A cura del prof. Alberto Battaggia

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Transcript della presentazione:

A cura del prof. Alberto Battaggia Tesina, mappa o presentazione? Guida all’inizio del colloquio dell’esame di stato A cura del prof. Alberto Battaggia

Sommario Premessa La legislazione Ricerca o progetto? Quale argomento scegliere? Argomento monodisciplinare Argomento pluridisciplinare La forma monomediale o multimediale? Tesina Mappa Presentazione Ipertesto Quale forma scegliere? Forma, fonti e citazioni

Premessa In questi anni, tante idee e confuse su come si debba iniziare il colloquio Spesso si sono utilizzati Concetti generici dando per scontato che fossero specifici (es.: “schema”, “scaletta”, “percorso”…) Concetti specifici utilizzandoli come se fossero generici (es.: “mappa concettuale”, “tesina”…) Interpretazioni arbitrarie della legge (es.: obbligo della pluridisciplinarità…) Le uniche fonti di riferimento non possono essere che La normativa dell’esame di stato I modelli di elaborazione delle informazioni utilizzati nella ricerca e nella comunicazione scientifica

La legislazione

La legislazione Le norme sul colloquio Ordinanza Ministeriale n. 11/2015 – Miur Art.14 “Calendario delle prove” Art.21 “Il colloquio” Regolamento del nuovo esame di stato DPR 323/98 DPR 23/1998, art. 4, commi 5 e 7 Altre norme Le innovazioni fondamentali della recente OM 11/2015 riguardanti il colloquio sono: Il CLIL Possibile presentare, all’avvio del colloquio, anche un’esperienza stagistica

I candidati dovranno specificare: Ordinanza Ministeriale n. 11/2015 – Miur Art.14 “Calendario delle prove”, comma 4 [...] La commissione […] esamina i lavori presentati dai candidati e finalizzati all'avvio del colloquio. Il Presidente nel giorno della prima prova scritta invita i candidati […] a comunicare la tipologia dei lavori prescelti per dare inizio al colloquio […] ai sensi del DPR 323/98, art.5, comma 7 I candidati dovranno specificare: a) titolo dell'argomento b) esperienza di ricerca o di progetto; c) esperienza di alternanza scuola-lavoro, stage o tirocinio

Ordinanza Ministeriale n. 11/2015 – Miur Art.21 “Il colloquio”/1 Il colloquio tende ad accertare la padronanza della lingua, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite di collegarle nell’argomentazione di discutere ed approfondire sotto vari profili i diversi argomenti. Esso si svolge su temi di interesse multidisciplinare relativi ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo anno di corso attinenti alle Indicazioni Nazionali per i Licei alle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali, Il colloquio ha inizio con un argomento disciplinare o pluridisciplinare, scelto dal candidato anche riferito ad attività o esperienze attuate durante l’ultimo anno del corso di studi

Ordinanza Ministeriale n. 11/2015 – Miur Art.21 “Il colloquio”/2 Preponderante rilievo deve essere riservato alla prosecuzione del colloquio che deve vertere su argomenti di interesse multidisciplinare con riferimento costante e rigoroso al lavoro didattico realizzato nella classe durante l'ultimo anno di corso. Gli argomenti possono essere introdotti mediante la proposta di un testo, di un documento, di un progetto o di altra questione di cui il candidato individua le componenti culturali, approfondendole. Ẻ d’obbligo provvedere alla discussione degli elaborati relativi alle prove scritte..

Dpr. 323 del 1998 Articolo 5, comma 7 Il colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato. Esso, tenendo conto di quanto previsto dal comma 8, prosegue su argomenti proposti al candidato a norma dell’art.4, comma 5. Gli argomenti possono essere introdotti mediante la proposta di un testo, di un documento, di un progetto o di altra indicazione di cui il candidato individua le componenti culturali, discutendole. Nel corso del colloquio deve essere assicurata la possibilità di discutere gli elaborati relativi alle prove scritte". (Art.5, co.7, DPR 323/98).

Ricapitoliamo. I casi possibili Il colloquio ha inizio 1. con un argomento disciplinare o pluridisciplinare, scelto dal candidato (om 11/2015 art.21 comma 2) 2. con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto anche in forma multimediale (DPR 323/98, art.5, comma 7) 3. con la presentazione di esperienze di alternanza scuola-lavoro, stage o tirocinio (om 11/2015 art.14 comma 4) I candidati dovranno specificare, nei casi 2 e 3: a) titolo dell'argomento b) esperienza di ricerca o di progetto; c) esperienza di alternanza scuola-lavoro, stage o tirocinio

Ricerca o progetto?

