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Nascita ed evoluzione del mercato

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Presentazione sul tema: "Nascita ed evoluzione del mercato"— Transcript della presentazione:

1 Nascita ed evoluzione del mercato

2 I bisogni dell’uomo L’uomo, durante la sua vita, percepisce una serie di bisogni Alcuni di essi si definiscono primari Cibo, acqua Indumenti, riparo Altri, pur egualmente importanti, sono definiti secondari Istruzione Ricreazione Vita sociale Un bisogno non è altro che uno stato di privazione in cui si può trovare un essere umano. La sensazione di bisogno suscita il desiderio di trovare qualcosa che sia in grado di eliminare lo stato di privazione. Secondo la gravità dello stato di privazione e l’effetto della stessa, i bisogni possono essere classificati in primari e secondari. I bisogni primari sono quelli la cui mancata soddisfazione può portare addirittura all’annientamento di colui che li percepisce. Casi tipici sono il bisogno di cibo, acqua, indumenti e riparo. I bisogni secondari, invece, sono tipicamente quelli che permettono di raggiungere la realizzazione della persona. Tra questi vanno annoverati l’istruzione, la vita sociale e perfino l’intrattenimento.

3 I bisogni dell’uomo Un bisogno non è altro che uno stato di privazione in cui si può trovare un essere umano. La sensazione di bisogno suscita il desiderio di trovare qualcosa che sia in grado di eliminare lo stato di privazione. Secondo la gravità dello stato di privazione e l’effetto della stessa, i bisogni possono essere classificati in primari e secondari. I bisogni primari sono quelli la cui mancata soddisfazione può portare addirittura all’annientamento di colui che li percepisce. Casi tipici sono il bisogno di cibo, acqua, indumenti e riparo. I bisogni secondari, invece, sono tipicamente quelli che permettono di raggiungere la realizzazione della persona. Tra questi vanno annoverati l’istruzione, la vita sociale e perfino l’intrattenimento .

4 La soddisfazione dei bisogni
I bisogni umani devono essere soddisfatti La soddisfazione avviene attraverso i prodotti ed i servizi Un prodotto è tutto ciò che è in grado di soddisfare un bisogno Il servizio è l’effetto che si ottiene dall’uso di un prodotto ad uso ripetuto, nell’atto della soddisfazione di un bisogno Per la soddisfazione dei propri bisogni, l’uomo è disposto a svolgere tutte le attività necessarie a produrre o a reperire ciò che gli è necessario. Tutto quello che è, di fatto, in grado di soddisfare un bisogno è definito prodotto. Un prodotto può risultare fruibile così com’è (ad esempio, un frutto può essere consumato anche immediatamente) oppure può essere ottenuto attraverso un processo che gli consente di essere adatto alla soddisfazione del bisogno per cui è stato individuato (ad esempio, il pane viene ottenuto dopo un procedimento di trasformazione che porta il semplice chicco di grano ad essere effettivamente commestibile e ad avere le caratteristiche desiderate). In alcuni casi la soddisfazione del bisogno non avviene attraverso la distruzione del prodotto (come, ad esempio, nel caso appena descritto del cibo) ma attraverso il suo uso, uso che può anche essere ripetuto nel tempo. L’effetto della soddisfazione del bisogno che si ottiene dall’uso di un bene durevole (che cioè non viene consumato e distrutto all’atto del suo utilizzo) è denominato servizio. La scelta di soddisfare un bisogno attraverso un prodotto o un servizio dipende dalla natura del bisogno (ad esempio, la fame non può essere soddisfatta attraverso un servizio) e dalle scelte di opportunità del soggetto (ad esempio, il bisogno di trasferirsi da un luogo ad un altro può essere soddisfatto attraverso un prodotto acquistato, l’automobile, o attraverso un servizio offerto da altri con prodotti alternativi, come il treno o l’aereo).

5 La soddisfazione dei bisogni
Per la soddisfazione dei propri bisogni, l’uomo è disposto a svolgere tutte le attività necessarie a produrre o a reperire ciò che gli è necessario. Tutto quello che è, di fatto, in grado di soddisfare un bisogno è definito prodotto. Un prodotto può risultare fruibile così com’è (ad esempio, un frutto può essere consumato anche immediatamente) oppure può essere ottenuto attraverso un processo che gli consente di essere adatto alla soddisfazione del bisogno per cui è stato individuato (ad esempio, il pane viene ottenuto dopo un procedimento di trasformazione che porta il semplice chicco di grano ad essere effettivamente commestibile e ad avere le caratteristiche desiderate). In alcuni casi la soddisfazione del bisogno non avviene attraverso la distruzione del prodotto (come, ad esempio, nel caso appena descritto del cibo) ma attraverso il suo uso, uso che può anche essere ripetuto nel tempo. L’effetto della soddisfazione del bisogno che si ottiene dall’uso di un bene durevole (che cioè non viene consumato e distrutto all’atto del suo utilizzo) è denominato servizio. La scelta di soddisfare un bisogno attraverso un prodotto o un servizio dipende dalla natura del bisogno (ad esempio, la fame non può essere soddisfatta attraverso un servizio) e dalle scelte di opportunità del soggetto (ad esempio, il bisogno di trasferirsi da un luogo ad un altro può essere soddisfatto attraverso un prodotto acquistato, l’automobile, o attraverso un servizio offerto da altri con prodotti alternativi, come il treno o l’aereo).

6 I beni economici I prodotti ed i servizi costituiscono i beni economici I beni economici sono, per loro natura scarsi, e, quindi, è importante trovare un metodo per rendere efficiente la loro allocazione Questo è il compito dell’economia! Non tutti i bisogni possono essere soddisfatti con beni liberamente disponibili in natura. Un prodotto o un servizio sono tipicamente beni per i quali è necessario svolgere delle attività produttive e, di conseguenza, solitamente non si possono ottenere a costo zero. Per tale ragione essi vengono definiti beni economici per contrapporli a quelli liberamente disponibili in abbondanza in natura. Proprio perché i beni economici sono per definizione scarsi e oggetto di attività produttive, le modalità attraverso le quali viene determinata la quantità da realizzare di ogni bene e la sua distribuzione tra i vari soggetti sono estremamente rilevanti. Come si è già detto, l’economia è proprio la disciplina che studia quale sia il modo migliore per allocare sia le risorse necessarie per produrre i beni economici, sia la successiva distribuzione ottimale di questi ultimi.

