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Università di Napoli “ L’Orientale”- Dipartimento di Scienze Sociali Dottorato internazionale in Storia delle donne e dell’identità di genere in età moderna.

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Presentazione sul tema: "Università di Napoli “ L’Orientale”- Dipartimento di Scienze Sociali Dottorato internazionale in Storia delle donne e dell’identità di genere in età moderna."— Transcript della presentazione:

1 Università di Napoli “ L’Orientale”- Dipartimento di Scienze Sociali Dottorato internazionale in Storia delle donne e dell’identità di genere in età moderna e contemporanea SOCIOLOGIA E STORIA Una relazione complicata? Anna Maria Zaccaria 29 aprile 2009

2 Paul Veyne “ La sociologia è una storia che ignora se stessa (…) una parafrasi spesso molto felice della vita vissuta” Fernand Braudel “ La storia completa svuota la sociologia” L’antitesi (Popper ed altri): la storia descrive eventi singoli, singolari e unici ( pur ripetibili); la sociologia ricerca connessioni di eventi (regolarità, costanti, uniformità di accadimento, di rapporto, di processi, raffigurabili in leggi.

3 Storia e sociologia: non differiscono nei fini, piuttosto si distinguono nelle prospettive che però sono complementari (Levy-Strauss 1958). E’ soprattutto una questione di metodo. Storico  ricostruisce corso dei fenomeni nel tempo organizzando i dati in rapporto alle espressioni palesi e coscienti (approccio descrittivo) Sociologo  organizza i dati in rapporto alle espressioni inconscie e latenti della vita sociale = oggetti complessi, composti da elementi i cui comportamenti sono comprensibili soltanto in relazione al complesso in cui sono inseriti (interazione sociale, comunicazione sociale informali ed implicite, schemi culturali..) (approccio comprendente )

4 Per es. Tipologie e tipi… Storia Utilizza correntemente tipologie implicite, non costruite secondo regole logiche: protestantesimo, capitalismo, liberismo, economia urbana… Le utilizza in maniera variabile: capitalismo come strumento che permette paragoni tra epoche diverse / collante tra dati empirici relativamente non strutturati

5 Sociologia Il tipo ideale weberiano “ si forma partendo dall’accentuazione di uno o di vari punti di vista e dalla sintesi di moltissimi fenomeni individuali concreti, diffusi, discreti, più o meno presenti, che vengono organizzati sewcondo questi punti di vista messi in rilievoi onde formare una costruzione analitica unitaria. Nella sua purezza concettuale questa costruzione mentale non si trova mai nella realtà” (Saggio sulla storia della scienza,1965) La nozione di struttura: elemento permanente di un sistema (o in lenta evoluzione), non immediatamente osservabile. Sulle strutture si innestano le fluttuazioni brevi ( congiunture). Strutture elementari della parentela (Levy-Strauss 1968):oltre la comprensione delle forme del vincolo familiare e scambi matrimoniali, aiuta a capire gli scambi sociali, le funzioni sociali delle istituzioni, i vincoli di associazione e subordinazione ( rapporti di potere/strutture mentali)

6 I sociologi e la storia.. Durkheim (1888): “Lo storico non è un generalizzatore. Il suo ruolo particolare non è già di ropvare leggi, ma rendere ad ogni epoca, ad ogni popolo la sua individualità propria e la sua fisionomia particolare (..) non si contenta di descriverli ( i fenomeni), li lega gli uni agli altri, ne cerca le cause, le condizioni. Perciò fa induzioni ed ipotesi..” Pareto : la storia è un seguito di fatti resuscitati dallo storico attraverso un racconto, costruito secondo il metodo cronologico, individualizzando i fatti nella maniera più precisa possibile. Nelle scienze sociali non si possono fare controlli  utilizzare soprattutto l’osservazione. Weber: La comprensione del fatto sociale esige che si ricorra a proposizioni generali, e queste non possono essere dimostrate se non a partire da analisi e paragoni storici

