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L’ORTICOLTURA BIOLOGICA

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Presentazione sul tema: "L’ORTICOLTURA BIOLOGICA"— Transcript della presentazione:

1 L’ORTICOLTURA BIOLOGICA

2 L’orticoltura biologica non risulta ancora molto diffusa: occupa soltanto l’1,5% della superficie totale destinata all’agricoltura biologica (contro il 37% delle foraggere, il 27% dei cereali, il 9% della frutticoltura, l’8% dell’olivicoltura). Tra le difficoltà incontrate in orticoltura biologica vi è quella di reperire le ingenti quantità di sostanza organica richieste per soddisfare le elevatissime esigenze delle specie ortive (soprattutto negli ambienti meridionali).

3 In orticoltura, caratterizzata da cicli colturali brevi ed intensivi, è fondamentale individuare il sistema colturale più appropriato, allo scopo di ridurre l’impiego di input ed ottenere prodotti di elevata qualità

4 Aspetto fondamentale e prioritario da considerare per impostare la coltivazione biologica di ortaggi è la valutazione della vocazionalità pedoclimatica

5 In orticoltura il terreno ideale deve essere profondo, fresco, permeabile, a struttura glomerulare, ricco di sostanza organica (minimo 3%), con pH neutro (6,5-7,5) ed elevata C.S.C.

6 Il vento può rappresentare un fattore limitante, soprattutto per colture fragili, quali peperone e melanzana.

7 Nella coltivazione in serra, per assicurare le migliori condizioni ambientali, è necessario che le strutture abbiano un volume di almeno 3 m3 per ogni m2 di superficie e preferibilmente aperture laterali ed al colmo. 3 m Ventilatore 1 m 8 m

8 Nella coltura in serra delle ortive da frutto (pomodoro, zucchino, melone) può rendersi necessario introdurre i bombi (1 arnia/1000 m2) per favorire l’impollinazione Zucchino Pomodoro

9 Ai fini della corretta gestione agronomica, bisogna considerare:
Lavorazioni del terreno Avvicendamenti Consociazioni Scelta delle cultivar Tecniche d’impianto Caratteristiche del materiale propagativo Controllo della flora infestante Gestione della concimazione Gestione delle risorse idriche Difesa dalle avversità biotiche ed abiotiche

10 LAVORAZIONI DEL TERRENO

11 Nell’orticoltura biologica le lavorazioni rappresentano uno strumento fondamentale per migliorare l’agro-ecosistema e creare le condizioni ottimali per la crescita delle piante. Le lavorazioni hanno influenza sulle proprietà chimiche, fisiche, microbiologiche ed idrologiche del terreno e condizionano la dotazione di sostanza organica

12 Particolare importanza rivestono le lavorazioni nel caso di colture di cui si utilizzano organi ipogei, come la carota, la patata, la cipolla.

13 In orticoltura, a causa della brevità dei cicli colturali, le lavorazioni sono spesso numerose e, se effettuate in modo inappropriato, possono provocare destrutturazione del suolo, riduzione del contenuto di sostanza organica, aumento dell’erosione.

14 In generale, le lavorazioni devono essere le più superficiali possibili e in numero limitato.
La profondità di lavorazione è maggiore per le specie con apparato radicale profondo e per le colture destinate a produrre organi ipogei. Gli avvicendamenti vanno programmati in modo da alternare colture che richiedono lavorazioni profonde (pomodoro, patata, carota, melone) con altre che necessitano di lavorazioni superficiali (es. lattuga, cavolo broccolo)

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16 Le lavorazioni ripetute e profonde favoriscono il compattamento del terreno a causa dell’impoverimento di sostanza organica e del numero di eccessivo di passaggi delle macchine. In generale, le specie orticole sono molto sensibili alla scarsa aerazione del terreno (in particolare, il peperone)

17 Nei terreni non lavorati, rispetto a quelli lavorati, vi sono minori escursioni termiche e le temperature minime sono più elevate: ciò risulta molto utile per specie esigenti dal punto di vista termico, quali melone e cocomero.

