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I disturbi mentali come psicopatologia dell’affettività

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Presentazione sul tema: "I disturbi mentali come psicopatologia dell’affettività"— Transcript della presentazione:

1 I disturbi mentali come psicopatologia dell’affettività
S. Freud ( ) inventò con J. Breuer il metodo catartico come terapia per l’isteria, prima considerata simulazione. La teoria psicoanalitica privilegia la dimensione intrapsichica grazie alla centralità di un costrutto motivazionale, il concetto di PULSIONE, al confine tra biologico e psichico, cui non si applica la distinzione fra coscienza e inconscio che riguarda soltanto le rappresentazioni. La difesa della rimozione può ricacciare nell’inconscio i rappresentanti ideativi della pulsione, i particolare i desideri infantili e conflittuali. Nel saggio metapsicologico “L’inconscio” del 1915 Freud discute se si possa parlare di sentimenti inconsci, sostenendo che un impulso emotivo può essere misconosciuto e la rimozione può inibire lo sviluppo degli affetti, ai quali corrisponde solo una potenzialità che non ha potuto dispiegarsi, mentre esistono nell’inconscio “strutture affettive” che possono diventare coscienti.

2 Lo studio di Freud, in Berggasse 19, a Vienna
…oggi casa-museo

3 La famiglia Freud, 1876 Freud con le sorelle, sulla tomba del padre, 1897

4 Sigmund con il padre, Jacob
Freud con la fidanzata Martha, 1884 con la madre Amalie, 1926

5 La famiglia di Freud, 1898 Freud con la madre e la moglie, 1905 con i figli, Martin e Ernst, 1915

6 La METAPSICOLOGIA freudiana
Freud considerava i concetti teorici astratti della psicoanalisi come una sorta di mitologia e li ha ripetutamente modificati, diversamente dai concetti clinici. TEORIA DELLE PULSIONI (spinte motivazionali, impulsi che non hanno il carattere istintivo dei bisogni animali ma un versante rappresentativo, mentale): 1) teoria delle PULSIONI DI AUTOCONSERVAZIONE/SESSUALI o LIBIDICHE (fame e amore) 2) NARCISISMO (1914): LIBIDO DELL’IO/OGGETTUALE (LIBIDO, parola latina, indica l’energia delle pulsioni che hanno a che fare con l’amore) 3) teoria delle PULSIONI DI VITA E DI MORTE (1920) TEORIA DELL’APPARATO PSICHICO (e metaforicamente dei suoi “luoghi”): Prima topica: INCONSCIO, PRECONSCIO, COSCIENZA Seconda topica (1923): ES, IO, SUPER-IO A questo punto la definizione di narcisismo come “investimento libidico dell’io” suona ambigua e H.Hartmann (1939) proporrà “investimento libidico del Sé” TEORIA DELL’ANGOSCIA: La pulsione insoddisfatta a causa delle difese si trasforma in angoscia, come il vino in aceto PULSIONE -> DIFESE -> ANGOSCIA 1926 Inibizione, sintomo e angoscia: l’angoscia è un segnale che attiva le difese ANGOSCIA -> DIFESE

7 La metafora dell’inconscio freudiano: l’ICEBERG

8 La formazione di Freud: neurologi, psichiatri, biologi
Ernst Brücke ( ) Carl Claus ( ) Theodor Meynert ( ) Dopo aver svolto per anni ricerche di istologia e fisiologia del sistema nervoso, S. Freud pubblicò nel 1891 un importante scritto Sulle afasie e un libro sulle paralisi infantili. Scrisse nel 1895 il Progetto di una psicologia, per neurologi, ritrovato tra le minute a Fliess.

9 Le relazioni con le figure maschili
Freud e W. Fliess (Lettere ) C.G. Jung, Freud e Sabine Spielrein Il “Comitato” nel 1920: Rank, Abraham, Eitington, Jones. In basso: Freud, Ferenczi e Sachs

10 Tra Freud, Jung e Piaget Sabine Spielrein (1885-1942)
Paziente di Jung, ricoverata al Burghölzli di Zurigo nel , dopo una burrascosa relazione con lui si rivolge a Freud, che la aiuta a diventare psicoanalista. Laureata in medicina nel 1911 entra nella Società psicoanalitica di Vienna, sposa un collega russo e nel 1923 torna con le figlie nell’URSS della rivoluzione sovietica collabora all’asilo di Vera Schmidt, poi chiuso da Stalin e viene uccisa dai nazisti a Rostov. Freud (1920) cita il suo saggio La distruzione come causa della nascita: «Buona parte di questi concetti è stata anticipata da SABINA SPIELREIN (1912) in un suo erudito e interessante lavoro, ma che, disgraziatamente, mi appare poco chiaro. Ella definisce l'elemento sadico della pulsione sessuale come "distruttivo"». Nell’autobiografia del 1966, Piaget collega l’interesse per la psicopatologia a “l’instabilità di mia madre”. 1919 a Parigi tiene due conferenze alla società Alfred Binet (cfr. La psicoanalisi e i suoi rapporti con la psicologia del bambino). Nel 1921 a Ginevra Piaget si sottopone a 8 mesi di psicoanalisi con la Spielrein, della quale cita l’articolo pubblicato su Imago sulle prime parole dei bambini nelle varie lingue. 1922 Relazione al VII congresso di Psicoanalisi di Berlino Negli anni trenta, studi sulla funzione simbolica (Piaget, 1945) 1933 Relazione al congresso degli Psicoanalisti francesi su La psicoanalisi e lo sviluppo mentale lezioni alla Sorbona su intelligenza e affettività 1971 Lezione a New York su Inconscio affettivo e inconscio cognitivo

11 Dal movimento psicoanalitico alla Società di psicoanalisi
Alla Clark University, nel 1909, Freud con Jung e Ferenczi, Stanley Hall e W. James Il congresso di Weimar, 1911

12 Le origini della psicoanalisi
Josef Breuer ( ) Anna O. (Bertha Pappenheim, ) Insieme a Breuer, Freud scrive la Comunicazione preliminare sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici nel 1892 e pubblica gli Studi sull’isteria (1895)

13 L’etiologia sessuale delle nevrosi
Le cause di malattia: CONDIZIONE (predisposizione ereditaria) CAUSA SPECIFICA (pratiche sessuali nocive) CAUSA CONCORRENTE (che abbassa le difese dell’organismo) CAUSA IMMEDIATA O SCATENANTE (incidente, trauma) Risposta allo psichiatra di Monaco, Leopold Löwenfeld, in A proposito di una critica della “nevrosi d’angoscia” (Freud, 1895) Polemiche circa la “REALTÀ DEL TRAUMA” di SEDUZIONE SESSUALE: Freud non ritratta mai del tutto l’ipotesi della seduzione, ma non ritiene essenziale che sia davvero avvenuta. Lettera a Fliess del 21 settembre 1896, in cui Freud esprime dubbi sul ruolo di seduttori di troppi padri, compreso il suo. Secondo A. Freud, proprio mettendo in discussione la teoria della seduzione Freud comprende il ruolo del COMPLESSO EDIPICO e della FANTASIA INCONSCIA. Revival della questione in seguito alla pubblicazione, negli anni ottanta del Novecento, del Journal Clinique di S. Ferenczi(1932)

14 Dalla teoria della seduzione alla sessualità infantile
1896 ipotesi del trauma sessuale infantile all’origine della nevrosi Ritrattazione nella lettera a Fliess del 21 settembre 1897 Scoperta delle fantasie sessuali infantili nei sogni dell’AUTOANALISI, che Freud praticò analizzando i propri sogni dalla morte del padre, nel 1896. Nella prima stesura dei Tre saggi si accentua il carattere erogeno della pulsione come capace di soddisfarsi autoeroticamente, nella versione definitiva le aggiunte preparano al riconoscimento dell'importanza dell'oggetto d’amore e della possibilità di una vera e propria scelta oggettuale nell'infanzia: un investimento libidico dell'altro non solo come mezzo, strumento di piacere, ma come persona totale, fino alla nozione di complesso di Edipo , come relazione triangolare capace di introdurre una mediazione nella vita psichica.L’espressione compare nel 1910 nello scritto Su un tipo particolare di scelta oggettuale nell’uomo e nei Tre saggi solo in alcune note del 1920 e La nozione è presentata compiutamente nel Compendio di psicoanalisi, l’ultima opera di Freud dove si tratta l’Edipo femminile e si distingue tra Edipo positivo e negativo, compresenti nell’individuo bisessuale.

