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Corso di Macroeconomia Lezione 2 : Misurazione del sistema economico

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Presentazione sul tema: "Corso di Macroeconomia Lezione 2 : Misurazione del sistema economico"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Macroeconomia Lezione 2 : Misurazione del sistema economico
Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

2 Flussi e stock in macroeconomia
Un flusso è una variabile che ha una dimensione temporale e viene misurata nell’unità di tempo (quantità di beni prodotti in un trimestre o anno) . Esempi: PIL reale, tasso interesse , spesa pubblica, consumi. Uno stock è invece una variabile che è misurata in un determinato istante. Esempi: debito pubblico, capitale fisico, tasso disoccupazione. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

3 1. Tasso di cambio complessivo
Tasso di cambio bilaterale Def.: tasso di cambio di una valuta con un’altra. Es.: dollaro USA-euro, dollaro USA-yen, dollaro USA-sterlina, dollaro USA-franco svizzero, etc. Nota: è il dato che troviamo normalmente sui giornali ! Tasso di cambio complessivo (o effettivo) Def: il tasso di cambio della valuta di un paese rispetto a tutte le valute dei paesi con cui si effettuano scambi. Costruzione: è una media ponderata su base commerciale. Si sceglie un anno base, supponiamo che questo sia il 2000, il numero indice sarà: Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

4 2. Indici del mercato azionario
Valore nominale : è calcolato da agenzie di informazione; è quello che normalmente troviamo sui giornali ! Valore reale : è ottenuto dividendo il valore nominale per qualche misura del livello dei prezzi (ad es.: deflatore del PIL o indice dei prezzi al consumo) Tipi di investimento nel mercato azionario Obbligazioni Azioni Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

5 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Obbligazioni Def.: certificati cartacei che conferiscono al portatore (obbligazionista) il diritto di: ricevere il pagamento di interessi (periodicamente); ricevere il rimborso del capitale investito (alla scadenza). Tasso di rendimento di un’obbligazione: È anche chiamato “tasso di interesse reale” (r). E’ calcolato come il rapporto tra il pagamento effettuato dall’emittente dell’obbligazione ed il prezzo dell’obbligazione stessa: Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

6 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Azioni Def.: quote di proprietà di una società di capitali. Conferiscono al possessore il diritto alla partecipazione agli utili di quella società. Tasso di rendimento di un’azione ES : quota di utile societario dell’azione (E significa “earnings”, mentre la S “stock”, cioè azione); PS : rappresenta il prezzo dell’azione. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

7 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Azioni o obbligazioni ? Gli investitori sceglieranno solo azioni se dove s indica il premio per il rischio; r il tasso di rendimento di un’obbligazione. Gli investitori sceglieranno solo obbligazioni se Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

8 Condizione di equilibrio
Poiché gli investitori detengono sia azioni sia obbligazioni, dovrà valere: Dalla precedente deriviamo il prezzo di un’azione: Questo risulta sintetizzare in un solo numero: livello corrente degli utili o profitti; le aspettative degli investitori finanziari sulla profittabilità futura dell’impresa rispetto a quella corrente ; il costo corrente del capitale (denotato da r , se r è basso vuol dire che il capitale è poco costoso e viceversa) gli atteggiamenti verso il rischio (se S è alto gli agenti sono avversi al rischio e viceversa quando S è basso). Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

9 Utile contabile e utile permanente (o effettivo)
Utile contabile (Ea) Valore contabile fornito dall’impresa Valore riportato dai giornali ! Utile permanente (E s) Media di lungo periodo degli utili futuri attesi E’ il valore che interessa gli investitori. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

10 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
3. Tasso di interesse Def.: il prezzo al quale il potere di acquisto può essere trasferito dal presente al futuro. E’ una variabile di flusso: è una grandezza che deve essere riferita ad un’unità di tempo. Diversi tassi di interesse, in base a: rischio del prestito; durata del prestito; trattamento fiscale. Tasso di interesse reale (approssimativamente) = = tasso interesse nominale – tasso inflazione. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

11 4. Livello dei prezzi e inflazione
Tasso di inflazione, aumento (in percentuale) nell’anno del livello generale dei prezzi di beni e servizi: t (%)= 100x(Pt – Pt-1) / Pt-1. Variabile di flusso: viene riferito ad un periodo di tempo. Altri concetti: disinflazione: una riduzione del tasso di crescita dei prezzi; deflazione: una riduzione del livello generale dei prezzi. Come misuriamo il livello generale dei prezzi ? Deflatore del PIL; IPC : Indice Prezzi al Consumo. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

12 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Deflatore del PIL Def.: rapporto tra PIL a prezzi correnti e PIL a prezzi costanti per lo stesso anno dà la variazione dei prezzi tra l’anno corrente e l’anno base. Esempio: PIL corrente(2011) = P2011 Y2011 = 1510; PIL costante (2011,2010)= P2010 Y2011 = 1410; Deflatore del PIL: [(P2011 Y2011 / P2010 Y2011 )-1]*100= 7.09% Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