18 Interesse rivestono le tecniche di lavorazione minima (discatura + erpicatura), effettuabili in modo da interessare l’intero appezzamento o soltanto le file su cui impiantare la coltura: ottimi risultati sono stati ottenuti su cavolo broccolo in successione a cereali tipo frumento Cavolo broccolo (Brassica oleracea var. italica)

19 In alternativa all’aratura tradizionale, risulta interessante anche l’aratura a doppio strato (aratura superficiale + scarificatura profonda, in unico o doppio passaggio). E’ adatta soprattutto per specie con apparato radicale profondo e che traggono vantaggio da lavorazioni profonde del terreno (es. melone, cocomero, pomodoro)

20 La vangatura rappresenta un tipo di lavorazione molto adatta a preparare il terreno per l’impianto di colture ad apparato radicale superficiale (es. lattuga) e/o di specie che non tollerano anche brevi ritardi nell’epoca di impianto (es. il cavolo broccolo, molto sensibile alla pre-fioritura). La vangatura può essere eseguita anche con terreno non perfettamente in tempera

21 L’erpicatura può diventare una lavorazione principale per le specie che richiedono lavorazione superficiale, soprattutto se succedono a colture che hanno fruito di lavori di aratura.

22 La pacciamatura può sostituire la rincalzatura
Tra i lavori colturali, in orticoltura assume particolare rilievo, oltre alla sarchiatura, la rincalzatura, eseguita su numerose colture con differenti scopi. Per esempio, in patata previene l’inverdimento dei tuberi, gli attacchi peronosporici e quelli di alcuni insetti (es. tignola della patata, Phthorimaea operculella). In asparago, sedano, finocchio, cardo, radicchio la rincalzatura viene attuata per ottenere l’imbianchimento del prodotto. La pacciamatura può sostituire la rincalzatura

23 Coltura di patata sarchiata e rincalzata
Coltura di fagiolo

24 AVVICENDAMENTI COLTURALI

25 Il principio di non ripetere la medesima coltura è fondamentale nell’orticoltura biologica, poichè è tra gli strumenti più efficaci per equilibrare l’agro-ecosistema. L’avvicendamento consente di: conservare e migliorare la fertilità del terreno prevenire le malattie e gli attacchi parassitari limitare la crescita delle infestanti evitare fenomeni di allelopatia

26 Per conseguire tali obiettivi si rende generalmente necessario includere negli avvicendamenti anche colture non orticole (es. foraggere e/o cereali)

27 AVVICENDAMENTO E FERTILITA’ DEL TERRENO

28 Il tenore in sostanza organica può essere migliorato mediante:
inserimento nell’avvicendamento di piante da sovescio concimazione organica per le colture che se ne avvantaggiano direttamente (es. peperone) sfruttamento dell’effetto residuo per quelle che mal sopportano la somministrazione diretta di concimi organici (es. cipolla) alternando colture che richiedono lavorazioni profonde, favorevoli all’eremacausi della S.O.(es. melone), con altre che prevedono lavorazioni superficiali (es. insalate)

29 Colture da sovescio (graminacee, leguminose, brassicacee): migliorano le proprietà fisiche e chimiche del terreno, riducono la lisciviazione dei nitrati, limitano l’erosione, contengono la crescita delle infestanti, possono presentare attività biocida nei confronti di patogeni e parassiti. I sovesci di leguminose possono rendere disponibili fino a kg N/ha.

30 In orticoltura le specie più utilizzate per sovescio sono Trifolium incarnatum, T. alexandrinum, T. resupinatum, Lupinus luteus, L. angustifolius, Vicia faba, Vicia sativa, Vicia villosa, Sinapis alba, Brassica napus oleifera, Raphanus sativus, Secale cereale, Hordeum vulgare, Lolium spp., Phacelia tanacetifolia (fam. Hydrophillaceae). Sovesci di Calendula officinalis e Tagetes spp., per le particolari secrezioni radicali, risultano molto utili nel caso di infestazioni da nematodi. Il sovescio di Melilotus albus, per l’elevato contenuto in cumarina della pianta, può essere utile per controllare le infestazioni da arvicole.

