LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

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Transcript della presentazione:

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Elisa Piovani e Nicole Travagliati

IL DECOLLO INDUSTRIALE DELL’INGHILTERRA L’espressione Rivoluzione ha subito un’evoluzione: Nel 1688 inizialmente si utilizzava il termine rivoluzione esclusivamente per descrivere eventi in ambito politico e sociale (dal 1789 per descrivere la Rivoluzione francese). Rivoluzione industriale = espressione coniata per indicare una radicale trasformazione affine alla rivoluzione francese Adolphe Blanqui fu il primo ad utilizzare questo termine. Nel linguaggio storiografico il primo a introdurre questo termine fu Arnold J. Toynbee (1880).

AUMENTO DELLA POPOLAZIONE E INNOVAZIONI AGRICOLE Nel corso del 1700 la popolazione inglese continuò ad aumentare l’agricoltura affrontò questo avvenimento con successo: Fu allargata la superficie delle terre coltivate, provvedendo con bonifiche e prosciugamenti delle zone paludose e degli acquitrini. Fu introdotto il moderno sistema di rotazione che permise una maggiore alimentazione di animali da macello che produssero alte quantità di concime. Si diffusero le enclosures sul piano dell’organizzazione della proprietà.

ENCLOSURES Già a partire dal 1500 venivano utilizzate le enclosures, però venivano recintati prevalentemente boschi e zone per i pascoli. Solo durante il 1700 si iniziarono a recintare le terre contadine, ponendo fine al sistema dei campi aperti (open fields). Il parlamento fece anche una serie di leggi chiamate encolures acts , che obbligavano i proprietari a recintare il proprio terreno e chi non aveva soldi per farlo spesso era obbligato a vendere. Grazie alle recinzioni i proprietari furono liberi di introdurre innovazioni che permettessero di aumentare il raccolto.

IL GRANDE COMMERCIO INTERNAZIONALE Le condizioni che resero possibili il decollo industriale riguardarono anche la mentalità inglese, che aveva smesso di considerare volgare e basso il desiderio di guadagnare denaro da un’attività economica. Londra La maggior parte dei beni prodotti in Inghilterra veniva inviata all’estero. Aveva preso il posto di Amsterdam come centro degli scambi internazionali e del commercio di lunga distanza. Introno all’Inghilterra gravitava ormai un vastissimo sistema economico che si estendeva fino all’India.

Nel 1700 la domanda dei beni inglesi nel mondo aumentò notevolmente e fu proprio questo a spingere i produttori a trovare nuovi sistemi capaci di velocizzare i processi di fabbricazione, di migliorare la qualità dei prodotti e di abbassare i prezzi. Il punto di forza del sistema di scambi inglesi nel 1700 era il cosiddetto commercio triangolare Inghilterra America Africa I porti britannici portavano in Africa prodotti inglesi come armi, barre di ferro, tessuti, etc. in cambio di schiavi neri che venivano condotti fino in Giamaica e scambiati con le tipiche merci coloniali prodotte in America come zucchero, cotone grezzo, etc.

LE INNOVAZIONI NELL’INDUSTRIA TESSILE La maggiore richiesta dei tessuti inglesi fece sì che si verificasse la rivoluzione nella produzione di tessuti di cotone prima in Inghilterra e poi in scala europea. Per avere un buon prodotto a poco prezzo era indispensabile l’uso delle macchine. 1733: un orologiaio di nome John kay introdusse un miglioramento nel telaio chiamato SPOLETTA VOLANTE 1764: un falegname tessitore di nome James Hargreaves inventò e realizzò un filatoio meccanico JENNY 1768: Richard Arkwright costruì una nuova macchina filatrice FRAME 1785: Samuel Crompton costruì il nuovo filatoio MULO

SPOLETTA VOLANTE Quest’innovazione permetteva a un solo operaio di svolgere il lavoro che in precedenza necessitava di due o più individui.

JENNY Permetteva ad una sola persona di filare sei o sette fili alla volta. DIFETTO: il filato prodotto era molto fine.

FRAME Il frame era una macchina a rulli costruita nel 1768. Il filato ottenuto con questa macchina aveva caratteristiche opposte rispetto a quello che usciva dalla jenny, quindi veniva prodotto un filato più robusto, più grezzo, ma anche poco costoso. DIFETTO: necessitava di molta energia.

MULO La novità di questa macchina si basava sulla velocizzazione del processo di filatura e produzione di un filato uniforme, di qualità uguale a quello indiano.

FERRO, VAPORE E CARBONE La macchina a vapore fu determinante in questo periodo e va considerata la vera protagonista della Rivoluzione industriale. I primi tentativi di impiegare l’energia del vapore furono compiuti nel campo dell’industria mineraria. Perché? Nel corso del 1600 l’estrazione del carbon fossile aveva acquistato una grande importanza, ma il lavoro in miniera era ancora molto arretrato, inoltre gas ti vario tipo potevano uccidere i minatori con le loro esalazioni o a seguito di incendi o esplosioni improvvise l’acqua si infiltrava continuamente nelle gallerie Soluzione Thomas Newcomen inventò la macchina atmosferica automatica che utilizzava il vapore come forza motrice per aspirare l’acqua da un pozzo minerario.

