I bambini e i libri. Come è cambiata la produzione di libri per bambini e ragazzi tra gli anni Ottanta e oggi Report di ricerca, 2008 a cura di: Ufficio.

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I bambini e i libri. Report di ricerca, 2008
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I bambini e i libri. Come è cambiata la produzione di libri per bambini e ragazzi tra gli anni Ottanta e oggi Report di ricerca, 2008 a cura di: Ufficio studi dellAssociazione Italiana Editori

Andamento della produzione di libri per bambini e ragazzi: /87: +8,2% (media annua) 2006/98: +1,6% (media annua) +141,4% Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber Valori in numero di titoli e in percentuale

Andamento delle copie immesse nei canali di vendita: Valori in numero di copie (.000) e in percentuale +5,2% media annua +84,3% Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Istat, Statistiche culturali

Produzione di libri per mille bambini: andamento * Valori in numero di titoli e per mille bambini (0-14) Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber, Istat (GeoDemo) Scala: libri pubblicati per.000 bambini (0-14) 0,25 0,26 0,27 0,28 0,29 0,30 0, : 0,15

Sintesi Secondo i dati Istat nel 2007 poco meno della metà dei bambini di 6-10 anni leggono almeno un libro non scolastico nei dodici mesi precedenti (46,8%). Il valore sale leggermente nella fascia di età successiva (11-14 anni), arrivando al 59,5%, per poi calare progressivamente al crescere delletà, e dei processi scolari, di socializzazione, di multiconsumi tecnologici (media nazionale 43,1%; Fonte: Istat, Indagine Multiscopo, Aspetti della vita quotidiana, 2007). Circa la metà di bambini e ragazzi inseriti allinterno dei processi di scolarizzazione dellobbligo e superiori, dichiara di non leggere alcun libro diverso da quelli di scuola: in proiezione li possiamo stimare in 3,1 milioni. Uno dei tratti principali che caratterizzerà la «qualità della lettura» in età adulta (il numero di libri letti) la ritroviamo – pur in fasce di età che presentano indici di lettura decisamente superiori a quelli medi della popolazione italiana – già in queste fasce di età. Non solo: più o meno della metà della popolazione infantile legge libri per svago e divertimento, ma di questi piccoli lettori la metà non arriva a leggerne più di tre allanno (tra i 6-10 anni il 52,9% ne legge da 1 a 3; scende al 48,7% tra gli11-14enni; cala ulteriormente al 49,0% tra i 15-17enni; media nazionale 46,2%; Fonte: Istat 2007). In questo quadro la produzione di libri per linfanzia è cresciuta in questi anni in modo significativo in termini di quantità: nel 1987 si pubblicavano 951 titoli, nel (+8,2% in media annua), nel 2006 questo valore sfiora le opere (2.296; (Fonte Liber, Biblioteca Gianni Rodari di Campi Bisenzio). Significa che bambini e ragazzi hanno oggi rispetto al passato una ben maggior possibilità di scegliere tra autori, generi, fasce di prezzo, formati di libri, storie raccontate, letterature, ecc. di quanto potevano avere nel passato. Nel 1980 leditoria italiana pubblicava 0,15 nuovi titoli ogni mille bambini. Oggi questo valore è pressoché raddoppiato. Si vedono però due distinti periodi nel tempo, che coincidono più o meno con landamento della lettura infantile: una forte crescita (+8,2% in media) tra anni Ottanta e Novanta (recupero dei più gravi ritardi rispetto ai Paesi stranieri, ruolo svolto dalle biblioteche di pubblica lettura, avvio delle trasformazioni delle librerie), un drastico rallentamento tra 98 e oggi (+1,6% di media). Il perimetro del mercato della lettura in Italia è bloccato a partire dalle fasce giovanili della popolazione.

Editori / marchi di libri per bambini e ragazzi: ,611,011,611,511,410,912,313,512,612,713,915,816,213,514,113,212,5 12,311,8 Novità per editore +22,2% +40,9% +25,8% Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber Valori in numero di editori / marchi e in percentuale +4,1% (media annua ) +4,3% (media annua )

Editori / marchi con più di 20 novità pubblicate: ,611,011,611,511,410,912,313,512,612,713,915,816,213,514,113,212,5 12,311,8 Editori che coprono il 50% delle novità pubblicate Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber Valori in numero di editori / marchi e in percentuale

Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber Editori/marchi con la maggiore produzione (2006) Valori in numero di editori / marchi e in percentuale 2006

Ripartizione della produzione tra «fiction» e «non fiction» Fiction Non fiction Fiction: +33,2% Non Fiction: +33,6% Fiction: +9,3% Non Fiction: +6,5% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber Fiction: +63,1% Non Fiction: +78,1%