31 In recenti prove sperimentali condotte in serre-tunnel in Basilicata sono stati ottenuti buoni risultati sovesciando una coltura intercalare di broccoletto di rapa (= cima di rapa, Brassica rapa L.), con ciclo di 90 giorni, prima dell’impianto del melone (trapianto a fine marzo, dopo circa un mese dall’interramento del sovescio).

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33 leguminose, che arricchiscono il terreno in N
Il tenore in azoto viene mantenuto su livelli ottimali mediante inserimento nell’avvicendamento di: leguminose, che arricchiscono il terreno in N cover crops, che impediscono il dilavamento

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35 AVVICENDAMENTO E SANITA’ DELLA COLTURA

36 La prevenzione delle malattie mediante l’avvicendamento si attua attraverso:
lunghi avvicendamenti scelta di specie non interessate dai medesimi patogeni scelta di cultivar resistenti o tolleranti inclusione nell’avvicendamento di sovesci con specie biocide (Brassica juncea ed altre brassicacee) impiego di materiale propagativo sano isolamento dell’appezzamento con siepi, filari alberati

37 Le concimazioni organiche, favorendo lo sviluppo di microrganismi antagonisti, riducono la vitalità delle forme di conservazione dei patogeni e potenziano l’efficacia degli avvicendamenti.

38 Con parassiti molto mobili (es
Con parassiti molto mobili (es. dorifora della patata) bisogna che la distanza tra due appezzamenti coltivati con la medesima specie sia maggiore della distanza percorribile dal parassita. Utile è la recinzione degli appezzamenti con siepi o frangivento.

39 AVVICENDAMENTO E CONTROLLO DELLE INFESTANTI

40 L’avvicendamento consente di controllare le infestanti attraverso:
l’instaurarsi di una ricca associazione floristica in equilibrio la diminuzione dell’infestazione potenziale l’inserimento di colture rinettanti (es. sarchiate, crucifere, foraggere quali Vicia villosa, Trifolium incarnatum, T. subterraneum) l’ottenimento di una coltura più competitiva (perchè più sana)

41 In orticoltura l’avvicendamento deve essere attuato in modo da alternare:
specie a radici profonde (pomodoro) con quelle a radici superficiali (lattuga) colture la cui parte edule è data da organi ipogei (carota, patata) con quelle di cui si usa la parte aerea (peperone, cavoli) specie ad apparato radicale molto espanso (cereali) con altre a modesto sviluppo dell’apparato radicale (lattuga) specie con ampio sviluppo della parte aerea (melanzana) con quelle a scarso sviluppo (aglio, cipolla) colture che richiedono lavori preparatori profondi ed accurati (carciofo, pomodoro) con altre meno esigenti (zucchino, cereali) specie azotofissatrici (fagiolo, pisello) con quelle avide di N (patata) specie a diversa sensibilità a patogeni e fitofagi

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43 CONSOCIAZIONE

44 Criteri generali per la consociazione in orticoltura:
consociare specie a diverso sviluppo radicale consociare specie appartenenti a famiglie diverse consociare specie con differente ciclo colturale privilegiare le leguminose (non per aglio, cipolla e porro) L’impianto va fatto a file alternate; eventualmente si può porre la coltura a ciclo più lungo nella parte centrale dell’aiuola e l’altra ai bordi

45 I benefici della consociazione possono derivare da:
emissione di essudati radicali stimolanti: es. tra sedano e pomodoro fissazione dell’ N (da parte di leguminose) produzione di sostanze repellenti per certi parassiti (es. la carota allontana la mosca della cipolla, Hylemia antiqua, mentre la cipolla tiene lontana la mosca della carota, Psilla rosea) protezione da avversità climatiche esercitata da una coltura su un’altra (es. il cetriolo in verticale può ombreggiare il pomodoro, proteggendolo dalle scottature dei frutti)

