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Roberto Ferrigno Pasquale Stigliani 20 febbraio Bari

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Presentazione sul tema: "Roberto Ferrigno Pasquale Stigliani 20 febbraio Bari"— Transcript della presentazione:

1 Roberto Ferrigno Pasquale Stigliani 20 febbraio 2012 - Bari
Rapporto sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) nelle Regioni del Mezzogiorno Roberto Ferrigno Pasquale Stigliani 20 febbraio Bari

2 Il “pacchetto clima/energia” e gli obiettivi dell’Unione Europea (2020) (Direttive 2009/28/CE e 2009/29/CE ) - 20% di emissioni rispetto all’anno 1990 20% + efficienza energetica (obiettivo non vincolante) Nel dicembre 2008 l’UE ha adottato diversi strumenti legislativi (il cosiddetto “pacchetto energia”) che prevedono entro il 2020 una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto a quelle registrate nel 1990, un risparmio energico del 20% oltre all’impiego delle fonti di energia rinnovabili per la copertura del 20% dei consumi energetici finali totali dell’UE (a fronte di un valore pari all’8,5% nel 2007). Per raggiungere quest’ultimo obbiettivo a livello comunitario, ad ogni Stato membro UE è stata assegnata una quota specifica. Nel caso dell’Italia, la percentuale di consumo energetico finale da energie rinnovabili entro il 2020 dovrà essere pari al 17%. Gli obiettivi di incremento delle fonti di energia rinnovabili (FER) e della riduzione delle emissioni di gas serra si sono invece concretizzati in altrettante direttive incluse nel “pacchetto energia”: Direttiva 2009/28/CE e Direttiva 2009/29/CE. La prima, oltre a definire un nuovo quadro complessivo per la promozione delle fonti rinnovabili, include l’obbligo dell’impiego di energia rinnovabile nel settore dei trasporti pari al 10%. La seconda modifica le precedenti disposizioni comunitarie per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (la Direttiva 2003/87/CE che ha istituito un sistema di scambio di quote di emissione di gas serra e la Direttiva 2004/101/CE relativa all’utilizzo dei meccanismi flessibili introdotti dal Protocollo di Kyoto). La Direttiva in questione introduce, in particolare, un meccanismo di asta per l’assegnazione dei diritti di emissione alle installazioni industriali ed energetiche soggette al regime di scambio delle emissioni. Gli importi ricavati andranno a finanziare misure di riduzione delle emissioni e di adattamento al cambiamento climatico. Per il nostro Paese è definito un incremento del 2% del precedente impegno di riduzione del 6,5%. È prevista, inoltre, l’estensione dell’applicazione della Direttiva ad alcuni settori tra cui il trasporto aereo. + 20% energie rinnovabili nei consumi energetici finali totali (a fronte di un valore pari all’8,5% nel 2007)

3 Gli obiettivi degli Stati Membri UE per le FER
La Direttiva prevede di ricorrere a misure di cooperazione internazionale, quali trasferimenti statistici e/o progetti comuni con altri Stati membri o con Paesi terzi. La Direttiva prevede di ricorrere a misure di cooperazione internazionale, quali trasferimenti statistici e/o progetti comuni con altri Stati membri o con Paesi terzi.

4 Rapporto sui progressi degli Stati Membri I Situazione al 31 gennaio 2011 -
L’ultimo rapporto sui progressi degli Stati membri per raggiungere gli obbiettivi pubblicato dalla Commissione nel 2009 offre la seguente tabella riepilogativa da cui si evince il discreto impegno dell’Italia rispetto gli altri stati europei. In ogni caso, la situazione non appare soddisfacente rispetto all’obbiettivo europeo del 20% di energia da FER entro il 2020.

5 Rapporto sui progressi degli Stati Membri II
La Commissione: riconosce che gli obbiettivi indicativi forniti dagli stessi governi nazionali sono in gran parte disattesi; Prende atto che un buon numero di Stati membri non procede con la messa in opera dei Piani di Azione Nazionale (PAN); ritiene necessario il raddoppio delle risorse finanziarie da mobilitare per garantire un adeguato livello di investimenti nelle FER (da € 35 Mld a € 70 Mld); critica la numerosità, complessità, incoerenza e scarsa efficienza degli strumenti finanziari a supporto delle FER; Critica l’assenza di schemi di cooperazione ed integrazione per lo sviluppo delle FER che potrebbero generare un risparmio di € 10 Mld. La Commissione ha anche individuato le criticita’ da superare per accellerare i tempi di attuazione dei PAN ed utilizzare al meglio gli strumenti previsti per costruire un approccio coordinato ed integrato da parte degli Stati membri. 5 5

