Progetto “ Tutti a scuola di Costituzione” classe IV B “ scuola primaria Carducci Sassuolo Modena anno scolastico 2012/2013.

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PROGETTOEXTRACURRICULAREPROGETTOEXTRACURRICULARE ‘Lingua & Linguaggi’ I.C.Martellotta a.s. 2015/2016 5^C.
Transcript della presentazione:

Progetto “ Tutti a scuola di Costituzione” classe IV B “ scuola primaria Carducci Sassuolo Modena anno scolastico 2012/2013

INFANZIA DI ANTOINE DE SAINT EXUPERY  I grandi non capiscono mai niente da soli e i bimbi si stancano di spiegar loro di che si tratta.

Da grande diventa pilota d'aerei

Finchè....( lasciamolo parlare )  Ebbi un incidente nel deserto del Sahara. Era una questione di vita o di morte perchè avevo acqua da bere solo per una settimana.  Dormii sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi abitazione.

Il piccolo principe  Fui svegliato da una personcina che mi esaminava. Ecco il ritratto che le feci più tardi.

 Mi chiese di disegnargli una pecora e così feci, ma: la prima disse che era malaticcia, la seconda aveva le corna quindi non era una pecora e la terza era troppo vecchia.

La cassetta per la pecora  Esasperato, gli dissi che questa era la cassetta dentro la quale c'era la pecora che voleva.

Conoscenza del PICCOLO PRINCIPE Si illuminò e: “ Questo è proprio quello che volevo. Pensi che questa pecora dovrà avere una gran quantità d'erba? Dove vivo io tutto è molto piccolo.....oh, guarda, si è messa a dormire!!!

L' asteroide B 612  Gli chiesi da dove veniva e dove voleva portare la mia pecora.  Mi rispose che la cassetta disegnata sarebbe stata la sua casa di notte, che non aveva bisogno di legarla affinchè non andasse lontano, che non sarebbe andata lontano perchè da lui era tutto molto piccolo.  Il suo pianeta era, dunque, poco più grande di una casa.

Ogni giorno imparavo qualcosa sull'ASTEROIDE B 612 C'erano i baobab che andavo estirpati affinchè il pianeta non scoppiasse...

Mi chiese di andare a vedere un tramonto  “ Dobbiamo aspettare...che il Sole tramonti!”, risposi. Al suo piccolo pianeta bastava spostare la sedia di qualche passo e si vedeva il crepuscolo. “ Quando si è tristi si amano i tramonti, un giorno ho visto il sole tramontare quarantatrè volte!”

Perchè i fiori hanno le spine?  “ E non è una cosa seria cercare di capire perchè i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi le spine che non servono a nulla ? Non è importante la guerra tra le pecore e i fiori?E se io conosco un fiore unico al mondo, che una piccola pecora può distruggerlo...non è importante questo?  “ Il mio fiore è là in qualche luogo” e si mise a piangere.

Il paese delle lacrime è così misterioso....

Cercai di conoscere meglio questo fiore... L'aveva visto sbocciare Lo aveva innaffiato

L'aveva riparato dai venti e coperto con una campana di vetro, così l'animale con gli artigli non l'avrebbe distrutta.

Io credo che egli approfittò, per venirsene via, di una migrazione di uccelli selvatici. Spazzò il camino dei vulcani.

Innaffiò la rosa per l'ultima volta... "Addio", disse al fiore. Ma il fiore non rispose. "Addio", ripete'. Il fiore tossi'. Ma non era perche' fosse raffreddato. "Sono stato uno sciocco", disse finalmente, "scusami, e cerca di essere felice". Fu sorpreso dalla mancanza di rimproveri. Ne rimase sconcertato, con la campana di vetro per aria. Non capiva quella calma dolcezza. "Ma si', ti voglio bene", disse il fiore, "e tu non l'hai saputo per colpa mia. Questo non ha importanza, ma sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice. Lascia questa campana di vetro, non la voglio piu'". "Ma il vento... " "Non sono cosi' raffreddato. L'aria fresca della notte mi fara' bene. Sono un fiore". "Ma le bestie... " "Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano cosi' belle. Se no chi verra' a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i miei artigli". E mostrava ingenuamente le sue quattro spine. Poi continuo': "Non indugiare cosi', e' irritante. Hai deciso di partire e allora vattene". Perche' non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore cosi' orgoglioso...

