Giosuè Carducci
Giosuè Carducci (1835-1907) Nasce a Valdicastello in Versilia; trascorre la sua infanzia a Bolgheri, in Maremma dove il padre fa il medico. Dopo i moti del ‘48 essendo il padre di idee carbonare e temendo perciò persecuzioni si trasferisce a Firenze dove inizia lo studio degli autori classici.
La vita Viene nominato senatore 1856 Frequenta la Scuola Normale di Pisa dove si laurea in lettere. Pubblica le sue prime opere 1860 Viene chiamato ad insegnare letteratura italiana presso l’ università di Bologna; in questa città trascorre poi la sua esistenza. 1890 Viene nominato senatore 1906 Riceve il premio Nobel per la letteratura (il primo Nobel assegnato ad un italiano)
Il pensiero e la poetica Il patriottismo giovanile E’ repubblicano e democratico Segue con entusiasmo le imprese garibaldine Cocente delusione per il compromesso monarchico e la Destra Storica Violenta opposizione al governo (sospensione dall’insegnamento) Sostenitore dei diritti del popolo (forza motrice della storia) Fu massone e anticlericale Trasformazione dopo il 1870 Nazionalista Colonialista Poeta ufficiale dell’Italia umbertina
Il pensiero e la poetica Carducci ritiene che il poeta debba svolgere la missione di confortare gli uomini, con le immagini dell’ armonia e del bello. Il poeta deve anche accendere gli animi agli ideali religiosi e patriottici: Carducci viene considerato per questa sua funzione, il poeta vate, il poeta simbolo della nazione italiana. Carducci sostiene il valore dei modelli classici contro i fautori della strofa e del verso libero.
Il pensiero e la poetica Il programma antiromantico Il poeta artiere Contrapposizione all’arte come espressione immediata e spontanea dei sentimenti Artisti non si nasce, non è sufficiente dare libero sfogo alla fantasia perché l’ispirazione giunga spontaneamente L’inclinazione naturale vale poco se non è: accompagnata dalla lettura, dallo studio attento ai grandi artisti del passato Dalla sperimentazione oggettiva di temi, motivi, tecniche Dalla costante revisione e miglioramento della resa espressiva Autarchia culturale (limite intellettuale) Opposizione alla tendenza di imitare le opere “forestiere” Definisce “vile” il suo secolo francesizzato, tedeschizzato, anglicizzato Difende l’italianità dell’arte Se si ha bisogno di maestri questi si trovano nella tradizione italiana imitare gli scrittori stranieri significa imbastardirla e privarla delle sue specifiche qualita. Proposizione di un modello poetico “maschio e virile” Carducci contrappone una poesia imperniata sul realismo tematico, senza cedimenti estetizzanti o sentimentalismi, al sentimentalismo edulcorato, svenevole e piagnucoloso o alla retorica del patriottismo eroico Netta preferenza per la scrittura in versi Disdegna i generi popolari e abbandona la prosa dei romanzi e della memorialistica tipica della letteratura del primo 800.
Il pensiero e la poetica Il ripiegamento intimo Analisi dei momenti di sconforto e tedio esistenziale Angoscia per l’incombere della morte Nostalgia dell’infanzia e della giovinezza Tendenza evasiva Influenza del classicismo del Secondo Impero (classici come paradiso perduto) Risente delle tematiche baudelairiane (spleen) Depressione, noia e disgusto per la vita moderna
Ordinamento definitivo delle poesie voluto da Carducci Juvenilia (Poesie giovanili) (1850-1860) sei libri Levia gravia ( Poesie leggere e serie) (1861-1871) due libri Le prime due sezioni raccolgono la produzione giovanile Esercizi di apprendistato poetico A satana (1863) Testo isolato che inaugura la sezione polemica Violento anticlericalismo Giambi ed epodi (1867-1879) due libri Tema dominante e quello della politica giambi ed epodi sono poesia di satira violenta e invettiva contro una classe politica inetta e corrotta, un costume ipocrita e immorale e l’oscurantismo della Chiesa Intermezzo 1874 1887 altro componimento isolato per segnare il passaggio alle due raccolte successive Rime nuove (1861-1887) nove libri Spunti intimi e privati Forme tradizionali della lirica italiana (RIMA) Impressioni di lettura (Poeta professore) Odi barbare (1877-1889) tre libri Sono le due raccolte della maturità che racchiudono il miglior Carducci Riprende i metri classici con il sistema accentuativo italiano “barbaro” Rievocazioni storiche e patriottiche, spunti intimi e autobiografici Tendenze evasive Rime e ritmi (1899) 29 poesie degli ultimi anni Grandi odi celebrative Poeta ufficiale dell’Italia umbertina Vicina alla lirica decadente Discorsi Epistolario
