Labirinti vie confuse ma naturali La ragione tenta di trovare vie di chiarezza, il filo della logica
Costruire il maze è la via del metodo dell’arte
Leon Battista Alberti – la città ideale rende organico il sogno rinascimentale
per Gaudì è meglio la misura aurea della prospetti va
Si va nella percezione su e giù per dominare lo smarrimento con la ripetizione che costruisce binari per capire
L’immaginazione costruisce in figura e in parole la storia della mente e del mondo Il flusso di pensiero è nel gioco del linguaggio Il linguaggio
la memoria (Proust) le immagini nello specchio sono il più identico e il più irraggiungibile insieme (Schelling - Bruno)
Nelle storie che sanno concludersi e ripetersi all’infinito, accettando continui sviluppi: il lettore può entrare nella storia che è diventata tale perché è conclusa. È come se l’autore chiudendola la inviasse al giudizio di chi legge, perché a sua volta la trasformi – in una nuova storia o in un giudizioi La storia conclusa
Michel De Certeau Norbert Elias la via della cultura fuori del libro insegna a leggere il mondo quotidiano come un labirinto in cui ci si può orientare
Jenkins oggi non si deve dimenticare lo schermo il Mondo medio convergente – ne parleremo alla fine Convergenza dei media De Sola Pool/ il mezzo è il messaggio McLuhan : due visioni opposte del mondo virtuale
L’arte traccia vie all’attenzione reale immaginaria fondando nella percezione Leonardo – le ombre togliere e levare consente di seguire la linea serpentina che la pittura vuole cogliere tiene conto dell’aria e delle correnti magnetiche Zuccari – l’abbozzo il disegno interno di un’idea d’arte è come il sorgere della parola poetica: immagina la percezione (Hobbes)
musica Dewey colloca la bellezza nel quotidiano: è nei capolavori e anche in tutto quel che definiamo «un’esperienza», un solo battito forte La musica ad esempio è musica colta ma è anche quella dei bambini e della danza tutta la musica è comunità che danza, senso collettivo, gusto LA MUSICA canta LA NATURA: PHYSIS IL SENSO COSMICO come la musica E’ SOLO PRESENTE è NUMERO ed ARMONIA AUREA, per i Pitagorici GIOBERTI riprende la parola di Platone, arte è METESSI - partecipazione all’armonia, importante come la MIMESI – copia l’arte è mimesi che copia la metessi – l’immersione nel cosmo il sublime crea il bello che imita il sublime partecipando alla bellezza COME IL FERVERO (demone iraniano) che porta Dio nel mondo
GIOBERTI cita l’ Inverarsi di Dante Inforsarsi di Petrarca Involutum evolvit di Cicerone L’arte come PARTECIPAZIONE dice i movimenti del percepire, cogliere il vero, cogliere il forse con ironia, immergersi nel trasporto: LA BELLEZZA RICONOSCE QUEL CHE SI FA AMARE VEDE L’INFINITO NELLA LUCE: Due termini di uso comune dicono il peso della fantasia nel CONSIDERARE – VIENE DA SIDERA CONTEMPLARE – VIENE DA TEMPIO LA MUSICA TRASPORTA NEL DOMICILIO DEL BELLO con uno PSEUDO COPYNG (Collingwood), l’imitare la percezione nel suo mistero
QUINDI: Il sublime è dono di Medusa. Inchioda e mostra le possibilità. Il bello parla le lingue dell’arte
Presenta le IDENTITA’ Ogni musica sa trasportare in un altro mondo: ma è quello che fa OGNI ARTE. Mostra la vita e il mondo in UN CRONOTOPO (Gioberti) : spazio tempo autonomo che resta nel tempo Il presente si riflette nello specchio, l’identità prende corpo e si studia. Degas disegna da foto – che dal 1839 il mondo guarda
L’IDENTITA’ nel suo disegno Quanti cambiamenti nel fragmented self FREUD inconscio Es COOLEYio riflesso MEAD sé interrelato FESTINGER dissonanza cognitiva GARFINKEL conoscersi con l’etnometodologia Il barone di Munchausen si salva dal lago tirandosi per il codino nei cartoni se non me ne accorgo non cado: Sono se vedo la mia immagine nell’altro dice Watzlawick mi conosco guardandomi da fuori E da fuori ci sono tante identità: è un vero mantello di Arlecchino la nostra pelle, dice Michel Serres
Il soggetto interrelato tra egocentrismo e guerra Lo ZEN dice: sappiamo agire se conquistiamo la DISATTENZIONE PROGRAMMATA AGIRE CON SCIOLTEZZA : MA COME SI FA? ALTRA PARALISI DELL’AZIONE è IL DOPPIO LEGAME che oppone la MORALE e L’AZIONE (URLARE «NON URLARE»: un input che confonde) L’IDENTITà IN CRISI ACCETTA E AIUTA LA CONFUSIONE DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE: DIVENTANO OPPOSTE – LA DIFFERENZA STA NELLA CAPACITà DI REAGIRE ALLO STIMOLO, ESSENZIALE SOLO PER LA SECONDA QUANDO NARCISO SI SPECCHIA NELL’ACQUA SPORCA VEDE SOLO SE STESSO: L’INFORMAZIONE VALE SOLO SE AUMENTA QUEL CHE GIA’ SO QUANDO INVECE L’ACQUA è PULITA SI VEDE OLTRE LA SUPERFICIE E COMPARE ALTRO DISPLAY – è L’ESIBIZIONE, si informano gli altri sul sé protagonista /logica di scontro PLAY – è il gioco di chi reagisce allo stimolo e comunica con l’artista/logica d’incontro
La scuola insegna ad ascoltare con intelligenza: senso parole e musica