7 I beni economici Non tutti i bisogni possono essere soddisfatti con beni liberamente disponibili in natura. Un prodotto o un servizio sono tipicamente beni per i quali è necessario svolgere delle attività produttive e, di conseguenza, solitamente non si possono ottenere a costo zero. Per tale ragione essi vengono definiti beni economici per contrapporli a quelli liberamente disponibili in abbondanza in natura. Proprio perché i beni economici sono per definizione scarsi e oggetto di attività produttive, le modalità attraverso le quali viene determinata la quantità da realizzare di ogni bene e la sua distribuzione tra i vari soggetti sono estremamente rilevanti. Come si è già detto, l’economia è proprio la disciplina che studia quale sia il modo migliore per allocare sia le risorse necessarie per produrre i beni economici, sia la successiva distribuzione ottimale di questi ultimi.

8 Le attività economiche
Gli uomini soddisfano i propri bisogni ottenendo i beni necessari attraverso le attività economiche Le attività economiche possono essere volte alla produzione o allo scambio di beni economici Il sistema economico deve trovare il metodo di distribuzione più efficiente possibile delle varie attività economiche Un’attività volta alla realizzazione di un prodotto o di un servizio viene definita economica. Se l’attività economica è volta alla combinazione ottimale di varie risorse per l’ottenimento di un particolare prodotto o servizio, viene definita di produzione. Se, invece, l’attività economica è volta all’acquisizione o alla cessione di un prodotto o di un servizio in cambio di altri beni o servizi, viene definita scambio. Come già detto, il sistema economico costituisce l’insieme di tutte le attività di produzione e di scambio ed il suo obiettivo è quello di individuare quale sia il metodo più efficiente di distribuire le risorse disponibili tra tutte le alternative possibili.

9 Le attività economiche
Un’attività volta alla realizzazione di un prodotto o di un servizio viene definita economica. Se l’attività economica è volta alla combinazione ottimale di varie risorse per l’ottenimento di un particolare prodotto o servizio, viene definita di produzione. Se, invece, l’attività economica è volta all’acquisizione o alla cessione di un prodotto o di un servizio in cambio di altri beni o servizi, viene definita scambio. Come già detto, il sistema economico costituisce l’insieme di tutte le attività di produzione e di scambio ed il suo obiettivo è quello di individuare quale sia il metodo più efficiente di distribuire le risorse disponibili tra tutte le alternative possibili.

10 Evoluzione nella produzione
Originariamente l’uomo e le società di natura tribale adottavano un modello di produzione di tipo autarchico Con l’espandersi del tessuto delle relazioni umane si è affermato il principio della specializzazione Grazie alla “divisione del lavoro” è possibile raggiungere l’efficienza nei processi produttivi L’evoluzione delle attività produttive ha seguito quella dell’economia e delle relazioni sociali tra gli uomini. Quando la società umana era di tipo prevalentemente agricolo ed il nucleo di base era quello della famiglia patriarcale, il modello adottato era quello della produzione autarchica: ogni soggetto (in questo caso, la famiglia) produceva in proprio ciò che serviva per il sostentamento dei propri membri. Una quantità di beni molto limitata veniva ottenuta invece dallo scambio di beni di produzione propria con beni prodotti da altre famiglie. Nelle società di natura tribale il modello adottato fungeva anche da ammortizzatore sociale e spesso le famiglie con una produzione più consistente provvedevano anche a quelle più bisognose. Passando da un’economia di tipo rurale ad una di tipo urbano, però, il modello autarchico non è più sufficiente e deve essere modificato. Nel nuovo contesto, le attività dei soggetti tendono quindi ad orientarsi verso la produzione di beni non immediatamente consumabili dal produttore ma sempre più dedicati allo scambio con altri soggetti. Questa evoluzione ha avuto due effetti estremamente significativi sulle attività produttive. Il primo effetto è quello della specializzazione. In un modello di tipo autarchico le scelte produttive sono guidate essenzialmente dai bisogni primari da soddisfare, in quest’altro modello, invece, le scelte vengono dettate soprattutto dall’attitudine alla produzione, con conseguente incentivo alla definizione di processi produttivi più efficienti (la quantità di beni disponibili per un determinato soggetto, infatti, non dipende più da fattori ambientali ma dalla capacità individuale). Il secondo effetto è quello dell’aggregazione tra i vari soggetti. Mentre in una società di tipo rurale, l’aggregazione deriva principalmente da relazioni di natura familiare, in una di tipo urbano essa viene sollecitata dalle attitudini produttive. Questo determina una sorta di “divisione” ottimale del lavoro tra i vari soggetti, ciascuno dei quali può dedicarsi al lavoro che sa svolgere al meglio. La “divisione del lavoro” sarà teorizzata nel XVIII secolo come uno dei fattori determinanti per la nascita del libero mercato e dell’economia industriale. In sostanza, quindi, con l’evolversi del contesto, ogni soggetto si svincola dall’obbligo di produrre beni da consumare per il proprio sostentamento e può specializzarsi nell’attività per la quale è particolarmente portato e dove può contribuire al progresso dei processi produttivi, confidando nel fatto di poter cedere i propri prodotti ottenendo in cambio ciò che potrà poi essere utilizzato per procurarsi i beni a lui necessari. Quest’ultima situazione non si sviluppa opportunamente all’interno di contesti familiari, come avveniva nell’economia di tipo rurale, ma nell’ambito di attività economiche organizzate su scala più ampia, come quelle che hanno cominciato a comparire proprio con l’avvento dell’economia di tipo industriale.

