Autrice: Maria Rosaria Strollo Scrivere l’autobiografia musicale Dal ricordo volontario al ricordo spontaneo FrancoAngeli Editore.

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Transcript della presentazione:

Autrice: Maria Rosaria Strollo Scrivere l’autobiografia musicale Dal ricordo volontario al ricordo spontaneo FrancoAngeli Editore

Prefazione L’esperienza cui si fa riferimento nel volume non è finalizzata alla stesura di autobiografie in cui si associa una musica ad un evento, ma alla scrittura di un’autobiografia elaborata ascoltando nel corso della scrittura brani in precedenza selezionati.

Prefazione A differenza dell’autobiografia musicale tradizionale, nell’ autobiografia musicale proposta i partecipanti scelgono dei brani da ascoltare nel corso di un percorso scrittura.

L’autobiografia nella formazione dei formatori L’autobiografia un resoconto narrativo costruito da un narratore nel “qui ed ora” e riguarda un protagonista che porta il suo stesso nome, e che è esistito nel “là e allora”, e la storia finisce nel presente, quando il protagonista si fonda con il narratore. Nel momento stesso in cui racconta, il narratore sta decidendo come esprimere il proprio passato e i propri vissuti in forma narrativa

L’autobiografia nella formazione dei formatori Esso promuove una educazione del soggetto, in quanto pone al centro il soggetto con la sua storia:  pluralistica in quanto promuove la “moltiplicazione degli sguardi” e l’accoglienza del diverso,  metacognitiva favorendo una maggiore autoconsapevolezza sul funzionamento della propria mente quando il soggetto è invitato a riflette sul proprio modo di pensare e di apprendere  maieutica, favorendo il dialogo tra educatore e soggetto in formazione

L’autobiografia nella formazione dei formatori  orientativa in quanto la conoscenza di sé a partire da una rivisitazione del passato fornisce una linea orientativa per leggere il presente e progettare il futuro.  Vi è poi un aspetto emancipativo connesso alla narrazione in quanto strumento attraverso il quale risalire alle ragioni del proprio agire, interpretarle, correggerle. E’ il caso, ad esempio della clinica della formazione.

Il ruolo della musica nella formazione dell’identità Didatticamente che ruolo ha la musica nella costruzione dell’identità personale?

Il ruolo della musica nella formazione dell’identità L’identità personale trova, soprattutto nei momenti di crisi o di cambiamento, un veicolo di auto- espressione importante nei gusti musicali, a loro volta legati, più o meno consapevolmente, a valori e credenze su quale sia la musica che vale di più, più importante, più significativa, che vale la pena di ascoltare o di comprare

Il ruolo della musica nella formazione dell’identità La definizione dell’identità musicale si articola in tre differenti fasi: a) l’imprinting originario, costituito dalle esperienze sonore familiari iniziali, relative ai primi mesi di vita ed al periodo prenatale. E’ la cosiddetta fase di “appaesamento sonoro”, in cui la i suoni e la voce confermano al bambino l’esistenza del suo mondo di affetti. Seguirà nel corso dell’infanzia la fase di “appaesamento musicale”. b) nel periodo preadolescenziale si intensifica la funzione emotivo-affettiva della musica assumendo quel ruolo di fattore identitario che si rivelerà determinante nel periodo adolescenziale e giovanile. “Il vissuto personale si innesta in un vissuto di gruppo soprattutto per quanto riguarda la nascita di passioni e gusti musicali”.

Il ruolo della musica nella formazione dell’identità c) Quando il processo di crescita è accompagnato da uno sviluppo delle capacità di approccio critico al mondo musicale, il rapporto con la musica si configura sempre più in termini di ricerca attraverso la partecipazione attiva, contro la passività indotta dall’industria culturale.

