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dalla discriminazione all’integrazione

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Presentazione sul tema: "dalla discriminazione all’integrazione"— Transcript della presentazione:

1 dalla discriminazione all’integrazione
Berlino - Europa dalla discriminazione all’integrazione V incontro 27 febbraio 2012 La Berlino della divisione: la fine della guerra fredda e la caduta del muro Video: Kennedy: Ich bin ein berliner (l’uomo sulla luna) Caduta del muro (documentario e TG)

2 Che cosa vuol dire ‘guerra fredda’? guerra fredda
La situazione di acceso antagonismo tra USA ed URSS (e rispettivi alleati) nel periodo 1945 – 1991 Walter Lippmann The Cold War 1947 antagonismo geopolitico guerra competizione ideologica La metafora scelta dal giornalista statunitense Lippmann è molto efficace: infatti i rapporti tra USA ed URSS, entrambi portatori di valori universali ed incompatibili, furono di tipo conflittuale, ma si trattò comunque di una non-guerra (combattuta cioè non con strumenti differenti da quelli tradizionali). [De [Del Pero, 7-8] Gli investimenti sul riarmo condussero a progressi tecnologici di rilievo, che hanno avuto applicazioni in ambiti diversi da quello militare: ad esempio l’informatica ed internet. INTERNET: L'origine di Internet (che è attualmente il principale mezzo di comunicazione di massa) risale agli anni sessanta, per opera degli americani, che misero a punto durante la Guerra Fredda un nuovo sistema di difesa e di controspionaggio. L’antenato è ARPANET, una rete di computer costituita nel settembre del 1969 negli USA da ARPA (Advanced Research Projects Agency). ARPA fu creata nel 1958 dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per dare modo di ampliare e sviluppare la ricerca, soprattutto all'indomani del sorpasso tecnologico dell'Unione Sovietica, che lanciò il primo satellite (Sputnik) nel 1957, conquistando i cieli americani: quando la NASA le subentrò nella gestione dei programmi spaziali l'ARPA assunse il controllo di tutte le ricerche scientifiche a lungo termine in campo militare. l Del Pero, 7-8] inconciliabilità economica no scontri militari diretti fredda altre forme di antagonismo

3 Che cosa vuol dire ‘guerra fredda’?
forme di antagonismo bombe A USA ‘45, URSS ‘49 armi nucleari bombe H USA ‘52, URSS ‘53 corsa al riarmo sistemi di lancio bombardieri, sottomarini, missili nuove tecnologie USA: ARPANET (1969) spionaggio CIA KGB Test nucleari Test nucleari bomba A: USA: 1945 (progetto Manhattan); 1946 URSS: 1949 Test nucleari bomba H, la ‘superbomba’ (l’ordigno avrebbe funzionato per fusione degli atomi): USA: 1 novembre 1952 (disintegrazione completa di un’isola del Pacifico); test BRAVO 1 marzo 1954 (l’ordigno risultò di 15 megatoni –rispetto ai 5 previsti- ovvero 750 volte superiore alla potenza della bomba A di Hiroshima) URSS: 12 agosto 1953 (deserto dell’Asia centrale: sterminio di tutti gli uccelli in cielo, carbonizzati) ARPANET (acronimo di "Advanced Research Projects Agency NETwork", in italiano "rete dell'agenzia dei progetti di ricerca avanzata"), anche scritto ARPAnet o Arpanet, fu una rete di computer studiata e realizzata nel 1969 dal DARPA, l'agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti responsabile per lo sviluppo di nuove tecnologie ad uso militare. Il progetto venne sviluppato negli anni '60 in piena Guerra fredda con la collaborazione di varie università americane, e, secondo molte fonti, aveva lo scopo di costruire una rete di comunicazione militare in grado di resistere anche ad un attacco nucleare su vasta scala[1] (questa idea deriva dagli studi che Paul Baran aveva iniziato nel 1959 allaRAND corporation sulle tecnologie di comunicazione sicura). Per tutti gli anni Settanta ARPAnet continuò a svilupparsi in ambito universitario e governativo, ma dal 1974, con l'avvento dello standard di trasmissione TCP/IP(Transmission Control Protocol/Internet Protocol), il progetto della rete prese ad essere denominato Internet. È negli anni ottanta, grazie all'avvento dei personal computer, che un primo grande impulso alla diffusione della rete al di fuori degli ambiti più istituzionali e accademici ebbe il suo successo, rendendo di fatto potenzialmente collegabili centinaia di migliaia di utenti. Fu così che gli "utenti" istituzionali e militari cominciarono a rendere partecipi alla rete i membri della comunità scientifica che iniziarono così a scambiarsi informazioni e dati, ma anche messaggi estemporanei ed a coinvolgere, a loro volta, altri "utenti" comuni. Nacque in questo modo, spontaneamente, l' , la posta elettronica, i primi newsgroup e di fatto una rete: Internet. In seguito, nei primi anni novanta, con i primi tentativi di sfruttamento commerciale, grazie a una serie di servizi da essa offerti, ebbe inizio il vero boom di Arpanet, nel frattempo rinominata Internet, e negli stessi anni nacque una nuova architettura capace di semplificare enormemente la navigazione: la World Wide Web. Servizi segreti operazioni di spionaggio, controspionaggio, azioni preventive (sabotaggio, , propaganda, demolizione), sovversione contro nazioni ostili (compresa l’assistenza a movimenti clandestini di resistenza, guerriglia e gruppi di esuli). CIA (1947): Ruolo della CIA per rovesciare i governi in Iran (1953), Guatemala (1954), tentativo a Cuba (1961), Cile ( ), tentativo in Nicaragua ( ). KGB ( ). Ruolo del KGB nella repressione del dissenso in Germania Est (1953), Ungheria (1956), Cecoslovacchia (1968) Gara spaziale: URSS: Programma Sputnik ( ) consistette in una serie di missioni spaziali senza esseri umani promosse dall'Unione Sovietica alla fine degli anni cinquanta atte a dimostrare la possibilità di costruire satelliti artificiali. Il nome Sputnik (in cirillico Спутник) significa compagno di viaggio oppure satellite. - Il programma portò al lancio del primo satellite della storia, lo Sputnik 1, avvenuto il 4 ottobre 1957, e diede inizio all'epoca dell'esplorazione spaziale.  - Il primo animale sovietico, il cane Laika, viaggiò nello Sputnik 2 nel 1957, morendo di stress e surriscaldamento subito dopo aver raggiunto lo spazio. Programma Vostok ( ): Il programma Vostok (Восто́к, che significa "Est") fu il primo progetto sovietico di esplorazione spaziale con la presenza di uomini: riuscì, per la prima volta nella storia, a portare un uomo nello spazio. Dal programma venne sviluppata la navicella Vostok e vennero adattati dei missili ICBM alla missione, che diventarono i razzi Vostok.Il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin divenne il primo essere umano a raggiungere lo spazio quando entrò in orbita terrestre sulla navetta Vostok 1 il 12 aprile 1961, un giorno che viene ricordato ancora oggi in Russia come festa. USA: Programma Apollo ( ): esplorazione lunare; il promo sbarco di astronauti si ebbe con la missione Apollo 11 il 20 luglio A questo seguirono altri 5 sbarchi (Apollo 12, 14, 15, 16, 17) Prog. Sputnik: Sputnik 1 (1957) vittorie sovietiche gara spaziale Prog. Vostok: Jurij Gagarin (1961) vittorie americane Prog. Apollo: Apollo 11 (1969) esaltazione dei successi propaganda occultamento degli insuccessi e del confronto sospetti sugli avversari

