Igiene applicata alle strutture sanitarie

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Transcript della presentazione:

Igiene applicata alle strutture sanitarie Malattie infettive e parassitarie: “modelli di trasmissione” e “misure di prevenzione generale”

Epidemiologia generale delle malattie infettive e parassitarie Malattia infettiva/parassitaria: patologia acuta caratterizzata da un “agente causale” biologico, unico e specifico (microrganismo patogeno) e diffusibile. Tipi di micro-organismi: Microrganismi non patogeni: saprofiti, commensali  flora microbica corpo umano e animale… Microrganismi patogeni: parassiti  danno nell’ospite uomo (malattia…)

Patogeni (1) 4 gruppi: batteri, virus, funghi, protozoi + prioni (proteine “mutate” infettanti) “Spettro d’ospite”: capacità di aggredire una o più specie animali ricettive al contagio. Tipi di di macro-parassiti: Malattie parassitarie: causate da elminti (vermi) e artropodi (insetti e aracnidi) patogeni x uomo.

Patogeni (2) Infezione (I) = penetrazione patogeno nell’ospite con sviluppo di un “agente infettivo” nell’organismo animale o umano I. inapparente = condizione asintomatica; I. manifesta = malattia infettiva conclamata con specifico quadro clinico.

Patogeni: caratteristiche dei ceppi microbici (1) Patogenicità: attitudine del m. a causare la patologia in una determinata specie animale con danni all’ospite (tramite tossine, enzimi, distruzione cellule immunitarie, ecc.) Virulenza: misurata con “dose letale 50” in grado di uccidere il 50% degli animali da esperimento inoculati entità del danno indotto + gravità e letalità della malattia prodotta Carica infettante: n° minimo di unità microbiche che penetrano in un organismo (inoculo) necessario x causare infezione e contagio

Patogeni: caratteristiche dei ceppi microbici (2) Infettività: capacità di un microrganismo di infettare, ovvero di attecchire e moltiplicarsi sull’ospite (ecto-parassitosi) o al suo interno (endo- parassitosi). Contagiosità: capacità del m. patogeno di essere trasmesso da un individuo recettivo a un altro Modalità di trasmissione del contagio: contatto diretto o indiretto, attraverso secrezioni ed escreti (liquidi/sostanze biologiche), da individuo infetto e contagioso (malato o portatore) a uno sano e suscettibile a infezione. Ruolo di “vettori” insetti (es. malaria) e eventi (es. tetano)…

Microrganismi patogeni “opportunisti” Innocui in persone in condizioni di salute ottimali (immuno-competenti) Infezioni endogene in persone immuno-depresse o affette da gravi malattie debilitanti o in gravi traumatizzati o ustionati, o in seguito a interventi chirurgici

Infezioni comunitarie: relazioni ospite-parassita Malati: soggetti infetti sintomatici, contagiosi se si verifica diffusione dei germi patogeni verso l’esterno Portatori: soggetti infetti privi di sintomatologia (latenti) ma che possono diffondere germi patogeni

Tipologie di “portatore” d’infezione

Relazione ospite-parassita Malattie da infezione esogena: penetrazione in ospite di microrg. patogeno proveniente da fonte esterna; Se patogeno eliminato a esterno dell’ospite  malattia contagiosa o trasmissibile (diffusibile). Malattie da infezione endogena: causate da microbi patogeni opportunisti (localizzazione del microbo ≠ da quella abituale …). Periodo d’incubazione: intervallo temporale (variabile da ore a mesi o anni, a seconda di tipo di microbo) che intercorre tra la penetrazione del patogeno nell’organismo ospite e l’inizio dei sintomi clinici.

Trasmissione e grado di diffusione delle infezioni Serbatoi (riserve) d’infezione: habitat naturali dei microrganismi patogeni x uomo in cui gli stessi vivono e si moltiplicano in condizioni normali e dai quali il parassita può diffondersi all’uomo recettivo al contagio infettandolo (es. persone, specie animali e vegetali, ambiente e substrati animali). Sorgente (fonte) d’infezione: uomo o animale, malato o portatore, che elimina i parassiti patogeni e in grado di trasmettere infez. a individui recettivi al contagio.

