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Febbraio-marzo 2012 Sonia Claris

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Presentazione sul tema: "Febbraio-marzo 2012 Sonia Claris"— Transcript della presentazione:

1 Febbraio-marzo 2012 Sonia Claris
L’IRC IN UN CONTESTO DI PLURALISMO CULTURALE E RELIGIOSO Strategie didattiche e indicazioni per l’educazione interculturale Febbraio-marzo 2012 Sonia Claris

2 Religione In sociologia l’alternativa è spiegare (Durkheim) o comprendere la religione (Weber). Paradigma funzionalista / paradigma fenomenologico. Prospettive che coniugano elementi appartenenti ad entrambe le prospettive di ricerca: Peter Berger rilegge le funzioni sociali della religione a partire dal nucleo esperienziale della religione (contatto con il sacro) che essa contiene e dalla sua intersezione con la vita quotidiana. Clifford Geertz considera la religione un sistema culturale, a partire dalla sua dimensione simbolico-significativa.

3 Religione e educazione
Educazione alla religione Educazione religiosa 1) Quali sono i bisogni educativi odierni? 2) Quali contributi educativi vengono dalla religione /dalle religioni? Quali dimensionidella religione ‘aiutano’ il processo educativo ? 3) Quali i compiti educativi delle religioni in contesti plurali ?

4 Uomini globali/locali
Laicità neutrale e integralismo religioso. Pace /conflitti religiosi. Scientismo e superstizione. Frantumazione dell’Io e incremento delle possibilità di conoscenza e di informazione. Immediato/mediato (ulteriore)

5 Le 3 dimensioni del binomio ‘ Religione e educazione’
La dimensione antropologica:EDUCARE IL SENSO RELIGIOSO La dimensione culturale: EDUCARE ALLA COMPRENSIONE DEI SIMBOLI RELIGIOSI La dimensione personalistica : EDUCARE L’UMANITA’ della PERSONA

6 La dimensione antropologica : educare il senso religioso
L’inettitudine del ‘piccolo d’uomo’ e le modalità proprie dell’educazione umana (il prendersi cura). Le domande di fondo sul mondo, la vita, il bene ed il male, Dio quali aperture proprie del senso religioso dell’uomo di ogni epoca e cultura. La ricerca dell’ ‘oltre’ e dell’ ‘altrove’ di Ulisse fino alla meraviglia enigmatica di fronte all’espansione delle galassie e alle scoperte della scienza.

7 La dimensione culturale: educare alla comprensione dei simboli religiosi
Il linguaggio religioso è altamente simbolico. Educare al pensiero simbolico e alla capacità ermeneutica dei propri simboli religiosi e di quelli di altre religioni. Via per la comprensione di arte, storia, cultura europea e non solo. La dimensione culturale della religione è strumento necessario per l’educazione di tutti.

8 Il significato I limiti biologici sono un vincolo, ma anche uno stimolo alla produzione di prodotti e di ‘protesi’ culturali per trarne vantaggio. La dimensione biologica viene trascesa attraverso i simboli culturali. I simboli culturali definiscono i significati che guidano le azioni.

9 Le azioni ed il loro significato ( frutto di attribuzione )
‘ ( …) Ma l’impegno nel digiuno dell’ebreo praticante in occasione dello Yom Kippur, o quello del musulmano durante il Ramadan, non possono certo essere contemplati in uno studio di fisiologia della fame’ Da J. Bruner, La ricerca del significato.Per una psicologia culturale.

10 La dimensione personalistica: educare l’umanità della persona
Confronto con il limite della creaturalità e della mortalità, misurarsi con la dimensione trascendente e metafisica dell’esistere. Incremento della gamma possibile delle relazioni con la realtà in tutte le sue dimensioni. Cura educativa e ‘alfabetizzazione’ in tutte e tre le dimensioni: educare il senso religioso, educare alla comprensione di simboli religiosi,educare la propria umanità.

11 Metodi per l’IRC Temi contrastivi, segnalando continuità e differenze.
Didattica per concetti come modello operativo dell’IRC. Impiegare procedure definitore e differenziali.

12 Scansione dei percorsi didattici
Esperienza degli alunni. Analisi (confronto tra le risposte della confessione cattolica, di altre confessioni, di altre religioni,di tipo etico o filantropico). Apprezzamento. Grado di padronanza dei concetti affrontati, rispetto al senso comune. (da Damiano E. (a cura di), La religione cattolica a scuola. Proposte operative per la scuola elementare, La Scuola, Bs 1989).