15 Lo sviluppo psico-sessuale
La vita amorosa inizia con il soddisfacimento autoerotico delle pulsioni, in relazione a funzioni come l’allattamento (che dà nutrimento ma anche “piacere della bocca”) nella fase ORALE, v. Tre saggi sulla teoria della sessualità del 1905 e scritti degli anni venti per le successive fasi: ANALE, (FALLICA), DI LATENZA, (GENITALE). La pulsione ha tre componenti: FONTE (zona erogena, parte del proprio corpo origine dell’eccitazione META (tipo di soddisfacimento desiderato) OGGETTO (l’aspetto più variabile, nel corso delle vicissitudini delle pulsioni, ciò mediante cui la pulsione raggiunge la sua meta: può essere una parte del proprio corpo, a livello di pulsioni parziali autoerotiche, o del corpo dell’altro, l’Io dell’investimento narcisistico, l’altra persona nella sua totalità nell’investimento oggettuale della fase genitale). Il genitore del “complesso di Edipo” è il primo oggetto totale, verso il quale si indirizza il conflitto di ambivalenza tra amore e odio. Il bambino maschio ama la madre e odia il padre in quanto rivale, secondo la vulgata, ma si tratta in realtà di un doppio conflitto di ambivalenza, nei due sessi. L’esplorazione autoerotica dei genitali, divenuti zona erogena, e la curiosità per quelli delle altre persone portano alla scoperta che la donna non ha pene. La minaccia di ritorsione paterna diventa così angoscia di castrazione, da cui il bambino si difende identificandosi con il padre e rinunciando alla madre (tabù dell’incesto e interiorizzazione delle regole sociali nella coscienza morale, poi Super-io).

16 Il complesso edipico. Tema classico ripreso dalla trilogia sofoclea nella Traumdeutung (Interpretazione dei sogni, 1899, nei Tre saggi paragrafo su l’enigma della Sfinge, circa il mistero dell’origine dell’uomo). Il complesso è una costellazione di temi mitici che costituisce uno snodo dello sviluppo psichico. La Sfinge a Edipo: "chi è quell'animale che al mattino cammina a quattro zampe, al pomeriggio con due e alla sera con tre?" Edipo cieco, guidato da Antigone. La vicenda edipica si conclude con la RIMOZIONE: il soggetto non ricorda i desideri e le fantasie e rifiuta il concetto psicoanalitico, che riconcilia nature e nurture.

17 S. Freud (1914) Introduzione al narcisismo
Momento intermedio tra la teoria delle PULSIONI DI AUTOCONSERVAZIONE/SESSUALI (fame e amore, interesse dell’io e libido) e la teoria delle PULSIONI DI VITA E DI MORTE (Eros e Thanatos). In seguito alla rottura con K.G. Jung, che parlava di “introversione della libido” a proposito della schizofrenia, Freud ipotizza che la libido ritirata dagli oggetti nel delirio di grandezza del paranoico venga diretta sull’Io, dando luogo a NARCISISMO SECONDARIO. Fa anche l’ipotesi di un NARCISISMO PRIMARIO (infantile primitivo) come investimento libidico originario sull’Io. Il dualismo della prima teoria delle pulsioni confluisce nell’ipotesi che un unico tipo di energia libidica (che ha a che fare con l’amore sensuale, l’eros) si rivolga in due direzioni, con due tipi di investimento differenti: distinzione fra LIBIDO DELL’IO e LIBIDO OGGETTUALE Narcisismo come stadio di transizione fra AUTOEROTISMO e amore oggettuale

18 Il mito di Narciso (Ovidio, Metamorfosi)
L’indovino Tiresia, cieco, profetizza a Liriope che suo figlio Narciso vivrà a lungo si se non noverit, se non conoscerà se stesso. Tutti si innamorano del giovane, bello, vanitoso e insensibile. La ninfa Eco, condannata da Era a ripetere le ultime parole che le rivolgono, lo insegue e gli si offre invano, muore e di lei resta solo la voce. Narciso scorge la propria immagine riflessa nell’acqua, è consumato dalla passione, o affoga cercando di afferrarsi, ed è trasformato in fiore (cfr. Semi 2000). Narcissus poeticus Boltraffio Caravaggio

19 Il narcisismo normale Termine di Näcke (o di Havelock Ellis, ambedue sessuologi) per indicare il comportamento di chi tratta il proprio corpo come un oggetto sessuale, considerato una perversione. La psicoanalisi (contributi di Sadger e di Rank) ipotizza un NARCISISMO NORMALE come “complemento libidico dell’egoismo della pulsione di autoconservazione”. A differenza del nevrotico, che effettua l’INTROVERSIONE DELLA LIBIDO ma mantiene nella fantasia il rapporto erotico con le persone e con le cose, lo psicotico attua un vero e proprio RITIRO dell’investimento libidico dal mondo esterno e quando tenta di “ricondurre la libido al suo oggetto”, il sintomo è secondario e ha il significato di un tentativo di guarigione. Il tipico delirio di grandezza dello schizofrenico nasce “a spese della LIBIDO OGGETTUALE” che viene sottratta al mondo esterno e diretta sull’Io, dando origine a un comportamento narcisistico. Si tratta di un NARCISISMO SECONDARIO. Il NARCISISMO PRIMARIO si trova nei bambini e nei popoli primitivi sotto forma di ONNIPOTENZA DEI PENSIERI (fede nella virtù magica delle parole) ed è “un investimento libidico originario dell’Io di cui una parte è ceduta in seguito agli oggetti, ma che in sostanza persiste e ha con gli investimenti d’oggetto la stessa relazione che il corpo di un organismo ameboide ha con gli pseudopodi che emette”.

20 Il contrasto con Jung Perché modificare il dualismo tra pulsioni di autoconservazione (che manifestano l’interesse dell’Io per la sopravvivenza e la felicità individuale) e pulsioni sessuali (che spingono l’individuo a riprodursi nell’interesse della specie)? La teoria era adeguata alla spiegazione delle nevrosi, ma può essere modificata, trattandosi di una speculazione teorica, per tener conto dei dati empirici clinici relativi alle psicosi. C.G.Jung in Trasformazioni e simboli della libido (1912) e in uno scritto del 1913, ha criticato la teoria freudiana della libido sessuale, proponendo di ampliarne il concetto e di sostituirla con “l’interesse della psiche in generale”, un’energia desessualizzata. Freud rivendica al proprio caso Schreber (1911) la tesi che l’introversione della libido porti a investimento sull’Io e a derealizzazione (cioè a perdita della sensazione che il mondo esterno sia reale). L’anacoreta ascetico di Jung, invece, attua una SUBLIMAZIONE della libido (cioè ne eleva la meta pulsionale in base a valori socialmente condivisi), rinunciando alla sessualità per motivi religiosi o altro. Freud riconosce alla “scuola svizzera” il merito di aver dimostrato, anche nella dementia praecox, la presenza dei complessi e la loro somiglianza con i miti dei popoli, ma nega che abbia contribuito a chiarire il meccanismo della psicosi.

