La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

RIVOLI 2013. INTEGRARE? Dal titolo al significato INTEGRARE LE COMPETENZE DEGLI OPERATORI PER PREVENIRE E GESTIRE IL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI integrare:

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "RIVOLI 2013. INTEGRARE? Dal titolo al significato INTEGRARE LE COMPETENZE DEGLI OPERATORI PER PREVENIRE E GESTIRE IL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI integrare:"— Transcript della presentazione:

1 RIVOLI 2013

2 INTEGRARE? Dal titolo al significato INTEGRARE LE COMPETENZE DEGLI OPERATORI PER PREVENIRE E GESTIRE IL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI integrare: completare aggiungendo ciò che manca, Inserire qualcuno in un gruppo o in un'attività, facendo in modo che vi si trovi bene: detto di due o più elementi in rapporto reciproco, completarsi a vicenda. Inserirsi in un ambiente, in modo da essere in armonia con l'insieme.

3 Quindi ripartendo dalla lingua e da noi, lipotesi di partenza del corso è stata: di fronte ad alcune espressioni di disagio, sofferenza, adattamento non compiuto, gli interventi normalmente intrapresi spesso non risultano efficaci, contestualmente tra gli operatori coinvolti si diffondono sfiducia, impotenza, fallimento, lazione di singoli operatori, siano essi interni o esterni alla scuola è insufficiente Allora: è possibile per noi condividere il bisogno di completarci a vicenda?. (Carlo, primo incontro).

4 SPUNTI E RIFLESSIONI Ecco alcuni film che abbiamo usato come stimolo per la discussione:

5 SPUNTI E RIFLESSIONI

6 CONCLUSIONI 1.SAPER USARE SE STESSI COME STRUMENTO DI LAVORO Ingenuamente si pensa che la capacità relazionale, il saper offrire uno spazio della propria mente allaltro, sia unabilità che è già data, già presente nello stesso atto di scelta di un certo tipo di professione. In realtà, è una competenza che deve essere sviluppata soprattutto attraverso un serio e continuo lavoro di riflessione su di sé in relazione con laltro.

7 1.SAPER USARE SE STESSI COME STRUMENTO DI LAVORO(segue) La competenza, che si costruisce lentamente, non è mai data perché è un processo di crescita. Usare la propria mente come strumento di lavoro, non significa tanto saper spiegare razionalmente, capire, quanto invece essere in grado di sentire. Ciò significa elevare lesperienza a luogo privilegiato dellapprendimento : la teoria, la conoscenza che deriva dallapproccio ai saperi disciplinari è sì necessaria, ma solo se siamo capaci di pensare, partendo da noi stessi, riusciremo a coglierne il significato, luso che ne facciamo.

8 1. SAPER USARE SE STESSI COME STRUMENTO DI LAVORO (segue) Percepire, comprendere il mondo interiore dellaltro come se fosse proprio è un atteggiamento, non una tecnica, e perciò va coltivato, formato. Troppo spesso si assiste ad una banalizazzione del significato profondo di questo atteggiamento, dandolo in qualche modo per scontato, non se ne colgono così la complessità e la fatica che lo caratterizza, in quanto richiede la coscienza di ciò che ci unisce allaltra persona e allo stesso tempo di ciò che ci separa, o meglio di ciò che ci differenzia.

9 1.SAPER USARE SE STESSI COME STRUMENTO DI LAVORO Cosa comporta tutto questo? Significa che possiamo, se lo desideriamo e ne avvertiamo lurgenza e la necessità, incamminarci lungo una strada non facile: lavoreremo per acquisire la competenza di poter dichiarare a noi stessi di essere incompetenti, la competenza di stare in un atteggiamento di apertura e fiducia, di disponibilità a formarsi continuamente.

