Machiavelli e Guicciardini
Guicciardini e Machiavelli In Machiavelli si avverte, pur sullo sfondo di una visione pessimistica, l’entusiasmo di un pensiero che crede nel controllo razionale della realtà In Guicciardini, di poco più giovane e testimone del crollo definitivo della situazione italiana, prevale il senso dello scacco, dell’impossibilità di dominare gli eventi.
Machiavelli: La vita (1469-1527) Nasce a Firenze da Bernardo, un uomo di legge impoverito, e da Bartolomea Nelli, che sembra avesse un certo gusto nel rimare La famiglia Machiavelli era di popolani notabili di buone tradizioni, ma il ramo cui apparteneva Bernardo aveva perso ogni ricchezza 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
La sua giovinezza Vive la sua giovinezza durante la Signoria di Lorenzo de’ Medici I Fiorentini, orgogliosi della loro libertà ma corrotti, potevano mantenerla solo se accettavano un “redentore” che li amministrasse Il regime signorile è quindi una necessità, perché i potenti non sanno mitigare le proprie ambizioni con un equilibrio democratico 1501: sposa Marietta Corsini 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Le sue missioni diplomatiche 1498: dopo la fine della Repubblica del Savonarola, ricopre la carica di Segretario della Seconda Cancelleria 1498: inviato al Campo di Pisa durante la guerra fra Pisa e Firenze 1500: inviato in missione presso Luigi XII per convincere il re ad aiutare Firenze nell’interminabile guerra contro Pisa 1502: diviene uomo di fiducia del Gonfaloniere Pier Soderini Missione presso Cesare Borgia 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
…continua la sua carriera diplomatica… 1503: assiste al Conclave che eleggerà il Papa Giulio II 1504: è mandato come legato in Francia per ottenere da Luigi XII un aiuto contro gli Spagnoli 1507: va in missione presso l’Imperatore Massimiliano 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
1512:Tornano i Medici al potere il primo rifiuto 1512: è allontanato dalla Segreteria in quanto collaboratore attivo della Repubblica 1513: è arrestato e torturato poiché è amico di alcuni congiurati che stavano preparando un attacco ai Medici È poi liberato per l’amnistia con cui si festeggia l’elezione del Papa Leone X 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
1513: Si ritira a vita privata a Sant’Andrea di Percussina e scrive… 1512- : compone I Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio 1513: compone il Principe 1520: compone le Istorie Fiorentine 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
1527:Torna la Repubblica il secondo rifiuto La nuova Repubblica nega ogni incarico a Machiavelli per la sua “collaborazione” al governo mediceo …e Machiavelli muore… Torna al piano di studi 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Ovvero la politica come arte “IL PRINCIPE” (1513) Ovvero la politica come arte
EPOCA: luglio - dicembre 1513 È l’anno seguente al suo allontanamento dalla politica attiva Sta scrivendo i “Dialoghi” e riflette sulla decadenza degli Stati e sui mezzi per porvi rimedio Il Principe, con le sue straordinarie virtù, gli sembra l’unico mezzo per dare forma ad uno Stato nuovo 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
DEDICA: a Lorenzo de’ Medici È il nipote del Papa Leone X Infatti vuole avvicinarsi a questa potente famiglia È il Capitano Generale dei Fiorentini Infatti vuole fornire collaborazione ai Medici in un momento di grandi progetti politici 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
STRUTTURA 26 Capitoli Titoli in latino Forma concisa ed incalzante Tono provocatorio e dissacrante 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
TRATTATISTICA POLITICA ORIGINALITÀ TRATTATISTICA POLITICA traccia il modello di un principe ideale: Clemente Giusto Liberale Fedele alla parola data MACHIAVELLI Guarda la “realtà effettuale” Presenta un Principe che all’occorrenza sappia essere: Crudele Mentitore Dissimulatore 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
CARATTERI DISTINTIVI La personalità del Principe: “golpe” e “lione”, diverso dagli altri “ignavi” che hanno causato la decadenza degli Stati Il comportamento del Principe: malvagio come sono malvagi gli uomini Il rapporto fra “fortuna” e virtù” del Principe: le sue doti devono essere così forti da arginare le variazione della fortuna spesso avversa ed imprevedibile Le milizie cittadine: più fedeli ed affidabili di quelle mercenarie, un valido aiuto 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Le “Istorie Fiorentine” (1520) Scrive quest’opera per incarico del cardinale Giulio Si guadagna così un modesto stipendio di storico e altrettanto modesti ed umilianti incarichi: Riscossione di tributi Separazione dei conventi francescani di Firenze dagli altri conventi toscani Fortificazione di Firenze contro un eventuale attacco imperiale 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
