Università degli Studi di Trieste Corso di Psichiatria Sociale

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Università degli Studi di Trieste Corso di Psichiatria Sociale Facoltà di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2010/2011 che cos’è il disturbo mentale? un modello per conoscere la schizofrenia come paradigma

scegliere e descrivere un modello che cerca di spiegare le possibili cause e il decorso del disturbo mentale considerando l’interazione di fattori diversi

In sintesi può essere utile considerare tutte le molteplici variabili che concorrono a determinare le caratteristiche affettive, emotive, comportamentali delle persone e la loro maggiore o minore capacità di adattamento

Il modello medico - biologico considera come causa della malattia un danno, una lesione al cervello

Il modello psicologico concentra il suo interesse sui meccanismi di crescita dell’individuo, sull’apprendimento, sul dipanarsi delle sue relazioni, sullo svolgersi della sua vita intima e privata, sul ricorrere degli eventi significativi

Il modello sociologico chiama in causa soprattutto il contesto, l’ambiente, gli squilibri e le disarmonie che accadono e talvolta irrompono nella vita di ogni individuo in conseguenza di grandi e piccoli fenomeni sociali

il passaggio dal benessere al disturbo mentale 4 condizioni non delimitate da confini netti: Benessere: soddisfazione dei bisogni e buona qualità di vita Disagio: sofferenza psichica nei momenti evolutivi critici e nelle situazioni ambientali difficili senza sintomi specifici Disturbo mentale: intensa sofferenza psichica che permane nel tempo ed è accompagnata da sintomi psichiatrici specifici Disturbo mentale stabilizzato: stato di disturbo protratto nel tempo e spesso complicato da “cure”improprie

Predisposizione e vulnerabilità Esistono fattori di rischio e fattori di protezione per la salute mentale

i fattori di rischio aumentano la probabilità che da una condizione di equilibrio si passi ad uno stato di sofferenza psichica

mentre i fattori di protezione aumentano la resistenza delle persone agli eventi stressanti e concorrono al mantenimento dello stato di benessere.

fattori di rischio i momenti critici del ciclo vitale (i passaggi da un’età all’altra, in particolare l’adolescenza)‏ i momenti critici e di passaggio della vita familiare (fidanzamento, matrimonio, gravidanza, nascita dei figli, separazione, divorzio, allontanamento dei figli, presenza di anziani da sostenere, morte di uno dei coniugi)‏

fattori di rischio eventi di vita stressanti disagio sociale (disoccupazione, emigrazione, difficoltà abitative, malfunzionamento dei sistemi scolastici)‏ assenza o malfunzionamento del servizio sanitario

fattori di protezione figure familiari di riferimento presenza della rete sociale figure familiari di riferimento accesso all’istruzione sistema sanitario funzionante capacità individuali di risposta allo stress

fattori di rischio per il disturbo psicotico (teorie biologiche)‏ ipotesi virale (esposizione secondo trimestre di gravidanza)‏ complicazioni e traumi perinatali vulnerabilità genetica (complessa)‏

fattori di rischio per il disturbo psicotico (teorie psicosociali)‏ traumi infantili stili delle relazioni familiari emigrazioni disoccupazione condizioni di svantaggio economico,sociale, culturale caratteristiche dell’ambiente nell’infanzia e adolescenza

fattori di rischio per il disturbo psicotico (ambientali) vivere in aree urbane vs rurali difficoltà abitative malfunzionamento dei sistemi scolastici assenza o malfunzionamento del servizio sanitario

il modello vulnerabilità-stress

modello vulnerabilità stress probabilistico, non più deterministico vulnerabilità: differente disposizione di difese o abilità o di capacità ad orientarsi nelle situazioni più disparate singolarità: eventi uguali che assumono significati completamente diversi a seconda della persona che si trova a viverli tappe dello sviluppo: infanzia fanciullezza, adolescenza, maturità, senilità collegati al rischio di sviluppare malessere, squilibri, sofferenza

modelli di malattia decorso ed esito

decorso il decorso è soggetto a molteplici elementi, dovuti alla presenza o all'assenza di particolari esperienze, all'insieme dei fattori di rischio e dei fattori di protezione

esito l’esito del disturbo mentale non è più una diffusa quanto ineluttabile cronicità, bensì il raggiungimento di tante singolari condizioni di vita più o meno soddisfacenti quante sono le persone che vivono queste esperienze.

che cos’è la schizofrenia? “Che cos’è la schizofrenia? Come può essere riconosciuta, interpretata e trattata? Queste domande fondamentali vengono poste non soltanto dal principiante nel campo della psichiatria ma anche dal professionista che ha dedicato la maggior parte della sua vita al trattamento di pazienti psichiatrici. (...) La definizione di schizofrenia è un compito terribile, a meno di accettare una definizione insoddisfacente, formata da un elenco dei caratteri più comuni di questo disturbo. (...) Alcuni autori considerano la schizofrenia una malattia, altri una sindrome, altri ancora un meccanismo mentale o addirittura un modo di vita. In ciascuna di queste opinioni c’è una parte di verità, eppure a un’analisi più approfondita si riveleranno tutte insoddisfacenti” (Silvano Arieti)

che cos’è la schizofrenia? VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA ZINGARELLI: “disgregazione dell’unità della persona psichica e morale, con eventuale sovrapposizione di pseudo-personalità eterogenee; inizia per lo più in gioventù e, progredendo, conduce alla demenza. demenza precoce” (EDIZ. 1962) ENCICLOPEDIA ZANICHELLI: “gruppo di disturbi mentali caratterizzato da un’alterazione profonda del rapporto con la realtà, da dissociazione della personalità, autismo e altri disturbi. Ha per lo più insorgenza giovanile e decorso lento con peggioramento progressivo” (EDIZ. 1995)

