non sono i filosofi di Platone, interamente proiettati nel mondo delle idee e nell' osservazione del Bene, bensì gli scienziati che operano a tutti gli effetti sulla realtà.scienziati

19 Sorge nell'alta campagna un colle, sopra il quale sta la maggior parte della città; ma arrivano i suoi giri molto spazio fuor delle radici del monte, il quale è tanto, che la città fa due miglia di diametro e più, e viene ad essere sette miglia di circolo; ma, per la levatura, più abitazioni ha, che si fosse in piano. La città è distinta in sette gironi grandissimi, nominati dalli sette pianeti, e s'entra dall'uno all'altro per quattro strade e per quattro porte, alli quattro angoli del mondo spettanti; ma sta in modo che, se fosse espugnato il primo girone, bisogna più travaglio al secondo e poi più; talché sette fiate bisogna espugnarla per vincerla. Ma io son di parere, che neanche il primo si può, tanto è grosso e terrapieno, ed ha valguardi, torrioni, artelleria e fossati di fuora.colle (La città del sole, Tommaso Campanella)

20 Un Principe Sacerdote tra loro, che s'appella Sole, e in lingua nostra si dice Metafisico: questo è capo di tutti in spirituale e temporale, e tutti li negozi in lui si terminano. Ha tre Principi collaterali: Pon, Sin, Mor, che vuol dir: Potestà, Sapienza e Amore. Il Potestà ha cura delle guerre e delle paci e dell'arte militare; ha cura di guerrieri, soldati, munizioni, fortificazioni ed espugnazioni. Il Sapienza ha cura di tutte le scienze e delli dottori e magistrati dell'arti liberali e meccaniche, tiene sotto di sé tanti offiziali quante son le scienze: ci è l'Astrologo, il Cosmografo, il Geometra, il Loico, il Rettorico, il Grammatico, il Medico, il Fisico, il Politico, il Morale; e tiene un libro solo, dove stan tutte le scienze, che fa leggere a tutto il popolo. E questo ha fatto pingere in tutte le muraglie, su li rivellini, dentro e di fuori, tutte le scienze. Il Amore ha cura della generazione, con unir li maschi e le femine in modo che faccin buona razza; Il Metafisico tratta tutti questi negozi con loro, ché senza lui nulla si fa, ed ogni cosa la communicano essi quattro, e dove il Metafisico inchina, son d'accordo. (La città del sole, Tommaso Campanella) Schema visivo

21 Tutte cose son communi; ma stan in man di offiziali le dispense, onde non solo il vitto, ma le scienze e onori e spassi son communi, ma in maniera che non si può appropriare cosa alcuna. Dicono essi che tutta la proprietà nasce da far casa appartata, e figli e moglie propria, onde nasce l'amor proprio; ché, per sublimar a ricchezze o a dignità il figlio o lasciarlo erede, ognuno diventa o rapace publico, se non ha timore, sendo potente; o avaro ed insidioso ed ippocrita, si è impotente. Ma quando perdono l'amor proprio, resta il commune solo.casa moglie propria (La città del sole, Tommaso Campanella)

22 S'allevan tutti in tutte l'arti. Dopo gli tre anni li fanciulli imparano la lingua e l'alfabeto nelle mura, caminando in quattro schiere; e quattro vecchi li guidano e insegnano, e poi li fan giocare e correre, per rinforzarli, e sempre scalzi e scapigli, fin alli sette anni, e li conducono nell'officine dell'arti, cosidori, pittori, orefici, ecc.; e mirano l'inclinazione. Dopo li sette anni vanno alle lezioni delle scienze naturali, tutti; Poi tutti si mettono alle matematiche, medicine ed altre scienze, e ci è continua disputa tra di loro e concorrenza; Ed in campagna, nei lavori e nella pastura delle bestie pur vanno a imparare; e quello è tenuto di più gran nobiltà, che più arti impara, e meglio le fa. Onde si ridono di noi, che gli artefici appellamo ignobili, e diciamo nobili quelli, che null'arte imparano e stanno oziosi e tengon in ozio e lascivia tanti servitori con roina della republica.mura (La città del sole, Tommaso Campanella)