I “DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO” La repubblica: un sogno nel cassetto
DEDICA Buondelmonti e Rucellai: due amici di fede repubblicana 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
CARATTERE: Riflessioni personali sui primi dieci libri della Storia di Roma, raccontata dallo storico Tito Livio. 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
CONCEZIONI DI BASE la riflessione sulle cose antiche è utile agli uomini di oggi perché la storia si ripete sempre uguale la repubblica è la forma più alta e preferibile di organizzazione di uno Stato, perché rispetta davvero la libertà e il benessere di tutti 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
STRUTTURA I libro: la politica interna di Roma II libro: la politica estera di Roma III libro: le azioni di singoli cittadini che contribuirono alla grandezza di Roma 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Confronto con il “Principe” Discorso ordinato, chiaro, sistematico, razionale, lucido, Deve adeguarsi alla realtà e suggerire i mezzi imposti dai tragici eventi Il Principe come rimedio contingente alla crisi dei tempi “Discorsi” Riflessioni libere, istintive, divaganti, sincere, appassionate, È libero di esprimere i suoi desideri impossibili La Repubblica come forma ideale di governo 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
IL LESSICO DI MACHIAVELLI Le “parole chiave” per capire il suo pensiero
Il suo lessico Storia Stato Nemici Principe Religione Morale Popolo Ambizione Intelligenza Politica Libertà Necessità Virtù Fortuna Realtà effettuale Torna al piano di studi 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
“Realtà effettuale” È diversa dalla realtà immaginata dei sogni e dei desideri È la realtà in cui viviamo e lottiamo ogni giorno È il teatro crudele in cui tutti dobbiamo agire, per migliorare la nostra vita È la realtà che M. osserva con scientifica precisione, prima di destreggiarsi fra i suoi meandri. 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
storia Non è evoluzione di forme in una realtà sempre nuova È ripetizione di fenomeni immutabili nelle loro leggi assolutamente necessarie Quindi deve essere maestra del nostro agire 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
stato Non è lo strumento del bene comune, ma è il fine stesso dell’operare del Principe deve essere forte ed efficiente e raggruppare un vasto territorio 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Nemici dello stato Anarchia interna Organizzazione frammentaria e contrastante Egemonia straniera 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
principe “golpe”: astuto come la volpe “lione”: spietato e forte come un leone 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
politica È una scienza con le sue leggi fisse e determinate sicura e irresistibile È un calcolo scientifico di natura fisico-matematica Ha per scopo la costruzione dello Stato È autonoma da ogni altro aspetto della vita umana, come la religione o la morale 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Religione Non è una finalità umana superiore alla politica Un fatto psicologico e sociologico utile alla politica, ma va subordinata ad essa “instrumentum regni”: strumento di potere 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Morale Valori come la fiducia reciproca e la collaborazione sono beni morali auspicabili, ma non realizzabili la politica è assolutamente indipendente dalle regole morali 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Popolo È sano se è educato a subordinare l’interesse particolare all’interesse dello Stato È “corrotto”se è composto da membri non educati a subordinare i propri appetiti alle leggi dello Stato Se è “sano” come il popolo romano della antica repubblica può essere governato nel modo ideale, cioè lo stato repubblicano Se è”corrotto”all’estremo come il popolo italiano non può risanarsi da solo ma ha bisogno di un capo che lo costringa a risanarsi 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Ambizione È una qualità scellerata ma può essere utile ad un cittadino che voglia impadronirsi della sua città 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Fortuna Non è la Provvidenza È il caso Forza imprevedibile e misteriosa in grado di rovinare anche chi ha eccellenti virtù, come Cesare Borgia Un incubo capace di dissolvere il libero arbitrio, cioè la libertà dell’uomo La Fortuna spadroneggia la realtà, la realtà effettuale è l’unica verità, la Fortuna è una divinità assoluta Fortuna = realtà Realtà = verità Fortuna = verità 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Virtù = Efficienza cioè una efficace energia politica 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Libertà Il libero arbitrio controlla la realtà al 50% Quindi la libertà non esiste Il popolo non è libero perché è sottomesso al principe Il principe non è libero perché è sottomesso allo Stato 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Necessità È la legge suprema alla quale tutto e tutti devono obbedire Per la necessità del bene dello Stato il popolo deve rinunciare alla propria libertà Per la necessità del bene dello Stato il principe deve saper usare la“golpe e il lione” Torna al piano di studi 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