10 2. SAPER CO-COSTRUIRE UNA REGIA DEL PROCESSO DI CRESCITA CON UN ATTEGGIAMENTO DI RICERCA E SCOPERTA La competenza delloperatore è un continuo accesso ad un sapere che non fotografa staticamente lutente, il paziente, lallievo, ma che invece può permettere, come sostiene Morin, non soltanto di trasformare lincognito in conoscenza, ma, soprattutto di ricongiungere il riconoscimento con la scoperta, di unire il conosciuto con lo sconosciuto. Solo così lapprendimento è cambiamento e non riduzione (delle proprie e dellaltrui capacità) e banale applicazione, è coniugazione di affettività e cognitività, di ricerca scientifica e pratica educativa..

11 2. SAPER CO-COSTRUIRE UNA REGIA DEL PROCESSO DI CRESCITA COME ASCOLTATORI CURIOSI (segue) Vorremo tendere lavorare anche attraverso la ricerca che si fa azione, superando le tentazioni di rinuncia, di delega, vorremmo costruire insieme un percorso che sappia offrire tempo e flessibilità, che sappia far convivere previsione e incertezza e dove il dubbio può diventare unopportunità per essere «ascoltatori curiosi», esploratori pronti ad apprendere dallaltro.

12 2. SAPER CO-COSTRUIRE UNA REGIA DEL PROCESSO DI CRESCITA METTENDO LA PERSONA, LUTENTE, IL RAGAZZO, AL CENTRO (segue) Inoltre, lintegrazione delle competenze personali con le competenze di professionalità diverse potenzia lintelligenza della situazione, quindi la possibilità di contribuire alla costruzione di una metodologia di intervento (il modo in cui ci si posiziona rispetto ai metodi e alle tecniche) che considera ogni soggetto che vi partecipa, di conseguenza anche la persona che sta al centro delle nostre cure, come un interlocutore che contribuisce ad un processo di conoscenza.

13 3. SAPER ESSERE UN OPERATORE DI RETE ASSUMENDO LE RETI DELLA PERSONA COME RISORSE IL LAVORO RELAZIONE sceglie di assumere le reti proprie al soggetto come risorse : la persona non si costruisce né si modifica prescindendo dallambiente in cui vive, risorse che il più delle volte devono essere aiutate a costruire un rapporto diverso tra loro e con le istituzioni. Significa far incontrare mondi che spesso assumono la logica della separazione, se non addirittura quella della spartizione, e lincontro è tale quando cè una reale presa in carico sia del momento della definizione dei problemi che della scelta degli interventi.

14 3. SAPER ESSERE UN OPERATORE DI RETE (segue) È dallincontro delle competenze esperenziali di ogni persona che fa parte della rete con le competenze professionali degli operatori, che sono di tipo metodologico e conseguentemente di contenuto, che può strutturarsi un progetto di educativo e di cura caratterizzato dallassunzione di responsabilità, anche se di grado diverso, da parte di tutti. Il processo nasce non dalla rete né dalloperatore, ma dalla loro relazione, coniugando assieme due energie insufficienti.

15 4. PROGETTARE E VALUTARE PROGETTAZIONE e VALUTAZIONE sono spesso pratiche svuotate di senso, la progettazione coincide con lo scrivere progetti per ottenere finanziamenti e la valutazione con un adempimento nella costruzione di batterie di indicatori che poi difficilmente vengono rilevati. Si rischia di pensare che, nellestemporaneità e nella residualità in cui si stanno trovando i servizi, non ci sia né spazio né tempo per progettare gli interventi e tanto meno per poterne valutare i risultati.

16 4. PROGETTARE E VALUTARE DESIDERIAMO invece recuperare il senso della progettazione (proicere: gettare avanti) e della valutazione (vàlere: attribuire valore), proprio perché, in un contesto generale che rischia di ridimensionare il significato e la portata dellazione sociale e di schiacciarla nel qui ed ora dellazione, si possano riattivare processi di riflessione, di analisi e la costruzione di una nuova realtà sociale.

17 WORKSHOP LA FAMIGLIA COME RISORSA Lidea della famiglia come partner è la premessa indispensabile per una progettazione partecipata gli operatori in questo caso ragionano in termini sistemici. Molte volte noi sottolineiamo i limiti, le carenze, le difficoltà di carattere, le pretese assurde, che gli altri, i familiari, possono avere.

