OPERA DON GUANELLA – BARI

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OPERA DON GUANELLA – BARI
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OPERA DON GUANELLA – BARI
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 La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio o la domanda a Dio di beni conformi alla sua volontà. Essa è sempre un dono di Dio che viene ad incontrare.
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«Non glielo proibite» (Marco 9,38-40) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale
«Effatà, cioè, apriti!» (Marco 7,31-37) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale
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OPERA DON GUANELLA – BARI PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera» Anno Pastorale 2015-2016 (Marco 9,14-29)

Strumenti per capire È l’ultimo degli esorcismi operati da Gesù (gli altri: nella sinagoga di Cafàrnao [Mc 1,23-26]; nel territorio dei Geraseni [Mc 5,1-20]; la fi­glia della donna siro-fenicia [Mc 7,24-30]).

La descrizione del fatto fa però supporre che ci si trovi davanti a una caso di epilessia. Il padre del ragazzo che chiede aiuto a Gesù, riceve l’assicurazione che «tutto è possibile per chi crede», e grida: «Credo, ma tu aiutami nella mia incredulità!».

È la perfetta espressione della fede secondo Marco: una fede permeata d’incredulità, che trova nell’umiltà e nel­l’abbandono in Gesù la sua unica forza. La feroce resistenza del demonio può essere vinta solo con la preghiera e dalla fede.

v. 14 scribi che discutevano con loro v. 14 scribi che discutevano con loro. Gli scribi (maestri, «dottori» del­la legge, esperti conoscitori delle Scritture), appartenenti in gran parte al gruppo dei farisei, si impegnavano nella esatta conoscenza della legge e della tradizione e, per promuoverne la stretta osservan­za, esercitavano un costante insegnamento sotto forma di discussio­ne.

Il gioco di domande-risposte era il loro metodo Il gioco di domande-risposte era il loro metodo. Da autentico rabbi, Gesù adottò lo stesso metodo con i discepoli e con la folla.

v. 18 ma non ci sono riusciti v. 18 ma non ci sono riusciti. La TOB traduce: «Non ne hanno avuto la forza» (con allusione a Mc 3,27). È il dramma del fallimento dei discepoli dopo i «successi» precedenti! Cfr. Mc 6,13.30.

v. 19 O generazione incredula v. 19 O generazione incredula. Espressione già impiegata in Mc 8,12 e 8,38 che richiama gli ebrei nel deserto dove tentarono Dio pretendendo sempre nuove prove della sua potenza (Nm 14,11.22.27).

Questo termine compare pure in dichiarazioni esplicite di condanna (Dt 32,5.20; Sal 95,10; Mt 11,16; At 2,40; Fil 2,15). È anche il grido (gemito) di Gesù frustrato dalla incapacità dei discepoli a credere (cfr. Mc 6,6).

v. 22 Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci. «Se tu puoi v. 22 Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci. «Se tu puoi!». È come la supplica del lebbroso (Mc 1,40) o il grido di Bartimèo il cieco (Mc 10,47-48).

vv. 23-24 Tutto è possibile per chi crede. [ vv. 23-24 Tutto è possibile per chi crede. [...] Credo, aiutami nella mia incredulità. La forza del credente, la sua fede ancora incredula, è la consapevolezza dell’assoluta necessità di avere fiducia nella forza Dio (Mc 5,36; 10,27; 11,22-24; Lc 17,5-6): è la totale apertura dell’uomo all’azione di Dio.

v. 27 lo sollevò ed egli si alzò in piedi v. 27 lo sollevò ed egli si alzò in piedi. I verbi greci egheiro e anistemi tra­dotti con «sollevare», «svegliarsi» «svegliarsi» «alzarsi» (cfr. Mc 1,31: guarigione della suocera di Pietro; Mc 2,11: guarigione del paralitico; Mc 5,41: guarigione della figlia di Giàiro) sono usati negli annunci della passio­ne e risurrezione (Mc 8,31; 9,31; 10,34) in tal modo il loro significato pasquale viene preparato lungo tutto il vangelo.

v. 29 se non con la preghiera v. 29 se non con la preghiera. In numerosi manoscritti c’è l’aggiunta: e il digiuno. Questa variante nasce probabilmente dalla tradizione biblica che abbina spesso preghiera e digiuno (Sal 35,13; Mt 17,21; Lc 2,37; At 13,3).

Piste di riflessione La fede è un dono che Dio offre a tutti. L’unica condizione per ri­ceverlo è quella di chiederlo. Così accogliamo la forza di Dio che viene in nostro aiuto. Per questo nulla è impossibile a chi ha fede.

La nostra libertà non è credere o non credere, bensì desiderare e chiedere a Gesù con umiltà: “Credo che tu puoi aiutarmi nella mia incredulità: donami la fede”. Sia chi crede di credere, sia chi crede di non credere è chiamato a ripetere questa invocazione.

Non sappiamo parlare perché non sappiamo ascoltare; e non sap­piamo ascoltare perché il nostro orecchio è già pieno di tante al­tre parole.

La exousia (autorità e forza) di operare miracoli è stata data da Gesù ai discepoli affinché sappiano che la loro preghiera è più potente di quanto credono: la potenza di Dio esplode sempre quando la fede è presente.

Suggerimenti per pregare Chiedere al Signore di «non indurci in tentazione» (e lo diciamo ogni giorno nel Padre nostro). La tentazione è quella dell’aposta­sia: perdere la fede nella paternità di Dio e cadere nelle mani del­lo spirito muto, che ci impedisce di dire: «Abbà», la parola che ci fa figli;

- di liberarci dalle menzogne di satana per essere capaci di ascoltarlo e di rispondergli; di fare appello alla sua misericordia, che viene in aiuto ai nostri bisogni, e in particolare al nostro bisogno più profondo, che è quello di affidarci a lui.

Ringraziare per il dono della fede, che il Padre offre a tutti;

- perché Dio è fedele nonostante le nostre infedeltà.

Signore Gesù, non è sulla mia poca fede che mi appoggio, ma sulla tua fedeltà: aiutami nella mia incredulità, donami la fiducia piena in te e liberami da ogni male dell’anima e del corpo. Amen.