CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Locale di Marino Via Pietro Nenni, 6 – 00047 Marino (Rm) Tel. 06.93.67.167 – 06.93.87.334 Fax: 06.93.66.23.01 Dott. Ferrazza.

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Transcript della presentazione:

CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Locale di Marino Via Pietro Nenni, 6 – Marino (Rm) Tel – Fax: Dott. Ferrazza Paride Medico-Chirurgo Ufficiale Medico Esercito Italiano Responsabile Attività Sanitarie e di Prevenzione Delegato per la Formazione - Responsabile Unità Cinofile Comitato Locale di Marino Delegato Provinciale per la Formazione degli Istruttori Ps-TI Umanità * Imparzialità * Neutralità * Indipendenza * Volontarietà * Unità * Universalità ASSISTENZA AL MEDICO per e nell'interesse del malato

ASSISTENZA AL MEDICO Per poter assistere il medico è necessario: Conoscere bene l’autoambulanza nel suo interno in modo da sapere dove sono dislocate le attrezzature medico-sanitarie Saper fare buon uso della barella (per ex: sapere che esiste anche un sistema anti-shock) Sapere usare la barella a cucchiaio

ASSISTENZA AL MEDICO Sapere aiutare il meidico nel posizionamento delle steccobende e dei collari cervicali Conoscere la borsa dei farmaci Conoscere l’elettrocardiografo ed il monitor- defibrillatore Conoscere la borsa della rianimazione Sapere che esiste una bombola dell’O2 trasportabile

ORGANIZZAZIONE DELLA SQUADRA La squadra che si accinge a svolgere un servizio di emergenza è costituita da - il medico - l'autista - almeno due soccorritori

ASSISTENZA AL MEDICO Ognuno deve svolgere un ruolo ben preciso: l'autista ha il compito di raccogliere i dati relativi al paziente e di compilare il foglio di viaggio, oltrechè a tenere i contatti con la Sede o con il 118 in caso di bisogno; il primo volontario si disporrà accanto alla valigia, in luogo adeguato (dove c'è più spazio), pronto a passare al medico il materiale di cui ha bisogno contenuto nella valigia; il secondo volontario si occuperà del resto, ovvero coadiuvare il medico durante la visita del malato, preparare il paziente per eseguire l'elettrocardiogramma, monitorizzare il paziente, ecc..

E' logico che comunque il servizio deve essere svolto in completa collaborazione tra i vari componenti della squadra, ciò vuol dire che se il primo volontario è al momento libero, aiuterà l'altro volontario a "montare" l'ECG.

VALIGIA DEI FARMACI La valigia medicale di emergenza è un presidio medico sanitario atto al trasporto sul luogo dell'intervento di materiale medico-chirurgico di pronto soccorso. La valigia è in dotazione su tutte le ambulanze con medico a bordo. La valigia medicale di emergenza

VALIGIA DEI FARMACI Contiene farmaci, materiale per terapie endovenose ed intramuscolari, materiale per medicazione e set di rianimazione (intubazione endotracheale e ventilazione assistita). La valigia deve essere controllata ogni giorno dai volontari che effettuano il servizio notturno e mantenuta fornita sulla base di una scheda di approvvigionamento dei farmaci e di vari materiali.

VALIGIA DEI FARMACI E' compito esclusivo dei volontari soccorritori eseguire assistenza al medico tramite la preparazione ed il passaggio dei materiali contenuti nella valigia, previa richiesta dello stesso medico.

VALIGIA DEI FARMACI Elenco dei materiali contenuti nella valigia Farmaci : di vario formato e dosaggio (fiale, gocce, compresse, capsule, flebo, spray). Siringhe : da 20 cc, 10 cc, 5 cc, 2,5 cc e 1 cc.

Aghi canula e tappini : sono materiali atti a rendere possibile la somministrazione endovenosa dei farmaci; e vanno dal più grande (14G) al più piccolo (22G); la misura è indicata sulla busta che li contiene e sono anche facilmente identificabili dal colore. I tappini per gli aghi canula sono a misura unica e di colore giallo.

Aghi a farfalla retti : anche essi servono a somministrare farmaci per via endovenosa e vanno dal più grande (19G) al più piccolo (24G). Gli aghi retti sono confezionati singolarmente. Deflussori per flebo : sono di misura unica anche se in confezioni diverse a seconda del tipo.

