«DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA» (Marco 9,33-37) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale 2015-2016.

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Transcript della presentazione:

«DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA» (Marco 9,33-37) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale

Strumenti per capire v. 33 Giunsero intanto a Cafàrnao. Gesù e i discepoli sono di nuovo sulla riva del lago, durante il viaggio da Cesarea di Filippo (Mc 8,27) verso Gerusalemme.

- quando fu in casa. Probabilmente in casa di Pietro (Mc 1,29).

v. 34 avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. È sovente un te­ma oggetto di vivaci discussioni e minute prescrizioni in ogni comunità religiosa, specialmente ebraica (Mt 18,1 attenua: «Si avvicinaro­no a Gesù dicendo: “Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”»).

v. 35 sedutosi. È la posizione del maestro che insegna.

- chiamò i Dodici. In Mc 3,13: «Chiamò a sé quelli che egli volle»; in Mc 6,7: «E incominciò a mandarli», a inviarli. Qui per istruirli e mo­strare quale deve essere la loro identità.

Gesù rovescia l’ordine abituale della gerarchia umana: al primo, egli contrappone l’ultimo di tutti; a colui che comanda, il servo di tutti (Mc 10,43-44, Mt 20,26).

Questo paradosso acquista senso grazie all’e­sempio che Gesù propone nella sua persona e nella sua missione: egli, il primo, si colloca all’ultimo posto per servire (cfr. Mt 20,26-28; Mc 10,31; Lc 22,24-27).

v. 36 Gesù illustra poi le sue parole con un gesto di notevole porta­ta, che andava decisamente contro lo spirito dei tempi e dell’am­biente giudaico:

- preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro. Cfr. Mc10,14-16; Mt 18,2-5.10; Lc 10,16. Infatti i bambini non erano tanto un simbolo di innocenza e di umiltà, quanto persone senza statuto le­gale; venivano considerati come esseri di nessuna importanza; si era abituati a respingerli e a escluderli dalle assemblee religiose (fino alla bar mitzva, all’età di 13 anni) per la loro ignoranza della legge.

v. 37 accoglie [...] nel mio nome. Sottintende l’idea che accogliere un in­viato - uno che si presenta a nome di un altro - è come accogliere colui che lo ha inviato (Mt 10,40; Gv 13,20).

«Nel mio nome» sarà la parola chiave del brano seguente (Mc 9,38-40) dell’esorcista non-discepolo.

Piste di riflessione Chi vuol essere grande e stimato, lo fa perché si ritiene insignifi­cante e senza valore. Non si sente amato, e quindi non può accet­tare se stesso e tanto meno gli altri.

Per questo cerca continuamen­te di essere diverso, un po’ più alto di sé e degli altri, per risultare passabile a sé e agli altri.

Alla brama di primeggiare nell’avere, nel potere e nell’apparire, Gesù sostituisce il desiderio di servire e accogliere il piccolo.

Questa è la grandezza di Dio. Essendo amore non afferma se stesso a spese dell’altro, ma lo promuove a sue spe­se; non si serve dell’altro, ma lo serve; non lo spoglia di ciò che ha, ma si spoglia, a suo favore, di tutto, anche di sé.

Gesù taglia corto, in modo secco, su ogni precedenza, su ogni pretesa o desiderio del primo posto... Se c’è un primo posto, que­sto spetta a chi si fa servo di tutti gli altri!

Gesù però non si ac­contenta di un principio generale, di un comandamento, ma com­pie un gesto: prende un bambino e lo pone in mezzo a tutti abbracciandolo. Ecco il segno: è servo di tutti colui che accoglie, che sa abbracciare chi non conta, chi si potrebbe trascurare.

Nel­la comunità cristiana solo colui che sa accogliere i piccoli, i pove­ri, i peccatori, può tenere il primo posto, altrimenti costui è forzatamente destinato a diventare un’autorità modellata su quelle mondane, che nulla ha da spartire con la sequela verso la croce).

Accogliere un bambino nel nome di Gesù significa accogliere Ge­sù stesso. Dio assume il volto di un bambino, simbolo dei pove­ri e degli esclusi: ecco il messaggio inaspettato di questa pagina.

Suggerimenti per pregare Chiedere il discernimento necessario per riconoscere in noi lo spi­rito sordo e muto che si nasconde sotto la mania di grandezza, il desiderio di primeggiare, spesso a scapito degli altri: principio di divisione all’interno e di cattiva testimonianza all’esterno;

- la capacità di entrare nell’ottica di Gesù (la logica della cro­ce) che è l’opposto di quella del mondo.

Ringraziare Gesù perché si è fatto povero, umile e piccolo, che è proprio la caratteristica di Dio che, divenuto Figlio dell’uomo, si è fatto ultimo di tutti.

La tua umiltà, Signore, sia per me guida che indica il cammino, insegna­mento che mi libera dalle manie di grandezza, modello supremo di servi­zio e di amore. Amen.