11 Evoluzione nella produzione
L’evoluzione delle attività produttive ha seguito quella dell’economia e delle relazioni sociali tra gli uomini. Quando la società umana era di tipo prevalentemente agricolo ed il nucleo di base era quello della famiglia patriarcale, il modello adottato era quello della produzione autarchica: ogni soggetto (in questo caso, la famiglia) produceva in proprio ciò che serviva per il sostentamento dei propri membri. Una quantità di beni molto limitata veniva ottenuta invece dallo scambio di beni di produzione propria con beni prodotti da altre famiglie. Nelle società di natura tribale il modello adottato fungeva anche da ammortizzatore sociale e spesso le famiglie con una produzione più consistente provvedevano anche a quelle più bisognose. Passando da un’economia di tipo rurale ad una di tipo urbano, però, il modello autarchico non è più sufficiente e deve essere modificato. Nel nuovo contesto, le attività dei soggetti tendono quindi ad orientarsi verso la produzione di beni non immediatamente consumabili dal produttore ma sempre più dedicati allo scambio con altri soggetti. Questa evoluzione ha avuto due effetti estremamente significativi sulle attività produttive. Il primo effetto è quello della specializzazione. In un modello di tipo autarchico le scelte produttive sono guidate essenzialmente dai bisogni primari da soddisfare, in quest’altro modello, invece, le scelte vengono dettate soprattutto dall’attitudine alla produzione, con conseguente incentivo alla definizione di processi produttivi più efficienti (la quantità di beni disponibili per un determinato soggetto, infatti, non dipende più da fattori ambientali ma dalla capacità individuale). Il secondo effetto è quello dell’aggregazione tra i vari soggetti. Mentre in una società di tipo rurale, l’aggregazione deriva principalmente da relazioni di natura familiare, in una di tipo urbano essa viene sollecitata dalle attitudini produttive. Questo determina una sorta di “divisione” ottimale del lavoro tra i vari soggetti, ciascuno dei quali può dedicarsi al lavoro che sa svolgere al meglio. La “divisione del lavoro” sarà teorizzata nel XVIII secolo come uno dei fattori determinanti per la nascita del libero mercato e dell’economia industriale. In sostanza, quindi, con l’evolversi del contesto, ogni soggetto si svincola dall’obbligo di produrre beni da consumare per il proprio sostentamento e può specializzarsi nell’attività per la quale è particolarmente portato e dove può contribuire al progresso dei processi produttivi, confidando nel fatto di poter cedere i propri prodotti ottenendo in cambio ciò che potrà poi essere utilizzato per procurarsi i beni a lui necessari. Quest’ultima situazione non si sviluppa opportunamente all’interno di contesti familiari, come avveniva nell’economia di tipo rurale, ma nell’ambito di attività economiche organizzate su scala più ampia, come quelle che hanno cominciato a comparire proprio con l’avvento dell’economia di tipo industriale.

12 Evoluzione nella produzione
L’evoluzione delle attività produttive ha seguito quella dell’economia e delle relazioni sociali tra gli uomini. Quando la società umana era di tipo prevalentemente agricolo ed il nucleo di base era quello della famiglia patriarcale, il modello adottato era quello della produzione autarchica: ogni soggetto (in questo caso, la famiglia) produceva in proprio ciò che serviva per il sostentamento dei propri membri. Una quantità di beni molto limitata veniva ottenuta invece dallo scambio di beni di produzione propria con beni prodotti da altre famiglie. Nelle società di natura tribale il modello adottato fungeva anche da ammortizzatore sociale e spesso le famiglie con una produzione più consistente provvedevano anche a quelle più bisognose. Passando da un’economia di tipo rurale ad una di tipo urbano, però, il modello autarchico non è più sufficiente e deve essere modificato. Nel nuovo contesto, le attività dei soggetti tendono quindi ad orientarsi verso la produzione di beni non immediatamente consumabili dal produttore ma sempre più dedicati allo scambio con altri soggetti. Questa evoluzione ha avuto due effetti estremamente significativi sulle attività produttive. Il primo effetto è quello della specializzazione. In un modello di tipo autarchico le scelte produttive sono guidate essenzialmente dai bisogni primari da soddisfare, in quest’altro modello, invece, le scelte vengono dettate soprattutto dall’attitudine alla produzione, con conseguente incentivo alla definizione di processi produttivi più efficienti (la quantità di beni disponibili per un determinato soggetto, infatti, non dipende più da fattori ambientali ma dalla capacità individuale). Il secondo effetto è quello dell’aggregazione tra i vari soggetti. Mentre in una società di tipo rurale, l’aggregazione deriva principalmente da relazioni di natura familiare, in una di tipo urbano essa viene sollecitata dalle attitudini produttive. Questo determina una sorta di “divisione” ottimale del lavoro tra i vari soggetti, ciascuno dei quali può dedicarsi al lavoro che sa svolgere al meglio. La “divisione del lavoro” sarà teorizzata nel XVIII secolo come uno dei fattori determinanti per la nascita del libero mercato e dell’economia industriale. In sostanza, quindi, con l’evolversi del contesto, ogni soggetto si svincola dall’obbligo di produrre beni da consumare per il proprio sostentamento e può specializzarsi nell’attività per la quale è particolarmente portato e dove può contribuire al progresso dei processi produttivi, confidando nel fatto di poter cedere i propri prodotti ottenendo in cambio ciò che potrà poi essere utilizzato per procurarsi i beni a lui necessari. Quest’ultima situazione non si sviluppa opportunamente all’interno di contesti familiari, come avveniva nell’economia di tipo rurale, ma nell’ambito di attività economiche organizzate su scala più ampia, come quelle che hanno cominciato a comparire proprio con l’avvento dell’economia di tipo industriale.

13 Evoluzione nella produzione
Il secondo effetto è quello dell’aggregazione tra i vari soggetti. Mentre in una società di tipo rurale, l’aggregazione deriva principalmente da relazioni di natura familiare, in una di tipo urbano essa viene sollecitata dalle attitudini produttive. Questo determina una sorta di “divisione” ottimale del lavoro tra i vari soggetti, ciascuno dei quali può dedicarsi al lavoro che sa svolgere al meglio. La “divisione del lavoro” sarà teorizzata nel XVIII secolo come uno dei fattori determinanti per la nascita del libero mercato e dell’economia industriale. In sostanza, quindi, con l’evolversi del contesto, ogni soggetto si svincola dall’obbligo di produrre beni da consumare per il proprio sostentamento e può specializzarsi nell’attività per la quale è particolarmente portato e dove può contribuire al progresso dei processi produttivi, confidando nel fatto di poter cedere i propri prodotti ottenendo in cambio ciò che potrà poi essere utilizzato per procurarsi i beni a lui necessari. Quest’ultima situazione non si sviluppa opportunamente all’interno di contesti familiari, come avveniva nell’economia di tipo rurale, ma nell’ambito di attività economiche organizzate su scala più ampia, come quelle che hanno cominciato a comparire proprio con l’avvento dell’economia di tipo industriale.