21 CLASSIFICAZIONE DELLE PSICOPATOLOGIE
Freud (1914) CLASSIFICAZIONE DELLE PSICOPATOLOGIE NEVROSI ATTUALI (legate a pratiche sessuali nocive): nevrastenia, nevrosi d’angoscia, ipocondria NEVROSI DI TRASLAZIONE: isteria di conversione (in sintomi corporei simbolici), isteria d’angoscia (fobica), nevrosi ossessiva PARAFRENIE (termine che non si è affermato, proposto da Freud per le psicosi, cioè le malattie mentali gravi): dementia praecox (termine dello psichiatra Kraepelin), schizofrenia (Bleuler), paranoia (delirio di persecuzione per il meccanismo di PROIEZIONE in senso stretto: “non sono io che odio lui; è lui che odia me”) Oltre all’analisi delle parafrenie, altre strade per studiare il narcisismo: le malattie organiche, l’ipocondria e la vita amorosa dell’uomo e della donna

22 Altre strade per studiare il narcisismo
Nello stato di malattia organica (chi ha mal di denti perde ogni interesse per i mondo esterno e, per così dire, smette di amare), come nel sonno (egoismo tipico dei sogni), l’investimento oggettuale viene ritirato sull’Io. L’ipocondria altera l’erogenicità degli organi (che diventano fonte di sensazioni penose) e testimonia un disturbo della libido dell’Io. Per analogia con l’ingorgo della libido oggettuale nelle nevrosi, nell’ipocondria e nelle parafrenie si può parlare di ingorgo della libido dell’Io. Da dove sorge la necessità per la nostra vita psichica di andare oltre le frontiere del narcisismo e di applicare la libido agli oggetti? Quando l’investimento libidico dell’Io diventa eccessivo: un forte egoismo protegge dalla malattia ma “prima o poi, bisogna ben cominciare ad amare per non ammalarsi e se, in conseguenza di una frustrazione, si diventa incapaci di amare, inevitabilmente ci si ammala”. Si rivolge la libido su oggetti irreali (introversione della libido) nella nevrosi. Nelle parafrenie, invece, l’investimento sull’Io produce delirio di grandezza e il suo scacco nell’ipocondria parafrenica stimola il processo verso la guarigione. La libido torna ad ancorarsi agli oggetti nella nevrosi di traslazione (rinnovarsi dell’investimento libidico sul terapeuta).

23 La terza via: l’osservazione della vita amorosa
I primi soddisfacimenti sessuali sono di tipo autoerotico e “Le pulsioni sessuali si appoggiano all’inizio al soddisfacimento delle pulsioni dell’Io” nella scelta del loro oggetto. L ”APPOGGIO” (Anlhenung) è testimoniato dal fatto che “sono assunti come primi oggetti sessuali le persone che hanno a che fare con la nutrizione, la cura e la protezione del bambino, cioè in primo luogo la madre o chi ne fa le veci” (oggetti primari). “Individui il cui sviluppo libidico ha subito qualche disturbo”, pervertiti e omosessuali (qui Freud dà ragione ai sessuologi?) scelgono a modello dell’oggetto d’amore la propria persona. Gli individui non si dividono in due gruppi, ma ciascuno può compiere la sua SCELTA OGGETTUALE in entrambe le direzioni: -NARCISISTICA, poiché il narcisismo primario è presente in ciascuno di noi, -PER APPOGGIO (ANACLITICA), perché tutti abbiamo una madre che si è presa cura di noi.

24 Due tipi di scelta oggettuale - Freud (1914)
Distinzione fra: SCELTA OGGETTUALE “PER APPOGGIO” (tipica del maschio, caratterizzata da sopravvalutazione sessuale dell’oggetto e impoverimento libidico dell’Io nell’innamoramento) che prende a oggetto: la donna nutrice l’uomo protettivo e SCELTA OGGETTUALE NARCISISTICA (a modello dell’oggetto sessuale viene presa la propria persona, come fa la bella donna autosufficiente che si compiace di essere desiderata) e il soggetto ama: quel che egli stesso è (cioè se stesso); quel che egli stesso era; quel che egli stesso vorrebbe essere; la persona che fu una parte del proprio sé (die ein Teil des einigen Selbst war) La scelta oggettuale per appoggio prefigura, come vedremo, una RELAZIONE COMPLEMENTARE (amore per l’altro da cui si dipende), quella narcisistica una RELAZIONE SIMMETRICA (amore per il simile-alter ego rivale)

25 Il fascino del narcisista
“il narcisismo di una persona suscita una grande attrazione” su coloro che cercano un oggetto d’amore. L’attrattiva del narcisista poggia sulla sua autosufficienza e inaccessibilità, è analogo al “fascino di certe bestie che sembrano non occuparsi di noi, come i gatti e i grandi animali da preda”. La donna narcisista, invidiata dall’uomo innamorato per la sua “condizione di beatitudine psichica” (!), lo lascia però insoddisfatto per la sua “natura enigmatica”. Le donne narcisistiche, che hanno mantenuto un atteggiamento freddo verso l’uomo, possono compiere con la nascita di un figlio “il progresso evolutivo che dal narcisismo (secondario) porta all’amore d’oggetto”: “una parte del proprio corpo si presenta a queste donne come un oggetto estraneo al quale…possono offrire in dono il più pieno amore oggettuale”. Fascino di “sua maestà il bambino” per i genitori che hanno rinunciato al proprio narcisismo e lo fanno rivivere nell’amore per il figlio (stigma narcisistico). Il bambino è considerato perfetto, si copre ogni sua manchevolezza, si rivendicano per lui tutti i privilegi e lo si mette al centro del mondo: il maschio deve diventare un grand’uomo e la femmina sposare un principe. In tal modo i genitori sfuggono all’angoscia per la propria vulnerabilità e mortalità.

26 IO IDEALE E IDEALE DELL’IO
Derivazione dal complesso di evirazione (connesso alla minaccia di castrazione edipica per il maschio e all’invidia del pene per la femmina) della “protesta virile” (complesso di inferiorità sociale) teorizzata da Alfred Adler ( ), allievo dissidente di Freud. Costituisce la condizione della RIMOZIONE, delle esperienze inaccettabili in quanto incompatibili con la “considerazione che l’Io ha di sé”, la costruzione in sé di un ideale al quale l’individuo commisura il suo Io attuale e “A questo IO IDEALE si rivolge ora quell’amore di sé di cui l’Io reale ha goduto nell’infanzia: Il narcisismo appare ora spostato su questo nuovo Io ideale che si trova in possesso, come l’Io di quando si era bambini, di tutte le più preziose qualità. L’uomo….non vuole essere privato della perfezione narcisistica della sua infanzia e….si sforza di riconquistarla nella nuova forma di un IDEALE DELL’IO…il sostituto del narcisismo perduto dell’infanzia” IDEALIZZAZIONE dell’oggetto/SUBLIMAZIONE delle pulsioni libidiche Coscienza morale come “istanza psichica che assolve il compito di vigilare affinché a mezzo dell’ideale dell’Io sia assicurato il soddisfacimento narcisistico” , “incarnazione delle critiche dei genitori e in seguito di quelle della società”. Ideale dell’Io come componente del futuro Super-io (1923). Regressione nella paranoia e nel delirio di essere osservati (paranoide).

