APPROCCI METODI TECNICHE Prof.ssa Stefania Cavagnoli, uniroma2.

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APPROCCI METODI TECNICHE. Quasi tutta la vasta letteratura di linguisti e psicologi è caratterizzata da una particolare confusione fra imparare una seconda di Prof.ssa Stefania Cavagnoli, uniroma2
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APPROCCI METODI TECNICHE Prof.ssa Stefania Cavagnoli, uniroma2

Quasi tutta la vasta letteratura di linguisti e psicologi è caratterizzata da una particolare confusione fra imparare una seconda lingua e insegnare una seconda lingua Selinker, Interlanguage, 1972

APPROCCIO filosofia di fondo di una impostazione glottodidattica Seleziona dati e impianti epistemologici dalle varie teorie e dalle varie scienze di riferimento e li riorganizza secondo i parametri della glottodidattica. Individua mete e obiettivi dell’insegnamento linguistico, genera uno o più metodi che ne realizzano l’applicazione nelle varie situazioni. A volte alcuni approcci sono stati definiti metodi termine che accorda alle diverse concezioni dell’apprendimento delle lingue un carattere, più aperto, più flessibile, meno dogmatico e meno definitivo del termine metodo. (Dufeu, 1996)

METODO È’ la realizzazione di un approccio in termini di procedure didattiche e di modelli operativi (il “come” e il “cosa” dell’educazione linguistica) che deve essere coerente con le premesse dell’approccio che esso intende mettere in pratica (dizionario di glottodidattica) un insieme chiuso di criteri, procedimenti e attività pedagogiche secondo cui si realizza il processo di insegnamento di una lingua. Oggi si preferisce il termine “approccio” per indicare gli assunti e le opzioni che qualificano i nuovi indirizzi (Danesi, 1998)

TECNICHE “ La tecnica è un insieme più o meno coerente di mezzi, di materiali, di procedure, che può avere una finalità in sé e che può essere al servizio di metodi pedagogici diversi.” G. Mialaret (1974) “la tecnica didattica è l’insieme, la successione dei procedimenti impiegati per arrivare ad un risultato. Una tecnica corrisponde a un insieme di azioni concrete stabilizzate che si scompongono in procedimenti, ciascuno dei quali ha il suo modo d’impiego-”.

TECNICHE II Una tecnica è un’attività di classe attraverso cui il materiale linguistico viene presentato agli studenti e da questi analizzato, elaborato, (ri)prodotto; altre tecniche riguardano le modalità di riflessione sulla lingua o la valutazione. A differenza dell’approccio, che ha una dimensione filosofica, e del metodo che deve realizzare in termini di progettazione curricolare ed organizzazione didattica le indicazioni dell’approccio, le tecniche non ammettono giudizi di valore (vero/falso, coerente/incoerente), ma solo di efficacia/inefficacia nel produrre l’effetto voluto. (Balboni 1999)

LIVELLI E PARAMETRI DI VALUTAZIONE (BALBONI) (TEORIA) vera/falsa/infondata… COME LO VALUTO? APPROCCIOfondato su una teoria Giusto/Sbagliato capace di generare uno o più metodi Fondato su teorie che… METODO coerente con l’approccio, + o - adeguato x realizzare l’approccio capace di realizzarsi in TECNICHE Coerenti con il metodo efficaci o no per un obiettivo X efficaci o no rispetto al metodo

SILLABO Con il termine sillabo indichiamo “quella parte dell’attività curricolare che si riferisce alla specificazione e alla graduazione dei contenuti d’insegnamento. Esistono diversi tipi di sillabo : sillabo strutturale, basato esclusivamente su unità linguistiche sillabo nozionale-funzionale, basato essenzialmente su nozioni e atti linguistici sillabo task-based, basato su compiti (ad esempio: utilizzare una mappa, consultare l’orario scolastico) sillabi integrati o ibridi (basati ad esempio su strutture grammaticali UNITE A funzioni oppure su compiti INSIEME A funzioni)”. A volte nei sillabi ibridi una delle dimensioni orienta – esplicitamente o meno – l’altra (adattamento da Balboni (vari) e Ciliberti, 1994).

APPROCCI E METODI - FORMALISTICO -( ‘NATURALE’) - STRUTTURALISTA - COMUNICATIVO - UMANISTICO AFFETTIVO INTEGRATO Metodo diretto (Berlitz) Grammaticale traduttivo, reading Metodo nozionale- Funzionale o situazionale o … strutturo globale, audio- orale ecc

APPROCCIO FORMALISTICO metodo grammaticale traduttivo reading method Studiosi: Seidenstueck, Ploetz. Metodo nato con gli studi linguistici che ricercano l'universalità della grammatica delle lingue e costruito sul modello dell'insegnamento delle lingue morte. Si considera la lingua una struttura logica e perfetta Periodo:A partire dal Resiste a lungo Area: in Europa.

Modello di apprendimento Modello deduttivo di analisi della struttura grammaticale della L2; la traduzione letterale e la lezione frontale sono le tecniche dominanti. E’ un’attività esclusivamente cognitiva.

Ruolo dell’insegnante E’ centrale; non necessariamente madrelingua, è depositario della “verità” morfosintattica della L2. Esecutivo, non propositivo Ruolo del discente Ruolo della lingua La lingua è un modello da imparare (più che da usare) ed applicare conformemente alle norme.

Obiettivo generale dell’apprendimento linguistico Acquisizione delle abilità di lettura e/o di scrittura; Acquisizione e applicazione di regole grammaticali.