14 Condizioni per lo scambio
Perché possa avvenire uno scambio occorre che: ci siano almeno due parti ciascuna parte disponga di un bene che abbia un valore per l’altra o le altre ciascuna parte sia in grado di comunicare con le altre e di consegnare il bene trattato ciascuna parte sia libera di accettare o di respingere le offerte delle altre Con l’affermarsi del nuovo modello economico, lo scambio assume quindi un ruolo sempre più rilevante nell’evoluzione delle attività umane. Proprio tale rilevanza, ha spinto gli studiosi ad approfondire ed a definire in modo più preciso le condizioni che devono verificarsi per consentire un processo di scambio. Affinché questo possa realizzarsi è necessario: che ci siano almeno due parti disponibili a cedere un determinato bene; che il bene proposto da ciascuna delle parti abbia valore per le altre; che tutte le parti potenzialmente impegnate nel processo di scambio possano comunicare reciprocamente per condurre la trattativa e, alla conclusione di questa, siano in grado di consegnare ciascuna il bene trattato; che non ci sia alcuna costrizione per le parti riguardo la libertà di accettare o meno le offerte delle altre; in caso contrario il passaggio dei beni potrà avvenire ugualmente ma non si tratterà di uno scambio. Lo scambio potrà avvenire solo quando il valore attribuito da ciascuna delle parti al bene da acquisire sarà equivalente al valore attribuito a quello da cedere. Questo valore di equilibrio viene chiamato prezzo.

15 Condizioni per lo scambio
Con l’affermarsi del nuovo modello economico, lo scambio assume quindi un ruolo sempre più rilevante nell’evoluzione delle attività umane. Proprio tale rilevanza, ha spinto gli studiosi ad approfondire ed a definire in modo più preciso le condizioni che devono verificarsi per consentire un processo di scambio. Affinché questo possa realizzarsi è necessario: che ci siano almeno due parti disponibili a cedere un determinato bene; che il bene proposto da ciascuna delle parti abbia valore per le altre; che tutte le parti potenzialmente impegnate nel processo di scambio possano comunicare reciprocamente per condurre la trattativa e, alla conclusione di questa, siano in grado di consegnare ciascuna il bene trattato; che non ci sia alcuna costrizione per le parti riguardo la libertà di accettare o meno le offerte delle altre; in caso contrario il passaggio dei beni potrà avvenire ugualmente ma non si tratterà di uno scambio. Lo scambio potrà avvenire solo quando il valore attribuito da ciascuna delle parti al bene da acquisire sarà equivalente al valore attribuito a quello da cedere. Questo valore di equilibrio viene chiamato prezzo.

16 Il baratto Inizialmente gli uomini hanno usato il baratto come metodo di scambio dei beni economici Il baratto è un contratto tra due o più operatori che prevede lo scambio diretto di beni destinati alla soddisfazione dei rispettivi bisogni

17 L’efficienza negli scambi
Il baratto non è un metodo efficiente nell’allocazione dei beni economici I bisogni degli operatori possono non coincidere in termini temporali I bisogni degli operatori possono non coincidere in termini spaziali Non esiste un metodo predefinito per determinare l’equilibrio negli scambi Per risolvere il problema dell’efficienza occorre un bene che misuri tutti i beni Come appena visto, affinché sia possibile effettuare uno scambio e, più precisamente, un baratto, è necessario il verificarsi di alcune precise condizioni. Il fatto che questo possa anche non avvenire fa sì che non sia possibile considerare il baratto come un metodo efficiente per raggiungere l’allocazione ottimale dei beni all’interno dell’economia. È infatti possibile che, ad esempio, un soggetto desideri procurarsi un determinato bene ma che non ci sia nessuno disponibile a cederlo. In realtà potrebbe anche essere esserci qualcuno disponibile ma potrebbe non essere raggiungibile dal primo soggetto, sia perché troppo lontano sia perché i tempi di disponibilità dei rispettivi beni potrebbero non coincidere. Inoltre il valore attribuito ai vari beni è soggettivo e quindi le parti potrebbero anche non trovare un accordo. Questo tipo di problema risulterebbe molto semplificato se i soggetti si accordassero nel definire un bene, diverso da quelli oggetto dello scambio, che tutti riconoscessero come desiderabile e attraverso il quale fosse possibile attribuire un valore univoco ai beni scambiati.

18 L’efficienza negli scambi
Come appena visto, affinché sia possibile effettuare uno scambio e, più precisamente, un baratto, è necessario il verificarsi di alcune precise condizioni. Il fatto che questo possa anche non avvenire fa sì che non sia possibile considerare il baratto come un metodo efficiente per raggiungere l’allocazione ottimale dei beni all’interno dell’economia. È infatti possibile che, ad esempio, un soggetto desideri procurarsi un determinato bene ma che non ci sia nessuno disponibile a cederlo. In realtà potrebbe anche essere esserci qualcuno disponibile ma potrebbe non essere raggiungibile dal primo soggetto, sia perché troppo lontano sia perché i tempi di disponibilità dei rispettivi beni potrebbero non coincidere. Inoltre il valore attribuito ai vari beni è soggettivo e quindi le parti potrebbero anche non trovare un accordo. Questo tipo di problema risulterebbe molto semplificato se i soggetti si accordassero nel definire un bene, diverso da quelli oggetto dello scambio, che tutti riconoscessero come desiderabile e attraverso il quale fosse possibile attribuire un valore univoco ai beni scambiati

