La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

1 15.2.2012 - INCONTRO Consiglio Pastorale Decanale TRADATE LAVORO (Famiglia – Giovani) a cura del Presidente ACLI VA Filippo Pinzone.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "1 15.2.2012 - INCONTRO Consiglio Pastorale Decanale TRADATE LAVORO (Famiglia – Giovani) a cura del Presidente ACLI VA Filippo Pinzone."— Transcript della presentazione:

1 1 15.2.2012 - INCONTRO Consiglio Pastorale Decanale TRADATE LAVORO (Famiglia – Giovani) a cura del Presidente ACLI VA Filippo Pinzone

2 2 «A conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, svoltosi a Città del Messico nel gennaio 2009, annunciai che il successivo appuntamento delle famiglie cattoliche del mondo intero con il Successore di Pietro avrebbe avuto luogo a Milano, nel 2012, sul tema "La Famiglia, il lavoro e la festa nei giorni dal 30 maggio al 3 giugno. Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (cfr Gen 1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere unesistenza pienamente umana. Lesperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure lapertura alla speranza e al Bene senza limiti. Ai nostri giorni, purtroppo, lorganizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Perché una variabile sul tema, titolando lincontro: FAMIGLIA: GIOVANI E LAVORO?

3 I dati che si stanno consolidando ci dicono che la crisi ha mandato a casa o mantiene fuori dal mondo del lavoro i giovani, relegandoli alla loro famiglie. Un tema ampio che richiederebbe più di un incontro. L'obbiettivo di questa sera è di aprire gli scenari sui quali eventualmente tornare a riflettere. Stiamo perdendo una generazione. Nessuno si preoccupa del domani.

4 4 Schema l. Quadro di riferimento dati generali 2. Una ricognizione sulle tre parole chiave: Famiglia, Giovani, Lavoro Famiglia Giovani Lavoro 3. Come reagire Valori da promuovere Iniziative

5 1 - FAMIGLIA Tassi generici di natalità, mortalità e nuzialità per regione - Anni 2007-2010 (per 1.000 residenti) natalità mortalità nuzialità 2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010* Lombardia 10,0 10,2 10,1 9,9 8,9 9,3 9,2 9,1 3,7 3,5 3,2 3,0 Varese 9.6 9.7 9.7 9.5 9.1 9.4 9.2 9.2 3.7 3.7 3.4 3.2 Nord 9,6 9,7 9,5 9,4 9,9 10,2 10,1 10,0 3,7 3,6 3,3 3,2 ITALIA 9,5 9,6 9,5 9,3 9,6 9,8 9,8 9,7 4,2 4,1 3,8 3,6 *Stima Matrimoni, separazioni e divorzi. Anni 1995-2008 (valori assoluti

6 Povertà ed esclusione sociale: una famiglia su quattro non ce la fa Nel 2010 - 8 milioni e 272 mila persone erano povere (13,8%), contro i 7,810 milioni del 2009 (13,1%). Secondo i dati Istat (2011) il 2010 ha registrato un lieve incremento nel numero di famiglie in condizioni di povertà: si è passati da 2,657 milioni (10,8%) a 2,734 milioni (11%). I più colpiti. Nel 2010 la povertà relativa è aumentata, rispetto al 2009, -tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9 al 29,9%), -tra le famiglie monogenitoriali (dall11,8 al 14,1%), -tra i nuclei residenti nel Mezzogiorno con tre o più figli minori (dal 36,7 al 47,3%) -tra le famiglie di ritirati dal lavoro in cui almeno un componente non ha mai lavorato e non cerca lavoro (dal 13,7 al 17,1%). Ma la povertà è aumentata anche tra le famiglie che hanno come persona di riferimento un lavoratore autonomo (dal 6,2 al 7,8%) o con un titolo di studio medio-alto (dal 4,8 al 5,6%). Per queste ultime è aumentata anche la povertà assoluta, passando dall1,7 al 2,1%. (dati XI Rapporto su povertà ed esclusione sociale il Italia - Fondazione Zancan)

7 Nellultima relazione della Caritas in riferimento alla situazione della Lombardia rispetto alla condizione dellanno 2008, si evidenzia che: aumentano del 7,3% le famiglie che risultano deprivate secondo lIndice Eurostat ( lIstat definisce deprivata una famiglia che presenta almeno 3 sintomi tra i seguenti: non riuscire a sostenere spese impreviste; non potersi permettere una settimana di ferie in un anno lontano da casa, avere arretrati (mutuo o affitto, bollette o altri debiti); non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni 2 giorni; non potersi permettere di riscaldare adeguatamente labitazione; non potersi permettere lavatrice, televisore, automobile.) aumentano del 7,3% le famiglie che non riescono a riscaldare la casa adeguatamente; aumentano del 7,0% le famiglie che non riescono a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni; In Lombardia, tra il 2007 e il 2008: la spesa destinata al disagio economico è aumentata del 35,0%; la spesa specifica dei comuni per la povertàè diminuita del 3,0%; la spesa sociale complessiva dei comuni è diminuita dello 0,1%. In Italia, la spesa per la povertà incide per il 30,8% sul totale della spesa sociale complessiva. In Lombardia tale incidenza è pari al 35,8% (5 punti percentuali in più rispetto al valore medio nazionale).