LA SUA “FORTUNA” cioè…dicono di lui: Con lui Contro di lui
Contro di lui: Il P. è un’opera cinica che prescrive la scelleratezza: I cattolici: è contro il Papato e la Chiesa I protestanti: è l’espressione dell’immoralità cattolica Manzoni: ha subordinato la morale alla politica Gioberti e Mazzini: afferma il primato della potenza contro la civiltà dello stato 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Con lui: Rousseau: insegna al popolo l’amore per la repubblica Il Foscolo: ha mostrato al popolo la malvagità con cui un Principe deve governare, quindi l’effetto che raggiunge è il consolidamento delle idee repubblicane (tacitismo = come Tacito ha fatto con Tiberio) Leopardi: insegna avedere la realtà in tutta la sua crudezza, senza illusioni o finzioni De Sanctis, Croce: ha affermato l’indipendenza della vita terrena da quella spirituale. Ha precorso il sogno dell’unità italiana 27/04/2017 Niccolò Machiavelli
Guicciardini: La vita (1483-1540) Guicciardini iniziò ancora giovane una carriera diplomatica di alto livello Fu ambasciatore della Repubblica fiorentina presso il Re di Spagna Dopo la caduta della repubblica, ebbe incarichi importanti dai i due papi medicei, Leone X e Clemente VII Nel 1526-27 fu a capo dell’esercito pontificio nella guerra della lega di Cognac contro l’imperatore Carlo V che si risolse nel disastro del sacco di Roma Dopo il 1530 si ritirò a vita privata in una sua villa di campagna, dove scrisse la Storia d’Italia
I Ricordi Sono una raccolta di massime e brevi riflessioni, destinate a trasmettere ai figli il succo della propria esperienza come era d’uso nelle famiglie mercantili fiorentine “Ricordo”, infatti, propriamente significa “ammonimento”, “consiglio” Il titolo si richiama a un genere di scrittura privato
Guicciardini e Machiavelli Guicciardini condivide con Machiavelli la visione realistica e disincantata della realtà, ma non ha la stessa fiducia nella possibilità di formulare delle leggi generali di comportamento “E’ grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente e, per così dire, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per la varietà delle circustanze” (Ricordi, 6) E’ impossibile dunque nell’insieme degli eventi cogliere regole generali che siano di guida per l’uomo politico Un evento è irriducibile a ogni analogia e somiglianza: l’eccezione è la norma, la condizione prevalente e comune
Guicciardini e il mondo classico Non è possibile valersi degli esempi storici perché le circostanze non si ripetono mai uguali. “Quanto si ingannano coloro che a ogni parola allegano e Romani!” (Ricordi, 110) La storia romana dunque, a differenza di Machiavelli, non conserva per Guicciardini alcun valore esemplare Non servono a nulla le conoscenze tratte dai libri (“l’esperienza delle cose antique”)
Guicciardini e la “fortuna” La varietà e l’imprevedibilità dei casi rende il potere della “fortuna” pressoché incontrastabile. “Nelle cose umane la fortuna ha grandissima potestà, perché si vede che a ognora ricevono grandissimi moti da accidenti fortuiti, e che non è in potere degli uomini né a prevedergli né a scifargli (evitarli) (Ricordi, 30) Per Guicciardini dunque la “fortuna” esercita un dominio totale sulle vicende umane: né la prudenza, né la capacità di adattarsi alle situazioni consentono agli uomini di dirigere gli eventi o di prevederli. I personaggi che nella storia hanno avuto successo non lo devono alla loro capacità di dominare gli eventi, ma al fatto di aver agito in circostanze storiche favorevoli
La “discrezione” In mancanza di regole assolute e generali, non resta che affidarsi alla “discrezione” Il termine deriva dal latino dis-cerno, “separo”, “distinguo” Per Guicciardini la storia è del tutto imprevedibile, le regole generali non servono a nulla e così pure le conoscenze tratte dai libri La sola qualità da cui può scaturire una chiara visione dei fatti politici e sociali è dunque la discrezione, cioè la capacità di cogliere il carattere peculiare – unico e irriducibile – di ogni situazione e di adeguarsi ad essa
“Discrezione” e “virtù” La “discrezione” è principio ben diverso dalla “virtù” di Machiavelli La “virtù” machiavelliana è costruttrice di nuove realtà politiche Guicciardini non ha in mente grandi disegni da realizzare. Il suo punto di riferimento non sono tanto le sorti dello stato, quanto quelle del singolo.
