Benché il legno sia una risorsa rinnovabile, il vertiginoso aumento della popolazione mondiale e la conseguente maggiore richiesta di spazi, materiali.

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Transcript della presentazione:

Benché il legno sia una risorsa rinnovabile, il vertiginoso aumento della popolazione mondiale e la conseguente maggiore richiesta di spazi, materiali ed energia (in particolare nei Paesi in via di sviluppo) stanno riducendo la superficie forestale in molte parti del mondo. Alcuni millenni fa due terzi della superficie della Terra erano riscoperti di foresta vergine; oggi, invece, solo il 30% delle terre emerse è rivestito da foreste, la maggior parte delle quali non è protetta.

Per ottenere un’alta resa di legname, occorre scegliere con attenzione i terreni e piantare gli alberi in zone precise. Per non esaurire gli elementi nutritivi presenti nel terreno, inoltre, si effettua negli anni una rotazione dei lotti coltivati. Per soddisfare i bisogni crescenti dell’industria di legname, in molti Paesi sono state realizzate foreste controllate, con essenze coltivate. In queste foreste l’abbattimento delle piante è controllato e segue regole precise volte a preservare la dimensione della foresta: in pratica, vengono costantemente piantati nuovi alberi in sostituzione di quelli tagliati.

È il taglio di un bosco per rinnovare le piante o per sfruttare il legname. è la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dallo sfruttamento eccessivo delle foreste.

Per questo stesso motivo è giusto tagliare alcune delle piante già mature, per lasciare spazio di crescita a quelle più piccole. Il disboscamento. A volte è opportuno intervenire sulla crescita e la composizione di un bosco per evitare che le piante crescendo si danneggino l'una con l'altra.

1: l'albero è sradicato, e morirebbe comunque; 2: l'albero è già morto; 3: gli alberi sono troppo fitti e si danneggiano l'uno con l'altro. Piante da tagliare. Nel disegno sono evidenziati tre casi in cui è giusto intervenire per eliminare una pianta da un bosco.

I boschi e le foreste sono importantissimi ecosistemi con una elevatissima biodiversità in cui vivono numerosissime specie viventi. Sono anche oggetto di bellezza estetica, naturalistica e culturale. Il diboscamento incontrollato comporta la perdita di questi valori, del rispetto delle foreste e in generale dell'ambiente.

1.l'effetto serra 2.inquinamento degli ecosistemi acquatici (a causa del dilavamento delle acque) 3.sottrazione di risorse per le popolazioni indigene

I danni della deforestazione Le piante verdi aiutano a mantenere stabile la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera (attraverso la fotosintesi clorofilliana). L'utilizzo di combustibili fossili ed il diboscamento stanno causando un aumento di CO 2 nell'atmosfera, che ha diretta influenza in fenomeni come l'effetto serra ed il riscaldamento globale.

1. il taglio indiscriminato e illegale; 2. l’utilizzo di legna come combustibile, in mancanza di alternative; 3. la deforestazione conseguente all’aumento delle superfici coltivabili; 4. gli incendi naturali, dovuti per lo più allo stato di abbandono in cui vengono lasciati i boschi, e quelli dolosi, appiccati volontariamente per creare pascoli, superfici coltivabili o per favorire la successiva costruzione di case nelle aree distrutte.

Questo fenomeno interessa soprattutto le aree tropicali dove vengono eseguite con il metodo del "taglia e brucia": dapprima si abbattono gli alberi e poi si incendia il sottobosco rimanente. Una volta terminato l'incendio si sarà depositata sul terreno della cenere che fertilizza il terreno. Giungla incendiata per lasciar spazio all'agricoltura Messico meridionale

L' Amazzonia è una foresta pluviale, in gran parte compresa in territorio brasiliano, che copre una superficie pari al 42% di quella dell'Europa. Il sottobosco è molto sviluppato, le fronde degli alberi e la vegetazioni aerea, formano una copertura pressoché continua, che filtra i raggi del sole e mantiene l'ambiente in una penombra perenne, satura di umidità. Qui vivono 750 specie di alberi, 400 specie di uccelli e 125 mammiferi, 100 specie di rettili e 60 di anfibi. E' stato calcolato che in ogni singolo albero vivano 400 tipi di insetti. Questa foresta costituisce un ecosistema ricchissimo, che vive in un terreno assai povero di sostanze: gli scienziati ritengono che la sua esistenza sia il prodotto di un equilibrio, delicato e straordinario, tra un clima molto caldo e umido e un terreno che offre assai meno sostanze nutritive di quelli delle regioni circostanti, resi fertili dalle rocce di origine vulcanica.

Il terreno è molto povero e non ha senso distruggere vaste estensioni di foresta amazzonica con il proposito di ricavare terreni coltivabili. Il governo brasiliano non dà credito agli inviti a non deteriorare la foresta. Esso accusa di interferenza nei propri affari interni le associazioni ecologiste, i movimenti di opinione e persino gli organismi internazionali che denunciano i rischi cui va soggetta la foresta pluviale. Dall' altra parte, il Paese ha fortissimi debiti verso l'estero e sta cercando di sviluppare la propria economia. Lo sfruttamento dell' Amazzonia vede anche l'intervento di potenti gruppi economici, che a volte non hanno esitato a ricorrere addirittura al delitto per ridurre gli oppositori al silenzio La foresta amazzonica vista dall'alto

La distruzione della foresta avanza in modo brutale; allevatori e agricoltori appiccano incendi giganteschi: nelle zone lasciate libere nella foresta bruciata sorgono piantagioni e allevamenti.