Materiali per medicazioni : sono costituiti da garze sterili e non, guanti monouso, cerotti, disinfettanti, forbici taglia vestiti, ecc... Altri materiali : sondini per aspirazione, fonendoscopio, pressurometro, lamette apri- farmaci, glucotest, set per intubazione costituito da laringoscopio (con lame di diverse misure), tubi endotracheali di varie misure, siringa per cuffiare, pinze di Magyl, mandrino, raccordi per ossigeno, pallone per ventilazione e canule di Majo.

Farmaci: individuazione e preparazione Dove sono allocati i farmaci I farmaci si trovano, a seconda del tipo di valigia, nella parte più ampia della valigia, cercando di averli o in ordine rigorosamente alfabetico oppure per tipologia, ma in quantità diverse a seconda della frequenza di utilizzo (es: 2 fiale di Alupent, 3 fiale di Atropina,, 5 fiale di Lasix, 1 fiala di Venitrin, ecc...); inoltre per alcuni farmaci speciali come i cortisonici, o quelli di cui si necessitano grosse quantità (es: Lasix e Narcan), è predisposto, nella parte inferiore della valigia, uno scomparto scorta speciale. In questo scomparto scorta vi sono inoltre altri tipi di farmaci particolari che non possono trovare posto nella parte superiore della valigia stessa (es: Micoren gocce, Valium gocce, cortisonici ad alto dosaggio come il Solumedrol 1000 mg, compresse di Carvasin e capsule di Adalat o Citilat).

Come individuare il farmaco richiesto Nome commerciale: individuare secondo l'ordine alfabetico il farmaco richiesto nello scomparto superiore od inferiore della valigia. Se non si trova, chiedere al medico se il farmaco ha un altro nome commerciale (es: Valium = Noan oppure Aminomal = Tefamin) o se è ubicato in un altro posto (es: frigorifero).

Dosaggio richiesto Controllare sempre sulle fiale se il dosaggio corrisponde a quello richiesto. Bisogna porre MASSIMA ATTENZIONE !!! Gli stessi farmaci possono essere con dosaggi diversi (es: Bentelan da 1,5 mg e da 4 mg); se comunque non si è sicuri, chiedere sempre al medico per conferma.

Come preparare il farmaco richiesto Una volta individuato con sicurezza il farmaco giusto : aprire la fiala facendo una leggera pressione sul cappuccio superiore della stessa (accertarsi prima che il farmaco sia tutto nella parte inferiore); aspirare il contenuto con una apposita siringa, inclinando la fiala progressivamente all'aspirazione del liquido.

Come passare il farmaco preparato al medico Una volta terminata l'operazione di preparazione del farmaco, passare la siringa con il contenuto al medico e contemporaneamente mostrare la fiala che conteneva il liquido; questo è per il medico una fondamentale verifica ai fini della corretta somministrazione del farmaco.

Preparazione dei farmaci cortisonici Alcuni farmaci detti appunto CORTISONICI (a base di cortisone) hanno un formato particolare, per cui la loro preparazione necessita di un passaggio in più rispetto agli altri. Questi farmaci sono infatti sotto forma di polvere e la loro preparazione e somministrazione necessita per forza la miscelazione con appositi liquidi detti solventi, dei quali sono preventivamente dotati in confezione.

Aspirare il liquido (SOLVENTE) con una siringa e metterlo nel contenitore del medicinale in polvere (SOLUTO); Agitare il flacone in modo da miscelare i due elementi; Con una siringa (anche la stessa, purchè la capienza sia congrua), riaspirare il farmaco tenendo il contenitore capovolto e passarlo al medico.

Per facilitare la preparazione di tali farmaci esistono anche particolari "imbuti" che permettono di travasare il solvente direttamente nel contenitore del soluto senza passare tramite la siringa.

Un altro esempio di cortisonico è costituito dal SOLU CORTEF; cambia la confezione ma non cambia il principio di preparazione: SOLVENTE + SOLUTO. una pressione sul tappo esterno (1) permette al tappo (2) interno di cadere nel contenitore della polvere medicinale; il solvente liquido cadrà a sua volta nel contenitore della polvere, dando luogo alla miscela medicinale; agitare per favorire la miscelazione e poi aspirare forando con l'ago della siringa il tappo (1) e capovolgendo il flacone; passare al medico la siringa con il flacone del preparato.

MASSIMA ATTENZIONE A QUESTO TIPO DI FARMACI CHE HANNO ESTREMA VARIETA' DI DOSAGGI PUR ESSENDO DI CONFEZIONI UGUALI PER MISURA.

Preparazione di flebo per terapie endovenose Le flebo sono speciali preparati farmacologici liquidi di diverso formato e contenuto. Ci sono ad esempio: FISIOLOGICHE allo 0,9% da 500 cc. o da 50 cc.: SOLUZIONI DI GLUCOSIO al 5% da 250 cc., ecc.