OMS (1996) che cos’è la schizofrenia? Si riferisce al più rilevante disturbo mentale (o gruppo di di sturbi), le cui cause restano ancora largamente sconosciute. La schizofrenia comporta un complesso di disturbi del pensiero, della percezione, dell’affettività e delle relazioni sociali. Nessuna società o cultura di nessuna parte del mondo è libera dalla schizofrenia, e ciò rende ancora più evidente che questo disturbo mentale rappresenta un serio problema di sanità pubblica.

sintomi Sintomi negativi Sintomi positivi Perdita del calore affettivo Difficoltà a fare progetti Far fatica ad utilizzare i concetti  Incapacità a partecipare piacevolmente ai vari aspetti della vita Sintomi positivi Allucinazioni Deliri (idee assurde che non corrispondono alla realtà) Disorganizzazione delle idee Tensione ed agitazione

dai sintomi ai comportamenti Alterazioni circadiane Mancanza di scopi Pensiero disordinato/confuso (discorsi illogici, idee e comportamenti bizzarri) Deliri Convinzioni inattaccabili Allucinazioni Negazione (x situazioni spiacevoli, x malattia, x cure) Alterato senso di sè Reazioni alterate ad eventi normalmente gestibili Isolamento sociale Depressione Senso di impotenza e disperazione

N.B.:la diagnosi non e’ la persona

diffusione Dopo i disturbi d’ansia e la depressione è il secondo disturbo psichiatrico più diffuso Età di insorgenza tra i 15 e i 24 anni prevalenza: 8 PERSONE SU 1000 (0,8% popolazione mondiale: più di 45 milioni di persone) incidenza: Quasi 2 milioni di casi nuovi all’anno (TRA 0,2 E 0,7 % l’anno) Italia: circa 500.000 casi e 15.000 nuovi ogni anno Trieste (240.000 abitanti), circa 2.000 casie circa 75 esordi l’anno

cause, modello biologico fattori genetici Rischio medio 0,5% Rischio medio 20% se figlio, 5% se fratello/sorella Su gemelli omozigoti 46% di probabilità Lesioni cerebrali danni prenatali  esaurimento funzioni lobo frontale e sistema limbico Infezioni virali durante il secondo trimestre gravidanza Danni biochimici Malfunzionamento sistema dopaminergico

cause, modello sociale (l’insieme dei modi di vivere della persona, inserita nella rete delle sue relazioni e nel suo specifico contesto) studi sul ruolo che situazioni stressanti o eventi di vita che richiedono grosso sforzo di adattamento possono avere sull’insorgenza e sul decorso del disturbo schizofrenico elementi di studio: famiglia, piccole comunità, collettività considera influenza di: culture, religioni, politiche, economie, lavoro/reddito, fenomeni migratori, disponibilità dei servizi sanitari, accesso all’istruzione, protezione sociale, garanzie democratiche, ecc.

cause, modello psicologico Prende in considerazione le tappe dello sviluppo dell’individuo: - tappe della maturazione dinamiche relazionali esperienze emotive traumatiche separazioni conflitti modo di elaborare gli eventi della vita lutti stili comunicativi rapporti familiari (soprattutto madre-bambino) vicende personali Tutti questi elementi vanno ad organizzare la modalità di risposta della persona davanti agli accadimenti della vita

modello vulnerabilità-stress non causalità diretta ma fattori di predisposizione e fattori scatenanti presupposto: sofferenza mentale non ha cause univoche, immutabili, valide sempre e ovunque neanche per la stessa persona unicità dell’esperienza umana fattori di rischio e protezione

applicazione del modello vulnerabilità stress alla schizofrenia Sviluppo predisposizione e vulnerabilità LIVELLO 1 PERIODO PRENATALE E PERINATALE -predisposizione genetica -fattori intra-uterini -traumi alla nascita -legami parentali -danni cerebrali (predisposiz. alla schizofrenia) LIVELLO 2 PERIODO DELLO SVILUPPO - Danni cerebrali Infezioni Apprendimento e stile di vita - Stili nelle comunicazioni familiari (vulnerabilita’ alla schizofrenia)

applicazione del modello vulnerabilità stress alla schizofrenia LIVELLO 3 FATTORI SCATENANTI Uso di droghe/farmaci Eventi di vita stressanti Ambiente stressante (esordio/episodio Schizofrenico) LIVELLO 4 PERIODO DELLA “MALATTIA” Uso di droghe/farmaci Eventi di vita stressanti Ambiente familiare stressante Stigma e isolamento sociale Riabilitazione del ruolo sociale Modelli di assistenza istituzionale (decorso e ed esito)

approccio integrato alla schizofrenia spiegare  ricerca di cause e sintomi interpretare  decodifica dei segnali del disturbo (attribuzione di senso) comprendere  mettersi nei panni di …. immedesimarsi

“la sofferenza psichica, a differenza dei fenomeni oggettivabili che possono essere sia interpretati che spiegati, può essere solo compresa tramite l’immedesimazione” Carl Jaspers

“Non voglio con questo dire che la malattia non esiste, ma che noi produciamo una sintomatologia - il modo di esprimersi della malattia - a seconda del modo col quale pensiamo di gestirla, perché la malattia si costruisce e si esprime sempre a immagine delle misure che si adottano per affrontarla. Il medico diventa gestore dei sintomi e crea un'ideologia su cui poi il manicomio si edifica e si sostiene. Solo così egli può dominare e reprimere le contraddizioni che la malattia esprime” in Ideologia e pratica in tema di salute mentale, 1982