6 Scenari UE: La Tabella di marcia 2050
Nel dicembre 2011 la Commissione ha presentato una proposta strategica per ridurre dell’80% le emissioni di gas serra entro il 2050. Per raggiungere questo obbiettivo la produzione energetica UE dovrà essere praticamente a tasso zero di emissioni. Negli scorsi giorni la Commissione si è impegnata a proporre in breve tempo nuovi scenari energetici al 2030, che dovrebbero includere obbiettivi vincolanti, soprattutto per fornire un quadro legislativo certo a favore degli investimenti necessari. Proprio in questi giorni la presidenza danese riunisce il Consiglio Energia per finalizzare la discussione sui progetti di importanza comunitaria di sviluppo delle reti energetiche ed elettriche. Da rammentare, che tra I 12 progetti proposti, 2 riguardano il miglioramento delle interconnessioni tra il Nord ed il Sud Europa e tra il Sud Europa e l’area mediterranea, soprattutto per quanto riguarda l’elettricita’ prodotta da energie rinnovabili. Questi progetti, per cui si prevede una spesa di € 200 Mld fino al 2020, sono per la prima volta finanziati in parte dal bilancio comunitario. La decisione finale sui progetti da finanziare verra’ presa entro il 2012. 6 6

7 Il Piano di Azione Nazionale (PAN) per le FER (giugno 2010)
Le indicazioni della Commissione per il raggiungimento dell’obbiettivo complessivo al 2020 lasciano ai singoli Stati membri la libertà di tracciare le strategie più opportune al fine di conseguire l’incremento previsto di copertura dei consumi energetici mediante l’impiego di fonti rinnovabili. Per questo, entro il 30 giugno 2010, ogni Paese avrebbe dovuto notificare alla Commissione un Piano di Azione Nazionale (PAN) sulle FER che includa sia le strategie che il dettaglio degli obiettivi totali e settoriali al 2020, incluse le quantità previste di trasferimenti statistici e di progetti comuni. Il Piano inviato a giugno 2010 è stato elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’accordo del Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare e il Ministero per le Politiche Agricole, alimentari e forestali, e con il supporto del GSE (Gestore dei Servizi Energetici S.p.A.). Gli scenari di consumo energetico al 2020 sono stati elaborati con il supporto di ENEA e RSE (Ricerca sul Sistema Elettrico S.p.A ).

8 PAN: produzione lorda di energia elettrica da FER - dati al 2009 e obbiettivi al 2020
Osservazioni fornite sul PAN al Ministero dello sviluppo economico dalle Associazioni rappresentanti le industrie del settore delle rinnovabili (AIEL, ANEV, APER, ASSOLTERM, ASSOSOLARE, FEDERPERN, FIRE, FIPER, GIFI, ISES ITALIA): soddisfazione per la metodologia utilizzata per la stesura del Piano. condivisione in parte dei contenuti relativi al potenziale che le FER potrebbero realizzare entro il 2020. apprezzamento al “cambio di marcia” per la promozione delle FER nel settore del riscaldamento e del raffreddamento e l’utilizzo “intelligente” della biomassa; forti dubbi (in particolare quelle del solare e delle agroenergie) sugli obiettivi indicati come raggiungibili al 2020. Per le Associazioni di categoria del fotovoltaico il potenziale raggiungibile al potrebbe essere almeno 16 GW. L’obbiettivo al 2020 di 8000 MW indicato nel PAN è stato raggiunto già nel Attualmente il contatore del GSE registra oltre 12,8 GW di impianti fotovoltaici entrati in esercizio. Quasi 3 GW in più rispetto alle indicazione del PAN e mancano ancora 8 anni al 2020. Al 2020 la produzione FER dovrà essere pari GWh, mentre la potenza FER installata pari a MW. Con il D.M. del 5 maggio 2011, l’obbiettivo per il fotovoltaico è di MW entro il 2016. 8 8

9 Stima del contributo delle Regioni agli obbiettivi 2020
Sei Regioni relativamente poco abitate e dotate di notevoli risorse rinnovabili (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna) in cui la produzione di energia rinnovabile può arrivare a rappresentare più del doppio della media nazionale (punta record in Valle d’ Aosta con il 59,6% del totale nazionale). Otto Regioni (Piemonte, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia) possono raggiungere un livello di produzione uguale o di poco superiore alla media nazionale (in testa l’Umbria con 22,7% del totale nazionale). Sei Regioni, popolose e sviluppate economicamente, ma dotate di scarse risorse (Lombardia, Veneto, Friuli V.G., Liguria, Emilia Romagna, Lazio) rimangono al di sotto della media nazionale. Anche se la normativa non sia ancora definita, si può tentare di valutare il contributo che eventualmente ogni Regione potrebbe esprimere basandosi su proiezioni effettuate da enti di studio e ricerca nel settore delle FER. A questo titolo, si ritiene utile avere come riferimento il rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FSS), “L’Europa e le Regioni per lo sviluppo delle energie rinnovabili” (2009), Il rapporto di Enea - Ricerca sul Sistema Elettrico (ERSE), “Burden sharing regionale dell’obiettivo di sviluppo delle fonti rinnovabili e Piano d’Azione Nazionale per l’Energia Rinnovabile” e lo studio di ANEV, “Potenziale eolico Italiano” in quanto strumenti di analisi le cui elaborazione vede coinvolti rinomati esperti del settore delle rinnovabili e considerato che la Fondazione, l’ERSE e l’ANEV includono anche un variegato gruppo di esperti, di imprese e associazioni di imprese. A questi elementi abbiamo deciso di affiancare alcune considerazioni in merito esposte dal Direttore Divisione Operativo del GSE Gerardo Montanino in occasione di una sua presentazione. Fonte: Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FSS), “L’Europa e le Regioni per lo sviluppo delle energie rinnovabili” (2009)