Sintesi In un mercato il cui perimetro complessivo non ha subito cambiamenti paragonabili a quelli che sono avvenuti in altri ambiti del consumo infantile e giovanile anche di tipo «culturale» (sono 3,638 milioni i lettori nel 2007 tra 6-17enni; nel 1995 erano 3,790 milioni. Fonte: Istat, indagine quinquennale su mass media letture e linguaggio), le case editrici hanno aumentato e articolato la loro offerta per rispondere a nuovi bisogni di lettura del bambino, per adeguarsi ai suoi linguaggi e ai modi in cui si relaziona con altri media e informazioni. È aumentato il numero di editori che hanno avviato collane, titoli, generi per esplorare fasce di età (tipicamente quelle pre-scolari e quelle dei «giovani adulti»), interessi, bisogni di lettura provenienti dal genitore ma sempre più spesso da parte di un bambino e un ragazzo che si rende autonomo nelle sue scelte di lettura/acquisto, con un suo budget di spesa, che entra in librerie che hanno adeguato il loro layout e la loro organizzazione degli spazi commerciali a una nuova tipologia di «cliente» (sedute, cuscini, aree di animazione, ecc.): da 90 editori/marchi presenti sul mercato (con una collana) nel 1987 si è passati a 110 nel 1990 a 155 nel 2000, a 195 nel Un processo che indica una forte propensione alla diversificazione dellofferta dei cataloghi di editori grandi e piccoli magari nati come non «specializzati» in questo settore, di ricerca di nuovi autori, grafici, illustratori, disegnatori, ecc.

«Fiction» per generi (2006) Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

«Non fiction» per generi (2006) Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

Materiali allegati ai libri per bambini e ragazzi: ,2% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

Sintesi Il 75% dei titoli pubblicati sono racconti, fiabe, filastrocche, ecc. Con una sostanziale stabilità nella composizione complessiva dellofferta tra 1987 e La produzione di «fiction» tra 2000 e 2006 è cresciuta del 9,3%, quella fatta di libri per imparare, albi illustrati di geografia, natura, storia, lingue straniere, ecc. del 6,5%. Anche in questo si scorge un effetto delle politiche di sviluppo e di sostegno alla lettura che non puntano a trasmettere accanto (e successivamente) al «piacere di leggere», anche la consapevolezza che il libro è uno strumento che contiene informazioni e contenuti: ciò che rappresenta una parte dei comportamenti della «lettura adulta».

«Fiction» e «non fiction» per Paese dorigine Italia53,5% Estero46,5% Italia47,5% Estero52,5% Italia46,5% Estero53,5% 2000/902006/00 Italia+48,1%+6,4% Estero+88,1%+10,6% Totale+66,7%+8,6% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

«Fiction» per Paese dorigine Italia57,6% Estero42,4% Italia45,9% Estero54,1% Italia46,7% Estero53,3% 2000/902006/00 Italia+30,2%+11,2% Estero+107,8%+7,7% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

«Non fiction» per Paese dorigine Italia40,4% Estero59,6% Italia52,0% Estero48,0% Italia45,9% Estero54,1% 2000/902006/00 Italia+129,5%-6,1% Estero+43,3%+20,2% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

Ripartizione della produzione per Paese Italia Area di lingua inglese Francia Germania Altri Paesi UE Altri Paesi non UE Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

Andamento dellimport ed export di diritti di libri per bambini e ragazzi Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Doixa-Ice per il periodo ; Liber per le stime relative agli anni 2004, 2005 e % +2,7 % +0,8 % +51,9 % +22,9 Valori in numero di titoli e in percentuale

Sintesi La crescita dellofferta, lampliamento e larticolazione dei cataloghi per generi, linguaggi, fasce di età e di prezzo, ecc. è avvenuta (e continua ad avvenire) attraverso un significativo ricorso allacquisto di diritti da editori stranieri. Una tendenza che contraddistingue tutta leditoria italiana, anche se negli ultimi anni si iniziano ad avvertire segnali in controtendenza. Nel 1990 il 53,5% dei titoli pubblicati (1.268) erano di autori e illustratori italiani, nel 2006 il rapporto si è sostanzialmente capovolto. Da un lato questa tendenza testimonia la curiosità delle case editrici – soprattutto quelle piccole e medie – di alcune collane di cercare e proporre ai loro lettori il meglio di quanto si viene a pubblicare a livello mondiale: nuovi linguaggi figurativi, storie, personaggi linguaggi appartenenti ad altre culture (magari di cui il bambino sente parlare o si pone in relazione nel mondo della scuola o delle sue relazioni sociali). Dallaltra – soprattutto per le piccole dimensioni che caratterizza il tessuto produttivo di gran parte delle case editrici che operano nel settore del libro per ragazzi – lascia intravedere le opportunità non sfruttate di proporre su mercati stranieri titoli di autori e illustratori italiani. Si continuano ad acquistare diritti di edizione da editori stranieri (soprattutto dallarea di lingua inglese che tra 1990 e 2006 passa dal 27,3% al 34,7%), ma la vendita allestero di diritti di libri per bambini cresce più di quanto compriamo. Tra 2001 e 2006 (stima Aie su dati Doxa-Ice): lacquisto di diritti passa da titoli a (-2%) la vendita di titoli italiani a editori stranieri, cresce dell87%: erano 486 titoli nel 2001 salgono a 738 nel 2003 e stimiamo che nel 2006 sfiorino i mille titoli.

