«DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA» (Marco 9,33-37) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale
Strumenti per capire v. 33 Giunsero intanto a Cafàrnao. Gesù e i discepoli sono di nuovo sulla riva del lago, durante il viaggio da Cesarea di Filippo (Mc 8,27) verso Gerusalemme.
- quando fu in casa. Probabilmente in casa di Pietro (Mc 1,29).
v. 34 avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. È sovente un tema oggetto di vivaci discussioni e minute prescrizioni in ogni comunità religiosa, specialmente ebraica (Mt 18,1 attenua: «Si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”»).
v. 35 sedutosi. È la posizione del maestro che insegna.
- chiamò i Dodici. In Mc 3,13: «Chiamò a sé quelli che egli volle»; in Mc 6,7: «E incominciò a mandarli», a inviarli. Qui per istruirli e mostrare quale deve essere la loro identità.
Gesù rovescia l’ordine abituale della gerarchia umana: al primo, egli contrappone l’ultimo di tutti; a colui che comanda, il servo di tutti (Mc 10,43-44, Mt 20,26).
Questo paradosso acquista senso grazie all’esempio che Gesù propone nella sua persona e nella sua missione: egli, il primo, si colloca all’ultimo posto per servire (cfr. Mt 20,26-28; Mc 10,31; Lc 22,24-27).
v. 36 Gesù illustra poi le sue parole con un gesto di notevole portata, che andava decisamente contro lo spirito dei tempi e dell’ambiente giudaico:
- preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro. Cfr. Mc10,14-16; Mt 18,2-5.10; Lc 10,16. Infatti i bambini non erano tanto un simbolo di innocenza e di umiltà, quanto persone senza statuto legale; venivano considerati come esseri di nessuna importanza; si era abituati a respingerli e a escluderli dalle assemblee religiose (fino alla bar mitzva, all’età di 13 anni) per la loro ignoranza della legge.
v. 37 accoglie [...] nel mio nome. Sottintende l’idea che accogliere un inviato - uno che si presenta a nome di un altro - è come accogliere colui che lo ha inviato (Mt 10,40; Gv 13,20).
«Nel mio nome» sarà la parola chiave del brano seguente (Mc 9,38-40) dell’esorcista non-discepolo.
Piste di riflessione Chi vuol essere grande e stimato, lo fa perché si ritiene insignificante e senza valore. Non si sente amato, e quindi non può accettare se stesso e tanto meno gli altri.
Per questo cerca continuamente di essere diverso, un po’ più alto di sé e degli altri, per risultare passabile a sé e agli altri.
Alla brama di primeggiare nell’avere, nel potere e nell’apparire, Gesù sostituisce il desiderio di servire e accogliere il piccolo.
Questa è la grandezza di Dio. Essendo amore non afferma se stesso a spese dell’altro, ma lo promuove a sue spese; non si serve dell’altro, ma lo serve; non lo spoglia di ciò che ha, ma si spoglia, a suo favore, di tutto, anche di sé.
Gesù taglia corto, in modo secco, su ogni precedenza, su ogni pretesa o desiderio del primo posto... Se c’è un primo posto, questo spetta a chi si fa servo di tutti gli altri!
Gesù però non si accontenta di un principio generale, di un comandamento, ma compie un gesto: prende un bambino e lo pone in mezzo a tutti abbracciandolo. Ecco il segno: è servo di tutti colui che accoglie, che sa abbracciare chi non conta, chi si potrebbe trascurare.
Nella comunità cristiana solo colui che sa accogliere i piccoli, i poveri, i peccatori, può tenere il primo posto, altrimenti costui è forzatamente destinato a diventare un’autorità modellata su quelle mondane, che nulla ha da spartire con la sequela verso la croce).
Accogliere un bambino nel nome di Gesù significa accogliere Gesù stesso. Dio assume il volto di un bambino, simbolo dei poveri e degli esclusi: ecco il messaggio inaspettato di questa pagina.
Suggerimenti per pregare Chiedere il discernimento necessario per riconoscere in noi lo spirito sordo e muto che si nasconde sotto la mania di grandezza, il desiderio di primeggiare, spesso a scapito degli altri: principio di divisione all’interno e di cattiva testimonianza all’esterno;
- la capacità di entrare nell’ottica di Gesù (la logica della croce) che è l’opposto di quella del mondo.
Ringraziare Gesù perché si è fatto povero, umile e piccolo, che è proprio la caratteristica di Dio che, divenuto Figlio dell’uomo, si è fatto ultimo di tutti.
La tua umiltà, Signore, sia per me guida che indica il cammino, insegnamento che mi libera dalle manie di grandezza, modello supremo di servizio e di amore. Amen.