23 Le leggi son pochissime, tutte scritte in una tavola di rame alla porta del tempio, cioè nelle colonne, nelle quali ci son scritte tutte le quiddità delle cose in breve: che cosa è Dio, che cosa è angelo, che cosa è mondo, stella, uomo, ecc., con gran sale, e d'ogni virtù la diffinizione. E li giudici d'ogni virtù hanno la sedia in quel loco, quando giudicano, e dicono: "Ecco, tu peccasti contra questa diffinizione: leggi"; e così poi lo condanna o d'ingratitudine o di pigrizia o d'ignoranza; e le condanne son certe vere medicine, più che pene, e di soavità grande. (La città del sole, Tommaso Campanella)

24 Sommo sacerdote è il Sole; e tutti gli offiziali son sacerdoti, parlando delli capi, ed offizio loro è purgar le conscienze. Talché tutti si confessano a quelli, ed essi imparano che sorti di peccati regnano. E si confessano alli tre maggiori tanto li peccati propri, quanto gli strani in genere, senza nominare gli peccatori, e li tre poi si confessano al Sole. Il quale conosce che sorti di errori corrono e sovviene alli bisogni della città e fa a Dio sacrifizio ed orazioni, a cui esso confessa li peccati suoi e di tutto il popolo publicamente in su l'altare, ogni volta che sia necessario per amendarli, senza nominar alcuno. E così assolve il popolo, ammonendo che si guardi in quelli errori, e confessa i suoi in publico e poi fa sacrifizio a Dio, che voglia assolvere tutta la città ed ammaestrarla e difenderla. (La città del sole, Tommaso Campanella) Schema visivo

25 Il sacrifizio è questo, che dimanda al popolo chi si vol sacrificare per gli suoi membri, e così un di quelli più buoni si sacrifica. E 'l sacerdote lo pone sopra una tavola, che è tenuta da quattro funi, che stanno a quattro girelle della cupola, e, fatta l'orazione a Dio che riceva quel sacrifizio nobile e voluntario umano (non di bestie involuntarie, come fanno i Gentili), fa tirar le funi; e questo saglie in alto alla cupoletta e qui si mette in orazione; e li si dà da magnare parcamente, sino a tanto che la città è espiata. Ed esso con orazioni e digiuni prega Dio, che riceva il pronto sacrifizio suo; e così, dopo venti o trenta giorni, placata l'ira di Dio, torna a basso per le parti di fuore o si fa sacerdote; e questo è sempre onorato e ben voluto, perché esso si dà per morto, ma Dio non vuol che mora. (La città del sole, Tommaso Campanella)

26 L'orazioni si fan alli quattro angoli del mondo orizzontali, e la mattina prima a levante, poi a ponente, poi ad austro, poi a settentrione; la sera al riverso, prima a ponente, poi a levante, poi a settentrione, poi ad austro. (La città del sole, Tommaso Campanella)

27 Onorano il sole e le stelle come cose viventi e statue di Dio e tempi celesti; ma non l'adorano, e più onorano il sole. Nulla creatura adorano di latria, altro che Dio, e pero a lui serveno solo sotto l'insegna del sole, ch'è insegna e volto di Dio, da cui viene la luce e 'l calore ed ogni altra cosa. (La città del sole, Tommaso Campanella)

28 Tengono per cosa certa l'immortalità dell'anima, e che s'accompagni, morendo, con spiriti buoni o rei, secondo il merito. Ma li luoghi delle pene e premi non l'han tanto per certi; ma assai ragionevole pare che sia il cielo e i luochi sotterranei. Stanno anche molto curiosi di sapere se queste sono eterne o no. Stanno in dubbio se ci siano altri mondi fuori di questo, ma stimano pazzia dir che non ci sia niente, perché il niente né dentro né fuori del mondo è, e Dio, infinito ente, non comporta il niente seco. (La città del sole, Tommaso Campanella)