Il “particulare” “Quegli uomini conducono bene le cose loro in questo mondo, che hanno sempre innanzi agli occhi l’interesse proprio, e tutte le azioni sue misurano con questo fine” (Ricordi, 218) E’ il criterio del “particulare”. Di fronte all’instabilità del mondo, è necessario mantenersi aderenti alla situazione concreta, operando per il proprio “particulare” (per il proprio personale e privato interesse), senza affidarsi a valori o ideali astratti. Ciò è parso a moti puro cinismo, ma Guicciardini in fondo è un moralista, preoccupato di come un individuo possa salvarsi materialmente e moralmente in mezzo al fluttuare di eventi ingovernabili.
La Storia d’Italia (1561) Lo stesso realismo disilluso dei Ricordi ispira l’opera più impegnativa di Guicciardini, la Storia d’Italia. L’opera narra in 20 libri le guerre che portarono alla fine dell’indipendenza italiana, dalla morte di Lorenzo il Magnifico (1492) a quella di papa Clemente VII (1534). Sono eventi che l’autore aveva visto da vicino e di cui era stato in parte protagonista Nell’opera domina il senso di una grande tragedia politica e dell’inevitabilità degli eventi che determinarono la fine dell’indipendenza degli stati regionali italiani.
La novità della “Storia d’Italia” L’opera si basa su un’attenta ricerca e valutazione dei documenti. Questo segna uno sviluppo rispetto alla storiografia precedente Incluso Machiavelli che non si preoccupava del vaglio critico delle fonti. Guicciardini riduce al minimo gli ornamenti retorici tradizionali nella storiografia (ampi discorsi messi in bocca ai protagonisti – sull’esempio classico – commenti e massime generali). Mira invece a ricostruire col massimo di lucidità lo sviluppo di avvenimenti intricati La Storia d’Italia segna dunque una tappa importante nella formazione della moderna metodologia storica (cioè della raccolta e dell’attenta indagine critica delle fonti)
Schema di confronto tra Machiavelli e Guicciardini Per Machiavelli il BENE è la dedizione assoluta all’interesse della collettività e della patria. Quindi sono pochi quelli che operano per il bene e gli uomini sono istintivamente portati al male. Quindi Machiavelli esprime un pessimismo sulla natura dell’uomo. Per Guicciardini il BENE è il conseguimento della felicità (l’interesse personale) senza danneggiare gli interessi degli altri. Quindi sono tanti quelli che operano il bene, poiché gli uomini sono istintivamente portati al bene. Quindi Guicciardini esprime un sostanziale ottimismo sulla natura dell’uomo. In Machiavelli c’è un tentativo di sintesi, cioè di ricondurre il particolare ad una teoria generale che possa tentativamente spiegare la realtà e costituire da modello. In Guicciardini prevale l’analisi, cioè la constatazione che ogni evento ha caratteristiche sue proprie, non riconducibili a leggi generali.
Per Machiavelli l’uomo non cambia nel corso dei secoli Per Machiavelli l’uomo non cambia nel corso dei secoli. Quindi ciò che è avvenuto nell’Antica Roma è utile per affrontare il presente. Gli avvenimenti storici si ripresentano tali e quali. Per Guicciardini nell’affronto dei fatti del presente occorre tener conto di tutti i fattori, per cui è sbagliatissimo riferirsi al passato come un modello. Infatti nell’Antica Roma c’erano condizioni politiche e sociali diversissime dalle attuali. Per Machiavelli è possibile formare una MILIZIA NAZIONALE, con un reclutamento popolare, in vista della costituzione di uno Stato Italiano. Pertanto Machiavelli si può definire ottimista in politica, o quanto meno fiducioso in un futuro più prospero per le sorti italiane. Per Guicciardini è impossibile formare una milizia nazionale, anzi non bisogna disdegnare l’utilizzo dei mercenari, spesso più esperti nell’arte militare. Egli infatti si dimostra scettico di fronte al progetto di unificazione italiana, esprimendo un sostanziale pessimismo in senso politico, o quanto meno accontentandosi di un equilibrio fra gli stati italiani come ai tempi di Lorenzo il Magnifico.