Il ruolo della musica nei contesti educativi Sottolineando quanto l’esperienza musicale sia profondamente presente nei processi di costruzione dell’identità e della conoscenza di sé, l’autobiografia musicale tradizionale si propone di analizzare i rapporti che si intrecciano tra le dinamiche cognitive ed emotive e il processo formativo del soggetto. La ricostruzione della propria autobiografia musicale offre al soggetto la possibilità di poter disporre di una chiave interpretativa in grado di meglio comprendere la propria identità, ed è anche la testimonianza di quanto le emozioni provate durante l’esperienza musicale possano influenzare o determinare i diversi momenti di conoscenza di sé.

L’autobiografia musicale come strumento educativo Autobiografia e musica, dunque, connesse entrambe alla sfera emozionale, possono costituire insieme un valido strumento per la didattica finalizzata all’affinamento delle abilità meta cognitive e meta emozionali.

L’autobiografia musicale come strumento educativo Esiste un nesso, inscindibile, protagonista della storia personale di ogni individuo, a prescindere dal contesto socio culturale di provenienza, indipendentemente dall’età, è il nesso suono/corpo che sintetizza la naturale transazione peculiare della relazione uomo-ambiente.

L’autobiografia musicale come strumento educativo I livelli implicati nella formazione musicale:  il livello cognitivo-culturale, dal momento che la musica sostiene i processi di rappresentazione simbolica della realtà, favorisce lo sviluppo della capacità di pensiero e promuove la partecipazione al patrimonio culturale del contesto di appartenenza;  il livello critico-estetico, perché la sua fruizione critica e consapevole stimola il soggetto al recupero della dimensione sonora, lo “orienta” in contesti sempre più costellati da input sonori, consentendogli di sottoporli al vaglio critico e selezionarli autonomamente;

L’autobiografia musicale come strumento educativo  Il livello sentimentale-affettivo, perché il soggetto, “nel rapporto con l’opera d’arte musicale, si confronta con la formalizzazione simbolica delle emozioni e si decentra rispetto a esse”  A questi tre fondamentali livelli, se ne aggiungono altri due, quello “linguistico- comunicativo, perché il soggetto impara a comunicare e a esprimersi con il linguaggio musicale, sia nel senso della ricezione (ascolto e lettura) sia nel senso della produzione (esecuzione e composizione), e nel contempo sviluppa il proprio senso sociale nell’ esecuzione della musica d’insieme” e…

L’autobiografia musicale come strumento educativo … e quello “identitario, perché il soggetto prende coscienza della propria tradizione culturale e nel contempo si apre alla conoscenza e al rispetto delle altre tradizioni e culture.

L’autobiografia musicale come strumento educativo Il livello sentimentale-affettivo è quello che maggiormente interessa la ricerca qui presentata, in cui alla musica si affianca il linguaggio, l’espressione attraverso la scrittura dell’universo di ricordi evocati dall’ascolto musicale.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo La memoria autobiografica riguarda la conoscenza degli eventi e dell’esperienze della propria vita gli individui richiamano alla mente un ricordo autobiografico quando un porzione della conoscenza delle loro vite viene temporaneamente riattivata. la conoscenza in questo caso può o non può includere rappresentazioni visive interne degli eventi.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo Questi ricordi si riferiscono a eventi che riguardano nello specifico se stessi, e gli eventi esperiti personalmente potrebbero essere rievocati con o senza l’accompagnamento di sensazioni come immagini, emozioni o attivazioni fisiologiche.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo La memoria autobiografica funziona, inoltre, per micro e macrostrutture: entro le microstrutture, il livello più generale di memoria concerne un periodo di vita, come ad esempio gli anni delle superiori, dell’Università o di uno specifico lavoro. Questo livello comprende la conoscenza di tutti gli elementi di quel periodo (come persone importanti, posti ed eventi significativi), e l’inizio e la durata del periodo di tempo.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo Il successivo livello della microstruttura è quello degli eventi generali, che possono includere un evento ripetuto, come lunghe passeggiate, o un singolo evento, come una particolare vacanza, o una sequenza tematica di eventi, come tutti i giochi in una stagione sportiva.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo Questi ricordi sono superiormente organizzati e focalizzati su comportamenti finalizzati a degli obiettivi o diretti alla scoperta di sé. Il livello più preciso di memoria autobiografica è la conoscenza evento specifico