13 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
IPC Indice Prezzi al Consumo (IPC): valore di un paniere di beni di consumo di una famiglia tipo costante nel tempo. Differenze tra deflatore e IPC: l’IPC comprende beni importati, il deflatore solo beni nazionali; l’IPC ha pesi fissi (quelli dei beni compresi nel paniere), i pesi del deflatore (quantità beni prodotti) cambiano. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

14 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
5. Disoccupazione Legge di Okun Relazione empirica tra il tasso di disoccupazione e il tasso di crescita del PIL reale. Def.: PIL reale= produzione potenziale-2.5* u Nota : il tasso di crescita della produzione potenziale (di lungo periodo ) è determinato dal tasso di crescita della popolazione e dal progresso tecnico. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

15 Un esempio relativo alla legge di Okun
Supponiamo che il tasso di disoccupazione cresca dall’8 al 10%: u= 2% produzione potenziale = 3 % PIL reale = 3 - 2,5 x (10-8 )= -2% Se la disoccupazione cresce di 2 punti percentuali, il PIL reale diminuisce del 2%. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

16 Formulazione della legge di Okun
Si può inferire cosa accade al tasso di disoccupazione se sappiamo il tasso di crescita del PIL tendenziale e effettivo. La legge di Okun infatti si può anche esprimere come: u- uN = - (gy - gy *) u- uN = la deviazione della disoccupazione corrente dal suo livello di equilibrio; gy - gy * = la deviazione del tasso di crescita del reddito effettivo dal tasso di crescita tendenziale o di lungo periodo. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

17 Altre definizioni utili
Popolazione = Popolazione attiva + Popolazione non attiva Popolazione attiva = Forza Lavoro + Lavoratori scoraggiati Lavoratori scoraggiati: persone che desideravano un posto di lavoro, ma non ne avevano cercato uno in quanto credevano di non essere in grado di trovarlo. Forza Lavoro = Lavoratori occupati +Disoccupati Tasso di partecipazione = Forza Lavoro/Popolazione attiva Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

18 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
6. PIL reale Il PIL (Y ) è la somma delle seguenti componenti di spesa: Consumo (C) Investimento (I) Spesa pubblica (G) Esportazioni nette (NX) Y = C + I + G + NX Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

19 Altre definizioni utili
PNL (Prodotto Nazionale Lordo): il valore finale di tutti i beni e servizi prodotti in un determinato periodo di tempo (anno o trimestre) da connazionali (lavoratori o imprese) indipendentemente dal luogo in cui sono prodotti. Nota: (i) esclusi i non nazionali all’interno; (ii) inclusi i connazionali all’estero. PNN (Prodotto Nazionale Netto) : è il reddito dei residenti di una nazione dopo aver sottratto il deprezzamento del capitale (PNL  ammortamento). Reddito personale : il reddito che le famiglie e le società di persona percepiscono. Reddito personale disponibile: reddito personale meno le imposte. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

20 Metodi misurazione PIL (I)
Valore aggiunto  Salari + redditi da capitale Domanda finale Questa identità consente di analizzare il PIL come: metodo del valore aggiunto o per settori di attività (Agricoltura, Manifatturiero, Costruzioni, Servizi ): somma del valore aggiunto prodotto da tutte le imprese ; metodo del reddito: somma dei redditi percepiti da tutti i fattori produttivi ; metodo della spesa : somma di tutti gli acquisti finali . Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

21 Metodi misurazione PIL (II)
I tre metodi indicati guardano all’economia sotto diverse prospettive: formazione: risulta dalle decisioni delle varie imprese ed è pari alla somma dei valori aggiunti; distribuzione: risulta dalla somma di salari, rendite, interessi e profitti.; impiego: pari ai redditi che vengono consumati e risparmiati. Ma il principio fondamentale della contabilità nazionale è che nel misurare l’attività economica i tre metodi sono equivalenti e forniscono una identica misura del livello dell’attività economica . Si può determinare Y con tutti e tre i metodi enunciati. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

22 Esempio dei tre metodi di misurazione del PIL
Impresa X Ricavi = 50 milioni euro Spese =35 milioni euro Profitto = 15 milioni euro Imposte = 5 milioni euro Profitto netto = 10 milioni euro Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

23 Metodo del valore aggiunto (formazione)
Misura l’attività economica sommando il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali escludendo i beni e servizi impiegati a stadi intermedi della produzione. Poiché il valore finale del prodotto è pari a 50 milioni (prezzo per quantità), il prezzo già tiene conto del valore aggiunto e la valutazione dell’attività economica è esattamente 50 (ed è stata ottenuta con il metodo del valore aggiunto). Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

24 Metodo del reddito (distribuzione)
Le spese di 35 milioni sono costi per aver utilizzato i fattori produttivi supponiamo salari ai lavoratori (20 ) remunerazione fattore capitale (15 ) Imposte pari (5) Profitto netto pari (10) Somma dei redditi percepiti = 50 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

