Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Interazione tra produzione, reddito e domanda Variazione della domanda.

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Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Interazione tra produzione, reddito e domanda Variazione della domanda di beni  Variazione della produzione  Variazione del reddito  Variazione della domanda di beni La destinazione del PIL 1. Consumo (C) 2. Investimento (I) Non immobiliare Immobiliare 3. Spesa pubblica (G) 4. Investimento in scorte

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap Consumo: Beni e servizi acquistati dai consumatori. Il consumo rappresenta una componente sostanziosa del PIL. 2. Investimento fisso: –Investimento non immobiliare: acquisto di nuovi impianti e macchinari da parte delle imprese. –Investimento immobiliare: acquisto di nuove case [o di appartamenti o di altri fabbricati] da parte degli individui (famiglie e imprese).

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap Investimento in scorte Differenza tra produzione e vendite in uno stesso anno. Produzione > Vendite  le scorte aumentano Produzione < Vendite  le scorte diminuiscono 4. Spesa pubblica: Spesa pubblica:beni e servizi acquistati dallo Stato o da enti pubblici. Non include: i trasferimenti (assistenza sanitaria e sociale) gli interessi del debito pubblico

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Inoltre: canali di “transizione dal conto” del PIL al conto risorse e impieghi 5. Esportazioni nette (EX P– IMP) Esportazioni (EXP) = acquisti di beni e servizi nazionali da parte del resto del mondo. Importazioni (IMP) = acquisti di beni e servizi dall’estero effettuati dai residenti (consumatori, imprese, governo); –Esportazioni > Importazioni (EXP > IMP)  Avanzo commerciale –Esportazioni < Importazioni (EXP < IMP)  Disavanzo commerciale

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 La contabilità del PIL (PIL =/= PNL) Risorse = impieghi In economia “chiusa”: Y = C + I + G In economia “autarchica” (semichiusa): Y = C + I + G + EXP In economia “aperta” Y + IMP = C + I + G + EXP

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Consumi + Investimenti + Spesa pubblica = Spesa (domanda) totale per beni e servizi da parte dei residenti Consumi + Investimenti + Spesa pubblica + Esportazioni nette = Domanda (Spesa) totale per beni e servizi nazionali Consumo (C) + Investimenti (I) + Spesa pubblica (G) + Esportazioni (EXP) - Importazioni (IMP) = Domanda di beni nazionali (Z)

Ipotesi semplificatrici: 1. Le imprese producono uno stesso bene che può essere consumato, impiegato per investimenti o acquistato dal settore pubblico. 2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene ad un dato prezzo, P ( questa ipotesi è valida solo nel breve periodo). 3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto del mondo. Esportazioni e importazioni sono nulle. Z  C + I + G

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Consumo Il reddito disponibile (Y d ) è il fattore principale da cui dipendono le decisioni di consumo. La relazione tra il consumo ed il reddito disponibile può essere espressa come: C=C(Y d ) La forma funzionale della relazione tra il consumo ed il reddito permanente è (per ipotesi) lineare: C=c 0 +c 1 Y d Il parametro c 0 rappresenta il livello di consumo quando il reddito disponibile è zero. Il parametro c 1 corrisponde alla (rappresenta la) propensione marginale al consumo.

Due restrizioni intuitive sul valore della propensione al consumo: c 1 > 0. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento del consumo c 1 < 1. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento meno che proporzionale del consumo. Con la seconda ipotesi si assume che i consumatori consumino solo una parte dell’aumento del (loro) reddito disponibile.

Reddito disponibile, Y d Funzione del consumo C = c 0 +c 1 Y d Consumo : C c0c0 Consumo e reddito disponibile c1c1 Il reddito disponibile è definito come:Y d  Y - T dove Y è il reddito aggregato e T rappresenta le tasse (al netto dei trasferimenti).

