Fil. Mente Lezione 19, 30 marzo 2015
Ipotetico calendario Non c'è lezione lunedì 13 aprile Teoria rappresentazionale della percezione (utilizzando il testo di Calabi e SEP): Antonio De Grandis: martedì 14 aprile Intenzionalità: Riccardo Zenobi Fedone sull'anima: Armando Marozzi e Luca Capotondo Chalmers su hard vs. easy: Gabriele Buratti 14 aprile Disgiuntivismo (utilizzando il testo di Calabi e SEP): 1/2 studenti? Studi recenti sul problema di Molyneux (utilizzando articolo di Occelli): Carlo Capretta L'articolo di Dennett "Quining qualia": 1 studente?
Fumerton, cap. 4 la situazione di Mary prima di riacquistare la vista: "Mary has discovered all the truths expressed in the physicalist's analysans" (p. 155). Per es., Mary sa tutto sulle fibre-r (che, supponiamo si attivano nel vedere rosso) 156 Cosa sa in più quando acquista la vista? "Mary's NEW PROPOSITIONAL KNOWLEDGE": "she never knew that there was this property of looking red that people exemplify when they are confronted by physical objects of a certain sorts under the right conditions--that's the heart of the dualist's claim" Tentativi fisicalisti di resistere...
Tentativi di resistere Si tratta solo di un know-how (§ 4.1) (Lewis, Nemirow): Mary ora sa come immaginare esperienze di colore senza averle, sa come ricordarle, riconoscerle, re-identificarle. Si tratta solo di acquaintance (Conee): questo know-how di cui parla Lewis comunque presuppone l'acquaintance con certe proprietà (i vari colori), ma l'acquaintance è solo una relazione con una proprietà (per es. un certo rosso), non è conoscenza (di una proposizione)
acquaintance e conoscenza Fumerton ovviamente ammette che c'è questa acquaintance, ma aggiunge che essa dà adito a nuove proposizioni, credute e conosciute come vere. Questa cosa con cui ho acquaintance può diventare costituente di una proposizione P che io credo vera (e che conosco come vera in modo diretto se ho anche acquaintance con il fatto corrispondente F e con la corrispondenza tra P ed F) (pp )
Esempi [io vedo R] /il mio vedere R\ In questo caso la proposizione con il colore R come costituente (nella mente d Mary) è resa vera dallo stato di cose (anch'esso nella mente di Mary): conoscenza non-inferenziale [R è il colore che vedono le persone normali quando osservano un pomodoro]: phenomenal redness versus a "concept that denotes phenomenal redness" (p. 163)
Altri tentativi fisicalisti di resistere Se respingiamo le ipotesi (i) si tratta solo di know-how e (ii) si tratta solo di acquaintance, come può resistere il fisicalista? Ipotesi 1. No new proposition (content externalism) (§ 4.3) Ipotesi 2. Two propositions but same truthmaker (§ 4.4)
No new proposition attempt provare ad argomentare che, nonostante le apparenze, Mary non crede/intrattiene una nuova proposizione. Crede di credere una nuova proposizione, ma di fatto la "nuova" proposizione la credeva già. Questo si può fare al prezzo di un "content externalism" (referenzialismo di Kripke e Putnam) secondo il quale non abbiamo accesso privilegiato alle nostre credenze, per cui possiamo anche credere di credere due distinte proposizioni quando infatti ne crediamo solo una (pp ). Il cap. 5 è interamente dedicato a contestare questa ipotesi (anche se c'è già qualche accenno critico alle teorie di Kripke e Putnam sul significato a p.168 ) (F. prima del cap. 5 qua e là dice che toccherà nel cap. 5 anche l'ipotesi del same truthmaker, ma non mi sembra così)
Same truthmaker attempt Nel § 4.4, F. si chiede se le nuove proposizioni credute da Mary siano, per quanto distinte da proposizioni credute precedentemente, hanno gli stessi fattori di verità di proposizioni precedentemente credute (corrispondono agli stessi fatti) In modo analogo Smart aveva difeso il fisicalismo riduzionista (teoria dell'identità): [io ho dolore] [io ho fibre C attive]
Same truthmaker attempt (ii) F. considera possibili casi di 2 proposizioni (pensieri, stati; F. oscilla tra queste cose) con lo stesso fattore di verità, per vedere se si trova qualcosa che possa andar bene al fisicalista. In particolare si concentra su: Approccio naturalista alla rappresentazione (Dretske) esempi con descrizioni definite quali [questa camicia è rossa] e [questa camicia è del colore preferito di mia zia]
Approccio naturalista alla rappresentazione Uno stato mentale S rappresenta uno stato di cose (fatto) F in virtù di una certa storia causale/evoluzionistica che lega occorrenze di fatti del tipo di F a stati del tipo di S Due stati mentali diversi (per via di storie causali diverse) potrebbero rappresentare lo stesso fatto F. scarta decisamente questo approccio perché accetta piuttosto l'idea che i nostri stati mentali rappresentano non in virtù di una storia causale/evoluzionistica, ma sulla base della nostra acquaintance con stati mentali (p. 177). Per es., ho conoscenza diretta (non-inferenziale) di vedere rossamente-tavolinamente e su questa base so indirettamente che c'è un tavolo verde.