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo

I ricordi involontari sono maggiormente specifici e sono recuperati con una rapidità doppia rispetto alle memorie volontarie, richiedendo un minore impegno esecutivo favorito dallo stimolo percettivo, nel nostro caso musicale. In sintesi la musica evoca ricordi autobiografici 1) più specifici 2) accompagnati da un maggior contenuto emotivo; 3) recuperati più velocemente; 4) implicanti un minor numero di processi esecutivi rispetto alle memorie evocate in silenzio tutte caratteristiche delle memorie involontarie.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo Un caso particolare… I malati di Alzheimer Ricerche condotte su malati di Alzheimer e su adulti sani hanno mostrato che l’ascolto della musica stimola una maggiore consapevolezza meta- mnemonica suggerendo la possibilità di utilizzare la musica nella terapia finalizzata alla valorizzazione della memoria implicita.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo

Grazie a ricerche condotte su malati di Alzheimer e su adulti sani:  l’ascolto della musica stimola una maggiore consapevolezza meta-mnemonica suggerendo la possibilità di utilizzare la musica nella terapia finalizzata alla valorizzazione della memoria implicita.  Al contrario della memoria degli eventi di vita, sembra conservarsi una memoria musicale che, se stimolata, può generare un’implementazione di altre aree della memoria connesse al contenuto del testo più del semplice parlato.  L’uso della musica intensifica il richiamo a lungo tempo di una storia emozionante e dunque la memoria emotiva.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo L’ascolto della musica facilita la neurogenesi, la rigenerazione e la riparazione delle connessioni cerebrali aumentando la plasticità cerebrale: negli Alzheimer “i pazienti possono ancora ricordare la musica del passato, e l’ascolto di musica può facilitare il recupero di altre memorie” (Fukui, Toyoshima, 2008, p.766). Questo tipo di recupero della memoria è accompagnata dalla riconfigurazione delle reti neuronali esistenti e può consentire l’accesso alla memoria a lungo termine.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo Componenti indebolite della memoria possono essere sostenute attraverso processi di co-attivazione di aree corticali connesse all’ascolto della musica tra le quali quella delle emozioni (Cuddy, Dufin, 2005, p.234).

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo La memoria volontaria comporta il tentativo di ricordare mentre la memoria involontaria è più strettamente legata allo stimolo ed emerge senza intenzione. Essa, inoltre, prevede una maggiore ricchezza di dettagli e non solo un vago sentimento di familiarità.

Neurofenomenologia della memoria nell’autobiografia musicale. Dalla memoria volontaria al ricordo spontaneo I ricordi involontari differiscono dai ricordi autobiografici volontari per lo sforzo cognitivo impegnato - maggiore nel ricordo volontario - e per una maggiore naturalezza del ricordo involontario. Questi ultimi sono meno generali e schematici, riferendosi ad eventi specifici del passato, sono recuperati meno frequentemente e ripetutamente, più positivi e meno remoti, accompagnati per reazione fisiologica da un benessere personale

La scoperta di sé e della scrittura L’ascolto della musica facilita l’emergere di ricordi lontani ma anche la loro stesura in forma scritta… La differenza sostanziale tra un’autobiografia classica ed una autobiografia musicale è che l’ascolto della musica favorisce una spontaneità che suscita emozione a tal punto che il livello di autocensura della scrittura autobiografica tende ad abbassarsi

La costruzione degli strumenti metacognitivi La metacognizione come un pensare i propri pensieri, un processo cognitivo in cui si è consapevoli del proprio pensiero. Riguardo l’autobiografia musicale: scrivere l’autobiografia ascoltando la musica funge da elemento motivante in quanto una La dimensione formale (lo scrivere in un’aula universitaria) si coniuga con una dimensione informale connessa all’ascolto della musica di cui si è fatta esperienza nel corso della vita in diversi contesti e periodi.