10 Elettricità da FER nelle Regioni 2020 (TWh)
La slide presente illustra il potenziale raggiungibile secondo lo studio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Secondo, la produzione dovrebbe crescere al Nord da circa 38,7 a 48,8 TWh - pari a +10 TWh (Tabella 7), al Centro da circa 9,4 a 20,1 - pari a +10,7 TWh (Tabella 8), e al Sud da 10 a 38,4 ben +28,4 TWh. Come indicato nel rapporto della FSS anche dallo studio ERSE è possibile riscontrare che l’incremento della produzione elettrica da fonti rinnovabili è concentrato prevalentemente sulle Regioni dell’Italia meridionale (crescita di 5 volte rispetto al 2007), in virtù della forte crescita nelle Regioni di quest’area del paese delle fonti eolica e solare. Fonte: FSS, L’Europa e le Regioni per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

11 Fonte: GSE, Impianti a fonti rinnovabili - Rapporto statistico 2010
Quota regionale FER nel 2010 ottenuta dal rapporto produzione FER/consumo interno lordo (CIL) Al fine di rendere più ampia la prospettiva degli obiettivi regionali si ritiene utile riportare alcuni elementi concreti diffusi dai rapporti statistici del GSE. La valutazione è rivolta ai dati utili per la definizione del Burden Sharing regionale del settore elettrico raccolti dal GSE e che potrebbero essere considerati al fine della decisione sulla ripartizione degli obiettivi a livello regionale. La tabella riporta la produzione di energia elettrica e il consumo interno lordo regionale, permettendo di verificare allo stato attuale la capacità e il contributo che ogni regione potrebbe dare al raggiungimento dell’obbiettivo. Un modello non esaustivo ma che contribuisce sicuramente alla analisi sulla definizione del modello utilizzabile al fine della ripartizione regionale dell’obbiettivo FER. Dalla distribuzione del colore possiamo percepire quale Regioni al momento sono più vicini agli obbiettivi (Trentino, Val D’Aosta). Il Rapporto tra la produzione FER e i consumi finali elettrici, secondo quanto previsto nel Pan, dovrebbero coprire nel 2020 il 26,4% del consumo lordo di energia elettrica. Nel 2010 questa quota ha raggiunto il 20,1% rispetto al 18.8% del 2009. Il Rapporto tra la produzione FER e i consumi finali elettrici, secondo quanto previsto nel Pan, dovrebbero coprire nel 2020 il 26,4% del consumo lordo di energia elettrica. Nel 2010 questa quota ha raggiunto il 20,1% rispetto al 18.8% del 2009. 11 Fonte: GSE, Impianti a fonti rinnovabili - Rapporto statistico 2010 11

12 Fonte: GSE, portale SIMERI
Quota regionale FER nel 2010 ottenuta dal rapporto produzione FER normalizzata/consumo interno lordo (CIL) Come possiamo notare, in questa immagine viene descritto il quadro regionale FER ottenuta dal rapporto produzione FER normalizzata/consumo interno lordo (CIL), aggiornato al 2010 su dati acquisiti dal portale SIMERI del GSE. Si può osservare come le Regioni colorate in azzurro siano più vicine al raggiungimento del target europeo se fosse distribuito a livello regionale. Le Regioni del Mezzogiorno hanno prodotto GWh CFL E = Consumo Finale Lordo di Energia Elettrica CFL FER E = Consumo Finale Lordo di Energia Elettrica Rinnovabile, calcolato come quantità di elettricità prodotta a livello nazionale da FER 12 Fonte: GSE, portale SIMERI 12

13 Numero e potenza efficiente lorda degli impianti FER nelle regioni del Mezzogiorno 2008/2009/2010
Totale FER 2008 Totale FER 2009 Totale FER 2010 Abruzzo n. 679 1171,8 MW n. 1450 1223,9 MW n. 3358 1294,6 MW Basilicata n. 305 365 MW n. 989 418,1 MW n ,9 MW Calabria n. 684 1052,7 MW n. 1712 1314,4 MW n. 3697 1580,7 Campania n. 717 1044,6 n. 1809 1375,7 MW n. 4137 1447,2 MW Molise n.136 290 MW n. 277 370,5 MW n.578 510,1 MW Puglia n. 2582 1054 MW n. 5386 1549,8 MW n. 9840 2192,3 MW Sardegna n. 1352 950,8 MW n. 4255 1885,4 MW n. 7690 1281 MW Sicilia n. 1618 983,2 MW n. 3834 1370,9 MW n. 8101 1785 MW Al 2010 sono entrati in esercizio n impianti FER pari a ,9 MW, 3.765 in più rispetto al 2009. Tra il 2000 e il 2010 il tasso di crescita medio annuo della potenza complessiva è stato pari al 5%. Qui sono rappresentati i dati forniti dal GSE sugli impianti entrati in esercizio nelle Regioni del Mezzogiorno. Nell’anno 2010 sono entrati in esercizio impianti FER per una potenza pari a MW. Nel 2010 in Italia sono entrati in esercizio n impianti FER pari a ,9 MW, in più rispetto al Tra il 2000 e il 2010 il tasso di crescita medio annuo della potenza complessiva è stato pari al 5%. Leader tra le Regioni del Mezzogiorno è la Regione Puglia. 13 Fonte: GSE, Impianti a fonti rinnovabili - Rapporto statistico 2010 13