In valigia comunque sono contenute quelle più piccole: 100 cc. o 50 cc., mentre quelle più grandi (250 cc., 500 cc.) si trovano sulla macchina, per ovvii motivi di ingombro. Anche la preparazione di questi farmaci rientra nei compiti del volontario soccorritore di II livello.

Per preparare il farmaco alla somministrazione è necessario individuare il giusto flacone e preparare il circuito per infusione con un apposito DEFLUSSORE. I deflussori sono uguali per tutti i flaconi, di qualsiasi dosaggio e quantità. La preparazione della flebo è sempre la stessa.

Aprire la copertura metallica del tappo della flebo da preparare (può essere a strappo o a lamina di alluminio); aprire il contenitore del deflussore sterile (in alcuni tipi di vecchi deflussori sarà necessario applicare sul tubo una lamina di metallo per il dosaggio della soluzione);

inserire l'ago di plastica del serbatoio del deflussore nel tappo di gomma della flebo; premendo sul serbatoio di plastica del deflussore, far riempire il circuito di liquido (assicurarsi che il serbatoio del deflussore sia riempito per metà del liquido da infondere); porgere la flebo con il circuito montato al medico per la somministrazione.

Il dosatore A sinistra : dosatore di tipo nuovo. Il tubo entra in un piccolo condotto di plastica sul quale si trova una ruota il cui spastamento su un binario stringe o dilata il tubo regolando la quantità di flusso del liquido A destra: dosatore di tipo vecchio (con piastrina di alluminio)

Linee venose infusive Per la somministrazione di farmaci nell'emergenza è necessario reperire nel minore tempo possibile un ACCESSO VENOSO PERIFERICO. Per rendere possibile questo il medico ha a disposizione due presidi sanitari ben precisi: AGHI CANULE o AGHI A FARFALLA. Entrambi i presidi consentono la somministrazione continua di più farmaci in maniera rapida e sicura.

Ago Canula E' costituita da un tubicino in materiale plastico dotato di un mandrino (una sorta di anima) in acciaio che, una volta penetrata la vena e fissata alla cute tramite cerotti, permette la somministrazione di farmaci o di flebo. Quando la via venosa non viene utilizzata, la canula deve essere chiusa con l'applicazione di un apposito TAPPINO. 1) ago canula con cappuccio 2) cappuccio 3) ago canula senza cappuccio 4) canula di plastica senza mandrino 5) mandrino di acciaio 6) tappino

AGO A FARFALLA E' un ago in acciaio di media lunghezza unito ad alette di plastica per il fissaggio alla cute. E' dotato inoltra di un raccordo di gomma atto ad essere utilizzato per tutti i tipi di somministrazione farmacologica.

Predisposizione del materiale per incanulamento venoso E' compito esclusivo del volontario procedere all'assistenza al medico durante questa procedura. Il soccorritore deve provvedere a passare il materiale al medico nel seguente ordine: - laccio emostatico - garza imbevuta di disinfettante - ago canula o ago a farfalla nella misura richiesta dal medico - tappo per agocanula - cerotto di fissaggio (due strisce di media lunghezza) L'ordine di passaggio dei vari materiali non può essere variato al fine di una più rapida e sicura esecuzione dell'intervento in una situazione di emergenza.

ALTRI MATERIALI La valigia di emergenza prevede, oltre ai materiali già indicati, altri materiali che ne completano l'equipaggiamento, quali: garze sterili e non disinfettante (alcool ed acqua ossigenata) sfingomanometro (misuratore di pressione arteriosa)

fonendoscopio (apparecchio per l'auscultazione) guanti in lattice cerotti di fissaggio sondini per ossigeno-terapia sondini per tracheoaspirazione pallone di Ambu con set di mascherine adulto-pediatriche

set completo di canule di Majo set di intubazione completo (vedi altro capitolo) glucotest Cavafix (catetere per l’incannulamento di una vena centrale, di solito la v. succlavia – è un presidio molto particolare, che difficilmente viene usato sul campo)

Glucotest Il glucotest è un'apparecchiatura atta alla rilevazione dei valori della glicemia (tasso di zuccheri nel sangue) nei soggetti diabetici. L'apparecchio, riposto in un piccolo astuccio rettangolare di colore nero, è composto da: - test meter a display digitale (misuratore di valore) - glucojet plus (penna porta lance per pungere la cute) - glucocard (strisce reattive per la misurazione)