4 L’origine della guerra fredda
Seconda guerra mondiale “Grande Alleanza” (USA, URSS, Gran Bretagna) Sconvolgimento dell’assetto geopolitico mondiale fine del modello eurocentrico e multipolare Il comune terrore per la Germania nazista aveva consentito una “Grande Alleanza” dei tre grandi, che comprendeva le forze dell’imperialismo britannico, del capitalismo americano e del comunismo sovietico. La guerra, vinta dagli Alleati, aveva modificato radicalmente l’assetto geopolitico mondiale, che fino ad allora era stato multipolare ed eurocentrico (cioè gestito dalle molteplici potenze europee impeialiste–Germania, gran Bretagna, Francia, Italia). Gli USA e l’URSS, che pure già prima della seconda guerra mondiale erano potenze di primo piano, avevano svolto un ruolo marginale nel periodo tra le due guerre. Dopo la guerra: - Le potenze europee furono ridotte al massimo al rango di potenze medie: la Germania e l’Italia erano state sconfitte e le loro economie erano devastate; la Francia era stata liberata e fu ammessa nel gruppo delle grandi potenze, ma non poteva nascondere il senso della sconfitta militare, della stagnazione economica e l’umiliazione del collaborazionismo di Vichy; la Gran Bretagna aveva vinto la guerra dimostrando grande coraggio e determinazione, perciò fu al centro della scena insieme a USA e URSS, ma il ruolo di superpotenza era notevolmente al di sopra delle proprie risorse economiche (la sua effettiva potenza fu sopravvalutata, soprattutto dall’URSS). gli USA e l’URSS rimasero le due uniche superpotenze: l’URSS aveva subito 20 milioni di perdite umane, la devastazione dell’industria e dell’agricoltura, ma era in una posizione di dominio quasi completo nell’Europa orientale e dimostrò ben presto di avere risorse, organizzazione e determinazione per svolgere un ruolo di leadership; Gli USA trassero notevoli benefici economici dalla guerra e si sostituirono alla Gran Bretagna nel ruolo di superpotenza economica mondiale e di erogatrice di crediti finanziari; inoltre possedevano un notevole apparato militare e il monopolio delle armi atomiche. [Smith, 12-13] bipolarismo USA - URSS

5 L’origine della guerra fredda
Visione multiraterale autodeterminazione politica integrazione economica organismi sovranazionali incompatibilità tra concetti di sicurezza nazionale predominio militare USA Visione unilaterale protezione dei confini Sicurezza USA: Solo la diffusione su scala mondiale della democrazia e del libero mercato avrebbe garantito pace e prosperità Organismi sovranazionali (Fondo monetario internazionale, Banca mondiale, ONU) avrebbero promosso la liberalizzazione commerciale e valutaria e la risoluzione pacifica delle controversie Gli USA avrebbero conservato il predominio militare, assicurato allora dal monopolio dell’arma nucleare. Sicurezza URSS: Costruire una sfera di influenza in Europa orientale che potesse costituire una zona cuscinetto tra l’URSS (prova di difese naturali ad Ovest e tradizionalmente soggetta ad invasioni da Ovest) e l’Europa occidentale. Gli USA e GB non erano contrari ad una sfera di influenza URSS nell’Europa orientale, ma l’URSS la impose con la forza. Europa occidentale governata da coalizioni non ostili all’URSS: necessità di evitare la rinascita della potenza tedesca Protezione dei confini meridionali (controllo degli stretti turchi) Conservazione dello status di grande potenza attraverso un ruolo centrale nelle organizzazioni internazionali Gaddis: 33-34 Del Pero: 11-14 La situazione di stallo si è cronicizzata con il deterrente nucleare ruolo centrale nelle organizzazioni internazionali situazione di stallo MAD

6 L’Europa divisa Inizialmente fu l’Europa il principale teatro di guerra fredda tra le superpotenze: la maggior parte degli stati appartenevano al blocco statunitense (legati dall’alleanza militare della NATO) o al blocco sovietico (legati dall’alleanza militare del Patto di Varsavia, 1955). Altri Stati o rimasero formalmente neutrali (come Spagna, Irlanda, Svizzera, Austria, Svezia, Finlandia) oppure, pur essendo comunisti (Jugoslavia ed Albania) riuscirono a mantenere una certa autonomia da Mosca. Iron curtain “Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell'Europa centrale ed orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste famose città e le popolazioni attorno ad esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell'altro, non solo all'influenza Sovietica ma anche a una altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca.” Il termine “cortina di ferro” deriva da un lungo discorso di Winston Churchill del 5 marzo 1946 tenuto a Fulton (Missouri) « Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le più grandi Nazioni del mondo. Siamo lieti di vederne la bandiera sui mari. Soprattutto, siamo lieti che abbiano luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri popoli. È tuttavia mio dovere prospettarvi determinate realtà dell'attuale situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell'Europa Centrale ed Orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste famose città e le popolazioni attorno ad esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell'altro, non solo all'influenza Sovietica ma anche a una altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca. » La Jugoslavia, pur essendo uno Stato comunista, non apparteneva al blocco sovietico: infatti il suo leader, Josip Broz detto Tito era arrivato al potere con le proprie forze (perché erano stati i suoi partigiani e non l’Armata rossa a scacciare i nazisti dal proprio paese) e quindi non dipendeva dall’appoggio di Stalin per rimanere al potere. Quando Stalin cercò di imporsi sulla Jugoslavia, Tito, a giugno 1948, ruppe apertamente con l’URSS (ed in seguito ottenne aiuti economici dagli USA). Ben presto tuttavia la guerra fredda si estese agli altri continenti (Asia, Africa, America centrale e meridionale).

7 BRD (RFT) Repubblica federale tedesca Repubblica democratica tedesca
La Germania divisa BRD (RFT) Repubblica federale tedesca DDR (RDT) Repubblica democratica tedesca Le difficoltà di arrivare ad un accordo sul futuro della Germania dipendevano dal modo in cui la Germania era stata liberata: - L’occupazione sovietica era avvenuta in maniera brutale (espropriazione di beni, stupri di massa: 2 milioni di donne): perciò gli anglo-americani furono diffidenti a collaborare con la Germania nell’occupazione e cercarono di consolidare le rispettive zone. -La suddivisione, che corrispondeva alle aree occupate militarmente dai vari eserciti sulla base di un piano congiunto condiviso (esclusa la parte francese, ceduta generosamente dagli anglo-americani), non era simmetrica: infatti la parte sovietica ospitava solo un terzo della popolazione tedesca ed una percentuale ancora inferiore degli impianti industriali. Ciò dette l’impressione ai sovietici di essere stati imbrogliati. La diffidenza reciproca aveva condotto ad un irrigidimento delle posizioni sulla politica economica: Stalin voleva enormi riparazioni di guerra dalla Germania sotto forma di trasferimento di attrezzature industriali e materie prime nell’URSS; La Gran Bretagna e soprattutto gli USA volevano la rinascita economica della Germania e sospettavano che la posizione russa fosse funzionale al controllo comunista del territorio (una Germania debole economicamente sarebbe stata più vulnerabile alla sovversione). L’impasse diplomatica impedì la realizzazione di una grande conferenza di pace per decidere il futuro della Germania, che fu sottoposta provvisoriamente a governo militare e divisa in zone geografiche che riflettevano le effettive posizioni occupate alla fine delle ostilità dagli eserciti alleati (la vitale zona industriale della Rhur andò alla Gran Bretagna). La cooperazione anglo-americana portò all’unione delle proprie rispettive zone in un’unica economia separata, la “Bizona” (dal gennaio 1947): ad essa si congiunse la zona francese nel 1949. Le tre zone occidentali si unirono nella Repubblica Federale Tedesca quando lo Stato nacque nel maggio 1949, mentre nella zona di occupazione sovietica nacque la Repubblica Democratica Tedesca nell'ottobre 1949. 1949 Zone di occupazione