27 Il Panopticon di J. Bentham (1785)

28 Freud integra il caso Schreber.
Nel delirio di essere osservati del paranoico, l’“istanza censoria” compare nella forma regressiva di voci che usano la terza persona e originano “dalle critiche che i suoi genitori gli hanno rivolto a voce” e da quelle delle altre persone del suo ambiente. La coscienza morale “in un primo tempo incarnazione delle critiche dei genitori e poi di quelle della società” , in seguito al ritiro delle componenti libidiche omosessuali e narcisistiche dell’ideale dell’Io, assume il carattere di “qualcosa di ostile che agisce dall’esterno”, il persecutore del delirio. L’autocritica si fonda sull’autoosservazione ed è anche “al servizio dell’indagine interiore che fornisce il materiale di cui la filosofia si serve per le sue operazioni intellettuali. A ciò si connette forse in qualche modo la tipica propensione dei paranoici a elaborare sistemi di tipo speculativo”. Il fenomeno funzionale di Herbert Silberer ( ) (studioso del simbolismo alchemico, cui si dedicherà in seguito lo stesso Jung), nello stato ipnagogico, tra il sonno e la veglia, mostra la trasformazione in immagini visive della condizione della persona che sta lottando contro il sonno. Alcuni brani di sogno significano solo “l’autopercezione del sognatore del proprio dormire e del proprio svegliarsi” (cfr. Interpretazione dei sogni, Silberer propone l’interpretazione anagogica in termini simbolici astratti, simile a quella junghiana?). Questo elemento concorre alla formazione del sogno soprattutto “in persone con attitudini filosofiche e avvezze all’introspezione” (gruppo da cui Freud si chiama fuori). L‘ideale dell’Io è responsabile anche della censura che deforma i pensieri onirici, ma Freud, in nota, avanza l’ipotesi, sulla quale non si pronuncia, che sia “il fondamento psicologico della distinzione fra coscienza e autocoscienza”.

29 Freud (1914) IL SENTIMENTO DI SÉ
Il sentimento di sé dipende dalla libido narcisistica perché nelle PARAFRENIE viene innalzato e nelle NEVROSI DI TRASLAZIONE degradato (per i sentimenti di inferiorità e l’impoverimento dell’Io; il nevrotico è incapace di amare perché la sua libido è rimossa e fa la scelta d’oggetto narcisistica cercando la cura attraverso l’amore, anziché la cura analitica che spesso interrompe); ESSERE AMATI (meta della scelta narcisistica) lo innalza e NON ESSERE AMATI lo sminuisce (amare rende umili e dipendenti dall’oggetto e solo il contraccambio fa riconquistare il proprio narcisismo); 1) componente originaria del sentimento di sé: ciò che sopravvive del narcisismo infantile; 2) componente derivata dall’onnipotenza infantile, che si ottiene con il raggiungimento dell’ideale dell’Io; 3) componente derivata dal soddisfacimento della libido oggettuale nell’amore felice egosintonico (mentre l’amore infelice deprime il senso di sé). “Lo sviluppo dell’Io consiste nel prendere le distanze dal narcisismo primario e dà luogo a un intenso sforzo inteso a recuperarlo” Aspetto sociale dell’ideale dell’Io in Psicologia delle masse e analisi dell’Io(1923) e libido omosessuale liberata dalla frustrazione narcisistica, che si tramuta in senso di colpa e angoscia sociale nella paranoia.

30 Alcuni meccansimi di difesa secondo Anna Freud (1936)
IDENTIFICAZIONE un soggetto assimila un aspetto, proprietà attributo di un’altra persona e si trasforma, parzialmente o totalmente, in base al modello: l’Io si costituisce sul modello dei suoi oggetti precedenti - genitori, persone dell’ambiente - abbandonati o perduti. Originario legame con l’oggetto, l’incorporazione orale cannibalica ambivalente. PROIEZIONE in senso lato, ciò che è interno viene spostato e localizzato all’esterno; in senso stretto, il soggetto espelle da sé e colloca nell’altro ciò che in sé rifiuta: l’oggetto cattivo, l’odio verso l’altro, che diviene odio dell’altro nei propri confronti nel delirio di persecuzione paranoico. SPOSTAMENTO, SUBLIMAZIONE, RIMOZIONE ecc.

31 Scelta oggettuale (vuole avere l’altro) e identificazione (vuole essere l’altro)
In Psicologia delle masse e analisi dell’Io, Freud (1821) scrive che la massa primaria è costituita da “individui che hanno messo un unico oggetto al posto del loro ideale dell’Io e che pertanto si sono identificati gli uni con gli altri nel loro Io”; parla di ciò che tiene insieme le masse organizzate, come chiese ed eserciti, e considera importante il ruolo del capo. Nel cap. 7 distingue tre forme di identificazione identificazione con il sintomo, in rapporto a “qualsiasi aspetto posseduto in comune – e in precedenza non percepito, con una persona” “all’inizio di un nuovo legame”, connessa con “il processo che la psicologia chiama immedesimazione e che più di ogni altro ci permette di intendere l’Io di altre persone” 2) Identificazione preedipica, a carattere narcisistico : la più primitiva forma di legame emotivo, dove l’Io assume le caratteristiche dell’oggetto, anche identificazione parziale, o con il “tratto unico” (“unario”, v. Lacan) 3) Identificazione edipica, che ha origine dalla scelta oggettuale. Interiorizzazione dell’altro della relazione, che permette di sostituire l’oggetto perduto prendendone il posto. Dall’interiorizzazione della relazione con il padre edipico ha origine il Super-io, fatto di divieti ma anche di valori positivi. In Totem e tabù ( ) Freud ha ripreso il mito darwiniano dell’orda, dove il “padre primordiale” è tiranno, e l’identificazione orale cannibalica con il nemico ucciso trae dati dall’antropologia culturale.

32 Collettività e individuo
Lord Kitchener, reclutamento britannico I guerra mondiale

33 La relazione psicoanalitica e il transfert (cfr. Eagle, 2011)
Freud inventa un setting, cioè un contesto per la terapia psicoanalitica, definito da regole che il terapeuta propone e il paziente è libero di accettare o meno, ma deve rispettare (o trasgredire). La “talking care” psicoanalitica è caratterizzata dalla “regola fondamentale” per cui il paziente deve dire tutto ciò che gli viene in mente (come con la tecnica delle libere associazioni nell’analisi dei sogni), senza scegliere e senza omettere nulla per censure autocritiche o dovute all’imbarazzo. Il terapeuta ha il compito di interpretare. Luogo, frequenza e durata delle sedute (nella psicoanalisi classica il paziente sdraiato sul lettino e lo psicoanalista dietro di lui non si guardano in faccia) instaurano una relazione artificiale singolare, che può attivare emozioni e sentimenti intensi ma segue la regola dell’astinenza, con la frustrazione del desiderio del paziente di ricevere manifestazioni d’amore. Il transfert o traslazione è il processo che riattualizza i desideri inconsci, ripetizione di prototipi infantili. Il paziente, cioè, rivive nella relazione con l’analista, tramite SPOSTAMENTO dell’affetto da una rappresentazione a un’altra, sentimenti e conflitti originariamente vissuti nella relazione primaria con i genitori. Gli schemi di comportamento e le regole implicite apprese nell’infanzia vengono ripetute nella nevrosi da transfert, una sorta di malattia artificiale che si manifesta come resistenza e può guarire prendendone coscienza. Si può sviluppare il transfert positivo, una sorta di innamoramento nei confronti del terapeuta, ma anche un transfert negativo, espressione del polo negativo dell’ambivalenza (compresenza di amore e odio verso lo stesso oggetto). Questo può portare il paziente a interrompere il trattamento, prima della liquidazione del transfert.