Preparazione del glucotest disinfettare un polpastrello del paziente asciugare accuratamente la cute disinfettata preparare la lancetta pungidito (anche un normale ago va bene) inserire la glucocard nell'apparecchio

pungere la cute disinfettata del paziente avvicinare la glucocard inserita nell'apparecchio alla goccia di sangue del paziente dalla parte del rilevatore e riempire fino a quando non si sente un BIP attendere che sul display dell'apparecchio appaia il conteggio dei secondi necessari alla misurazione (circa 60) riferire al medico il valore riportato sul display

Queste operazioni possono essere eseguite anche dal medico stesso nell'ambito di un intervento di emergenza in cui non vi sono pericoli di vita imminente per il paziente; tuttavia nell'ambito di un intervento sanitario più complesso (vedi coma diabetico) sarà compito del soccorritore effettuare tale procedura della quale dovrà conoscere perfettamente contenuti e modalità di esecuzione.

ELETTROCARDIOGRAFO E' uno strumento che è capace di registrare ed ampliare i potenziali elettrici che si genereno a livello delle cellule muscolari cardiache. In tale modo, registrando i potenziali elettrici in diversi punti del corpo si ottengono delle derivazioni (6 derivazioni periferiche e 6 derivazioni centrali) che ci permettono di "vedere" sia i disturbi del ritmo del cuore (aritmie) che la presenza o meno di lesioni a livello delle fibre muscolari cardiache (angina, infarto).E' costituito da una parte centrale; la frusta formata da 4 cavi colorati e 6 (o uno) cavi bianchi; 4 pinze; 6 pompette.

Come montare l'ECG Pulire con l'alcool la parte metalizzata delle pinze e la cute di polsi e caviglie (può essere usata anche la pasta elettroconduttrice) Disporre le quattro pinze ai polsi e alle caviglie N.B.: le pinze sono colorate ma possono essere localizzate indifferentemente in qualsiasi posto. Collegare i cavi alle pinze nel seguente modo: rosso polso destro giallo polso sinistro nero caviglia destra verde caviglia sinistra

Disporre le pompette secondo questo schema: V1 IV spazio intercostale parasternale destra V2 IV spazio intercostale parasternale sinistra V3 tra V2 e V4 V4 V spazio intercostale emiclaveare sinistra V5 stessa linea ascellare anteriore V6 stessa linea ascellare media

Accendere l'elettrocardiografo; inserire i filtri; far partire la registrazione che può essere fatta in manuale (è l'operatore che varia la derivazione) o in automatico (ogni tot. secondi l'elettrocardiografo cambia derivazione).

L'elettrocardiografo registra il tracciato su carta, non è quindi possibile utilizzarlo per monitorare il paziente. In tal caso bisogna utilizzare il monitor defibrillatore.

Vantaggi dell'elettrocardiografo: potendo disporre di 12 derivate, si ha la possibilità di vedere il cuore da più punti (è importante quindi dal punto di vista diagnostico)

Svantaggi dell'elettrocardiografo: non è possibile utilizzarlo per una valutazione in continuo.

MONITOR-DEFIBRILLATORE I monitor defibrillatori sono strumenti che possono somministrare corrente elettrica controllata. Sono apparecchi portatili caratterizzati dalla possibilità di funzionare sia in modo autonomo (in quanto dotati di accumulatori di energia), sia con alimentazione ausiliaria (corrente alternata o corrente continua).

Servono per IX.monitorare la funzione elettrica del cuore (e quindi il ritmo cardiaco) X.la defibrillazione esterna o la cardioversione sincronizzata XI.la registrazione su carta di tracciati ECG XII.l'elettrostimolazione transtoracica (solo alcuni strumenti)

Alcuni apparecchi possono monitorare inoltre altre parametri quali la pressione arteriosa, la frequenza respiratoria, la temperatura corporea e la saturazione in ossigeno dell'emoglobina.

Requisiti fondamentali sono la sicurezza per l'operatore e per il paziente, semplicità d'utilizzo, robustezza ed affidabilità anche in condizioni d'impiego "difficili", facile manutenzione.

Si distinguono tre tipi di defibrillatori in base alle loro caratteristiche: - defibrillatori manuali:permettono la lettura del ritmo (o tramite le piastre, o tramite gli elettrodi adesivi), richiedono un'interfaccia cute-piastra rappresentata dal gel o da garze bagnate, permettono il monitoraggio di tre derivazioni con la stampa del tracciato su carta, e, secondo i modelli, l'esecuzione di un ECG a 12 derivazioni e l'elettrostimolazione transtoracica.