14 Numero e potenza efficiente lorda degli impianti FER nelle regioni del Mezzogiorno 2008/2009/2010 con ATLASOLE Regioni Totale FER 2008 Totale FER 2009 Totale FER 2010 Abruzzo n. 679 1171,8 MW n. 1450 1223,9 MW n. 3358 1294,6 MW Basilicata n. 305 365 MW n. 989 418,1 MW n ,9 MW Calabria n. 684 1052,7 MW n. 1712 1314,4 MW n. 3697 1580,7 Campania n. 717 1044,6 n. 1809 1375,7 MW n. 4137 1447,2 MW Molise n.136 290 MW n. 277 370,5 MW n.578 510,1 MW Puglia n. 2582 1054 MW n. 5386 1549,8 MW n. 9840 2192,3 MW Sardegna n. 1352 950,8 MW n. 4255 1885,4 MW n. 7690 1281 MW Sicilia n. 1618 983,2 MW n. 3834 1370,9 MW n. 8101 1785 MW ATLASOLE (fotovoltaico) Aggiornato 10/02/2012 n. 7733 451,1 n. 3693 222,5 MW n. 8829 237,1 MW n. 9885 372,7 MW n. 1609 117,8 n 2192,6 MW n 403,6 MW n 862,5 MW Entrati in esercizio impianti n pari a ,5 MW L’obbiettivo indicato nel PAN (8000 MW) è abbondantemente superato In questa slide abbiamo voluto confrontare i dati del 2010 con quelli aggiornati al 2012 dal portale del GSE ATLASOLE per il settore del fotovoltaico che ha visto nel 2020 una fortissima crescita, tanto da sfiorare in questi giorni il traguardo dei 13 GW. 14 Fonte: GSE, Impianti a fonti rinnovabili - Rapporto statistico 2010 14

15 Strumenti regionali per lo sviluppo delle FER
Piani Energetici Regionali (PER) Legislazione regionale Strumenti finanziari regionali (inclusi fondi UE) Agenzie Regionali per l’Energia Supporto al Patto dei Sindaci L’art.117 della Costituzione indica la produzione di energia come materia di legislazione concorrente fra Stato e Regioni. L’art.10 del D.lgs 387/2003 dispone che la Conferenza unificata Stato-Regioni deve concorrere alla ripartizione tra le regioni degli obiettivi di consumo di elettricità da fonti rinnovabili fissati a livello europeo (burden sharing), tenendo conto delle risorse di fonti energetiche rinnovabili sfruttabili in ciascuna regione. Il decreto sul burden sharing non è stato ancora approvato. Manca ancora l’intesa in Conferenza Unificata. Nella conferenza Unificata tenuta nei primi di febbraio è stato inserito all’ordine del giorno il provvedimento, le Regioni hanno sollevato perplessità rinviando la discussione. Allo stesso modo le Regioni hanno numerosi strumenti per promuovere lo sviluppo delle FER. Il D.lgs n. 28/11 stabilisce: a) articolo 3 “obiettivi nazionali”, definisce che il perseguimento degli obiettivi europei con una progressione temporale coerente con le indicazioni dei Piani di azione nazionali per le energie rinnovabili predisposti ai sensi dell’articolo 4 della direttiva 2009/28/CE, indicando le modalità di calcolo degli obiettivi cosi come indicate nell’allegato 1; b) articolo “Trasferimenti statistici tra le Regioni”, definisce le ipotesi di trasferimento degli obiettivi regionali tra regioni.

16 Strumenti regionali per lo sviluppo delle FER
Per inquadrare il ruolo delle Regioni è interessante mostrare il risultato di una indagine di Agenda 21 sugli strumenti utilizzati per favorire lo sviluppo delle FER. E’ facile notare che tutte le Regioni sostengono con incentivi lo sviluppo delle FER, ma poche ritengono necessario costituire delle Agenzie regionali dedicate che potrebbero favorire la diffusione delle FER garantendo dei servizi di informazione si cittadini, o in altro modo. E’ facile notare anche come l’approvazione dei PEAR da parte di alcune Regioni risale ad un periodo considerabile troppo remoto per le evoluzioni del settore. Fonte: Agende 21 locali: “Le azioni di coordinamento e supporto delle Regioni italiane agli Enti Locali per l’energia sostenibile e il pacchetto clima”, 2011.