L’ospite L’ospite per essere in grado di ricevere, far penetrare, attecchire (il microrganismo trova un luogo dove stabilirsi) e moltiplicarsi (aumentare di numerosità) deve essere “suscettibile” Suscettibile: persona o animale che agevola tutte le fasi di sviluppo del microrganismo. La persona può ostacolare penetrazione del microrganismo: mantenendo la pelle curata e senza ferite; lavandosi bene le mani ogni volta che si contaminano; evitando luoghi affollati e chiusi; adottando sane abitudini di vita (es. non bere, non fumare, non drogarsi, ecc.).

L’ospite e le sue difese ai patogeni Difese messe in atto quando vi è aggressione da patogeni sono di 2 tipi: difese aspecifiche (sono immediate e contro chiunque aggredisca): cute che, se integra, non permette passaggio di germi; sostanze e condizioni particolari in alcuni organi (occhi, bocca, stomaco, ecc.) possono ostacolare penetrazione e sviluppo; 2) difese specifiche (normalmente più lente e specifiche su un tipo di germe): effettuate con vaccini, o con siero-profilassi (somministrazione di anticorpi già formati).

Vie di penetrazione dei patogeni Cute: ferite e lesioni anche microscopiche (tetano, gangrena gassosa, infezioni batteriche), punture di insetti (malaria), morsicature di animali (rabbia), iniezioni parenterali (virus epatitici, HIV) Mucose: apparato digerente (malattie a trasmissione oro-fecale), apparato respiratorio (malattie a trasmissione aerea), mucose genitali (malattie a trasmissione sessuale) Placenta: trasmissione verticale, dalla madre al feto (infezioni congenite)

Vie di eliminazione dei patogeni (1) VIA RESPIRATORIA Microrganismi eliminati sotto forma di goccioline attraverso respirazione, tosse , starnuti, ecc. (influenza, raffreddore, pertosse, TBC polmonare, meningite, ecc.) VIA INTESTINALE Con le feci eliminati germi patogeni (vibrione del colera, virus della poliomielite, virus dell’epatite A, ecc.). VIA GENITO-URINARIA Eliminazione di agenti patogeni attraverso urine non rappresenta evento molto frequente (es. TBC renale). Le secrezioni degli organi genitali possono dar luogo a malattie a trasmissione sessuale (es. sifilide, AIDS, epatite C, ecc.).

Vie di eliminazione dei patogeni (2) VIA CUTANEA Germi eliminati attraverso le lesioni cutanee presenti durante le malattie esantematiche (es. varicella), micosi cutanee o da lesioni profonde che “fistolizzano” all’esterno (es. pus) VIA PLACENTARE Attraverso questa via di eliminazione la madre affetta da una malattia infettiva la trasmette all’embrione (es. rosolia, toxoplasmosi, ecc.)

Modalità di trasmissione Diffusione dell’”agente infettivo” da soggetto infetto (malato o portatore) a soggetto sano può avvenire per: Trasmissione verticale, madre-figlio (prenatale/transplacentale, perinatale/periparto, postnatale/allattamento) Trasmissione orizzontale: diretta, semidiretta, indiretta.

VIE DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI Contatto persona-persona o animale-uomo TransMucosa Diretta TransCutanea Mediata da goccioline di “flugge” infette Altre vie ORIZZONTALE Semidiretta Aerea Indiretta “Veicoli” inanimati Mediata da “substrati” infetti “Vettori” animati

Trasmissione orizzontale e verticale delle infezioni

Catene di contagio (1) Catene di trasmissione dei germi patogeni tra sogg. appartenenti a stessa specie o ad altre specie (uomo o animale). Tipologie: Trasmissione omogena omonima (es. morbillo, epatite, pertosse) Trasmissione omogena eteronima (zoonosi: brucellosi, carbonchio, TBC bovina , rabbia) Trasmissione eterogena omonima (es. malaria) Trasmissione eterogena eteromina (es. peste)

Catene di contagio (2) I microrganismi per poter permanere e replicarsi in una comunità devono avere un habitat naturale ove replicarsi e l’occasione di passare in altri ospiti suscettibili.