8 La questione di Berlino
La distruzione La città di Berlino fu in gran parte distrutta nella Seconda guerra mondiale, a causa sia dei bombardamenti aerei ( ) che della battaglia di Berlino (16 aprile – 2 maggio 1945). Battaglia aerea di Berlino: fu lo scontro (tra il 18 novembre 1943 e 31 marzo 1944) tra i bombardieri inglesi e americani contro i caccia e la contraerea tedeschi sul cielo di Berlino (e non solo). Furono rovesciate su Berlino migliaia di tonnellate di bombe, devastando la città e distruggendone le industrie. La battaglia aerea di Berlino, tra le sue missioni, comprese anche bombardamenti su altre città come Norimberga, Stoccarda, Francoforte sul Meno. Battaglia di Berlino: fu lo scontro finale del fronte europeo della Seconda guerra mondiale. Fu l’attacco finale sferrato dall’Armata rossa il 2 aprile 1945 sulla linea dell’Oder. La battaglia iniziò il 16 aprile e finì il 2 maggio e fu caratterizzata da una disperata resistenza da parte tedesca di fronte alle superiori forze sovietiche (Hitler aveva ordinato di tenere Berlino ad ogni costo, Goebbels aveva organizzato una milizia popolare costituita da anziani ed aveva ordinato ad ogni civile di difendersi con le proprie forze). Caduti i sobborghi esterni, la battaglia di Berlino si restrinse ai rioni di Mitte, di Kreuzberg e di Prenzlauerberg, ovvero la linea di quartieri denominata "Cittadella". Il 30 aprile, mentre le forze sovietiche si aprivano a ventaglio combattendo di strada in strada verso il centro di Berlino, Adolf Hitler si suicidò insieme ad Eva Braun, la sua compagna che aveva sposato il giorno prima. Il suo corpo fu avvolto nelle coperte impregnate di benzina e carbonizzato assieme a quello di Eva Braun. Il Generale Weidling, comandante di fresca nomina, ordinò il "cessate il fuoco" il 2 maggio alle 07:00, mentre una fredda pioggerella cadeva sulla città. Il Terzo Reich si arrese ufficialmente l'8 maggio, 6 giorni dopo la fine della battaglia Soldati russi espongono ad un balcone la bandiera sovietica al termine dei combattimenti per la conquista di Berlino. Sullo sfondo, la Porta di Brandeburgo. Scena della Stallschreiberstraße dopo la Battaglia di Berlino. Alla Conferenza di Potsdam le potenze della Grande Alleanza si accordarono su una suddivisione della città di Berlino in 4 zone d’occupazione, la cui amministrazione comunque sarebbe stata coordinata da un Consiglio alleato di controllo (istituito formalmente per governare tutta la Germania). - Settore sovietico: 40% del territorio della città ( abitanti) - Settori occidentali: 60% del territorio ( abitanti). La soluzione di dividere la città era stata concepita come provvisoria e la linea di confine tra i settori era aperta e libera: cittadini quotidianamente dalla parte Est si recavano alla parte Ovest; la città condivideva le stesse infrastrutture (metropolitana, poste). La suddivisione in zone di occupazione rimase invece permanente: fu ridotta a tre nel 1947 (con la creazione della Bizona, in cui le parti inglese ed americana furono unificate) e da allora le potenze occidentali hanno perseguito una politica unilaterale, ignorando il Consiglio alleato di controllo. La presenza a Berlino di una frontiera aperta e sostanzialmente priva di controllo tra il mondo comunista e quello capitalista rendeva la città un’arena in cui comunismo e capitalismo si affrontavano direttamente: le persone erano indotte a fare confronti e, fin dall’inizio, fu evidente la differenza di standard di vita delle zone occidentali, più libere e floride rispetto alla zona sovietica. Perciò cominciarono i flussi verso Berlino ovest (anche perché, da Berlino ovest era facilissimo spostarsi in Germania ovest). La divisione 1945

9 La questione di Berlino difficoltà economiche
Berlino Est Capitale della DDR Regime dittatoriale SED difficoltà economiche Berlino Est Nel 1949 il settore sovietico venne proclamato "capitale della Repubblica Democratica Tedesca", nella quale - nonostante le proteste da parte degli alleati occidentali - venne progressivamente integrata. Il frequente uso del termine Sowjetsektor - al posto del più neutrale Berlin (Ost) (nel parlato più spesso Ost-Berlin) - era espressione del non riconoscimento da parte occidentale di questa integrazione, mentre nella terminologia orientale il Demokratisches Berlin ("Berlino democratica") dei primi anni divenne presto Berlin, Hauptstadt der DDR ("Berlino, capitale della RDT"). Inaugurato nel 1976, ospitava un grande centro culturale e di divertimenti, e la sede della Volkskammer, il parlamento della Repubblica Democratica Tedesca. Fu probabilmente l'edificio più prestigioso dell'intera repubblica. Il Palast der Republik sorgeva nel luogo più centrale e rappresentativo di Berlino, la Schloßplatz. Dopo la riunificazione si sviluppò un lungo dibattito sulle sorti del Palast. Molti ne invocavano la demolizione per motivi politici (in quanto edificio-simbolo della Repubblica Democratica) ed architettonici, ritenendosi che la ricostruzione del castello, o di un edificio simile, avrebbe ristabilito le proporzioni originarie del Lustgarten e dell'Unter den Linden. Molti, d'altra parte, ne richiedevano il mantenimento, per l'alto valore storico e architettonico e, in qualche misura, anche artistico. Chiuso nel 1990 ed abbandonato per anni, nel 2003 il parlamento federale votò per la demolizione del Palast der Republik, al cui posto si prevedeva la realizzazione di un'area verde provvisoria, e la futura costruzione di un nuovo edificio con le facciate identiche a quelle del castello. L'edificio sarà battezzato Humboldt-Forum ed ospiterà funzioni culturali, fra cui un "Museo delle culture extraeuropee“. Il Palast  fu demolito dal 2006 al 2008. La DDR era un regime autoritario, dove il partito unico (la SED, Partito Socialista dell’Unità tedesca, all’inizio guidato da walter Ulbricht) controllava le politiche economiche, l’attività giudiziaria e le forze di sicurezza dello Stato. Friedrichshain: è in questo quartiere che si trova il viale Karl-Marx-Allee, dobe l’Armata rossa sovietica si era aperta la strada durante la Seconda guerra mondialee dove è stato costruito dal 1952 al 1960 la strada-vetrina della DDR (larga 90 m e lunga 2,3 Km) tra Alexanderplatz e Frankfurter Tor), il viale simbolo della speranza e della fede nel futuro socialista: in questo viale furono costruiti grandi condomini con allestimenti di lusso per la media tedesco-orientale. Lichtenberg era il quartiere dove aveva sede il quartier generale della Stasi e la prigione dove venivano torturati e rinchiusi gli oppositori del regime. Oggi è un quartiere di casermoni dove è diffuso lo scontento sociale ed ha visto il moltiplicarsi di simpatizzanti del neonazismo e del neocomunismo. SED Partito Socialista Unificato di Germania (SED, in tedesco Sozialistische Einheitspartei Deutschlands), fu il partito costituzionalmente egemonico dellaRepubblica Democratica Tedesca. Governò dal 1949, anno nel quale venne fondata la Repubblica, fino alle elezioni politiche del 1990 (le prime tenutesi secondo un sistema democratico di tipo occidentale). STASI Stasi è l'abbreviazione di Ministerium für Staatssicherheit, "Ministero per la Sicurezza di Stato“; fu fondato nel 1950 su modello del KGB: era allo stesso tempo polizia segreta, agenzia centrale di spionaggio e ufficio investigativo contro il crimine. Con il passare degli anni si ingrandì sempre di più fino a contenere dipendenti e informatori non ufficiali, reclutati tra la gente comune e pronti alla delazione. Famosa per i metodi arbitrari (intercettazioni telefoniche, riprese video, violazione della corrispondenza privata). Chiusa nel 1990, sono state trovate pratiche su milioni di persone. Le carceri della Stasi erano note per l’U-Boat, un braccio di celle sotterranee umide e senza finestre in cui erano presenti solo una panca di legno ed un secchio. I progionieri venivano sottoposti a lunghi interroanchegatori, percossi, provati del sonno e torturati con l’acqua: alla fine firmavano una confessione.. Verso la fine degli anni ‘50 venne costruito un nuovo e più grande blocco di celle: la tortura psicologica sostituì quella fisica (i proigionieri non avevano idea di dove si trovassero e vivevano in totale isolamento). Nelle prigioni della stasi finirono anche 1200 tra coloro che nel il 17 giugno 1953 furono protagonisti di una famosa insurrezione partita dagli operai della Karl-Marx-Allee. La città di Berlino non fece parte di nessuno Stato e continuò ad essere sottoposta all'occupazione alleata fino al 1990. Per scopi amministrativi, i tre settori ovest di Berlino furono uniti nell'entità di Berlino Ovest. Anche se Berlino Ovest era de facto parte della Germania Ovest, non era considerata un Bundesland, né una parte di uno degli stati della Germania Ovest, e la Grundgesetz (costituzione) non vi veniva applicata. Veniva invece amministrata dal Senato di Berlino Ovest alla Rathaus Schöneberg, la cui autorità derivava dalle forze occupanti. Anche se i berlinesi dell'ovest erano cittadini della Repubblica Federale Tedesca, non potevano votare nelle elezioni federali. Erano indirettamente rappresentati nel Bundestag da 20 delegati senza diritto di voto scelti dalla Camera dei Rappresentanti di Berlino Ovest. In maniera simile il Senato di Berlino Ovest inviava dei delegati non-votanti al Bundesrat.  I cittadini di Berlino Ovest erano inoltre esentati dal servizio militare nell'Esercito della Germania Ovest, il che spinse molti giovani, soprattutto dalla fine degli anni sessanta, a prendere lì la loro residenza. Un'altra anomalia era costituita dal fatto che Berlino Ovest aveva una amministrazione postale separata ed emise i suoi francobolli fino al 1990. La città di Berlino divenne capitale della Germania riunificata (con trasferimento di governo e parlamento) nel 1991, con stretta maggioranza del Bundestag. L’8 settembre 1994, con cerimonia solenne, l’ultimo contingente militare alleato a Berlino lasciò la città. Il Rathaus Schöneberg ("municipio di Schöneberg") fu costruito dal 1911 al 1914 come municipio dell'allora città di Schöneberg (oggi quartiere di Berlino). Dal 1948 al 1990 ospitò anche la sede provvisoria del parlamento e del governo di Berlino Ovest, poiché il municipio cittadino, il Rotes Rathaus, si trovava nel settore sovietico. Fu nella piazza antistante (attuale Kennedyplatz) che John Kennedy pronunciò il suo famoso discorso "Ich bin ein Berliner". Il Rathaus ospita dal 2001 l'amministrazione del settimo distretto di Berlino, Tempelhof-Schöneberg. Miracolo economico (Wirtschaftswunder), 8% di crescita media all’anno dal 1951 al 1961. Per supplire alla carenza di manodopera il ministro dell’economia Erhard invitò 2,3 milioni di lavoratori stranieri (Turchia, Italia, Jugoslavia) dando vita alla odierna società multiculturale. A partire dal 1966 fu attivo a Berlino un movimento radicale studentesco di opposizione extraparlamentare, che richiedevano una riforma del sistema universitario, condannavano la politica americana in Vietnam, America latina e Medio Oriente e l’incapacità di confrontarsi con il nazismo. Ci furono anche momenti drammatici, come quelli per l’uccisione da parte della polizia di Benno Ohnesorg, studente disarmato che nel 1967 stava manifestando contro la visita dello scià di Persia. Karl-Marx-Allee STASI