- defibrillatori semiautomatici: vengono connessi al paziente tramite piastre adesive di ampia superficie che permettono la registrazione del ritmo ed il rilascio dello shock elettrico. Sono dotati di un sofisticato software che è capace di analizzare il ritmo cardiaco ed indicare all'operatore l'eventuale necessità di shock elettrico. La decisione finale rimane comunque all'operatore che per defibrillare deve semplicemente premere il tasto apposito. Nell'esecuzione di tutte le operazioni il soccoritore è guidato verbalmente e dal display della macchina.

- defibrillatori completamente automatici: come i semiautomatici sono dotati di un sofisticato software, richiedono solo di essere connessi al paziente, dopodichè analizzano il ritmo e se necessario rilasciano lo shock elettrico senza necessità d'intervento da parte dell'operatore. (all'interno della CEE non sono ancora legalmente riconosciuti).

Sono collegati ad una frusta a tre cavi a cui si attaccato i RedDot (vedi figura). Si ottengono tre derivazioni. D1, D2 e D3. Può, in alternativa, essere collegata una frusta a 5 cavi con la quale è possibile eseguire un elettrocardiogramma. N.B.: E' fondamentale non toccare il paziente al momento della defibrillazione.

ASPIRATORE Sono strumenti che permettono di rimuovere secrezioni, sangue o vomito dalle vie aeree del paziente e quindi garantire il passaggio di aria ai polmoni.

L'aspirazione può essere: orofaringea (per rimuovere le secrezioni nelle vie aeree superiori anche in preparazione dell'intubazione orotracheale) o tracheale (per rimuovere ostruzioni a livello della trachea in paziente intubato).

I sondini per aspirazione sono di diverso colore a seconda della grandezza colore blu, nero, bianco pediatriche (di piccolo calibro) colore verde, arancione per adulti.

VENTILATORI AUTOMATICI da trasporto Sono strumenti che consentono di attuare una ventilazione controllata a pressione positiva intermittente (come con il pallone ambu), mantenendo costanti durante tutte le fasi del soccorso, i parametri ventilatori e la percentuale di ossigeno somministrato. Hanno modo di regolare la frequenza respiratoria ed il volume insufflato. Permettono il disimpegno di un soccorritore se il paziente è intubato. Per funzionare necessitano di una fonte di energia rappresentata da gas compressi (normalmente ossigeno).

VA E VIENI E' un pallone non rigido che viene utilizzato al posto del pallone di ambu e che permette una insufflazione di aria più ricca di ossigeno. Viene collegato da un lato al tubo endotracheale e dall'altro lato ad una fonte di ossigeno. Può essere utilizzato anche in un paziente intubato con ventilazione spontanea.

PULSOSSIMETRO E' uno strumento che permette il monitoraggio non invasivo della saturazione in ossigeno dell'emoglobina (ossigenazione del sangue) e quindi il riconoscimento precoce dell'ipossiemia. Funzionano attraverso un sensore cutaneo che rileva oltre alla saturazione dell'emoglobina, anche la frequenza cardiaca. Il sensore viene applicato generalmente alle dita (ma anche, in alcuni tipi, ai lobi dell'orecchio, sulla cute della fronte o del naso). Dato che il sensore effettua la sua valutazione sul circolo periferico, situazioni di vasocostrizione, ipovolemia ed ipotermia marcata provocano facilmente errori di registrazione da parte dello strumento.

TELO ISOTERMICO DI SOCCORSO Consente di proteggere dal freddo ponendo la parte argentata verso il corpo, riflette i calore del corpo ed evita l'ipotermia. Consente la protezione dal caldo se il telo viene posto con la parte dorata verso il corpo: i raggi del sole vengono riflessi permettendo al corpo di rimanere fresco.

DURANTE IL SERVIZIO TENERE SEMPRE A PRONTA DISPOSIZIONE UN PAIO DI GUANTI DA UTILIZZARE IN CASO DI NECESSITA' (evitare in ogni caso lo spreco)

DOMANDE ? ? ?

RIEPILOGO NON prendere mai iniziative arbitrarie seguire sempre le indicazioni del medico non dimenticare le iù comuni norme comportamentali quali: 1.Serietà 2.Non parlare o sparlare durante il servizio di problematiche non attinenti al servizio stesso 3.Non riferire di nomi, fatti o circostanze di cui siete venuti al corrente durante lo svolgimento del servizio cooperare nel miglior modo possibile per rendere il servizio: 1.Efficace 2.Celere 3.Professionale

Per e nell'interesse del malato

FINE