Grado di diffusione nella collettività Epidemia: rapido incremento di casi di malattia (in eccesso rispetto ad atteso) in breve periodo temporale (es. morbillo) Pandemia: epidemia che interessa + nazioni o continenti (es. influenza, AIDS) Endemia: costante persistenza di casi di malattia in una data popolazione o area geografica (es. febbre tifoide, epatiti virali) Sporadicità: occorrenza occasionale dei casi di malattia e ai intervalli irregolari nella popolazione (es. tetano)

Prevenzione generale delle malattie infettive e parassitarie Strategie di contenimento e prevenzione del rischio infettivo si basano prevalentemente su interventi di prevenzione primaria: Interventi da condurre su agenti infettanti (bonifica ambientale, antisepsi, disinfezione e sterilizzazione) Inattivazione dei serbatoi e delle sorgenti d’infezione (accertamento diagnostico, notifica, isolamento, chemioterapia) Interventi da effettuare su organismo ospite (prevenz. immunitaria, prevenz. farmacologica)

Classificazione delle malattie infettive La CLINICA classifica le Malattie Infettive (M.I.) in base a organi colpiti (M.I. dell’apparato respiratorio, urinario, gastro-enterico, nervoso, ecc.); obiettivo è ridare salute con diagnosi e terapia appropriata. La MICROBIOLOGIA classifica le M.I. in base agli agenti responsabili (M.I. da virus, M.I. da batteri, M.I. da miceti, M.I. da parassiti). L’IGIENE classifica le M.I. in base alla loro modalità di trasmissione (via aerea, oro-fecale, sessuale e/o transcutanea, cutanea o mucosa perché suo obiettivo primario è bloccare questa trasmissione. Sua scenografia ideale è l’ambiente geografico e sociale. L’opera dell’igienista prende sempre spunto dalle segnalazioni cliniche e necessariamente deve avvalersi della competenza microbiologica per l’identificazione dell’agente eziologico.

Accertamento diagnostico di malattia da infezione Diagnosi clinica “presuntiva” (anamnesi, segni e sintomi, esame obiettivo) + Dati epidemiologici (analitici e osservazionali) + Accertamento di laboratorio (microbiologico, immunologico, molecolare) x diagnosi “di certezza eziologica” identificativa del microrganismo Metodi diretti (diagnosi diretta, con microscopia e esame colturale; tecniche immunologiche e molecolari) Metodi indiretti (diagnosi indiretta, test di reazione immunitaria dell’organismo umano verso agente infettivo: agglutinazione, precipitazione, immunoenzimatici, immunofluorescenza)

Accertamento diagnostico

Notifica delle malattie infettive Obbligo di legge (x medico) e fonte rilevante di dati (x epidemiologo) di malattia infettiva diffusiva, certa o sospetta, potenzialmente pericolosa x salute pubblica. Scheda di segnalazione con molteplici dati a Autorità sanitaria competente (ASL), trasmissione a Regione  a Ministero Salute e Servizio Epidemiologia dell’I.S.S.  elabora dati e trasmette in rete report nazionali e regionali.

Isolamento dei soggetti infetti Scopo: separare, x periodo di contagiosità (trasmissibilità dei patogeni), sogg. infetto (uomo malato o portatore) da altri sogg. In “ambiente riservato/confinato”. 2 tipologie: Isolamento classico (sogg. isolato in reparti ospedalieri ad hoc, o a domicilio, x intero tempo della contagiosità); Isolamento contumaciale (individuo sano ma sospetto infetto confinato in struttura riservata x tempo sufficiente stabilito da Autorità sanitaria,  accertamento diagnostico x chemioprofilassi e/o isolamento classico.