La costruzione degli strumenti metacognitivi Si crea un clima privo di ansietà tenendo alto il livello di attenzione in aula e nel compito senza far sentire sotto giudizio; si offre una sollecitazione a vivere stati emotivi in cui si coniugano componenti di natura cognitiva ed affettiva. La funzione del docente assume le vesti di tutor e promotore di un processo di autoapprendimento, mentre la valutazione rafforza l’autostima in quanto autovalutazione.

La costruzione degli strumenti metacognitivi I diari di bordo La griglia metacognitiva Il questionario

La ricerca nella formazione pedagogica degli psicologi 1.Dallo studio pilota al secondo studio Nel corso dello studio pilota sono stati analizzati 25 diari di bordo degli studenti scritti a seguito delle esperienze. A partire dalle categorie emerse è stato costruito un questionario semistrutturato diviso in diverse sezioni: -la prima, introduttiva, tesa ad indagare la conoscenza del metodo autobiografico in generale e le differenze percepite rispetto all’autobiografia musicale -Le tre sezioni successive sono rivolte ad approfondire l’indagine relativamente a tre categorie emerse, la prima riguardante il ruolo del gruppo nell’esperienza,

La ricerca nella formazione pedagogica degli psicologi 1.Dallo studio pilota al secondo studio -la seconda riguardante la natura dei ricordi emersi e la loro funzione in termini di formazione personale, -la terza volta ad indagare il ruolo della scrittura ed in particolare le eventuali censure sul testo che si sapeva non sarebbe stato condiviso con alcuno, né con il formatore, né con gli altri componenti del gruppo -In una sezione finale viene chiesto di indicare i punti deboli dell’esperienza.

Il campione del secondo studio Il campione del secondo studio è composto da 66 studenti iscritti al Corso di Laurea Magistrale in Psicologia e 120 studenti del Tirocinio Formativo Attivo per Insegnanti di Scuola Secondaria. Il campione degli studenti di Psicologia è stato selezionato tra gli studenti frequentanti il corso di Pedagogia Sociale per gli Anni Accademici 2011/2012 e 2012/2013: si è trattato, dunque, di uno studio trasversale esteso per due anni, che ha consentito di raccogliere oltre 60 narrazioni e resoconti stilati a partire dalla griglia metacognitiva.

Il secondo studio Gli obiettivi dell’intervento formativo sono: sperimentare l’esperienza della scrittura autobiografica in quanto dispositivo di retrospezione, autoriflessione ed autoformazione. coglierne attraverso l’esperienza gli elementi di autocensura e autocontrollo. sperimentare il ruolo della musica sui processi cognitivi ed in particolare l’associazione musica/emozioni/esperienze.

Il secondo studio l’autobiografia presenta una significativa componente selettiva e sempre i ricordi appaiono come filtrati soggettivamente l’ascolto della musica potrebbe costituire un cue (indizio) per l’emergere del ricordo involontario o spontaneo e svincolato dalla selezione razionale consentendo di esperire l’intimo nesso suono/corpo/storia personale. di riflettere a posteriori su alcune dinamiche proprie della narrazione autobiografica

La ricerca nella formazione pedagogica degli insegnanti 1. Analisi delle relazioni metacognitive dei partecipanti dei corsi di Pedagogia dei Processi di Apprendimento del TFA 2012/2013

Riflessioni L’autobiografia musicale, come dispositivo di retrospezione e autoriflessione, consente di ricostruire l’esperienza psicosociale ed esistenziale dei membri partecipanti, caratterizzandosi essa stessa come strumento trasformativo e volano di cambiamento. L’uso comparato di più metodologie di analisi dell’esperienza, come il diario di bordo, la relazione metacognitiva e i questionari, ha consentito di rispondere agli interrogativi di ricerca, oltre che di implementare la capacità di riflessione critica degli studenti sui saperi personali e disposizionali, sui valori e i significati di cui ciascuno è portatore.

