CONFERENZA NAZIONALE SULLA POLITICA ENERGETICA IN ITALIA Bologna, 18 – 19 Aprile 2005 CONSIDERAZIONI IN MERITO AI BENEFICI ENERGETICO-AMBIENTALI DEI CICLI.

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CONFERENZA NAZIONALE SULLA POLITICA ENERGETICA IN ITALIA Bologna, 18 – 19 Aprile 2005 CONSIDERAZIONI IN MERITO AI BENEFICI ENERGETICO-AMBIENTALI DEI CICLI COMBINATI E DEL TELERISCALDAMENTO ASSOCIATO Iginio Di Federico *, Giacomo Bizzarri * * Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara, via Quartieri 8, 44100, Ferrara, Lo sviluppo dei cicli combinati ha portato in questi ultimi anni a generare numerose iniziative, interessanti lintero territorio nazionale, mirate alla realizzazione di centrali termoelettriche che utilizzano questa tecnologia, rendendo così disponibile rilevanti quantità di cascami entalpici potenzialmente utilizzabili per teleriscaldamento urbano. Nella presente nota, unitamente allanalisi della consistenza dei benefici ambientali conseguibili con lutilizzo dei cascami entalpici in termini di risparmio di combustibili fossili e di contenimento delle emissioni di inquinanti in atmosfera, viene riportato un censimento della dislocazione territoriale degli interventi ad oggi approvati. In conclusione viene effettuato un bilancio complessivo dei benefici energetici e ambientali conseguibili. Il problema dellapprovvigionamento energetico in Italia costituisce oggi un forte vincolo allo sviluppo, che in futuro potrà anche minacciare lo stesso mantenimento dello status quo raggiunto dal nostro sistema produttivo allinterno del più vasto scenario mondiale. La necessità di un potenziamento del sistema energetico deve oggi coesistere con lesigenza di contenere le emissioni in atmosfera di determinati inquinanti che risultano nocivi per la salute delluomo e la conservazione dellambiente. Avendo queste esigenze come riferimento, questa nota si è posto lobiettivo di valutare in che termini la politica energetica realizzata in Italia con il Decreto Marzano, sia risultata efficace. I risultati ottenuti hanno confermato la potenziale efficacia delle scelte rese possibili dal Decreto, che pertanto si configura come uno strumento di intervento senzaltro concreto. Per quanto concerne i benefici energetici ed ambientali, la messa in esercizio delle nuove centrali a ciclo combinato consente di sfruttare più efficacemente lenergia termica del combustibile fossile, in quanto caratterizzate da rendimenti decisamente superiori a quelli dei cicli convenzionali. Questa soluzione tecnologica consente inoltre una riduzione delle emissioni inquinanti che risulta, in base alle analisi sviluppate, senzaltro significativa. Lanalisi sviluppata ha inoltre consentito di individuare i casi di nuove centrali nei quali è previsto anche lutilizzo dei cascami entalpici per lalimentazione delle reti di teleriscaldamento urbano, e di procedere quindi alla stima dei benefici energetici ed ambientali conseguenti alla eliminazione delle centrali termiche condominiali in termini di risparmio di gas metano e di decremento delle emissioni inquinanti in atmosfera. I BENEFICI DEI CICLI COMBINATI Un efficace strumento per ottimizzare la produzione di energia elettrica è dato dallincremento del rendimento medio di trasformazione dellenergia chimica del combustibile in energia elettrica. Ladozione di cicli combinati nella realizzazione di nuove centrali elettriche e/o nellambientalizzazione di quelle esistenti consente di aumentare sensibilmente la quantità di energia elettrica prodotta a parità di energia primaria fossile utilizzata. Qualora poi la centrale termoelettrica sia realizzata in modo da sfruttare i cascami entalpici resi ai condensatori dei cicli di potenza a vapore per alimentare reti di teleriscaldamento, il rendimento totale dellimpianto a ciclo combinato raggiunge livelli di assoluta eccellenza. Indipendentemente dal protocollo di Kyoto, è poi buona norma adottare sistemi impiantistici che consentano di limitare il più possibile la emissione in atmosfera di sostanze, inquinanti che possono costituire una seria minaccia per la salute umana soprattutto negli ambienti urbani, caratterizzati da deboli dinamiche atmosferiche. Realizzare centrali a ciclo combinato e possibilmente integrare queste con una rete di teleriscaldamento (o di cogenerazione industriale), consente di abbassare notevolmente le emissioni specifiche (riferite cioè al kWh di energia elettrica prodotta) grazie agli elevati rendimenti di trasformazione, mentre, sostituendo le caldaie condominiali con gli scambiatori della rete di teleriscaldamento, consente di eliminare un elevato numero di generatori puntuali di energia termica (e di emissioni inquinanti). Infine un impianto centralizzato permette ladozione delle migliori tecnologie possibili per labbattimento degli inquinanti e il mantenimento dellassetto di massima efficienza. La stessa emissione da camini alti svariate decine di metri, piuttosto che da impianti con emissioni a basse quote, consente di diluire gli inquinanti con grandi volumi daria, sfruttando la più vivace dinamica atmosferica presente in quota e diminuendo drasticamente le ricadute. IL DECRETO NELLO SCENARIO ENERGETICO NAZIONALE combinati, sia grazie allutilizzo delle più moderne tecnologie per il contenimento delle emissioni inquinanti. E