7 …gli storici e la sociologia Croce: la sociologia non esiste in quanto disciplina cognitiva. La storia è scienza di tutte le scienze. La sola forma di conoscenza è quella storica. In Francia : Bloch, Fevre, gli Annales … I più interessanti libri francesi di sociologia sono scritti da storici… Ma da qui in avanti il dibattito va sempre più nella direzione di una forte complementarietà

8 La società è storia. Non è soltanto l’agire sociale di una pluralità di persone, né una forma qualsiasi di organizzazione sociale. E’ anche il movimento e il cambiamento di una collettività attraverso il tempo. Importanza della sociologia dinamica (Comte): studia il progresso = trasformazione della società attraverso la storia dell’umanità (Marx, Engels, Spencer, Weber, Pareto..). Agire storico = insieme delle attività dei membri di una società, che per natura o per scopo, provocano, intensificano, frenano o impediscono le trasformazioni dell’organizzazione nella sua totalità o in alcune delle sue parti (Roscher 1992). Base del metodo sociologico, come aspetto dell’agire sociale.

9 La conciliazione weberiana La ricerca della spiegazione causale è indispensabile per la Storia e per la Sociologia. Causalità storica // causalità sociologica: Storiografia  cause = condizioni uniche che hanno prodotto un evento considerato nella sua irripetibile singolarità. Sociologia  cause = condizioni possibilmente ricorrenti in base alle quali si stabilisce un rapporto tra due tipi di fenomeni aventi carattere di possibile generalità (costellazioni di cause)

10 Sociologia comprendente: operazioni intese a comprendere il significato che una certa azione aveva o ha per il soggetto che la compie. Comprensione: fondata non su intuizioni, ma su rigoroso procedimento di spiegazione causale, fondato sull’accertamento empirico dei fatti e sulla loro concatenazione mediante leggi generali. Azione causale e comprensione = inscindibilmente congiunte. Storia = intreccio seriale di azioni umane fornite di senso

11 Comprensione dell’azione sociale (umana) si fonda sulla possibilità di una sua interpretazione razionale  ricorso alle categorie di scopo e mezzi: –L’azione esita da un “giudizio di necessità condizionato, che determina la conformità dei mezzi disponibili al raggiungimento dello scopo perseguito e che richiede il riferimento a regole empiriche, cioè il ricorso alla considerazione causale generalizzante nel senso della “legalità” –Ma è anche agire nutrito di senso, cioè basato sul riferimento all’agire di altri ( aspettative).

12 La sociologia storica Intreccio di storia e sociologia nella prassi di ricerca. Becker e Barnes (1938): opere che intendono fornire, sulla base di dati empirici e di un procedimento rigorosamente scientifico, risposte a quesiti del tipo: In che modo le condizioni dell’umanità si sono andate trasformando nel tempo? Quale è stata la tendenza generale dello sviluppo sociale fino ad oggi? Esistono cicli delle vicende sociali che se fossero scoperti potrebbero confermare la verità della massima secondo la quale la “storia si ripete?”

13 Notevole sviluppo nell’ 800 per:  Consolidamento e diffusione del metodo comparativo in tutte le scienze sociali  Accumulazione delle conoscenze  Affinarsi delle tecniche di verifica  Affinarsi ( e moltiplicarsi) delle fonti (Marx, Spencer, Weber..) Declino nella prima metà del 900 (con pausa funzionalista)

14 Ripresa (alla grande) nel secondo 900: Halbwachs – variazioni morfologiche indotte dal conflitto urbano nella Parigi nella seconda metà 800 Znaniecki- ruolo degli intellettuali nel promuovere la formazione di una identità nazionale Polany – la grande trasformazione Bendix – formazione delle ideologie imprenditoriali tra 18° e 19° secolo in Inghilterra e Russia Wallerstein – il capitalismo storico Cavalli – l’organizzazione del consenso nell’Italia postunitaria …….. Il filone degli studi di Comunità

