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Con il termine Lapsi (participio passato del verbo latino labi: cadere-scivolare) si indicano quei cristiani che nei primi secoli, a causa delle persecuzioni,

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Presentazione sul tema: "Con il termine Lapsi (participio passato del verbo latino labi: cadere-scivolare) si indicano quei cristiani che nei primi secoli, a causa delle persecuzioni,"— Transcript della presentazione:

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2 Con il termine Lapsi (participio passato del verbo latino labi: cadere-scivolare) si indicano quei cristiani che nei primi secoli, a causa delle persecuzioni, abiurarono la loro fede e «caddero» nel paganesimo. La parola è stata usata sporadicamente per indicare anche altre forme di apostasia. Tuttavia l’espressione «Lapsi» indica comunemente soltanto questi primi apostati

3 Battesimo e perdono dei peccati I Novaziani, appellandosi alla Sacra Scrittura, sostenevano l’irrimediabilità dei peccati mortali e l’impossibilità del perdono divino. Il Battesimo andava nuovamente amministrato a quanti entravano a far parte della loro setta. Ambrogio propone un’immagine di Dio segnata dalla Misericordia. Ogni volta che il peccatore torna a lui con il cuore contrito, l’ineffabile Misericordia del Signore risana e perdona. Lo stesso Gesù, non avrebbe rifiutato neppure il pentimento di Giuda (De Poenitentia, lib.II, 4,27)

4 L’uso della Sacra Scrittura Il contributo particolare dell’esegesi patristica: ha tratto dall’insieme della Scrittura gli orientamenti di base che hanno dato forma alla tradizione dottrinale della Chiesa. Nel nostro caso, S. Ambrogio, non scrive un’opera di esegesi ma un’opera di teologia, che ha come fonte di riferimento la Sacra Scrittura. Egli pensa e scrive “biblicamente”. Adatta le frasi scritturistiche alla materia da lui trattata (un po’ come fanno tutti i Padri). Ambrogio, cita la Scrittura per argomentare le sua teologia. In altri casi cita la Scrittura per confutare, in maniera decisa, le tesi dei Novaziani. Partendo dall’interpretazione letterale, Ambrogio arriva a quella spirituale, per poi giungere a quella allegorica (più congeniale a penetrare i misteri).

5 “Metteresti forse sullo stesso piano chi ripudia spontaneamente e chi ha commesso sacrilegio indotto da supplizi e non già di sua volontà?”

6 “Non è forse il caso medesimo che si verifica allorchè gli abitanti di una città vinta sono trascinati prigionieri? Vengono menati in schiavitù, ma non certo di loro volontà” De Poenitentia, lib.I 5,25

7 Un richiamo all’esperienza dell’Esilio Babilonese? 1^ deportazione: 597 a.c. 2^ deportazione: 587/586 a.c. (presa di Gerusalemme, distruzione del tempio) 3^ deportazione: 582/581 a.c. Ritorno dall’esilio: 538 a.c. Ricostruzione del Tempio: 515 a.c.

8 L’interpretazione “novaziana” del Vangelo e della 1^ lettera di San Giovanni

9 Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a coloro, cioè, il cui peccato non conduce alla morte. C'è infatti un peccato che conduce alla morte; non dico di pregare riguardo a questo peccato. Ogni iniquità è peccato, ma c'è il peccato che non conduce alla morte. 1 Gv 5,16-17

10 Quale peccato? In questo versetto, forse, si fa riferimento al peccato contro lo Spirito Santo. Oppure, per altri interpreti, si fa riferimento all’apostasia (cf. Bibbia “Civiltà Cattolica”)

11 Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui Gv 3,36

12 Sant’Ambrogio, nel cap. 10 del suo primo libro, scrive: “come Giovanni avrebbe potuto affermare che non si deve pregare per una colpa che conduce alla morte?”. E con l’ausilio della Scrittura parla della Misericordia divina

13 I Novaziani, richiamavano spesso, due versetti del Vangelo di Matteo (12,31-32) 22 In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. 23 Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?». 24 Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni». 25 Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. 26 Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? 27 E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 28 Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. 29 Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 30 Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. 31 Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. 32 A chi parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro.