Descrizioni definite F. si chiede se queste due proposizioni possano avere lo stesso fattore di verità: (1) [questa camicia è di colore rosso] (2) [questa camicia è del colore preferito da mia zia] Perché porsi questo problema? Con le conoscenze neurofisiologiche Mary presumibilmente poteva costruire descrizioni definite denotanti qualia con i quali lei non aveva acquaintance ("il colore che esperiscono le persone normali quando hanno le fibre r attive") e quindi credere proposizioni analoghe a (2)
Descrizioni definite (ii) In generale la questione è: Possono avere lo stesso fattore di verità due proposizioni del tipo [il P è F] [x è F] tali che [il P] "denota" X? Non può essere così se è vera la teoria delle descrizioni di Russell, che richiede condizioni di (i) esistenza, (ii) unicità, (iii) attribuzione (accettata da F. e anche da me) Sarebbe così, però, se [il P è F] corrispondesse direttamente ad un fatto quale /x è F\ (Donnellan)
Fil. Mente Lezioni 20-21,
Calendario Non c'è lezione lunedì 13 aprile Martedì 14 aprile Antonio De Grandis: Teoria rappresentazionale della percezione (utilizzando il testo di Calabi e SEP) Gabriele Buratti: Chalmers su hard vs. easy Intenzionalità: Riccardo Zenobi Cristina Cresciti: Disgiuntivismo (utilizzando il testo di Calabi e SEP)? Lunedì 20 Aprile Armando Marozzi e Luca Capotondo : Fedone sull'anima + Kim sul dualismo cartesiano Martedì 21 Aprile Carlo Capretta:Studi recenti sul problema di Molyneux (utilizzando articolo di Occelli) Giorgia Severini: L'articolo di Dennett "Quining qualia" Daniele Serafini: argomento di Kim contro sopravvenienza del mentale
Donnellan su attributivo e referenziale Fumerton (178) considera la distinzione di Donnellan (1977) tra uso referenziale e attributivo delle descrizioni definite perché, se accettata, potrebbe dar modo al fisicalista di rispondere positivamente al quesito della diapositiva precedente. "L'uomo con il martini è mio zio" potrebbe essere vera (in un certo contesto) anche se l'uomo in realtà sta bevendo acqua (Donnellan) Questa idea presuppone che la proposizione espressa ha proprio lo zio in carne ed ossa come costituente del fatto espresso (referenzialismo)
Ma secondo F. (e me; cfr. Orilia 2010), dobbiamo semplicemente dire che la proposizione espressa è falsa (descrittivismo) anche se in un contesto appropriato può generare credenze vere in un interlocutore Per es: la persona a cui devo chiedere un parere perché è un importante filosofo (e anche zio del mio amico) è quell'unica persona con un bicchiere in mano all'altro capo della stanza
In conclusione, F. scarta sia il no new proposition attempt (sul quale però ritorna nel cap. 5), sia il same truthmaker attempt (sul quale dice di voler ritornare nel cap. 5, ma secondo me lì non ci ritorna; vedremo se lo fa nei capp. 6-8). Secondo sul same truthmaker attempt è troppo sbrigativo, perché dovrebbe considerare questo modo di porre le cose
type I (abundant) vs. type II (sparse) properties Bealer: type I (concept) vs type II (quality) Lewis: abundant vs. sparse [questo gas ha temperatura x] vs. [questo gas ha energia cinetica media y]: stesso fattore di verità perché i due concetti stanno per la stessa qualità [io ho dolore] vs. [io ho fibre C attive] [questo pomodoro è rosso] vs. [questo pomodoro causa l'attivazione di fibre r in soggetti vedenti]
Il problema della mancata analogia Penso però ci sia una profonda differenza i concetti [dolore] e [rosso] presuppongono una conoscenza diretta della qualità alla quale corrispondono [dolore] = [stato simile a questo] [rosso] = [visione simile a questo] Al contrario, [temperatura x] ed [energia cinetica y] non sono dipendenti alla stessa maniera da specifici qualia.
Fumerton, cap. 5 all’inizio del cap. 5, F. considera queste 2 ipotesi (1) non si ottiene nessuna conclusione metafisica interessante da NPK (182, 1) (2) (no new proposition) Mary non intrattiene una nuova proposizione, ma semplicemente scopre quale proposizione GIA’ credeva quando descriveva le persone come aventi esperienza di rosso in concomitanza con certi cambiamenti neurofisiologici (182, 2) DOVE VIENE ESAMINATO IL PUNTO IL PUNTO (1) ???? Non nel cap. 5, forse in quelli successivi. Corrisponde all’ipotesi “same truthmaker”? Per analizzare (2), PREVENTIVAMENTE (§§ ), F. fa un lungo confronto tra referenzialismo e descrittivismo.