COME VENIVA ESTRATTO IL CARBONE Inizialmente l’estrazione era un lavoro manuale: bisognava scavare nei pozzi che scendevano fino a 60 metri o più. Il carbone veniva trasportato in grandi ceste da fanciulli o mogli dei minatori fino alla destinazione. Thomas Newcomen ideò un tipo nuovo di macchina atmosferica automatica, che pompava eliminava l’acqua dai pozzi per riuscire a estrarre il carbone fino alla superficie.

La macchina inventata da Newcomen aveva molti difetti quindi James Watt ideò e perfezionò la sua macchina rotativa a doppio effetto che avrebbe trovato impiego nell’industria siderurgica, meccanizzato i cotonifici e infine rivoluzionato i trasporti.

L’IMPIEGO DELLA MACCHINA A VAPORE Il suo primo utilizzo fu nell’industria siderurgica, solo in seguito, nel 1790, si iniziò ad utilizzare nell’industria tessile. Come nel caso del cotone la macchina di Watt fu determinante nell’industria metallurgica, perché portò a termine un processo di innovazione già iniziato. il principale problema che gravava sulla produzione di ferro era quello energetico: infatti si utilizzava il carbone di legna per la fusione e raffinazione del ferro. Per questo motivo l’industria siderurgica fu definita nomade, perché si utilizzava il legno della zona e poi si trasferiva lo stabilimento in un altro territorio boschivo. Novità nell’industria siderurgica il carbone di legna fu sostituito con il carbone fossile.

Henry Cort ideò due sistemi di lavorazione della ghisa: Il puddellaggio La laminazione A partire dagli anni ’80 l’industria siderurgica si liberò dal suo nomadismo e si radicò nelle regioni ricche di carbone.

ORIGINI DELLA FERROVIA L’invenzione della ferrovia nacque dal bisogno di mezzi adeguati per trasportare le enormi quantità di carbone dalla miniera fino alla destinazione. Il primo che riuscì a far muovere un veicolo su rotaia grazie alla forza del vapore fu l'inventore inglese Richard Trevithick, che nel febbraio 1804 costruì la prima locomotiva a vapore funzionante per la miniera di Pennydarren nel Galles. La macchina di Trevithick era semplice e spartana, una semplice caldaia in ferro con un camino posto presso la bocca di caricamento del carbone. Il vapore prodotto veniva convogliato in un cilindro orizzontale al lato opposto del camino, che trasmetteva il movimento ad un asse motore.

LA NASCITA DELLA FERROVIA In Inghilterra meridionale si iniziarono a stendere dei binari di ghisa su cui scorrevano carri carichi di carbone trainati da cavalli. George Stephenson fu l’inventore della locomotiva a vapore Nel 1829 il figlio di George, Robert, perfezionò la locomotiva, che fu utilizzata nella linea che collegava Manchester a Liverpool, che va considerata la prima vera ferrovia. Intorno alla metà dell’Ottocento la rete britannica era ormai completata e contava circa 8000 miglia di rotaie. Ovviamente anche l’industria delle ferrovie richiedeva l’investimento di grosse quantità di capitali, che vennero date quasi esclusivamente da privati. Inoltre la costruzione della rete ferroviaria offrì lavoro ad un numero elevatissimo di operai (260000 persone).

NAVIGAZIONE Rispetto alla ferrovia la navigazione subì più lentamente i mutamenti provocati dall’industrializzazione. Questo processo fu più lento, perché i vascelli a vela rimanevano comunque più veloci dei piroscafi a motore, nonostante questi ultimi avessero il vantaggio della regolarità e non dipendessero dal vento per muoversi. Solo nel 1870 l’uso del piroscafo a motore aumentò del 75%, perché aumentò la velocità delle nuove imbarcazioni a motore. Si ottenne così la vittoria del motore sulla vela.

TELEGRAFO Il telegrafo facilitò la comunicazione di notizie e informazioni su lunghe distanze. Ebbe una universale e definitiva diffusione nel 1848. Pochi anni dopo vennero inoltre introdotti cavi sottomarini capaci di collegare tra loro tutti i punti del globo. Il telegrafo è il dispositivo che permette di inviare a distanza – sotto forma di impulsi elettrici – messaggi scritti, utilizzando un apposito codice messo a punto dallo statunitense Samuel Morse.

ESPOSIZIONI UNIVERSALI La prima esposizione universale si tenne nel 1851 a Londra, mentre la seconda nel 1855 a Parigi. In queste esposizioni migliaia di ditte e imprese si trovavano per esporre i più moderni ritrovati della scienza e le più moderne innovazioni tecniche introdotte nel proprio settore di produzione.

Effetti più dannosi Degrado moralità degli operai Sfruttamento di lavoro minorile/femminile Urbanizzazione selvaggia I governi e gli imprenditori dei diversi stati europei appresero con lentezza i vantaggi che questo processo di industrializzazione potesse portare.

