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Assetto territoriale e modelli di coordinamento amministrativo Dr. Fulvio Cortese (Univ. Trento) La governance del territorio transfrontaliero: modelli.

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Presentazione sul tema: "Assetto territoriale e modelli di coordinamento amministrativo Dr. Fulvio Cortese (Univ. Trento) La governance del territorio transfrontaliero: modelli."— Transcript della presentazione:

1 Assetto territoriale e modelli di coordinamento amministrativo Dr. Fulvio Cortese (Univ. Trento) La governance del territorio transfrontaliero: modelli e proposte per larea del Brennero PRESENTAZIONE RISULTATI RICERCA CROSSPLAN (Trento, 22 marzo 2010)

2 Il problema amministrativo (1) Lassetto del territorio: Urbanistica in senso lato (qualunque forma duso o di trasformazione del territorio) …ma non solo: opere infrastrutturali, paesaggio-ambiente, servizi pubblici locali Il coordinamento amministrativo (in questo frangente): I mezzi e i risultati delle politiche pubbliche devono necessariamente coordinarsi reciprocamente, in quanto insistenti sui medesimi oggetti fisici ovvero in quanto bisognosi di coerenti apporti organizzativi idonei a facilitarne limplementazione, perché tutti finalizzati, in generale, a migliorare le condizioni di vita e di sviluppo di una determinata collettività

3 Il problema amministrativo (2) Il confine Loggetto della funzione e la sua frammentazione: una contraddizione derivante dalla delimitazione territoriale della natura della cosa e dalla concezione (sempre) territoriale dellambito operativo delle competenze Il superamento del confine Non è più il territorio di per sé preso a costituire la ragione delle politiche territoriali, bensì sono gli interessi e le questioni, sempre più mutevoli e dinamici, che su di esso si radicano e si muovono, a richiedere azioni amministrative e politiche pubbliche il più possibile omogenee e coerenti

4 Il contesto (1) F. Benvenuti (1993) «la caduta del confine non solo trascina con sè la caduta di una superata concezione dello stato ma riduce la sua essenza piuttosto ai problemi di struttura che ai problemi di azione, con conseguenze incredibilmente devastanti, quanto a questultimo punto, postulandosi la necessità di una armonizzazione degli ordinamenti comportamentali sulla base di principi ed anzi di direttive extra statali e cioè comunitarie»

5 Il contesto (2) E. Schmidt-Aßmann (2009) «For the newly defined international administrative law, I would propose (…) three main functional circles: it is a body of law governing international administrative institutions, a body of law determinative of national administrative legal orders, and a body of law on cooperative handling of specific associative problems»

6 Gli approcci -Interno: parziale riconoscimento di potere estero ma: la questione costituzionale…; inoltre: oneri procedurali complessi; modelli misti di coordinamento (però con prevalenza del modello di subordinazione; sensazione di inadeguatezza complessiva degli strumenti – per eccesso) -Internazionalistico (tradiz.): Convenzione di Madrid (e s.m.) ma: lo Stato e il suo legislatore sono protagonisti… (v. supra) -Comunitario: politica di cooperazione territoriale (programmazione vs. coordinamento?)

7 Il principio di cooperazione (1) -Incentivi allo sviluppo dei poteri generali in senso funzionale (riflessione sullautonomia territoriale e sul ruolo dello Stato; gli strumenti interni di coordinamento non sono di per sé insufficienti… cooperazione transfrontaliera come ausilio per il coordinamento interno e come suo oggetto trasversale, non come diversa ed autonoma materia) -Condivisione preliminare degli obiettivi e costituzione di patrimonio comune di conoscenze e di esperienze (questione dei limiti oggettivi della funzione; loro importanza) -Logica procedimentale e metodo della pianificazione strategica (sono tra loro connessi) -Partecipazione diffusa (nodo della sussidiarietà; inoltre: democrazia partecipativa) -Pluralità di soluzioni (associative, programmatorie, istituzionali etc.), al di là del (solo) pluralismo territoriale (questione del diritto privato: quali sono i motivi del suo largo utilizzo in questo frangente?) -Sede / strumento della cooperazione: GECT

8 Il principio di cooperazione (2) Quali conseguenze? TEORICHE: che cosa significa autonomia? (rinvio: v. Santi Romano, 1947 – natura funzionale anche verso interessi statali; ma anche G. Berti, 1978 – problema oggettivo di amministrazione locale anziché di amministrazione comunale, provinciale, regionale, statale etc.) PRATICHE: Molteplici attività: -analisi dei bisogni effettivi -identificazione degli obiettivi condivisi da raggiungere -traduzione storica degli interessi pubblici -qualificazione di dati e informazioni -predefinizione di standard e metodi di analisi preventiva e di valutazione -istruttoria = limitazione del potere = giustiziabilità? v. ITALIA: alcune tesi sulla natura delleccesso di potere (G. Sala, 1993) > violazioni concernenti lesercizio della funzione concretizzate dalla divergenza del provvedimento rispetto a regole oggettive o oggettivate; caso della v.a.s.

9 Il principio di cooperazione (3) GECT: -attività di amministrazione della cooperazione programmata ma anche strumento per singole operazioni; prevalentemente: organo di garanzia sulla convergenza dellazione amministrativa -ruolo del legislatore regionale (per materia) -titolarità della legittimazione nei procedimenti diversi (anche processuale? Il g.a. come potenziale giudice del conflitto di attribuzioni transfrontaliere…) -scarso rilievo della natura della personalità attribuita -statuto e assemblea: questione della democraticità


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