29 Essi confessano che nel mondo ci sia gran corruttela, e che gli uomini si reggono follemente e non con ragione; e che i buoni pateno e i tristi reggono; (...). Dal che argomentano che ci sia stato gran scompiglio nelle cose umane(...); Finalmente dicono ch'è felice il cristiano, che si contenta di credere che sia avvenuto per il peccato d'Adamo tanto scompiglio, e credono che dai padri a' figli corre il male più della pena che della colpa. (La città del sole, Tommaso Campanella)

30 Per la difesa dell'isola non esiste un esercito stabile, di conseguenza, in caso di guerra saranno gli stessi cittadini a difenderla. Preciso dicendo "difenderla" in quanto gli utopici non attaccano mai una popolazione vicina, ma si limitano a difendere l'isola o le loro colonie quando queste vengono attaccate. Il diverso modo di pensare influisce sugli utopici anche durante le guerre, in quanto essi ritengono vergognosa una vittoria ottenuta con un grandissimo spargimento di sangue, poiché secondo loro "sembra ignoranza pagar troppo caro una merce, per quanto di pregio".

31 I cittadini di Utopia sono secondo la legge tutti uguali, anche se in realtà all'interno della società esistono delle differenze di classe, come quella tra uomini liberi e schiavi. Secondo lo statuto utopico tutti gli uomini nascono liberi; gli schiavi, infatti, non sono né prigionieri di guerra né figli d'altri schiavi, semplicemente presso gli utopici la schiavitù è una pena assegnata per i reati più gravi. Tutti gli uomini devono per legge avere un lavoro, anche se in realtà esiste una rotazione tra campagna e città, in modo che nessuno sia costretto a svolgere solamente i lavori agricoli nella sua vita. La società degli utopici è in realtà basata sul sapere, basti pensare alla classe sociale esente dal lavoro: gli uomini di lettere o sifogranti, tra cuivengono scelti gli ambasciatori, i sacerdoti e le persone facenti parte delle istituzioni.lavoro

32 L'isola di Utopia è una federazione di 54 città, in ognuna delle quali il potere legislativo, giudiziario ed esecutivo è nelle mani del senato, formato da un principe, da filarchi e da un protofilarco. Il principe è eletto dai protofilarchi d'ogni città. L'intero stato è basato sulla democrazia che viene materialmente rappresentata dai comitia publica. Non esiste un capo assoluto, addirittura ci sono leggi che evitano l'insediarsi di un potere tirannico, come per esempio il prendere decisioni politiche al di fuori del senato. Le leggi sono poche e chiare, in modo che possano essere tenute bene a mente dai cittadini. Schema visivo

33 Il nucleo fondamentale Il nucleo fondamentale della società di Utopia è la famiglia, sia nel campo economico che politico. All'interno della famiglia a comandare è il più anziano, o, in caso disturbi dovuti ad una eventuale avanzata senilità, il parente prossimo più anziano.Grande importanza è poi attribuita al matrimonio, tanto che le leggi sono molto più severe su quest'argomento, anche allo scopo di preservare la famiglia e la moralità.

34 L'economia di Utopia è fondata sul lavoro, tanto che, come abbiamo già detto in precedenza, ognuno ha il dovere nella propria vita di imparare un lavoro; nonostante questo tutti i lavoratori di Utopia hanno il dovere, a rotazione, di lavorare in campagna; Preoccupazione dei sifogranti è che nessuno passi le sue giornate nell'ozio, ma che tutti abbiano un'occupazione; preoccupazione di questa classe sociale è però anche che nessuno debba fare più lavoro di quanto gliene spetti e per questo motivo la giornata lavorativa di ognuno è di sei ore. Un altro punto sul quale è importante soffermarci è sicuramente l'atteggiamento di rifiuto degli utopici di fronte ai metalli e alle pietre preziosi come per esempio l'oro; essi pensano che non sia necessario per il cittadino doversi abbellire con questo genere di oggetti e perciò li usano in modi alternativi.lavoro

35 In Utopia non vi è nessuna religione di stato ed è concesso a tutti di venerare il dio che ognuno sceglie. Nonostante questo però l'ateismo non è accettato, in quanto secondo il loro modo di vedere l'ateismo corrisponderebbe ad un abbassamento della natura dell'anima degli uomini, che per loro invece deve essere rispettata.