8 2 – GIOVANI: La disoccupazione giovanile avverte lIstat, aumenta un po' ovunque, in particolare per le donne, che interrompono la loro lenta marcia verso una presenza paritaria sul mercato del lavoro (siamo sempre agli ul­timi posti in Europa per tasso di occupa­zione femminile, e dopo la crisi la forbice si allarga). Mentre tra i maschi aumenta l'inattività, ossia quella condizione di «né­né»: non ho lavoro e non lo cerco. È l'esercito degli scoraggiati che cresce, ed è particolarmente grave che ci si scoraggi sotto i 24 anni. È uno spreco, una risorsa collettiva che stiamo buttando via, quasi un ragazzo su quattro, tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora e non segue neppure un corso di formazione e vive a casa con i genitori. Il 23% degli under 30.

9 9 3 - LAVORO In Italia dai disoccupati ai precari sono coinvolti 8 milioni di italiani, dei quali il 48,9 % donne. Il 10,6% dei laureati è ancora senza lavoro ad un anno dalla laurea; il prolungamento della precarietà fa si che il 21,5% dei lavoratori atipici comincia ad avere dai 45 anni e oltre di età

10 10 La situazione produttiva della Provincia di Varese nellanalisi sintetica di alcuni valori aggregati si evidenzia che: il monte ore della CIG (Cassa Integrazione Guadagni) nei primi otto mesi del 2011 è cresciuto del 6,2% (oltre 17.000 posti lavoro); i lavoratori coinvolti da processi che hanno comportato lutilizzo di ammortizzatori sociali sono stati complessivamente più di 33.500 e di questi - al 30 giugno 2011 - 8.613 risultano iscritti alle liste di mobilità con un aumento dallinizio del 2011 del 7,3%; i licenziamenti aumentano del 21% nelle aziende sotto i 15 dipendenti; nel secondo trimestre del 2011 il saldo tra avviamenti e cessazioni torna a mostrare il segno negativo, vi è una progressiva e significativa riduzione del lavoro stabile verso le forme di contratti atipici e/o con carattere di precarietà; il tasso di disoccupazione provinciale si è attestato al 5,3% (era del 3,5% nellanno 2008), quello della disoccupazione femminile al 7,2%, mentre il dato relativo ai giovani sino ai 24 anni del 21%, nelle imprese aumentano le procedure concorsuali: (fallimenti e concordati), che nei primi sei mesi dellanno 2011 coinvolge 111 situazioni produttive; il dato della crisi coinvolge tutti i settori: metalmeccanico, tessile - abbigliamento, chimico – farmaceutico, gomma e materie plastiche ecc. La situazione è preoccupante in tutta la provincia.

11 11 COME REAGIRE Vivere dei valori di riferimento Nellintreccio relazionale - proprio dei nuclei familiari - tra genitori e figli, il tema dei valori da trasmettere e vivere è fondamentale anche nellambito dei rapporto con il lavoro. Premessa con 2 testimonianze tra le tante recuperabili sui mezzi di comunicazione. Il senso del lavoro: Dio disse loro… riempite la terra e soggiogatela. La creazione «molto buona» non deve essere solo contemplata dalluomo, ma è anche un appello alla collaborazione. Il lavoro è, infatti, per ogni uomo una chiamata a partecipare allopera di Dio e, per questo, vero e proprio luogo di santificazione. Trasformando la realtà, egli riconosce che il mondo viene da Dio, il quale lo coinvolge a portare a compimento lopera buona da lui iniziata. Ciò significa, ad esempio, che la grave disoccupazione frutto dellattuale crisi economica mondiale, non solo priva le famiglie dei mezzi di sostentamento necessari, ma, negando o riducendo lesperienza lavorativa, impedisce alluomo di sviluppare pienamente se stesso.. (Da Catechesi preparatoria a LA FAMIGLIA: IL LAVORO, LA FESTA) Amare il lavoro Nel film Cinema paradiso di Tornatore, il vecchio Alfredo dice a Salvatore (Totò) quando sta per lasciare il paese come emigrante: Qualunque cosa farai amala come amavi la cabina del cinema paradiso