17 Criticità rilevate L’assenza dei decreti per la ripartizione fra Regioni degli obiettivi indicati nel PAN genera due problematiche importanti: le Regioni si pongono autonomamente ed in maniera non coordinata obiettivi e indirizzi attraverso i piani energetici; Il valore del PAN viene indebolito, col rischio che si indichino obbiettivi che potrebbero non essere raggiunti o rivelarsi prematuramente obsoleti. Una proposta di metodologia per l'implementazione del Burden Sharing è stata presentata in una prima bozza discussa dal Ministero dello Sviluppo Economico con le Regioni. Per la definizione dell’obiettivo regionale, il Ministero propone un ragionamento analitico per settore e per fonte; ciò non toglie che le singole Regioni, fermo restando il conseguimento dell’obiettivo, possano comporre diversamente il mix di contributo per fonte. Come abbiamo già detto al momento il provvedimento è in Conferenza Unificata in attesa dell’intesa tra le Regioni e il Governo. L’assenza dei decreti per la ripartizione fra Regioni degli obiettivi indicati nel PAN genera due problematiche importanti: le Regioni si pongono autonomamente ed in maniera non coordinata obiettivi e indirizzi attraverso i piani energetici; Il valore del PAN viene indebolito, col rischio che si indichino obbiettivi che potrebbero non essere raggiunti o rivelarsi prematuramente obsoleti.

18 Procedure autorizzative per lo sviluppo delle FER
Il D.lgs n. 387/03, recepisce la Direttiva 2001/77/CE e la definizione di fonte rinnovabile in esso contenuta e introduce un regime semplificato di procedure autorizzative per gli impianti di generazione elettrica da FER e per le infrastrutture connesse, prevedendo un’autorizzazione unica rilasciata dall’autorità competente entro 90 giorni dalla presentazione della richiesta. La G. U. 219 del 18/09/2010 pubblica le linee guida del regime adottate tramite il DM del 10/09/2010. Le Regioni hanno avuto 90 giorni di tempo per adeguare le proprie normative autorizzative. In caso contrario, si applicano quelle nazionali. La G.U. 71 del 28/03/2011 pubblica il D.lgs 3 marzo 2011, n. 28 in attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE, che istituisce la PAS in sostituzione della DIA per autorizzare gli impianti fino ad 1 MW. Molte Regioni devono ancora dare attuazione alla PAS. Attualmente il quadro regolatorio per la realizzazione degli impianti FER è costituito da un complesso di norme: - Il D.lgs n. 387/03, recepisce la Direttiva 2001/77/CE e la definizione di fonte rinnovabile in esso contenuta e introduce un regime semplificato di procedure autorizzative per gli impianti di generazione elettrica da FER e per le infrastrutture connesse, prevedendo un’autorizzazione unica rilasciata dall’autorità competente entro 90 giorni dalla presentazione della richiesta. - Con la G. U. 219 del 18/09/2010 pubblica le linee guida del regime adottate tramite il DM del 10/09/2010. Le Regioni hanno avuto 90 giorni di tempo per adeguare le proprie normative autorizzative. In caso contrario, si applicano quelle nazionali. Con la G.U. 71 del 28/03/2011 pubblica il D.lgs 3 marzo 2011, n. 28 in attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE, che istituisce la PAS in sostituzione della DIA per autorizzare gli impianti fino ad 1 MW. Molte Regioni devono ancora dare attuazione alla PAS.

19 Procedure autorizzative per lo sviluppo delle FER
Elenco normativa regionale adottata per il recepimento delle linee guida nazionali ai sensi del DM 10 settembre 2010 e del D.lgs n. 28/2011. REGIONE PROVVEDIMENTO ABRUZZO D.G.R. del 29 dicembre 2010 n.1032 /D.G.R. del 2 maggio 2011 n. 294 MARCHE Delibera del Consiglio n. 13/2011 attuata con D.G.R. n. 255 del 8 marzo 2011 PIEMONTE D.G.R. del 14 dicembre 2010 n / D.G.R. del 30 gennaio 2012 n LAZIO D.G.R. del 19 novembre 2010 n. 520/ D. del Consiglio del 9 novembre 2011 BASILICATA L.R. n. 1 del 19 gennaio 2010/D.G.R. del 29 dicembre 2010 n. 2260 PUGLIA D.G.R. del 28 dicembre 2010 n. 3029/Regolamento n. 24 del 30 dicembre 2010 EMILIA ROMAGNA D.A.L. del 6 dicembre 2010 n. 28/ D.A.L. del 26 luglio 2011 n. 51/ D.G.R. del 24 ottobre 2011 n. 1514/ L.R. dell 22 dicembre 2011 VALLLE D’AOSTA D.G.R. del 5 gennaio 2010 n. 9 TOSCANA L.R. n. 6 del 15 marzo 2011, modificata con L.R. n. 56 del 4 novembre 2011 MOLISE L.R. n. 23 del dicembre 2010/ D.G.R. n. 621 del 4 agosto 2011 19 Fonte: elaborazione elaborazione di ISES ITALIA Gennaio 2012 19

