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AvanguardiaVisionaria

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Presentazione sul tema: "AvanguardiaVisionaria"— Transcript della presentazione:

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Corso di Fotografia Digitale 2015 – 2016 Il triangolo dell'esposizione

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I parametri che regolano l’esposizione sono tre: apertura (o diaframma), indica la dimensione dell’apertura del diaframma, che si trova all’interno dell’obiettivo, nel momento in cui si scatta la foto (maggiore è l’apertura, maggiore è la quantità di luce che entra); tempo di esposizione, indica l’ampiezza dell’intervallo di tempo durante il quale l’otturatore rimane aperto (più lungo intervallo di tempo, maggiore è la quantità di luce che entra); ISO, indica la sensibilità alla luce del sensore. Per un fotografo che non voglia limitarsi unicamente ai modi di scatto automatici è fondamentale sapere come questi tre parametri interagiscano tra loro e come concorrano a creare una corretta esposizione.

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Quando premiamo il pulsante di scatto sulla nostra macchina fotografica, per un breve intervallo di tempo la luce attraversa l’obiettivo e colpisce il sensore fissandosi in un’immagine (veramente il processo di creazione di un’immagine è più complesso, ma per ora ci basta sapere questo). Quindi, scattare una foto significa, grosso modo, catturare la luce che proviene dalla scena che stiamo inquadrando. La misura della quantità di luce che colpisce il sensore è detta esposizione. Una foto è sovraesposta quando alcuni dettagli vengono persi a causa di una quantità eccessiva di luce che raggiunge il sensore. Una foto è sottoesposta quando alcuni dettagli vengono persi poiché la luce che colpisce il sensore è troppo poca. Alcuni esempi qui sotto.

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Immagine sovraesposta Immagine sottoesposta

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Messo così, il discorso riguardante il triangolo dell’esposizione sembra piuttosto semplice: si tratterebbe di un puro gioco aritmetico alla ricerca della giusta combinazione tra tempo di esposizione, apertura e ISO, per cui inoltre sono disponibili molte soluzioni equivalenti. Ovviamente, non è così.

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Tutti i numeri degli obiettivi L’ISO indica la sensibilità del sensore alla luce. Più alto è il valore dell’ISO, più elevata è la sensibilità alla luce. Nella fotografia analogica (ricordi? Quando si portavano le pellicole a sviluppare!) per cambiare ISO era necessario cambiare pellicola.

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Una pellicola fotografica è costituita da un supporto di acetato di cellulosa, sul quale viene posta una emulsione fotografica che contiene al suo interno una serie di cristalli di alogenuro d'argento, sensibili alla luce e detti grani. Al momento dell'esposizione i fotoni, particelle cariche di energia che costituiscono l'onda luminosa, colpiscono i grani di alogenuro d'argento esposti i quali, reagendo, formano complessi di ioni di argento metallico. La maggiore o minore sensibilità  di una pellicola viene ottenuta variando la dimensione di questi grani: più sono grandi e ravvicinati, allora tanto più è elevata la loro capacità di reagire alla luce. Ciò fa si che a parità  di intensità  luminosa una pellicola con grani di dimensione maggiore necessiterà di una minor esposizione rispetto ad una pellicola con grani più piccoli.Tuttavia, esiste un rovescio della medaglia: la disposizione più ravvicinata dei grani comporta una diminuzione della nitidezza complessiva dell'immagine, dovuta all'errata reazione dei grani vicini a quello esposto. Il risultato è una foto meno definita, con presenza di un effetto puntinato diffuso e detto, per l'appunto, granulosità

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Il minimo valore di ISO possibile al giorno d’oggi è 50 e la scala dell’ISO è la seguente: Le situazioni in cui avremo più bisogno di agire sull’ISO sono quelle in cui la luce disponibile è scarsa. Pensiamo, ad esempio, agli ambienti chiusi o alle foto serali all’aperto.

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Vista l’interdipendenza tra gli elementi del triangolo dell’esposizione, mantenendo fissa l’ISO, per ottenere un’esposizione corretta in queste situazioni, dovremmo: alzare il tempo di esposizione, rischiando di ottenere una foto mossa o scie dagli oggetti in movimento, oppure aumentare l’apertura, riducendo la profondità di campo, che potrebbe non portarci al risultato che vogliamo. Per evitare queste due soluzioni possiamo quindi alzare l’ISO, fino a che i valori di apertura e tempo di esposizione sono simili a quelli che desideriamo. Ma allora, è sempre possibile ovviare ad una scarsa illuminazione sparando al massimo l’ISO? NO

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ISO e rumore Purtroppo aumentare l’ISO e quindi la sensibilità alla luce del sensore, amplifica il segnale ricevuto dal sensore, quindi anche il rumore che in esso è presente normalmente. Perciò foto con valori di ISO alti possono presentare alti livelli di rumore. Ma cos’è il rumore in un’immagine? Il rumore si manifesta nelle foto principalmente come una perdita di nitidezza e la comparsa di macchioline colorate, visibili soprattutto in corrispondenza delle aree scure. Alti livelli di rumore possono rendere una foto totalmente inutilizzabile.

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20 Impensabili per un rullino!
AvanguardiaVisionaria l’industria fotografica si spinge quotidianamente nel tentativo di fornire ISO sempre più elevatis riducendo al contempo il rumore. Oggi, infatti, molte macchine fotografiche offrono oltre ai tradizionali valori (100, 200, 400, 800, 1600, 3200 e 6400) anche ISO ben più estremi, come 25600, e Impensabili per un rullino! Ma se nella fotografia a pellicola gli ISO erano funzione della dimensione dei grana, nella fotografia digitale a cosa sono dovuti?

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La risposta risiede nel cuore pulsante di ogni apparecchio fotografico digitale: il sensore. Un sensore digitale è costituito da un tappeto di fotodiodi responsabili della conversione dell’energia luminosa in un segnale elettrico. Quando un fotone colpisce un diodo, si innesca una debole corrente elettrica che, una volta amplificata, viene trasformato in un dato digitale successivamente elaborato dal processore d’immagini integrato. Ai fini del nostro discorso ci serve sapere che il grado di eccitabilità del singolo diodo è dato dal valore ISO selezionato tramite menù: maggiore sarà tale valore, minore sarà la quantità di luce richiesta per la generazione di un segnale elettrico. Analogamente alla granulosità nella pellicola, la selezione di valori ISO via via più elevati comporta un accumulo di segnali di disturbo, nel loro insieme noti come rumore digitale.

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Sia che siate amanti della pellicola, sia che siate fotografi votati totalmente al digitale, gli ISO sono uno di quegli argomenti che non si possono non approfondire. In conclusione è fondamentale, infatti, saper selezionare il valore ISO più appropriato a seconda delle condizioni luminose che dobbiamo affrontare: valori ISO più bassi sono da preferire in situazioni di luce particolarmente favorevoli, al fine di ottenere l'immagine con maggiore nitidezza possibile, viceversa valori elevati sono preferibili in condizioni di luce scarsa, dove il tempo di esposizione troppo prolungato non permette di ottenere scatti soddisfacenti ed in cui è preferibile sacrificare la nitidezza finale dell'immagine pur di ottenere la foto.

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Fine


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