14 Come interpretare questo brano? Cosa significa: “bestemmia contro lo Spirito Santo”?

15 In altri termini la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro, che non solo chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio, ma le respingono ostinatamente, attribuendole al demonio, volendo così identificare lo Spirito Santo con lo spirito maligno, come facevano i farisei

16 “La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”: vuol dire che difficilmente se ne otterrà il perdono. Non perché la potenza di Dio sia limitata, ma per la chiusura all’azione della grazia da parte di chi lo compie. Quindi, a causa dell’uomo che si sottrae alla sua Rivelazione e alla sua Misericordia

17 “Il rifiuto della verità, un rifiuto volontario e cosciente della luce: questo è il peccato contro lo Spirito, ed è imperdonabile” B. M AGGIONI, Il racconto di Matteo, Cittadella, p. 162

18 In questo caso, i Novaziani … Prendono uno o due versetti (Mt 12,31-32) e gli estrapolano dal contesto originario (che sembra non parlare propriamente di apostasia). Prendono uno o due versetti (Mt 12,31-32) e gli estrapolano dal contesto originario (che sembra non parlare propriamente di apostasia). Non ricordano che Gesù, in quel discorso, risponde alle affermazioni dei farisei. Non ricordano che Gesù, in quel discorso, risponde alle affermazioni dei farisei. Nel II libro (4,24-25) Sant’Ambrogio, commenta questo brano affermando che Gesù si è rivolto ai farisei, agli eretici e agli scismatici di ogni tempo (dunque: a quanti volontariamente e per sempre, hanno scelto di rifiutare Gesù, le opere da lui compiute e il suo Vangelo). Nel II libro (4,24-25) Sant’Ambrogio, commenta questo brano affermando che Gesù si è rivolto ai farisei, agli eretici e agli scismatici di ogni tempo (dunque: a quanti volontariamente e per sempre, hanno scelto di rifiutare Gesù, le opere da lui compiute e il suo Vangelo). Per S. Ambrogio, ai peccatori che si convertono (anche agli apostati) è sempre assicurato il perdono. Per S. Ambrogio, ai peccatori che si convertono (anche agli apostati) è sempre assicurato il perdono.

19 Riguardo ai Lapsi e al loro peccato … Sant’Ambrogio afferma: “chi si corregge, accoglie il Verbo di Dio” Sant’Ambrogio afferma: “chi si corregge, accoglie il Verbo di Dio” “Chi desiste dal peccato e rifugge dalle colpe deve osservare i precetti del Signore” “Chi desiste dal peccato e rifugge dalle colpe deve osservare i precetti del Signore” Perché “Il Signore promette a tutti misericordia” Perché “Il Signore promette a tutti misericordia” I Lapsi, per Sant’Ambrogio, sono caduti in colpa per forza delle circostanze: a causa delle persecuzioni e delle minacce … I Lapsi, per Sant’Ambrogio, sono caduti in colpa per forza delle circostanze: a causa delle persecuzioni e delle minacce … Ma non hanno precluso “per sempre” la loro vita a Dio…“non comprendete che anche il lapso è semivivo, e la fede non è del tutto spenta in lui? È morto chi ha per sempre bandito Dio dal cuore” Ma non hanno precluso “per sempre” la loro vita a Dio…“non comprendete che anche il lapso è semivivo, e la fede non è del tutto spenta in lui? È morto chi ha per sempre bandito Dio dal cuore”

20 Conclusione del Libro I Conclusione del Libro I Sant’Ambrogio, propone l’esempio dell’Apostolo Paolo e cita le sue lettere, per far comprendere ai Novaziani la grandezza e la certezza del perdono divino per i peccatori pentiti

21 Libro I, Capitolo 17 Paolo, “Maestro di spiritualità”, consapevole della nostra debolezza e interprete della pietà divina, esige che si rimetta il peccato ad ogni peccatore pentito. Quando parla di “carne” che muore, non intende l’esperienza della morte fisica, ma che è stata repressa la sua inclinazione al peccato. S. Ambrogio vede in S. Paolo l’immagine del medico che ha curato “i malati” (= i peccatori) sempre con la misericordia di Dio.


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