34 Il sé come oggetto e come soggetto
Il self oggetto di consciousness in W.James (1890) viene distinto esplicitamente nel Jimmy (la versione breve e rimaneggiata del 1892) dall’io come soggetto conoscente, proprietario dei pensieri, la cui identità nel tempo è funzionale. Mead propone la sintesi dialettica di due momenti: il me sociale e il passo dell’io. La seconda topica freudiana del 1923 cambia il significato del termine “Io” (l’intera personalità come soggetto), che usa per designare una parte della psiche, un’istanza accanto alle altre: Es e Super-io. Heinz Hartmann(1950) propone di modificare conseguentemente la definizione di narcisismo che diventa “investimento libidico del sé” e delle sue rappresentazioni mentali. Edith Jacobson (1954) riprende da Hartmann la distinzione fra io, sé e rappresentazioni del sé: la distinzione fra un sé e le molteplici rappresentazioni di esso introduce un’accezione del concetto di sé come soggetto (oggetto dell’investimento narcisistico).

35 Dalla ricerca del piacere alla ricerca dell’oggetto
Il pessimismo individualistico freudiano si esprime nella teoria delle pulsioni e vede il soggetto impegnato nella RICERCA DEL PIACERE. L’ultimo Freud apre alla RELAZIONE OGGETTUALE: l’Io è il prodotto delle identificazioni con gli oggetti d’amore (in particolare, dell’identificazione primaria con le figure parentali) e il Super-io nasce dall’interiorizzazione della relazione con il padre edipico. La psicoanalisi postfreudiana mette al centro della sua indagine la RICERCA DELL’OGGETTO nella relazione e passa da una IMPOSTAZIONE MONOPERSONALE a una BIPERSONALE. Ma che significa INTERIORIZZARE UNA RELAZIONE o formare OGGETTI INTERNI? In che modo ciò costituisce la struttura della personalità (il sé come soggetto)? E da cosa dipende il benessere nella relazione con se stessi (il sentimento di sé come oggetto)?

36 Mitchell (1992) Prospettive contemporanee sul sé
“Trattare il Sé come fosse un’entità è una reificazione, un uso scorretto del pronome riflessivo che fa riferimento alla persona in questione….Freud non usava in maniera sistematica nessun termine che sia facilmente traducibile con ‘Sé’ ” Sé separato dagli altri, integro e continuo Carattere universale della soggettività umana per la cultura occidentale nozione junghiana di Sé archetipico Vero Sé di Winnicott Psicologia del Sé di Kohut, speranza di rispecchiamento empatico (introspezione vicaria) Sé relazionale, multiplo e discontinuo Sullivan (1938) configurazioni io-tu, concetto di distorsione paratassica teoria delle relazioni oggettuali della scuola inglese (M. Klein, Fairbairn, Jacobson, Loewald e Kernberg)

37 Greenberg e Mitchell (1983) in Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica, mettono tra i teorici della relazione oggettuali la psicoanalista infantile Melanie Klein ( ) L’autrice teorizza che le vicende pulsionali precoci portino alla costituzione, nel mondo interno, di un OGGETTO BUONO (presenza del seno buono, soddisfazione libidica orale) e di un OGGETTO CATTIVO (assenza del seno e attivazione dell’invidia primaria), mettendoli in corrispondenza con le pulsioni di vita e di morte (ultima teoria freudiana). L’animazione delle fantasie inconsce precoci è considerata primaria e relativamente indipendente dal comportamento effettivo della madre. L’infant observation kleiniana, alla Tavistock Clinic, è centrata sulle reazioni controtransferali e serve alla formazione dell’analista. Diversamente Anna Freud pone l’accento sulle cure materne nella realtà e sulla relazione madre-bambino, favorendone lo studio osservativo nell’ambiente psicoanalitico, da parte di autori come M. Mahler e D. Winnicott, e più di recente D. Stern e P. Fonagy.

38 Henry Stack Sullivan (1892-1949)
1940 La moderna concezione della psichiatria 1953 La teoria interpersonale della psichiatria 1954 Il colloquio psichiatrico (intervista dettagliata: chi ha detto che cosa a chi) Modi di esperienza: PROTOTASSICO Fino a due anni domina l’EMPATIA, cioè il ”legame emotivo che sottende la relazione del bambino con un’altra persona importante, la madre o la nutrice…contagio o comunione emotiva”, responsabile degli “stati emotivi dannosi ricevuti per empatia dal proprio ambiente personale” con un “effetto valanga” della comunicazione dell’angoscia infantile che viene rinforzata dalla risposta materna, quindi le apprensioni primarie costruiscono un sé che esclude le esperienze che hanno angosciato la madre. PARATASSICO Assomma proiezione e transfert: “in una determinata situazione interpersonale almeno uno dei partecipanti reagisce ad una ‘personificazione’ cioè a un’immagine dell’altro che esiste solo nella propria fantasia” (XII) (p.98) deformazione paratassica ad opera di un’altra situazione interpersonale concomitante di cui il paziente è inconsapevole. SINTASSICO Modo della CONVALIDA CONSENSUALE, importanza per il senso di realtà della prima relazione con l’amico dello stesso sesso nella preadolescenza.

39 William Fairbairn (1952) La ricerca dell’oggetto: il modello bipersonale
Problema dell’interiorizzazione degli oggetti “cattivi”: come esito delle relazioni insoddisfacenti si formano oggetti interni patologici (voci svalutanti, sabotatore interno). Impulsi e sensi di colpa vanno intesi come relazioni interne (configurazioni sé-oggetto ): “fedeltà conflittuali ad altri significativi, presenti e passati, interni ed esterni, reali e fantastici”. PSICOLOGIA DEL SÉ di Heinz Kohut (1971) , linea di sviluppo autonoma del narcisismo (dibattito con O. Kernberg, studioso della condizione borderline, al limite della psicosi) OGGETTI-SÉ (SÉ GRANDIOSO e OGGETTO IDEALIZZATO). Fattore terapeutico l’EMPATIA come metodologia di “introspezione vicaria”, cioè “capacità di immaginare quello che un’altra persona sente in una situazione data”. Speranza di rispecchiamento da parte dell’altro (riconoscimento?) e “FALLIMENTI EMPATICI”, esperienze di relazioni qualitativamente scadenti che compromettono la coesione del sé. In psicoterapia, l’errore del terapeuta idealizzato, interpretato congiuntamente, può costituire una FRUSTRAZIONE OTTIMALE che favorisce il cambiamento.

40 Teorie del conflitto e teorie del deficit
La PSICOANALISI FREUDIANA postula che i conflitti sono innati, originati da fantasie interne inconsce, ed è per questo motivo che si suole dire che la psicoanalisi è una TEORIA DEL CONFLITTO. La PSICOLOGIA DEL SÉ di Kohut ritiene che i conflitti siano prodotti essenzialmente da un ambiente traumatico, ombre, cicatrici di vecchie ferite, è una TEORIA DEL DEFICIT, reazione contro i danni iatrogeni della psicoanalisi classica (molti suoi pazienti tentavano una seconda analisi), caratterizzata dalla deprivazione del rapporto emotivo e dalla frustrazione narcisistica. La Scuola di Chicago di Franz Alexander (fondatore della psicosomatica) intendeva la terapia psicoanalitica come ESPERIENZA EMOZIONALE CORRETTIVA, di rieducazione emotiva, ricollegandosi alla scuola ungherese di Sandor Ferenczi, uno degli allievi più vicini a Freud, che negli anni ‘30 propose l’innovazione eretica della “tecnica attiva” e nel Journal Clinique (pubblicato nel 1985) e criticò la freddezza della neutralità analitica.