10 La questione di Berlino Berlino Ovest
amministrazione speciale multiculturalismo Miracolo economico ( ) Rathaus Shoeneberg La città di Berlino non fece parte di nessuno Stato e continuò ad essere sottoposta all'occupazione alleata fino al 1990. Per scopi amministrativi, i tre settori ovest di Berlino furono uniti nell'entità di Berlino Ovest. Anche se Berlino Ovest era de facto parte della Germania Ovest, non era considerata un Bundesland, né una parte di uno degli stati della Germania Ovest, e la Grundgesetz (costituzione) non vi veniva applicata. Veniva invece amministrata dal Senato di Berlino Ovest alla Rathaus Schöneberg, la cui autorità derivava dalle forze occupanti. Anche se i berlinesi dell'ovest erano cittadini della Repubblica Federale Tedesca, non potevano votare nelle elezioni federali. Erano indirettamente rappresentati nel Bundestag da 20 delegati senza diritto di voto scelti dalla Camera dei Rappresentanti di Berlino Ovest. In maniera simile il Senato di Berlino Ovest inviava dei delegati non-votanti al Bundesrat.  I cittadini di Berlino Ovest erano inoltre esentati dal servizio militare nell'Esercito della Germania Ovest, il che spinse molti giovani, soprattutto dalla fine degli anni sessanta, a prendere lì la loro residenza. Un'altra anomalia era costituita dal fatto che Berlino Ovest aveva una amministrazione postale separata ed emise i suoi francobolli fino al 1990. La città di Berlino divenne capitale della Germania riunificata (con trasferimento di governo e parlamento) nel 1991, con stretta maggioranza del Bundestag. L’8 settembre 1994, con cerimonia solenne, l’ultimo contingente militare alleato a Berlino lasciò la città. Il Rathaus Schöneberg ("municipio di Schöneberg") fu costruito dal 1911 al 1914 come municipio dell'allora città di Schöneberg (oggi quartiere di Berlino). Dal 1948 al 1990 ospitò anche la sede provvisoria del parlamento e del governo di Berlino Ovest, poiché il municipio cittadino, il Rotes Rathaus, si trovava nel settore sovietico. Fu nella piazza antistante (attuale Kennedyplatz) che John Kennedy pronunciò il suo famoso discorso "Ich bin ein Berliner". Il Rathaus ospita dal 2001 l'amministrazione del settimo distretto di Berlino, Tempelhof-Schöneberg. Miracolo economico (Wirtschaftswunder), 8% di crescita media all’anno dal 1951 al 1961. Per supplire alla carenza di manodopera il ministro dell’economia Erhard invitò 2,3 milioni di lavoratori stranieri (Turchia, Italia, Jugoslavia) dando vita alla odierna società multiculturale. A partire dal 1966 fu attivo a Berlino un movimento radicale studentesco di opposizione extraparlamentare, che richiedevano una riforma del sistema universitario, condannavano la politica americana in Vietnam, America latina e Medio Oriente e l’incapacità di confrontarsi con il nazismo. Ci furono anche momenti drammatici, come quelli per l’uccisione da parte della polizia di Benno Ohnesorg, studente disarmato che nel 1967 stava manifestando contro la visita dello scià di Persia. Ku’damm

11 La questione di Berlino
differenze tra le due Berlino Esodo verso Berlino ovest ‘spot del capitalismo’ [Gaddis] confronto diretto tra capitalismo e comunismo crisi del prestigio del comunismo difficoltà della Germania est La presenza a Berlino di una frontiera aperta e sostanzialmente priva di controllo tra il mondo comunista e quello capitalista rendeva la città un’arena in cui comunismo e capitalismo si affrontavano direttamente: le persone erano indotte a fare confronti e, fin dall’inizio, fu evidente la differenza di standard di vita delle zone occidentali, più libere e floride rispetto alla zona sovietica. Perciò cominciarono i flussi verso Berlino ovest (anche perché, da Berlino ovest era facilissimo spostarsi in Germania ovest). Esodo verso Berlino Ovest: crisi di Berlino ( , 1958, 1961) Negli anni ‘50 quasi 2 milioni di rifugiati della Germania est avevano raggiunto Berlino per poter fuggire all’ovest: d’altronde le zone di Berlino ovest erano diventate una sorta di spot pubblicitario permanente delle virtù del capitalismo e della democrazia nel mezzo della Germania comunista. Per il comunismo il confronto diretto con il sistema capitalistico a Berlino produceva una crisi gravissima: la prosperità economica della Germania ovest, manifesta in modo particolare a Berlino Ovest, rendeva false le affermazioni di Krusciov sulla superiorità del sistema e del modello di vita comunista visto che la Germania est e la stessa Berlino est permanevano ancora in una situazione di grave crisi economica. Inoltre il flusso di emigranti aveva ridotto la popolazione della Germania est da 19 a 17 milioni e l’aveva privata principalmente di persone istruite ed altamente qualificate: questo rendeva molto più difficile la ripresa economica. Perciò improvvisamente nel novembre del 1958 Krusciov creò una crisi internazionale minacciando il riconoscimento della Germania est come Stato indipendente ed il trasferimento a questa del controllo dei diritti di accesso se le guarnigioni occidentali non si fossero ritirate dalla città entro sei mesi: il rischio di un nuovo blocco era concreto e stavolta non sarebbe bastato il ponte aereo perché la popolazione berlinese occidentale era notevolmente cresciuta ed anche gli standard di vita erano molto più alti. Probabilmente Krusciov in questo modo perseguiva anche l’obiettivo di ostacolare la formazione del processo di rafforzamento della RFT sostenuto da Eisenhower che avrebbe potuto portare alla riunificazione della Germania ed alla minaccia dell’URSS. Questa volta Il presidente USA Eisenhower mantenne un atteggiamento di intransigenza diplomatica, non potendo rinunciare al principio dell’unità della Germania. In quei mesi fu percepito il rischio di un nuovo conflitto mondiale, ma la fermezza di Eisenhower indusse Krusciov a moderare le sue posizioni: ma, alla luce dei successivi sviluppi diplomatici, nessuno dei due contendenti ricercava lo scontro. Era evidente che Berlino, per la peculiare condizione in cui si trovava (una città divisa e controllata separatamente dalle due superpotenze antagoniste) costituiva un luogo privilegiato di confronto e scontro, dove era il gioco il prestigio internazionale e la credibilità delle superpotenze. Blocco Ponte aereo le crisi di Berlino Crisi 1958 Muro Crisi 1961

