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Carlo Magno.

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Presentazione sul tema: "Carlo Magno."— Transcript della presentazione:

1 Carlo Magno

2 Sommario Biografia Incoronazione imperiale Rinascimento carolingio
Rinascimento culturale Reclutamento militare Successione La spada

3 Biografia Carlo, detto Magno ("Il grande"), o Carlomagno fu re dei Franchi e dei Longobardi e Imperatore del Sacro Romano Impero. Carlo nacque il 2 aprile 742 o 747, primogenito di Pipino il Breve ( ), primo dei re Carolingi. Alla morte di Pipino il regno fu diviso tra Carlo e suo fratello Carlomanno. Quando questi morì nel 771, all'età di soli 22 anni, a Carlo restò il regno unificato dei Franchi. Alcuni ritengono che il giovane re Carlo, assetato di potere, abbia ucciso il fratello ed in seguito abbia fatto rinchiudere od uccidere anche i figli di Carlomanno, legittimi eredi del padre, allo scopo di ascendere al trono di quest'ultimo egli stesso. Carlo estese via via i suoi domini con numerose campagne belliche di conquista: nel 774 conquistò il regno longobardo in Italia e divenne re anche di questo popolo. Conquistò poi la Sassonia, che cristianizzò forzatamente a conclusione di una sorta di guerra santa. Cercò di riprendere agli arabi almeno una parte della Spagna, ottenendo, in questo caso, la creazione di una "marca spagnola" (corrispondente, più o meno, alla attuale Catalogna). La campagna spagnola fu tutt'altro che trionfale, e non fu priva di momenti dolorosi e gravi sconfitte. Celeberrima è, poi, la rotta di Roncisvalle, dove la retroguardia franca subì una feroce imboscata da parte delle popolazioni basche, in seguito alla quale morì Rolando (conosciuto anche con il nome di Orlando),le cui gesta vennero narrate da Ludovico Ariosto nell’ Orlando Furioso e presumibilmente da Turoldo nella Chanson de Roland, suo conte palatino e duca della Marca di Bretagna. Sono da registrare, inoltre, le campagne contro gli Avari, popolazione di stirpe mongola, insediata nei pressi dell'attuale Ungheria. Alla fine delle campagne militari di Carlo Magno, il suo regno comprendeva una vasta parte dell'Europa occidentale. La notte di Natale dell'800 il papa Leone III lo incoronò imperatore. È quindi considerato il primo imperatore del Sacro Romano Impero anche se questa denominazione entrò in uso solo in seguito. Morì il 28 gennaio 814 e fu inumato nella Cappella Palatina. Suo successore fu l'unico dei figli che gli sopravvisse, Ludovico I il Pio. Dopo di questi, il regno fu suddiviso fra i tre figli sopravvissuti: Lotario, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico. Questi tre regni sono considerati l'embrione della Francia e del Sacro Romano Impero. Sommario

4 Incoronazione imperiale
Nella messa di Natale del 25 dicembre 800 a Roma, il Papa Leone III incoronò Carlo imperatore, titolo mai più usato in Occidente dalla abdicazione di Romolo Augusto nel 476. Esistono alcune fonti che parlano di questa incoronazione. In questo caso ne citiamo due: gli Annales e la Vita Karoli. La prima dice che Carlo venne incoronato imperatore seguendo il rituale degli antichi imperatori romani, gli venne revocato il titolo di patrizio ed acquisì il titolo di Augusto. La seconda dice che se quella sera Carlo avesse saputo delle intenzioni del papa, anche se era una festività importante, non sarebbe entrato in chiesa. Quindi, secondo questo documento, Carlo venne incoronato imperatore contro la sua volontà. La Vita Karoli racconta di come Carlo non intendesse assumere il titolo di Imperatore dei Romani per non entrare in contrasto con l'Impero Romano d'Oriente, il cui sovrano deteneva dall'epoca di Romolo Augusto il legittimo titolo di Imperatore dei Romani. Carlo riuscì ad ogni modo a mitigare le ire orientali, con l'invio di grandi ambascerie e un'estrema cordialità nelle missive. I Bizantini non riconobbero mai veramente il titolo imperiale d'Occidente, ma del resto non avevano alcuna reale possibilità d'intervento. Sommario

5 Citazione di papa Leone III
“A Carlo, Augusto, incoronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria.” Sommario

6 Rinascimento Carolingio
Spesso si parla a torto di Rinascimento Carolingio, volendo sottolineare la fioritura che innegabilmente si ebbe durante il regno di Carlo Magno in ambito politico e culturale. Ma il re franco, perseguì piuttosto una riforma in tutti i campi per poter "correggere" delle inclinazioni che avevano portato ad un decadimento generale in tutti e due i campi Sommario