12 12 Lavoro dignitoso Luomo deve lavorare, per poter vivere, ma le condizioni di lavoro debbono salvaguardare e anzi promuovere la sua dignità di persona. Il mercato del lavoro costringe oggi non poche persone, soprattutto se giovani e donne, a situazioni di costante incertezza, impedendo loro di lavorare con quella stabilità e quelle sicurezze di ordine economico e sociale che sole possono garantire alle giovani generazioni di formare una famiglia e alle famiglie di generare e crescere i figli. Lopportuna «flessibilità» del lavoro richiesta dalla cosiddetta «globalizzazione» non giustifica la permanente «precarietà» di chi ha nella sua sola «forza lavoro» l a risorsa per assicurare a sé e alla sua famiglia il necessario per vivere. (Da Catechesi preparatoria a LA FAMIGLIA:IL LAVORO, LA FESTA) …un lavoro che, in ogni società, sia l'espressione della dignità essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo della loro comunità; un lavoro che, in questo modo, permetta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare le necessità delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa ( Caritas in veritate, 65)

13 13 Sobrietà di vita Inoltre qual è la qualità della vita? dipende solo dai soldi che abbiamo o anche da altri fattori che spesso vengono sacrificati per fare più soldi? Circa le relazioni con gli altri, la qualità dellaria, del cibo, dei trasporti, della prevenzione e delle cure sanitarie, dei servizi dedicati allinfanzia, agli anziani, l'utilizzo delle cose e dei mezzi necessari per vivere (utilizzo o sperpero?), i criteri degli acquisti, ecc : che scelte facciamo? Quando si parla di Nuovi Stili di Vita per un futuro sostenibile non si deve pensare a cose straordinarie e riservate a pochi.

14 Dimensione sociale del lavoro Non si lavoro solo per sé. Il lavoro – anche quello individuale – è collegato, relazionato agli altri. Ha una valenza sociale. Tanto più se direttamente rivolti alla persona. Avere questa consapevolezza da una dimensione diversa a quello che si fa. Non è una affermazione consolatoria ma una assunzione ed esercizio di responsabilità che da spessore e importanza alla donna e alluomo che lavorano, qualunque sia la loro mansione, ed al contempo ci fa capire quanto sia offensiva alla dignità della persona lesclusione forzata dal lavoro.

15 15 Famiglia palestra di gratuità, dono, reciprocità, amore Lamore a perdere «Dono e responsabilità» costituiscono il binomio dentro il quale si colloca il lavoro della famiglia e di ciascuno in essa. Tutti sono chiamati a riconoscere i doni ricevuti da Dio, a mettere i propri a disposizione degli altri e a valorizzare quelli degli altri. Laddove, per esempio, la donna è costretta a un doppio lavoro, dentro e fuori casa, diviene di decisiva importanza, sia sotto il profilo pratico che affettivo, che i coniugi condividano i compiti educativi e collaborino nelle faccende domestiche». (Da Catechesi preparatoria a LA FAMIGLIA: IL LAVORO, LA FESTA) Il giusto equilibrio lavorativo richiede il discernimento familiare circa le scelte domestiche e professionali. A tale riguardo appare ingiusto il principio che delega solo alla donna il lavoro domestico e la cura della casa: tutta la famiglia deve essere coinvolta in tale impegno secondo unequa distribuzione dei compiti. Per quanto concerne, invece, lattività professionale, è certo opportuno che «i coniugi si accordino nellevitare assenze troppo prolungate dalla famiglia. Purtroppo la necessità di provvedere al sostentamento della famiglia troppo spesso non lascia ai coniugi la possibilità di scegliere con saggezza ed armonia» (Da Catechesi preparatoria a LA FAMIGLIA: IL LAVORO, LA FESTA)

16 16 ALCUNE DOMANDE 1.Nelle nostre comunità cristiane ci si preoccupa per quanti sono disoccupati, oppure svolgono un lavoro precario, poco retribuito o insalubre? 2.Quale ruolo hanno le parrocchie nel formare i giovani al valore della laboriosità e della responsabilità sociale? 3. Come recuperare oggi la solidarietà nel mondo del lavoro? Con quale aiuto ?


Scaricare ppt "1 15.2.2012 - INCONTRO Consiglio Pastorale Decanale TRADATE LAVORO (Famiglia – Giovani) a cura del Presidente ACLI VA Filippo Pinzone."

Presentazioni simili


Annunci Google