41 I recenti cambiamenti clinici e teorici in psicoanalisi (Eagle, 1991):
Circa gli ASPETTI TEORICI, viraggio dal tradizionale MODELLO DELLA PSICOPATOLOGIA BASATO SUL CONFLITTO, verso una PSICOLOGIA DEL DEFICIT, dei difetti, e degli arresti dello sviluppo. Kohut (1971) propose il modello bifattoriale, in cui la teoria tradizionale viene applicata ai cosiddetti "conflitti strutturali" nevrotici, e la Psicologia del Sé ai difetti del Sé, poi Kohut (1984) e altri psicologi del Sé tendono a concettualizzare tutta la patologia nei termini di difetti del Sé, con poco o nessun spazio per i conflitti intrapsichici; viraggio dall’enfasi sui DESIDERI infantili sessuali ed aggressivi (imposizione sul paziente di una "moralità adulta" che tende a criticare e a disapprovare) a quella sui BISOGNI (di COMPRENSIONE EMPATICA e FALLIMENTO EMPATICO OTTIMALE da parte del paziente). Per quanto riguarda il PROCESSO TERAPEUTICO, viraggio che implica: una diminuzione di importanza dell'INTERPRETAZIONE e dell'INSIGHT, e un aumento di importanza del ruolo della comprensione empatica e di altri FATTORI DELLA RELAZIONE paziente-terapeuta (secondo Kohut 1984 le frustrazioni ottimali e il riconoscere i propri errori); cambiamento nella definizione e concezione di concetti chiave come TRANSFERT-CONTROTRANSFERT (la reazione dello psicoanalista al transfert del paziente), sovrapponibile alla relazione terapeutica ed equivalente a tutte le risposte emotive da parte dell'analista, significato che è all'opposto di quello inteso da Freud; tendenza a concettualizzare il cambiamento e il processo terapeutico non in termini di insight (v. dopo) consapevolezza e risoluzione del conflitto, ma nei termini di una ripresa del normale sviluppo, e di metafore come la RIPARAZIONE DI DIFETTI DEL SÉ e la COSTRUZIONE DI STRUTTURE PSICHICHE.

42 MODELLO DEL CONTENIMENTO di W. Bion (1962)
LO SVILUPPO NELLA RELAZIONE PRIMARIA Il caregiver svolge un ruolo di regolatore esterno delle emozioni del bambino MODELLO DEL CONTENIMENTO di W. Bion (1962) Funzione di contenere le emozioni primitive, ricevendole e condividendole Metabolizzazione dell’angoscia Funzione trasformativa K degli elementi beta, eventi interni concreti, in elementi alpha, esperienze tollerabili e pensabili, che possono essere ritrasmessi al bambino W. R. Bion ( ) Come diventa capace il bambino di regolare le emozioni autonomamente?

43 Il rispecchiamento (mirroring) (Winnicott, 1967)
“Il precursore dello specchio è la faccia della madre”, cioè nel volto della madre il bambino cerca se stesso La madre-ambiente sufficientemente buona guarda il bambino in modo che gli fa sentire di essere stato visto, e quindi di poter esistere creativamente, favorendo lo sviluppo dell’immaginazione La madre presa da se stessa e reattiva nei confronti del bambino riflette il proprio stato d’animo o la rigidità delle proprie difese e il figlio deve sviluppare prematuramente un Io e un FALSO-SÉ compiacente D.W. Winnicott ( ) Forme elementari di regolazione indipendente attraverso gli oggetti di sensazione (anche parti del corpo con esperienze di ritmicità e tattili) preludono agli OGGETTI TRANSIZIONALI, tra 4-6 e 18 mesi (Winnicott, 1953)

44 Modello dell’infant research (a ispirazione psicoanalitica)
Indirizzo della psicoanalisi che effettua studi sperimentali sullo sviluppo del bambino come dotato di spinte innate alla RICERCA DELL'OGGETTO, e non alla RICERCA DEL PIACERE o di una scarica energetica La comunicazione tra madre e infante è sbilanciata quanto a competenze: Il neonato ha comportamenti espressivi e comunica attraverso canali non verbali, mentre l’adulto usa sia il linguaggio verbale sia quello non verbale. La risposta materna modella lo sviluppo infantile attraverso la SINTONIZZAZIONE (Stern, 1987) e, secondo Fonagy et al., è all’origine della RAPPRESENTAZIONE PROTOSIMBOLICA DELLE EMOZIONI, primo nucleo psicologico della personalità individuale, grazie al RISPECCHIAMENTO che attenua quelle negative attraverso la marcatura ludica, “come se”. Lo sviluppo mentale avviene grazie all’attribuzione (inizialmente illusoria) di intenzionalità da parte degli adulti nel contesto di comunicazione della socializzazione precoce: la RISPOSTA CONTINGENTE del caregiver offre un feedback che favorisce la REGOLAZIONE EMOZIONALE.

45 Mitchell (2000) Il modello relazionale
Mitchell (2000) Il modello relazionale. Dall’attaccamento all’intersoggettività Hans Loewald ( ), tre anni con Heidegger: la mente è un fenomeno temporale, è basata su un’organizzazione mutevole. La vita inizia con un’esperienza di assenza di confini e “l’investimento narcisistico non è oggettivante ma identificatorio” : noi siamo i nostri oggetti e i nostri oggetti sono noi, all’inizio non c’è fuori né dentro, c’è solo “roba nostra”, poi “divisori trasparenti” tra reale e fantastico, presente e passato. L’interiorizzazione è apertura alla molteplicità degli stati e delle organizzazioni del sé, che contrasta l’adesività dovuta alla “profondità delle nostra lealtà agli oggetti precoci dolorosi” (62). Stern (1985, p.189) scrive che il linguaggio è “un’arma a doppio taglio. Esso fa sì che parti della nostra esperienza diventino più difficilmente comunicabili a noi stessi e agli altri. Inserisce un cuneo fra due forme simultanee di esperienza interpersonale: quella vissuta e quella verbalmente rappresentata.” Non è importante la distinzione fra preverbale e verbale, ma fra due modi di usare il linguaggio: nel processo primario in modo indifferenziato, denso e vitale (bambina di Mitchell che chiede il succo di frutta in modo giocoso e sensuale, con coloritura emotiva) nel processo secondario secondo le convenzioni culturali.

46 QUATTRO MODI O CATEGORIE DI LIVELLO DI ORGANIZZAZIONE DEL SÉ secondo Mitchell
1 quello che le persone realmente fanno l’una all’altra, il comportamento preriflessivo, non simbolico (Bowlby: le madri cattive esistono, Stern 1998); 2 un’esperienza condivisa di affetti intensi che attraversano i confini permeabili sé-altro (affetti contagiosi di Sullivan, legame empatico); 3 un’esperienza organizzata di configurazioni sé-altro (Fairbairn, sono il figlio di mia madre e il figlio di mio padre, versioni del sé nella teoria delle relazioni oggettuali interne, oggetti-sé di Kohut; modelli operativi interni di Bowlby); 4 INTERSOGGETTIVITÀ come riconoscimento reciproco di persone che agiscono in modo autoriflessivo (tecnica analitica contemporanea: coinvolgimento emotivo e disvelamento del terapeuta, “rituale come sfondo della spontaneità”).