E il piccolo principe iniziò il suo viaggio...  Il primo asteroide che visitò era abitato da un re. Egli teneva assolutamente a che la sua autorità fosse rispettata. Non tollerava la disubbidienza. Era un monarca assoluto, ma era così buono che dava degli ordini ragionevoli.  Non tollerava nemmeno l'indisciplina, ognuno doveva rispettare i suoi ordini.

"Vorrei tanto vedere un tramonto… Fatemi questo piacere… Ordinate al sole di tramontare…" "Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all’altro come una farfalla, o di scrivere una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino; e se il generale non eseguisse l’ordine ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io?" "L’avreste voi", disse con fermezza il piccolo principe. "Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che che ciascuno può dare", continuo il re. "L’autorità riposa, prima id tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo id andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l’ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli". "E allora il mio tramonto?" ricordo il piccolo principe che non si dimenticava mai di una domanda una volta che l’aveva fatta. "L’avrai il tuo tramonto, lo esigerò, ma, nella mia sapienza di governo, aspetterò che le condizioni siano favorevoli". "E quando saranno?" s’informo il piccolo principe. "Hem! Hem!" gli rispose il re che intanto consultava un grosso calendario, "hem! hem! sarà verso, verso sera, questa sera verso le sette e quaranta! E vedrai come sarò ubbidito a puntino".

Il piccolo principe decise di lasciare il pianeta del re, ma egli gli disse di no. Non volendo disubbidire al re e dargli un grande dolore gli propose. “Se vostra maestà desidera essere ubbidito puntualmente, può darmi un ordine ragionevole. Per esempio, potrebbe ordinarmi di partire prima che sia passato un minuto. Mi pare che Le condizioni siano favorevoli...” E fu così che il bisogno di partire del piccolo principe trovò risposta in un ordine ragionevole. UNA LEGGE, UNA REGOLA nasce da UN BISOGNO.

Negli altri pianeti che visitò incontrò, rispettivamente... Un ubriacone Un vanitoso Un uomo d'affari Un uomo dei lampioni

 SUL SESTO PIANETA INCONTRO' UN SAPIENTE, MEGLIO UN GEOGRAFO CHE RICEVEVA GLI ESPLORATORI, ASCOLTAVA I LORO RACCONTI E LI SCRIVEVA SUI LIBRI DI GEOGRAFIA. DESCRIVEVA DELLE COSE ETERNE, CIOE' CHE NON AVEVANO MAI FINE AD ESEMPIO UN MONTE.

Il sapiente chiese al piccolo principe di descrivergli il suo pianeta  “ E' così piccolo. Ho tre vulcani ed un fiore.” “ Non registro i fiori perchè sono effimeri cioè minacciati di scomparire in breve tempo”, rispose il geografo. “ Il mio fiore è destinato a scomparire, ha solo quattro spine ed io...l'ho lasciato solo!!!!”..... E il piccolo principe partì per andare a visitare la Terra, su consiglio del geografo.....intanto pensava alla sua rosa.

Sulla Terra ! Un pianeta pieno di punte C'erano deserti

Un serpente  “ Sei un buffo animale, sottile come un dito...”  “ Ma sono più potente di un dito di un re”  “ Non mi sembri potente, non hai zampe perciò non puoi camminare!”  “ Colui che tocco, lo restituisco alla terra da dove è venuto, Ma tu sei puro e vieni da una stella. Potrò aiutarti un giorno se rimpiangerai troppo il tuo pianeta”

Cammina cammina uscì dal deserto e incontro' un giardino di rose. Credendo di essere un grande principe che possedeva tre vulcani e una rosa unica al mondo, provò grande delusione.

Apparve una volpe.  “ Vieni a giocare con me, mi sento solo”, disse il piccolo principe.  “ Non posso giocare con te, non sono addomesticata !”.

"Che cosa vuol dire "addomesticare"?" “E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami…” “Creare dei legami? “Certo”, disse la volpe. Tu, fino ad ora, per me, sei un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo”. “Comincio a capire”, disse il piccolo principe. “C’e' un fiore … credo che mi abbia addomesticato…”

Se tu vuoi un amico addomesticami!" "Che bisogna fare?" domando' il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, cosi', nell’erba. Io ti guardero' con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ piu' vicino..." Il piccolo principe torno' l’indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. Col passare dell’ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti”

Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto". Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo". E le rose erano a disagio. "Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche' e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e' lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perche' e' la mia rosa". E ritorno' dalla volpe. "Addio", disse.