36 Alla base della sua costituzione ideale egli pone il rifiuto della proprietà privata, che é principio di egoismo e di conflitto. Gli abitanti di Utopia, del resto, non lavorano a scopo di lucro, ma soltanto per provvedere ai beni necessari alla propria esistenza. La comunione dei beni libera ciascuno dal bisogno e dalla paura, assicura cioè a tutti la vera ricchezza. A Utopia non potrà mai accadere, come invece accade nelle altre città, che uomini ricchi, privi di cultura e di moralità, comandino su persone colte e virtuose, nè che vi si accendano e si esasperino le lotte e gli egoismi.

37 La ricerca non è più il genere umano ma lo stato,unione stretta dagli individui per formare una società armata di potere sovrano. Quindi lo stato è una forma suprema di organizzazione sociale rispetto cui lindividuo è totalmente subordinato e viene costituito a partire da una nuova società borghese: uomini liberi, indipendenti ed eguali che si uniscono in vista della conservazione della vita e del benessere.

38 Consiste nella scomposizione dei principi primariamente e nella composizione del corpo politico successivamente. Lo stato è necessario da un punto di vista razionale perché la relazione fra protezione ed obbedienza dà agli uomini pace e vita per cui il potere dello stato non è solo il supremo dovere ma anche il primo interesse degli uomini. Si evince da qui che la filosofia politica di Hobbes ha come supremo valore la pace e si basa sul fatto che tale pace si consegue solo alla creazione di un sovrano assoluto che freni passioni ed interessi individuali. E facile perciò comprendere come Hobbes teorizzi un assolutismo essenziale per lo sviluppo borghese. Due sono le figure cardine del suo pensiero: ( alla ricerca del proprio profitto )( proiezione di tutti i diritti della società )

39 La condizione naturale delluomo è uno stato di isolamento e guerra dettati dagli interessi dei singoli che si contrastano a vicenda mossi da spinte esclusivamente egoistiche (amor proprio). Lindole degli uomini è caratterizzata dalle passioni che determinano forze che mirano alla sola superiorità di se stessi sugli altri. Lo stato di natura è quindi uno stato di guerra. Lamor proprio e le passioni fanno dellindipendenza originaria delluomo una condizione miserabile ed impongono una necessità primaria: uscire da tale condizione. Schema visivo

40 Lidea del contratto nasce dal fatto che nessuna obbligazione può essere contratta se non grazie ad un atto personale. Esiste infatti una differenza tra moltitudine e popolo: collezione di volontà indipendenti persona unica in grado di esprimere una sola volontà Solo il popolo può presentarsi come parte di un contratto e di conseguenza non può esistere prima del contratto né tantomeno prima del sovrano; la moltitudine diventa popolo esclusivamente nella soggezione ad un potere. Schema visivo

41 Luomo è uomo solamente come suddito di uno Stato dato che la condizione naturale delluomo è uno stato di isolamento e guerra. Per questa ragione lo stato deve essere fornito di potere assoluto per assicurare la pace e lunità sotto la protezione del monarca assoluto che è sciolto dal patto, in quanto non ha partecipato ad esso ma ha ricevutosenza condizioni la volontà di coloro che allinterno dello stato diventano sudditi. Schema visivo

42 (fuori dallo stato) (nello stato) Guerre, paure, passioni Ragione, pace, sicurezza