19 Uno strumento di pagamento
Per facilitare gli scambi era necessario scegliere un bene che non soddisfacesse direttamente alcun bisogno Questo bene doveva avere alcune caratteristiche che lo rendessero adatto a questo scopo Valore puramente convenzionale Universalmente accettato Non deteriorabile Non falsificabile Facilmente riconoscibile Il bene destinato a misurare tutti gli altri beni doveva avere alcune caratteristiche particolari e, soprattutto, non doveva soddisfare direttamente alcun bisogno (questo perché, in caso contrario, esso avrebbe tratto valore dalla sua capacità più che dall’accordo da parte di tutti). Il suo valore doveva essere puramente convenzionale, cioè attribuito e riconosciuto di comune accordo da tutti coloro che poi lo avrebbero utilizzato come strumento di pagamento. Inoltre, era necessario che il bene prescelto fosse dotato di alcune caratteristiche specifiche che lo rendessero utile allo scopo concordato. In primo luogo doveva essere universalmente riconosciuto. Inoltre non doveva danneggiarsi durante i vari scambi a cui sarebbe stato sottoposto, doveva impedire la riproduzione fraudolenta e contemporaneamente doveva essere facilmente riconoscibile da tutti coloro che lo avrebbero utilizzato.

20 Uno strumento di pagamento
Il bene destinato a misurare tutti gli altri beni doveva avere alcune caratteristiche particolari e, soprattutto, non doveva soddisfare direttamente alcun bisogno (questo perché, in caso contrario, esso avrebbe tratto valore dalla sua capacità più che dall’accordo da parte di tutti). Il suo valore doveva essere puramente convenzionale, cioè attribuito e riconosciuto di comune accordo da tutti coloro che poi lo avrebbero utilizzato come strumento di pagamento. Inoltre, era necessario che il bene prescelto fosse dotato di alcune caratteristiche specifiche che lo rendessero utile allo scopo concordato. In primo luogo doveva essere universalmente riconosciuto. Inoltre non doveva danneggiarsi durante i vari scambi a cui sarebbe stato sottoposto, doveva impedire la riproduzione fraudolenta e contemporaneamente doveva essere facilmente riconoscibile da tutti coloro che lo avrebbero utilizzato.

21 Il denaro Dopo una fase in cui si sono utilizzati alcuni beni (ad esempio l’oro) come misura degli altri beni, è stato introdotto il denaro Il denaro è diventato lo strumento mediante il quale viene espresso il valore di tutti gli altri beni Il denaro è un bene senza valore intrinseco ma dotato di un valore convenzionale accettato da tutti Nel corso del tempo si sono succeduti vari beni con il compito di fungere da misura per tutti gli altri. Quello più noto è stato sicuramente l’oro, che deve la sua fortuna in parte alle caratteristiche che lo qualificano come materia prima per determinate produzioni e in parte alla facilità con cui si poteva ridurre in pezzi facilmente scambiabili e tutti di uguale valore. Successivamente l’idea di realizzare dei pezzi di valore convenzionale predefinito è stata sfruttata per creare un bene diverso, che potesse comunque svolgere il compito di misura per tutti gli altri beni: il denaro. Il denaro è, di fatto, un bene senza valore intrinseco ma dotato di un valore convenzionale accettato da tutti ed utilizzato universalmente per rendere possibili gli scambi tra i vari soggetti.

22 Il denaro Nel corso del tempo si sono succeduti vari beni con il compito di fungere da misura per tutti gli altri. Quello più noto è stato sicuramente l’oro, che deve la sua fortuna in parte alle caratteristiche che lo qualificano come materia prima per determinate produzioni e in parte alla facilità con cui si poteva ridurre in pezzi facilmente scambiabili e tutti di uguale valore. Successivamente l’idea di realizzare dei pezzi di valore convenzionale predefinito è stata sfruttata per creare un bene diverso, che potesse comunque svolgere il compito di misura per tutti gli altri beni: il denaro. Il denaro è, di fatto, un bene senza valore intrinseco ma dotato di un valore convenzionale accettato da tutti ed utilizzato universalmente per rendere possibili gli scambi tra i vari soggetti.

23 Il sistema dei prezzi Il fatto che un bene economico sia scarso fa sì che sia necessario stabilire una scala di valori nell’ambito dei suoi possibili impieghi Lo strumento per determinare la scala di valori è il prezzo Il punto di equilibrio di un sistema economico si traduce in un vero e proprio sistema di prezzi Grazie alla disponibilità di un bene universalmente accettato come misura del valore di uno scambio, è stato finalmente possibile determinare una scala di valori tra i vari beni economici. La scala di valori risultante è funzione della scarsità di ogni singolo bene e della numerosità degli impieghi possibili per ciascuno di essi. Come si è già detto il valore di equilibrio a cui viene perfezionato un determinato scambio viene definito prezzo. In senso lato, l’insieme di tutti i prezzi a cui vengono effettuati gli scambi all’interno di un sistema economico viene definito sistema dei prezzi ed assume un valore particolare come aggregato di riferimento per lo studio dei comportamenti dei vari settori dell’economia (ad esempio, fenomeni come l’inflazione all’interno di un sistema economico vengono poi misurati in base al tasso di crescita del livello dei prezzi).

24 Il sistema dei prezzi Grazie alla disponibilità di un bene universalmente accettato come misura del valore di uno scambio, è stato finalmente possibile determinare una scala di valori tra i vari beni economici. La scala di valori risultante è funzione della scarsità di ogni singolo bene e della numerosità degli impieghi possibili per ciascuno di essi. Come si è già detto il valore di equilibrio a cui viene perfezionato un determinato scambio viene definito prezzo. In senso lato, l’insieme di tutti i prezzi a cui vengono effettuati gli scambi all’interno di un sistema economico viene definito sistema dei prezzi ed assume un valore particolare come aggregato di riferimento per lo studio dei comportamenti dei vari settori dell’economia (ad esempio, fenomeni come l’inflazione all’interno di un sistema economico vengono poi misurati in base al tasso di crescita del livello dei prezzi).

