Corso di Antropologia Culturale a.a Percorso 1 TRADIZIONI NEL PRESENTE GIOVEDI 31 MARZO 2016
Alberi del maggio Cerimonia in cui si taglia un albero (abete, pioppo) sottratto dal bosco, si scorteccia nella parte inferiore del tronco, si decora la parte superiore con nastri e si pianta nella piazza del paese. Spesso ad opera dei coscritti.
I Coscritti
I riti di passaggio individuali. Le tre fasi dei riti di passaggio 1 Separazione (riti preliminari) 2 Margine (riti liminari-liminali) 3 Riaggregazione Entrata in società come uomini diversi, con status diverso
Riti di iniziazione Serie di riti che contribuiscono a determinare nella persona una modificazione permanente di status. Nei riti relativi al ciclo di vita, ad esempio, un rito di iniziazione può marcare il passaggio dalla pubertà alla fase adulta. Gli effetti delle cerimonie di iniziazione spesso comportano segni corporali permanenti, quali mutilazioni e scarificazioni, proprio ad indicare il raggiungimento del nuovo status da parte della persona iniziata. Ragazzo iniziato Metaforicamente = morte e rinascita di un individuo
Riti di iniziazione e mascolinità: i coscritti Coscritti = possibile eredità delle Badie (rito di passaggio da età infantile a età adulta) 1854, Legge La Marmora: alcune azioni rituali “iniziatiche”: -visita di leva (“chi non è buono per il re non è buono per la regina”) -pranzo di leva -visita alle case di tolleranza
Coscritti e riti arborei
Il Cantar Maggio E ’ una questua effettuata dalle ragazze giovani (un tempo erano bambine). Una di loro, ben agghindata, è la “ sposa del maggio ” che porta il ramo di abete ornato da nastri, fiori e al quale è fissata una bambolina, simbolo di fertilità e maternità.
Il territorio risultato della natura modificata dall’uomo Non possiede “naturalmente” elementi che consentono il riconoscimento da parte dell’uomo Specchio e realizzazione di una società Per chi lo abita, il territorio non è solo una superficie caratterizzata da insediamenti
Territorio ingloba e riflette la storia di chi ci abita, le loro scelte, i mutamenti, le relazioni che si sono stabilite tra di essi, i conflitti, le espressioni materiali e immateriali
Memoria e tradizione: similitudini e contrasti Due concetti legati al tempo, al passato, ma utilizzati nel presente Uso quasi interscambiabile di memoria e tradizione (tradizione è fatta di memorie, le memorie “creano” la tradizione”) Memoria e tradizione = concetti ambigui, a volte contrastanti
La Tradizione Da tradere, trasmettere. Primi usi del termine tra i Romani = trasmissione beni materiali Passaggio graduale di tradizione rif. ai beni immateriali. Consuetudine, sapere. Significato si conserva in ambito ecclesiastico Distinzione sempre più marcata tra sapere sacro e profano. Profano = insieme di “superstizioni”, “magia” ecc
Evoluzione del concetto di tradizione Epoca romantica N popolonazione Legame con passato remoto Idee come tradizione e passato utilizzate come punto di partenza per elaborazione teorie su origini di una determinata nazione, più origini affondavano radici nel passato, più la nazione in questione era riconosciuta
La conservazione nel tempo sembra essere un requisito sostanziale della tradizione Ma, pensandoci bene, la conservazione nel tempo è veramente un criterio di “tradizionalità”? «un oggetto culturale può essere tradizionale se ripete un modello originale elaborato in un’epoca più o meno lontana. Quindi, sarebbero tradizionali un mito, una credenza, un rito, un racconto, una pratica, un oggetto materiale, ogni istituzione preservata dalla trasformazione. La tradizione, quindi, equivarrebbe all’assenza di cambiamento in un contesto di cambiamento
Tutto, in ambito culturale, è in continuo cambiamento: come si fa a pensare che le cose non mutino mai? William Morris, 1898: “Il cambiamento è lo stato “naturale” della tradizione” Nonostante l’illusione di stabilità, le tradizioni convergono in nuove situazioni e la continuità avanza
Prospettive contemporanee sulla tradizione Tradizione: prodotto del presente che fa uso del passato Tradizione = processo. Selezione di elementi del passato rivisti e interpretati nel presente Tradizione = prodotto storico e situazionale, per forza di cose è sempre inventata
Le tradizioni inventate “per tradizione inventata si intende un insieme di pratiche, in genere regolate da norme apertamente o tacitamente accettate, che si propongono di inculcare determinate norme di comportamento nelle quali è automaticamente implicita la continuità con il passato “(Hobsbawm e Ranger, 1983, p. 3) Idea di continuità con il passato = fittizia. Spesso le tradizioni ricreano un passato più “ideale” che reale Importanza di come viene usata la tradizione