Riflessioni

Ricordi: spontaneità e intenzionalità La peculiarità dell’autobiografia scritta ascoltando musica può consistere nel consentire che i ricordi emergano senza essere ricercati intenzionalmente. Si tratta di ricordi di esperienze che spesso in modo implicito ci guidano nella costruzione delle azioni L’ascolto della musica facilita non solo l’emergere di ricordi lontani ma anche la loro stesura in forma scritta. 44

Francesca: “Sono emerse delle scene che hanno caratterizzato la mia infanzia e la mia adolescenza, ma la cosa ancor più particolare è che i momenti che ho ricordato non li consideravo poi così importanti; non si è trattato infatti di un compleanno, di una ricorrenza, di un giorno speciale della mia vita … ma di attimi che hanno costellato la mia quotidianità da bimba e da ragazza.” Lucia: “mi è capitato di rivedere scene della mia vita che non sapevo nemmeno di ricordare e di incrociare lo sguardo di persone che credevo non avrei mai più rivisto, e tutto sembrava reale, ma la cosa più strana è che quelle canzoni che avevo selezionato perché mi ricordavano delle cose, in quel momento me ne hanno fatto ricordare altre e canzoni che prima mi emozionavano in quel momento non mi hanno fatto provare niente così non le ho ascoltate più”. Alessia: “Durante l'ascolto di musiche che hanno accompagnato la mia vita i ricordi riaffioravano spontaneamente alla coscienza, in modo del tutto naturale, senza lo sforzo di voler ricordare”. 45

Spontaneità e autocensura la differenza sostanziale tra un'autobiografia classica ed una musicale è che l’ascolto della musica favorisce una spontaneità che suscita emozione a tal punto che il livello di autocensura della scrittura autobiografica tende ad abbassarsi. 46

FRANCESCA “ho cercato di rendere fruibile agli altri la mia autobiografia, ma, paradossalmente, non mi sono autocensurata perché il contatto diretto con le emozioni e con i ricordi l’ho vissuto … Qualcosa dentro si è mosso Dietro ogni immagine, dietro ogni parola c’è qualcos’altro. Semplicemente ho lasciato intendere” 47

Livello di censura e comunicabilità

Musica/memoria/emozioni La relazione musica/emozioni/ricordo presenta almeno due dimensioni diverse: Sul piano emozionale la musica genera "associazioni" mentali: il “riascolto” di un brano ascoltato in un contesto emotivo rievoca le stesse emozioni. I suoi elementi compositivi (tonalità e tempo in particolare) richiamano "automaticamente" alcune specifiche emozioni sia per ragioni di carattere culturale – ISO culturale -(siamo abituati ad associare determinate emozioni a determinati tipi di musica) sia strettamente fisiologiche (ISO universale). Peretz, I. (2001) Listen to the brain: The biological perspective on musical emotions. In J.A. Sloboda & P. Juslin (Eds.), Music and Emotion: Theory and Research. Oxford: Oxford University Press 49

Giorgia “Senza rendermene conto sono passate due ore; In ogni caso è stato strano costruire quest'autobiografia perché non credevo che delle canzoni potessero portare a dei ricordi così vividi e soprattutto far rivivere le emozioni di un tempo con la stessa intensità di allora”. Alberta“Finita l'esperienza mi ricordo che sono rimasta poco presente per molto tempo, ero rimasta meravigliata dal fatto che i ricordi legati a quelle musiche erano ancora vivi... molto vivi.“ Piera “Mi sono trovata di fronte a tanti ricordi e a tante emozioni …. tutto era nuovamente vivido, colorato, profumato. I ricordi, le parole, le persone si sono ripresentate di nuovo accanto a me più forti che mai: avere la possibilità di sentirli così mi ha profondamente colpita. Quelle musiche hanno aperto cassetti nella mia mente in ombra, dimenticati o chiusi da troppo tempo.” 50

scrittura In questo contesto l’esercizio della scrittura comporta una differenza strutturale nel pensiero in quanto accentua la bi-locazione cognitiva, separando fisicamente i vissuti dal soggetto che li ha sperimentati: fissare sulla pagina bianca aspetti o eventi della propria storia significa poterli gestire e manipolare, ri-connotarli, istituire nuovi nessi tra presente, passato e futuro. Inoltre consente un lavoro di rielaborazione che è anche rielaborazione cognitiva dell’evento narrato Formenti L., La storia che educa: contesti, metodi, procedure dell’autobiografia educativa, Adultità, 4, 2003, pp Ma soprattutto è scrittura spontanea e, in quanto tale, creativa 51