12 Stabilizzazione dei rapporti a Berlino tra USA e URSS
Il muro di Berlino Notte tra il 12 e 13 agosto 1961 155 Km 43 Km in città Altezza: da 3 a 5 metri Walter Ulbricht, segretario generale del SED dal 1950 al 1970 (poi sostituito da Erich Honecker dal 1971 al 1989) già dal 1952 aveva pensato alla costruzione di un muro che separasse Berlino ovest dal resto della Germania est per bloccare il flusso di emigranti, ma i leader sovietici (Krusciov per primo) e quelli degli altri paesi dell’Europa dell’est si erano opposti al piano: per Krusciov il modo migliore per vincere la sfida della Germania ovest era conquistare le menti della gente attraverso la cultura e la politica per Kàdàr (leader ungherese) il muro avrebbe danneggiato la reputazione dell’intero movimento comunista. Tuttavia, dopo che persone avevano lasciato il paese a luglio, Krusciov decise la costruzione del muro: ‘che cosa avrei dovuto fare? […] Il muro era l’unica scelta che ci rimaneva’. Così Krusciov ordinò la costruzione del muro, prima come semplice barriera di filo spinato, poi come muro di cemento vero e proprio, alto tre metri e mezzo, lungo più di 150 Km e protetto da filo spinato, torrette di guardia, cani poliziotto e dall’ordine di sparare a chiunque avesse tentato di superarlo. La costruzione del muro stabilizzò le relazioni tra USA ed URSS a Berlino: “non è una bella soluzione –ammise Kennedy- ma quel maledetto muro è sempre meglio di una guerra’. Lo stesso Kennedy, nel giugno del 1963, potè comunque sottolineare che ‘noi non abbiamo mai dovuto costruire un muro per tenere dentro il nostro popolo, per impedirgli di andarsene’. Il muro era ‘la più evidente e vivida dimostrazione dei fallimenti del sistema comunista sotto gli occhi di tutto il mondo’. 12 punti di passaggio Stabilizzazione dei rapporti a Berlino tra USA e URSS

13 la struttura definitiva
Il muro di Berlino la struttura definitiva Striscia della morte: (20-90 metri) 5075 fughe riuscite 12 posti di controllo Lunghezza: 155 Km, di cui 43 nel territorio cittadino 186 torri di sorveglianza 484 cani da guardia Tentativi riusciti di fuga dal muro e dalla striscia della morte: 5075 (di cui 574 abbandoni) Vittime: tra 192 e 239 da 192 a 239 morti

14 Il valore simbolico del muro
separazione forzata dall’alto Divisione rischio di uno scontro nucleare Paura Muro e guerra fredda confronto tra due sistemi alternativi Competizione Il muro nel 1986 Il muro rifletteva la natura ‘teatrale’ della guerra fredda, in cui non sempre era evidente la distinzione tra illusione e realtà: Possibile che una città da secoli unita ed omogenea fosse così diversa? Possibile che le ideologie impedissero un accordo su un problema che non riguardava direttamente le superpotenze in questione? Possibile che la competizione non fosse diretta? Possibile che la paura abbia determinato un equilibrio del terrore? era il mezzo con cui era stata materializzata l’imposizione dall’alto della separazione di una città era il mezzo con cui era stata rafforzata quella reciproca inconciliabilità ideologica che aveva impedito di trovare una soluzione unitaria e condivisa era il luogo che impediva una competizione diretta tra i due sistemi in conflitto era il mezzo con cui si superò il problema della paura della guerra nucleare determinabile dalle crisi di Berlino equilibrio del terrore Stabilità situazione teatrale

15 La logica della contrapposizione
Rivalità militare NATO NON ALLINEATI Patto di Varsavia Il muro di Berlino è emblematico della logica della contrapposizione propria della guerra fredda. Essa non si è limitata all’Europa, ma si è estesa all’intero pianeta (anche se, con il passare degli anni, il quadro geopolitico si è complicato nel senso che altre dinamiche di portata globale si sono aggiunte alla guerra fredda –decolonizzazione, integrazione europea). Patto di Varsavia: il trattato, elaborato da Krusciov e sottoscritto a Varsavia il 14 maggio 1955, prevedeva che i suoi membri si difendessero l’un l’altro in caso di aggressione. La sua costituzione avvenne la settimana successiva all'ingresso ufficiale della Germania Ovest nella NATO (6 maggio 1955). ll Movimento dei paesi non allineati (o più rararamente Movimento dei non allineati)[1] è un'organizzazione internazionale di più di 100 stati che si considerano non allineati con o contro le principali potenze mondiali. Si formò su iniziativa di Tito, presidente della Repubblica Socialista Federale della Iugoslavia, insieme a Nehru (India) e Nasser (Egitto), Ghana's first president Kwame Nkrumah and Indonesia's first President, Sukarno per legare gli stati che non volevano schierarsi con le potenze della Guerra Fredda. Membri principali furono l'India, l'Egitto, il Brasile e, per un certo periodo, la Cina. Sebbene l'organizzazione intendesse diventare un'alleanza del tipo della NATO o del Patto di Varsavia, non raggiunse mai un elevato livello di coesione e molti dei suoi membri furono dipendenti da qualcuna delle grandi potenze. Il primo vertice si tenne a Belgrado nel 1961 con 25 membri, dichiarando la loro opposizione a colonialismo, imperialismo e neocolonialismo (passaggio cruciale in questa direzione fu la Conferenza di Bandung del 1955). Nel 2011 i membri sono 120.

16 le fasi della guerra fredda
I fase la ‘prima guerra fredda’ II fase la ‘distensione’ III fase la ‘seconda guerra fredda’ I Fase: *non si ricorreva a procedimenti speciali di polizia (nei lager c’erano solo dissidenti ed oppositori fino al 1938) *venivano promulgate leggi organiche dello Stato in direzione della privazione dei diritti civili (i primi provvedimenti risalgono al 1933 –restrizioni per medici, studenti, funzionari statali ebrei; poi leggi di Norimberga, poi altri provvedimenti di incoraggiamento all’emigrazione) II Fase *Kristallnacht (9 novembre 1938): centinaia di vittime per assassinio o maltrattamenti o suicidio, 7500 negozi ebraici distrutti, 191 i templi ebraici dati alle fiamme e altri 76 distrutti da atti vandalici, circa 30 000 ebrei furono deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen. *vari progetti (via migratoria –Madagascar, oltre Urali; ghettizzazione) III Fase *Endlösung (Centralità dell’Ufficio centrale della sicurezza del Reich, controllato da Himmler ed Heydrich) in corrispondenza con l’Operazione Barbarossa (invasione dell’URSS), per cui era stato realizzato il Piano generale dell’Est per il rafforzamento della nazionalità tedesca IV fase la ‘nuova distensione’