Gli usi della memoria e della tradizione Tradizione = soggetta a revisioni, diverse interpretazioni, ma sempre inventata e sempre con un motivo preciso. Non si inventa una tradizione per nulla “Invenzioni della tradizione” a fini turistici (feste, feste neomedievali, mercatini ecc..) Invenzioni della tradizione a fini di valorizzazione del patrimonio (gruppi spontanei locali, feste e riti reinventati) Invenzioni della tradizione a fini politici (gonnellino scozzese, questione Lega Nord, Occitania ecc)
Il Palio di Asti Esempio di continue invenzioni sia per quanto riguarda la corsa (percorso, fantini, abbigliamento, regole, borghi/rioni/comuni ammessi), sia riferiti al corteo storico (invenzione di tessuti, di costumi in epoche storiche successive al Palio), al corredo rituale (mercatino del Palio, investitura del fantino ecc) sicut fieri solet Ast, in festo Beati Secundi (Guglielmo Ventura, 1275)
Il caso del kilt Kilt = indumento tipico della Scozia e in particolare delle Highlands Parte di più ampio processo storico ( ) di invenzione di: 1)Highlands, storia e cultura 2)Invenzione dell’abbigliamento 3)Creazione di una storia di discendenza
Parte prima: l’invenzione delle Highlands: Fino al tardo 1600 le Highlands erano parte dell’Irlanda, una sorta di sua colonia. La cultura e la lingua di riferimento erano quelle celtiche irlandesi Inizio 1700: annessione Scozia all’Inghilterra e prime “prove” di invenzione. Idea portante: Highlanders celti di Scozia non invasori arrivati dall’Irlanda nel V sec dC, ma come popolo originario che aveva combattuto contro eserciti romani
Due intellettuali che diedero il via al processo di invenzione (1720 circa) James Macpherson (scrittore, traduttore de IL ciclo di Ossian) John Macpherson (reverendo) Creazione di una letteratura indigena della Scozia celtica, di una storia, prendendo spunto da eventi storici e letterari dell’Irlanda Storia e cultura delle Highlands cominciarono ad assumere importanza per abitanti delle Lowlands. Idea romantica dell’originalità del popolo scozzese celtico
Parte seconda: l’invenzione del Kilt: Tartan già conosciuto dal secolo XVI, ma sottana del kilt (o philibeg) non è conosciuta fino al XVIII secolo Abbigliamento Highlanders: lunga camicia, una tunica, un plaid. Capi e grandi uomini usavano anche i trews, a metà tra pantaloni e calze
Durante il 1600, la camicia venne sostituita da giubba, panciotto e pantaloni. Soldati combattevano con il plaid stringendolo in vita (il “quelt”) Quelt = kilt = famiglia di imprenditori ferrieri (Rawlinson) che investirono nelle Highlands: molti operai highlanders 1730 circa: cambiamenti al plaid perché troppo scomodo per lavorare in fabbrica = nasce il philibeg o “piccolo kilt”: sottana come capo a sé, con pieghe già cucite
E il tartan? Inizialmente era un semplice colore dei plaid, ma segnava una differenza di status, non di clan Grande cambiamento dopo ribellione del 1745: proibizione, da parte del governo inglese, di indossare il costume delle Highlands (plaid, philibeg ecc )
Reinvenzione del tartan Opera di intellettuali, nobili delle Highlands (idea romantica del primitivo in via di estinzione) = nonostante la proibizione, indossano il piccolo kilt Opera dei reggimenti delle Highlands, formati dal governo britannico = sospesi dal bando del costume nazionale Indossavano il piccolo kilt e si diffuse l’industria del tartan differenziato per reggimento 1782: revoca del bando del costume = diffusione del tartan come segno distintivo del clan
Parte terza: l’invenzione di una discendenza storica Fondazione di due società che avevano come obiettivo dimostrare le antiche virtù delle Highlands 1779, Highland Society 1829, Celtic Society of Edimburgh Fondatore: colonnello David Stewart di Garth “i tartan sono sempre esistiti e distinti per clan, tribù, famiglie” Membro onorario: Sir Walter Scott
La visita di Re Giorgio IV a Edimburgo Walter Scott tra gli organizzatori dell’ evento: presenza di molti capoclan delle Highlands che incontrarono il re con il piccolo kilt di tartan Utilizzo di tartan preconfezionati e “adattati” ai clan di appartenenza
Epilogo: la ricostruzione del sistema dei clan Fratelli Allen= autori, pittori, restauratori 1812: Vestiarum Scoticum, fatto passare per la riedizione di un antico manoscritto quattrocentesco The Costume of the Clans: opera monumentale basata su falsificazioni, false fonti che però diede una descrizione minuziosa della differenza di clan e dei tartan a loro associati Nonostante le fortune alterne, i testi dei fratelli Allen diventano un punto di riferimento storico per determinare originalità della cultura delle Highlands