10 febbraio 2016 Mercoledì delle Ceneri. IL TRIDUO SANTO IL TRIDUO SANTO a Sancta Maria.

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Transcript della presentazione:

10 febbraio 2016 Mercoledì delle Ceneri

IL TRIDUO SANTO IL TRIDUO SANTO a Sancta Maria

Il Triduo Santo ha in sé una compattezza di passione e gloria; un giorno richiama l’altro fino a condurci all’ingresso del sepolcro vuoto … Dalla ‘pietra rotolata’ è possibile ogni altra porta santa attraverso cui possiamo entrare e uscire

Gesù con la sua morte e risurrezione ha definitivamente aperto l’ingresso alla salvezza!

costituisce l’inizio del Triduo… Fin dal mattino ci prepariamo con la messa crismale e l’istituzione del sacerdozio ad entrare nei sentimenti di Gesù. Egli compie un gesto profetico significativo: lava i piedi dei discepoli… questo è lo stile del Signore, lo stile del servo… Gesù assume la condizione di servo! Il giovedì santo

Nella Messa in Cena Domini, celebreremo l’Istituzione dell’eucaristia: è il Suo Corpo e il Suo Sangue che ci lascia … è il comandamento dell’amore che ci consegna come eredità preziosa. Dio Padre consegna suo Figlio e il Figlio consegna se stesso nei segni del pane e del vino… Giovedì santo è la sera della consegna.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi: … il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». … Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. (1Cor 11,23-25)

Che meraviglioso e inspiegabile mistero pensare e credere che tutte le volte che ci nutriamo del Suo Corpo e Sangue, Gesù si consegna alla Chiesa, a ciascuna di noi!

Gesù si dona svuotandosi di tutto, anzi si abbassa fino a terra «sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1). Il Signore ama ciascuno di noi, tutti, fino alla fine. Non c’è da aggiungere altro se non quello di prostrarci e di contemplarLo nella Sua Ora: Gesù solo con tutte le solitudini del mondo.

Sono capace di vegliare in questa notte senza lasciare solo Gesù? Sono capace di vegliare in questa notte senza lasciare solo Gesù?

Il Venerdì Santo faremo memoria della passione e della morte del Signore… Ascolteremo il Passio, questo lungo racconto del dolore innocente, in cui Cristo fa un’ulteriore consegna di sé: la sua vita! «Padre nelle tue mani consegno il mio spirito».

Solo un profondo silenzio può comprendere questo gesto d’amore, il silenzio orante di chi tace per ascoltare il grido che si solleva da ogni parte della terra. Sapremo rimanere in Silenzio dinanzi alla Croce e pregare per le vicende più tristi della nostra umana esistenza? La nostra consuetudine di ritrovarci come comunità dinanzi al Crocifisso ha senso se lo viviamo come momento di riconciliazione e di accoglienza della misericordia del Signore.

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Il Sabato Santo È il giorno della Madre Dolorosa, staremo con lei e attenderemo con Lei e come Lei che il figlio risorga dai morti!

È il giorno di silenzio e di dolore per la morte del Signore. È il giorno del grande silenzio – perché – come dice un'antica omelia: «Il Re dorme. La terra tace perché il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormono».

Tu, o Maria, sei Madre del dolore, tu sei colei che non cessa di amare Dio nonostante la sua apparente assenza, e in Lui non si stanca di amare i suoi figli, custodendoli nel silenzio dell’attesa. Nel tuo Sabato santo, o Maria, sei l’icona della Chiesa dell’amore, sostenuta dalla fede più forte della morte e viva nella carità che supera ogni abbandono. O Maria, ottienici quella consolazione profonda che ci permette di amare anche nella notte della fede e della speranza e quando ci sembra di non vedere neppure più il volto del fratello ! Carlo Maria Martini

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.

Vi invito a entrare con amore di spose nel Triduo Pasquale, e a ripercorrere, meditare le parole, i gesti e i sentimenti di Gesù durante gli ultimi giorni trascorsi da Lui in questo mondo. Manteniamo il Silenzio come alimento per coltivare e custodire la Speranza della gioia pasquale. Il libro di Qoèlet ci ricorda che c’è un tempo per parlare, ma c’è anche un tempo per tacere, un tempo per il silenzio.

Vi condivido un pensiero sul silenzio trovato nel sito della Fraternità di romena: Solo così gusteremo la gioia profonda della Pasqua! «Bisogna profumarci di silenzio, immergerci nel silenzio… Per fronteggiare questa congestione di suoni bisogna imparare a fermarsi, bisogna regalarsi del tempo. Il silenzio è un dono che facciamo a noi stessi; ci aiuta a recuperare e sottolineare ciò che davvero conta. Ve ne supplico: sappiate vincere la vostra amarezza interiore, sia quella che viene da un sentimento verso un altro, sia quella che viene dallo scoramento di noi stesse. Silenzio d’ogni parola inutile, contraddicente, senza sale, senza rispetto, senza amabilità, senza limpidezza assoluta …»