20 Procedure autorizzative per lo sviluppo delle FER
Elenco normativa regionale adottata per il recepimento delle linee guida nazionali ai sensi del DM 10 settembre e del D.lgs n. 28/2011. REGIONE PROVVEDIMENTO LIGURIA L.R. n. 16 del 6 giugno 2008/D.G.R. dell’8 luglio 2011 n. 770 SARDEGNA D.G.R. del 1 giugno 2011 n. 27/16 CAMPANIA Decreto Dirigenziale del 18/02/2011 n. 50, integrata con L.R. n. 11 del 1 luglio 2011/ Decreto Dirigenziale del 28/09/2011 n. 420 VENETO D.G.R. del 2 marzo 2010 n. 453/L.R. n. 15 del 11 febbraio 2011/L.R. n. 13 dell’8 luglio 2011/ D.G.R. del 3 agosto 2011 n. 1270 BOLZANO D.P.P. 5 ottobre 2010 n.37/ D.P.P. n. 32 del 29 agosto 2011 CALABRIA D.G.R. del 29 dicembre 2010 n. 871 UMBRIA D.G.R. del 29 luglio 2011 n. 903/Regolamento n. 7 del 29 luglio 2011/ D.G.R. n del 6 dicembre 2011 SICILIA L. R. n. 11 del 12 maggio 2010 FRIULI VENEZIA GIULIA L. R. n. 30 del 19 novembre 2002 Questo è l’elenco dei provvedimenti regionali adottati per il recepimento delle linee guida nazionali ai sensi del DM 10 settembre e del D.lgs n. 28/2011. Come vedete solo il Friuli non ha ancora recepito il D.M. Si segnala che il recepimento regionale ha comportato, seppur in un quadro legislativo indicato dal D.M., la costituzione di diverse forme di valutazione per l’inserimento degli impianti, distinte da Regione a Regione. Inoltre si sono aperti numerosi conflitti istituzionali con ricorsi del Governo alla Consulta, e ricorsi privati ai Tribunali Amministrativi (vedi il caso del TAR Puglia che al momento ha annullato parte degli effetti del regolamento emanato per il recepimento delle linee guida. Si evidenzia, che alcune Regioni (Emilia Romagna, Puglia) hanno recepito in modo funzionale le line guida creando una cartografia disponibile online su dove e come poter realizzare gli impianti FER. 20 Fonte: elaborazione elaborazione di ISES ITALIA Gennaio 2012 20

21 I meccanismi di incentivazione allo sviluppo delle FER
Quadro del meccanismo di incentivazione Il D.lgs n. 28/11. All’articolo 24, Capo II (meccanismi di incentivazione), il provvedimento ridefinisce anche i meccanismi di incentivazione alle FER. In particolare la produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2012, di potenza nominale fino a un valore differenziato sulla base delle caratteristiche delle diverse fonti rinnovabili, comunque non inferiore a 5 MW elettrici. Attualmente è scaduto il termine per l’approvazione di un DM attuativo del D.lgs n. 28/11 per la riforma dei meccanismi diincentivazione. La bozza al momento prevede l’istituzione di una meccanismo di Aste a ribasso per gli impianti sopra i 6 MW. Sotto tale soglia è previsto un incentivo in forma di tariffa omnicomprensiva per ogni kW prodotto a seconda della tipologia e della taglia dell’impianto FER. Il DM 5 maggio 2010 stabilisce il nuovo meccanismo di incentivazione per l’energia fotovoltaica (cosidetto IV conto energia). Attualmente è scaduto il termine per l’approvazione di un DM attuativo del D.lgs n. 28/11 per la riforma dei meccanismi di incentivazione. La bozza al momento prevede l’istituzione di una meccanismo di Aste a ribasso per gli impianti sopra i 6 MW. Sotto tale soglia è previsto un incentivo in forma di tariffa omnicomprensiva per ogni kW prodotto a seconda della tipologia e della taglia dell’impianto FER

22 La connessione delle FER alla rete elettrica
Richieste di connessione al 31 dicembre 2010 Con la grafica presente viene illustrata la situazione della connessione alla rete elettrica, altro aspetto di interesse nel settore delle FER. Secondo l’AEEG a fine dicembre 2011: a fronte di quasi preventivi di connessione alle reti di distribuzione e trasmissione accettati per 196 GW di potenza, solo 42 GW sono relativi ad impianti già connessi. Dei restanti 154 GW, ben 140 GW (attribuiti a preventivi) riguardano impianti che non hanno ancora ottenuto l'autorizzazione alla realizzazione ed esercizio,ma che comunque continuano ad impegnare capacità sulle reti, generando il problema della saturazione virtuale. Con la delibera n.187/11, l’AEEG ha introdotto un meccanismo per evitare i problemi di saturazione della rete attraverso il pagamento di un corrispettivo per il mantenimento della connessione. Il corrispettivo dovrà essere versato dal produttore tramite una garanzia, fideiussione bancaria, di circa 20 euro per kW. Fonte: Terna Dato AEEG a fine dicembre 2011: a fronte di quasi preventivi di connessione alle reti di distribuzione e trasmissione accettati per 196 GW di potenza, solo 42 GW sono relativi ad impianti già connessi. Dei restanti 154 GW, ben 140 GW (attribuiti a preventivi) riguardano impianti che non hanno ancora ottenuto l'autorizzazione alla realizzazione ed esercizio, ma che comunque continuano ad impegnare capacità sulle reti, generando il problema della saturazione virtuale. 22

23 La connessione delle FER alla rete elettrica
Richieste di connessione al 31 dicembre 2010 Buona parte del successo della messa in esercizio di un progetto FER dipende dalla possibilità di connettersi alla rete elettrica ed evacuare l’energia prodotta. Nel caso del fotovoltaico nella Regione Puglia, prima in Italia nel 2009 con il 14,2% di potenza installata rispetto al totale nazionale, con 44 progetti autorizzati per una potenza di 354 MW a fronte di 3500 MW di autorizzazioni richieste, si assiste ad un eccesso di richieste di connessione che hanno generato serie difficoltà per l’allaccio degli impianti alla rete elettrica. Fonte: Terna. 23 23

24 Contributo della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) allo sviluppo delle FER per l’elettricità
Rete elettrica di trasmissione nel Mezzogiorno. Il contributo della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) allo sviluppo delle FER per l’elettricità è di fondamentale importanza. Per far fronte alle esigenze e migliorare il servizio il gestore della rete elettrica ha attivato numerosi investimenti. Fonte: Ing Pierfrancesco Zanuzzi, Eolico e reti di trasmissioni. L’impegno di Terna, PV ROME Mediterranean 2010.