46 Esempi di consociazioni che sfruttano l’azione repellente
Specie repellente Specie protetta Insetto Rosmarino, issopo, timo, menta, assenzio, salvia cavolo cavolaia Santoreggia, pomodoro fagiolo mosca Lino, fagiolo, petunia patata dorifora Tagete fava tonchio Avena, pomodoro, frumento asparago mosca Spinacio, lattuga bietola altica Porro, cipolla, aglio carota mosca Pomodoro, trifoglio cavolo mosca Sedano, carota cipolla mosca Canapa patata grillotalpa Porro, cipolla, aglio sedano mosca

47 Consociazioni favorevoli
Aglio con: carota, cavolo rapa, cetriolo, fragola, lattuga, sedano Asparago con: cavolo rapa, lattuga, ravanello Bietola da coste con: carota, cavolo, cavolo rapa, fagiolino nano, rapa, ravanello Carota con: aglio, bietola da coste, cipolla, menta, pisello, pomodoro, porro, ravanello Cavolo con: bietola da coste, cetriolo, fagiolino nano, fragola, indivia, lattuga, pisello, pomodoro, porro, ravanello, sedano, spinacio Cetriolo con: aglio, cavolo, cipolla, fagiolino nano, finocchio, lattuga, sedano, zucchino Cipolla con: camomilla, carota, cetriolo, fagiolino nano, fragola, lattuga, pisello, zucchino Fagiolino nano con: bietola da coste, cavolo, cavolo rapa, cetriolo, cipolla, lattuga, patata, pomodoro, porro, rapa, ravanello, sedano Finocchio con: cavolo rapa, cetriolo, indivia, lattuga, pisello, salvia Fragola con: aglio, cavolo, cavolo rapa, cipolla, lattuga, porro, prezzemolo, ravanello, spinacio continua...

48 …segue Lattuga con: aglio, asparago, cavolo, cavolo rapa, cetriolo, cipolla, fagiolino nano, finocchio, fragola, menta, pisello, pomodoro, porro, rapa, ravanello, sedano, spinacio Patata con: fagiolino nano, menta, prezzemolo, spinacio Pisello con: carota, cavolo, cavolo rapa, cipolla, finocchio, lattuga, pomodoro, rapa, ravanello Pomodoro con: carota, cavolo, cavolo rapa, fagiolino nano, lattuga, menta, pisello, porro, prezzemolo, rapa, ravanello, sedano, spinacio Porro con: carota, cavolo, cavolo rapa, fagiolino nano, fragola, indivia, lattuga, pomodoro, sedano Sedano con: aglio, cavolo, cavolo rapa, cetriolo, fagiolino nano, lattuga, pomodoro, porro, spinacio Spinacio con: cavolo, cavolo rapa, fragola, lattuga, patata, pomodoro, rapa, ravanello, sedano Zucchino con: cetriolo, cipolla

49 Consociazioni sfavorevoli:
Aglio con: cavolo, fagiolino, pisello Carota con sedano Cavolo con: aglio, cipolla, patata Cetriolo con ravanello Cipolla con cavolo Fagiolino nano con: aglio, finocchio Finocchio con: fagiolino, pomodoro Lattuga con prezzemolo Patata con: cavolo, pisello, sedano Pisello con: aglio, patata, porro Pomodoro con finocchio Sedano con: camomilla, patata

50 ESEMPI DI CONSOCIAZIONI DI FACILE REALIZZAZIONE
Cipolla e carota: reciproco vantaggio nella difesa dagli insetti nocivi. Le due specie si seminano a file alterne, distanti 20 cm, oppure la cipolla si semina ai bordi e la carota al centro. Porro e carota: come sopra. Patata e spinacio: gli essudati radicali dello spinacio stimolano la crescita della patata. Lo spinacio va seminato al centro del campo e sui bordi esterni. Fagiolo rampicante/pisello e lattuga: consociazione vantaggiosa per l’N dato dalla leguminosa, che va piantata al centro del campo. Cipolla e lattuga invernale: escreti radicali stimolanti. Impianto a file alterne Ravanello e carota: si ha il vantaggio di utilizzare il terreno a diverse profondità. File alterne distanti cm.

