LA LINGUA ARABA
ORIGINE L'alfabeto arabo deriva dall'alfabeto nabateo o da quello siriaco, per quanto la prima ipotesi sia solitamente la più accettata. Tra il VI ed il V secolo a.C. le tribù nord-semitiche immigrarono e fondarono un regno attorno a Petra, nell'attuale Giordania. Questa popolazione probabilmente parlava una forma di arabo. Al II secolo risalgono le prime scritture conosciute dell'alfabeto nabateo, scritte in aramaico, che era la lingua comunemente utilizzata per i commerci e le comunicazioni. Essi tuttavia non scrivevano la lingua che realmente parlavano: si andava, cioè, realizzando un fenomeno di diglossia. Da una parte una lingua ed un alfabeto utilizzati esclusivamente per le iscrizioni ,dall'altra una evoluzione di questi per permetterne la più facile scrittura sui papiri, dunque che presentava maggiori caratteri di corsivizzazione e con lettere legate tra loro. Gradualmente questo secondo alfabeto influenzò la forma monumentale fino ad arrivare all'alfabeto arabo
LUOGHI IN CUI VIENE PARLATA Algeria, Arabia Saudita, Bahrain, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Giordania,Kuwait, Libano, Libia, Mauritania, Marocco, Oman, Qatar, Sudan, Siria, Tunisia, Sahara Occidentale, e molti altri paesi come Israele
TRACCE Per lunghi secoli, su contrapposte sponde del Mediterraneo, due culture, quella occidentale - cristiana e l'altra arabo - musulmana, sono periodicamente entrate in contatto tra loro alternando momenti di pace a momenti di conflitto. Le tracce di questi contatti le troviamo anche nella lingua italiana in molte parole di origine chiaramente araba. Per esempio: Albicocco, arancio, chitarra, giraffa, melanzana, zafferano… L'arabo, pur essendo una lingua omogenea, costantemente preoccupata della sua purezza, è diffusa su una superfici talmente vasta che ha subito variazioni dialettali importanti. Per questo e meglio imparare l'arabo "moderno" derivato direttamente dal Corano e noto dai media.
LA SCRITTURA E' una scrittura alfabetica composta da 28 lettere, possiede solo tre vocali che sono: a, i, u, simili a quelle della lingua italiana. Le vocali brevi non si scrivono. L'arabo si scrive e si legge da destra a sinistra, quindi per leggere un libro scritto in arabo bisogna iniziare dall'ultima pagina. La scrittura è solo corsiva, cioè le lettere, quasi sempre, sono attaccate una all'altra. La scrittura appare quindi una sorta di stenografia e bisogna intuire la pronuncia delle parole a partire dalle sue consonanti, per esempio MNZL (casa). Per rendere meno difficile la lettura si usa "vocalizzare" le consonanti con dei piccoli segni posti sopra o sotto le stesse. La forma delle lettere varia leggermente secondo la loro posizione: all'inizio, nel mezzo o alla fine della parola. La scrittura è stata molto usata come elemento decorativo nelle opere d'arte poiché il Corano ha condannato la riproduzione di esseri animati per evitare l'idolatria.
LA FONETICA La lingua araba ha la particolarità di essere molto ricca di consonanti e povera di vocali. Queste vocali, le stesse dell'italiano, vengono pronunciate in modo attenuato e talvolta il nostro orecchio fa fatica a distinguerle. Delle 28 lettere ben 17 hanno un suono assolutamente diverso rispetto all'alfabeto italiano. Con le consonanti di questa lingua si può produrre qualsiasi suono che la gola umana possa emettere, per questo, l'arabo è considerato una delle lingue più ricche anche da questo punto di vista. L'arabo grazie alla lettura del Corano, sempre identica nei secoli, ha conservato intatta questa ricchezza di suoni evitando l'usura fonetica subite generalmente dalle altre lingue nel corso della loro evoluzione.
LA GRAMMATICA La grammatica araba, a differenza della fonetica o della scrittura ha molti punti in comune con quella italiana. Esistono in arabo due generi, maschile e femminile, la concordanza dell'oggettivo con il nome, l'esistenza delle preposizioni, dell'articolo, la coniugazione dei verbi ecc ... Molte sono tuttavia le differenze: ci sono tre numeri, singolare, plurale, duale, quest'ultimo si usa se sono presenti due soggetti. I plurali dei nomi si formano in modo spesso irregolare come talvolta nella lingua inglese. Il verbo è situato davanti al soggetto. I verbi hanno una serie di forme derivate che esprimono il passivo, il riflessivo ecc . . . L'aggettivo si mette sempre dopo il nome. I pronomi personali complimenti si legano alla fine del verbo.