INDAGINI SULLE CONDIZIONI DI VITA DEGLI OPERAI PAUPERISMO Con l’industrializzazione si era creata una estesa miseria operaia. Gli operai erano mal nutriti, andavano vestiti di stracci e abitavano in condizioni terribili e non igieniche. La causa di questo malessere fu la frequente crisi industriale, che lasciava spesso senza lavoro e senza risorse un operaio, creando grandi masse di disoccupati. I salariati potevano essere assunti e licenziati in un’ora, perché le imprese che avevano bisogno di specialisti da mantenere erano molto rare. Era impossibile avere una sicurezza d’impiego e un pagamento mensile. I salari erano appena sufficienti a un giovane celibe e non bastavano al sostenimento di una famiglia nel caso vi fossero dei bambini. L’alimentazione degli operai era scarsa e a base di prodotti di cattiva qualità, che spesso non davano la forza per lavorare sufficientemente. In quel periodo si metteva su famiglia troppo presto e si sfornavano figli senza possibilità di mantenerli. LAVORO MINORILE Fu presto un motivo di scandalo. I divieti e le limitazioni furono relativamente tempestivi. La prima fu la Gran Bretagna con il Factory Act, attraverso il quale si stabiliva che i bambini al di sotto dei nove anni non potessero lavorare nelle industrie tessili e nelle miniere. Successivamente si limitò il lavoro minorile anche in Prussia, Baviera, Francia e Austria. Il lavoro minorile scomparve quindi abbastanza velocemente, grazie anche all’obbligo dell’istruzione elementare.

FRANCIA - INGHILTERRA

BELGIO - Indipendente dal 1830 Fu il primo paese ad imitare l’Inghilterra come stile di vita. Molte riserve di carbone furono sfruttate con razionalità moderna (5,8 tonnellate prodotte). Nel 1834 fu progettato un vasto sistema ferroviario completato in 10 anni, grazie al quale gli operai potevano recarsi ogni mattina sul luogo di lavoro senza avere la necessità di trasferirsi nelle città. In Belgio si riuscirono a evitare gli effetti dannosi dell’urbanizzazione.

ESPANSIONE ECONOMICA 1850/1870 La Gran Bretagna rimase lo Stato più all’avanguardia con 149 milioni di tonnellate di carbone estratto, una produzione molto elevata di ghisa e 617000 tonnellate di cotone tessuto. Le ferrovie inglesi raggiunsero nel 1880 25000 km di estensione. Lo sviluppo inglese trascinò l’intera Europa in un vasto moto di crescita sia nella produzione industriale sia nei commerci. In Europa si contavano 92000 km di strada ferrata: progressivamente lo sviluppo ferroviario si estese all’intero pianeta con: 62000 locomotive; 112000 vetture; mezzo milione di carri per trasporto merci.

Economia e società nell’Europa centro-orientale 1860 -> realtà complessa a causa di un nuovo equilibrio sociale diviso tra: ANTICO: aristocrazia agraria, nobiltà ancorata ai valori e alla tradizione; NUOVO: borghesia, industria moderna.

RUSSIA La Russia era lo Stato più arretrato dell’Europa. Nonostante il territorio immenso occupato aveva solo 501 km di ferrovie. La maggioranza della popolazione era composta di contadini o servi dipendenti dal proprietario della terra. 1861 -> nell’impero degli Zar la servitù della gleba venne abolita. Nonostante ciò la situazione non migliorò nelle comunità di villaggio (mir) oppresse da una pesante tassazione statale. La popolazione liberata rimaneva comunque indebitata con i nobili, da cui ancora dipendeva per il lavoro agricolo.

IMPERO AUSTRIACO L’Impero austriaco appariva più moderno rispetto alla Russia e con maggiore tempestività si avviò verso l’urbanizzazione. Nell’1850 gli Asburgo investirono sullo sviluppo economico di Austria e Boemia. Nonostante le regioni orientali fossero più legate alla tradizionale economia agricola, ci fu una crescita nella costruzione di ferrovie e nell’estrazione del carbone.

PRUSSIA In questo stato ci fu una crescita maggiore rispetto ai due precedenti grazie all’invenzione dello ZOLLVEREIN una lega doganale che riuniva tutti gli stati tedeschi tranne l’Austria. Il vasto mercato comune tedesco permise il libero scambio e eliminò i dazi doganali. Da questo momento cominciò un vigoroso e costante processo di urbanizzazione. RHUR -> divenne la regione più industrializzata d’Europa. JUNKER -> proprietari terrieri nobili, che ricavavano dalle loro terre il grano per nutrire la popolazione tedesca in costante crescita demografica e possedevano il monopolio delle alte cariche militari e amministrative.

Curiosità

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN PITTURA La ferrovia entrò nella pittura di paesaggio dell’Ottocento come elemento affascinante e mostruoso, poiché era esaltante in quanto simbolo di modernità e progresso, ma allo stesso tempo spaventava per la velocità che poteva raggiungere.

Opera di WILLIAM TURNER, «Vapore e velocità»

Opera di CLAUDE MONET, «Gli scaricatori di carbone»