Bonifica ambientale e igiene personale Scopo: lotta a veicoli e vettori potenzialmente responsabili di trasmissione x via indiretta cariche microbiche patogene. Strumenti elettivi di lotta: x vettori (artropodi): disinfestanti (insetticidi e ratticidi) e disinfezione periodica ambienti comunitari e aree urbane; X veicoli infetti (H2O, aria, alimenti, materiali): opere di bonifica acque reflue e potabili, controllo filiera alimentare (infez. enteriche); In comunità: educazione sanitaria su adeguati ricambi aria respirabile (n° persone/volume aria disponibile x evitare rischio infezioni respiratorie); adeguato igiene personale (x infez. Enteriche), e astensione da comportamenti sessuali a rischio (x MST) …

Asepsi e antisettici Asepsi: insieme di pratiche utili a decrementare o eliminare gli agenti infettivi, le loro riserve e i veicoli di trasmissione in una determinata area o struttura o in un determinato materiale. Preliminari ad asepsi: decontaminazione e detersione (es. strumenti chirurgici, endoscopi). Asepsi medica in strutture sanitarie, con “tecniche specifiche” di pulizia: agenti antimicrobici (antisettici o batteriostatici); disinfettanti (molecole chimiche germicide); farmaci antinfettivi (antibatterici e antivirali); pratiche asettiche (lavaggio antisettico mani; dispositivi protezione individuale; “asepsi chirurgica” in ambiente operatorio e ambulatoriale). Antisettici: agenti (chimici) in grado di bloccare/inibire o rallentare crescita di microrganismi su cute e mucose umane.

DISINFEZIONE Disinfezione: distruzione di microrganismi patogeni allo stato vegetativo e, a differenza del processo di sterilizzazione, non elimina né le spore né le forme non patogene (microrganismi “opportunisti”).

Caratteristiche di un buon disinfettante (1) Esteso spettro d’azione Attività germicida Capacità d’azione anche in presenza di sostanze organiche (sangue, urine, feci, pus) Maneggevolezza Rapidità d’azione e persistenza nel tempo (1-10 minuti). Assenza di tossicità acuta e cronica

Caratteristiche di un buon disinfettante (2) Non corrosivo Non irritante (mucose, cute) Non sensibilizzante Non indurre resistenza. Stabilità per diluizioni e tempi consigliati Costo ragionevole

Aspetti critici del processo di disinfezione (1) Temperatura: se bassa rallenta la velocità d’azione, se alta può provocare l’inattivazione di alcuni disinfettanti.Temp.ottimale (20°-37°C) Concentrazione: i disinfettanti devono essere utilizzati a concentrazioni standard, se queste sono inferiori alla MIC (minima concentrazione inibente) si può favorire il fenomeno della resistenza batterica.

Aspetti critici del processo di disinfezione (2) Tempo di applicazione pH Presenza di sostanze inattivanti: materiale organico (sangue, pus) Natura fisico-chimica del materiale Carica microbica: se elevata riduce l’attività del disinfettante. Necessità di pulizia preventiva. Specie microbica: sensibilità differente dei vari microrganismi

Livelli di attività dei disinfettanti (1) ALTO: distruzione di tutti i microrganismi ad eccezione delle spore batteriche. Questi composti possono essere usati come sterilizzanti se il tempo di disinfezione è sufficientemente lungo. Appartengono a questa classe: glutaraldeide alcalina al 2% e acida al 2%, perossido di idrogeno al 6%+0,85%, acido fosforico, acido paracetico all’1% (si usano su strumenti semi-critici)

Livelli di attività dei disinfettanti (1) INTERMEDIO: Distruzione di batteri allo stato vegetativo. Mancata capacità di distruggere le spore ma efficacia contro mycobacterium tubercolosis, miceti e la maggior parte dei virus. Sono usati per strumenti non critici. I composti usati sono: alcoli, cloroderivati organici, iodofori. BASSO: Distruzione della maggior parte dei batteri allo stato vegetativo. Non sono efficaci contro le spore batteriche, mycobacterium t., virus. Si usano su strumenti non critici. Appartengono a questa classe: mercuriali e Sali d’ammonio quaternari