Cos’è un “progetto”? Il termine va inteso in senso strettamente scientifico-tecnologico, ad esempio, come progettazione – realizzazione di Circuiti elettrici Macchinari Robot Progetti edilizi Altro I “progetti” sono presentati in molti istituti tecnici e professionali Nel nostro istituto, è altamente probabile che si svolgano solo “ricerche”

Cos’è una “ricerca”? Il termine richiama un’attività scientifica che nella nostra tradizione è rappresentata dal modello della “tesi” di tipo universitario, che può essere: Una dissertazione su un certo argomento basata sulla letteratura scientifica esistente (tesi “compilativa”) Raccolgo, confronto, sintetizzo conoscenze già esistenti La presentazione dei risultati di una ricerca sperimentale (tesi “sperimentale”) Produco nuove conoscenze attraverso la mia ricerca Il regolamento prevede che la ricerca possa essere presentata “anche in forma multimediale”

Quale argomento scegliere?

Come scegliere l’argomento della “ricerca”? Scegliete un argomento che vi abbia colpito o che vi interessi Deve avere a che fare con le discipline e i programmi seguiti e prestarsi ad una trattazione scientifico-culturale Chiedete consigli ai vostri docenti L’estensione deve essere equilibrata: Se troppo vasto, si rischia la genericità Se troppo specialistico si rischia l’inadeguatezza Vanno escluse astruserie o curiosità frivole Deve essere presentato con rigore anche formale

Argomento disciplinare o pluridisciplinare? La legge non impone la pluridisciplinarità per l’inizio del colloquio, né perciò, per l’eventuale ricerca Tuttavia, visto che il colloquio “si svolge su argomenti di interesse pluridisciplinare”, è consigliabile affrontare l’argomento da più prospettive disciplinari Per dimostrare elasticità mentale Per assecondare lo spirito del colloquio Le discipline vanno coinvolte se e solo se l’argomento lo giustifica scientificamente. Mai agganciare “in qualche modo” discipline diverse La pluridisciplinarità non è un espediente retorico, ma un’opportunità conoscitiva Quante discipline? 2 o 3: avete poco tempo a disposizione!

Inizio con argomento (mono)disciplinare Il colloquio inizia da un argomento (mono)disciplinare L’espressione significa: “argomento affrontato da un’unica prospettiva disciplinare” Esempio: “L’ammortamento nel bilancio di esercizio” (Ragioneria) La poetica del “fanciullino” in Giovanni Pascoli (Italiano) “Il turismo in Costa Brava” (Spagnolo) …………………………..

Inizio con argomento pluridisciplinare Il colloquio inizia da un argomento pluridisciplinare L’espressione significa: “argomento affrontato da più prospettive disciplinari” L’argomento è unico, sono le discipline ad essere diverse “Pluridisciplinare” significa che l’argomento, che è unico, si presta ad essere affrontato da più discipline. E’ un approccio conoscitivo “tematico” Esempio: “Il mare Mediterraneo” Geografia del Mare Mediterraneo (> geografia) Le civiltà del Mediterraneo (>storia) I traffici del Mediterraneo (>economia) Letterature del Mediterraneo (>italiano) NOTA BENE Spesso i candidati presentano “schemi” o “scalette” (espressioni che non significano nulla) di più argomenti collegati pluridisciplinarmente tra loro da analogie astruse e improbabili: in questo caso la proposta è priva di senso e controproducente Esempio: Letteratura: Pirandello>biografia>fallimento della ditta famigliare>Diritto: il fallimento….oppure Arte: la rappresentazione della famiglia nella pittura romantica: tre argomenti trattati da tre discipline! Non si tratta di collegare tra loro più argomenti ognuno dei quali trattato da una disciplina!

Sì! No! ? ? La geografia del Mediterraneo La poesia del Mediterraneo La rappresentazione pittorica del Mediterraneo geografia arte letteratura Sì! IL MARE MEDITERRANEO economia Le civiltà del Mediterraneo storia I traffici del Mediterraneo No! ? Il diritto fallimentare diritto letteratura PIRANDELLO Fallimento della ditta di famiglia ? arte La famiglia nella pittura dell’800

Esempi negativi di “pluridisciplinarità”

Esempi negativi di “pluridisciplinarità”

Esempi negativi di “pluridisciplinarità”

Forma monomediale o multimediale?

