A.A. 2013/2014 D OCENTE : R OSY C UPO F ILOLOGIA DELLA L ETTERATURA ITALIANA MODERNA
Vittorio Alfieri
Nato il 16 gennaio del 1749 da famiglia nobile e ricca, ciò che gli permette di: «poter poi, senza la taccia di invidioso e vile, dispregiare la nobiltà per sé sola» mantenersi «libero e puro» Non «dover servire ad altri che al vero» Personalità solitaria, orgogliosa e ribelle
Giovinezza inquieta e violenta Ozio totale e dissipazione continua Intoppi amorosi Viaggio per l'Italia (17 anni) Viaggi per l'Europa: torna (1772) con «allargate le idee, e rettificato non poco il pensare»
1774/75: conversione alla poesia Illuminazione improvvisa, «come un lampo», delle sue possibilità poetiche Inizia lo studio dei classici Giura di non leggere nè proferire mai più parola in francese «parlare, udire, pensare e sognare in toscano, e non altrimenti mai più» 1778: decisione di «disvassallarsi» e «spiemontesizzarsi» : risiede a Roma : risiede a Parigi
Rapporti con l’Illumismo Se la sua mente è imbevuta di concetti illuministici, il cuore è già tutto romantico (Sapegno) Orgoglio del progresso vs senso dell’ignoto «se le leggi dei moti dei corpi scoperte lusingano pur tanto la superbia dell'uomo, la ignota cagione di esse leggi [...] assai più lo lasciano avvilito e scontento» Progresso economico vs povertà dello spirito Cosmopolitismo vs isolamento Vago filantropismo vs umanità eroica
Caratteristiche delle tragedie alfieriane Soggetto tragediabile Semplificazione della struttura drammatica Riduzione del numero dei personaggi Personaggi statici Soppressione episodi secondari Esclusione di ogni espediente esterno Spazio chiuso Rispetto delle regole aristoteliche
Risposta al Calzabigi «la tragedia di cinque atti, pieni, per quanto il soggetto dà, del solo soggetto; dialogizzata dai soli personaggi attori, e non consultori o spettatori; la tragedia di un solo filo ordita; rapida per quanto si può servendosi delle passioni, che tutte più o meno sogliono pur dilungarsi; semplice per quanto uso d'arte il comporti; tetra e feroce per quanto la natura lo soffra; calda quanto era in me»
Stile Verso «rotto per lo più su diverse sedi» e «impossibile a cantilenarsi» Endecasillabo sciolto Non comune collocazione delle parole Ritmo incalzante degli avvenimenti Parole monosillabiche, versi con accenti sempre variati, pause forti e fratture.
Tragedie di Vittorio Alfieri Filippo (Filippo II di Spagna) Rosmunda (sposa di Alboino, re dei Longobardi) Ottavia (moglie dell’Imperatore Nerone) Maria Stuarda (regina di Scozia) Bruto primo Bruto secondo Don Garzia (figlio di Cosimo I de’ Medici) Sofonisba (figlia di Asdrubale, re di Cartagine)
Tragedie greche Polinice Agamennone Antigone Oreste Mirra Merope Agide
Tragedie definite della libertà: La congiura de’ Pazzi Virginia Timoleone Tragedie postume Cleopatra (da lui stesso poi rinnegata, pubblicata postuma) Alceste prima Alceste seconda
Lettura della Bibbia «Fin dal Marzo di quell’anno mi ero dato assai alla lettura della Bibbia, ma non però regolatamente con ordine. Bastò nondimeno perch’io mi infiammassi del molto poetico che si può trarre da questa lettura, e che non potessi più stare a segno, s’ una qualche composizione biblica non dava sfogo a quell’invasamento che n’avea ricevuto. Ideai dunque e distesi, e tosto poi verseggiai anche, il Saulle». Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso.
Saul: antefatto Storia del personaggio biblico, narrato nel Libro di Samuele primo re del Regno di Israele Disobbedienza a Samuele, che lo abbandona Antagonista: David
Saul. Tragedia. David è stato scacciato da Saul Torna all’improvviso, dimostrando al sua fedeltà Saul è divorato da un tormento interiore Allontana tutti Alterna momenti di lucidità a momenti di follia (visioni) Muore suicida
Non urto di passioni contrastanti Progressiva rovina del protagonista Rappresentazione del conflitto interiore di Saul Saul, edizione critica a cura di C. Jannaco e Angelo Fabrizi, Asti, 1981
Materiale autografo superstite Attestazione completa dell’iter elaborativo alfieriano: Primo abbozzo prosastico o idea Secondo abbozzo prosastico o stesura Verificazione autografa Versificazione riveduta e corretta al segretario o copia Polidori Interventi sulle bozze di stampa dell'edizione Didot Edizione Didot
L’«idea» ed elenco dei personaggi Manoscritto di due carte Data e luogo certi: Roma, 30aprile sommario e veloce accenno del contenuto delle singole scene tema vitale della tragedia: l'interiore «perplessità» di Saul Differenze rispetto alla vicenda biblica
«Stesura» Scritta di seguito all’idea (dal 02 al 08 aprile del 1782) Contiene già i dialoghi confronto tra l'idea e la stesura
«Versificazione» compiuta dal 3 al 30 luglio, subito dopo aver finito la Merope il 1 luglio 27 sedute di lavoro delicato lavoro di intarsio letterario: «speranze sparite» > Qual del deserto nebbia, sparì ogni speme canto di David
«Versificazione» Due strati di varianti: V e VA V a penna, varianti immediate o di poco successive VA: a lapis nell'interlinea o ricalcando parole già scritte Soprallineatura = segnale di insoddisfazione (si deduce dall’analisi delle varianti) Lessico inadeguato Improprietà Ineleganze Enfasi eccessiva
Copia Polidori dettata tra l’ ’86 e ’88 al nuovo segretario Gaetano Polidori assunto nel 1785 «dettate e corrette leggermente», interventi sui 2/3 dell’opera Solo 286 vv. redazione definitiva Interventi: eliminazione di versi spostamenti aggiunte nuova suddivisione delle scene con aumento del numero di esse
Edizione Didot Nel 1789 il Saul fu stampato a Parigi nel volume IV dell'edizione Didot di tutte le tragedie Testo base = copia Polidori Il testo a stampa conta 54 vv in più, interventi su un migliaio di versi «Tre anni di continuo correggere e stampare»
fino a 5 prove di stampa per ogni foglio, tanto corrette «ch'era un vero impazzire» «appena una cosa che nel manoscritto dettato e poi ricorretto mi era sembrata star bene, mi tornava innanzi come prova di stampa, io era malgrado mio sforzato a ritoccarla in venti luoghi, e tante volte finché non sapessi far meglio»
Nulla ci resta di questi tormentati fogli di prove La tipografia consegnava all'autore un ottavo per volta Le bozze conservate fatte poi rilegare sono le penultime che il poeta volle conservare dopo aver restituito le ultime con l' imprimatur Inserzione di tre cartolini, sostituenti altrettante carte