Disinfettanti: principali categorie chimiche (1) Fenoli e derivati fenolici: denaturano le proteine determinando lisi della membrana citoplasmatica. L’Esaclorofene è usato per gli strumenti chirurgici Clorexidina: danneggia la membrana citoplasmatica, viene usata su cute e mucose Alogeni (ioduri): inattivano gruppi SH. Tintura di Iodio: preparazione chirurgica; PVP-J: per cute e strumenti

Disinfettanti: principali categorie chimiche (2) Alcooli: coagulano le proteine e solubilizzano i lipidi di membrana; Etanolo al 60-95%, Isopropanolo Metalli pesanti: inattivano i gruppi SH; nitrato di Ag all’1% Aldeidi: alchilano gruppi polari delle proteine.Sono usati per la disinfezione degli strumenti ospedalieri (Glutaraldeide al 2% per 2-10 min, per 3-10 ore è sporicida), Formaldeide Agenti ossidanti: Perossido d’idrogeno.

Disinfettanti: principali categorie chimiche (3) Composti dell’ammonio quaternario: alterano la membrana per coagulazione proteica, battericidi per Gram+, batteriostatici per Gram- (es. Benzalconio cloruro). Neutralizzati da saponine e detergenti anionici. Non agiscono su Pseudomonas Aeruginosa.

Attività antimicrobica Fonte: Igiene e Medicina Preventiva “ Barbuti-Bellelli-Fara-Giammanco” Attività antimicrobica Indicazioni Disinfettanti Meccanismo d’azione Gram + Gram - Micobatteri Spore Miceti Virus CLORO Inattiva le proteine enzimatiche a livello dei gruppi -SH + + + + + Potabilizzazione acqua, disinfezione stovaglie, biancheria, superfici, gabinetti. IODIO Disinfezione cute, strumenti, oggetti, superfici. ALCOLI Coagulano le proteine del protoplasma batterico + Disinfezione cute e termometri (da soli o con altri disinfettanti) ALDEIDI Determinano alchilazione su gruppi aminici, carbossilici, idrissilici e sulfidrilici delle proteine Come aldeide formica: disinfezione ambientale terminale; come aldeide glutammica: oggetti di gomma e plastica (cistoscopi, broncoscopi, ecc.) FENOLI Alterano la membrana cellulare ed a elevate concentrazioni coagulano le proteine del protoplasma batterico Attività variabile secondo i composti Disinfezioni mani, oggetti e superfici DETERGENTI CATIONICI ( composti quaternari dell’ammonio) Alterno la membrana citoplasmatica, inattivano i sistemi enzimatici, denaturano le proteine del protoplasma batterico () Disinfezione cute CLOREXIDINA Blocca le funzioni della membrana citoplasmatica batterica, favorisce la fuoriuscita di materiale cellulare., inattiva le proteine enzimatiche Disinfezione mani e cute integra

Agenti Antimicrobici Disinfettanti chimici

Resistenza dei microrganismi Una caratteristica dei microrganismi è la resistenza ai diversi agenti fisici e chimici Alcuni microrganismi (es. gonococchi, meningococchi) sono poco resistenti e sono rapidamente inattivati La maggior parte dei virus è più resistente per l’assenza di una membrana che li riveste I micobatteri sono naturalmente resistenti (bacilli acido-alcool resistenti)

STERILIZZAZIONE Processo che provoca la distruzione dei microrganismi, patogeni e non, sia in forma vegetativa che sporigena. La normativa UNI EN 556 stabilisce che la probabilità di trovare, all’interno di un lotto di sterilizzazione, un microrganismo sopravvivente, deve essere inferiore o uguale ad 1 su un milione S.A.L. (Sterility Assurance Level).