Passa in rassegna e critica la direct ref. di Kripke e Putnam (§5.1). La critica è basata (appellandosi a Russell e Frege) sul fatto che solo con descrizioni definite spieghiamo la possibilità di enunciati d’identità informativi ed esistenziali negativi. Questo anche per termini di generi naturali (189). In § 5.2 è spiegato che sia Frege che Russell difendono un descrittivismo immune da problemi di regresso (la grounding objection: non tutto può essere descrizione, qualche termine deve fare rif. diretto a significati): Russell ha acquaintance con sense data e universali ai quali facciamo rif. diretto. Frege ammette sensi con capacità intrinseca di corrispondere (anche se può mancare il referente) (191) In § 5.3 si considerano le critiche di K. al descrittivismo e in effetti si concede una certa forza alla versione de dicto dell’argomento modale (194, 2a) (nel mio libro Springer 2010, sostengo che tutte le critiche di Kripke falliscono)
In 5.4 però si argomenta che la pars construens di K. è deficitaria. Viene criticata l’idea che vi siano reference- fixing descriptions. Secondo F., tali descrizioni sono in realtà sinonime dei nomi propri (non secondo me; io sostengo che permettono di battezzare in absentia, ma contra K., per me introducono un nome N che poi è una descrizione definita (the N) come qualsiasi altro nome). Inoltre secondo F., la teoria causale funziona solo come “causal descriptivism”. F. poi accenna a un approccio token-rifessivo, ma si incarta (201) in un problema uso- menzione che io non ho nel mio approccio in 2010.
DOPO questa carrellata, nel §5.5 F. ritorna all’ipotesi (2) (p. 201). F. nota che (2) reggerebbe se funzionasse la tesi kripkiana del reference-fixing. L’idea sarebbe questa. Mary da color blind usa “(appare) rosso” come designatore rigido per ROSSO, sulla base di una reference-fixing description quale “lo stato [il quale sperimentato da ?] in cui si trova una persona normale quando la luce riflessa da un pomodoro causa il cambiamento fisiologico F nel suo cervello [si attivano le fibre r]”
Da questo punto di vista quando Mary credeva [un pomodoro appare rosso] credeva la stessa proposizione che crede adesso. Le sembra di credere una nuova proposizione adesso che ha acquaintance con il rosso, ma si tratta sempre della stessa proposizione. Analogamente [i laghi contengono acqua] è una proposizione con H2O come costituente, anche se la descrizione che fissa il referente di “acqua” non è basata sulla chimica ma è, per es., “il liquido trasparente che disseta e si trova in laghi e fiumi”.
F. nota che lo stesso Kripke (e in modo analogo Chalmers) argomentano contro il fisicalismo pur ammettendo ref. fixing descr. (bidimensionalismo in Chalmers). Essi distinguono una possibilità epistemica (che dipende dalla fixing descr usata) e una possibilità controfattuale (terminologia di Chalmers). Per loro il fisicalismo fallisce perché nel caso del dolore o dell’esperienza del colore, non riusciamo a distinguere tra possibilità epistemica e controfattuale, contrariamente al caso H20 = acqua ( ). Alla fine Kripke, come Russell, spiega l’informatività di dolore = l’attivazione della fibre C, ricorrendo a una descrizione definita
Il cap si conclude (207) con l’idea che un informative identity statement richiede almeno un termine descrittivo, e che quindi il dualismo è supportato dal fatto che abbiamo rif. diretto a proprietà mentali [???]
Fumerton, cap. 6 F. ha argomentato nei capp. precedenti che ci sono proprietà fenomeniche (qualia, proprità mentali paradigmatiche) di cui abbiamo acquaintance (e che permettono conoscenza non inferenziale) Questo cap. esplora la possibilità che ANCHE delle proprietà fisiche con cui il fisicalista (riduzionista!) vuole identificare le proprietà mentali ci sia acquaintance (Quindi per es., acquaintance con il dolore sarebbe acquaintance con fibre C attive e acquaintance con il rosso, acquaintance con fibre r attive?)
Lezione di Giuseppe Galli?
Esperimento con le linee Müller-Lyer raccontato in Fales 1996, p. 79
giada e realizzazione multipla (da iowa lecture 24) A real case comparable to the H2O/XYZ case is provided by jade, which comes in two varieties: jadeite and nephrite; see Putnam, sect. 8, “other senses”. Hence we have Jade [jadeite(sodium, aluminum) v nephrite(calcium, magnesium, iron)] Similarly (let’s suppose): Water [H20 v XYZ] Pain [C-FIB v M-FIB v Sil-FIB] In the above cases, we have two chemical concepts corresponding to one ordinary concept. Two “opposite” cases (Segal 2000, p. 130) in which two ordinary concepts correspond to one chemical concept (+ something else): Sapphire [Al 2 O 3 & not-red] Ruby [Al 2 O 3 & red]
Un'anticipazione del kn. argument in Russell Outline of philosophy: p. 182, 295 (mia ed.) guardare critica di Ernst Nagel p. 336 in the schilpp volume on Russell + russell reply