1 Prospettive ed opportunità dello sviluppo locale: i Progetti Integrati Locali (PIL) Lorenzo Bisogni Fermo – 7 marzo 2016 SERVIZIO AMBIENTE E AGRICOLTURA
I temi della relazione La logica dei Progetti Integrati Locali (PIL) La costruzione del Progetto locale La valutazione e la diffusione dei risultati
La logica dei PIL
Obiettivi fissati in fase di programmazione PSR Esaltare l’efficacia della progettazione bottom-up evitando la frammentazione degli interventi attraverso: Ampia libertà di scelta delle strategie di intervento effettuata al livello più vicino possibile ai cittadini; Rigida applicazione di un metodo che garantisca trasparenza e chiarezza sulle scelte effettuate; Misurazione dei risultati ottenuti e comunicazione degli stessi a tutti i cittadini; Inclusione dei singoli progetti locali in una rete regionale unitaria.
La misura 16.7 del PSR È l’elemento cardine della progettazione locale integrata. Prevede il sostegno alle strategie di sviluppo locale diverse da quelle relative al CLLD (Leader) attraverso: Animazione territoriale finalizzata alla raccolta di adesioni al progetto di sviluppo locale; Progettazione degli interventi integrati finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo locale; Coordinamento della fase attuativa del progetto di sviluppo locale e monitoraggio di tutte le misure inserite nel progetto ;
I Progetti Integrati Locali (PIL) Elementi che caratterizzano i PIL: Creazione nell’ambito delle strategie territoriali LEADER, di aggregazioni di un numero limitato di Comuni, che garantiscono un capillare coinvolgimento degli attori locali (cittadini, imprese, associazioni); Focalizzazione degli interventi attorno ad una idea precisa di sviluppo del territorio, e/o di servizi comuni alla popolazione; Progetto sintetico ma costruito secondo una logica solida di programmazione => individuazione di fabbisogni => obiettivi concreti e quantificati => azioni conseguenti agli obiettivi.
I Progetti Integrati Locali (PIL) – Le procedure Elementi principali dei PIL: Ruolo del GAL: a) animazione della fase preliminare di costituzione di aggregazioni; b) emanazione del bando; c) selezione dei PIL; d) finanziamento dei singoli progetti del PIL; Ruolo del Comune capofila: a) progettare il PIL con il supporto della misura cooperazione (16.7); b) realizzare, monitorare e rendicontare gli investimenti (sempre con il supporto della cooperazione); Ruolo Regione: a) metodologia; b) monitoraggio e valutazione; c) diffusione sul territorio dei risultati ottenuti da ciascun PIL; d) formazione dei tecnici della misura cooperazione; e) premialità del 10%.
La costruzione del PIL
La scelta degli obiettivi del PIL Analisi SWOT: Analisi territoriale che si avvale sia di dati oggettivi che di conoscenze dirette degli attori locali; Individuazione dei fabbisogni: Individuazione di cosa servirebbe al territorio in conseguenza diretta dell’analisi; Scelta dei fabbisogni: Tra tutti i fabbisogni si sceglie quali soddisfare in base alla loro importanza ed alla possibilità concreta di attuazione; Individuazione degli obiettivi: Si individua l’obiettivo del progetto integrato in funzione dei fabbisogni scelti;
La scelta degli interventi funzionali all’obiettivo Interventi attivati nel passato: Che cosa di quanto è già presente nel territorio è utile al raggiungimento dell’obiettivo; Interventi da attivare a costo zero: Che cosa sarà realizzato da attori pubblici e privati del territorio senza aiuti pubblici; Interventi da attivare in ambito PIL: Gli interventi scelti, da finanziare con il PIL; Interventi aggiuntivi: Altri interventi utili ma non indispensabili, finanziabili con altri fondi (es. FSE, FESR, ecc…);
Cosa chiede la Regione? Coerenza con le strategie individuate dal Gruppo di Azione Locale (GAL); Applicazione formale del metodo; La presenza di una coerenza logica nei diversi passaggi della programmazione; La trasparenza delle scelte verso i cittadini. Nessuna interferenza nelle scelte effettuate, ma valutazione finale e diffusione dei risultati
La valutazione e la diffusione dei risultati
Il sistema della valutazione Criteri per la scelta degli indicatori: Indicatori specifici e ben definiti; Indicatori misurabili (compresa la reperibilità del dato); Indicatori significativi in relazione al territorio; Realizzabilità effettiva di quanto previsto; Compatibilità con la tempistica del progetto La valutazione dei risultati: Sarà affidato uno specifico incarico al Valutatore indipendente del PSR;
Esempio di misurazione dei risultati ottenuti Intervento Indicatore di realizzazione (prodotto e servizio) Fonte Indicatore di risultato (effetti ottenuti) Fonte Indice di gradimento degli utenti (auto rilevazione del customer satisfaction) Fonte Investimento 1 Quali investimenti sono realizzati o quali servizi sono erogati. Esempio: Numero di investimenti finanziati a favore di operatori turistici Modalità e frequenza di rilevamento. Esempio: Aggiornamento semestrale sul numero dei progetti saldati Di quanto è migliorato l’indicatore scelto Esempio: Incremento delle presenze (numero) nelle strutture turisti- che finanziate Modalità e frequenza di rilevamento. Esempio: Aggiornamento annuale della variazione delle presenze nelle strutture turistiche finanziate Quale grado di soddisfazione degli utenti si è raggiunto. Esempio: Giudizio espresso dai turisti in merito all’offerta turistica degli operatori del progetto integrato Modalità e frequenza di rilevamento. Esempio: Sintesi annuale dei diversi punteggi assegnato dai turisti Intervento.... n
La governance locale e la comunicazione Strutture operative del PIL: Organo direttivo => Amministratori dei Comuni Approva il PIL; Responsabile dei risultati Cabina di regia => Comuni, facilitatore, stakeholders Gestione e monitoraggio (compresa la qualità interventi) Proposte di implementazione strategia (altri fondi, riserva, ecc…); La comunicazione dei risultati ottenuti: Incontri pubblici, stampa, web, ecc….;
I tempi di attivazione dei PIL
GRAZIE PER L’ATTENZIONE