Protocollo di Disinfezione e Sterilizzazione 6. Protocolli operativi 6.1 Raccolta 6.2 Decontaminazione 6.3 Lavaggio 6.4 Risciacquo 6.5 Asciugatura 6.6 Controllo e Manutenzione 6.7 Confezionamento 6.8 Sterilizzazione Fonte: ISPESL. Linee Guida sull'attività di sterilizzazione quale protezione collettiva da agenti biologici per l'operatore nelle strutture sanitarie (D.Lgs 626/94)

Sterilizzazione Sterilizzazione mediante mezzi fisici: Calore Radiazioni (UV, Raggi gamma) Per filtrazione Sterilizzazione con mezzi chimici

Sterilizzazione termica con calore (1) Agisce alterando le strutture dei microrganismi, soprattutto le proteine con funzioni enzimatiche. I virus (esclusi i virus epatotropici maggiori), i batteri in forma vegetativa, i miceti, i protozoi sono molto sensibili. Le spore di specie termofile (Clostridium botulinum, Bacillus stearothermophilus) sono più resistenti.

Sterilizzazione termica con calore (2) Calore secco: si usano stufe con ventilazione ad aria forzata (convezione), si mantengono a 180°C per 30 min. o 160°C per 60min. Viene usato per materiale metallico e vetro. Calore umido: grazie alle autoclavi si raggiungono temperature inferiori a determinate pressioni, i microrganismi sono più sensibili al calore quando si trovano in ambiente umido, grazie ad una maggiore conducibilità termica in presenza di vapore acqueo (meno min. a minor temperatura). Si usa anche per superfici gommose, porose e concave.

Sterilizzazione a calore e pressione in “autoclave” Materiale Temp. (C°) Tempo (min) Pressione (bar) Tessili, strumenti metallici e vetrerie (confezionati) 134° 7’ 2,1 Strumenti metallici e vetrerie (non confezionati) 134° 4’ 2,1 Materiale in gomma o plastica non termolabile 121° 15’ 1,1

Tindalizzazione: uccisione di microrganismi a T<100°C Tindalizzazione: uccisione di microrganismi a T<100°C. Si applica ai liquidi che costituiscono un substrato nutritivo per le spore. Si effettua per esposizione a T60°-100°C per 30-60 min. in 3 giorni consecutivi. Durante l’intervallo, incubazione a 30- 35°C per consentire la germinazione delle spore, uccise poi dal successivo trattamento termico.

Radiazione UV La frazione UV-C (200-280nm) ha azione attraverso lesioni del DNA microbico Prodotta con lampade germicide a vapori di mercurio rarefatti Scarso potere di penetrazione Massimo rendimento a 20° Attività contro TBC Utile per: sterilizzazione aria, piani d’appoggio, eliminare Legionella dagli impianti idrici ospedalieri Limite d’azione alla superfici direttamente esposte

Raggi gamma Radiazioni ionizzanti prodotti da cobalto60. Alto potere di penetrazione. Sterilizzazione di materiale monouso (siringhe, cateteri, fili di sutura, ecc. ) già confezionati in buste di plastica impermeabili ai microrganismi. Viene effettuata solo in particolari strutture.

Sterilizzazione per filtrazione Si applica alle sostanze termolabili, liquide e gassose, per esempio le preparazioni farmacologiche. Il filtro presenta una porosità diversa in relazione alle dimensioni delle particelle da eliminare (virus, batteri).

Sterilizzazione chimica Formaldeide: per superfici, oggetti o locali (gas irritante, tossico,poco penetrante) Ozono: adatto per il materiale chirurgico, fortemente ossidante, altera molti materiali Ossido di etilene: per i materiali termolabili (PVC, polietilene, alcune gomme). Può formare miscele esplosive con l’aria. Attualmente non viene più adoperato per la sua tossicità.