Ripartizione della produzione per fasce di età 0-744,0% > 856,0% 0-752,6% > 847,4% 0-755,7% > 844,3% 0-750,7% > 855,7% 1990/872000/902006/ anni+59,7%+60,6%+19,4% Oltre 8 anni+12,8%+73,5%-2,5% Totale+33,3%+66,7%+8,6% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

«Fiction» per fascia di età 0-751,7% > 848,3% 0-758,5% > 841,5% 0-757,2% > 842,8% 0-759,7% > 840,3% 1990/872000/902006/ anni+50,6%+59,5%+14,1% Oltre 8 anni+14,6%+68,3%+3,0% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

«Non fiction» per fascia di età 0-719,1% > 881,0% 0-733,8% > 866,2% 0-743,8% > 856,2% 0-731,6% > 868,4% 1990/872000/902006/ anni+137,2%+66,7%+47,6% Oltre 8 anni+9,3%+84,0\%-12,5% Valori in numero di titoli e in percentuale Fonte: Elaborazione Ufficio studi Aie su dati Liber

Sintesi La crescita dellofferta è avvenuta in questi ultimi anni più in direzione delle fasce pre-scolari o della prima infanzia (0-7 anni) con un +19,4% tra 2000 e 2006, che verso quelle più grandicelle dove addirittura riscontriamo un segno negativo (- 2,5%). Un segno negativo dovuto soprattutto alla forte riduzione dellofferta nellarea della «non fiction» (-12,5%). Le ragioni vanno individuate in due ordini di fattori: 1.La crescente consapevolezza delle case editrici che labitudine alla lettura, il rapporto con il libro, si forma nella primissima infanzia, e che questo segmento (soprattutto quello 3-5 anni) rispetto ad altre grandi editorie europee era quello più sguarnito di unofferta ampia, di qualità, ricca, articolata per generi, prodotti, linguaggi, ecc. 2.La primissima infanzia presenta ancora minori fattori concorrenziali – in assenza soprattutto di incisive politiche e iniziative coordinate di promozione della lettura che non siano demandate a soggetti locali o al libero volontariato di editori, biblioteche, insegnanti, scuole e librerie – rispetto ad altri modi in cui il bambino e il ragazzo (la Net-generation) si trova oggi a organizzare la sua socializzazione del tempo e delle relazioni, oppure usare tecnologie (telefonia mobile, Internet, motori di ricerca, videogiochi, «le nuove televisioni», ecc.) per accedere con un approccio multi-tasking a contenuti informativi e di svago.

Conclusioni

Come i loro genitori i bambini italiani leggono meno rispetto ai loro coetanei europei. Anche se non cè ununiformità statistica sulla lettura (fasce di età, definizione di lettura, ecc.) in Italia legge il 46,8% dei bambini di 6-10 anni (Fonte: Istat, 2007); in Spagna tra «lector frequente» (41,2%) e «lector ocasional» (16,8%) si arriva già oggi al 58,0% (Fonte: Féderacion de Gremios de editores de Espa ña, 2007). Questo si traduce in almeno tre aspetti che riguardano la filiera editoriale nel suo complesso: 1.La minor lettura, la minor disponibilità di libri in casa sono fattori direttamente collegati con i risultati scolastici e quindi con la capacità del sistema Paese di competere – attraverso il suo capitale umano - a livello internazionale con le altre economie: lIndagine Pisa mostra come i ragazzi italiani che possono usufruire in casa di una sia pur piccola biblioteca (>50 libri) registrano una performance di circa 15 punti superiore a quella dei loro coetanei che hanno la sfortuna di abitare in una casa del tutto priva di libri. 2.Il mercato domestico della lettura infantile («trade ragazzi»: 128,8 milioni di euro) fa sì che quello italiano sia la metà di quello spagnolo (oltre 250 milioni di euro), quasi un terzo di quello tedesco (435 milioni di euro) e di quello francese (circa 500 milioni di euro), ecc. 3.I bambini e i ragazzi italiani hanno a loro disposizione unofferta che in questi anni è certamente cresciuta e si è articolata per generi, linguaggi, formati, fasce di prezzo, fasce di età, ecc. ma che comunque è meno della metà di quella spagnola (che ha però un mercato extradomestico) e poco meno di un quinto di quella francese (Fonte: Ministerio de cultura, per Spagna, Syndicat national de lEdition per Francia). Senza il riconoscimento del ruolo che la promozione della lettura deve avere essenzialmente verso le fasce della popolazione giovanile (in termini di risorse economiche per lo sviluppo delle collezioni nelle biblioteche di pubblica lettura, di apertura di biblioteche in comuni che ne sono prive, di sviluppo di un moderno sistema di biblioteche scolastiche, ecc.) questi fattori di criticità per la filiera editoriale e per la crescita del Paese (Stati generali delleditoria, Investire per crescere, Roma, settembre 2006, pp ) difficilmente potranno venire rimossi.