Juvenilia (carmina) Versi giovanili di Carducci - Sei libri Programma essenzialmente classicistico Derivazione dalla “società dei pedanti” Fiera lotta contro il romanticismo sentimentale e le mode straniere Ispirazione lirica italiana delle origini, seria e giocosa Classici più recenti Alfieri, Parini, Monti, Foscolo, Leopardi Forme classicheggianti ma anche sentimento romantico già presente nelle esperienze del classicismo e del neoclassicismo sette-ottocentesco Versi d’ispirazione risorgimentale e politica Radicali e anticlericali
Levia gravia 1861-1871 No sono diversi per ispirazione e forme Mescolano temi seri e gravi e versi celebrativi di nozze o donne il libro II racchiude versi d’ispirazione politica legati all’attualità di quegli anni (Roma o morte, Dopo Aspromonte) Nel complesso risultato mediocre
Inno a Satana (1863, pubblicato 1865) Carducci fino a quel momento era moderato nella scelta di motivi e forme si fa ora cantore di Satana Satana è il simbolo della scienza libera della ragione L’anticlericalismo di Carducci si configura come affermazione di una nuova etica fondata sulla ragione Disdegno della superstizione religiosa
INNO A SATANA, versi scelti Quando si costruirono le ferrovie e comparvero ovunque i treni sferraglianti, l'impatto fu enorme, era l’inizio di una nuova era! Il treno era l'unico mezzo in grado di superare distanze ritenute prima invalicabili; consentiva il trasporto di un gran numero di merci e persone in luoghi lontani. Ma, come tutte le grandi novità, incuteva pure paura, con il suo rumore assordante, i fischi acuti, il fumo denso e nero e le strade ferrate che invadevano e deturpavano il paesaggio. Per questo il treno venne facilmente associato a una creatura diabolica dal fascino proibito e seducente del male. Un bello e orribile Passa benefico mostro1 si sferra2, di loco in loco corre gli oceani, su l'infrenabile corre la terra: carro del foco. corusco e fumido3 Salute, o Satana, come i vulcani, o ribellione, i monti supera, o forza vindice5 divora i piani4; de la ragione! sorvola i baratri5; NOTE: poi si nasconde 1. la macchina a vapore per antri incogniti6, 2. si dirige con impeto con violenza per vie profonde7; 3. fiammeggiante e fumante 4. le pianure ed esce; e indomito 5. i burroni, le profonde vallate di lido in lido 6. sconosciuti 7. le gallerie come di turbine 8. l’immagine di Satana si sovrappone a quella della locomotiva manda il suo grido, 9. vendicatrice l'alito spande: ei passa, o popoli, Satana il grande8. METRO: quartine di versi quinari. RIME: ABCB. FIGURE RETORICHE: anafora, similitudine, enjambement, chiasmo
INNO A SATANA, versi scelti Ogni aspetto della modernità era condannato dalle forze conservatrici del tempo come prodotto di Satana. Carducci ribalta questa definizione in positivo, celebrando la figura di Satana. Le cose che i reazionari consideravano opera del demonio, per Carducci rappresentano invece gli aspetti più positivi della vita. Satana diventa così simbolo della libertà di pensiero e del progresso della scienza, delle gioie terrene e delle bellezze naturali e artistiche. Nel componimento, quindi, Satana rappresenta la forza della ragione e il libero pensiero, che superano le barriere secolari della superstizione e delle false credenze religiose. L’inno si conclude con l'identificazione del diavolo con il treno, il nuovo mezzo con cui l'uomo supera gli ostacoli e accorcia le distanze. L’uomo può finalmente liberarsi da ogni vincolo e pregiudizio e avanzare verso il sol dell’avvenire: un futuro radioso simboleggiato dall’immagine del treno “bello e orribile / mostro”. Questa visione progressista viene però espressa nella poesia di Carducci con forme classicheggianti: il poeta riprende i termini aulici, la sintassi latineggiante e i riferimenti colti propri della tradizione del classicismo italiano.