7 Rinascimento culturale
La situazione culturale del regno sotto i merovingi e dei pipinidi era pressoché tragica. Carlo Magno dette impulso ad una vera e propria riforma nei vari ambiti culturali: in architettura, nelle arti filosofiche, nella letteratura, nella poesia. Il pessimo stato di erudizione del regno franco era testimoniato dal fatto che quasi tutti i maggiori letterati ed intellettuali di corte fossero di origine straniera. Alcuino era nato a York e quindi anglosassone, Paolo Diacono era longobardo, così come il grammatico Pietro da Pisa, ma anche Teodulfo d'Orleans era un goto scampato alle invasioni arabe in Spagna. Lo stesso sovrano era particolarmente interessato ad approfondire le sue conoscenze in ogni campo dello scibile. Allo studio approfondito delle sette arti liberali si dedicò con particolare perseveranza, soprattutto rivolse le sue attenzioni alla grammatica latina aiutato nello studio elementare da Piero da Pisa e da quello intermedio da Paolo Diacono. Approfondì retorica e dialettica, importanti per la sua azione di governo. Carlo amava circondarsi anche di poeti che davano avvio a vere e proprie gare di componimenti che il sovrano si compiaceva di giudicare. Da palazzo proveniva quell'indirizzamento culturale che uniformava l'intero impero. Anche a livello architettonico l'Imperatore si occupò di far restaurare i vecchi edifici e monumenti romani, ma la sua opera più ambiziosa rimane senza dubbio la cappella palatina di Aquisgrana, con tutto il complesso di costruzioni annesse. Aquisgrana e il suo palazzo dovevano costituire secondo Carlo Magno una terza Roma, o per il nuovo ruolo di popolo eletto da Dio assunto dai franchi, secondo Paolo Diacono doveva considerarsi "come una nuova Gerusalemme, in terra nostra". Carlo Magno godette di un importante seguito nella cultura europea. Uno dei grandi cicli letterari medioevali, il Ciclo Carolingio, è incentrato sulle imprese di Rolando (od Orlando), storico condottiero di Carlo sul confine bretone. Sommario

8 Rappresentazione della morte di Orlando
Carlo Magno piange la morte del conte Rolando Sommario

9 Reclutamento militare
Il reclutamento avveniva essenzialmente alla frontiera, nella zona di immediato svolgimento delle operazioni militari. I notabili più abbienti potevano permettersi armi e cavalli, nonché di convocare i vassalli diretti all'esercito. Anche i vassalli regi, nominati dall'Imperatore e che usavano circondarsi di piccoli eserciti privati, potevano senza alcuno dubbio espletare al servizio militare. A tutti costoro, compresi vescovi e abati, veniva calcolata una quota minima di soldati da portare al fronte, secondo il numero di unità di mansi coltivati divisa per quattro. Gli ecclesiastici potevano affiancare gli eserciti, ma spessissime volte ne erano esentati, pagando una tassa e nominando dei laici che potessero combattere al loro posto. Si poteva verificare che alcuni servi o liberti potessero avere l'onore di entrare nella clientela armata di un signorotto locale, quindi la chiamata alle armi non era strettamente connessa alla proprietà terriera. Perciò Carlo Magno emanò precise disposizioni secondo le quali "qualsiasi individuo abbia rapporti di vassallaggio, indipendentemente dalla sua condizione giuridica, sia considerato abile all'esercizio delle armi". I liberi avevano parecchie difficoltà a rispondere alla chiamata. Se i più ricchi allodiali, con qualche sforzo, riuscivano ad acquistare l'equipaggiamento necessario, i piccoli proprietari dovevano compiere sforzi considerevoli. Anche qui, i capitolari regi stabilivano minuziosamente come si doveva operare in questi casi: se un libero non riusciva a procurarsi l'armamento, altri tre dovevano provvedere al suo sostentamento. Il numero degli aiuti variava a secondo della campagna militare: durante la guerra contro gli avari, per ogni libero sei dovevano comprargli l'equipaggiamento, mentre per quella contro i Sassoni essi dovevano essere sette. Per le operazioni contro gli slavi ne bastavano solamente due. Anche l'armamento era regolato secondo precisi criteri: i più abbienti dovevano accorrere alla chiamata armati di spada lunga, spada corta, lancia, arco e faretra con frecce più un armatura costituita da una cotta di maglia e dalla cavalcatura. I liberi proprietari indipendenti potevano permettersi (unendo i loro sforzi) l'armatura e la cavalcatura. Si scoraggiavano i fanti più poveri a rispondere alla convocazione armati di solo bastoni indirizzandoli ed incoraggiandoli a costituire il loro equipaggiamento unicamente di arco con frecce. Sommario

10 Successione Carlo Magno, seguendo la tradizione franca, aveva previsto la spartizione del regno alcuni anni prima della morte. I confini spettanti a ciascuno dei suoi tre figli legittimi dovevano essere i seguenti: a Carlo spettavano la Neustria, l' Austrasia e parti della Baviera; a Ludovico l' Aquitania, la Borgogna più la Linguadoca. a Pipino il Regno d'Italia e la Provenza. Sfortunatamente, Carlo e Pipino morirono improvvisamente. L'Imperatore dovette affiancare Ludovico al governo del regno nel 811, nominandolo unico erede. Sommario

11 La spada Altachiara era la spada di Carlo Magno, detta pure "la Gioiosa". Tuttavia lo stesso nome figura pure nei racconti della Tavola Rotonda, attribuito alla spada di Lancillotto. L'origine del nome è ignota. Sommario

12 Canzone di Rolando: Descrizione di Carlo
L’imperatore sta in un gran verziere; Insieme con lui Rolando e Olivieri, Sansone, il duca, e Ansegi, Il terribile, Goffredo d’Angiò, del re gonfaloniere; E del pari c’erano e Gerino e Gerieri. Là dove questi stavano, degli altri c’era un gran numero; Della dolce Francia ce n’è quindici migliaia. Su bianchi drappi siedono i cavalieri: Alle tavole giocano, per divertirsi, E ali scacchi i più capaci e i vecchi, e tiran di scherma i giovani allievi spediti. Sotto a un piano, accanto ad un biancospino, Un trono qui han fatto, tutto d’oro puro; Là siede il re che della dolce Francia è signore. Bianca la barba e tutto fiorito il capo, Bello il corpo ed il sembiante fiero; Se c’è chi lo cerca, non occorre indicarglielo. Sommario


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