Che cos’è la “multimedialità”? Il termine richiama dei software in grado di gestire codici simbolici diversi Il termine, più genericamente, tende a significare software che gestiscono informazioni in vario modo, ad esempio attraverso link “Multimediale” non equivale a “digitale” Un file di testo scritto con Word ha natura digitale ma non multimediale Un file di testo scritto con Word comprendente link e video ha natura multimediale

Quattro modelli diversi Negli anni successivi alla riforma dell’esame di stato si sono imposte quattro forme di presentazione di “ricerche”: Tesi(na) monomediale (linguaggio scritto) Presentazione multimediale Mappa concettuale mono o multimediale Ipertesto multimediale Sono prodotti culturali e forme di comunicazione completamente diversi: Per la struttura concettuale Per la veste espositiva Per gli obiettivi perseguibili

La tesi(na) Che cos’è? A cosa può servire al colloquio? Si tratta di un testo scritto di tipo scientifico Può avere carattere compilativo o sperimentale Ha una struttura concettuale lineare rappresentata dall’ “indice”: Titolo Introduzione Svolgimento diviso in Sezioni Capitoli Paragrafi Conclusione Bibliografia e sitografia La lunghezza media può variare da 10 a 20 cartelle (o più) A cosa può servire al colloquio? E’ la prova tangibile di un lavoro di ricerca svolto metodologicamente in modo serio e corretto

La presentazione multimediale Che cos’è? E’ un prodotto elettronico (es.: file PowerPoint) Ha una struttura concettuale lineare E’ costituita da una serie di slides Ogni slide riporta frasi brevissime e/o schemi e/o immagini e/o audio-video A cosa può servire al colloquio ? Serve da supporto alla esposizione orale del “presentatore” che illustra a voce le informazioni schematiche delle slides Dimostra competenze di concettualizzazione Per saperne di più clicca qui!

La mappa concettuale Che cos’è A cosa può servire al colloquio? E’ una rappresentazione grafica della conoscenza Può essere multimediale Ha un tema, precisamente individuato, che viene problematizzato E’ costituita da concetti, inseriti in forme grafiche, connessi da parole-legame Può assumere diverse strutture concettuali (ad albero, radiali, a rete…) Viene elaborata sulla base di precise norme teoriche (Novak) Non va confusa con la mappa mentale (che non ha parole-legame) Una “mappa concettuale” non è uno “schema” (parola che, nella sua genericità, non significa nulla) Non è un espediente retorico, ma il frutto di un processo di conoscenza A cosa può servire al colloquio? A testimoniare competenze di elaborazione concettuale A supportare l’esposizione del candidato

Esempi negativi di “mappe” http://www.atuttascuola.it/tesine/mappe/mappe_concettuali.htm

Esempi negativi di “mappe” http://www.atuttascuola.it/tesine/mappe/mappe_concettuali.htm

Esempi negativi di “mappe” http://www.atuttascuola.it/tesine/mappe/mappe_concettuali.htm

Esempi negativi di “mappe” http://www.atuttascuola.it/tesine/mappe/mappe_concettuali.htm

L’ ipertesto Cos’è? A cosa può servire al colloquio? E’ un prodotto elettronico multimediale E’ costituito da una pluralità di “nodi” informativi autosufficienti connessi da loro da “link” Può assumere diverse strutture concettuali (ad albero, radiali, a rete…) E’ un prodotto complesso A cosa può servire al colloquio? E’ la prova tangibile di un lavoro di ricerca svolto metodologicamente in modo corretto Evidenzia competenze progettuali complesse Per saperne di più clicca qui!

Le variabili da considerare sono Quale forma scegliere? Le variabili da considerare sono Il tempo a disposizione L’argomento scelto Le competenze progettuali possedute Gli obiettivi che ci si pone La disponibilità alla consulenza dei docenti

Quale forma scegliere? Le variabili da considerare Tempo necessario Competenze necessarie Obiettivi prevalenti Tesina Medio (1 mese) Metodologia della ricerca Elaborazione di testi scientifici Dimostrare l’insieme delle competenze di ricerca ed elaborazione possedute Presentazione Poco ( 1-2 settimane) Sintesi concettuale Utilizzazione PowerPoint Garantire scioltezza ed efficacia all’esposizione Mappa concettuale Concettualizzazione lineare e reticolare Dimostrare competenze di concettualizzazione Ipertesto Molto (2-3 mesi) Concettualizzazione reticolare Progettazione ipertestuale Utilizzazione sw authoring multimediale Dimostrare l’insieme delle competenze di ricerca ed elaborazione possedute e quelle di concettualizzazione e progettazione ipertestuale Quale forma scegliere? Le variabili da considerare Il tempo a disposizione: Poco (2-3 settimane) presentazione e mappa concettuale Medio (1-2 mesi) tesina Tanto (2-4 mesi) ipertesto L’argomento scelto In relazione alla concettualizzazione possibile: mappe concettuali e ipertesti esaltano la concettualizzazione Le competenze progettuali possedute: Tesina metodologia della ricerca, elaborazione di testi scientifici Presentazioni, mappe metodologia della ricerca, progettazione concettuale lineare e reticolare Ipertesti metodologia della ricerca, elaborazione di testi scientifici, progettazione ipertestuale Gli obiettivi che ci si pone: Garantire scioltezza all’esposizione presentazione e mappa Evidenziare impegno e competenze specifiche tesina e ipertesto