47 Interiorizzare le relazioni
Come le esperienze ripetute con gli oggetti fisici depositano SCHEMI (concetti, frames) nella memoria, così le esperienze di eventi analoghi formano SCRIPT o COPIONI, che permettono di prevedere l’andamento di nuovi eventi simili e di conferire loro un significato. Anche gli eventi interpersonali, le interazioni ripetute con le stesse persone, o con persone che svolgono le stesse funzioni, formano SCHEMI (AFFETTIVI e RELAZIONALI). Il soggetto sperimenta le azioni dell’altro nei propri confronti, ricorda i vissuti corrispondenti e le proprie risposte, e queste esperienze sono costitutive del sé. Le “strutture affettive” di Freud e gli “schemi affettivi” di Piaget sono reinterpretati dalla psicologia dello sviluppo in chiave moderna e teorizzati con un linguaggio che li rende compatibili con l’approccio scientifico. Anziché porre l’accento sul mettere dentro ciò che è fuori mediante la metafora dell’incorporazione o il vago concetto di interiorizzazione, si invocano processi di apprendimento associativo capaci di rendere conto della costruzione di schemi mentali (per lo più inconsci) delle relazioni con le altre persone. Le ipotesi circa lo sviluppo di tali schemi relazionali sono verificate in base a evidenze empiriche ottenute dall’ osservazione, ad esempio nella teoria di Bowlby.

48 Tecnica della preferenza visiva nei neonati (Fantz, 1963): il volto umano è stimolo privilegiato

49 Lo sguardo nella psicologia evoluzionistica
Occhi di un gorilla, di uno scimpanzé e di un bambino (il contrasto iride scura-sclera chiara rende l’occhio umano più saliente come stimolo visivo) Nei primati per lo più il contatto occhi-a-occhi è un segnale di minaccia aggressiva Baron-Cohen et al. (1997) propongono un Eyes Task, per valutare la capacità di mindreading e contribuire alla diagnosi di disturbo autistico (v. dopo)

50 Un precursore…. René A. Spitz ( ) Studia gli effetti della DEPRIVAZIONE MATERNA in neonati istituzionalizzati: ospedalismo, depressione anaclitica. Osserva la risposta del SORRISO SOCIALE DEI TRE MESI (alla Gestalt-segnale costituita da occhi-naso-bocca in movimento, anche a maschere), l’angoscia degli otto mesi di fronte all’estraneo e i precursori gestuali del sì e del no, dell’affermazione e della negazione. Filmato d’epoca in rete: Psychogenic desease in infancy (1952)

51 LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Nel secondo dopoguerra si afferma l’esigenza di riconciliare le intuizioni freudiane (“il bambino è il padre dell’uomo”) e le scoperte psicoanalitiche cliniche (importanza delle relazioni primarie e del transfert) con il paradigma scientifico. John Bowlby ( ) Laurea in medicina a Cambridge. Middle group della società psicoanalitica inglese, tra Melanie Klein e Anna Freud, che lo rinnegò in quanto “comportamentista”. Ricerca sui 44 ladri e ricerca UNESCO sulle cure materne e la salute mentale, nei primi anni cinquanta. L’amico Julian Huxley gli fa leggere in bozze L’anello di re Salomone di K. Lorenz. Trilogia su Attaccamento e perdita: (1969) L’attaccamento alla madre (1973) La separazione dalla madre (1980) La perdita della madre L’ultimo libro di Bowlby (1991) è una biografia di Darwin.

52 Innovazioni metodologiche
La teoria di JohnBowlby DIPENDENZA ATTACCAMENTO Innovazioni metodologiche -impostazione prospettica -osservazione diretta del comportamento infantile -confronto con altre specie animali Fonti etologiche -studi di Konrad Lorenz sull’imprinting -ricerche di H. Harlow sulle scimmie Rhesus Argomenti teorici -critica alla teoria della pulsione secondaria -controllo a feedback dei sistemi comportamentali

53 Harry Harlow (1952) The nature of love

54 Critica alla teoria psicoanalitica della PULSIONE SECONDARIA, secondo la quale viene scelto come oggetto d’amore quello che soddisfa la fame (v. concetto freudiano di appoggio): piccoli macachi si nutrono dal surrogato materno di ferro ma passano la maggior parte del tempo “attaccati” a quello morbido.

55 L’ETOLOGIA è una branca della zoologia che studia il comportamento animale in condizione naturale, non di cattività, e in prospettiva evoluzionistica. Konrad Lorenz ( ), premio Nobel 1973, osserva che la papera Martina, appena uscita dall’uovo, lo “sceglie” come “madre” da seguire, per IMPRINTING, apprendimento in una sola prova. Lo zoccolo del cavallo è una rappresentazione del terreno (Natura e destino, 1978)

56 Comportamenti che mediano l’attaccamento:
L’attaccamento nella prima infanzia Comportamenti che mediano l’attaccamento: suzione, pianto, sorriso, richiamo, aggrapparsi, seguire Monotropismo verso la figura d’attaccamento (FDA) madre o caregiver (poi possibilità di attaccamenti multipli) Scopo prevedibile: mantenimento della vicinanza con l’adulto Funzione nell’ambiente di adattamento evolutivo: protezione dai predatori

57 Sistemi di controllo comportamentale nelle varie specie animali
(in ordine di complessità e flessibilità) RIFLESSI l’animale fototassico si muove verso la fonte di luce SISTEMI AD AZIONE FISSA l’anatra recupera l’uovo rotolato dal nido, ma se glielo tolgono continua a vuoto SISTEMI CORRETTI SECONDO LO SCOPO (stabilito o prevedibile) (set goal) Il falco in picchiata regola direzione e velocità del volo in base ai movimenti della preda. Il bambino gattona tenendo d’occhio la madre, che costituisce la BASE SICURA per l’ESPLORAZIONE dell’ambiente, e se si allontana troppo torna indietro o piange (osservazioni di M. Ainsworth nei villaggi rurali dell’ Uganda e nei parchi di Baltimora e Strange Situation del 1969)

58 assenza materna come situazione di pericolo
Separazione e perdita della madre Angoscia degli otto mesi e angoscia di separazione assenza materna come situazione di pericolo Fattori mitiganti ambiente noto oggetti familiari figure sostitutive Le fasi della reazione alla separazione PROTESTA DISPERAZIONE DISTACCO

59 Bowlby partecipa durante la II guerra mondiale all’esperienza di Anna Freud e Dorothy Burlingham, di asili residenziali per i bambini sfollati dai bombardamenti di Londra…

60 con il padre con Dorothy Burlingham
Anna Freud ( ) con il padre con Dorothy Burlingham

61 Bowlby studia la separazione dalla madre dei bambini degli asili di Hampstead e, nel dopoguerra, in seguito a ricovero in ospedale. Il collega e collaboratore di Bowlby, James Robertson, nel 1952, gira il documentario A Two-Year Old Goes to the Hospital,