Saper coordinare il sé imparare i linguaggi è necessario per sapersi riconoscere con realismo Watzlawick: non si può non comunicare, si comunica anche col silenzio e col gesto – tutti linguaggi analogici non logici CI SI GUARDA NEGLI OCCHI DEGLI ALTRI Attraverso il contenuto: METACOMUNICAZIONE senso e informazioni si possono correggere L’EGOCENTRISMO DEL DISPLAY può diventare UN PLAY Se si CAMMINA NEL MAZE, una guida è PRATICARE L’ARTE L’ARTE è MAESTRA DEI LINGUAGGI, anche di QUELLO DELL’IMMAGINE E DELLA MUSICA IN SPECIE – sono LINGUE UNIVERSALI Ma sono linguaggi? L’opinione di Gombrich lo conferma Fare il punto su informazione e comunicazione significa insegnare a praticare i linguaggi senza credere nei linguaggi universali: si impara a leggere le immagini Capire è frutto di informazione (ragione logica) e comunicazione (ragione emotiva) La formazione estetica si attua nei saperi disciplinari La pedagogia è la vera esperta di comunicazione – dialoga col suo pubblico
Tutto in uno: l’ascolto è difficile Gli scambi asimmetrici, come a scuola, hanno il vantaggio di poter obbligare all’ascolto, che è sempre però una libera scelta Educare all’ascolto impone di fare attenzione alla ragione emotiva Che educa anche con il coaching, l’accompagnamento, ottima cura anche per il disagio normale del vivere contemporaneo, troppo veloce per consentire spazi per assorbire le novità L’identità in crisi se ne giova. Il suo spazio migliore a scuola è nei laboratori Vi si esercita l’atto linguistico che è non solo significato ma azione: il linguaggio deriva sempre dalla volontà di coinvolgere nell’azione comune (Austin, Vigotskij) Esercitare i linguaggi in figura e in parole è agire sulla capacità di comprendere e di partecipare Nel laboratorio si impara a lavorare in team, dove si gestisce il leader e il decision framing (il labirinto dell’azione)
L’osservazione partecipata in scena Nel laboratorio si possono osservare i comportamenti sul palcoscenico del vivere La scena teatrale da Giulio Camillo Delminio a Giordano Bruno insegna a costruire le statue, i ruoli del vivere Nel laboratorio ognuno mette in scena il sé: come nella corte di Luigi XIV, di una vera e propria architettura sociale: ma in tutti gli ambienti ciascuno scrive il suo ruolo e che può migliorare, approfondendo la propria identità: l’arte la mostra Alla corte di Luigi XIV si pratica la conversazione, che poi nei salotti delle Preziose (Benedetta Craveri) diventa la nascita dell’opinione pubblica (Jurgen Habermas) La conversazione comprende la buona educazione e la disciplina, l’ascolto ne ha bisogno: è una lezione di legalità che si apprende nella messa in scena di una conversazione, rispettandone le regole scritte e non scritte: è ARTE DI RAGIONARE con metodo leggero, la base di un approfondimento
Ovunque ci sono palcoscenici che descrivono i ruoli
La competenza della narrazione si costruisce a scuola Tutto a scuola di insegna nel linguaggio, non solo le letterature: ogni professore coinvolge argomentando la disciplina Nel 900 il pensiero postmoderno ha lamentato la fine delle grandi narrazioni: non ci si accorgeva che era già nata la nuova grande narrazione dei media. Lo capiva Roland Barthes, il semiologo che nel 1957 definì i miti d’oggi nelle dinamiche di Hollywood; recentemente ne ha parlato l’antropologo Marino Niola. Oggi viviamo i nostri miti come tutte le generazioni di prima. Le letterature dei media sono le letterature popolari d’oggi, come i miti raccolti nelle mitologie e le storie di Omero. Umberto Eco definì negli anni ‘60 questa letteratura come un genere a sé, che parla ad un pubblico e ne accetta i desideri, che rinnova in modo circolare trame sempre uguali adattandole – come la commedia dell’arte. Essa forma il gusto, la cultura del pubblico, apprezzata da Proust e da Madame de Sevigné. Oggi tende a monopolizzare l’attenzione con l’immersione nel testo in immagini: occorre insegnare a recuperare la propria fantasia con i laboratori di scrittura
Occorre studiarle come ogni letteratura
I laboratori di immagini Colmano il problema della differenza della lettura in immagini e in parole Walter Ong: l’immagine si legge senza ordine, la parola da sinistra a destra dall’alto in basso: disabitua all’ordine della scrittura perché: La lingua greca si legge in consonanti (suoni) e vocali, la può leggere chiunque conosca l’alfabeto anche se non sa la lingua. Basta seguire un «metodo cartesiano» (presenza, analisi, sintesi, controllo della parola). I 4 caratteri del metodo matematico Cartesio applica al filosofico per renderlo scientifico Leggere è ogni volta esercitare il metodo cartesiano, la lettura alfabetica insegna le mette in forma o spirito scientifico. L’immersione nelle immagini lo toglie È un grande problema cognitivo nell’educazione della mente, l’arte e la formazione estetica possono correggerlo. Occorre recuperare la scienza della percezione in cui l’immagine cerca la sua PAROLA. L’argomentazione deve trovare le vie per ragionare e superare questa difficoltà. Il metodo della lettura delle immagini cerca vie diverse per guidare la lettura e scrittura di immagini Per educare a camminare nelle vere e proprie enciclopedie senza ordine della cultura delle immagini dei media.