Vantaggi Svantaggi Tesina E’ la forma più familiare di concettualizzazione ed esposizione di un argomento Non necessita di competenze tecniche particolari Richiede un certo tempo perché il testo risulti ordinato concettualmente, chiaro, corretto. Presentazione Facilita e rende più efficace l’esposizione Si elabora velocemente Permette di controllare agevolmente i tempi di esposizione Se preparata grossolanamente, comunica l’idea di una banalizzazione dell’argomento affrontato Mappa concettuale E’ espressione di una riflessione concettuale approfondita Occorrono competenze non banali per realizzarla correttamente Ipertesto Esalta la complessità e la problematicità di un argomento, anche in chiave pluridisciplinare Necessita parecchio tempo Occorrono competenze non banali per realizzarlo correttamente

Per saperne di più Agili indicazioni su presentazioni, mappe ed ipertesti sono disponibili nel portale “Web Officina” del Marco Polo

Ma vale la pena svolgere una ricerca? Assolutamente sì Ci si mette alla prova E’ gratificante perché frutto di un’attività intellettuale autonoma Dimostra di avere appreso delle competenze Può influire significativamente sul giudizio Assolutamente no Se è svolta superficialmente e contro voglia Viene subito riconosciuta come tale dalla commissione ed essere considerata negativamente

Forma fonti citazioni

La forma Ogni ricerca, quale che sia il modello espositivo adottato, necessita di una impostazione rigorosa anche formalmente Ci deve essere sempre una distinta copertina-frontespizio-slide iniziale con Nome, cognome, classe, anno scolastico Titolo della ricerca Testi, grafici e immagini devono essere inseriti con ordine e buon gusto Tesine e mappe su carta vanno consegnate in copia (1 copia è sufficiente) al presidente della Commissione Le slides delle presentazioni possono eventualmente essere stampate in modalità 6X1pagina A4. In tutti i casi, mappe comprese, bisogna indicare in modo corretto: Bibliografie Sitografie Le citazioni vanno indicate nelle modalità standard (vedi slide)

Le fonti In tutti i casi, mappe comprese, bisogna indicare in modo corretto: Bibliografie Sitografie In genere le fonti, in ordine alfabetico e suddivise per natura, si indicano alla fine del lavoro Bibliografia Asdkas Dfdsf Sitografia Flsdlfsd Dfò+sdfs Altro sasdf

Citazioni da edizioni a stampa Se il testo è tratto da un libro: Autore (nome e cognome), Titolo (in corsivo), Edizione, Luogo di edizione, Casa editrice, Anno di Edizione, pagina Es: Hannah ARENDT, Le origini del totalitarismo. Introduzione di Alberto Martinelli, Milano, Edizioni di Comunità, 1996 (1^ ed.it. 1967), pag. 34 Se il testo è tratto da una rivista Autore (nome e cognome), Titolo (in corsivo), “Nome della rivista” [tra virgolette], , annata, numero, pagina Es.: Giovanni CARPINELLI, Presupposti teorici e aspetti storici della questione nazionale, in “Quaderni di storia contemporanea”, 1998, 23, pp.45-54. Se il testo è tratto da un quotidiano Autore (nome e cognome), Titolo (in corsivo), “Nome del giornale” [tra virgolette], data, pagina Es.: Massimo NAVA, Storie balcaniche. La Croazia giudica il suo passato, in “Il Corriere della Sera”, 15 marzo 1999, pag. 8 Se il testo è tratto da un’opera collettiva Autore (nome e cognome), Titolo (in corsivo), in Titolo dell’opera collettiva, Edizione, Luogo di edizione, Casa editrice, Anno di Edizione, pagina Es.: Tullio DE MAURO, Lingua e dialetti, in Stato dell'Italia, a cura di Paul Ginsborg, Milano, Il Saggiatore-Bruno Mondadori, 1994, pp.61-66

Citazioni da edizioni Web Se il testo è tratto da un sito Web: Autore (nome e cognome), “Titolo (tra virgolette)(eventuale)”, http://www.dominio.XX/yyyyy (copiatelo direttamente dal browser) in corsivo In ogni caso, i siti internet vanno citati tutti insieme, in genere in calce, specificando il mese e l’anno di consultazione (perché possono essere spariti o essere stati modificati nel frattempo). Libri, riviste e siti vanno indicati allo stesso modo in bibliografie e sitografie