17 Le fasi della guerra fredda
La ‘prima guerra fredda’ ( ) crisi di Berlino stabilizzazione dell’antagonismo primo test nucleare URSS la ‘perdita’ della Cina crisi Alternanza di guerra in Corea ’50-’53 Una slide per ogni tema La svolta: Cina (costituzione della Repubblica popolare cinese), bomba A URSS Le crisi: Berlino, Corea (38° parallelo), Cuba, Vietnam (17° parallelo; primo battaglione di soldati USA nel 1965; 1975: vittoria Vietnam del Nord) Il disgelo: Kennedy e Krusciov 1963: Trattato sulla messa al bando degli esperimenti nucleari nell’atmosfera, sott’acqua e nello spazio 1968: Trattato sulla non proliferazione (TNP) l Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è un trattato internazionale sulle armi nucleari che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Il trattato, composto di 11 articoli, proibisce agli stati firmatari "non-nucleari" (ovvero che non possiedono armi nucleari) di procurarsi tali armamenti e agli stati "nucleari" di fornir loro tecnologie nucleari belliche. Inoltre il trasferimento di tecnologie nucleari per scopi pacifici (ad esempio per la produzione elettrica) deve avvenire sotto il controllo dellaAIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica). Cuba ‘59-’62 guerra in Vietnam ’65-’75 periodi di ‘disgelo’ esperimenti nucleari 1963 non proliferazione Che Guevara e Fidel Castro 1968

18 Le fasi della guerra fredda
La ‘distensione’ ( ) normalizzazione dei rapporti tra Germania Ovest ed Europa dell’Est Ostpolitik GER Ovest: Willy Brandt normalizzazione dei rapporti tra USA e Cina (summit di Pechino ‘72) Diplomazia triangolare USA: Kissinger e Nixon accordi USA-URSS (vari summit) Salt I (1972) Ostpolitik: politica, perseguita dalla Germania ovest di Willy Brandt (prima ministro degli esteri nel 1966, poi cancelliere nel 1969) nei confronti dell’URSS e dei paesi dell’Est Europa (compresa la Germania Est), per definire e riconoscere le frontiere, rispettarne l’inviolabilità, definire lo status legale di Berlino (per il libero transito tra Germania ovest e Berlino Ovest) ed aumentare gli scambi tra le due Germanie (Trattato base del 1972). Diplomazia triangolare: politica USA, perseguita dal presidente Nixon ( ) e dal Segretario di Stato Kissinger ( ), per allentare le tensioni e promuovere la cooperazione con entrambe le potenze comuniste (URSS e Cina). Ruolo equilibratore degli USA. Cina. Summit a Pechino del 1972: né USA né Cina avrebbero cercato l’egemonia nella regione asiatica del Pacifico; contatti commerciali e culturali. URSS. Vari summit dal 1972 al 1979 (3 summit Bresnev-Nixon , summit di Vladivostok Bresnev-Ford 1974, summit di Vienna Bresnev-Carter 1979) Salt I (Trattato per la limitazione delle armi strategiche), firmato al terzo summit tra Nixon e Breznev nel Il trattato obbligava a congelare il numero dei missili esistenti, ma non faceva riferimento al numero delle testate (per ogni missile) e non impediva di continuare a sviluppare e modernizzare qualitativamente le armi esistenti, inoltre varie armi erano state omesse Accordi di Helsinki: riconoscimento delle frontiere in Europa orientale, rispetto della loro inviolabilità, rispetto per i diritti umani e libertà politica. Per ‘URSS tali accordi si trasformarono in una trappola morale e legale: ad essi si appellarono varie personalità e movimenti all’interno del blocco URSS. La distensione consentì ai leader USA ed URSS di aumentare il proprio prestigio di fronte alle rispettive difficoltà : URSS (malcontento economico, repressione delle rivolte in Cekoslovacchia del 1968), USA (malcontento per la guerra in Vietnam, proteste del 1968, crisi petrolifera del 1973). In generale la distensione consentì ad USA ed URSS di consolidare il proprio potere all’interno delle rispettive aree di influenza grazie al riconoscimento dell’avversario. accordi di Helsinki (1975) sicurezza europea controllo degli armamenti vantaggi della ‘distensione’ Prestigio dei leader USA e URSS

19 Le fasi della guerra fredda Ronald Reagan
La ‘seconda guerra fredda’ ( ) questione degli armamenti collasso della distensione relazioni in Medio Oriente crisi nel Terzo mondo ‘perdita’ USA dell’Iran ‘79 ‘Seconda guerra fredda’ invasione URSS dell’Afghanistan ‘79 Ronald Reagan Questione degli armamenti: Il Salt I era un accordo che di fatto non impedì la corsa agli armamenti nucleari e, visto che prevedeva il congelamento del numero dei missili esistenti, mise gli USA in una situazione di apparente svantaggio (visto che l’URSS, che spendeva molto di più in ambito militare, avevano un numero superiore di missili (anche se qualitativamente inferiori) Medio Oriente: Questione della gestione delle sfere d’influenza nel Medio oriente: Sadat, presidente egiziano successore di Nasser, aveva allacciato un rapporto preferenziale con gli USA (che, dopo la guerra del 1973, condusse agli accordi di Camp David del 1978). Terzo mondo: URSS in Africa -Angola, Etiopia (per la ‘dottrina Breznev’, intervenire dove il socialismo è in pericolo); ‘perdita’ dell’Iran da parte dagli USA nel 1979 (e connessa ed umiliante ‘crisi degli ostaggi’ all’ambasciata americana di Teheran novembre ’79 - gennaio ‘81). Ronald Reagan ( ) SDI: nella convinzione che con l’URSS si dovesse negoziare in posizione di forza, Reagan abbandonò la MAD (basata sul concetto che la mancanza di difesa da parte delle due superpotenze impedisse la guerra nucleare) e aumentò notevolmente le spese militari. Avviò perciò il progetto dello SDI, ossia dell’Iniziativa di difesa strategica (scudo protettivo armato nello spazio per difendere gli USA da un attacco missilistico): in questo campo gli USA avevano un notevole vantaggio rispetto all’URSS (per la tecnologia informatica). Gli euromissili: L’URSS aveva installato i moderni e precisi SS-20 (missili balistici nucleari a medio raggio terra-terra) in Europa fin dal 1977, gli USA avevano in programma l’installazione di missili cruise e Pershing II nel 1983. Reagan, nei negoziati con l’URSS 8cominciati nel 1980), aveva proposto l’’opzione zero’ (zero euromissili sia USA che URSS), ma l’URSS rifiutò perché il disarmo veniva percepito ‘unilaterale’ (visto che gli USA non li avevano ancora installati): perciò gli euromissili USA furono installati nel 1983, suscitando vivaci proteste in Europa. Spettro di una guerra nucleare: si ampliarono timori URSS di un attacco nucleare USA attraverso gli euromissili nel novembre 1983 (dopo l’abbattimento, nel mese di agosto, di un aereo civile sudcoreano che aveva accidentalmente violato lo spazio aereo sovietico in Siberia). La paralisi della diplomazia era causata anche dal vuoto di potere in URSS dopo la morte di Breznev (novembre 1982), visto che i suoi successori (Andropov e Cernenco) erano anziani, in cattive condizioni di salute e rimasero in carica in periodi relativamente brevi. Toni accesi URSS ‘impero del male’ SDI riarmo Euromissili 1983: timori di un attacco nucleare