Gas-plasma Il gas-plasma è il quarto stato della materia, risultato dell’azione di un forte campo energetico sulla materia gassosa che viene disgregata producendo particelle instabili (ioni, atomi, radicali liberi neutri) altamente reattivi. Le tecniche utilizzate sono due: Vapore di perossido d’idrogeno con gas-plasma di perossido d’idrogeno; Vapore di ac. paracetico/ perossido d’idrogeno con gas- plasma di idrogeno, ossigeno ed argon Il ciclo opera ad una temp. di 37°-44°C per 75 minuti, compresa areazione finale. Ha sostituito l’ossido di etilene.

CONTROLLI DI STERILITA (1) CONTROLLI FISICI. Lettura dei parametri indicati dagli strumenti di misurazione (termometro, manometri, spie luminose, registratore). I più importanti tra i controlli sono (UNI EN 285): Vuoto test che verifica la perfetta tenuta della camera di sterilizzazione, prova di umidità residua e test di Bowie e Dick per verifica della rimozione dell’aria e della penetrazione del vapore.

CONTROLLI DI STERILITA (2) CONTROLLI CHIMICI Si basano sull’uso di sostanze (inchiostri, cere) che, applicate sul supporto di carta, sono in grado di reagire a stimoli fisici (calore, pressione, umidità), modificandone il colore e/o la consistenza.

CONTROLLI BIOLOGICI Valutano la capacità dell’autoclave di inattivare i microrganismi presenti nelle confezioni (normativa UNI EN 285). Si utilizzano spore altamente resistenti al calore, la cui mancata sopravvivenza è indice che il processo di sterilizzazione è avvenuto. Le spore più comunemente usate sono: Bacillus Sthearotermophilus per la sterilizzazione a vapore e Bacillus Subtiilis, varietà Niger. Il controllo biologico prevede sempre l’effettuazione di una controprova su una confezione di spore dello stesso lotto non sterilizzato, per verificarne la vitalità.

Prevenzione farmacologica Chemioprofilassi: trattamento tempestivo, con farmaci eziologici, di persone infette (contatti), o come copertura per persone a >rischio d’infezione (x interventi chirurgia o dispositivi invasivi) Farmaci: chemio-antibiotici (x infez. batteriche); anti-virali (x alcuni virus); anti-protozoari (x protozoi). Prevenzione farmacologica primaria: x impedire sviluppo infezione in ospite (es. chemioprofilassi con chinino x malaria; antibiotici x contatti di casi di meningite meningococcica); Prevenzione farmacologica secondaria: chemio-antibiotici x evitare trasmissione infettiva a sogg. sani (es. antiretrovirali in HIV+; interferone e ribavirina curative x epatite B e C)

Prevenzione immunitaria Immunoprofilassi: in individuo suscettibile a infezione induzione artificiale di protezione immunitaria (umorale e/o cellulare) verso specifico microrganismo patogeno. 2 tipologie: Immunizzazione passiva: iniezione di immunoglobuline (anticorpi) preformate (Ig standard e Ig iperimmuni) dirette contro antigene microbico e prelevate da sogg. con infezione in corso o vaccinato; Immunizzazione attiva (vaccinazione): inoculazione di microrganismi patogeni “modificati” (vivi/attenuati, o uccisi/inattivati), o “purificati” (subunità, tossine), o loro prodotti (antigeni); + altri metodi attivi (es. tecnica da antigene a gene del DNA- ricombinante, x epatite B; e “reverse vaccinology” da genoma ad antigeni, x meningococco gruppo B)

Composizione dei vaccini 4 principali tipi di composizione dei vaccini: con germi vivi e attenuati (antipolio “Sabin”, antitifoideo, anti-morbillo, anti-parotite, ant-rosolia, antitubercolare) con germi uccisi (antipolio “Salk”, antirabbico, antinfluenzale, anti-colera, anti-peste) con antigeni purificati (antipneumococco, antimeningococco, anti-haemophlus influenzae; anti- epatite B; antinfluenzale) con tossoidi (antitetanico, antidifterico)