Aspetti metodologici principali: metodi, tecniche, materiali e sussidi Metodi: grammatico-traduttivo e Reading method. Tecniche: esercizi e traduzioni di frasi e brani non autentici graduati per difficoltà morfosintattica; traduzione. Materiali: grammatica e vocabolario, testi letterari o di microlingue.

APPROCCIO NATURALE Metodo orale, naturale, Berlitz Studiosi: Vietor, Jespersen, Sweet, Jones, Palmer, Passy. Reazione all’appr. formalistico. Eliminazione della traduzione come mediazione tra concetto e sua espressione in L2. Periodo:Prima metà del ‘900 Area: prima in USA e poi in Europa.

Modello di apprendimento Modello induttivo; acquisizione di una L2 come una lingua materna; privilegio assoluto dell’oralità

Ruolo dell’insegnante Madrelingua. Fornitore di stimoli e di feedback linguistico. Centrale, di apprendente attorno al quale si modella l'azione dell’insegnante Ruolo del discente Ruolo della lingua Input originale

Obiettivo generale dell’apprendimento linguistico Acquisizione diretta della capacità di esprimere concetti nella L2; prevalenza dell’abilità di produzione orale.

Aspetti metodologici principali: metodi, tecniche, materiali e sussidi Metodo: Berlitz, Naturale, Orale. Pretesa di ricreare l'ambiente d'apprendimento della lingua madre Tecniche: uso di immagini, gesti, drammatizzazioni e oggetti. Materiali: Scarso uso di materiali linguistici scritti e di sussidi grammaticali.

APPROCCIO STRUTTURALISTA metodo ASPT, audio-orale Studiosi: linguisti Bloomfield e Lado, antropologo Boas, psicologi Watson e Skinner. politica statunitense dopo le guerre mondiali = necessità di metodi che consentano di raggiungere livelli accettabili di abilità comunicativa pragmatica negli apprendenti della L2 Periodo: Tra la fine della Seconda Guerra e gli anni ’60. Area: U.S.A.

Modello di apprendimento Interiorizzazione di schemi di comportamento intesi come meccanismi inconsci di reazione agli stimoli (stimolo>risposta>rinforzo).

Ruolo dell’insegnante Fornitore di stimoli e verificatore di risposte. Passivo, di ricettore di stimoli; ripetizione e acquisizione meccanica Ruolo del discente

Obiettivo generale dell’apprendimento linguistico Fissazione di modelli linguistici (generalmente orali) e di reazioni automatiche a stimoli in L2.

Aspetti metodologici principali: metodi, tecniche, materiali e sussidi Metodi: A.S.T.P., metodo Audio-Orale. Tecniche: memorizzazione per imitazione, uso di sequenze intensive di esercizi di ripetizione, esercizi strutturali, manipolazione guidata di strutture linguistiche e coppie minime. Materiali: uso di registratori e laboratori linguistici.

APPROCCIO COMUNICATIVO metodo nozionale-funzionale, situazionale Studiosi: Austin, Searle e Wittgenstein. Corder, Selinker,… Introduzione dei concetti di bisogno comunicativo, di competenza comunicativa e di efficacia della comunicazione. Periodo: Dagli anni ’60 al decennio passato. Area: In Europa e USA.

Modello di apprendimento Immersione del discente in un contesto comunicativo al fine dell’attivazione delle sue capacità innate di produzione linguistica e comunicativa.

Ruolo dell’insegnante Presentatore della lingua e della sua cultura (mediatore linguistico-culturale) e analizzatore dei bisogni comunicativi degli studenti. Fulcro della programmazione curricolare e dell’insegnamento Ruolo del discente Ruolo della lingua Strumento di comunicazione integrato alle altre competenze comunicative

Obiettivo generale dell’apprendimento linguistico Attivazione della capacità innata di produrre lingua in un contesto comunicativo-situazionale; sviluppo dell’appropriatezza e dell’efficacia della competenza comunicativa

Aspetti metodologici principali: metodi, tecniche, materiali e sussidi Metodi: Metodo situazionale, metodo nozionale-funzionale. Tecniche: comunicative, quali gioco, drammatizzazione, simulazione. Materiali: autentici, scelti sulla base della situazione e della funzione comunicativa.

APPROCCIO UMANISTICO-AFFETTIVO Studiosi: Maslow, Rogers, Asher, Lozanov, Krashen, Terrell e Gattegno. Centralità delle caratteristiche affettive degli studenti; attenzione per i fattori che influenzano le capacità di apprendimento. Periodo: Dagli anni’70 ai 90 Area: Ambito anglosassone (Bulgaria per la Suggestopedia di Lozanov). Modello di apprendimento: deduttivo e relazionale (tra doc.e allievo)

Ruolo dell’insegnante Figura che osserva, consiglia e incoraggia lo studente. Ruolo del discente E’ al centro del processo di apprendimento come persona unica e irripetibile, viene motivato e guidato all’auto-realizzazione ed è esposto ad una lingua il più possibile autentica.

Aspetti metodologici principali: metodi, tecniche, materiali e sussidi Metodi: Total Physical Response, Natural Approach, Suggestopedia, Silent Way. Tecniche: tecniche di rilassamento e comunicative, ambienti confortevoli. Le tecniche tendono tutte comunque alla rimozione dei fattori causanti ansia da apprendimento (v. filtro affettivo). Materiali: cartelloni, gesti, disegni, oggetti, immagini,corpo dell’insegnante.