51 GESTIONE DEGLI SPAZI NATURALI
La presenza di spazi naturali (alberature, siepi, fasce di terreno e fossi inerbiti, aree boscate) ha un ruolo fondamentale per la conservazione della biodiversità e l’incremento delle potenzialità della lotta naturale ai patogeni e parassiti. Gli sfalci delle specie erbacee spontanee o appositamente seminate devono essere fatti tenendo conto del ciclo biologico degli insetti utili. In generale, vanno evitati i tagli in primavera-inizio estate e in autunno, allorchè si registra la massima presenza di entomofagi e, in ogni caso, sarebbe opportuno adottare la tecnica dello “sfalcio alternato”

52 SCELTA DELLE CULTIVAR

53 In orticoltura biologica è fondamentale scegliere cultivar caratterizzate da:
adattamento alle condizioni pedoclimatiche di coltivazione resistenza alle principali avversità biotiche ed abiotiche elevata efficienza nell’assorbimento e utilizzo dei nutrienti buono sviluppo dell’apparato radicale ciclo breve frutti resistenti alle spaccature ed alle sollecitazioni meccaniche resistenza alla sovrammaturazione idoneità all’eventuale trasformazione del prodotto adeguate caratteristiche morfologiche ed organolettiche

54 L’adozione di cultivar ben adattate alle peculiari condizioni pedoclimatiche di coltivazione consente la massima valorizzazione delle risorse naturali. Vanno privilegiate le cultivar locali e quelle “antiche”

55 Spesso i fattori di resistenza alle avversità si ritrovano in cultivar nuove, ottenute da lavori di miglioramento genetico: esse vanno attentamente valutate per almeno due anni, per osservarne l’adattamento alle condizioni pedoclimatiche specifiche. Si possono coltivare anche due o più cultivar, in modo da diminuire i rischi derivanti da avversità biotiche ed abiotiche

56 Volendo attuare la semiforzatura delle colture, con anticipo o ritardo della produzione, bisogna ricorrere a cultivar adatte, scelte anche in funzione della tolleranza alle basse o alle alte temperature ed alle escursioni termiche. Per esempio, il trapianto ritardato delle brassicacee (cavoli) predispone le piante alla pre-fioritura, con risposta variabile a seconda delle cultivar

57 Le cultivar a breve ciclo colturale consentono:
l’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche l’utilizzo razionale degli elementi nutritivi minore rischio di attacchi da patogeni e parassiti la pronta esecuzione delle lavorazioni del terreno l’inserimento nell’avvicendamento di una coltura da sovescio o rinettante (es. colza)

58 Le varietà per la coltivazione biologica non possono essere prodotte con sistemi transgenici, per fusione di protoplasti, mediante mutazioni artificiali (soprattutto attraverso radiazioni) e neppure ricorrendo alla sterilità maschile citoplasmatica senza geni ristoratori. Le cultivar per il biologico devono essere fertili ed adatte ad essere riprodotte in condizioni di agricoltura biologica. E’ consentita la selezione assistita da marcatori molecolari, così come la coltura ‘in vitro’ prima della produzione del seme “pre-base” (molto importante, per es., per la moltiplicazione in sanità della patata e per il risanamento da virus di vecchie varietà).

59 TECNICHE D’IMPIANTO

60 In orticoltura biologica si preferisce il trapianto alla semina diretta, perchè consente di meglio gestire le risorse idriche, la fertilità del suolo, lo sviluppo dei parassiti e la flora infestante. La semina diretta viene praticata per le specie che non sopportano il trapianto, per quelle il cui organo edule è rappresentato dalla radice fittonante (carota, rapa), per quelle a rapido accrescimento.

61 In semenzaio i patogeni più diffusi sono Pythium, Rhizoctonia, Phythophthora, Botrytis. Il terreno o substrato (sono ammessi anche quelli artificiali, come argilla espansa, perlite, vermiculite) può essere pastorizzato mediante solarizzazione o, limitatamente alle colture protette, con vapore aerato . I semi possono essere disinfettati per immersione in soluzione di ipoclorito di calcio o di sodio al 5-10% per minuti o in acqua calda (49-57°C) per minuti.