13 Indicazioni per l’educazione interculturale
Essere per tutti gli alunni; Mettere in stretto rapporto gli aspetti cognitivi con quelli educativi; Far collaborare l’integrazione scolastica con la più ampia integrazione sociale e, nella società, far interagire in modo integrato i contributi di tutte le agenzie educative presenti; Porre in primo piano l’educazione alla relazione propositiva, significativa e costruttiva; Visitare e ‘ reinterpretare’ tutte le discipline scolastiche ( la storia, la geografia, la lingua e la letteratura, l’educazione civica, in modo particolare); Educare alla duplice funzione della lingua : strumento di comunicazione ( veicolare ) e strumento di riconoscimento di se stessi ( lingua identitaria o materna); Seguire un approccio interdisciplinare, prevedendo la partecipazione di tutti gli insegnanti della scuola; Far uso della didattica narrativa; Valorizzare le capacità interpretativa; Educare alla dimensione poetica. S.Claris

14 Le piste suggerite dalla riflessione teorica
La filosofia del dialogo di M.Buber :Io-Tu. Il ‘ volto dell’altro’ di E. Lévinas La teoria dell’agire comunicativo di J.Habermas L’interpretare lo straniero di T.Sundermeier S.Claris

15 Ermeneutica (contributi di Theo Sundermeier)
La teoria ermeneutica si interessa proprio delle procedure e delle dinamiche attraverso cui si svolge la comprensione. Le discipline da interrogare sono : l’etnologia ( ‘ scienza dello straniero’), la storia dell’arte,in quanto riflette sul problema dell’interpretazione, la filosofia, le teorie della comunicazione, la storia delle religioni. LE OPERE ARTISTICHE CI AIUTANO A CAPIRE COSA VUOL DIRE COMPRENDERE. GLI ARTISTI ,SOTTO MOLTEPLICI ASPETTI , POSSONO ESSERE AVVICINATI AGLI STRANIERI, in quanto spesso anticipano sensibilità, modi di sentire, emozioni, pensieri, sfidano pregiudizi. S.Claris

16 L’ermeneutica della differenza…serve perché
- aiuta a comprendere ciò che è diverso, senza predefinirlo; - aiuta il vivere una ‘ giusta’ vicinanza S.Claris

17 DI FORNTE A CIO’ CHE E’ STRANIERO
ATTEGGIAMENTO SOGGETTIVO CONSIDERAZIONE OGGETTIVA LIVELLO DI AZIONE Livello fenomenico Epochè Analisi descrittiva Percezione della distanza Livello segnico Simpatia Contestualizzazione Osservazione partecipante Livello simbolico Empatia Analisi comparativa Identificazione ( parziale) Livello di rilevanza Rispetto Traduzione/ trasferimento a noi Convivenza LIVELLI DI COMPRENSIO NE DELLO STRANIERO S.Claris

18 A B S.Claris

19 Schema di Yagi E’ la linea p ( parete) che delimita il primo spazio e che costituisce entrambi gli spazi ( A) e ( B).Senza questa parete non ci sarebbero né spazio A, né spazio B.Entrambi dipendono da questa parete. Il momento ermeneutico è il seguente : ciò che mi costituisce è ciò che mi separa dall’altro…: è parete e fronte. Legge matematica definita ‘prima legge di costruzione ‘ ( G.Spencer Brown):’Trova una differenza.Chiamala la prima differenza.Dà un nome allo spazio che viene diviso o tagliato da questa differenza’. LA DIFFERENZA E NON L’IDENTITA’ E’ POSTA COME BASE DELLA POSSIBILITA’ DELLA COMPRENSIONE. Lo spazio del comprendere è uno spazio mediato, come lo SPAZIO DELLA FESTA ( che sostituisce l’ospitalità delle società tradizionali) S.Claris

20 Modelli per guardare lo straniero
Modello dell’uguaglianza Modello dell’alterità Modello della complementarità Modello del riconoscimento della differenza attraverso ‘ accompagnamenti rituali’(sospensione temporanea della ‘ normalità’ della propria cultura.) Il pensiero che interconnette di E.Morin : -principio sistematico ( il tutto è più della somma delle parti) - principio ologrammatico ( il tutto è iscritto nella parte) - il principio della retroazione - il principio dell’anello ricorsivo ( gli uomini producono la cultura,ma la società , mediante il linguaggio e la cultura simbolica forma l’umanità degli uomini.) - il principio dell’autonomia / dipendenza ( dalla propria cultura) - il principio dialogico - il principio del riportare la centralità del soggetto conoscente S.Claris

21 Mediatori didattici prevalenti
Metodologia Mediatori didattici prevalenti NARRATIVA SIMBOLICI DECOSTRUTTIVA SIMBOLICI, ICONICI LUDICA ATTIVI E ANALOGICI PRAGMATICA ATTIVI S.Claris

22 Competenza interculturale : una prima articolazione
1° filone IDENTITA’ –ALTERITA’ 2° filone NARRAZIONE E RACCONTO DI SE’ 3° filone DIALOGO E COMUNICAZIONE (l’agire comunicativo e dialogico) 4°filone COSTRUZIONE DI SIGNIFICATI E COMPRENSIONE ERMENEUTICA 5° filone PLURALITA’ DELLA MENTE E COMPLESSITA’ DELLA CONOSCENZA S.Claris

23 Chi è competente in dimensione interculturale ……
- possiede competenze comunicative,relazionali e si serve della narrazione ; - possiede competenze simboliche e culturali; - possiede competenze etiche e valoriali, con le quali ‘ fonda’ il dialogo con gli altri. S.Claris

24 Un esempio…. - Lettura di una conversazione effettuata in classe di scuola primaria e commento (non allegati)

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