Giotto e la cappella Scrovegni La tecnica dell’affresco
Ripassiamo: quali domande porci quando ci troviamo di fronte ad un’opera come questa?
Prima domanda: Cosa? Di cosa si tratta, che tipo di opera è? Dove si trova? Si tratta di un’opera di architettura, internamente interessata da un grande ciclo di affreschi; È un’opera di architettura, ma soprattutto pittorica. Si trova a Padova, nella zona detta “i giardini dell’Arena”.
Seconda domanda: Chi? Chi volle farla costruire-decorare (committente)? A chi affidò l’opera? Il committente fu Enrico Scrovegni, che fece costruire e decorare la cappella per espiare le colpe della propria famiglia (banchieri-usurai); nel febbraio del 1300 aveva acquistato l'intera area dell'antica arena romana di Padova e vi eresse un sontuoso palazzo, di cui la Cappella era l'oratorio privato e il futuro mausoleo della famiglia Egli affidò l’opera a Giotto, il più grande e conosciuto artista dell’epoca, di ritorno (probabilmente) dal cantiere di Assisi.
Terza domanda: Quando? Quando venne costruita e decorata? La cappella venne fatta costruire ed affrescare in un tempo brevissimo, tra 1303 e 1305, in occasione quindi del giubileo del secolo. Giotto in quel momento era tornato da Assisi e Rimini e stava lavorando proprio a Padova; venne chiamato quindi da Enrico Scrovegni.
Quarta domanda: Cosa? Cosa rappresentano gli affreschi? Giotto dipinse, dividendolo in 40 scene, un ciclo incentrato sul tema della salvezza. Le pareti sono divide in quattro registri (o livelli). Nel registro più alto della parete nord vi sono le storie di Gioacchino ed Anna; si continua sulla parete opposta con le storie di Maria, dalla nascita allo sposalizio con Giuseppe. Sul secondo registro della parete nord iniziano le storie della vicenda terrena di Gesù, che si svolgono lungo i due registri centrali delle pareti, culminando nel riquadro del Tradimento di Giuda. L'ultimo riquadro presenta la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli (Pentecoste). Subito sotto inizia il percorso del quarto registro, costituito da quattordici “allegorie” monocrome (ossia sui toni del grigio, che fingono di essere bassorilievi), alternate a specchiature in finto marmo, che simboleggiano i Vizi e le Virtù.
I quattro registri
I quattro registri
Il Giudizio Universale
Quinta domanda: Come? Quale tecnica venne utilizzata?
Parentesi: la tecnica dell’affresco Pagina 178, libro B http://www.frescopolis.net/02.4%20Tecnica% 20-%20Esecuzione.htm
Scheda dell’opera