25 Il mercato Perché la scambio dei beni economici avvenga in modo efficiente occorre anche trovare un luogo o una modalità che favorisca le transazioni, cioè un mercato Un mercato si può definire un luogo reale o virtuale nel quale è possibile, potenzialmente, effettuare degli scambi

26 Elementi di un mercato moderno
Ogni mercato è caratterizzato dagli elementi che lo definiscono: Il prodotto/servizio trattato Gli operatori che vi partecipano Il regime competitivo Le condizioni per entrarvi La dimensione Numero di persone interessate al prodotto/servizio trattato Disponibilità ad offrire le risorse necessarie per ottenere il prodotto/servizio trattato

27 Prodotti e servizi La natura e la tipologia del prodotto/servizio sono determinanti per il mercato cui si riferiscono Ogni mercato attraversa varie fasi durante la sua vita Introduzione Sviluppo Maturità Declino In alcuni casi il ciclo si rinnova, in altri si estende Il primo elemento che caratterizza un mercato è sicuramente il prodotto o il servizio trattato. La natura del prodotto/servizio trattato è condizionante anche per determinare il regime competitivo in cui si troveranno i vari operatori, come si vedrà tra poco. Un prodotto/servizio di tipo standardizzato permetterà generalmente la presenza di molti produttori ed un regime competitivo più favorevole per i consumatori; mentre un prodotto/servizio molto specifico, sarà probabilmente offerto da un numero limitato di produttori (in alcuni casi, uno solo) e questo determinerà una situazione meno favorevole per i consumatori. Ogni mercato, nella sua evoluzione, attraversa vari momenti secondo le fasi di vita del prodotto o del servizio. Queste fasi sono state individuate e studiate nel cosiddetto “modello del ciclo di vita” cui verrà dedicata un’apposita parte del corso. Le fasi del ciclo di vita si snodano per periodi di tempo variabili e possono rinnovarsi o estendersi secondo la natura e la tipologia del prodotto o del servizio trattato.

28 Prodotti e servizi Il primo elemento che caratterizza un mercato è sicuramente il prodotto o il servizio trattato. La natura del prodotto/servizio trattato è condizionante anche per determinare il regime competitivo in cui si troveranno i vari operatori, come si vedrà tra poco. Un prodotto/servizio di tipo standardizzato permetterà generalmente la presenza di molti produttori ed un regime competitivo più favorevole per i consumatori; mentre un prodotto/servizio molto specifico, sarà probabilmente offerto da un numero limitato di produttori (in alcuni casi, uno solo) e questo determinerà una situazione meno favorevole per i consumatori. Ogni mercato, nella sua evoluzione, attraversa vari momenti secondo le fasi di vita del prodotto o del servizio. Queste fasi sono state individuate e studiate nel cosiddetto “modello del ciclo di vita” cui verrà dedicata un’apposita parte del corso. Le fasi del ciclo di vita si snodano per periodi di tempo variabili e possono rinnovarsi o estendersi secondo la natura e la tipologia del prodotto o del servizio trattato.

29 Il mercato e gli operatori
All’interno di ogni mercato agiscono vari operatori Produttori Intermediari Consumatori La libertà di azione degli operatori può essere condizionata dall’andamento di altri mercati o da fattori esterni Ambiente Governo Coloro che agiscono all’interno di un mercato vengono detti operatori. Secondo il ruolo che esercitano, i vari operatori possono essere definiti come: produttori, quando presiedono al processo che porta alla realizzazione del bene trattato; intermediari, quando non producono ne consumano il bene trattato ma svolgono una funzione di collegamento tra produttori e consumatori, consumatori, quando acquistano il bene per soddisfare i propri bisogni. Essi costituiscono la domanda del mercato. Un mercato è caratterizzato dalle scelte e dai comportamenti dei vari operatori che vi lavorano. La loro libertà d’azione può essere condizionata, nella realtà, sia da fattori interni al mercato stesso (fattori endogeni) sia da elementi non strettamente connessi con il mercato esaminato (fattori esogeni). Tra i fattori esogeni, i più rilevanti sono senza dubbio quelli relativi all’ambiente e al governo. Il primo perché in grado di imporre comportamenti obbligati, derivanti dalla necessità di salvaguardare un bene di interesse collettivo come appunto l’ambiente circostante; il secondo perché in grado di introdurre normative vincolanti sia per la produzione sia per il consumo di determinati beni.

30 Il mercato e gli operatori
Coloro che agiscono all’interno di un mercato vengono detti operatori. Secondo il ruolo che esercitano, i vari operatori possono essere definiti come: produttori, quando presiedono al processo che porta alla realizzazione del bene trattato; intermediari, quando non producono ne consumano il bene trattato ma svolgono una funzione di collegamento tra produttori e consumatori, consumatori, quando acquistano il bene per soddisfare i propri bisogni. Essi costituiscono la domanda del mercato. Un mercato è caratterizzato dalle scelte e dai comportamenti dei vari operatori che vi lavorano. La loro libertà d’azione può essere condizionata, nella realtà, sia da fattori interni al mercato stesso (fattori endogeni) sia da elementi non strettamente connessi con il mercato esaminato (fattori esogeni). Tra i fattori esogeni, i più rilevanti sono senza dubbio quelli relativi all’ambiente e al governo. Il primo perché in grado di imporre comportamenti obbligati, derivanti dalla necessità di salvaguardare un bene di interesse collettivo come appunto l’ambiente circostante; il secondo perché in grado di introdurre normative vincolanti sia per la produzione sia per il consumo di determinati beni.

31 Il regime competitivo Il regime competitivo definisce il sistema dei prezzi di un mercato ed i meccanismi che ne determinano il punto di equilibrio monopolio duopolio/oligopolio concorrenza concorrenza monopolistica Il regime competitivo può cambiare nel corso del tempo, anche a causa di interventi esterni

32 Il regime competitivo Il comportamento del mercato è determinato anche dal tipo di competizione che viene a crearsi tra i produttori. Il regime competitivo esistente determina, in particolare, la modalità con cui viene definito il prezzo al quale viene proposto lo scambio del prodotto/servizio trattato. I regimi individuati dagli studiosi di economia sono essenzialmente quattro: Monopolio. Il regime di monopolio è caratterizzato dalla presenza di un solo produttore; in tale situazione è evidente che il livello di prezzo può essere fissato unilateralmente dal produttore in modo da massimizzare il proprio profitto, prestando attenzione solo a non stabilirlo in modo da scoraggiare i consumatori all’acquisto. Questo è anche il regime competitivo in cui il produttore è meno stimolato a far progredire la tecnologia ed il prodotto/servizio.