Un inciso …. Due tipi di variabili Variabili esogene: prese come date Variabili endogene: spiegate all’interno del modello. Inizialmente, l’investimento verrà considerato come una variabile esogena. Questa ipotesi semplificatrice verrà eliminata successivamente.

Spesa pubblica Insieme alle imposte, T, la spesa pubblica, G, descrive la politica fiscale del governo – le scelte del governo circa le entrate e le uscite del settore pubblico. La spesa pubblica è una variabile esogena. Come per l’investimento, si considera T e G come esogene. Motivazioni: - il governo non presenta regolarità di comportamento come i consumatori e le imprese, non esiste un’unica funzione per G e T; - i macroeconomisti hanno come compito quello di consigliare il governo circa decisioni di spesa e di gettito.

Produzione di equilibrio La domanda di beni può essere espressa come: NB: si assume che non ci sia una domanda di scorte. In assenza di investimenti in scorte, l’equilibrio sul mercato dei beni richiede che la produzione (Y) sia uguale alla domanda (Z). Condizione di equilibrio: Y = Z

Sostituendo l’espressione della domanda, si ottiene: In equilibrio, la produzione è uguale alla domanda. La domanda, a sua volta, dipende dal reddito, Y, che è uguale alla produzione.   Definizione di Pil sia dal lato della produzione, sia dal lato degli usi del reddito.

Un po’ di algebra... L’equazione di equilibrio può essere riscritta come: Riordinando i termini: Moltiplicatore Spesa autonoma

Un po’ di algebra... Ad esempio ! 1 / (1 – c 1 ) c 1 = 0,80 ?Moltiplicatore = 5 c 1 = 0,75 ?Moltiplicatore = 4 c 1 = 0,50 ?Moltiplicatore = 2 c 1 = 0,25 ?Moltiplicatore =1,33

Equilibrio nel mercato dei beni 45° Reddito, Y Domanda (Z), Produzione (Y) ZZ A Domanda Y° Spesa autonoma

Effetti di un aumento della spesa autonoma sulla produzione Un aumento della spesa autonoma provoca un aumento più che proporzionale sulla produzione di equilibrio. Reddito, Y Domanda (Z), Produzione (Y) A’ ZZ’ YY’ A B C D E ZZ

19 1.Il primo aumento della domanda, indicato dalla distanza AB, è uguale a 1 miliardo di euro. 2.Questo primo aumento della domanda porta a un aumento equivalente della produzione, cioè 1 miliardo di euro, anch’esso rappresentato dalla distanza AB. 3.Questo primo aumento della produzione porta a un aumento di pari ammontare del reddito, indicato dalla distanza BC, anch’essa pari a 1 miliardo di euro.

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap Il secondo aumento della domanda, rappresentato dalla distanza CD, è uguale a 1 miliardo di euro (il primo aumento di reddito) moltiplicato per la propensione al consumo, c 1 – cioè c 1 miliardi di euro. 5. Questo secondo aumento della domanda porta a un aumento di pari ammontare della produzione, rappresentato anch’esso da CD, e quindi a un aumento di pari ammontare del redito, indicato dalla distanza DE. 6. Il terzo aumento della domanda è uguale a c 1 miliardi di euro (il secondo aumento di reddito) moltiplicato per c 1 ed è uguale a c 1 *c 1 miliardi di euro, vale a dire c 1 2 miliardi di euro, e così via.

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap Seguendo questa logica, l’aumento totale della produzione dopo n passaggi è uguale a 1 miliardo di euro moltiplicato per la somma: 1+c 1 + c 1 2 +…+ c 1 n Questa somma è chiamata serie geometrica. Variazione della domanda di beni  Variazione della produzione  Variazione del reddito  Variazione della domanda di beni