62 In orticoltura biologica si tende ad adottare basse densità colturali, che consentono:
migliore controllo delle infestanti con mezzi meccanici > arieggiamento della coltura (con < attacchi da patogeni) > vigore delle piante (con < attacchi da patogeni e parassiti) migliore utilizzo delle risorse nutritive del terreno maggiore pezzatura dei frutti migliore contemporaneità di maturazione dei frutti anticipo della produzione

63 Nello spinacio la semina più rada (25 cm tra le file, invece di 20 cm) costringe poi alla raccolta manuale, poiché per quella meccanica è richiesto un portamento eretto delle piante, conseguibile solo con le file strette. E’ necessario mettere a punto sistemi di controllo fisico-meccanico delle infestanti efficaci ed utilizzabili anche in colture fitte (es., sarchiatrici di precisione).

64 Il materiale di propagazione (gamica o agamica) deve provenire da colture condotte in biologico da vivaisti certificati.

65 Nelle cucurbitacee e solanacee si fa ricorso a piantine innestate per superare problemi fitosanitari. Per es., contro la fusariosi il melone viene innestato su Benincasa cerifera ed il cetriolo su Cucurbita ficifolia; il pomodoro viene innestato sull’ibrido Lycopersicon hirsutum x L. esculentum per conferire resistenza alla suberosità radicale (Pyrenochaeta lycopersici), a Verticillium e Fusarium; la melanzana su varietà di pomodoro resistenti a Verticillium e Fusarium

66 Innesto a spacco in testa
Innesto per approssimazione Innesto a spacco laterale: prima (a sinistra) e dopo (a destra)

67 CONTROLLO DELLA FLORA INFESTANTE

68 Il periodo critico della competizione con le infestanti è più o meno lungo nelle varie specie. Nelle colture seminate e in quelle che non coprono bene l’interfila (aglio, cipolla, carota, valerianella, spinacio) tale periodo è piuttosto lungo. Nelle colture a rapida crescita ed ampia parte aerea (pomodoro, peperone, melanzana, zucchino) il periodo di massima sensibilità alle infestanti è relativamente breve.

69 E’ necessario che non ci sia competizione con le infestanti soprattutto durante le fasi giovanili. Generalmente l’infestazione deve essere contenuta fino alla metà del ciclo colturale. Con le specie a competitività media o scarsa (cipolla, sedano, finocchio, bietola da coste, porro) l’infestazione non è tollerata per ulteriori 2-4 settimane dopo la metà coltura. Negli ortaggi da taglio (spinacio, valerianella, bietola da erbette, prezzemolo) l’infestazione non è mai tollerata fino alla raccolta.

70 Particolare attenzione va posta verso le specie infestanti possibili ospiti di virus e batteri.

71 Tra le tecniche di controllo preventive si ricorda:
Opportuna modalità d’impianto Giusta epoca d’impianto Corretta scelta della cultivar Adeguati avvicendamenti Idonee lavorazioni del terreno Razionale pratica dell’irrigazione

72 Tra le tecniche di controllo dirette vi sono:
Falsa semina Interventi meccanici (erpicatura, sarchiatura, rincalzatura) Diserbo termico (pirodiserbo, criodiserbo, microonde, scariche elettriche) Pacciamatura Solarizzazione Sfalcio (nelle colture poliennali quali asparago e carciofo)

73 Il pirodiserbo ha un buon effetto contro le infestanti giovani allo stadio cotiledonare fino alle 4 foglie al massimo. Non è molto efficace contro le graminacee (apice vegetativo protetto) e contro le infestanti pelose e coriacee.

74 GESTIONE DELLA CONCIMAZIONE

75 OBIETTIVO: restituire il quantitativo di sostanza organica mineralizzata e gli elementi nutritivi asportati nel breve periodo ed aumentare la dotazione di humus stabile nel lungo periodo. E’ necessario fare il bilancio umico e quello in elementi nutritivi considerando tutte le specie programmate nell’avvicendamento. Includere le specie da sovescio nell’avvicendamento, come fonte di N e sostanza organica.