25 Metodo della spesa (impiego)
I percettori di quei redditi li utilizzeranno per acquistare: beni di consumo all’interno o all’estero; beni di investimento prodotti all’interno o all’estero; spesa pubblica. Identità del reddito nazionale: Y=C+I+G+NX Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

26 Y potenziale e Y effettivo
Tra i suoi scopi, la macroeconomia deve spiegare perché Y varia (fluttua o esibisce cicli) nel tempo Distinguiamo Y corrente (effettivo) da Y potenziale. Y potenziale è il livello massimo che un’economia può produrre se tutti i fattori produttivi (terra, capitale, lavoro, tecnologia) sono pienamente impiegati. Cambia molto lentamente nel tempo, solo quando la dotazione dei fattori produttivi aumenta (es. crescita della popolazione, progresso tecnico, nuovi beni capitali, investimenti in istruzione e formazione) Y corrente è invece l’ammontare di beni e servizi che viene prodotto in un’economia in un anno Se Y corrente < Y potenziale esistono fattori produttivi disoccupati. Il problema cruciale della macroeconomia è quello di valutare se le forze di mercato riescono a portare Y corrente = Y potenziale Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

27 Keynesiani e Neoclassici
Il modello in base al quale, nel breve periodo, l’output è determinato dalla domanda aggregata venne proposto nel 1936 dall’economista inglese J. M. Keynes nella sua opera: “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” Ancora oggi molti economisti si ispirano al contributo di Keynes, contrapponendosi ai neoclassici per la diversa visione sul funzionamento del sistema economico. In estrema sintesi, per i neoclassici il sistema economico tende sempre ad auto-equilibrarsi al livello di pieno impiego (e quindi non vi può essere carenza di domanda), mentre per i keynesiani l’economia può trovarsi in equilibri con disoccupazione “involontaria”, se la domanda aggregata non viene stimolata con appropriate politiche economiche. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

28 La domanda o spesa aggregata: AD
Ipotizziamo un’economia con solamente due agenti: Famiglie (che consumano) Imprese (che investono) La domanda aggregata si compone della somma della spesa per consumi (C) e di quella per investimenti, che intendiamo programmati (IP) Nel modello semplice, senza settore pubblico: AD = C + IP Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

29 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Il consumo Def.: consumi di beni e servizi da parte delle famiglie. Essi dipendono dal reddito disponibile corrente (YD). Reddito disponibile corrente (YD ): il reddito che le famiglie ricevono dalle imprese, cui si somma ciò che ricevono dallo Stato (trasferimenti, TR) e si sottrae ciò che devono pagare allo Stato sotto forma di imposte (T). È il reddito che hanno a disposizione per il consumo o il risparmio: YD = Y – T + TR Per semplicità, nella nostra analisi assumeremo che la spesa per trasferimenti sia pari a zero per cui il reddito disponibile è: YD = Y – T Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

30 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Il consumo in Italia Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

31 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Gli investimenti Nella contabilità nazionale gli investimenti totali comprendono gli investimenti programmati più le variazioni delle scorte: I  IP + var(scorte) Investimenti Programmati (IP): sono costituiti dalle spese desiderate delle imprese per acquistare beni capitali (macchinari, immobili). IP dipendono dalle previsioni circa il livello della domanda futura e dal tasso di interesse. Scorte: sono costituite da merci e fattori della produzione destinati a essere venduti o impiegati nei processi produttivi futuri. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

32 Gli investimenti in Italia
Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

33 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Equilibrio Def.: una situazione nella quale tutti gli agenti sono soddisfatti delle loro scelte. Ovvero una situazione nella quale le scelte di consumo e risparmio delle famiglie sono compatibili con le scelte di produzione delle imprese. Per avere equilibrio occorre che Y (offerta) sia uguale ad AD (domanda). Y=AD = C + IP Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

34 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Relazioni contabili Le pure identità si identificano con il segno  che indica appunto che queste uguaglianze sono vere per definizione. In contabilità: Y  C + I. Il risparmio in un periodo deve essere uguale all’investimento nello stesso periodo: S  I Relazioni contabili (identità): Dalle definizioni adottate: Y  C + S  C + I Sottraendo C da tutti i membri dell’identità: Y – C  S  I Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

35 Relazioni di equilibrio
Per determinare il reddito di equilibrio dovrà verificarsi che: Y = C+IP . Sottraendo C da ambedue i membri otteniamo: Y – C = IP ovvero: S = IP La stessa relazione Risparmio = Investimento deve valere nei modelli di equilibrio del reddito che andiamo a costruire. Il significato è però diverso perché non è più un’identità contabile ma una relazione di equilibrio che risulta verificata quando il risparmio programmato dalle famiglie è pari alla spesa di investimento programmata dalle imprese. Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,

36 Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi, 2012-2013
Conclusioni L’equilibrio nel mercato dei beni si realizza quando “risparmio programmato” è uguale a “investimento programmato”: S=IP Nella contabilità nazionale è sempre vero, per definizione, che SI Relazioni di equilibrio e identità contabili hanno un significato profondamente diverso Dott. Vito Amendolagine, Corso Macroeconomia, Brindisi,


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