20 La caduta del muro di Berlino
il contesto la ‘nuova distensione’ tra USA ed URSS smantellamento dei missili in Europa riduzione degli arsenali nucleari Gorbaciov e Reagan (1985) Reagan-Gorbaciov due leader abili e carismatici Ronald Reagan ( ): era stato fin dall’inizio un abolizionista nucleare ed era contrario al mantenimento dell’equilibrio del terrore determinato dalla MAD, in base al quale la sicurezza sarebbe stata assicurata dalla vulnerabilità. Perciò aveva avviato la SDI (Strategic Defense Iniziative), sfruttando la tecnologia informatica, per rendere gli arsenali nucleari impotenti ed obsoleti. Reagan era determinato a rompere lo stallo della guerra fredda, convinto che fosse principalmente di natura psicologica: troppe menti in troppi luoghi si erano rassegnati ad accettare lo status quo. La stessa distensione non aveva fatto altro che legittimare l’URSS geopoliticamente, ideologicamente economicamente e moralmente. La sua risolutezza e la sua capacità oratoria contribuirono alla diffusione dell’idea del carattere transitorio del potere sovietico e della guerra fredda. Mikhail Gorbaciov ( ) Riforme interne: Perestrojka, Glasnost, autonomia delle Repubbliche sovietiche Riforme all’estero: distensione, disarmo, non interventismo (sia all’interno che all’esterno del blocco) era un leader sovietico molto diverso dai suoi predecessori: giovane, istruito, sincero e propositivo. Ben consapevole dei limiti dell’URSS, dei fallimenti dell’ideologia marxista-leninista, del diffuso malcontento popolare, cercò di evitare in extremis il crollo del sistema sovietico (che ormai si reggeva principalmente sul potere coercitivo) attraverso una vasta opera riformistica che riguardava anche le relazioni internazionali. Anche Gorbaciov era convinto che fosse necessario porre fine allo status quo della guerra fredda, a partire dalla questione delle armi nucleari e dalla corsa agli armamenti. Tre vertici: Ginevra (1985), Reykjavik (1986), Washington (1987), Mosca (1988): al summit di Washington fu firmato un trattato che prevedeva lo smantellamento di tutti i missili nucleari a gittata intermedia in Europa (SS-20 sovietici, Pershing II e missili cruise americani), che negli anni immediatamente precedenti avevano riacutizzato le tensioni. Inoltre decisero di una riduzione, seppur del 5 %, degli armamenti nucleari. Gorbaciov inoltre, dal 1986 al 1989, ordinò il ritiro unilaterale dell’URSS dall’Afghanistan, in una guerra ( ) che aveva contribuito ad acuire le tensioni (dal momento che gli USA sostenevano le forze antisovietiche nella guerra civile). Cambiamenti di Gorbaciov: riforme interne, allentamento della pressione sovietica nell’Europa orientale (riduzione forze del patto Varsavia, rifiuto di intervento di fronte a varie manifestazioni popolari di dissenso: Ungheria, Polonia) Perestrojka: ("ristrutturazione"): l'insieme delle riforme poste in essere per combattere la corruzione e i privilegi dell'apparato politico: le riforme riguardavano sia l’ambito politico (autonomia delle istituzioni dal partito) che economico (parziale autonomia del mercato e delle imprese) Glasnost: nuova attitudine a non celare le difficoltà, a discuterne liberamente "in modo trasparente" e criticamente. Indica anche tutte quelle politiche volte ad attuare una più ampia e più limpida circolazione dell'informazione nell'Unione Sovietica. Si procedette all'ampliamento delle maglie della censura concedendo una graduale libertà di stampa; si procedette quindi alla graduale liberazione dei dissidenti. Autonomia parziale delle repubbliche all’interno dell’URSS Perestrojka riformismo di Mikhail Gorbaciov Riforme nell’URSS Glasnost Afghanistan Non interventismo Europa dell’Est

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gli antefatti: le Rivoluzioni del 1989 Polonia Ungheria smantellamento della cortina di ferro mobilitazione dei tedeschi dell’Est La Polonia, seguita dall'Ungheria, divennero i primi paesi del Patto di Varsavia ad avviare radicali riforme (oltre all’URSS: elezioni a maggio per il nuovo Congresso dei deputati, dove per la prima volta il governo subì pesanti critiche) Polonia: di fronte alla grave crisi economica ed al diffondersi del malcontento popolare, Jaruzelski aveva legalizzato nell’aprile 1989 il sindacato cattolico antisovietico Solidarnosc di Walesa (fondato nel 1980 e poi messo fuori legge), i cui esponenti vinsero clamorosamente le successive elezioni: nel settembre 1989 si insediò il primo governo non comunista che avviò le riforme in senso democratico. Ungheria: il nuovo Primo ministro Miklòs Nemeth (1988), che aveva sostituito Kádár, aveva deciso di farsi portavoce del malcontento popolare: condanna della repressione sovietica della rivolta ungherese del 1956, risepoltura di Imre Nagy (giugno 1989), il premier che aveva guidato la rivolta: al funerale di Stato assistettero ungheresi. Nell’ottobre 1989 il parlamento adottò una legislazione in senso democratico. Nel frattempo era stato abbattuto il filo spinato alla frontiera con l’Austria il 23 agosto 1989 per agevolare il transito degli ungheresi; ma la fontiera Ungheria-Austria fu subito presa d’assalto dai tedeschi dell’Est ( ). Altri riuscirono ad entrare allambasciata della Germania Ovest a Praga chiedendo asilo politico. Anche la popolazione rimasta in Germania Est espresse chiaramente il suo dissenso: in occasione dei treni sigillati provenienti da Praga con i tedeschi dell’est che avevano ottenuto l’autorizzazione a partire per la Germania Ovest (appplausi). in occasione delle celebrazioni del quarantenario della DDR (7-8 ottobre, lungo la Unter der Linden: “Gorby aiutaci! Gorby, resta qui!”, in occasione delle manifestazioni antigovernative a Lipsia (per settimane). Honecker dimesso il 18 ottobre e sostituito da Egon Krenz. Germania Est varie manifestazioni di protesta

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Gli antefatti Erich Honecker Trabant al confine con l’Ungheria Celebrazioni del quarantenario della DDR Treni da Praga cerimonia per i 40 anni della DDR fuga attraverso l’Ungheria

23 La caduta del muro di Berlino
l’abbattimento Decreto per allentare i limiti dei passaggi in Occidente Conferenza stampa: libertà di passaggio effetto immediato Krenz Schabowski Si diffuse la notizia che il Muro era aperto Il 9 novembre 1989 crollò il muro di Berlino. Era stato parte del confine fra Germania dell’Est e dell’Ovest per 28 anni ed il simbolo della Guerra Fredda. Molte persone vennero uccise nei tentativi di superarlo per raggiungere la parte Ovest della città di Berlino. Nell’estate dell’89 a migliaia scapparono attraverso stati limitrofi nella Repubblica Tedesca, manifestazioni e proteste fecero trattenere il fiato alla DDR (Repubblica Democratica Tedesca) ed al resto del mondo. Il Politbüro del Comitato Centrale del SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands) preparò una nuova regolazione per l’espatrio che contenesse un permesso per “viaggi per visita”. Günter Schabowski, membro del Politbüro del SED, lesse a proposito la sera del 9 novembre un testo passatogli da Egon Krenz durante una conferenza stampa. L’agenzia di stampa della DDR ADN riportò la lettura del testo alle 19:04, alle 19:30 la lettura venne trasmessa dal canale televisivo della DDR e alle 20:00 dal telegiornale, che annunciò “la DDR apre il confine”. Verso le 20:30 arrivarono i primi cittadini al checkpoint nella Bornholmer Strasse, seguiti da moltissimi altri che chiesero l’apertura del confine. Alle 22:30 il capitano della guardia di confine nella Bornholmer Strasse decise di aprire il confine. La stessa decisione venne presa anche dagli altri checkpoints in quanto la pressione esercitata dalla massa era troppa. Alle 00:02 tutti i checkpoints di Berlino furono aperti. L’atmosfera era inebriante. Le immagini delle centinaia di persone che alla Porta di Brandeburgo si arrampicarono sul muro e si misero a cantare, a ballare ed a gioire sono indimenticabili. Chiunque aveva un attrezzo adatto si mise all’opera per tirare giù il muro. Tutto questo sotto lo sguardo ancora incredulo delle guardie di confine con i Kalashnikov in spalla. Apertura del Bornholmer Strasse Checkpoint

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9 novembre 1989

25 La caduta del muro di Berlino
la memoria East Side Gallery Resti del muro oggi Checkpoint Charlie Centro di documentazione La East Side Gallery (galleria del lato orientale) è il maggior tracciato rimasto in posizione originale del muro di Berlino, e rappresenta un memoriale internazionale alla libertà. Questa sezione di muro è lunga 1,3 km ed è interamente dipinta con graffiti fatti da diversi artisti, riguardanti il tema della pace o comunque della caduta del muro in seguito alla fine della "guerra fredda".