25 Contributo della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) allo sviluppo delle FER per l’elettricità
Nuove stazioni 380 (202)/150 kV per la connessione di impianti FER nel Mezzogiorno Qui vengono indicate le nuove stazioni 380 (202)/150 kV per la connessione di impianti FER nel Mezzogiorno in fase in parte di autorizzazione in parte di realizzazione. 25 Fonte: Terna 25

26 Installare sistemi di accumulo diffuso dell’energia elettrica: batterie
Tra le soluzioni risolutive proposte, è stato attivato un piano di investimento per l’installazione di sistemi di accumulo dell’energia tramite batterie. I sistemi per l’immagazzinamento dell’energia elettrica sono destinati a svolgere un ruolo sempre più importante man mano che crescerà il peso delle fonti rinnovabili nel mix elettrico mondiale permettendo di superare il problema dell’ “intermittenza” dell’approvvigionamento energetico da fonte pulita. Le batterie consentiranno infatti di immagazzinare l’elettricità verde prodotta nei momenti di massima produzione al fine poi di utilizzarla quando serve, evitando così sprechi e inefficienze. Secondo un recente rapporto pubblicato da Bloomberg New Energy Finance (gennaio 2012) il crescente utilizzo di tecnologie per l’accumulo di energia elettrica all’interno della griglia di distribuzione porterà ad una diminuzione dei costi nell’ordine del 40% entro il 2016. Terna ha inserito nel Piano di sviluppo della rete elettrica del 2011 il documento sulle necessità e motivazioni che rendono indispensabili i 130 MW di batterie in attuazione di quanto previsto dal d. lgs. 28/11. Attualmente il Piano di Sviluppo è all’esame della Commissione VAS e il Ministero dell’Ambiente deve rilasciare il decreto, di concerto con il Ministero dei Beni Culturali, contenente il parere positivo.

27 Le FER come occasione per lo sviluppo di distretti industriali innovativi
Caratteristiche principali degli iscritti a “Corrente” Elaborazioni Agici su Corrente, 2010. Adesso valutiamo il settore delle FEr dal punto di vista delle ricadute economiche produttive. Al momento non vi è ancora una mappatura esaustiva che possa rappresentare le caratteristiche energetiche ed economiche dei distretti FER. Per far fronte a tale aspetto, il GSE ha attivato il Portale “Corrente”, un luogo in cui vengono censite le aziende Made in Italy impegnate nel settore e da cui è possibile esaminare i primi passi verso la realizzazione di una filiera industriale delle FER con la creazione di distretti. Per azienda italiana non si è voluto considerare solamente le imprese nate nel nostro Paese ma anche i soggetti esteri che non si sono limitati a insediare semplici filiali commerciali in Italia ma che vi hanno aperto anche stabilimenti produttivi, generando impatti positivi sul territorio. Da una prima analisi di 128 aziende iscritte a “Corrente”, emerge la presenza di un fatturato di oltre 21 miliardi di € a fronte di persone occupate. Tuttavia i numeri qui riportati sono ancora lungi da considerarsi definitivi: il settore delle rinnovabili ha dimensioni più ampie di quello che si immagina ed è in continua crescita e mutamento. La maggior parte delle aziende iscritte si caratterizza per la localizzazione geografica nel Nord Italia e per la piccola dimensione. Sono poche, rispetto al totale degli aderenti, le imprese che superano la soglia dei 50 dipendenti e dei 50 milioni di € di fatturato. Questo vale, in misura più o meno accentuata, per tutte le principali filiere delle rinnovabili. La maggior parte degli iscritti, 87 aziende, hanno puntato sul fotovoltaico, tecnologia emergente e con ampi margini di sviluppo. Seguono biomasse (49 aziende) ed eolico (47). Idroelettrico e soprattutto geotermico si rivelano invece settori molto consolidati, e quindi con un numero non elevato di players. Una nota positiva è costituita dalle 24 aziende iscritte attive nel solare termodinamico, segno della presenza di molti players italiani in tecnologie innovative. Distretti fotovoltaici italiani Solar Energy Report, 2011.