18 WORKSHOP LA FAMIGLIA COME RISORSA Questa sottolineatura è fatta a volte con eleganza, a volte con la preoccupazione di rappresentare realisticamente una situazione, quindi con una buona disponibilità a trovare forme di aiuto. Se però prende il sopravvento nella nostra rappresentazione dellaltro, finisce per ancorare laltro ai limiti, anziché provocare un superamento attraverso un riconoscimento di quella che può essere indicata come identità competente.

19 WORKSHOP LA FAMIGLIA COME RISORSA Per un operatore che si colloca in questa prospettiva, la famiglia non sarà inesistente o da sostituire, né sarà ininfluente o semplice risorsa da utilizzare; essa verrà piuttosto considerata come una parte integrante del sistema interattivo entro e attraverso il quale loperatore assolve le sue funzioni.

20 WORKSHOP LA FAMIGLIA COME RISORSA Cercheremo dunque di sviluppare il partenariato in positivo, la relazione daiuto è cooperazione e non correzione o imposizione di qualche cosa (Canevaro,2000). Significa andare nella direzione di una valorizzazione delle risorse della famiglia, piuttosto che nel costante riconoscimento delle difficoltà o limiti interni della famiglia stessa.

21 WORKSHOP LA FAMIGLIA COME RISORSA LOPERATORE, in effetti, può costruire delle teorie della famiglia, in modo più o meno consapevole, tali da rendere impossibile una progettazione partecipata. Ragionare in termini sistemici, invece, significa procedere in direzione di un nuovo modello: Si tratta di un modello che possiamo definire coevolutivo e che orienta un operatore ad interrogarsi sul significato che assume il proprio intervento con un utente allinterno della relazione fra questi e la sua famiglia e ad organizzare il suo intervento non semplicemente sulla base di ciò che ritiene.

22 VERSO UN APPRENDIMENTO INFORMALE Le persone imparano la maggior parte di ciò che occorre loro in modo informale; le organizzazioni investono il 75% del tempo e del budget in modalità di apprendimento formali. Per invertire la rotta, occorre: Creare occasioni di apprendimento e socializzazione delle conoscenze Usare nuovi linguaggi Far leva sui modi naturali di apprendimento

23 ESPERIENZE REALIZZATE E REALIZZABILI 1. LA PEDAGOGIA DELLA CONVIVIALITA ovvero passare del tempo con i genitori e i ragazzi insieme, in un ambito di leggera convivialità, fare esperienza di stare insieme per vedere un film, andare allhammam, mangiare dopo aver condiviso lorganizzazione insieme, fare una passeggiata a tema.

24 ESPERIENZE REALIZZATE E REALIZZABILI 2. Il GIOCO INSIEME genitori e bambini guidato da tecnici di laboratorio, utilizzando le tecniche di educazione socio-affettiva che si utilizzano nei percorsi con i bambini. Rivolto alla fascia che ha bambini che frequentano la scuola materna ed elementare.(esperienza della cooperativa Caracol di mondovì) (6 ore)

25 ESPERIENZE REALIZZATE E REALIZZABILI 3. WORLD CAFE un metodo efficace per dare vita a conversazioni informali vivaci, concrete e costruttive sulle più varie questioni di vita o di organizzazione di una comunità. È un format molto flessibile che fa dialogare molte persone insieme, lasciando a tutte lo spazio per lespressione. Nelle sessioni di world café si sviluppano comprensioni condivise degli argomenti trattati, è uno stimolo a convergere verso iniziative che uniscono. (sperimentarlo una volta come fruitori – una volta come organizzatori, magari come esperienza pilota con i genitori di una scuola)


Scaricare ppt "RIVOLI 2013. INTEGRARE? Dal titolo al significato INTEGRARE LE COMPETENZE DEGLI OPERATORI PER PREVENIRE E GESTIRE IL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI integrare:"

Presentazioni simili


Annunci Google