43 Il Leviatano, titolo dell' opera che prende il nome da un mostro mitologico dellAntico testamento, non é altro che lo Stato stesso: nel frontespizio della prima edizione dell'opera compare un curioso disegno: un grande uomo con la corona sul capo che é a sua volta composto da tanti piccoli omini; Lo Stato, ossia l'aggregazione dei cittadini, viene presentato come un mostro positivo: lo Stato é quella realtà dalla quale, subito dopo Dio, ci si devono aspettare i beni maggiori: é un vero e proprio Dio sulla terra. Ciò non toglie che venga presentato come un mostro: é sì la realtà da cui ci si devono aspettare grandi beni, ma lo é proprio perchè dotato di potere immenso e Hobbes non può nascondere che sia comunque un qualcosa di aggressivo e terribile. Ma il fatto che sia terribile non implica che debba essere evitato: é e rimane l' unico mezzo per non piombare nello stato di natura, dove vige il diritto del più forte. frontespizio

44 L' utopia di Campanella é sinceramente animata dalla duplice esigenza di realizzare la giustizia sociale e di educare gli uomini ai più genuini valori e alla vera religiosità. Il programma pedagogico é essenziale al sistema filosofico di Campanella. La prospettiva eroica nella quale egli si propone al lettore é proclamazione di una missione volta alla rigenerazione del genere umano, la quale non potrà realizzarsi se innanzi tutto non si provvederà a divellare l' ignoranza, che non è altro che la radice dalla quale nascono i tre grandi mali del mondo: il degenerare del potere politico in un arbitrio umano che ha smarrito il rapporto con l' autorità divina il degenerare della cultura in un verbalismo che ha perso il rapporto con la realtà il degenerare di una religiosità che ha dimenticato il rapporto con l' interiorità

45 Questo è il caso di Tommaso Moro, che nulla poteva fare di fronte ad una società ingiusta come quella inglese, che vedeva ogni giorno crescere la massa dei nullatenenti grazie a quei brutali atti di violenza con cui i terreni comuni venivano espropriati e passavano nelle mani dei signorotti locali. Ma in realtà la riforma di Moore é realizzata nell' immaginario stato di Utopia, vale a dire fuori dallo spazio, nella pura ragione del pensiero, non é riforma propriamente volta ad operare in concreto in una concreta società.

46 Nonostante il significato di bene sia relativo e soggettivo, almeno su una cosa, la conservazione della propria vita e l' integrità del proprio corpo, tutti gli uomini si trovano dello stesso parere. Ma proprio questo bene viene messo in forse nello vstato di natura che precede la costituzione della società civile. In questa condizione infatti, non esistendo alcuna autorità che freni l' arbitrio individuale, l' uomo é indotto a ricercare il proprio vantaggio a danno di quello degli altri in parte per necessità, dal momento che egli deve contendere loro i pochi beni che la natura offre, in parte per sua propria volontà, visto che per natura egli é incline non alla socievolezza ma all' aggressività nei confronti del prossimo.

47 Bacone pone a capo del suo governo gli scienziati : si tratta di un' utopia tecnocratica nella quale, come per Platone, a governare sono i sapienti, ma di differente rispetto a Platone vi é proprio la concezione di sapiente : per Bacone i sapienti non sono i filosofi, bensì gli scienziati, dotati non di un sapere " inutile " ( come i filosofi, con il loro sapere per il sapere ), ma di un sapere pratico, ossia capace di trasformare la realtà e assicurare una vita migliore all' intera umanità. Sono gli scienziati a detenere il potere e a promuovere il bene dei cittadini. Si tratta comunque di un' utopia differente anche rispetto a quelle di Tommaso Moro e Campanella, che si ispiravano a motivi morali e sociali : il tema centro della Nuova Atlantide, invece, é da cercarsi nel potere che deriva all' uomo dalla scienza.

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53 ha cura della generazione ha cura delle guerre e delle paci e dell'arte militare ha cura di tutte le scienze e delle arti liberali e meccaniche

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