15 Karl Polany la Grande trasformazione Oggetto: crisi delle istituzioni liberali e grande trasformazione da esse subita negli anni 30, di cui ricerca le origini nell’Inghilterra ricardiana e nelle caratteristiche proprie della “società di mercato” confrontate con quelle delle società primitive. A cavallo tra storia, economia, antropologia e sociologia Idea centrale: capovolgimento dell’idea liberale che la società di mercato costituisca un punto di approdo naturale nelle vicende delle società umane. Piuttosto è frutto di un deliberato intervento del potere statale sulle forze che tendono a perpetuare i vecchi equilibri sociali. Metodo: ricerca retrospettiva delle origini della società di mercato, del trapasso dal mercantilismo alla produzione industriale

16 Civiltà del XIX secolo fondate su 4 istituzioni: Equilibrio tra le potenze ( Pace dei cento anni 1815- 1914) Base aurea (il ruolo dell’Alta Finanaza) Mercato autoregolantesi Stato liberale Economia di mercato = singolare aberrazione : sistema controllato e diretto soltanto dai mercati, autoregolantesi attraverso produzione e distribuzione delle merci; fondato sull’aspettativa che gli esseri umani tendano solo ad un massimo guadagno monetario; lavoro terra e moneta sono oggetto di mercato ed hanno un prezzo.  Disembedding…

17 “ Al centro della rivoluzione industriale del diciottesimo secolo ci fu un miglioramento quasi miracoloso degli strumenti di produzione che fu accompagnato da un catastrofico sconvolgimento delle vite della gente comune “ (45) “La nostra tesi è che una valanga di sconvolgimento sociale, che superava di gran lunga quello del periodo delle recinzioni, si abbattè sull’Inghilterra; che questa catastrofe accompagnò un vasto movimento di progresso economico; che un meccanismo istituzionale completamente nuovo cominciò ad agire sulla società occidentale; che i suoi pericoli (,,) non furono mai superati(..). La rivoluzione industriale fu soltanto l’inizio di una rivoluzione tanto estrema e radicale quanto mai(…), Tuttavia il nuovo credo eratotalmente materialista e sosteneva che tutti i problemi umani potessero essere risolti per mezzo di una quantità illimitata di beni materiali” (53-54) “La trasformazione dalla precedente economia ( agricola) a questo sistema ( mercato autoregolantesi) è così completa che assomiglia più alla metamorfosi del bruco che non a qualunque altra alterazione che possa essere espressa in termini di crescita e di sviluppo continuo” (54) …. (segue lett. Testo)

18 “ Nientedimeno che un pensatore come Adam Smith suggeriva che la divisione del lavoro nella società era dipendente dall’esistenza dei mercati, o così come egli poneva il problema della >. Da questa frase doveva poi nascere il concetto dell Uomo Economico” (58). Questa particolare propensione spingeva la razza umana verso tutte le sue attività. “Il guadagno e il profitto nello scambio non hanno mai svolto prima una parte importante nell’economia, e per quanto l’istituzione del mercato fosse abbastanza comune a partire dalla tarda Età della Pietra, il suo ruolo era soltanto incidentale nei confronti della vita economica”(57).

19 Divisione del lavoro = fenomeno antico quanto la società, che nasce da differenze inerenti al sesso, alla geografia e alle doti individuali. In pratica: Le relazioni economiche sono intessute (embedded) nelle relazioni sociali e non possono essere comprese se non situate in tal senso. Assolvono una funzione di regolazione sociale (normativa), assicurando la continuità dei gruppi e delle società. Sostengono società fondate sui principi della reciprocità e della redistribuzione (non primariamente associati all’economia). I beni di scambio non hanno un valore monetario, così come non lo ha il lavoro. Il lavoro di uomini e donne ha lo stesso valore e configura attività complementari

20 Principio della reciprocità (simmetricità): Opera soprattutto in rapporto all’organizzazione sessuale della società, cioè alla famiglia e alla parentela. Contribuisce a salvaguardare tanto la produzione che il mantenimento della famiglia. Principio della redistribuzione (centricità): È soprattutto valido per tutti quelli che sono sotto un capo comune, ed ha perciò carattere territoriale Parte essenziale del sistema esistente di divisione del lavoro.