76 Esempio di bilancio dell’N in un avvicendamento
N fissato N consumato N perso kg/ha kg/ha kg/ha Trifoglio Patata Cavolo Favino Carota Lupino Totale In questo caso, poiché il bilancio è positivo, non è necessario concimare con N

77 In relazione alle esigenze nutritive, le specie ortive possono essere suddivise in:
forti consumatrici (cavolo, cetriolo, pomodoro, sedano, zucca, zucchino) medie consumatrici (aglio, carota, cipolla, lattuga, melone, patata, spinacio) deboli consumatrici (fagiolo, pisello, fava, erbe aromatiche ed officinali)

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83 Ciò è possibile mediante:
La valorizzazione di ogni tipo di sostanza organica è il principale metodo per reintegrare ed aumentare la fertilità del suolo in orticoltura. Ciò è possibile mediante: interramento di residui vegetali (residui colturali, sovescio) compostaggio

84 Quantità media di humus ottenuta dai residui colturali di alcune ortive
Resa in humus (kg/ha) Carota Sedano Cavolo cappuccio Cavolfiore Cetriolo Fagiolo Lattuga Cipolla Pisello Pomodoro

85 La gestione dell’apporto della sostanza organica va seguita con attenzione in orticoltura, poichè la sua mineralizzazione può determinare una più o meno elevata disponibilità di azoto nitrico, non in sintonia con le esigenze di crescita della coltura, con fenomeni di lisciviazione o di accumulo di nitrati nelle parti eduli delle piante.

86 In relazione alla brevità del ciclo colturale delle ortive, l’elemento nutritivo limitante può essere in certi momenti l’azoto. Si può rendere necessario l’apporto frazionato di N mediante fertirrigazione con prodotti a base di N organico fluido di origine animale e/o vegetale, e/o l’apporto in copertura di concimi organici azotati ad azione rapida (es. sangue secco, pollina, colaticcio diluito)

87 PRODOTTI AMMESSI PER LA CONCIMAZIONE E L’AMMENDAMENTO DEL TERRENO
Letame, letame essiccato e deiezioni avicole disidratate, deiezioni animali, escrementi liquidi di animali: devono provenire da allevamenti estensivi, non industriali Rifiuti domestici compostati o fermentati; compost vegetali Torba: impiego limitato alle colture orticole, floricole, arboree, vivai Argille (perlite, vermiculite, ecc.) Residui di fungaie; vermicompost; guano Prodotti o sottoprodotti d’origine animale: farina di sangue, polvere di zoccoli, polvere di corna, polvere di ossa (anche degelatinata), farina di pesce, farina di carne, pennone, lana, pellami, pelli e crini, prodotti lattiero-caseari Prodotti o sottoprodotti d’origine vegetale: farina di panelli di semi oleosi, guscio di cacao, radichette di malto, ecc. continua….

88 Alghe e prodotti a base di alghe
… segue Alghe e prodotti a base di alghe Segatura e trucioli di legno (legname non trattato chimicamente); cortecce compostate; cenere di legno Fosfato naturale, fosfato allumino-calcico, scorie di defosforazione Sale grezzo di potassio, solfato di K (può contenere anche Mg) Borlande ed estratti di borlande Carbonato di Ca naturale (creta, marna, calcare macinato, litotamnio…); carbonato di Ca e Mg di origine naturale (es. calcare magnesiaco) Solfato di Mg; solfato di Ca (gesso); zolfo; oligoelementi

89 Concimi naturali ricchi di N: letame di ovini, bovini ed equini, farina di sangue, cornunghia, borlanda, panello di ricino; (sovescio di leguminose) Concimi naturali ricchi di P: guano, pollina, farina di ossa, letame suino, fosfati grezzi, scorie Thomas Concimi naturali ricchi di K: farina d’ossa, ceneri di legno, pollina, letame bovino e suino, borlanda, prodotti a base di alghe

90 GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE

91 Rispetto all’orticoltura tradizionale, in quella biologica si ricorre all’irrigazione solo dopo aver utilizzato al massimo le risorse idriche naturali ed in modo da non provocare eccessiva rigogliosità della coltura. Si tende a mantenere l’umidità del terreno pressochè costante, eventualmente irrigando con turni brevi e ridotti volumi.