26 La caduta del muro di Berlino
la memoria Monumento commemorativo porzione di muro sulla Niederkirchner Strasse East Side Gallery Mauerpark: parco situato dove un tempo c’era una porzione della striscia della morte. Ci sono 300 metri di muro interno alle spalle dello stadio (la barriera è più alta per scoraggiare i tentativi di fuga durante le partite di calcio) Monumento commemorativo: porzione di muro esterno, ricostruzione della striscia della morte, centro di documentzione 200 metri di muro esterno (di fronte al Ministero dell’Aeronautica nazista) La East Side Gallery (galleria del lato orientale) è il maggior tracciato rimasto in posizione originale del muro di Berlino, e rappresenta un memoriale internazionale alla libertà. Questa sezione di muro è lunga 1,3 km ed è interamente dipinta con graffiti fatti da diversi artisti nel 1990, riguardanti il tema della pace o comunque della caduta del muro in seguito alla fine della "guerra fredda".

27 La fine della guerra fredda
La caduta dei regimi comunisti nell’Europa orientale Con i leader del Patto di Varsavia, 1987 (da sinistra): Husák ( ) della Cecoslovacchia, Živkov ( ) della Bulgaria, Honecker ( ) della Germania Est, Gorbačëv ( ) dell' URSS, Ceauşescu ( ), Jaruzelski ( ) della Polonia e Kádár ( ) dell'Ungheria. La Romania fu l'unico paese del Blocco orientale che rovesciò violentemente il suo regime comunista. La rivolta partì a Timisoara, dove in seguito a scontri sanguinosi ci furono con 73 morti e 253 feriti, il 20 dicembre 1989. Gli avvenimenti di Timișoara portarono una settimana più tardi alla caduta del regime di CeaușescuCeucescu: tentò con la moglie una fuga in elicottero, che fu poi abbandonato in quanto l'esercito aveva ordinato l'atterraggio e dichiarato chiuso lo spazio aereo romeno. La coppia presidenziale continuò a fuggire attraverso la campagna più o meno senza meta. La fuga ebbe episodi grotteschi: un inseguimento in macchina per sfuggire a dei cittadini che tentarono di arrestarli, l'abbandono dei loro aiutanti, un breve soggiorno in una scuola. I Ceauşescu vennero infine tenuti in una macchina della polizia per molte ore, mentre i poliziotti ascoltavano la radio, presumibilmente per capire quale fazione politica stava prendendo il potere. La polizia alla fine consegnò la coppia presidenziale all'esercito. I due furono condannati a morte il 25 dicembre, da un "tribunale volante" militare dopo soli 55 minuti di camera di consiglio, con l'accusa principale di genocidio per la strage di Timişoara e con l'aggravante di aver condotto la popolazione rumena alla povertà e di aver accumulato illegalmente ricchezze. La coppia Ceauşescu fu giustiziata da un plotone d'esecuzione formato dall'élite del reggimento paracadutisti con i soldati: Bulgaria 10 novembre: dimissioni di Todor Zivkov Cecoslovacchia 10 dicembre: dimissioni di Gustάv Husάk Romania 25 dicembre: esecuzione capitale di Nicolae Ceauşescu e della moglie 1 luglio 1991: scioglimento del Patto di Varsavia

28 La fine della guerra fredda
La riunificazione tedesca 16 Länder Helmut Kohl 3 ottobre 1990 Fu Helmut Kohl, cancelliere della Germania Ovest, uno dei principali artefici della riunificazione della Germania: fu il primo leader a prendere posizione a favore della riunificazione dopo la caduta del muro e prima del vertice USA-URSS di Malta (Bush e Gorbaciov). Non era semplice, innanzitutto perché erano presenti nel territorio delle due Germanie soldati sovietici (nell’Est, membro del Patto di Varsavia) e soldati americani (nell’Ovest, membro NATO), e quindi era necessario che acconsentissero USA ed URSS. La preoccupazione per una nuova e forte Germania unita era condivisa, oltre che da Gorbaciov, anche da Jaruzelski, Mitterand e la Tatcher. Dopo intense trattative, Gorbaciov e Kohl trovarono l’accordo nel luglio del 1990: la nuova Germania sarebbe nata da un’annessione della Germania Est alla Germania Ovest e sarebbe pertanto rimasta all’interno dell’alleanza NATO (c’era meno da temere da un membro NATO piuttosto che da una Germania autonoma). L'unione politica formale avvenne il 3 ottobre 1990, eseguita tecnicamente – non senza critiche – tramite l'Articolo 23 della costituzione della Repubblica Federale di Germania, come l'accessione ai cinque Länder orientali ripristinati. Il 2 dicembre 1990, delle elezioni in tutta la Germania, si tennero per la prima volta dal1933. In effetti, accessione significava che la Repubblica Democratica Tedesca veniva annessa all'Ovest; la nuova nazione mantenne il nome Bundesrepublik Deutschland, utilizzava il "Deutsche Mark" della Germania Ovest, e il suo sistema legale e le istituzioni vennero estese a Est. 16 Länder, di cui 3 città stato (Berlino, Amburgo, Brema). Riunificazione della Germania Annessione della Germania Est alla Germania Ovest

29 La fine della guerra fredda
Berlino capitale della Germania 3 ottobre 1990 Berlino capitale 20 giugno 1991 Berlino sede del governo federale e del Parlamento La città di Berlino divenne capitale della Germania riunificata (con trasferimento di governo e parlamento) nel 1991, con stretta maggioranza del Bundestag. Le istituzioni politiche rimasero momentaneamente a Bonn. Solo dopo un rovente dibattito nel 1991 il Bundestag decise di muoversi, assieme a gran parte del governo, a Berlino, un processo che impiegò fino al 1999 per essere completato, quando il Bundestag tenne la sua prima sessione nel ricostruito Reichstag. L’8 settembre 1994, con cerimonia solenne, l’ultimo contingente militare alleato a Berlino lasciò la città. Berlino è suddivisa in 12 distretti (Bezirke) La bandiera, creata nel 1911, fu adottata nella forma attuale il 26 maggio 1954 per Berlino Ovest e poi riconvertita a simbolo unico dopo la riunificazione del 1990. 8 settembre 1994 ultimo contingente alleato Bundeskanzleramte (2001)

30 La fine della guerra fredda
La dissoluzione dell’URSS Indipendenza delle repubbliche baltiche Tentativo di Colpo di Stato (18 agosto 1991) Boris Eltsin Prima l'11 marzo 1990 la Lituania, e poi nel corso del 1991, furono prima le repubbliche baltiche poi le altre repubbliche a dichiarare la propria indipendenza. Nell'agosto 1991 (fra il 19 e il 21), l'Unione Sovietica si dissolse dopo un fallito colpo di stato, tentato da alcuni elementi dei vertici militari e dello Stato (Janaev, Jazov e altri), che osteggiavano la direzione verso cui Gorbačëv stava guidando la nazione e il nuovo patto federativo delle repubbliche sovietiche che doveva essere siglato dopo poche settimane. Forze politiche liberali e democratiche guidate da Boris Eltsin usarono il colpo di stato per mettere in un angolo Gorbačëv (che era formalmente impegnato contro gli ideali dello stalinismo), bandendo il Partito Comunista e spezzando l'Unione. L'8 dicembre 1991 i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia firmarono a Belavezha il trattato che sanciva la dissoluzione dello Stato sovietico. CSI: confederazione di 11 dei 15 Stati che costituivano l’URSS (non ne facevano parte le repubbliche baltiche e la Georgia) riforme in Russia 26 dicembre 1991 Fine URSS nascita CSI

31 Berlino - Europa La Berlino dell’integrazione: l’Unione europea e
dalla discriminazione all’integrazione VI incontro Mercoledì 14 marzo 2012 La Berlino dell’integrazione: l’Unione europea e la Berlino di oggi

32 Incontro straordinario
Berlino - Europa dalla discriminazione all’integrazione Incontro straordinario Lunedì 19 marzo 2012 Berlino e il cinema a cura di Pier Dario Marzi Presso l’Aula magna della scuola media di Capannori


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