21 Studi sul Dahomey, sulla Melanesia… Prendiamo Malinowski su arcipelago melanesianoTobriand (nord est Nuova Guinea): Agricoltura e pesca Commercio e scambio Economia inserita nei rapporti sociali, secondo i principi della reciprocità economica e della centralità-redistribuzione… Reciprocità come base della struttura sociale

22 Reciprocità e organizzazione duale ovvero: la forza vincolante degli obblighi economici Reciprocità economica fondata sulla regolazione duale dei legami matrimoniali: esogamia matrilinearità nel lignaggio donne come tramite della reciprocità delle alleanze i fratelli lavorano per i cognati le doti che escono devono rientrare i matrimoni tra coppie di fratelli sono da evitare l’erede del capo è il figlio della sorella ruoli economici complementari tra M e F con attribuzione di pari valore (non monetario) alle attività scambio di beni e servizi i conflitti scoppiano se non si osservano le regole e si risolvono attraverso il controllo sociale ( espulsione devianza)

23 Centralità e redistribuzione Tutti devono al capo, perché poi il capo possa dare a tutti ( secondo i suoi criteri…) Scambio di beni, prodotti, servizi Regole che assicurano la continuità dei gruppi (che valgono anche per il capo!)

24 E poi Levy-Strauss: il matrimonio tra cugini incrociati (non tra paralleli) Il problema dell’incesto: o spiegazioni di tipo biologico ospiegazioni “psichiche” oDurkheim: è una regola sociale, che rimanda ai principi dell’esogamia oLevy-Strauss: ha le sue radici nella natura ma possiamo coglierla solo come regola sociale; è il passaggio dalla consanguineità alla ereditarietà; garantisce la circolazione dei beni dentro la comunità ( apertura dei network, perché ricompongano il cerchio, evitando verticalità di rapporti). Es. del dono della carne.. (p.78) “ all’interno della famiglia l’autorità riposa sul possesso e controllo del cibo”

25 Cosa succede con il capitalismo ? Emmanuel Wallestein: Il C. è prima di tutto ed essenzialmente un sistema sociale storicamente determinato, in cui il capitale comincia ad essere adoperato con l’obiettivo e l’intento primario della sua autoespansione (3-4) Ha portato alla mercificazione generalizzata di processi (di scambio, produzione, distribuzione, investimento) E alla mercificazione di: terra, lavoro, moneta …..

26 Ha generato il lavoro salariato  un mercato del lavoro e la proletarizzazione della forza-lavoro. Cambia la configurazione interna dell’aggregato domestico (household), che è l’unità economica di calcolo razionale in termini di remunerazione e di spesa: lavoro produttivo = porta denaro lavoro non produttivo = attività di mera sussistenza, che non produce surplus appropriabile Da ciò l’istituzionalizzazione della divisione tra i sessi (13- 14):  l’adulto maschio procura salario (= produttivo)  l’adulta femmina è catalogata come “donna di casa” (non produttiva)

27 E allora… L’economia capitalistica rompe lo schema della reciprocità Le attività maschili e femminili non hanno più lo stesso valore Perde importanza il lavoro delle donne, ma anche quello dei vecchi e dei fanciulli ( cha avevano invece pari valore a quello degli uomini adulti nelle società regolate dalla solidarietà meccanica) Nella nuova stratificazione gerarchica ha più importanza chi porta il salario La struttura sociale si complessifica e la sua organizzazione perde circolarità e tende a verticalizzarsi

28 Queste dinamiche si riproducono anche nel “sistema delle economie-mondo”, senza arginare le tensioni distruttive che cova nel suo seno (disoccupazione, tensioni sociali, pressioni sulle / delle economie internazionali, rivalità imperialistiche….) Tutti processi che non possono essere “compresi” se non collocati nella loro dimensione storica….

29 Bibliografia di riferimento Busino G., Sociologia e storia, Guida 1975 Levy-Strauss C., Le strutture elementari della parentela, Feltrinelli 1967 Malinowski B., Diritto e costume nella società primitiva, New Compton 1976 Polanyi K., La grande trasformazione, Einaudi 1994 Rocher G., Introduzione alla sociologia generale, SugarCo 1992 Wallerstein I., Il capitalismo storico, Einaudi 1985 Weber M., Saggi sul metodo delle scienze storico-sociali, Ed. Comunità 2001


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