La produzione dipende dalla domanda, che a sua volta dipende dal reddito, che è uguale alla produzione. Un incremento della domanda fa aumentare la produzione e il reddito. L’aumento di reddito a sua volta fa aumentare la domanda e quindi la produzione, e così via. Alla fine il risultato è un aumento della produzione superiore, rispetto all’incremento iniziale della domanda, di un fattore pari al moltiplicatore. Per stimare le equazioni di comportamento e i loro parametri, gli economisti usano l’econometria, l’insieme dei metodi statistici usati in economia. 22

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 La rappresentazione formale dell’aggiustamento della produzione nel tempo è detta la dinamica dell’aggiustamento: si supponga che le imprese decidano il loro livello di produzione all’inizio di ciascun trimestre si supponga ora che i consumatori decidano di spendere di più, cioè di aumentare c 0 dopo aver osservato un aumento della domanda, nel trimestre successivo le imprese fisseranno un maggior livello di produzione in seguito a un aumento della spesa per consumi, la produzione non raggiunge subito il nuovo equilibrio, ma aumenta progressivamente reagendo alle variazioni, sempre più piccole, della domanda di beni di consumo. 23 Quanto dura l’aggiustamento?

Investimento = Risparmio L’equilibrio nel mercato dei beni può essere espresso equivalentemente in termini di: 1. Uguaglianza tra produzione e domanda 2. Uguaglianza tra risparmio ed investimento (J. M. Keynes, 1936).

25 Il risparmio è la somma di risparmio privato e risparmio pubblico. Per definizione, il risparmio privato, cioè il risparmio (S) dei consumatori è uguale al loro reddito disponibile al netto dei consumi: quindi Per definizione, il risparmio pubblico è uguale alle imposte (al netto dei trasferimenti) meno la spesa pubblica, T-G. Se T>G, il governo ha un avanzo di bilancio; se T<G, il governo ha un disavanzo di bilancio. 4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni Il risparmio è la somma di risparmio privato e risparmio pubblico. Per definizione, il risparmio privato, cioè il risparmio (S) dei consumatori è uguale al loro reddito disponibile al netto dei consumi: S = Yd – C Quindi: S = Y – T - C q

Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni Il risparmio è la somma di risparmio privato e risparmio pubblico. Per definizione, il risparmio pubblico è uguale alle imposte (al netto dei trasferimenti) meno la spesa pubblica, cioè: T - G. Se T > G, il governo ha un avanzo di bilancio; se T < G, il governo ha un disavanzo di bilancio.

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Risparmio Torniamo all’equazione di equilibrio nel mercato dei beni: Y = C + I + G Ossia: Y – C = I + G Partendo da qui sottraendo le imposte da entrambi i lati e riscrivendo l’equazione: Y – T – C = I + G – T S = I + G – T  I = S + T – G  I = S + (T – G)

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2011), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 Le decisioni di consumo e di risparmio sono, in realtà, due facce della stessa medaglia: S = Y - T- C L’equazione di comportamento del consumo implica che il risparmio è dato da:

(1- c 1 ) rappresenta la (corrisponde alla) propensione al risparmio: (1- c 1 ) = s 1 S = Y – T – c 0 – c 1 (Y – T) S = Y – c 1 Y – T – c 0 + c 1 T

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap. 3 In equilibrio, l’investimento deve essere pari al risparmio aggregato: I = S = - c 0 + (1 – c 1 )(Y – T) + (T – G) Risolvendo per la produzione, si ha nuovamente: Y = (1/s 1 )(c 0 + I + G – c 1 T)

Blanchard, Amighini e Giavazzi (2010), Scoprire la macroeconomia, vol. I - Cap Cambiare la spesa pubblica o le imposte potrebbe essere tutt’altro che facile; Le risposte di consumo, investimento e importazioni sono davvero difficili da valutare con certezza; Le aspettative contano; Mantenere il livello di produzione desiderato potrebbe causare spiacevoli effetti collaterali; Ridurre le imposte o aumentare la spesa pubblica potrebbe generare grossi disavanzi di bilancio e portare all’accumulazione del debito pubblico. Il governo è davvero onnipotente?