92 L’ottimizzazione delle risorse idriche naturali si consegue:
aumentandone la disponibilità (con lavorazioni, apporto di sostanza organica, sovesci, avvicendamenti, pacciamatura organica, sistemazione del terreno) riducendone le perdite (pacciamatura, ombreggiamento, frangiventi, controllo delle infestanti, sarchiatura) valorizzandole mediante opportune tecniche agronomiche (cultivar, epoca d’impianto, densità colturale, “indurimento” delle piantine, metodi irrigui idonei)

93 DIFESA DALLE AVVERSITA’ BIOTICHE

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95 PRODOTTI FITOSANITARI AMMESSI
Azadiractina estratta da Azadirachta indica (albero del Neem) Piretrine estratte da Chrysanthemum cinerariaefolium Quassia estratta da Quassia amara Rotenone estratto da Derris spp., Lonchocarpus spp. e Therphrosia spp. Oli vegetali (di menta, di pino, di carvi): insetticidi, acaricidi, fungicidi Feromoni, piretroidi, metaldeide: da usare solo in trappole Rame (idrossido, ossicloruro, solfato); zolfo; oli minerali; olio di paraffina Microrganismi (Bacillus thuringiensis, Granulosus virus, ecc.): non OGM

96 Tra i pochi mezzi biologici disponibili o di prossima registrazione per la lotta contro i patogeni tellurici si citano: forme saprofite di Fusarium, isolate da terreni repressivi e utilizzabili nella lotta alla fusariosi del pomodoro, del melone, del basilico; ceppi di Trichoderma harzianum e Gliocladium virens attivi contro Pythium, Phytophthora e Rhizoctonia solani; un ceppo di Streptomyces griseoviride isolato da torba di sfagno ed efficace contro agenti di marciumi radicali; un ceppo di Conyothirium minitans efficace contro Sclerotinia sclerotiorum; substrati e compost repressivi nei confronti di diversi patogeni

97 Recentemente ha suscitato interesse, nell’orticoltura protetta, la possibilità di controllare certi afidi (in particolare, Aphis gossypii, che rappresenta un grave problema soprattutto per le cucurbitacee e le solanacee), con la tecnica delle banker plants. Banker plant (pianta banca): pianta allevata in vaso, introdotta precocemente in serra quale ospite per un afide innocuo alla coltura da difendere (“afide di sostituzione”), sulla quale viene poi fatto sviluppare l’entomofago prescelto per il controllo di Aphis gossypii. Nelle sperimentazioni effettuate sono state impiegate graminacee, infestate con afidi delle graminacee ed imenotteri parassitoidi della famiglia degli afidiidi.

98 Interessante è lo sfruttamento delle caratteristiche fungitossiche dei prodotti di idrolisi dei glucosinolati presenti nelle brassicacee (in particolare, Brassica juncea [Brassica nigra x B. campestris, anfidiploide], B. nigra, Iberis amara) ai fini del controllo di patogeni quali Rhizoctonia spp., Pythium spp., Sclerotium rolfsii (biofumigazione). La liberazione di sostanze tossiche in terreni ammendati con residui di coltivazione di cavolo e sottoposti a riscaldamento mediante solarizzazione determina una riduzione della gravità di malattie provocate da funghi terricoli.

99 L’utilizzo del rafano (Nasturtium armoracia) ha consentito buoni risultati nel controllo dell’infestazione di nematodi in colture di carota. La semina del rafano è stata provata sia in settembre, sia in giugno, con sfalcio alla fioritura, dopo 2-4 mesi, e successivo interramento. La semina della carota è avvenuta, rispettivamente, in gennaio o in agosto, 1-2 mesi dopo il sovescio (prove effettuate in Sardegna).


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