La scrittura autobiografica spontanea come scrittura creativa Creatività: capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze (Treccani). capacità di unire elementi preesistenti in combinazioni nuove, che siano utili (Poincaré) "Nell'atto concreto la spontaneità e la creatività sono intimamente fuse. Se manca lo stato di spontaneità, la creatività rimane inerte, nascosta, qualunque sia la sua entità potenziale. L'atto privo di spontaneità è l'atto meccanico, ripetitivo, riflesso, stereotipo” (Moreno) 52

Uno stumento per … Ricordare Esplicitare -il “non sapere” e il “non sapersi chiedere” -la risposta corporea Prendere le distanze Creare nessi tra presente, passato e futuro 53

NADIA “ Ho cercato di prendere in considerazione tutto quello che veniva fuori, ho annotato i ricordi anche in modo frammentario, per non perdermi niente.” 54

Lo stupore La scrittura diventa uno strumento per mettere ordine nelle proprie esperienze, ripercorrendo attraverso il ricordo spontaneo gli eventi che in maniera tacita hanno contribuito alla costruzione dell’identità individuale e sociale. Questa funzione della scrittura autobiografica può generare “stupore” 55

ANITA “Inaspettata la mia libertà di scrittura: ho raccontato alcuni momenti dolorosi che credevo non voler affrontare, tuttavia la musica ha abbattuto le resistenze dell'orgoglio e ha scandito il ritmo della penna sul foglio … a casa … ho dovuto utilizzare dei fogli nuovi perché i primi, quelli scritti in aula, hanno una confusione e una verità impareggiabili, mentre i secondi, quelli scritti a casa, sono altrettanto importanti e intensi, ma forse meno pregni di storie e ricordi.” CARLA “Le parole che accompagnavano ogni brano mi uscivano con una tale rapidità che non avrei mai creduto, scrivevo velocemente mentre ascoltavo per non perdere nemmeno una sensazione che mi inondava il corpo. Senza rendermene conto è passata più di un’ora e avevo completato il mio primo capitolo e come spinta da una forza misteriosa ho iniziato anche il secondo” ROSSANA “Mi sono stupita inoltre nell'accorgermi che un periodo così lontano potesse ritornare con ricordi così vividi dandomi la possibilità di scrivere "a valanga" tutto ciò che passava per la mia testa e per il mio cuore.” GIORGIA “Dopo una prima fase in cui l'ascolto dei brani guidava la mano nello scrivere annotazioni sul ricordo, sull' emotività, e distingueva le colonne sonore di un amore, di una amicizia, di un "io“ che si evolve, sono passata ad una seconda fase che chiamerei del "racconto". Dopo aver scritto tutto ciò che la musica "dettava" dall'interno e dall'esterno, dopo aver riletto tutto, è stato semplice riassegnare un posto a quei ricordi.” 56

Il gruppo Il gruppo è stato il luogo in cui condividere le emozioni provate nel fare autobiografia e non la propria storia di vita*: ROBERTA: “Se inizialmente essere in aula era un disagio, successivamente non me ne preoccupavo più, anzi si era creato un contenitore perfetto per sperimentare quel viaggio nel tempo in cui ognuno di noi era assorto nel proprio isolamento musicale ma allo stesso tempo era "protetto" dalla presenza di tutti gli altri, si era creata una situazione ideale”. *Demetrio D., Autoanalisi per non pazienti. Inquietudine e scrittura di sé, Cortina, Milano

Sezione I “Il gruppo" Item2

Punti critici

Il tempo (1) Il “tempo” della cura di sé “rubato” dagli impegni quotidiani Il “tempo” della condivisione dell’apprendimento in termini meta-emozionali (non solo il “cosa” ho appreso ma il “cosa significa per me”) “rubato” dai tempi della formazione formale (1) Laneve C., Scrittura e pratica educativa. Un contributo al sapere dell’insegnamento, Erickson, Trento