33 Il regime competitivo Duopolio/oligopolio. Questo regime è caratterizzato dalla presenza di due o al massimo pochi produttori; è evidente che sarà interesse di ognuno fissare dei livelli di prezzo compatibili con la propensione all’acquisto da parte dei consumatori ma tesi a massimizzare il proprio profitto. Il rischio più elevato per i consumatori è, in questo caso, quello di un accordo tra i produttori (di solito denominato cartello) che vada a configurare di fatto una situazione di monopolio. In questo regime lo sviluppo del mercato è comunque normalmente superiore a quello di un regime di monopolio. Concorrenza. Questo regime è caratterizzato da una molteplicità di produttori, nessuno dei quali in grado di influenzare il prezzo del mercato. Si tratta evidentemente del regime più favorevole per i consumatori ed anche quello nel quale i vari produttori saranno più impegnati nel cercare di migliorare i propri processi produttivi al fine di ridurre al massimo i costi. In questo regime il prezzo di equilibrio è, infatti, determinato più dal livello dei costi che dalla massimizzazione dei profitti. Concorrenza monopolistica. Questo è il regime dove esiste una molteplicità di produttori ma dove i beni sono ben differenziati tra loro e i produttori possono sfruttare la leva del prezzo come strumento per raggiungere i propri obiettivi. Si tratta di un regime favorevole per i produttori ma anche con un’elevata spinta verso il progresso tecnologico, data la necessità di continuare a mantenere differenziati i prodotti venduti (i settori ad alta tecnologia sono spesso caratterizzati da un regime di concorrenza monopolistica).

34 Il regime competitivo Il regime competitivo di un determinato mercato può modificarsi nel corso del tempo a causa di vari fenomeni, come ad esempio, la concentrazione dei produttori o lo sviluppo di nuove tecnologie. A causa delle anomalie verificatesi tra la fine del XIX ed i primi decenni del XX secolo, nelle economie più sviluppate, sono stati introdotti degli organismi dedicati esclusivamente al controllo del regime competitivo, dotati del potere di impedire fenomeni di concentrazione tali da instaurare situazioni di monopolio di fatto su determinati mercati. In Italia esiste un’Autorità Anti-Trust il cui compito è proprio quello di vigilare sul verificarsi di condizioni di mercato sfavorevoli ai consumatori e di intervenire per correggere tali situazioni.

35 Le barriere all’entrata
L’ingresso in un determinato mercato può non essere libero ma prevedere delle condizioni che costituiscono delle vere e proprie “barriere” L’esistenza di barriere all’entrata può determinare il regime competitivo del mercato. La libera concorrenza non ha barriere all’entrata

36 Le barriere all’entrata
Un altro fattore importante per determinare il regime competitivo di uno specifico mercato è quello relativo alle possibili barriere che si frappongono tra la volontà di un produttore ad entrare su tale mercato ed il suo effettivo ingresso. Tali barriere possono essere dovute a fattori tecnologici (quando l’ingresso sul mercato prevede che il produttore disponga di una tecnologia non liberamente accessibile), a fattori finanziari (quando l’ingresso prevede l’effettuazione di ingenti investimenti iniziali), a fattori legislativi (quando la possibilità di operare è vincolata all’ottenimento di una concessione governativa o al rispetto di normative particolarmente stringenti). L’unico regime competitivo che, per definizione, non ha barriere all’entrata è quello di libera concorrenza.

37 Le dimensioni del mercato
I mercati cambiano la propria dimensione per ragioni esogene per ragioni endogene Nell’economia moderna lo sviluppo di un mercato può avvenire per varie ragioni per iniziativa degli operatori per iniziativa dei governi per evoluzione naturale

38 La dimensione demografica
Uno dei fattori determinanti della crescita di un mercato può essere l’andamento demografico Lo sviluppo del mercato può coincidere con il verificarsi di alcuni fattori la crescita della popolazione fenomeni migratori cambiamenti culturali Un fattore demografico importante, ma non necessariamente connesso alla crescita quantitativa della popolazione, è quello di tipo culturale. Il cambiamento della cultura di una popolazione può determinare lo spostamento dei bisogni dei consumatori, e, quindi, delle loro propensioni all’acquisto, da determinati prodotti/servizi ad altri.

39 La dimensione geografica
Uno dei fattori determinanti della crescita di un mercato può essere la distribuzione geografica Il fattore geografico può condizionare sia la domanda sia l’offerta, tuttavia la crescita dipende solo dalla domanda L’estensione di un mercato può dipendere dall’iniziativa degli operatori o da fattori ambientali e politici Un altro fattore determinante è sicuramente quello geografico. Contrariamente a quanto detto per l’elemento demografico, quello geografico può influire sia sul lato della domanda sia sul lato dell’offerta, anche se solo il primo è poi rilevante per consentire lo sviluppo del mercato. Questo è proprio il motivo per cui si è assistito negli ultimi decenni alla stipula di accordi internazionali volti alla creazione di mercati sempre più ampi. Esempi di queste operazioni sono: la riunificazione della Germania l’accordo NAFTA tra USA, Canada e Messico l’introduzione dell’Euro all’interno dei paesi dell’Unione Europea Importante per quanto riguarda la dimensione geografica dei mercati è anche la progressiva globalizzazione dell’economia, fenomeno che permette ai produttori di più grandi dimensioni di poter contare su una domanda sempre più allargata e, di conseguenza, su tassi di crescita potenziali sempre più rilevanti. Anche Internet, sia pure in misura ed in modo diverso, contribuisce ad espandere la dimensione geografica dei mercati.

