LA PARTIGIANA CHICCHI, LA RAGAZZA DI MONTECITORIO.

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Transcript della presentazione:

LA PARTIGIANA CHICCHI, LA RAGAZZA DI MONTECITORIO

La vita

“Sono nata a Quarto, a Genova, il primo febbraio La mia famiglia era antifascista. Nel 1938 sono stata espulsa da tutte le scuole del Regno per aver rifiutato di assistere alle lezioni in difesa della razza.

Mi sono iscritta al Partito Comunista d’Italia nel 1942 e mi sono laureata in Filosofia presso l’Università di Firenze nel Nello stesso anno, mio fratello Gianfranco, docente e ricercatore di chimica al Politecnico di Milano, anch’egli antifascista si è tolto la vita nella cella di Via Tasso, a Roma, per non cedere alle torture inflittegli e non rischiare, quindi, di rivelare i nomi dei compagni. Ho partecipato attivamente alla lotta per la Liberazione, Chicchi era il mio nome di battaglia.

Nel 1946 mi sono presentata alle elezioni per l’Assemblea Costituente e sono stata eletta, diventando la più giovane deputata al Parlamento, sono stata soprannominata la ragazza di Montecitorio. Nel 1947 ho fondato insieme alla democristiana Maria Federici, l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo. Nel 1955 ho rifiutato la candidatura alle elezioni per la Camera dei deputati e sono stata espulsa dal Partito Comunista per il dissenso maturato nei confronti di Togliatti.

Sono stata dirigente nazionale dell'Unione donne italiane e mi sono battuta per i diritti delle donne, lottando ad esempio per il loro ingresso nella magistratura. Ho inventato l'utilizzo della mimosa per la Festa della donna. L'idea mi è venuta quando ho saputo che Luigi Longo intendeva regalare alle donne per quel giorno delle violette: sono intervenuta suggerendo un fiore più povero e diffuso nelle campagne. Non rinnego mai le mie passioni e idee, che mi hanno portano anche a manifestare a Genova nel 2001.”

Le idee

“Le donne hanno, rispetto agli uomini, un atteggiamento e un modo di agire differente. Hanno una mentalità che definirei 'orizzontale': guardano quello che le circonda e si rimboccano le maniche per fare. Gli uomini guardano al potere e questo li porta ad avere un atteggiamento verticistico.”

“Nessuno sviluppo democratico, nessun progresso si produce nella vita di un popolo se esso non sia accompagnato da una piena emancipazione femminile; e per emancipazione noi (…) intendiamo un effettivo progresso e una concreta liberazione per tutte le masse femminili e non solamente nel campo giuridico, ma non meno ancora nella vita economica, sociale e politica del Paese.”

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Dedicato ai giovani: Voi siete il nostro futuro, cercate non di assomigliarci ma di essere meglio di noi. Custodite le nostre leggi dettate dalla Costituzione, abbiamo bisogno di voi in un modo incredibile cercate di fare quello che noi non siamo riusciti a fare un’Italia veramente fondata sulla giustizia e la libertà, perché è una cosa importante che nelle scuole cresca questa coscienza della cittadinanza. SIAMO TUTTI CITTADINI, MERITIAMOCI DI ESSERLO!