INIZIA IL NOSTRO GIALLO E COME SI DICE;LASCIATE OGNI SPERANZA…… OVVIAMENTE SCONSIGLIATTO PER I PAUROSI. AH E SE SIETE SCHIZZINOSI BEH….MORIRETE DI PAURA1 AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
In una nebbiosa giornata di novembre, nella città di Hannover ( in Germania ), il detective Konigburg, come ogni mattina, si stava recando al lavoro, quando la voce della centralinista della polizia, attraverso la ricetrasmittente, informò i membri della centrale della scomparsa di una giovane pittrice di nome Emma Wertmuller. Il detective Eoliner si recò immediatamente sul luogo del “delitto”: si trattava di una meravigliosa villa con un immenso giardino circostante. Una volta entrato nell’abitazione incontrò la zia della giovane, allarmata per la sorte della nipote. Il detective iniziò ad indagare finchè si imbatte nella porta chiusa a chiave dello studio personale di Emma. E insospettito con l’aiuto della polizia, forzò la serratura con il piede di porco e scoprì che la stanza era a soqquadro e sempre più incuriosito aprì l’armadio, posto vicino alla scrivania, facendo una terribile scoperta: il corpo dell’artista, ormai senza vita, giaceva sporco di sangue nel mobile. Nel frattempo arrivò, come ogni mattina, la cameriera per svolgere il suo lavoro.
Quest’ultima, sconvolta del motivo per il quale la polizia si era recata nella villa si chiuse in un profondo silenzio intervallato solamente dalle lacrime. Nel corso delle indagini il detective Konigburg notò 3 indizi :il primo era situato nella camera da letto, un altro nello studio ed infine sullo zerbino. Si trattava nel primo caso di tracce di fango e di un brandello di lana cotta beige, mentre il terzo indizio era un capello biondo a quanto pare di una parrucca. Questo elemento, dopo una serie di esame al laboratorio, si rivelò utile, per la soluzione del caso: il capello sintetico apparteneva alla parrucca utilizzata dal vicino di casa della vittima per via della leucemia. Il presunto colpevole ormai incastrato da prove schiaccianti vuotò del tutto il sacco, o almeno così fece sembrare: con la complicità della cameriera in servizio presso casa Wertmuller, aveva tolto la vita alla pittrice.
Il movente? Era abbastanza semplice: l’ uomo era molto invidioso del successo artistico ottenuto da Emma così la uccise per poi rubarle il taccuino sul quale aveva scritto i segreti delle sue tecniche. Confessò, inoltre, che per spingere la cameriera ad aiutarlo nel suo intento aveva agito sulle difficoltà economiche nelle quali la donna di servizio si trovava. Per mantenere il figlio all’università accetto euro offerti dal presunto autore del delitto, c’era però qualcosa d’altro che non convinceva il nostro detective. Se il cappello biondo apparteneva al vicino, il brandello di lana cotta alla cameriera, di chi erano le impronte di fango lasciate sullo zerbino? Nessuno dei due responsabili aveva infatti il 45.5 di piede.
C’era un altro personaggio fondamentale in questa storia sul quale non si era indagato a fondo: il fidanzato di Emma che a quanto pare dopo l’omicidio era stato avvistato con un’altra ragazza in atteggiamenti affettuosi. Il ragazzo, perquisito da Eoliner, si era rivelato molto ingenuo: portava infatti con se l’arma del delitto, ovvero il pugnale con cui era stato accoltellata la vittima. I due colpevoli “iniziali” erano stati omertosi riguardo al nome del terzo assassino per paura di essere a loro volta uccisi.Mirko aveva assassinato Emma perché non aveva il coraggio di rivelarle di essere innamorato di un’altra donna… FINE………….