apparso opportuno valutare i benefici in termini di mancate emissioni ottenibili con la messa in servizio dei 19 nuovi impianti approvati, prendendo come riferimento una centrale a ciclo semplice caratterizzata da un rendimento elettrico del 40% alimentata con gas naturale. Tale scenario di studio è sicuramente cautelativo e tende a stimare per difetto i benefici dello shift ipotizzato. Produrre una quantità di energia elettrica LEFFICACIA DEL DECRETO MARZANO Il Decreto Marzano, del aprile 2002, costituisce una svolta nella politica energetica italiana: dopo anni di quasi assoluto immobilismo, avendo consentito il rafforzamento del sistema energetico su scala nazionale con la realizzazione di nuovi impianti termoelettrici a ciclo combinato caratterizzati da alti rendimenti. La conferma dellefficacia del Decreto sta nel numero di centrali approvate dalla sua emanazione al dicembre 2004: 40 le autorizzazioni rilasciate per la realizzazione di nuove centrali o ripotenziamento e ambientalizzazione dal Ministero delle Attività Produttive (M.A.P.), con 24 decreti di compatibilità ambientale rilasciati dal Ministero dellAmbiente e Tutela del Territorio (M.A.T.T.) – CVIA. Limitando lanalisi alle sole centrali a ciclo combinato, per le quali dal marzo 2002 al dicembre 2004 è stato conseguito sia il decreto di compatibilità ambientale del M.A.T.T. che lautorizzazione alla realizzazione da parte del M.A.P., si rileva che gli interventi da considerare sono pari a 19. Gli impianti interessano tutto il territorio nazionale, con una leggera prevalenza nellItalia Meridionale. Lo sfruttamento dei cascami entalpici a fini cogenerativi permette di incrementare ulteriormente i rendimenti di conversione dellenergia primaria in energia utile. Le grandi quantità di energia termica che normalmente vengono rilasciate al condensatore del ciclo a vapore dovrebbero, ove possibile, essere sfruttate per sostituire il maggior numero possibile di impianti puntuali di generazione di energia termica per uso industriale o civile. Limitandosi a considerare solamente il caso delluso civile, si può facilmente pervenire alla stima dei benefici conseguibili. Allo scopo sono state prese in esame le 19 centrali a ciclo combinato già approvate selezionando quelle che prevedono la connessione a reti di teleriscaldamento civile: complessivamente è risultato un impegno di 441 MW di energia termica utilizzabile a questo fine. La dislocazione delle centrali che prevedono la connessione a reti di teleriscaldamento, dispersa in tutto il territorio nazionale, rende problematico definire un parametro rappresentativo delle diverse condizioni di utilizzo. Si è pertanto ipotizzato cautelativamente di considerare una potenza termica efficace, definita come quella effettivamente sfruttabile nel teleriscaldamento, pari al 50% del valore di punta prima indicato. Poiché lutilizzo dei cascami entalpici per teleriscaldamento dipende dalla dislocazione geografica della rete e della connessa centrale, per la individuazione del periodo di funzionamento cui riferire il conteggio del fabbisogno di combustibile, si è fatto riferimento alle indicazioni della legge n. 10/1991 e ai successivi decreti di attuazione. Così operando è stato stimato un risparmio di circa 465 GWh di energia termica, dovuto allutilizzo del teleriscaldamento asservito ad alcune delle 19 nuove centrali. Per quanto attiene alla stima dei benefici in termini di emissioni, si è ritenuto significativo ipotizzare uno scenario, nel quale la rete di teleriscaldamento va a sostituire caldaie condominiali alimentate a gas metano, per omogeneità con le modalità di analisi precedentemente sviluppate. Tale scelta risulta cautelativa, in quanto considerare lattuale sistema di caldaie puntuali alimentate tutte con gas metano porta a sottostimare lentità delle emissioni dovute alle stesse. E stato così possibile stimare il risparmio di gas metano in 48 milioni e mezzo di Nmc. Mentre la stima dei benefici in termini di emissioni porta a evidenziare decrementi valutabili di decine di tonnellate di NOx e CO e di quasi tonnellate di CO2. Facendo lipotesi che queste nuove centrali vadano a sostituire vecchie centrali termoelettriche, è evidente che a parità di energia elettrica prodotta, gli elevati rendimenti consentono un minor consumo di energia primaria fossile. Ma il principale beneficio è sicuramente connesso alla diminuzione delle emissioni inquinanti specifiche. Tale decremento è attuato sia grazie ai più elevati rendimenti di conversione associati ai cicli di GW (valore corrispondente alle potenzialità complessive delle diciannove centrali approvate) sfruttando la tecnologia a cicli combinati (rendimento medio al 55.21%) invece di quella a ciclo convenzionale (40%) consente di limitare di GW la potenza termica. Tale decremento, riferito ad un coefficiente di utilizzo di 8250 ore/anno, porta ad un risparmio annuo di oltre 7 miliardi dì normalmetricubi di metano. Infine, riferendosi a fumi secchi con un tenore di ossigeno del 15% si possono ricavare i valori delle emissioni complessive nei due casi. In base a questi conteggi si può affermare che con lentrata in funzione delle 19 centrali, si hanno minori emissioni annuali di quasi tonnellate di NOx, 6500 di CO e di circa 14 milioni di tonnellate di anidride carbonica.