40 La dimensione geografica
Un altro fattore determinante è sicuramente quello geografico. Contrariamente a quanto detto per l’elemento demografico, quello geografico può influire sia sul lato della domanda sia sul lato dell’offerta, anche se solo il primo è poi rilevante per consentire lo sviluppo del mercato. Questo è proprio il motivo per cui si è assistito negli ultimi decenni alla stipula di accordi internazionali volti alla creazione di mercati sempre più ampi. Esempi di queste operazioni sono: la riunificazione della Germania l’accordo NAFTA tra USA, Canada e Messico l’introduzione dell’Euro all’interno dei paesi dell’Unione Europea Importante per quanto riguarda la dimensione geografica dei mercati è anche la progressiva globalizzazione dell’economia, fenomeno che permette ai produttori di più grandi dimensioni di poter contare su una domanda sempre più allargata e, di conseguenza, su tassi di crescita potenziali sempre più rilevanti. Anche Internet, sia pure in misura ed in modo diverso, contribuisce ad espandere la dimensione geografica dei mercati

41 La dimensione tecnologica
Uno dei fattori determinanti della crescita di un mercato può essere lo sviluppo tecnologico L’introduzione di nuove tecnologie può determinare varie evoluzioni ampliare il mercato esistente riduzione dei prezzi sviluppo della produzione creare nuovi mercati Il fattore tecnologico è sempre stato importante per determinare la dimensione di un mercato, soprattutto per quanto riguarda il livello di produzione potenziale di un determinato bene/servizio. Il progresso della tecnologia è spesso stato orientato alla riduzione dei costi ed al miglioramento della produttività, con conseguente sviluppo della produzione. Solo in tempi più recenti la tecnologia è divenuta protagonista anche per quanto riguarda la possibilità di creare nuovi mercati (un esempio è quello dei Personal Computer) e di determinare dei tassi di sviluppo sempre più rapidi per quanto riguarda nuovi prodotti e nuovi servizi. Questa recente maggiore dinamica dei mercati ha spinto anche alla ricerca ed all’introduzione di nuovi modelli di business e di impresa, come si vedrà in un’altra parte del corso.

42 La dimensione tecnologica
Il fattore tecnologico è sempre stato importante per determinare la dimensione di un mercato, soprattutto per quanto riguarda il livello di produzione potenziale di un determinato bene/servizio. Il progresso della tecnologia è spesso stato orientato alla riduzione dei costi ed al miglioramento della produttività, con conseguente sviluppo della produzione. Solo in tempi più recenti la tecnologia è divenuta protagonista anche per quanto riguarda la possibilità di creare nuovi mercati (un esempio è quello dei Personal Computer) e di determinare dei tassi di sviluppo sempre più rapidi per quanto riguarda nuovi prodotti e nuovi servizi. Questa recente maggiore dinamica dei mercati ha spinto anche alla ricerca ed all’introduzione di nuovi modelli di business e di impresa, come si vedrà in un’altra parte del corso.

43 L’efficienza del mercato
Un mercato è efficiente quando tutti gli scambi possono essere perfezionati in tempi rapidi e ad un prezzo che soddisfa sia la domanda sia l’offerta Caratteristiche di un mercato efficiente sono: le caratteristiche dei beni sono standardizzate gli acquirenti e i venditori sono molti le informazioni sui prodotti che vengono offerti sono ampiamente condivise i prezzi richiesti e offerti sono vicini tra loro

44 L’efficienza del mercato
Un’altra delle caratteristiche di cui dovrebbero essere dotati i mercati moderni è quella dell’efficienza. In termini strettamente economici, i mercati si dicono efficienti quando sono presenti le seguenti condizioni: le caratteristiche dei beni sono standardizzate; gli acquirenti e i venditori sono molti; le informazioni sui prodotti che vengono offerti sono ampiamente condivise; i prezzi richiesti e offerti non sono molto lontani tra loro. I moderni mercati finanziari ci forniscono i migliori esempi di efficienza dei mercati. In una transazione che coinvolge 100 azioni di una determinata azienda, per esempio, le caratteristiche del bene scambiato (le azioni, appunto) sono identiche. Ogni giorno migliaia di individui e istituzioni le comprano e le vendono. Tutti gli acquirenti hanno accesso alle stesse informazioni sull’azienda e la sua corrente situazione aziendale. La competizione e la condivisione di informazioni hanno l’effetto di tenere molto vicini i prezzi di acquisto e vendita e, generalmente, esiste la possibilità di accordarsi in pochissimo tempo. Tutto si svolge velocemente, efficientemente e con frizioni e commissioni relativamente piccole.

45 L’efficienza del mercato
Il mercato delle automobili è meno perfetto ma si può ancora qualificare come efficiente. Le caratteristiche dei vari modelli sono generalmente standard e il prezzo può essere rapidamente aggiustato per sottolineare aspetti particolari (come il tetto apribile, i cerchi in lega…). I compratori e venditori di auto sono numerosi, eliminando la possibilità che qualcuno applichi un prezzo particolare, determinato dal suo potere monopolistico. Inoltre, le informazioni sulle automobili, nuove o usate, sono abbondanti e facilmente rintracciabili. L’efficienza del mercato ha il positivo effetto di tenere vicini i prezzi di acquisto e vendita e tenerli vicini al vero valore di un determinato bene.

46 L’efficienza del mercato
Ci sono anche mercati che sono inefficienti a priori, questi, normalmente: sono geograficamente segmentati e ciò rende difficile e costoso, per acquirenti e venditori, incontrarsi, scambiarsi informazioni e concludere affari; possono offrire una gamma limitata di prodotti; i costi delle transazioni spesso sono elevati; lo scambio di informazioni è inefficiente in quanto acquirenti e venditori non hanno un metodo condiviso e conveniente per determinare i giusti prezzi di vendita o acquisto. Se, per esempio, si cerca il vecchio disco in vinile di un cantante particolare, l’unica possibilità di trovarlo a un prezzo conveniente è di setacciare tutti i negozi di dischi usati di una vasta area geografica: un processo che richiede molto tempo. La probabilità di trovare quello che si sta cercando attraverso i “mercatini delle pulci” o gli annunci classificati sono ancora più scarse. E, se anche si è fortunati e si trova il disco che si stava cercando, non si avranno punti di riferimento per la determinazione del prezzo. Allo stesso modo sarà difficile anche per il venditore trovare la persona interessata al suo articolo e determinarne il prezzo.


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