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi". "L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo. "E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante". "E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo. "Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..." "Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.

Eravamo all'ottavo giorno della mia panne nel deserto  Dissi al principe che saremmo morti di sete poiché non avevo più acqua, ma egli non si turbò, anzi mi disse che faceva bene aver conosciuto un amico come la volpe anche se poi si sarebbe morti. E aggiuse: “ Cerchiamo un pozzo... ciò che abbellisce un deserto è che nasconde un pozzo...”

E così, lo presi in braccio e camminando, scoprii il pozzo al levar del sole. "Un po' d'acqua può far bene anche al cuore" commentò il piccolo principe, e bevemmo entrambi con gioia. Tornai al lavoro al mio apparecchio, e la sera seguente ritrovai il piccolo principe ad attendermi su un muretto accanto al pozzo, mentre parlava con il serpente che aveva incontrato al suo arrivo sulla Terra. Il piccolo principe tornava lì, dopo un anno dall'arrivo sulla terra, per tornare al suo pianeta. Il serpente, con il suo morso, era il mezzo per potersi liberare del corpo, troppo pesante per arrivare così lontano.

“ Hai del buon veleno? Sei sicuro di non farmi soffrire troppo? Ora vattene, voglio ridiscendere! “.

“ Anch'io, oggi, ritorno a casa !!! “ "Ometto, non è vero che è un brutto sogno quello del serpente, dell'appuntamento e della stella?" Ma non mi rispose. Disse: "Quello che è importante non lo si vede" "Certo" "E' come per l'acqua. Quella che tu mi hai dato da bere era come una musica, c'era la carrucola e c'era la corda… ti ricordi… era buona". "Certo" "Guarderai le stelle, la notte. E' troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella. E' meglio cosi. La mia stella sarà per te una delle stelle. Quando ti guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!" E rise ancora. "Sarà come se ti avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere" E rise ancora.,

Poi ridivenne serio. "Questa notte sai, non venire". "Non ti lascerò". "Sembrerà che io mi senta male… sembrerà un po' che io muoia. E' coìi. Non venire a vedere, non vale la pena…" "Non ti lascerò". Ma era preoccupato. "Ti dico questo… Anche il serpente. Non bisogna che ti morda, I serpenti sono cattivi. Ti può mordere solo per il piacere di…" "Non ti lascerò". Ma qualcosa lo rassicurò: "E vero che non hanno più veleno per il secondo morso… "

Quella notte non lo vide mettersi in cammino. Si era dileguato senza far rumore. Quando riusci a raggiungerlo camminava deciso, con un passo rapido. Mi disse solamente: "Ah! Sei qui" E mi prese per mano. Ma ancora si tormentava: "Hai avuto torto. Avrai dispiacere. Sembrerò morto e non sarà vero" Io stavo zitto. "Capisci? E' troppo lontano. Non posso portare appresso il mio corpo. E' troppo pesante". Io stavo zitto. "Sarà bello, sai. Anch'io guarderò le stelle. Tutte le stelle saranno dei pozzi con una carrucola arrugginita. Tutte le stelle mi verseranno da bere". Sai il mio fiore...ne sono responsabile! Ed è talmente debole e talmente ingenuo. Ha quattro spine da niente per proteggersi dal mondo

Si sedette perchè aveva paura! “Sai il mio fiore...ne sono responsabile! Ed è talmente debole e talmente ingenuo. Ha quattro spine da niente per proteggersi dal mondo !”.

Ritorno a casa del piccolo principe  Mi sedetti anch'io....Disse : “Ecco, è tutto qui...” Esitò ancora un poco, poi si rialzò.Fece un passo... Non ci fu che un guizzo giallo vicino alla sua caviglia. Rimase immobile un istante, non gridò.

 Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia

Torrnato a casa, ero triste...Ma sapevo che era ritornato al suo pianeta perchè non trovai più il suo corpo. Se a voi capiterà di fare un viaggio nel Sahara, fermatevi e guardate le stelle e se un bimbo dai capelli d'oro vi viene incontro e non risponde alle domande indovinerete chi è e....scrivetemi subito che è TORNATO!!!