Giambi ed epodi 1867-1879 Raccolta politica polemica Il nome deriva da due forme metriche antiche, spesso dedicate alla satira politica e di costume, all’invettiva al sarcasmo Il giambo era il verso per eccellenza della poesia d’invettiva L’epodo era un’ode a carattere politico-satirico o morale Poesia corposamente realistica Con reminiscenze classiche e romantiche Il nucleo centrale Irosa insofferenza Le poesie del periodo 1864-1870 anni di partecipazione politica del poeta La delusione per gli sviluppi politici e militari ingloriosi dopo l’unità d’Italia Il ritorno di un nuovo clericalismo Propongono rievocazioni storiche di tempi eroici come ad esempio la Rivoluzione francese secondo Carducci tradita da Napoleone III, ormai diventato protettore della Santa Sede
I bersagli della critica carducciana La chiesa ed il clero La Chiesa ha due gravi colpe Aver ostacolato il processo di unificazione Aver ostacolato la diffusione della cultura e di nuove idee affinché il popolo fosse mantenuto nel fatalismo e nella superstizione Napoleone III Per Carducci traditore ed assassino perché una volta eletto presidente ha voluto restaurare l’Impero La nuova classe dirigente italiana Secondo Carducci è composta da burocrati che con la loro miopia hanno defraudato l’Italia del destino di gloria e di grande potenza cui aveva diritto per natura e storia
Raccolte della maturità artistica Intermezzo Raccolta senza fisionomia unitaria Rime nuove Distacco dalla tematica risorgimentale Crisi del poeta vate Rifiuto del presente e rifugio in una dimensione ideale che può essere: Il mondo antico (tematiche amorose nella figura di Lina (Carolina Cristofori Piva)) La Maremma, paesaggio dell’infanzia (Traversando la maremma toscana, davanti San Guido, Idillio maremmano) Il passato tardo medievale (il comune rustico) Componimenti per la morte del figlio Funere mersit acerbo, Pianto antico Odi barbare (ed.definitiva 1893) Coprono la fase centrale della produzione carducciana Suddivise in due libri Primo libro: liriche storiche, letterarie, mitologiche Secondo libro: prevalenza di liriche su memorie private e meditazioni personali sul tempo e sulla morte Nuova la concezione metrica Sono barbare in quanto anche se realizzati con una lingua moderna e dunque accentuativa, si sforzano di imitare andamenti e ritmi della poesia classica espressa invece con una lingua quantitativa (che distingue sillabe lunghe e brevi) Sono il più grande esempio di classicismo carducciano e punto di passaggio dala poesia tradizionale a quella del Novecento
SAN MARTINO La/ neb/bia a/gl’ir/ti/ col/li piovigginando sale, L’11 novembre, giorno di San Martino, nelle campagne toscane si toglieva dai tini il vino, messo lì a fermentare, per travasarlo nelle botti. Carducci descrive, in contrasto con la malinconia del paesaggio autunnale, l’atmosfera festosa di un borgo della Maremma, in un giorno che per i contadini segnava anche la fine del lavoro nei campi. La/ neb/bia a/gl’ir/ti/ col/li piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor dei vini l’a/ni/me a/ ral/le/gra/r. Gira su’ ceppi accesi lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando su l’uscio a rimirar tra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri, com’esuli pensieri nel vespero migrar.
Analisi del testo SAN MARTINO La/ neb/bia a/gl'ir/ti/col/li A pio/vig/gi/nan/do/ sa/le, B e/sot/to il/ ma/e/stra/le B ur/la e/ bian/cheg/gia il/ ma/r, C ma/ per/ le/ vie/del/ bor/go D dal/ rib/bol/lir/ de'/ ti/ni E va/ l'as/pro o/ dor/ dei/ vi/ni E l'a/ni/me a/ ral/le/gra/r. C Gi/ra/ su'/ cep/pi ac/ce/si F lo/ spie/do/ scop/piet/tan/do, G sta il/ cac/cia/tor/ fis/chian/do G su/ l'u/scio a/ ri/mi/ ra/r, C tra/ le/ ros/satr/re/ nu/bi, H stor/mi/ d'uc/cel/li/ pen/sie/ri; I co/m'e/su/li/ pen/sie/ri I nel/ ves/pe/ro /mi/gra/r. C METRO: quattro quartine di settenari; in ogni quartina il primo verso è libero dalla rima; il secondo e il terzo rimano fra di loro; il quarto tronco, rima col verso finale delle altre quartine. FIGURE RETORICHE: Personificazione urla ... il mar (1^ strofa) Allitterazione R (2^ strofa) Sinestesia l’aspro odor dei vini gusto - olfatto (2^ strofa) Onomatopea ribollir, scoppiettando, fischiando (2^ e 3^ strofa) Similitudine com’esuli pensieri (4^ strofa)
VIDEO APPROFONDIMENTO Parte prima http://www.youtube.com/watch?v=1scU2TjKsMU Parte seconda http://www.youtube.com/watch?v=tsC1Xq_G7KY SINTESI BIG-nomi http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2629216a-1db5-4d23-af80-5d3dccbc3e7d.html#p= CURIOSITÀ Fiorello "San Martino" http://www.youtube.com/watch?v=Dod_9TPOliA