Questo sistema arreca gravi danni all'equilibrio dell'ambiente naturale, infatti la cenere fertilizza per poco tempo il terreno, mentre la distruzione del sottobosco distrugge in tutto e per tutto l'habitat della foresta pluviale accelerando fenomeni erosivi del terreno.

Dopo pochi anni si deve abbandonare il terreno e diboscare un'altra area. Inoltre l'utilizzo del fuoco è molto pericoloso perché danneggia la fauna e spesso sfugge al controllo causando danni ancora più gravi.

Questo fenomeno, ancora molto frequente nella foresta amazzonica e in crescita in molte altre aree del pianeta, porta via molti alberi al polmone verde della Terra.

 Le popolazioni indigene sono costrette ad abbandonare i luoghi dove vivono da sempre.  Parecchie tribù si stanno estinguendo.  Prima che cominciassero le distruzioni, dalla foresta amazzonica, grazie alla fotosintesi clorofilliana, proveniva la metà dell' ossigeno prodotto dalla vegetazione del pianeta: una funzione preziosa per mantenere in equilibrio la miscela di gas che compone l'atmosfera della Terra.  Ora gli incendi e le distruzioni non soltanto hanno ridotto tale apporto, ma rilasciano ingenti quantitativi di anidride carbonica che aumenta l’effetto serra.  Le popolazioni indigene sono costrette ad abbandonare i luoghi dove vivono da sempre.  Parecchie tribù si stanno estinguendo.  Prima che cominciassero le distruzioni, dalla foresta amazzonica, grazie alla fotosintesi clorofilliana, proveniva la metà dell' ossigeno prodotto dalla vegetazione del pianeta: una funzione preziosa per mantenere in equilibrio la miscela di gas che compone l'atmosfera della Terra.  Ora gli incendi e le distruzioni non soltanto hanno ridotto tale apporto, ma rilasciano ingenti quantitativi di anidride carbonica che aumenta l’effetto serra. La tribù degli uomini rossi

Viene chiama la “tribu’ degli uomini rossi” perchè le persone di questa tribù hanno i volti dipinti con pigmenti rossi. Il governo brasiliano ha detto di aver inviato una spedizione aerea, in una remota zona della selva amazzonica al confine tra Brasile e Perù, per verificare l’esistenza della tribù e per proteggere il loro territorio. Le fotografie scattate dall’aereo mostrano un gruppo di una quindicina di persone, con il corpo ed il volto dipinti di rosso e, impauriti dal passaggio dell’aereo si vedono chiaramente i guerrieri che tentano di colpire il velivolo con le frecce. Si vedono inoltre quattro capanne di paglia, in una piccolissima radura circondata da piante enormi. Sono le popolazioni più minacciate del pianeta, a causa dall’industria mineraria e dal disboscamento delle foresta Amazzonica che disbosca i territori dove abitano. Queste popolazioni sono inoltre molto vulnerabili da malattie innocue per gli occidentali ma letali per loro. Indios di una delle ultime tribù incontattate fotografati a fine maggio al confine tra Perù e Brasile durante voli effettuati su una delle parti più remote della foresta amazzonica, nello stato brasiliano di Acre La tribù degli uomini rossi

Foresta Amazzonica: cercatori d’oro setacciano la sabbia in cerca di pepite. Migliaia di colonizzatori, provenienti dalle sovrappopolate città, si recano in questi luoghi selvaggi per cominciare a dissodare la foresta vergine e ricavarne spazio per le loro fattorie o per piccoli appezzamenti di terra. Non tutti gli emigrati, però, sono interessati alla coltivazione; infatti, sono state trovate rocce aurifere che hanno richiamato migliaia di poveretti i quali, per estrarre facilmente l’oro dai minerali, utilizzano il mercurio, un agente molto inquinante, che attraverso le falde acquifere, ha spesso avvelenato e avvelena tuttora il corso dei fiumi. Effetti della colonizzazione nelle aree deforestate dell’Amazzonia. Effetti della colonizzazione nelle aree deforestate dell’Amazzonia

Le tre immagini riprese da satellite per rilevamento ambientale mostrano l'aspetto di una regione della foresta pluviale che si estende ai lati del Rio delle Amazzoni, in Brasile

Deforestazione in Indonesia

I paesi maggiormente interessati da questo fenomeno (spesso anche connesso con attività illegali) sono Cina, Colombia, Congo, Brasile, India, Indonesia, Myanmar, Malesia, Messico, Nigeria e Thailandia, che insieme compiono più del 70% di diboscamento mondiale.

La produzione di legname può essere una causa di diboscamento incontrollato,

Le soluzioni per controllare e ridurre la deforestazione esistono, ma dipendono dalla volontà politica di attuarle, spesso contrastata da forti interessi economici. Alla base di tutto deve esserci una corretta gestione del patrimonio e degli ecosistemi forestali, possibilmente condivisa a livello mondiale. Negli ultimi anni si è cercato di tamponare il fenomeno attraverso la creazione di foreste controllate e apposite certificazioni.

Fra questi vi è prima di tutto una agricoltura sostenibile, che attui sistemi di rotazione delle colture e che utilizzi meno territorio. Questo non è affatto scontato nei paesi in via di sviluppo dove la popolazione è in rapida crescita.

La deforestazione continua ad avanzare, e si sta rendendo necessario attuare politiche di riforestazione. Ad esempio in Cina il governo ha chiesto ai cittadini di contribuire piantando alberi.

In Europa il diboscamento sembra aver rallentato la sua corsa, ma in paesi come l'Italia questo sembra più essere dovuto all'abbandono del patrimonio boschivo e in parte di quello agricolo, piuttosto che ad una loro oculata gestione.

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