28 Le imprese nella filiera fotovoltaica italiana
Circa 800 imprese operanti lungo la filiera fotovoltaica Crescente presenza (numerica) delle imprese italiane e riduzione delle imprese estere che fanno ricorso all’export “puro” Questa slide rappresenta il ruolo delle imprese italiane nel settore del fotovoltaico. Le imprese operanti sono circa 800. Man mano che il mercato si sviluppa le imprese italiane si fanno posto nel settore riducendo il ricorso all’import. 28 Fonte: Solar Energy Report, 2011 28

29 In Italia il record delle ore necessarie ad ottenere un permesso per un parco industriale fotovoltaico Tra le difficoltà emerse per lo sviluppo del settore, si segnala la presenza in Italia di un eccesso di burocrazia. Come possiamo notare dallo studio « PV Legal » finanziato dall’UE e mirato alla riduzione delle barriere almministrative e burocratiche per lo sviluppo del fotovoltaico, l’Italia detiene il record delle ore necessarie ad ottenere un permesso per un parco industriale fotovoltaico, per il quale necessitano di oltre 600 ore. Il problema è presente anche per l’autorizzazione di impianti di altre tecnologie. Fonte: PV Legal, febbraio 2012

30 Conclusioni I L’attuale, disarticolata pianificazione energetica, necessita l’adozione di un quadro regolatorio chiaro, che dia certezze agli operatori e agli enti coinvolti Migliorare il coordinamento tra Stato e Regioni; Approvare i D.M. attuativi del D.lgs n.28/11(burden sharing, meccanismo di incentivazione); Dare attuazione da parte delle Regioni alle disposizioni previste dal D.lgs n. 28/11 che permette loro di individuare la soglia di applicazione della PAS fino ad un massimo di 1 MW. Come segnalato anche dalla Corte dei Conti nella Delibera n. 1/01/2012, tra i principali ostacoli da superare per un efficiente sfruttamento delle risorse rinnovabili vi sono quelli costituiti dallo scarso coordinamento tra l’ente centrale e quelli locali secondo la quale appare opportuno porre in atto un più incisivo sforzo di concertazione e di cooperazione interistituzionale tra lo Stato e le Regioni, e tra le stesse Regioni, avendo in mente il prevalente interesse generale del Paese. Inoltre, tra gli ostacoli segnaliamo l’attuale scarsa attendibilità della pianificazione territoriale regionale configurata dai PIEAR, almeno per quanto riguarda il potenziale indicato. La maggior parte dei piani, infatti, non è aggiornata rispetto agli sviluppi sia tecnologici che legislativi degli ultimi anni e non prevedono il monitoraggio dei risultati raggiunti. Inoltre, in assenza del provvedimento generale del Burden Sharing, le Regioni hanno individuato percorsi autonomi che pure potrebbero ancora essere razionalizzati, se solamente il legislatore indicasse criteri comuni, sia per la stesura dei PIEAR, che per la individuazione dei parametri e delle procedure al fine di ripartire l’obbiettivo indicato nel PAN tra le Regioni.

31 Conclusioni II La scarsa attenzione delle Regioni verso la parte FER dei PEAR necessita: Un maggiore impegno da parte degli Enti territoriali coinvolti: Monitorare continuamente il raggiungimento degli obbiettivi (SIMERI- ATLASOLE) e adeguare conseguentemente i PEAR rispetto ai risultati ottenuti; Impegnare maggiori risorse di personale verso la pianificazoine energetica e l’istruttoria delle procedure autorizzative. Ciò favorirebbe la riduzione sia dei tempi di realizzazione degli impianti FER che quelli di raggiungimento degli obbiettivi indicati nei PIEAR. Inoltre, si riscontra ancora una scarsa attenzione delle Regioni verso la parte FER dei PEAR. Si evidenzia quindi la necessità di lavorare a livello di enti regionali e provinciali, per organizzare ed omogeneizzare ulteriormente la distribuzione energetica rinnovabile sul territorio (ad esempio mediante lo sviluppo di determinate fonti su distretti territoriali al momento non ancora raggiunti da tali mercati) e per provvedere ad una riduzione dei consumi energetici che consenta alle FER di avere una maggiore incidenza sui bilanci energetici ed elettrici, locali e regionali. A questo fine, si dovrebbe assicurare una efficace opera di monitoraggio e controllo dei risultati acquisiti, insieme alla necessaria flessibilità d’intervento nel caso fosse necessario procedere con aggiustamenti tempestivi in corso d’opera. Tutto questo richiede naturalmente la volontà politica di allocare le necessarie risorse amministrative ed umane, con l’obbiettivo di facilitare al massimo il raggiungimento degli obbiettivi prefissati nei tempi previsti. 31 31

32 Conclusioni III Al fine di garantire l’immissione della produzione di energia da FER bisogna decongestionare la rete: gli Enti territoriali coinvolti si impegnino nello snellimento delle procedure autorizzative e nel prevedere consistenti interventi sulla rete elettrica: applicare il principio dell’autorizzazione unica, tale da comprendere sia l’impianto di produzione che le necessarie opere di collegamento alla rete elettrica; dare la possibilità ai gestori di rete di realizzare i necessari sistemi di accumulo (Batterie); investire sui nuovi sistemi di rete intelligente – “smart grids”. Infine, per garantire l’immissione della produzione di energia da FER bisogna decongestionare la rete. Anche in questo caso, vale la regola della volontà di intervento da parte degli Enti coinvolti al fine di velocizzare le procedure amministrative e permettere di operare le necessarie trasformazioni affinché la rete diventi sempre più “intelligente”. 32 32

33 GRAZIE PER L’ATTENZIONE !
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