62 TEORIA DEI SISTEMI COMPORTAMENTALI DI CONTROLLO
a livello del sistema nervoso centrale, il sistema dell’attaccamento mantiene entro limiti di vicinanza e accessibilità la figura materna La FUNZIONE di un sistema comportamentale istintivo va distinta dalle CAUSE della sua attivazione, che portano al risultato prevedibile e alla cessazione del comportamento individuale Esempio: L’ANGOSCIA DELL’ESTRANEO nella seconda metà del primo anno di vita, cioè il comportamento di evitamento e l’attivazione del sistema dell’attaccamento (pianto, richiamo) -ha funzione di protezione dai predatori -è attivata dall’avvicinamento della persona sconosciuta in assenza del caregiver -ha il risultato prevedibile di ristabilire la vicinanza protettiva del caregiver che la fa cessare -è disattivata dall’esperienza ripetuta di separazione senza speranza o distorta dall’abuso da parte della figura di attaccamento Nell’individuo l’attivazione del comportamento istintivo è indipendente dalla funzione, che si realizza a livello di popolazione

63 Trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento
I modelli operativi interni (internal working models) Modelli predittivi organismici (di sé con l’altro nella relazione) e ambientali (mappe): modelli operanti (e non solo rappresentazionali), equivalenti agli oggetti interni della psicoanalisi (cfr. nota 1) Trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento Esclusione difensiva degli episodi traumatici e divieto di riaggiornare i modelli interni Psicoterapia bowlbiana come relazione correttiva con un partner che offre una base sicura per l’esplorazione e l’autoconoscenza

64 La STRANGE SITUATION di Mary Ainsworth ( ) è una sessione quasi-sperimentale di circa mezz’ora durante la quale un bambino di mesi, con una FDA e un estraneo in una stanza sconosciuta arredata con sedie e giocattoli, viene filmato nel corso di varie fasi: interazione con la madre in presenza dell’estraneo una prima separazione dalla madre di tre minuti una prima riunione con la madre una seconda separazione in assenza della madre e dell’estraneo una seconda riunione Si osservano le modalità di interazione con i partner umani e con gli oggetti, le reazioni alle separazioni e ai ricongiungimenti e, in base ad accordo tra giudici, si fa la diagnosi di stile di attaccamento.

65 Momenti della strange situation

66 Gli stili di attaccamento insicuri sono A, C e D
Schemi o stili di attaccamento sicuri e insicuri PATTERN MADRE A ansioso-evitante rifiutante (evitamento angoscioso) B sicuro sensibile e disponibile C ansioso-ambivalente imprevedibile e intrusiva (resistenza angosciosa) D disorganizzato- depressa o traumatizzata disorientato in lutto o con disturbi della coscienza Gli stili di attaccamento insicuri sono A, C e D Ipotesi di G. Liotti: il pattern D predispone ai disturbi dissociativi della coscienza e agli stati borderline

67 L’interiorizzazione degli schemi di attaccamento
Nascono come proprietà della relazione e tali rimangono nei primi 2-3 anni. Diventano “proprietà” del bambino stesso che “tende a imporlo…nelle nuove relazioni che intreccia con un insegnante, una madre adottiva o un terapeuta” (p.122). Risultano predittivi del comportamento successivo (la “diagnosi” a dodici mesi con la Strange Situation è replicata a sei anni con altri strumenti). Le strutture cognitive costruite in base alle interazioni ripetute riflettono poi anche le immagini comunicate (come il genitore tratta il bambino e ciò che gli dice). Il bambino fonda la sua identità su tale comunicazione e “qualunque aspetto di lui la madre non riconosca, anch’egli probabilmente non lo riconoscerà in se stesso” (p.127), escludendo parti della propria personalità. La libertà di comunicazione dipende da come la madre ricorda la propria infanzia (Main, Kaplan e Cassidy, 1985, studio longitudinale dove lo stile di attaccamento delle madri in gravidanza all’Adult Attachment Interview è predittivo dello schema di attaccamento dei loro bambini di due anni alla Strange Situation). La trasmissione degli stili insicuri tra le generazioni non è ineluttabile: la rielaborazione delle esperienze del passato, oltre che il sostegno relazionale familiare, possono modificare gli esiti del percorso di sviluppo infantile.

68 Adult Attachment Interview (A.A.I.) di M. Main
Al soggetto si chiede di descrivere con cinque aggettivi sia la relazione con il padre sia quella con la madre e di narrare altrettanti episodi che giustifichino l’attribuzione. Seguono domande aperte sulle relazioni familiari. L’analisi dell’intervista porta ad una diagnosi dello STATO MENTALE -AUTONOMO o LIBERO (riconoscimento del valore dei bisogni affettivi, consapevolezza della transazione in corso, perdono nei confronti dei genitori e integrazione di ricordi dolorosi un una narrazione fluida e coerente) (B) -PREOCCUPATO o INVISCHIATO (incapacità di riassumere i ricordi episodici, e di inquadrare in un significato univoco l’esperienza con i genitori, categorizzandola semanticamente) (A) -IRRISOLTO (scarso monitoraggio metacognitivo, cioè mancanza di controllo di coerenza, salti tematici e logici, comparsa repentina di frammenti traumatici e lapsus clamorosi, convinzioni reciprocamente incompatibili espresse simultaneamente, mimica di assorbimento in esperienze dolorose del passato ed estraneamento dal qui ed ora della relazione) (D) -DISTANZIANTE (minimizzazione dei bisogni di attaccamento, descrizioni generiche e idealizzate dei genitori, incongruenti con le descrizioni di singoli episodi e in generale dissociazione fra memoria episodica e semantica, con esclusione di informazioni episodiche, lacune di memoria, minore presa della coscienza sugli eventi in corso). (C)

69 G. Liotti (1994) La dimensione interpersonale della coscienza
Nel 1970 Maclean propose che l’evoluzione del proencefalo abbia attraversato tre stadi: RETTILIANO (tronco encefalico e gangli della base, meccanismi della sopravvivenza: motivazioni di alimentazione, accoppiamento, esplorazione, territorialità e predazione), PALEO-MAMMIFERO (sistema limbico o archipallio, comportamenti istintivi: motivazioni sociali di accudimento, attaccamento, competizione rituale, dominanza-sottomissione) e NEO-MAMMIFERO (neo-corteccia, riconoscimento interindividuale: competizione in base a gerarchia e cooperazione paritetica, motivazione alla coerenza), e che nei primati e negli esseri umani tutti e tre i cervelli siano presenti e funzionino in parallelo. La capacità di riconoscimento personale durevole e reciproco, in quanto individui conspecifici distinti da tutti gli altri del gruppo, compare a livello filogenetico quando alla relazione sessuale e di accudimento dei piccoli si aggiungono quelle di dominanza-sottomissione e di cooperazione paritetica per un obiettivo congiunto, con scambio di segnali comunicativi e memoria sociale di essi. La complessità delle relazioni sociali fra individui riconoscibili farebbe emergere la coscienza. Dal comportamento agonistico per la difesa del territorio si passa a quello per la definizione dei ranghi gerarchici e alla cooperazione nei primati. Somiglianza del 99% fra i geni dell'uomo e dello scimpanzè. Ipotesi che la continuità della coscienza-memoria e la coesione della conoscenza di sé siano favorite dall'abbandono dell'illusione di autosufficienza e dalla pratica di relazioni paritetiche (io-tu dell’amicizia, alleanza terapeutica).

70 Sistemi motivazionali interpersonali (SMI) (Liotti, 1994)
1. SISTEMA DELL’ATTACCAMENTO 2. SISTEMA DELL’ACCUDIMENTO 3. SISTEMA AGONISTICO (dominanza-sottomissione) 4. SISTEMA SESSUALE 5. SISTEMA COOPERATIVO PARITETICO Teoria di Bowlby Metasegnali di “gioco sociale” indicano che l’interazione è “come se”


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